Anche il terzo Giorno di Overtime si è concluso. Molti eventi e incontri interessanti si sono susseguiti nella giornata dell'11 ottobre, ed hanno riempito la città di racconti di sport e cultura.
In collaborazione con Unimc, ospite all'Overtime Riccardo Albini, l'inverntroe del Fantacalcio. Un incontro quindi, moderato dal prof Giacomo Gistri, sul fanta gioco ormai più conosciuto al mondo. L agiornata è proseguita con molti Incontri, da Giampaolo Calvarese a Giuseppe Dossena e Massimiliano Verdino, parlare di calcio africano.
Alla Galleria degli Antichi Forni, presente invece Riccardo Cucchi, per parlare del libro "Un Altro calcio è ancora possibile": "Io penso che un altro calcio sia ancora possibile. A condizione naturalmente che il calcio sappia capire che può vivere ancora a lungo rispettando la passione di chi lo segue. Il calcio deve tornare quello degli oratori, il calcio dei bambini non può essere a pagamento. Mi mette tristezza leggere in alcuni parchi vietato giocare a calcio" - si spiega Riccardo Cucchi - "Noi giocavamo dapertutto. Credo che il calcio abbia un debito di riconoscenza negli oratori. Oggi ho l'impressione che la mercificazione anche del calcio dei bambini credi disuguaglianza sociale. Soprattutto credo che questo abbia smorzato il talento. L'altro calcio è un calcio dove si può finalmente tornare a vivere con empatia. appassionati in curva e i bambini per strada. C'è una grande frase di Borges: laddove un bambino prende a calcio qualcosa per strada, li la storia del calcio. Non vorrei si fosse perso questo spirito a discapito della visione di calcio come generatore di profitto".
Spostandoci poi al Teatro della Filarmonica, spazio a Gianluca Rocchi e Katia Senesi, per un incontro sul mondo dell'albitraggio. "È stato un momento, quello che mi ha visto entrare a far parte del comitato nazionale Aia, in cui ho avuto il timore di non essere adatta al ruolo. Venivo dal tecnico, quindi questo è un ruolo che non conoscevo nel dettaglio. - ci ha raccontato Katia Senesi - È stato un mettersi in gioco. Poi ho scoperto che quello che era stato fatto in passato non solo da me ma anche dalle altre ragazze in associazione, aveva un pò tracciato il percorso. Questo ha poi portato alla promozione di una terna arbitrale in Serie A. L'arbitro è un'attività particolare ma poco conosciuta si pensa solo che sia qualcuno che fischia e fa un errore".
La serata si è conclusa con l'evento al Teatro Lauro Rossi, che ha visto Lele Adani, Nicola Ventola e Antonio Cassano portare sul palco il loro programma Vivaelfutbol.
Nel cortile di Picchio News in corso della Repubblica, in collaborazione con Overtime Festival, è stato ospite nel pomeriggio di ieri Giuseppe Dossena, campione del mondo nel 1982, che dopo una vita da calciatore con le maglie, tra le altre, di Torino e Sampdoria ha vissuto una seconda fase calcistica allenando molte squadre al di fuori dell'Europa tra cui spicca la sua esperienza come ct della Nazionale del Ghana.
L 'evento è stato organizzato all'interno del programma di Overtime, e prevedeva la presentazione del libro "Polvere D'oro. il calcio africano come metafora culturale" del fotografo Massimiliano Verdino, presente anch'esso all'evento. Ha moderato l'incontro il giornalista Dario Ronzulli. Un appuntamento che quindi ha portato un approccio al calcio diverso, quello africano, raccontato dalle immagini di Verdino e dai ricordi e gli occhi di Dossena.
"In Africa ho riscoperto il colore, prima scattavo solo in bianco e nero. L'africa era un tripudio di colori, ha spiegato Verdino. Quando ho deciso di andare lì sono anche tornato all'analogico. Ho quindi usato rullini e fotocamere analogiche. Non volevo interferenze di schermi. Lo scatto a cui sono più affezionato è quello della copertina. Ho visto dal campo da calcio questo tifoso e l'ho inseguito per scattargli un primo piano"- ha dichiarato il fotografo sulla genesi del suo progetto e del libro. Ha continuato poi sull'Overtime: "Sono amico del festival. Ho già presentato qui il mio progetto fotografico e cerco ogni anno di partecipare. Cerco ogni anno di rinnovarmi e anche questo è servito come stimolo per riuscire nella creazione del libro".
Abbiamo poi ascoltato Giuseppe Dossena, sulla sua esperienza in Africa: "Mi ricordo tutto di quel periodo. Devi aver passione per il calcio e voglia di scoprire ed esplorare qualcosa di diverso. L'ho praticamente visitata tutta, avendo seguito le nazionali del Ghana, maschili e femminili. Il calcio africano è appassionate. I colori, gli odori, la luce. Sono esperienze che ti segnano. Overtime è stato un ottimo contenitore per raccontare questa storia parlando anche del libro di Massimiliano. Abbiamo vissuto insieme alcuni periodi in Ghana. Oggi è stato facile per me aprire l'album dei ricordi".
E poi un commento sulla Nazionale italiana odierna: "Sono due Mondiali che rimaniamo a fare gli spettatori. Non dovrebbe essere così per il terzo. Abbiamo bisogno di lavorare molto per trovare il modo di essere protagonisti. In assenza di talenti, però, la voglia, il carattere e l'organizzazione possono far la differenza. dobbiamo mettere in campo queste qualità".
L'incontro quindi, oltre che raccontare la genesi del libro di Verdino, è stato un tuffo nell'album dei ricordi di Dossena. Dall'esperienza in Ghana a quella in Libia, dove ha dovuto interfacciarsi con il figlio di Gheddafi, Saadi: "Quando segnava regalava un'autovettura a tutta la squadra, se però la partita dopo andava male, le ritirava". Un insieme di fotografie, reali e di racconto, di due persone che hanno toccato una realtà calcistica diversa dalla nostra.
All’inaugurazione dei corsi del dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relazioni Internazionali, ospite lo storico e giornalista Paolo Mieli, per la presentazione del suo libro "Fiamme dal Passato: dalle braci del novecento alle guerre di oggi". Un libro che affronta il background di alcune guerre cercando di capire le cicatrici rimaste aperte che hanno portato alla riapertura di divisioni insanabili.
Una discussione che, moderata dal direttore di Spocri il professor Angelo Ventrone, ha affrontato temi quali la differenza tra storia e memoria, e il significato di quest'ultima nella costruzione delle narrazioni odierne.
Presenti il rettore John McCourt, i presidenti dei corsi di laurea Alessia Bertolazzi, Uoldelul Chelati Dirar ed Ernesto Tavoletti, gli altri professori e gli studenti del dipartimento. "Ho speranza per la risoluzione dei conflitti, ma sono ben consapevole del fatto che le guerre sono ancora in corso. Ma la speranza è quella di trovare una pace che non sia un armistizio o una tregua per prendere respiro e poi ricominciare a guerreggiare come prima. Spero che la pace nasca da un desiderio di farla finita una volta per tutte con la guerra. Bisogna trovare una chiave che risolva tutte le questioni", ci ha spiegato Mieli sul suo approccio alla pace.
Andando poi a parlare del contenuto del suo libro: "Non si capisce niente delle guerre e delle polemiche politiche del presente se non se ne intravedono le tracce dal passato. Le tracce del passato sono fiamme che poi magari, raggiunta una finta pace si depositano in braci, ma sono pronte attraverso una scintilla a riaccendersi. Non pretendo di dire parole di verità, ma cerco di spiegare come rinascono continuamente e ciclicamente queste guerre".
Durante l'incontro Mieli ha voluto raccontare in che modo è legato a Macerata e alla sua Università: "Ho un amico fraterno ,Giovanni Sabbatucci, che per oltre 20 anni ha insegnato qui a Macerata e talvolta lo accompagnavo. La cosa che mi colpiva di più già allora era quanto gli studenti dell’Università di Macerata fossero poco consapevoli di che gioiello sia questo Ateneo. Chiunque abbia studiato a Macerata lo ricorda per tutta la vita, come è successo a questo mio amico. Macerata vi rimarrà dentro, sarà una parte costitutiva di una delle fasi più importanti della vostra vita. Non vi trovate in un posto qualsiasi, ma in una Università di grande prestigio in Italia e in Europa. La sua preziosità è anche nell’essere decentrata e per voi è una fortuna essere qui".
"Una grande presenza di studentesse e studenti, ma anche della cittadinanza. L’obiettivo era quello di festeggiare l’inizio dei corsi di scienze politiche della comunicazione e delle relazioni internazionali aprendoci all’intera cittadinanza, chiamando persone che hanno una visibilità non solo scientifica ma anche pubblica", spiega il direttore di Spocri Angelo Ventrone.
Continua poi sul compito del dipartimento e sul messaggio che il professor Mieli ha voluto lanciare: "Il compito del nostro dipartimento è quello di restare aderenti alla realtà. Di stimolare riflessioni e dare chiavi di lettura alle nostre studentesse e ai nostri studenti per poter interpretare il mondo che si svolge intorno a loro. Il direttore Mieli ha sottolineato come storicamente a fasi di crisi poi seguono momenti di rinascita. Lui si augurava, e noi con lui, che questo sia il futuro delle generazioni che stanno frequentando i nostri corsi".
