Una storia che nasce dalla passione e dall’amore per gli animali, quella di HobbyZoo, realtà fondata da Maurizio Rossi oltre trent'anni fa e oggi gestita insieme al figlio Marco. "Questa attività è nata grazie alla passione di mio padre. Ancora dovevo nascere e aveva già iniziato con l’esperienza con gli animali", racconta Marco. Un’eredità di cura e dedizione che è cresciuta nel tempo, trasformandosi in una struttura capace di ospitare una varietà sorprendente di specie.
Nel corso degli anni, HobbyZoo si è evoluto non solo dal punto di vista strutturale, ma anche nell'ampiezza degli animali accolti. Dagli anatidi ai polli, dai fagiani a cani, gatti, uccelli e pappagalli: la biodiversità è il cuore pulsante di questo luogo speciale. Tra le curiosità più affascinanti ci sono gli emù, degli struzzi australiani, presenze rare che rendono ancora più unico il contesto. "Abbiamo anche le cicogne e la gru manciuriana", aggiunge Marco, sottolineando la varietà che incanta adulti e bambini.
Gestire HobbyZoo, però, non è un compito semplice. "È un lavoro molto impegnativo perché gli animali non possono essere lasciati soli neanche per un giorno", spiega. Ogni specie ha esigenze alimentari specifiche e viene seguita da veterinari esperti. "Ci impegna su sette giorni su sette e 365 giorni l’anno. Lo facciamo per passione", precisa Marco.
E infatti, molti degli animali presenti non sono destinati alla vendita o a scopi commerciali, ma sono ospitati semplicemente per il piacere di vivere circondati dalla loro bellezza.
Inoltre, il gruppo di HobbyZoo sta lavorando a un nuovo progetto: le visite guidate. "Chiunque, comunque, può già venire a vedere questi animali qui a HobbyZoo", conclude Marco, aprendo le porte di questo piccolo grande mondo a chiunque desideri avvicinarsi alla meraviglia della natura.
Tra menù della tradizione, escursioni in montagna e strutture già al completo da settimane, la Pasqua 2025 ha segnato un momento cruciale per il turismo nell’entroterra maceratese. Abbiamo raccolto le testimonianze di tre operatori del settore, tra Sarnano, Pievebovigliana e Monte Cavallo, per raccontare un weekend di festa che si conferma motore di ripresa e segnale positivo per la stagione estiva in arrivo.
"Il riscontro è stato molto positivo sia sugli hotel che abbiamo a Sarnano, sia sui ristoranti e su Palazzo Carradori che abbiamo a Montefano", racconta Massimiliano Compagnucci del ristorante La Marchigiana di Sarnano, evidenziando come il turismo di Pasqua abbia premiato la loro offerta ricettiva e gastronomica. "La richiesta per Pasqua è sempre il menù della tradizione mentre per Pasquetta la gente cerca qualcosa di più particolare anche perché la clientela è più giovane. Il tema che i nostri ospiti seguono è venire a Sarnano, pranzare e poi fare un giro per la montagna".
Per Pasqua, Compagnucci ha proposto un menù fisso, nel segno della memoria familiare e dei sapori autentici: "Con il cinghiale in salmi, una ricetta di mia nonna Annarita. Aggiungiamo le crespelle di ricotta e asparagi, rimanendo in stagione. Poi ci sono tutti i piatti della tradizione, con l’agnello scottadito e la coratella per antipasto". A Pasquetta, invece, spazio alla scelta: "Il menù è alla carta. Questi due giorni segnano la data spartiacque tra l’inverno e l’estate. Da qui si inizia a ragionare per la stagione estiva che si prospetta positiva. Il 2025 è l’anno della ripresa".
Anche all’Agriturismo Roccamaia di Pievebovigliana il tutto esaurito è arrivato con largo anticipo: “Siamo pieni per Pasqua e Pasquetta già da un mese. Anche le camere che abbiamo non sono più disponibili”, afferma Gabriele Liberti. Il menù pasquale ha mantenuto salda la connessione con la cucina locale: “Puntiamo su un menù tradizionale con l’agnello, la pizza di pasqua tipica che si fa da noi ad accompagnare il salame".
Pasquetta, invece, si è confermata una giornata votata alla convivialità e alla natura: "Prenotano spesso comitive che vengono per fare le scampagnate. Speriamo che il tempo sia clemente perché le previsioni sono incerte". Il ponte lungo e la Pasqua alta hanno dato un impulso alla stagione: "Quest’anno si sono accavallati i ponti e con questa Pasqua alta questo è un inizio di stagione. Ci sono diverse persone che ne approfittano e fanno delle mini vacanze. Si sta lavorando bene e c’è una bella richiesta".