Negli ultimi anni il ciclismo femminile è in espansione nel nostro Paese. Grazie a una copertura televisiva sempre maggiore e ad atlete di riferimento come Elisa Longo Borghini, gli appassionati di ciclismo stanno iniziando ad apprezzare anche le gare femminili. Il movimento si sta sempre facendo più grande tanto che da quest’anno la Rcs, organizzatrice del Giro, ha preso in carica anche la gestione del Giro D’Italia femminile. Abbiamo intervistato Eleonora Ciabocco, giovane promessa del ciclismo marchigiano, da due anni professionista con il team olandese Dsm.
La ciclista originaria di Corridonia ci ha raccontato come ha iniziato a praticare ciclismo e quali sono i suoi progetti futuri.
Quando hai iniziato a pedalare e ad approfondire la passione per il ciclismo?
“Ho iniziato a praticare ciclismo fin da subito. Sono nata che già i miei fratelli praticavano ciclismo, quindi sin da piccola facevo le gincane in mezzo ai birilli. All’età di sei anni ho iniziato a fare le gare. Dai 6 ai 12 anni ho fatto tutte le categorie, con gare locali e regionali. Dai 12 poi ho fatto esordienti e Juniores. Ho poi saltato le categorie dilettanti. E dallo scorso anno sono diventata, a 19 anni, professionista con la Dsm. Questa quindi è stata la mia seconda stagione nel world tour”.
Com’è andata la stagione passata e in generale questi primi due anni di professionismo?
“L’8 ottobre ho l’ultima gara, le Tre Valli Varesine. Questi due anni mi sono serviti per fare esperienza. La squadra mi ha fatto fare molte gare. L’unico obiettivo era crescere e migliorarmi. Ho aiutato molto la squadra e in particolare Juliette Labous. Ho fatto molte gare importanti come Vuelta e Giro d’Italia. Quest’anno ho fatto anche il Fiandre. Non so bene ancora che tipo di ciclista sono, se per le gare di un giorno o per i grandi giri. Essendo giovane la squadra mi fa fare un po’ tutto per capire dove posso rendere meglio”.
A quale gara sogni di partecipare?
“Diciamo che più o meno ho fatto quasi tutte le gare più importanti. Mi manca partecipare al Tour. Tanti dicono che il Giro D’Italia, a cui ho partecipato sia più importante, ma io vorrei comunque partecipare anche al Tour”.
Negli ultimi anni sta aumentando l’interesse verso il ciclismo femminile. Quali pensi che sia la strategia più giusta per aumentare ancora di più l’interesse?
“La soluzione potrebbe essere quella di correre negli stessi giorni del Giro d’Italia maschile. In modo da avvicinare il pubblico. Il fatto è che spesso le nostre gare non vengono trasmesse neanche a livello televisivo. Bisogna far crescere il pubblico attraverso l’organizzazione. Qualcosa sta cambiando, per esempio da quando il Giro d’Italia Femminile è gestito dalla Rcs ci sono molte più presenze. La strategia è quindi trovare il modo di pubblicizzare e far conoscere nel modo giusto le nostre gare”.
Il tuo punto di riferimento ciclistico?
“Non ho mai avuto un idolo. Quando ero piccola ricordo di aver seguito molto Scarponi. Essendo della nostra regione da piccola seguivo molte sue gare. Poi sono stata sempre interessata a ciclisti che vanno forte un po' ovunque, come Van Aert. Da piccola facevo anche Ciclocross quindi seguivo anche corridori di quel tipo”
Hai citato Van Aert e il Ciclocross. Lo continui a praticare e quindi ora ti appresti a prepararti per la stagione invernale oppure hai scelto la strada?
“Ho smesso di fare il ciclocross. L’anno del Covid è stato un anno di transizione, sono passata alla categoria Juniores e li la stagione su strada si allunga e si va ad accavallare con quella di cross. Quindi ho preferito concentrarmi sulla strada. Con la squadra non ho mai parlato di multi disciplina. Come dicevo questi due anni sono stati di rodaggio ed esperienza. Quindi abbiamo preferito provare tutti i tipi di gara, ma concentrandoci solo sulla strada. Ovviamente mi è dispiaciuto molto, perché era una cosa che mi piaceva fare e perché è una buona preparazione anche per le corse su strada”.
Come ti avvicinerai alla prossima stagione?
“Appena corsa la Tre Valli Varesine passero tre o quattro settimane le passerò ferma, come si dice in gergo in 'off season'. È un periodo in cui mi allenerò poco. Inizierò poi l’allenamento i primi di novembre. Il ritiro con la squadra ci sarà a dicembre e gennaio. La preparazione varia in base a quali sono le prime gare che affronterò. Ad esempio se inizio subito a fine gennaio con il Tour Down Under in Australia, la preparazione inizia molto prima. In generale sono quindi già proiettata sulla prossima stagione, che sarà ancora con la Dsm, con cui ho rinnovato per i prossimi quattro”.
Chiudiamo con una curiosità, una vetta che ti piacerebbe conquistare o una gara che vorresti vincere?
“Come dicevo, devo ancora capire in cosa mi specializzerò, ma credo di essere una ciclista da corsa di un giorno. Spero di vincere una delle classiche con il Pavé. Ma. Essendo giovane non so ancora come poi si evolverà la mia preparazione e la mia carriera”.
Inaugurazione dell'Agricoltura in Festa, la due giorni che promuove i prodotti tipici marchigiani con eventi e iniziative, presso l'Abbadia di Fiastra (ecco il programma). Presenti all'iniziativa, proposta da Copagri Marche, anche il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il commissario alla Ricostruzione Sisma, Guido Castelli, ed esponenti marchigiani del consiglio regionale e delle istituzioni nazionali.
"Questo evento segna quella continuità strategica che c'è nelle trasformazioni. Dietro ci sono persone che garantiscono qualità. Non dobbiamo fermare il concetto di cibo a carburante per la macchina umana. Perché noi non siamo macchine, ha esordito il ministro Lollobrigida. Abbiamo bisogno di una qualità che ci garantisca anche la salute. Questo in Italia si trova e dobbiamo farlo motivo di orgoglio e di consapevolezza. Il reddito degli agricoltori deve essere commisurato agli sforzi che essi fanno per garantire qualità e rispetto dell'ambiente e dei prodotti".
Il ministro Lollobrigida ha trattato anche il tema del biologico, tra gli argomenti della festa Copagri. "Bisogna aumentare il valore dei prodotti biologici. Se sono in concorrenza con quelli che non sono a cura biologica, è evidente che dal punto di vista economico non regge. Bisogna riuscire – ha aggiunto – nella tendenza comune, a far comprendere che un prodotto biologico ha un costo superiore.
Poi sulla peste suina definita “una pandemia vera e propria “. “Abbiamo un ottimo Commissario alla Psa, Giovanni Filippini, che è marchigiano, e che sta lavorando con grandissima attenzione”, ha sottolineato . “Il suo piano è stato certificato dal Governo italiano, ma anche all’interno del quadro europeo, come ottimo. Bisogna intervenire per rallentare la diffusione dal punto di vista scientifico. Occorre ridurre il numero dei cinghiali che sono in numero eccessivo rispetto a quanto il nostro ecosistema può sopportare e su questo stiamo intervenendo con ogni mezzo, con ciò che non si è fatto per decenni. Troveremo altre risorse per indennizzare gli allevatori”.
Alle parole di Lollobrigida hanno fatto eco le dichiarazioni del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli: "Il territorio marchigiano esprime qualità nei suoi prodotti. Dopo le alluvioni delle scorse settimane stiamo lavorando per ridare una normalità alle famiglie, agli imprenditori e agli agricoltori in particolare. Su questa linea strategica stiamo lavorando insieme al governo nazionale".
Sono arrivate anche le dichiarazioni del presidente Copagri Marche Andrea Passacantando: "Un grande evento, che abbiamo organizzato con tanti aiuti da parte di tutti i partner, siamo contenti della presenza del ministro. Una festa che serve per far incontrare produttori e consumatori. Dobbiamo essere bravi a creare una consapevolezza nuova. Il nostro target è il consumatore finale. Vogliamo che sappia cosa c'è dietro un prodotto agricolo e cosa c'è dietro un prodotto di qualità".
È seguito poi un convegno che ha visto come tema la protezione, la custodia del territorio, la produzione bio e il suo ruolo nella filiera di eccellenza del territorio. Sono intervenuti, oltre al ministro Lollobrigida, al presidente Acquaroli e al presidente Copagri Marche Passacantando, anche il presidente nazionale Copagri Tommaso Battista, il presidente Anaprobio Ignazio Cirronis, il consigliere regionale Andrea Antonini e il commissario alla Ricostruzione Sisma Guido Castelli.
Il campionato di Mxgp parla maceratese. È, infatti, originario della frazione di Villa Potenza un tecnico del fresco campione del mondo Jorge Prado, che si è riconfermato dopo aver vinto il mondiale nel 2023. Tommaso Mozzoni, dopo una brillante carriera da pilota, negli ultimi anni si è fatto conoscere nel mondo della Mx, affiancando i piloti del Team De Carli.
Lo abbiamo intervistato per capire meglio le dinamiche di un campionato che si è deciso all’ultima gara, e per conoscere le idee sul suo futuro nel mondo del motorsport.
Raccontaci com’è iniziata la tua passione per il fuoristrada
"Già da piccolo ero appassionato di motocross. Come tutti i bambini ero felice quando vedevo una moto da cross. Mi è stata trasmessa da mio padre, che andava in moto a livello amatoriale. All’età di 4 anni chiesi in regalo la mia prima moto e mi fu regalata una Malaguti Grizzly 10. Era gialla e viola. La ricordo molto bene, è un po' da lì che inizia questa avventura. Fino all'età di 6 anni ho corso in maniera molto amatoriale. Poi, fatta la prima licenza, ho iniziato a competere nelle gare territoriali a cui è seguito il grande salto nelle gare nazionali, con alcuni podi di giornata raggiunti".