Liberti segnala anche le attività all’aria aperta: "Da Roccamaia partono due escursioni e dopo il pranzo molti si avventurano. Qui vicino a Valfornace invece c’è la camminata del laghetto di Boccafornace che noi consigliamo. Un modo di passare queste due giornate di festa".
Tradizione, accoglienza e continuità sono le parole d’ordine anche al Nido dell’Aquila di Montecavallo, come racconta Clarissa Budassi: "Come tutti gli anni facciamo menù fisso a Pasqua, Pasquetta e Primo maggio. Abbiamo già tutto pieno e siamo pronti ad accogliere i clienti".
Il menù è un omaggio ai piatti più identitari della zona: "Coratella e Agnello fritto a richiamare la tradizione". Per Budassi, tuttavia, la Pasqua non rappresenta un semplice inizio di stagione: "Noi non viviamo questo come un passaggio alla stagione estiva perché abbiamo già tutte le domeniche prenotate fino a fine luglio". Non manca però l’auspicio per un clima più favorevole: "Ci auguriamo anche una buona stagione a livello di tempo perché fino ad ora non è stato favorevole. Siamo molto contenti quindi che tutti gli anni iniziamo la stagione in questo modo".
La Civitanovese vince per due a zero al "Recchioni" nel derby marchigiano contro la Fermana, valevole per la 32esima giornata del girone F di Serie D, e può continuare a sperare nella salvezza.
Per i canarini una sconfitta che sa di condanna quasi definitiva alla retrocessione. E pensare che la squadra di casa veniva da 3 risultati utili consecutivi, con i pareggi con Sora e Termoli e la vittoria su Avezzano. I rossoblù invece non vincevano dalla 27esima giornata, avendo racimolato un solo punto nelle ultime 4 partite, nel pareggio per 2-2 contro il Termoli, arrivato in rimonta.
La Civitanovese non espugnava il "Bruno Recchioni" dal 2014, si tratta quindi di un risultato storico. Inevitabili le contestazioni da parte dei tifosi locali al triplice fischio, gli unici ammessi allo stadio visto il divieto di trasferta in capo ai supporters rossoblù stabilito dalla Prefettura. Gli ospiti, ora, dovranno affrontare Recanatese e Sambenedettese nelle ultime due giornate di campionato per conoscere il proprio destino. Alla Fermana, invece, per la retrocessione diretta manca solo la matematica.
LA CRONACA - Partenza vivace tra Fermana e Civitanovese, con entrambe le squadre che cercano di imporre il proprio ritmo fin dai primi minuti. Al 7’, Etchegoyen serve un buon pallone in mezzo per Bianchimano, che però si limita a un tentativo debole: facile la presa per Petrucci. Poco dopo, al 10’, Diouane prova a sfondare sulla destra, ma il suo affondo viene neutralizzato dalla difesa rossoblù.
Al 12’ è la Civitanovese ad andare vicinissima al vantaggio con Padovani, che si ritrova solo davanti al portiere dopo aver saltato l’ultimo difensore. Il pallone finisce in rete, ma tutto viene vanificato dalla segnalazione di fuorigioco.
Il gol però è solo rimandato. Al 15’ i rossoblù passano in vantaggio con Milani, bravo a sfruttare l’assist in profondità di Brunet: il primo tiro viene respinto dal portiere, ma Milani è il più rapido a ribattere di testa e insaccare lo 0-1.
La Fermana prova a reagire e al 24’ ha un’enorme occasione con Busato, che si divora il pareggio calciando incredibilmente a lato da due passi. Tre minuti dopo, al 27’, ci prova Valsecchi con un tentativo ambizioso da fuori area, su assist di Perri: la palla finisce alta.
Al 35’ una ripartenza interessante della Fermana viene interrotta da un fallo di mano di Diouane, che regala una punizione da posizione invitante, ma non sfruttata. Nel finale di tempo, al 44’, Etchegoyen cerca il jolly dalla distanza, ma Franco manda alto sopra la traversa. Si chiude così un primo tempo combattuto, con la Civitanovese in vantaggio per 0-1 grazie al gol di Milani.
SECONDO TEMPO - La ripresa si apre con la Fermana che prova subito a rientrare in partita. Al 7’ Romizi batte una punizione interessante, respinta dalla difesa rossoblù. Sulla ribattuta ci prova Tomassini da fuori, ma il suo tiro sorvola la traversa.
Al 10’ Valsecchi serve un ottimo traversone in area che mette in apprensione Petrucci, bravo però a bloccare in presa sicura. È una Fermana propositiva in avvio. Ma all’11’ la Civitanovese risponde con Padovani, ben imbeccato dal centrocampo: il suo destro termina fuori alla sinistra del portiere.