Quand’è che poi hai trasformato la tua passione nella tua carriera?
"A 14 anni ho deciso di spostarmi sull’enduro. Ho fatto un anno da privato. Nel 2008 ho corso il campionato italiano cadetti per Beta, un team italiano. Quell’anno ho vinto il primo campionato italiano. Nel 2009 sono passato alla categoria 125, entrando nel progetto giovani della Tm. Quella stagione ho concluso terzo al campionato italiano. Sono tornato poi privato e nel 2010 col team Amatori Fuoristrada Sibillini ho vinto il mio secondo campionato italiano, in sella a una Ktm 125. Quell’anno ho partecipato alla prestigiosa Sei Giorni, una gara di enduro in Messico per nazioni a squadre. Successivamente ho portato i colori del team italiano tutto l'anno, partecipando al campionato italiano ed europeo junior, facendo anche una tappa di Mondiale finita con un terzo posto. Purtroppo nel 2012 ho avuto un infortunio e ho deciso di smettere con la mia agonistica".
Come sei passato dalla sella al box?
"Dopo aver lasciato l'attività agonistica per tre anni ho fatto un lavoro che non centrava nulla con lo sport e le competizioni. Avevo deciso di staccare da quel mondo ma poi nel 2015 ho capito che non riuscivo a starne distante. Ho deciso di ributtarmi e cominciare come tecnico. Avevo un background tecnico appreso a scuola ma poi la pratica l’ho fatta fin da piccolo lavorando autonomamente sulle mie moto. L'enduro richiede che il pilota sia parte attiva nei lavori sul mezzo. Il primo passo è stato fondare una piccola accademia di motocross. Ho seguito molti ragazzi del territorio, accompagnandoli fino ai campionati italiani ed europei".
Quando hai fatto il salto nel mondiale di Motocross?
"Nel 2017 sono andato a lavorare per una squadra che faceva il campionato italiano, la Fly over/coopetition di Leonardo Spoletini. Vincemmo. Quindi dovetti chiudere l’Academy visto che gli impegni da meccanico iniziavano ad essere sempre di più. Mi chiamò il pilota Monticelli, che faceva il mondiale e cercava un tecnico personale. Così nel 2018 iniziò l’esperienza con l’Mxgp. Poi mi sono spostato in Belgio e ho lavorato tre anni per un team GasGas ufficiale, che però non è quello per cui lavoro ora, che a quel tempo era Ktm. Ho continuato a seguire Monticelli nel 2019 e nel 2020. Nel 2021 invece passo a lavorare con Bogers. Sono state tre buone stagioni e il Team De Carli, che nel 2022 da Ktm sarebbe diventato GasGas, mi ha chiamato come tecnico. Lì seguo Prado e lo scorso anno vinciamo il mondiale".
Parlando del Mondiale appena vinto, vi aspettavate di riconfermarvi?
"Questo è stato un anno particolare. Arrivavamo da un campionato del mondo appena vinto con una gara di anticipo nonostante 2 soli gp vinti. Il 2024 era quindi per noi un anno in cui confermare alcune sensazioni positive. I test invernali li abbiamo passati a perfezionare la moto. Prado poi sarebbe andato in America per provare il supercross. Tornato in Italia a gennaio del 2024, facciamo una preparazione diversa per il nuovo anno. Ci siamo concentrati su tutti gli aspetti migliorabili. Iniziamo il campionato in Argentina con una vittoria. Da lì continuiamo il campionato con altre 3 vittorie. Il campionato aveva preso una bella piega.
Poi però abbiamo iniziato a perdere punti nella parte centrale della stagione e passiamo secondi in classifica. In Indonesia abbiamo vinto la prima gara, la seconda invece con il circuito al contrario, abbiamo perso punti. Questo campionato quindi è stato di alti e bassi e nella seconda parte è stata tutta una rincorsa, una rimonta. La svolta è arrivata con i gp di Turchia e Cina, dove abbiamo recuperato molti punti, anche per errori avversari. Siamo arrivati quindi all’ultima gara con 7 punti di vantaggio. L’obiettivo era fare bene, e alla fine è andata così. Siamo riusciti a mantenere questo vantaggio e vincere".
Prospettive per il futuro?
"In questo momento mi trovo bene con il Team De Carli, che dal prossimo anno tornerà Ktm Red Bull Factory Racing. Ci sono possibilità e prospettive, ma qui mi trovo bene e abbiamo fatto grandi cose. Per il 2025 e per il futuro resterò legato a questo team. L'mxgp è il campionato più importante e seguito per quanto riguarda il fuoristrada, soprattutto in Europa. Credo però di poter ancora crescere, a livello di competenze e conoscenze. Poi ovviamente c’è il supercross negli Usa, ma quello è completamente un altro sport. Per ora mi sento di poter crescere ancora molto qua e occupare una posizione di maggior rilievo, per poi magari provare nuove esperienze".
Maceratese di nascita, ma perugino di adozione. Sarto, per la storica Sartoria Lemmi del capoluogo umbro. Questa è la storia di Riccardo Verolo e della sua passione per l’eleganza. Lo abbiamo intervistato per raccontare la sua storia all'interno del mondo della sartoria italiana.
Quando hai iniziato a cucire e da dove è partita la tua passione?
"Ho iniziato che avevo 14 anni, a Macerata, da una sarta che si chiama Elena Severini. Con lei ho fatto un po’ di esperienza e pratica fino al diploma. Ho imparato così a tenere ago e filo in mano. Che io ricordi a Macerata una sartoria vera, che ti produce il capo completo, non c’è più. Le sarte dove ho imparato io, facevano aggiustamenti e piccoli lavori. Ma questo perché la sartoria è un mestiere sempre più dimenticato. Ma nella mia città ho mosso i primi passi e mi sono strutturato, imparando i piccoli segreti giornalieri del mestiere".
Quando sei entrato a far parte della Sartoria Lemmi?
"Finita l’esperienza delle superiori con il diploma, mi sono trasferito a Roma per tre anni e mezzo dove ho sia studiato che lavorato. Ho frequentato una scuola che mi ha formato sulla tecnica e la pratica. Ho quindi raffinato quelle conoscenze che avevo appreso nelle botteghe. Nel 2016 sono arrivato alla Sartoria Lemmi, storica sartoria di Perugia, fondata dal maestro Augusto Lemmi nel 1948. Oggi è guidata dal figlio Vittorio Lemmi. Purtroppo il maestro è morto nel 2018. Con Vittorio abbiamo deciso di ringiovanire la sartoria, puntando sulla formazione interna. Questa collaborazione si è creata perché Vittorio nasce come camiciaio e cercava negli ultimi anni qualcuno che prendesse l’eredità del padre in sartoria, in modo da continuare entrambe le tradizioni".
Spiegaci la metodologia che adottate all’interno della sartoria?
"La nostra tipologia di lavoro è diversa rispetto a quella della classica casa-bottega del sarto. Oggi, prendiamo la valigia e andiamo direttamente a casa del cliente. Decidiamo insieme a lui il tipo di vestito. Il cliente è parte attiva nella fase iniziale. Poi torniamo in bottega prepariamo il modello e torniamo nuovamente dal cliente per fare la prima prova. Gli incontri in media sono due/tre per arrivare al prodotto finito. Dopodiché il modello che abbiamo creato per il primo vestito del cliente viene salvato in una cartella personale. Dalle volte successive avremo già il modello su cui costruire quindi il secondo abito. Ovviamente ci possono essere delle modifiche durante gli anni, ma quello che a noi interessa è il bilanciamento generale fatto con quel modello".
Dove lavorate principalmente?
"Lavoriamo solo con privati. Facciamo tra i 120 e i 150 pezzi l'anno. La maggior parte del nostro lavoro è fuori dalla città di Perugia. Le citta e le zone dove lavoriamo periodicamente sono Londra, Ginevra, Zurigo, Montecarlo, Dubai, la Savoia, oltre ovviamente che l’Italia, che tra Umbria, Marche, Bologna, Milano e Venezia è una parte consistente del nostro lavoro".
Fate solo capi da uomo?
"Prevalentemente sì, ma lavoriamo anche su capi da donna, sempre nello stile della Sartoria Lemmi, quindi tailleur. Rimaniamo sempre sul cosiddetto capo-spalla. Abbiamo voluto però aprirci anche al femminile, soprattutto oggi che molti outfit si toccano e avvicinano. Ad esempio nell’ultima sfilata di Yves Saint Laurent è stato fatto indossare lo smoking ad una donna".
Quali sono gli elementi di novità in un mestiere cosi legato alla tradizione?
"La nostra produzione manifatturiera è interna, mentre le stoffe e le lane sono prevalentemente italiane. Ad oggi siamo un gruppo di cinque ragazzi, tutti giovani. Cerchiamo di recuperare la tradizione. Non abbiamo voluto approcciare al mondo dell’industria, mantenendo quindi la tradizione del lavoro fatto a mano, delle 50 ore e dei 25mila punti per capo. L’innovazione è dal punto di vista stilistico. Ovviamente seguiamo gli standard dell’eleganza da uomo. Non seguiamo le mode".
Spiegaci meglio la differenza tra Moda ed eleganza
"Quando si va dal sarto si riceve un capo che sta bene oggi e sta bene tra vent’anni, e quel capo non passa mai di moda. La parola d’ordine è eleganza. Siamo l'opposto della Milano Fashion Week. La sartoria è il contrario della moda, perché la moda deve vendere quindi ti propone sempre cose nuove. Il sarto ti propone l’abito elegante e non figlio del momento. Ovviamente con gli anni si possono cambiare fantasie, tagli o punti del capo. Ma nella linea generale si trova il giusto bilanciamento per il cliente”.