Il ritmo resta alto. Al 15’ è Diop a cercare il raddoppio per gli ospiti, ma viene chiuso puntualmente da Perri. Un minuto dopo è ancora Valsecchi, tra i più attivi, a provarci nel cuore dell’area durante un’azione confusa: la difesa della Civitanovese però regge l’urto.
La pressione della Fermana però non paga, e al 21’ arriva la doccia fredda. Buonavoglia calcia da posizione defilata, trovando una respinta corta: sul pallone si avventa Foglia che appoggia in rete il 2-0, concretizzando una bella azione sulla fascia sinistra. La Civitanovese, pur avendo sofferto nella prima parte del tempo, colpisce nel momento giusto.
I padroni di casa non demordono. Al 30’ la difesa ospite respinge ancora un tiro, stavolta di Sardo che ci prova al volo, ma trova la retroguardia attenta. Un minuto dopo, al 31’, è spettacolare ma impreciso il tentativo in rovesciata di Bianchimano, che non impatta il pallone. La Fermana attacca, ma senza concretezza.
Al 35’ arriva forse l’occasione più pericolosa dei gialloblù nel secondo tempo: Valsecchi calcia da fuori e Bianchimano tenta un elegante colpo di tacco per deviare il tiro, ma Petrucci si supera bloccando.
Il nervosismo in campo cresce: al 37’, su segnalazione del guardalinee, viene espulso un collaboratore per parte dalle panchine di Bugiardini e Savini. Il clima è teso, anche a causa delle numerose ammonizioni distribuite nel corso della ripresa.
Al 43’ ci prova Karkalis con un gran tiro al volo da sinistra: la palla sfiora il palo e termina sul fondo. Un minuto dopo, al 44’, l’azione si fa caotica in area rossoblù: la Fermana reclama un rigore per un presunto fallo, ma l’arbitro lascia correre tra le proteste.
Infine, al 45’, è Mavrommatis ad andare vicinissimo al gol: il suo tiro viene salvato sulla linea da Diop, che evita il gol della speranza per la Fermana.Il secondo tempo si chiude con la Civitanovese che resiste all’assalto gialloblù e porta a casa una preziosa vittoria esterna per 0-2, con cinismo e solidità difensiva.
Tabellino Fermana - Civitanovese 0-2
Fermana: Perri, Cocino, Tafa, Romizi, Etchegoyen (19’ st Sardo), Bianchimano, Diouane (6’st Tomassini), Valsecchi (36’ st Pappalardo), Busato (1’ st Pinzi) , Brandao (6’ st Mavrommatis), Karkalis All. Savini
Civitanovese: Petrucci, Franco, Rossetti (42’ st Cosignani), Visciano (19’ st Capece), Passalacqua, Diop, Milani (5’ st Buonavoglia), Domizi, Bevilacqua, Padovani (19’ st Foglia), Brunet ( 32’ st Vila) All. Bugiardini
Arbitro: Gianluca Guitaldi di Rimini
Reti: 15' Milani (C), 21’st Foglia (C)
Ammonizioni: 42’ Brandao, 28’ st Brunet, 37’st Rossetti, 39’ st Cocino
Originario di Recanati, in due anni la vita di Aldo Nappa è cambiata. Ha seguito la sua passione per i motori, che ci racconta essere stata trasmessa dal padre, e due anni fa si è lanciato nel campionato kart Kzr Championship. Dopo il titolo di 'Rookie of the Year' ha deciso di passare dal karting alle monoposto, con l'ambizione di fare della sua passione una carriera di successo. Il venticinquenne spera, ora, di trovare il supporto di aziende locali, con l'auspicio che i marchi del territorio possano affiancarlo in questa sfida sportiva.
Come ti sei avvicinato a questo sport? Dov'è partita la tua passione per i motori?
“Ho sempre avuto la passione per i motori. Mi ha contagiato mio padre, da sempre appassionato a quel mondo. Sin da piccolo ho guardato le gare. È sempre stata una passione che ho coltivato a livello amatoriale. Non ho mai avuto i mezzi economici. Anche girare con i kart è costoso. C’è bisogno di uno staff dietro. Lo scorso hanno ho deciso di fare l’esordio su un campionato nazionale di karting, Kzr Championship. Non avendo esperienza dovevo fare la differenza da subito. È stato un salto nel vuoto e un partire da zero. In quel campionato sono riuscito a fare Rookie of the Year, facendo tutta la seconda parte della stagione con i primi, con tre vittorie e tre secondi posti. Da li mi è stato consigliato di fare il salto nelle monoposto”.