Torna "Agricoltura in Festa", l'evento nazionale di Copagri in programma il 5 e 6 ottobre nello splendido scenario dell'Abbadia di Fiastra di Tolentino e Urbisaglia, in provincia di Macerata. Questa mattina, proprio all'Abbadia, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dell'evento.
Ancora una volta la Copagri ha scelto la Regione Marche come sede di questo importante appuntamento. Per l'edizione 2024 l'evento raddoppia, al classico appuntamento si abbina la festa di Anaprobio e tantissime sono le iniziative programmate per la due giorni.
"La figura dell'agricoltore è importante, è ecosostenibile, protegge l'ambiente cercando di renderlo produttivo senza distruggerlo. Come Copagri siamo stati promotori della legge regionale che sancisce la figura dell'agricoltore a tutela del territorio. Biologico e conservazione sono quindi al centro di questo evento. Vogliamo incontrare sempre più il consumatore e con feste come questa le persone vengono informate su quanto lavoro si nasconde dietro un prodotto agricolo di qualità. Stiamo inoltre cercando di fare sistema, con tutte le associazioni del territorio, per creare un prodotto valevole" ha spiegato il presidente Copagri Marche Andrea Passacantando.
Sono seguite poi le parole di Paolo Carpera, direttore della Fondazione Giustiniani Bandini: "La manifestazione di quest’anno rispetto alle precedenti ha un valore aggiunto perché si punterà l’attenzione sull’agricoltore quale custode del territorio. Condividiamo molti valori di Copagri che ringraziamo".
"Ci fa piacere - ha affermato Alessia Pupo, vicesindaco di Tolentino - che sia stato scelto Tolentino, quindi l’Abbadia di Fiastra, per l’evento nazionale di Copagri. E’ una festa importante come lo è la Copagri. Ricordo che proprio Copagri Marche ha proposto la legge sulla birra agricola. È una festa dove si parlerà di tematiche importanti e sul biologico come modello sostenibile e di produzione. Ci sarà un momento nuovo anche culturale, lo spettacolo “Orizzonte terra” con Federico Quaranta che è una anteprima nazionale".
"Copagri sta portando avanti tante iniziative – ha detto il consigliere regionale Simone Livi – e l'evento di Copagri è molto importante a livello nazionale. Ho presentato, inoltre, anche con consigli di Andrea Passacantando, una proposta di legge per dare valore ai prodotti tipici e alle tradizioni nelle scuole e spero che nel 2025 possa essere finanziato il progetto attinente".
"Interverrò ad uno dei convegni - ha concluso Juri Maggi, coordinatore nazionale giovani Copagri – per parlare del settore agricoltura che non crea inquinamento. Sta di fatto che durante il covid il settore agricolo non si è mai fermato e in quel periodo c’è stato meno inquinamento".
Infine è stato mostrato un video del regista dello spettacolo 'Orizzonte Terra', Sante Paolucci: "Uno spettacolo con un carismatico Federico Quaranta. Parleremo di terra e di radici. Lo faremo in modo schietto e senza retorica, guardando all'orizzonte e al futuro".
L'evento si terrà quindi il 5 e il 6 ottobre presso l'Abbadia di Fiastra. Ci sarà il consueto mercatino de "Le piazzette dei mestieri e dei sapori" con aziende selezionte per tipologia. Ci sarà poi una mostra chiamata RacContadino, una serie di scatti di agricoltori e artigiani e quella di dipinti di Morena Verdenelli, artista marchigiana. Il 5 ottobre ci sarà alle 11:30 una degustazione di Formaggi D'italia" a cura di Francesco Tombesi, delegato Onaf.
Previsti anche laboratori per bambini, e la presentazione del libro "Racconti di Campagna" a cura di Barbara Antonietta Fagiani, sempre il 5 ottobre ci sarà prima la presentazione del libro "Giovedi Gnocchi: 50 ricette tra tradizione e cucina di recupero" a cura di Daniela Rinaldi e poi la degustazione "Conosciamo L'olio" con Barbara Alfei di Amap.
Il 5 ottobre alle 21 ci sarà lo spettacolo in anteprima nazionale di Federico Quaranta, "Orizzonte Terra". Il 6 ottobre si aprirà con un convegno su "Oleoturismo prospettive ed opportunità", con esponenti della Regione Marche, sindaci e operatori turistici. anche in questo giorno ci saranno attività per bambini, come il laboratorio "I colori della natura", a cura di Giulia Alberti e "Creare con la natura" a cura di Barbara Antonietta Fagiani.
Sempre domenica è in programma una degustazione di vini, chiamata "Vini d'italia a confronto". Alle 16 è in programma il convegno "Comunità energetiche rinnovabili: un'opportunità di creare valore per le aziende agricole, le imprese e le comunità del territorio". La giornata si concluderà con la presentazione del libro "Le piante crescono guardando il cielo", a cura di Gianni Corvatta e con l'ultima degustazione, "Vini marchigiani a confronto".
A Piediripa si parla da anni della costruzione del nuovo centro commerciale Simonetti. Le recenti prese di posizione sul tema, da parte dell'amministrazione comunale di Macerata, vedono Forza Italia e Udc favorevoli al progetto, con Lega e FdI che, invece, prendono tempo.
Tra abitanti e commercianti della zona, inoltre, si è aperto un dibattito sull’apertura di un centro così grande, in un territorio che vede già la presenza di altri due ipermercati tra Piediripa e Corridonia.
“Non ha senso aver dato questa opportunità. Chiunque sia stato tra le vecchie amministrazioni e questa attuale", afferma Ferruccio titolare di un negozio di alimentari di Piediripa. "Non si tratta di un territorio molto popoloso - aggiunge -, se chiude uno apre un altro. Piediripa e Corridonia sono realtà strutturate con piccole botteghe e due centri commerciali. Bisognerebbe ragionare con criterio".
Continua poi la titolare Silvana Pazzarelli: "L'apertura non mette in difficoltà solo noi piccole botteghe, che forse abbiamo una clientela affezionata, ma anche e soprattutto chi ha investito in locali nei due centri commerciali già esistenti. Ci sono poi già altri alimentari nella zona. Si creerà solo più concorrenza con non farà bene a nessuno".
Un altro parere è quello di Benedetti Maurizio di Orto & Gusto: "Penso che le persone siano sempre quelle, aumentare l'offerta non aumenta la domanda. Abbiamo promosso una raccolta firme e provato a bloccare questo progetto, ma credo sia inevitabile. C'è da capire quali saranno i negozi dentro al centro. Siamo un po’ scoraggiati".
Abbiamo intervistato poi alcuni passanti che si sono detti preoccupati per la viabilità di una strada che nelle ore di punta diventa già trafficata e poco scorrevole, soprattutto dopo un’estate in cui quella zona ha visto lo svincolo della SS77 della "Val di Chienti" essere interessata da deviazioni per consentirne lavori di ammodernamento.
Un’opera importante, dunque, che va però a scuotere lo status quo commerciale della zona di Piediripa e Corridonia e che potrebbe portare a ricollocamenti nonché disagi, stradali e lavorativi.
Presentata questa mattina nella sala stampa della provincia di Macerata la lista "Provincia al Centro". La lista si propone come un’alternativa di stampo civico alla contrapposizione tra destra e sinistra e cerca di raggruppare le istanze del territorio attraverso una vasta rappresentanza delle diverse aree.
"Presentiamo la lista che è in continuazione con il consiglio precedente. Riproponiamo il programma che purtroppo non è stato portato avanti", spiega il sindaco di Treia Franco Capponi, promotore della lista.
"Oggi dicono che la legge 'Del Rio' è uno scandalo. Ma né destra né sinistra hanno fatto nulla. Abbiamo perso l'unità della provincia, anche per delle peculiarità ed eventi straordinari che sono avvenuti in questa provincia - prosegue Capponi -. L'organo di raccordo tra il territorio e gli enti superiori è mancato. Ci sono stati dei tagli che mostrano l'abbandono dei territori. L'accusa al precedente operato è quella di non averci messo l'anima. In altri territori si è fatta una lista unica, ideale per l'unità del territorio. Ma qui destra e sinistra hanno fatto i loro percorsi e così abbiamo deciso di creare una lista che rappresenti il territorio".
Presente anche Mariano Calamita, sindaco di Appignano, candidato come presidente provinciale nella scorsa tornata elettorale: "La nostra lista racchiude diverse competenze importanti come scuole, ambiente e viabilità. Provincia al centro vuole portare un contributo che racchiuda le istanze del nostro territorio, che non deve essere luogo di scontro ma di buon governo".
A cui seguono le dichiarazioni di un altro promotore della lista, Alessandro Massi, presidente del consiglio comunale di Tolentino: “Il coordinamento dei territori è essenziale. Questa lista nasce da una volontà di portare esperienze civiche che non si riscontrano magari nei partiti politici tradizionali. Vogliamo dare un contributo a tanti amministratori attraverso un coordinamento di governo, che racchiuda al meglio la particolarità del nostro territorio”.
Si sono poi presentati i componenti della lista. "Ringrazio i promotori del nostro progetto. La provincia non è una questione di destra, centro o sinistra, ma una questione di territorio - spiega il sindaco di Tolentino Mauro Sclavi - Ci sono temi come quello ambientale e sanitario, in cui la provincia ha un peso importante. L'intento è quello di collaborare al meglio ed avere un peso in decisioni fondamentali, senza dividersi in scontri”. Sono seguite le parole del sindaco di Monte San Martino, Matteo Pompei: "Porto la voce dell'anima montana del territorio. E questo serve alla provincia, la pluralità di voci che serve per raggruppare tutte le istanze".