Ti sei quindi buttato in questo mondo?
"Sì. Ho seguito il consiglio dopo il primo anno di kart. Sono andato in Campania per provare una monoposto di classe Formula X. Poi ho trovato lo Strato Racing, con cui ho un accordo gara per gara nel campionato nazionale di Formula X. Il team cercava un pilota. In questi sport il pilota porta i soldi. Quindi ogni gara confermo la mia partecipazione in base agli sponsor che trovo. Ho fatto i test prestagionali e sono andato molto forte, per questo mi hanno abbassato i costi per partecipare al campionato".
Parlaci di questo debutto in Formula X
"Venivo da molto ottimismo perché appunto nei test da appena entrato nel circus della Formula X ho fatto ottimi tempi. Nella prima gara, il week-end del 30 marzo al Mugello, ci sono stati molti problemi. Non sono riuscito a fare le prove libere e in qualifica mi si è fuso il motore. Per questo in gara sono partito dietro. Tra un problema e l’altro ho chiuso diciannovesimo su ventiquattro. Ma per un appassionato come me ritrovarsi in due anni in Formula X, con pochissimo appoggio è stata un’emozione fortissima. È stato veramente bello. Ora correrò l’11 maggio a Magione in Umbria. Ho confermato la mia presenza lì al team perché, come dicevo, ogni gara decido in base agli sponsor che trovo, nonostante il rischio di rimetterci i soldi di tasca mia. In base a come andrà poi vedrò se proseguire o se finisce qui la mia esperienza. Per ora sono grato ai miei due sponsor MS Costruzioni e AGL Dental".
Come ti stai preparando alle gare?
"Ho il simulatore a casa per mantenere i riflessi gara. Oltre ovviamente all’allenamento fisico. Non sempre ho la possibilità di allenarmi in pista perché anche lì si paga l'affitto del circuito. Poi c’è il weekend pre-gara. Dove se hai disponibilità economica puoi permetterti di fare lee prove libere, altrimenti si va direttamente alle qualifiche pre-gara, fino ad arrivare alla domenica con gara 1 e gara 2".
Una curiosità: a quale pilota ti rifai e quindi qual è il tuo mentore sportivo?
"Sono sempre stato appassionato di Alonso. L’ho seguito da quando ha debuttato in formula uno, quando ero più piccolo".
Ti faccio subito un'altra domanda allora: come Alonso hai intenzione di testarti in diverse discipline automobilistiche oltre alla monoposto su pista?
"Ho sempre preferito questo tipo di esperienza agonistica, ma sono appassionato di motori in generale. Ovviamente se ci fosse la possibilità farei anche altro. Ma in questo momento sono focalizzato su questo tipo di gare".
Un sogno: quale gara vorresti vincere prima o poi?
"Restando in Italia, Imola. È un circuito leggendario. Nel mio calendario non è previsto ma ci vorrei correre prima o poi e magari vincere".
Dal tre aprile sono iniziate le riprese di un cortometraggio d’autore firmato dalla storica Accademia Poliarte di Ancona, punto di riferimento nazionale per la formazione dei nuovi talenti artistici e parte del Gruppo Rainbow. Siamo stati sul set fermano del cortometraggio che sarà presentato in anteprima mondiale ad Expo Osaka 2025 il 2 giugno 2025 nel Padiglione Italia durante la settimana della Regione Marche, alla presenza delle istituzioni e del fondatore di Rainbow, Iginio Straffi.
L’opera si inserisce nel prestigioso progetto Metaverso Raffaello, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca e dall’Unione Europea nell’ambito di Next Generation EU, iniziativa che mira a valorizzare il patrimonio culturale marchigiano attraverso l’uso delle nuove tecnologie e del linguaggio cinematografico.
Il progetto trova il supporto di Marche Film Commission - Fondazione Marche Cultura e del presidente Andrea Agostini. Il corto, scritto da Sergio Ramazzotti con la regia di Paolo Doppieri, e la produzione esecutiva di Genesis Srl, nasce per promuovere le Marche nel contesto internazionale, valorizzandone il patrimonio culturale, paesaggistico e produttivo attraverso il linguaggio universale della musica e della bellezza.
Un road movie interiore ed esteriore della durata prevista di 15 minuti, che intreccia memoria e presente, Oriente e Occidente, trascinando il pubblico in un viaggio nei tanti volti delle Marche. Girato interamente nelle Marche, il film attraversa infatti location d’eccezione come il Teatro dell’Aquila e il Palazzo dei Priori a Fermo, la storica Liuteria Quagliano di Jesi, l'Arco di Traiano al porto di Ancona, l’Eremo dei Frati Bianchi a Cupramontana, lo Sferisterio di Macerata, Urbino, il Parco del Conero, i Monti Sibillini, la Tenuta di Tavignano di Cingoli, l’area del Verdicchio dei Castelli di Jesi, l'azienda vitivinicola di Stefano Aymerich e Ondine de la Feld.
Nel cast una rosa di talenti nel campo del cinema e della musica: Dharma Mangia Woods nel ruolo di Chiara, Taiyo Yamanouchi nei panni di Hitoshi, Isabella Carloni interpreta la madre di Chiara e Alfredo Sorichetti è il direttore d'orchestra. Yukari Ishibashi nelle vesti di madre di Hitoshi, William Zhang è Hitoshi bambino e Giuseppe Lorenzo Quagliano interpreta il liutaio.
Durante le riprese a Palazzo dei Priori abbiamo potuto vedere cast e truppe all’opera: “Più che un cortometraggio per me è un piccolo film – spiega il regista Paolo Doppieri – che racconta l’importanza del racconto tra culture diverse e anche l’importanza del paesaggio del territorio marchigiano, come fonte di ispirazione poetica e di riflessione”.
Presenti durante le riprese a Fermo anche Straffi e Agostini. Straffi ha sottolineato l’importanza di un progetto come questo, utile alla promozione del territorio e di Poliarte: “Poliarte si sta facendo conoscere si sta rilanciando con questa nuova gestione Raimbow, che negli ultimi anni ha raddoppiato gli iscritti. Questo corto è la prova che si riesce a fare un lavoro importante. Per le Marche è l’opportunità di mettersi in vetrina. Questo lo raccontiamo attraverso una storia emozionante che la avvicina alla cultura giapponese”.
“Le Marche e l’Italia si preparano per il 2 giugno. Le Marche avranno la settimana che va dal 1 al 7 giugno all’expo di Osaka. Ci presentiamo all’Expo - spiega il presidente di Fondazione Marche Cultura Andrea Agostini -con un cortometraggio Raimbow/Poliarte. È tantissima roba perché questo percorso non inizia e finisce con quella data, ma continua come veicolo che farà da diffusione e comunicazione della nostra terra in ogni dove”.
Conclude infine Michele Capuani, direttore di Poliarte: “per i ragazzi di Poliarte è fondamentale provare esperienze come queste. Entrano in contatto con professionisti del settore capiscono il mondo del lavoro artistico.
Tolentino è una città ricca di arte e cultura, di teatri e musei. Nonostante i lavori per il terremoto, l'offerta turistica è ampia e varia. Abbiamo intervistato il sindaco di Tolentino, Mauro Sclavi, per capire in quale modo l’amministrazione cerca di valorizzare il territorio per far scoprire ai cittadini e a chi viene da fuori le ricchezze di Tolentino.
"Siamo capitati in un momento in cui, tra sisma e Covid, è stato difficile pubblicizzare e valorizzare la nostra città. Stiamo cercando di portare iniziative interessanti. La prima che mi viene in mente è quella attraverso cui vorremmo far riconoscere il Teatro Vaccaj all'Unesco. Le Marche - spiega il sindaco - sono la regione d’Italia con più teatri e la nostra provincia è quella con più teatri in assoluto. Sono stati selezionati 12 teatri storici delle Marche tra cui il nostro, che è del 1798, per essere presentato come bene dell’Unesco. Questo è un vanto e un merito per noi. Cerchiamo di valorizzare quello che abbiamo".
Continua poi: “Questo territorio è da raccontare, pensate che il primo insediamento qui risale al mesolitico. In tutta Europa ne sono stati trovati solo due del 12.000 avanti cristo, a testimonianza che un questo territorio l’attività antropica e culturale è continuativa. Dal Teatro Vaccaj, alla nostra biblioteca, fino ad arrivare al teatro dell’umorismo e alla biennale dell’umorismo, passando per un’opera di mecenatismo come quella di Moschini con il Politeama. C’è un’attività fervente”.
Riguardo la biennale dell’umorismo: “È un importante appuntamento, che con il concorso fotografa l’umorismo del mondo. La biennale di quest’anno ha un bellissimo tema che è la comicità involontaria, cioè quando noi cerchiamo di fare gli “splendidi” e finiamo invece per far ridere. È bellissimo scoprire la caducità dell’uomo. Questa biennale, di cui siamo orgogliosi, nasce da un tolentinate, Luigi Mari, viene trasmessa negli anni fino ad arrivare ad oggi. Quest’estate ci sarà una mostra nel Castello della Rancia, dove saranno esposte tutte le opere proposte”.