"Ringrazio chi ha pensato di coinvolgermi in questa avventura. Credo nella logica di area vasta. Questo serve per ragionare e non sperperare soldi in progetti che sono cattedrali nel deserto. Collaborare e coordinare le idee serve a evitare rischi che poi ricadono sui cittadini. Vogliamo dare una scossa alla gestione del territorio" spiega Alessandro Maccioni, consigliere comunale di Cingoli.
Sono arrivate poi le dichiarazioni della candidata Cristina Cingolani, consigliera comunale a Macerata: "Ho trovato una comunione di sensibilità e di obiettivi con tutte le parti che compongono la nostra lista. Macerata è una provincia da valorizzare. L'atteggiamento che voglio mantenere è quello di collaborazione e di impegno civico. Non ci siamo candidati contro qualcuno. Dobbiamo captare i bisogni di tutti”.
Un atteggiamento confermato dalle parole di Ludovica Medei, consigliere del comune di Treia: "Sono nata e cresciuta in questa provincia e, anche grazie ai ruoli ricoperti, ho capito le sfide che il territorio deve affrontare. La politica deve essere a servizio dei cittadini. Credo che dobbiamo dare risposte concrete alle problematiche. Vogliamo riportare la provincia al centro, valorizzando le risorse naturali, nel rispetto di chi questo territorio lo abita".
Conclude il giro di interviste Claudio Carbonari, consigliere del Comune di Macerata: "È un nucleo che nasce per rimanere. Speriamo sia un seme che nasca. Nel segno del buon senso. Bisogna fare vera politica. Prendere le esigenze che vengono dal territorio e dal basso. Non è amministrare aspettare la decisione dall'alto. Gli argomenti su cui una provincia può influire sono molti e importanti”" Candidata anche Monia Batassa, consigliera del comune di Gualdo, non presente alla conferenza per motivi lavorativi.
Presentata questa mattina, nella sala della Giunta del comune di Potenza Picena, la 62esima edizione del Grappolo D'Oro, con eventi che si terranno dal 20 al 29 settembre. Una festa che parte dalla tradizione del vino e diventa un’occasione per fare comunità e aggregazione.
"Colgo l'occasione per ringraziare il nuovo presidente della Pro loco Francesco Paoloni, che è entrata da poco e ha già organizzato una festa così importante. Ci prepariamo alla 62esima edizione del Grappolo D'Oro. Un momento per mostrare cos'è potenza Picena - spiega la sindaca Noemi Tartabini - Dal cibo, al vino alla storia. Alla dedizione e all'impegno dei cittadini che ogni anno collaborano per rendere questa festa sempre migliore. Un grazie a tutte le attività commerciali che collaborano. Il Comune c'è e crede in questa festa. Le tradizioni vanno conservate. Sono certa che anche quest'anno Grappolo D'oro sarà un successo. Questa sarà l'ultima festa con la vecchia piazza, prima dell'inizio dei lavori".
Prende la parola il vicesindaco Giuseppe Castagna: "Una festa che mi ricorda tante emozioni, dopo 20 anni di presidenza della Pro Loco. In questi giorni la città si vestirà a festa, sperando sempre nel bel tempo. È un grande contenitore di eventi e attività variegate. Dall'arte alla musica alla tradizione. Il Grappolo D'Oro è sempre un buon vino; annate migliori annate meno belle, ma sempre un buon vino".
"È un evento in continua evoluzione. Che si aggiorna senza tralasciare ciò che ci contraddistingue. Si parte dalla cultura e dalla tradizione per arrivare al divertimento. La ricchezza del Grappolo d'oro sono i cittadini che partecipano attivamente all’organizzazione. Riempiamo questo paese di sapori e odori che ci riportano ad un'altra epoca. Abbiamo iniziato con una mostra fotografica, passando per un convegno in collaborazione con il Grand Tour. La festa inizia il 27 ma gli eventi ci saranno anche il fine settimana precedente e nei giorni prima del 27. Dai dj set alla tribute band di Jovanotti, fino ad arrivare all'ospite della serata finale, Cristiano Malgioglio, che chiuderà la domenica delle tradizioni e del palio dei rioni, in collaborazione con "i Matti de Monteco", racconta la presidente della Pro Loco Francesca Paoloni.
Angelo Serri, presidente di Tipicità, introduce il convegno che si terrà il 20 settembre: "Una tradizione che si perpetua negli anni. Siamo arrivati alla 62esima. Il Grand Tour da molti anni collabora con potenza Picena e il Grappolo d'oro è ormai un appuntamento fisso. L'occasione è propizia per vedere le bellezze della città. Abbiamo molti appuntamenti in giro per il mondo con il Grand Tour. Il Grappolo D'Oro è un format esportabile che può congiungersi con altri popoli e altre culture. Tipicità è a disposizione per muoversi insieme. L'evento del 20 sarà un evento di apertura sulla biodiversità e sulla bellezza del nostro territorio con Beppe Convertini".
Conclude la conferenza stampa l'assessore alla cultura Michele Galluzzo: "So bene cosa significa organizzare un evento del genere, avendo un passato associativo. Trasmettere la passione per la cultura popolare e la tradizione, cercando di attrarre le nuove generazioni. Questo lavoro ci permette di tramandare e attirare persone a collaborare una festa così importante per la nostro città. Tra l'altro quest'anno avremmo gruppi gemellati da altri stati, con cui allacciare rapporti e mostrare il nostro paese in festa. Una bella iniziativa che valorizza la nostra città".
Ecco il programma completo nel dettaglio:
Questa mattina, con una conferenza stampa tenutasi nella sede di Fisiomed di Sforzacosta, si formalizza una nuova collaborazione tra il gruppo medico ed il Tolentino calcio. Fisiomed diventa quindi sponsor ufficiale e Medical partner della squadra cremisi.
"Tolentino calcio per me è il punto di riferimento perché sono un tolentinate. Nasco con quella maglia - spiega il fondatore di Fisiomed, Enrico Falistocco -, una squadra con oltre 100 anni di storia e con oltre 300 ragazzi. Un bene per la città che impegna i giovani in qualcosa di costruttivo e interessante. Un grazie a tutta la società e ai veri protagonisti di questa giornata, i giocatori. Ogni vostra vittoria è anche la nostra. Ma è già una vittoria coinvolgere questi oltre 300 ragazzi con il calcio".
Continua poi sull’importanza dello sport per il benessere: "Abbiamo varie sedi e per chi fa sport offriamo servizi professionali. Lo sport fa bene a tutti ed è importante praticarlo, ma nel modo giusto, sotto il controllo di medici. Anche lo sport rientra nell'ambito della ricerca del benessere. Mi sento di fare un grande in bocca al lupo per il campionato che state affrontando".
Prende la parola poi il presidente del Tolentino Calcio, Marco Romagnoli: "Ringrazio per questa opportunità. Abbiamo 105 anni di storia e ragazzi che provengono da tutto il territorio. Non imponiamo loro di diventare campioni ma di essere bravi ragazzi, valevoli di portare la maglia della prima squadra. Il Tolentino calcio si è guadagnato lo status di eccellenza del territorio. E quando due eccellenze come la nostra società e Fisiomed si incontrano il territorio risponde. Sono momenti come questo, che attraverso la buona organizzazione accrescono la gioia del gol".
"Tolentino è la mia città e i miei colori di riferimento sono questi. La prima squadra è la punta dell'iceberg di tanti ragazzi. Dobbiamo portare avanti dei valori a cui la società tiene molto - spiega il mister Paolo Passarini - Quest'anno si respira un'aria molto fresca, una commistione tra squadra, tifosi e città. Ieri abbiamo vinto una partita che ci ripaga di tutti gli allenamenti dal 24 luglio ad oggi. Ma guardiamo al campionato da affrontare e al futuro".
Presenti anche i giocatori della prima squadra e il direttore sportivo Giorgio Crocetti: "Affrontiamo questa partnership con grande entusiasmo. L'intenzione è di migliorare quello che abbiamo ottenuto lo scorso anno".
Lunedi 16, alle ore 16:00 ci sarà il consiglio comunale di Macerata. La consigliera del gruppo Misto Sabrina De Padova ci ha anticipato le interrogazioni che farà in consiglio, per porre l’attenzione su temi che richiedono di essere discussi.
“L’o.d.g. che affronterò sarà sensibilizzare sull’adozione di cani adulti dai canili. Da quando ci siamo insediati, con l’assessore Laviano ho sollecitato il consiglio per fare in modo che venga sensibilizzata l’adozione di animali adulti nei canili. Molti animali purtroppo hanno passato tutta la loro vita lì. Attraverso questa iniziativa vogliamo dargli la possibilità di far passare i loro ultimi anni in una casa, con l’affetto di una famiglia. Abbiamo pensato di mettere in atto misure per favorirne l’adozione, attraverso l’acquisto di un ecografo, che sarà a disposizione di chi deciderà di prendere in adozione un animale dal canile di Macerata, in modo da risparmiare sulle spese dell’ecografia e controlli. Visto che molti o.d.g. restano purtroppo nel cassetto, si è aspettato l’acquisto dell’ecografo per essere certi di non fare solo annunci, e mettere realmente in pratica questa iniziativa. Un’iniziativa che segue altre mie due proposte presentate negli anni precedenti come l’ingresso nell’ospedale degli animali per i pazienti allettati e il cimitero per cani, previsto dal programma elettorale” ci spiega De Padova.
Continua poi sulla seconda interrogazione: “È un rinforzo a un tema che avevo già affrontato ad aprile con un’altra interrogazione alla vicesindaca D’Alessandro. Riguardava la mancata copertura di un posto vacante del coordinatore dell’ambito sociale territoriale numero 15. Il posto era stato dato ad interim a Simone Ciattaglia, già dirigente dei servizi sociali. Un accumulo di ruoli quindi visto che questo ruolo dovrebbe essere ricoperto da persone con titolo specifico, iscritto all’elenco regionale dei coordinatori d’ambito, chiederò per quale motivo c’è ancora questa situazione che da temporanea sembra essere diventata permanente. Tra l’altro la comunicazione di dimissioni della dott.sa Scarponi, che ricopriva il ruolo precedentemente, era stata inviata sei mesi prima di lasciare il ruolo. C’era quindi tutto il tempo di trovare una soluzione permanente”.
“L’ultima interrogazione riguarda gli affidamenti diretti. Gli articoli 49 e 50 parlano della rotazione e degli affidamenti diretti e specificano che c’è una soglia inferiore i 150mila euro che non può essere superata. – conclude De Padova - Questa soglia è stata superata più volte. Ci dovrebbe essere anche il principio di rotazione, e quindi non affidare sempre alle stesse aziende o cooperative lo stesso servizio o appalto. Se non viene rispettato questo principio, bisognerebbe quantomeno motivare il perché. Viene quindi a mancare la trasparenza, criteri e motivazioni. Chiederò quindi spiegazioni su questo tema che getta un’ombra su alcune attività concesse dal comune. Per questi affidamenti diretti sono stati spesi 3 milioni di euro, di cui tantissimi affidamenti sono stati concessi sempre agli stessi professionisti”.
Interrogazioni che attendono una risposta durante il consiglio comunale, per fare chiarezza su alcune questioni importanti.
La storia della Panetteria Luciana parte dal 1951, quando Luciana Parrucci era impegnata giovanissima a sfornare con abilità, passione fantasia, pane, dolci e prelibatezze di ogni genere, nella sua botteguccia di via della Pace, a Tolentino. Ora si rinnova con la nuova apertura del locale "Panetteria Luciana – La Cantinetta", a fianco di quello originale.
“Fin da piccola, 14 anni, mia madre ha iniziato a vendere il pane e i dolci, deliziando, in quel piccolo regno che è l’Antica Panetteria Luciana, tutti i clienti. È diventata un’istituzione di Tolentino. Quando andavi a prendere il pane, andavi da Luciana” ci spiega Giorgio Feliziani, figlio di Luciana e attuale titolare dell’attività.
Feliziani ha cercato di ampliare il già grande seguito dell’antica panetteria Luciana: “In questi ultimi mesi ho ideato una nuova location a fianco della panetteria, per deliziare i palati con taglieri di prodotti tipici e panini che rappresentano il territorio. Ho puntato su pani casarecci e integrali, su ricette particolari che richiamano un po' la nostra tipicità. Avevo già attuato questa trasformazione nel locale dove c’era la panetteria di mia mamma, puntando sul tartufo e sui prodotti della zona, come salumi e formaggi”.
"Il nuovo locale si chiama 'Panetteria Luciana – La Cantinetta' - spiega - Sarà un posto dove poter degustare, insieme ai prodotti tipici, buoni vini, prosecchi e spumanti di alta qualità. Partendo dalla tradizione mi sono ampliato e ho cercato di dare una nuova forma a questa attività".
"Cambiare era d’obbligo, però era giusto cambiare nel modo giusto, mantenendo l’attenzione sui prodotti di una volta. Ad esempio facciamo una dolce tipico di quando eravamo bambini: una fetta di pane casareccio con un lingotto di cioccolato sopra. Ora sto cercando qualche panetteria che mi faccia il pane sciapo di una volta. La mia è quindi una ricerca che va alla riscoperta di sapori tradizionali" conclude.
Un’attività che quindi si rinnova e si amplia partendo dalla storia della Panetteria Luciana, portata avanti da Luciana col marito Luigino fino ai primi anni 2000 e tramandata al figlio Giorgio, che con nuove idee cerca di riportare i sapori di una volta ai palati dei suoi clienti.
"Una stagione culturale di armonia che pervade tutte le arti". Con questa frase Massimo Zenobi, direttore artistico di Politeama, ha introdotto la conferenza stampa di presentazione della stagione 2024-2025, soprannominata appunto "Armonie in scena".
"L'armonia è ciò che ispira l’arte in ogni sua forma ma è sul palcoscenico che più si ritrova: nella musica, sia classica che jazz e pop, nel teatro, con la misurata alternanza di gesti, voci e luci, e naturalmente nella danza, con le figure dei corpi", prosegue il direttore artistico. Quest'anno le proposte sono racchiuse in 17 appuntamenti tra musica, teatro e danza.
Un saluto durante la conferenza è arrivato da Melania Moschini, in rappresentanza della Fondazione Franco Moschini, che gestisce il Politeama: "Diamo il meglio per questa realtà ricca di iniziative ed eventi che arricchiscono la città di Tolentino". Non è mancato neanche il saluto del sindaco Mauro Sclavi: "Questo è il cuore pulsante della cultura tolentinate. Anche se è un piccolo palco si creano tante occasioni di incontro tra arti anche di 'nicchia' che devono essere esplorate".
La stagione inizierà il 21 settembre, con il palcoscenico dedicato ai giovani, in un concerto degli allievi del conservatorio di Musica "G.B. Pergolesi" di Fermo. I concerti del Master Piano Festival, organizzati con la consulenza artistica di Cinzia Pennesi, proseguono con artisti giovani ma di grande talento, vincitori di importanti concorsi internazionali che il Politeama vuole sostenere nella crescita artistica: il Morgen Piano Trio, Diva Ivanova, William Greco.
Il concerto più atteso vedrà al pianoforte un giovanissimo talento di soli 7 anni che il Politeama è orgoglioso di presentare in uno dei suoi primi recital completi: Alberto Cartuccia Cingolani. "Master Piano Festival è un progetto nato in conservatorio, con la volontà di divulgare la musica", ha spiegato Cinzia Pennesi.
La rassegna jazz, ideata in collaborazione con l’associazione Tolentino Jazz, inizierà il 5 ottobre con il concerto di una delle più belle voci jazz italiane: Rossana Casale, accompagnata da un quintetto di grandi musicisti. La stagione proseguirà con alcuni nomi di rilievo internazionale: il Benito Gonzales trio e in più 2 grandi Jazzisti come Roberto Gatti e Massimo Morganti, seguiranno Ginger Brew insieme al Sisters and Brothers Gospel Choir Ensemble e Patty Lomuscio Quartet. Presente il presidente dell'associazione Tolentino Jazz, Giorgio Cacchiarelli.
La sezione dedicata al teatro è articolata in appuntamenti con nomi di grande popolarità. "Nomi noti e soprattutto validi, con una serie di spettacoli di grande richiamo", spiega Zenobi per introdurre gli spettacoli di Stefano Fresi, Cristiana Capotondi, Giorgio Pasotti, Sergio Assisi, Mariella Nava, Daniela Poggi e Marco Falaguasta.
Infine la danza, sempre più presente nel territorio grazie al liceo coreutico e alle tante scuole: due appuntamenti con la giovane compagnia Altrascena e il Romae Capital Ballet coreografato da Alfonso Paganini, già primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma. "Volevamo organizzare un evento che elogiasse la danza e che non fosse un momento competitivo", ha spiegato Sofia Vitali di Altrascena.
Anche per questa stagione proseguiranno i progetti dedicati all'inclusività e ai giovani. Nell'intento quotidiano di essere catalizzatore per le nuove generazioni, il Politeama conferma la Friend Card Studenti con una somma già disponibile per acquistare biglietti a prezzo super scontato e promuovere quindi, con la massima facilità, la partecipazione a tutti gli spettacoli della stagione.
Prosegue anche il progetto "Tutti insieme a teatro", che dà possibilità alle associazioni di famiglie con diversi figli diversamente abili, di poter assistere gratuitamente agli spettacoli del Politeama. L’iniziativa vuole creare occasioni di socialità e inclusione per i giovani diversamente abili che insieme ai propri familiari o accompagnatori abituali, potranno vivere l'emozionante esperienza che solo lo spettacolo dal vivo può offrire.
Del progetto inclusività fa parte anche il corso di teatro TuttInScena riservato a ragazzi con disabilità intellettive e relazionali, che già ha avuto successo la scorsa stagione. "Ci saranno anche spettacoli fuori stagione, che andranno ad arricchire questa già ricca rassegna culturale, sempre sotto il segno dell’armonia", conclude Zenobi. La stagione Politeama è in collaborazione Simonelli Group, Estra Prometeo, BCC Recanati e Colmurano e Gruppo Medico Fisiomed.
Notizia di pochi giorni fa la chiusura delle scuole Medi e Agazzi per un intervento di derattizzazione e pulizia dello stabile, come comunicato dall’ordinanza del comune di Macerata del 07/09/2024.
Diverse lamentele sono arrivate in redazione dai genitori in merito a questa decisione, che prevede sicuramente disagi per lo spostamento dei bambini. I ragazzi della scuola primaria "E. Medi" sono stati spostati nei locali ex scuola dei Salesiani, in via Don Bosco, mentre i bambini della scuola dell’infanzia R. Agazzi sono stati spostati alla scuola Andersen di Piediripa. Il comune ha predisposto dei trasporti per le famiglie che ne avranno bisogno.