Conclude poi il sindaco sugli obiettivi per il futuro: “Quello che stiamo cercando di fare è aiutare l’attività di una città così gravemente colpita dal terremoto. Noi la stiamo ricostruendo, ma dobbiamo far sì che una volta terminati i lavori, questa città sia piena di vita, con attività commerciali, artistiche e turistiche. Stiamo cercando di lavorare su più fronti, dal cicloturismo, alla ristrutturazione, alla creazione di itinerari. La nostra è una zona in cui c’è enogastronomia, cultura, religiosità, storia, archeologia, geologia. Tutti gli ambiti possono essere interessanti. Va considerato il territorio in cui Tolentino è inserito, dobbiamo fare rete con i comuni limitrofi”. Obiettivi quindi che vogliono portare Tolentino al centro dell’entroterra maceratese.
La Basilica di San Nicola di Tolentino, danneggiata dal terremoto del 2016, è oggetto di un importante progetto di restauro. Situata nel cuore del centro storico, la basilica è un simbolo di fede e di arte, con opere come il cappellone giottesco, un tesoro unico al mondo.
Il sindaco di Tolentino, Mauro Sclavi, ha spiegato che i lavori sono suddivisi in due fasi: un consolidamento antisismico della struttura e un restauro delle bellezze artistiche interne:"Tolentino ha avuto un dono, quello di avere questo santo taumaturgo che ci ha fatto conoscere nel mondo, un personaggio straordinario. La basilica, così bella e complessa, si è sviluppata nel corso dei secoli e con il terremoto ha subito danni importanti".
"Per la riapertura si parla di un tempo medio lungo. La basilica è stata però sempre fruibile, dalla navata alla parte bassa. Tutto il resto deve essere prima restaurato. Prima di Natale abbiamo riaperto la facciata che è stata messa a nuovo - spiega - c'è ancora un’armatura intorno all'edificio, ma penso che in un anno e mezzo potremo liberare questo punto di attrazione nazionale e internazionale da un punto di vista religioso, turistico ma anche artistico".
La basilica di San Nicola, con la sua storia e le sue bellezze, è un simbolo di resistenza e speranza per la comunità di Tolentino, e il processo di restauro non solo ne garantirà la conservazione per le future generazioni, ma restituirà alla città un bene culturale di incalcolabile valore.
Il comune di Serrapetrona sta lavorando alla creazione di un museo permanente per ospitare una collezione unica di oltre 2800 reperti paleontologici, archeologici e numismatici. Questa collezione, inizialmente sequestrata venti anni fa e poi affidata al comune, è diventata il fulcro di un progetto che ha visto l’organizzazione di mostre temporanee, come quella attualmente in corso a Palazzo Claudi, dedicata ai fossili paleontologici.
Come ha dichiarato Michele Borri, assessore alla Cultura e al Turismo del Comune: "Tutto nasce dal ritrovamento di una collezione avvenuto qui a Serrapetrona una ventina di anni fa. La collezione fu inizialmente sequestrata per poi essere lasciata in gestione al nostro comune per poter creare un museo permanente. È un sogno che stiamo portando avanti da tanto tempo". Nel 2025, il Comune continuerà a organizzare mostre temporanee in attesa di inaugurare il museo permanente.
Con l’avvio dei lavori per la nuova struttura, Serrapetrona punta a creare uno spazio che valorizzi appieno questo patrimonio, che rappresenta non solo un'importante risorsa culturale ma anche una potenziale attrazione turistica per la zona.
Oggi è giovedì grasso, il giorno che dà inizio alla settimana di Carnevale, ricca di musica, colori e costumi. Anche i dolci sono ormai diventati una tradizione, un modo per passare il tempo in famiglia durante la loro preparazione. Dolci di tutti i tipi e ogni luogo ha la sua ricetta tipica e di riferimento.
"Abbiamo le castagnole, farcite con nutella o crema. Ci sono poi le classiche frappe, bianche e rosse. Infine i limoncini. Tipici della zona maceratese sono gli scroccafusi, che possono essere serviti con zucchero a velo o con alchermes - ci racconta Dante Pettorossi, titolare di Nino Caffè -. I più richiesti sono sicuramente le castagnole alla nutella, ma anche gli scroccafusi”.
Questi ultimi, gli scroccafusi, venivano tradizionalmente cotti nel forno a legna e, secondo una superstizione, si diceva che se una persona entrava nella stanza mentre i dolci venivano preparati, il risultato finale poteva essere negativo. Ad oggi si fanno anche fritti, come le frappe o chiacchiere e le castagnole. I limoncini, una girella di impasto croccante fritto dal sapor agrumato, cambia nome a seconda della provincia; nel fermano infatti vengono chiamate arancine. Varie ricette quindi che vanno ad arricchire le tavole dei maceratesi, tra tradizione e gusto.