Le lamentele riguardano l’intervento tardivo del comune, a ridosso dell’inizio delle attività scolastiche. Oltretutto siamo stati informati che le comunicazioni della scuola per la richiesta di un sopralluogo per valutare un intervento di derattizzazione erano iniziate a gennaio del 2024.
La prima comunicazione era stata inviata al servizio scuola e ambiente del comune di Macerata dal dirigente scolastico Moreno Trubbiani a gennaio 2024. Nella comunicazione si richiedeva un "intervento di derattizzazione presso la scuola in oggetto (E. Medi) in quanto è stato visto un ratto vivo all’interno dell’edificio". A questa è seguita ad aprile una seconda comunicazione riguardante la scuola A. Frank di Villa Potenza perché "sono stati trovati ripetutamente escrementi di topo". Per quanto riguarda la scuola R.Agazzi, a maggio è stata inviata la prima comunicazione, "in quanto è stata riscontrata la presenza di ratti".
Questa ultima è stata rinviata, sempre dal dirigente Moreno Trubbiani, a giugno del 2024, e il comune ha protocollato la richiesta in data 28/06/2024. Subentrata la nuova dirigente scolastica Federica Lautizi dall’inizio di questo anno scolastico, è stata inviata una nuova comunicazione riguardante la scuola A. Frank e la scuola Helvia Recina, "per la derattizzazione dello spazio circostante l’edificio delle scuole in oggetto".
La nuova dirigente ha anche richiesto lavori di ammodernamento della sede centrale in via Pace: "Essendo intervenute diverse cadute con conseguenti infortuni, e, a seguito di sopralluogo, avendo constatato personalmente al mancanza e l'usura delle strisce antiscivolo nei vari gradini dele scale, interne ed esterne, dell'Istituto, si richiede, per ragioni di sicurezza, un pronto intervento di ripristino dele strisce medesime".
Le richieste di derattizzazione sono state richieste dalla dirigente anche per la scuola dell'infanzia Fermi-Montessori. Entrambe le richieste sono state protocollate dal comune il 3 settembre.
Ci sono state fornite anche segnalazioni, inviate a scuola e comune durante la prima settimana di settembre, di insegnanti e personale, che hanno riscontrato l’impossibilità di rientrare in suddette sedi, in seguito a spazi trascurati e pericolosi e al ritrovamento di escrementi di topo. Come abbiamo riportato sopra il comune si è mosso il 07/09/2024 con l’ordinanza riguardante due delle quattro scuole segnalate.
Misure che potevano essere attivate precedentemente, visto che le segnalazioni risalgono al gennaio scorso, e che invece sono state attuate a ridosso dell’inizio dell’attività scolastica, con susseguenti disagi da parte di personale, insegnanti e studenti.
La dirigente Lautizi ha comunicato al direttore dell'Usr Marche e al dirigente Usp Macerata attraverso una lettera la decisione di chiudere le scuole, in accordo con l’amministrazione comunale, per gli interventi di derattizzazione, sottolineando però che "da tempo, tuttavia, l'Istituto aveva segnalato la presenza di topi e richiesto interventi di derattizzazione nei vari plessi, come dimostrato da alcune comunicazioni che si allegano (comunicazioni datate 11/01/2024, 12/04/2024, 02/05/2024, 28/06/2024). La scrivente Dirigente, il giorno stesso del suo insediamento, aveva inoltrato richiesta di deratizzazione e di altri interventi legati ala sicurezza, che pure si allegano (comunicazioni datate 02/09/2024, 03/09/2024, 04/09/2024, 05/09/2024, 07/09/2024)”.
Nella lettera precisa poi che: “la presenza dei topi nei plessi oggetto di chiusura ha coinvolto eminentemente gli spazi adibiti ala cucina. A questa mail seguirà l'inoltro di una successiva, nella quale, grazie alle foto e ai video allegati, si può constatare che cibi e varie derrate alimentari erano sommariamente conservati nei locali cucina, di pertinenza comunale, non chiusi e lasciati esposti senza alcuna protezione, quando invece avrebbero dovuto essere rimossi, in quanto non utilizzati durante al lunga pausa estiva. Tale erronea o inadeguata tenuta del locale mensa e della cucina può aver attirato i ratti, i quali sono animali molto prolifici. Inoltre, la presenza di numerosi frammenti verosimilmente provenienti dal tetto induce a pensare che i topi possano entrare anche dal tetto; perciò si auspica, come più volete richiesto, un sopraluogo completo da parte dell'Ente proprietario dell'immobile, affinché si giunga da una definitiva soluzione dell'annosa questione, che peraltro interessa anche altri plessi del nostro Istituto”.
Ieri, nel proseguire la sua missione di promozione e tutela del patrimonio storico della città, l’associazione Le Casette ha organizzato, in occasione della propria festa, un evento attraverso il quale intende lasciare un'ulteriore testimonianza di due luoghi ormai scomparsi da tempo.
L’associazione ha infatti posizionato due totem per riscoprire i luoghi storici della città di Macerata: il primo in via Marchetti (angolo via Ariani), dove sorgeva l’ex Cinema Cairoli, a ricordo del Teatro Marchetti-Piccinini; il secondo in piazza Nazario Sauro a ricordo dell’Orto Botanico, situato nella zona retrostante il caffè ora denominato Totò, ma fino a poco tempo fa noto come "lo caffè de lo Ricciu".
La cerimonia di svelamento è stata preceduta da un intervento del professor Hermas Ercoli che si è concentrato sul biennio del 1905-1906, quando a Macerata c’è stata la prima esposizione regionale. La città era diventata un luogo di incontro e di attrazione per molti uomini facoltosi d’Italia.
Ercoli, attraverso una carrellata di immagini di repertorio, ha raccontato il punto di vista dei turisti su Macerata, nel suo periodo pre-guerra. Una città in continua espansione e cambiamento, ricca ma anche contadina, facoltosa ma anche tradizionale. Un evento quindi che ha raccontato alcuni lati ormai dimenticati della città di Macerata.
Il sacerdote della Diocesi di Macerata, Don Felice Prosperi, risponde ad Alessandro Giacomini che qualche giorno fa ci aveva raccontato la storia del diverbio nato sui social in seguito a dei commenti di Don Felice, apparsi dopo il suo articolo pubblicato sulla rivista MicroMega. Lo stesso Giacomini si era poi riservato di procedere con un denuncia per un epiteto ("pezzente") che gli aveva rivolto il sacerdote.
Ora Don Felice dice la sua attraverso una lettera, scritta in modo ironico come se fosse una missiva firmata da un avvocato, e diretta allo stesso Alessandro Giacomini.
La lettera in questione, facendo fede al diritto di replica, viene pubblicata in maniera integrale, tuttavia la redazione di Picchio News si discosta da quanto espresso dal reverendo nella parte conclusiva del testo. La riportiamo di seguito:
"Il nostro sacerdote, Don Felice Prosperi, è stato incriminato dal signor Alessandro Giacomini di offesa personale aggravata, per avere rivolto a questi l’epiteto di “pezzente”, dopo la lettura di un articolo, apparso sul sito web MicroMega, in cui si sostiene che la Chiesa Cattolica impone la propria religione ai bambini battezzati in tenera età, suggerendo, anzi intimando alla stessa di non farlo prima del compimento dei dodici anni.
Non è stato difficile ottenere dal nostro assistito di ritirare quel termine usato nei confronti del Giacomini, e di chiedergli perdono per l’offesa arrecata alla sua persona, nello spirito del Santo Vangelo, insegnato dalla Chiesa a lui e a tutti i bambini molto prima dei dodici anni, se non altro nel Catechismo in preparazione alla Prima Santa Comunione, che in genere si riceve all’età di 8 – 10 anni, cosa che dovrà essere riveduta per venire incontro ai desiderata di Giacomini.
Si suggerisce all’avvocato del signor Giacomini di lasciar perdere la causa intentata contro il reverendo Don Felice Prosperi, in quanto la Cassazione ha già emesso sentenza, la numero 31.824 del 2009, per la quale l’epiteto “pezzente” non costituisce ingiuria per nessuno, e tenuto conto che i fatti, cioè la petizione teologica dell’ateo in questione e la reazione zelante del nostro cliente, fra l’altro sacerdote a noi consacrato, si sono svolti un anno e mezzo fa, ben altro il limite legale di tre mesi, previsto per sporgere denuncia.
Non temiamo di sostituire nella nostra pratica difensiva di Don Felice il temine “pezzente”, che ha fatto tanto soffrire il signor Alessandro Giacomini, con quello di “Saccente”, più consono e stilisticamente appropriato da attribuire allo stesso, in quanto evidenzia la sua oltraggiosa pretesa di intromettersi nella vita della Chiesa Cattolica, andando oltre le prerogative di Dio, che l’ha fondata.
Nel contempo si merita Giacomini il titolo assoluto, preciso, corretto e da record mondiale di 'ipocrita', perché mentre sputa veleno contro la Chiesa Cattolica, la unica al quale interessa nel suo odio sviscerato per Lei, si guarda bene e non fa menzione, nella sua tesi sconclusionata e maniacale, delle religioni cosiddette monoteistiche degli islamici e degli ebrei, le quali praticano la circoncisione ai piccoli maschi a pochi giorni di vita, quale segno di appartenenza indiscussa e inconcussa alla loro comunità".
Ha unito l'etica sportiva all’esperienza acquisita proprio nel mondo dello sport, dalla gestione dei tempi all’ambito comunicativo relazionale. Cristiana Monina è una velista e manager d’azienda originaria di Civitanova Marche ma con uno spirito cosmopolita, figlio della sua passione di una vita, il mare.