Camporotondo di Fiastrone, un comune che ha affrontato le difficoltà del post-sisma con determinazione, si trova oggi nel mezzo di un lungo percorso di ricostruzione e rinnovamento. A raccontarci la situazione, il sindaco Massimiliano Micucci, che ci offre uno spunto interessante per comprendere il progresso delle opere e le sfide che ancora rimangono da superare.
"Siamo partiti da un'inagibilità del 60% delle abitazioni," afferma Micucci, spiegando la situazione in cui si trovava il comune dopo il terremoto. "Parte di queste erano classificate come livello B, ma comunque danneggiate in modo significativo. Nel tempo, ci sono state varie fasi di ricostruzione, e posso dire che siamo a metà del lavoro. C’è ancora tanto da fare". Il sindaco sottolinea che, sebbene numerosi interventi siano già stati completati, la ricostruzione del lato privato continua a presentare numerose difficoltà. "Ci sono molte demolizioni e ricostruzioni ancora da attuare, ma purtroppo le difficoltà burocratiche, unite alle problematiche legate ai bonus e Superbonus, hanno rallentato l'avanzamento dei lavori".
Sul fronte delle opere pubbliche, Micucci mette in evidenza i numerosi progetti di rigenerazione urbana in corso, che riflettono l’impegno della comunità per il recupero e la valorizzazione del centro storico. "Abbiamo diversi progetti in atto, tra cui la realizzazione di un camminamento che conduce al centro storico, un'area che sarà riqualificata con la creazione di una palestra all'aperto nella zona sottostante le mura urbiche. Inoltre, stiamo lavorando su una serie di interventi per la sistemazione della piazza e per migliorare le pavimentazioni e le mura della città".
Un altro progetto particolarmente significativo è quello che riguarda il “Giardino dei Giusti”, un'iniziativa nata dalla collaborazione tra la scuola primaria locale e l’associazione Tullio Colsalvatico di Tolentino. "Questo giardino è il cuore di un cammino itinerante, dove sono esposte gigantografie a carattere educativo, che si spostano all’interno del paese," spiega Micucci. "È un progetto di riqualificazione che ha come obiettivo non solo il recupero del centro storico, ma anche la creazione di uno spazio simbolico di memoria e impegno civico".
Camporotondo di Fiastrone, quindi, è un comune che, pur avendo affrontato le difficoltà di un sisma devastante, guarda con speranza al futuro, impegnandosi nella ricostruzione e nella riqualificazione di edifici pubblici e privati, con tanti progetti in corso e altrettante idee pronte a prendere forma. La strada è ancora lunga, ma la comunità, guidata dal sindaco Massimiliano Micucci, è determinata a non fermarsi.
Questa mattina, l'Università di Camerino ha accolto gli studenti delle scuole superiori, offrendo loro l'opportunità di scoprire da vicino i corsi, la struttura dell'ateneo e le diverse possibilità di crescita accademica e professionale. Con oltre 1200 presenze previste tra oggi e domani, l’edizione 2025 di “Porte aperte” ha registrato un vero e proprio record di partecipazioni.
Graziano Leoni, rettore dell'Università di Camerino, ha commentato con entusiasmo l’iniziativa: “Porte aperte e braccia aperte. Siamo qui oggi pronti a incontrare tutti questi studenti. Per noi è chiaramente un record quello che abbiamo raggiunto in questa edizione del 2025. L'Università di Camerino si apre e si mostra. Gli studenti avranno la possibilità di visitare i dipartimenti e conoscere più approfonditamente i corsi di laurea. La nostra università è fortemente orientata alle scienze dure, con attività laboratoriali che sono il centro della nostra offerta scientifica”.
Isolina Marota, delegata all'orientamento, ha messo in risalto l’approccio umano e inclusivo dell'ateneo: “Gli studenti entreranno in un'università che li considera prima di tutto persone e non un numero – ha dichiarato – Troveranno un posto che li accoglie a braccia aperte. Le porte sono sempre spalancate per loro, sin dal momento in cui decidono di iscriversi. Qui è facile parlare con i professori e visitare i laboratori per scoprire le attività di ricerca. Unicam non è solo didattica, ma un luogo dove didattica e ricerca si intrecciano”.