Dopo la carriera sportiva ha deciso di utilizzare la sua esperienza per essere di supporto a team aziendali e sportivi, soprattutto nell’ambito del team building, della gestione dei tempi di lavoro e dell’organizzazione. Con la sua azienda, la Monina Corporate Sailing, organizza eventi, corsi di formazione, meeting aziendali e esperienze di vela per collegare quel modo di fare, rigoroso ma libero, al mondo aziendale.
L’abbiamo intervistata per chiedergli delle sue esperienze e per parlare un po’ di America's Cup, che inizia oggi, giovedì 29 agosto, con la prima fase, la Louis Vuitton Cup, e che la vede impegnata come fornitore del team francese Orient Express Racing Team.
Come sei entrata nel mondo della vela?
"Sono cresciuta a Civitanova e al circolo velico di Civitanova. Tutta la mia famiglia abita lì e la mia carriera è iniziata in quel mare. Sono molto legata a quel Club Vela. Ho iniziato a 9 anni. È un circolo che ha sfornato tantissimi velisti di alto livello. Sono ormai più di 40 anni che vado per mare. Ho iniziato con l'Optimist, il 420, poi sono passata al Laser, con il quale ho vinto un campionato europeo femminile. Sono cresciuta poi sempre di più di classe e categoria. Ho fatto varie esperienze di match race, di regate in altura fino ad arrivare a due traversate oceaniche".
Quando si è trasformata la tua attività da sportiva a comunicativo-gestionale?
"Quando sono stata scelta come testimonial della Tim, ho vissuto dall’interno grandi eventi. Da lì l’idea di fondare questa società, Monina Corporate Sailing e di organizzare attività aziendali e di comunicazione nel mondo della vela. Ho iniziato nel 2007 le prime attività comunicative. Mentre facevo le campagne olimpiche pensavo a come poter mettere a disposizione di team aziendali e professionisti la mia esperienza. Un’esperienza che avevo acquisito non solo nello sport ma anche nella gestione di tempi e spazi e nell’organizzazione di una stagione sportiva. Come si può immaginare in tanti anni di regate ci sono stati tanti successi ma anche tante sconfitte. Sconfitte anche nel cercare uno sponsor o nel comunicare un messaggio, nell’interagire con la squadra, nel preparare una stagione, nella logistica. È un mix vasto di conoscenze che è applicabile sia a livello sportivo che aziendale. Ho cercato di creare la metafora tra vela, mondo sportivo e azienda. Sono un po’ uscita dal solo corpo di sportiva e attraverso esperienze di coaching e di formazione, ho appreso come un mondo può essere di supporto all’altro".
Hai parlato di campagne olimpiche, raccontaci questa esperienza.
"Ho vinto le selezioni italiane per le olimpiadi. Questo ti dà accesso alla campagna olimpica. Sono varie gare preliminari di accesso all’Olimpiade che si svolgono durante gli anni precedenti in giro per il mondo. Per otto anni ho partecipato a questi eventi, ragionando su come gestire le forze e programmare un susseguirsi di gare così importanti. Nella mia categoria accedevano 14 nazioni. Purtroppo non sono riuscita ad accedere alla fase finale. Ma è stata comunque un’esperienza enorme. Non è facile gestire un percorso del genere. Convivere con la "sconfitta" di non essere arrivata alle Olimpiadi all’ultimo gradino, per me è stata una grande fonte di insegnamento, perché ho fatto molti errori e ho capito come dosare le forze, ho capito soprattutto che bisogna chiedere aiuto e lavorare di squadra".
Arriviamo all’America’s Cup. L’impegno di Monina Corporate Sailing nell’evento qual è?
"Come Monina Corporate Sailing, abbiamo due compiti. Siamo fornitori del team francese, l’Orient Express Racing Team, di un grande catamarano per ospitare fino a 75 persone al giorno. Quindi tutte le loro aziende e tutti i loro sponsor saliranno sul catamarano che gli abbiamo fornito per seguire le regate da vicino. In più abbiamo altre barche che ospitano i gruppi aziendali che vogliono vedere le gare. È un modo unico per fortificare le relazioni con i propri dipendenti e clienti e vivere da vicino questa grande metafora tra il mondo dello sport e l’azienda, perché l’America’s Cup è innovazione, progettazione e raggiungimento dell’obiettivo attraverso l’adattamento e il cambiamento".
Tornando ad indossare le lenti sportive, un tuo commento sulle regate preliminari e su questa 37esima America’s Cup.
"Noi che abbiamo una certa età, siamo abituati a vedere delle barche più lente e tradizionali. Facciamo ancora spesso fatica ad abituarci a questo nuovo mondo velico. Anche gli equipaggi si sono adattati per seguire questa innovazione. Prima erano formati da 17 persone, ora solo 8, di cui solo 4 velisti, gli altri sono ciclisti o canoisti. Il lavoro per creare un equipaggio competitivo e diverso. Se prima cercavi il miglior timoniere e il miglior prodiere, ora tutto è legato alla velocità. Questa è davvero la formula uno del mondo della vela".
Questo nuovo modo di intendere la vela può allontanare o avvicinare più persone al mondo della vela?
"Credo che sia una competizione che segue anche le generazioni. Ci una suddivisione, c’è chi ama la velocità e chi ama l’avventura. La generazione di giovani d’oggi predilige la velocità. È molto coinvolgente vedere queste barche che sfrecciano e volano a 50 nodi. Ovviamente la velocità non è tutto. Queste sono barche che rischiano costantemente di rompersi. Infatti i nuovi timonieri devono essere bravi a capire quali sono i loro limiti".
Una figura che ha saputo quindi ampliare e adattare il suo bagaglio esperienziale ad un nuovo contesto, senza abbandonare la sua passione per il mare e per la vela.
Sono finite le vacanze e il primo pensiero delle famiglie è quello della riapertura delle scuole. Molti genitori spesso, anticipano l’acquisto dei materiali scolastici prima dell’inizio della scuola. Quest’anno i prodotti dedicati alle scuole hanno subito rincari.
Stando all’analisi fatta dalla Federconsumatori, il rincaro medio sarà del 6,6% rispetto al 2023 per i materiali scolastici. Per i libri saranno spesi in media 591.44 euro, il 18% in più rispetto al 2023 per studente. "Vi è da notare - così nel comunicato di Federconsumatori - quest’anno, che aumentano notevolmente i costi relativi ai testi delle scuole superiori di secondo grado, mentre segnano una discesa quelli relativi alle medie". Acquistando i libri usati, invece, si risparmia oltre il 28%.
L’analisi dell’Onf, l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, ha preso in considerazione non solo il costo presso le cartolibrerie e la grande distribuzione, ma anche i prezzi online, dal momento che tale modalità fa risparmiare tempo. Mediamente acquistando tali prodotti online, si risparmia il 20% rispetto alle cartolibrerie e il 2% rispetto alla grande distribuzione.
"Ho una figlia e ho notato un decisivo aumento dei libri e dei materiali. È aumentato tutto. Purtroppo le buste paga non aumentano e quindi una famiglia può soffrire. - ha raccontato Andrea, un padre che qualche giorno prima dell'inizio della scuola si sta organizzando per i libri - Io li compro usati e rivendo quelli di mia figlia tutti gli anni. Ho deciso poi di comprare uno zaino buono all'inizio del ciclo scolastico che spero duri per tutti i cinque anni di elementari. approfittiamo poi degli sconti nei materiali di cancelleria".
Abbiamo anche ascoltato una madre: "Ho iniziato ora a fare acquisti per la scuola. qualche aumento l'ho visto. Soprattutto in quaderni e diari e nel materiale scolastico. Lo affronteremo facendo qualche piccolo sforzo. Per quanto mi riguarda fortunatamente alcuni libri sono forniti dalla scuola quindi non alzano la spesa che devo affrontare".
Ma andiamo dietro i numeri: “Gli aumenti dei libri sono ministeriali, non sono ne nostri ne delle case editrici. È quindi il ministero che approva questo aumento. I servizi che ho visto in tv in questi giorni esagerano un po' sull'aumento dei materiali - ci spiega il titolare di una cartolibreria della zona - Innanzi tutto c'è da capire cosa si sceglie. C'è una varietà di scelta non indifferente. Ho visto per esempio dei servizi che sottolineavano dei diari venduti a trentacinque euro. Io personalmente non ce l'ho. Credo che il massimo a cui arrivo siano venti euro. Ma anche per quanto riguarda gli zaini dipende da cosa prendi. Non generalizziamo, ci sono zaini da scuola, trolley, zaini da passeggio. I servizi televisivi che ho visto generalizzano e i dati sono medie. Con un occhio attento e con scelte giuste si può risparmiare. Noi non facciamo il servizio di ritiro e vendita usato dei libri per mancanza di spazio. Ma molti colleghi lo fanno e anche li si risparmia. Noi puntiamo sul servizio completo, con la foderatura dei libri e una fornitura continua di materiali al giusto prezzo".
Un'altra titolare di una cartolibreria di Macerata, Anna Bagnarelli, ci racconta: "I libri da copertina sono aumentati. Succede tutti gli anni. Sui materiali scolastici c'è anche un aumento. Io personalmente cerco di tenermi abbastanza bassa col ricarico. Dipende ovviamente dal tipo di quaderno, dalla qualità. Dipende da tante cose. Le preoccupazioni dei genitori sono giuste. però noi cartolibrai abbiamo la concorrenza della grande distribuzione, che si può permettere di fare degli sconti che per noi sono insostenibili. Questo magari è un discorso laterale, ma che c'entra con tutto il tema generale del mercato dei libri scolastici".