Emanuele Tondi, prorettore dell’ateneo, ha sottolineato, invece, le opportunità internazionali offerte a chi studia a Camerino: “Unicam è un'università aperta al mondo e al contesto internazionale. I nostri studenti hanno numerose opportunità di mobilità all’estero, sia per frequentare corsi che per completare la tesi di laurea. Inoltre, partecipiamo a molti progetti internazionali che offrono la possibilità di ottenere un doppio titolo, creando così una grande opportunità per chi si iscrive a Unicam”.
Infine, Edoardo Pettinari, presidente del Consiglio degli studenti, ha raccontato come Unicam sia un ateneo “a misura di studente”: “Qui il rapporto tra studenti e docenti è molto stretto, come in una grande famiglia. Consiglio a chi vuole iscriversi di valutare tutte le opportunità che l’ateneo offre, perché sono moltissime”.
L'evento di oggi ha così permesso agli studenti delle scuole superiori di entrare in contatto diretto con il mondo accademico di Unicam, scoprendo un ateneo accogliente, inclusivo e pronto ad accompagnarli nel loro percorso di formazione e crescita professionale.
Sabato 1 febbraio, Macerata ha festeggiato il Capodanno Cinese con una colorata e partecipata manifestazione che ha coinvolto cittadini e studenti universitari, dando vita a una vera e propria festa di primavera nel cuore della città. L’evento, organizzato dall’Istituto Confucio dell’Università di Macerata, ha visto il coinvolgimento di oltre cento figuranti, tra cui numerosi studenti, che hanno dato vita a un corteo che ha attraversato le vie del centro storico.
Il Capodanno cinese, che segna l’ingresso nell'Anno del Serpente di Legno, è ormai una tradizione consolidata che lega Macerata alla cultura cinese, un legame che affonda le radici nel lavoro di Matteo Ricci, missionario e sinologo maceratese che nel XVI secolo fu uno dei principali artefici del dialogo tra Occidente e Oriente. La festa, infatti, non è solo un’occasione di celebrazione, ma anche un simbolo di apertura culturale e di scambio tra i popoli.
Il pomeriggio è stato arricchito da esibizioni di danza, canti, arti marziali e da una serie di attività pensate per coinvolgere il pubblico di tutte le età. Piazza Mazzini si è trasformata nella “Città dei Draghi”, con spettacoli dal vivo, esibizioni di calligrafia cinese, truccabimbi e la possibilità di degustare tè e ravioli cinesi, il tutto mentre il corteo di draghi, leoni e tamburini si snodava nel centro della città.
John McCourt, rettore dell’Università di Macerata, ha sottolineato l’importanza dell’evento: “Quest’anno vediamo una partecipazione importante. Tantissimi giovani, studenti e non. È un modo di capire meglio un’altra cultura e aprirci verso il mondo. È anche un modo per guardare verso il futuro perché i legami con la Cina sono e saranno forti. L’università continuerà ad impegnarsi nell’insegnamento della cultura cinese. È un bene anche per tutta la regione avere giovani che sanno parlare questa lingua. Oggi festeggiamo. È l’anno del serpente di legno, il mio anno perché sono nato in un anno uguale. Può portare dei grandi cambiamenti, speriamo in positivo".
Il direttore dell’Istituto Confucio, Giorgio Trentin, ha invece evidenziato il significato dell’Anno del Serpente di Legno: “L’anno del serpente può portare grandi cambiamenti. È un po' come l’anno del drago. Però l’elemento del legno fa sperare, perché è un elemento positivo. Speriamo che sia un buon segno. Siamo contenti che Macerata ha accolto il nostro invito e ha partecipato a questo evento. Il primo anno, 12 anni fa, eravamo in 50 persone con la voglia di stare insieme e tessere qualcosa con questa città. Anno dopo anno siamo qua e siamo contenti di questo bellissimo risultato”.
L'evento, che ha visto una grande affluenza di pubblico, si conferma come un'importante occasione per avvicinare le persone alla cultura cinese, celebrando al contempo il legame storico e culturale che unisce Macerata alla Cina attraverso la figura di Matteo Ricci.
Dal suo insediamento nel 2018, l'amministrazione Ciabocco di San Ginesio ha intrapreso un cammino di recupero e rilancio del territorio che ha saputo coniugare la ricostruzione post sisma con un’attenta valorizzazione del patrimonio culturale e turistico locale. Un percorso che ha messo al centro la bellezza del borgo, non solo come valore storico e paesaggistico, ma anche come motore di sviluppo per il futuro.
“Siamo partiti subito appena eletti nel 2018 e abbiamo definito un piano bellezza. Recuperare in funzione di una ricostruzione intelligente tutte quelle che erano le potenzialità che San Ginesio poteva mettere in mostra e diciamo che ne abbiamo abbastanza”, afferma il sindaco Ciabocco. In questo contesto, l'amministrazione ha puntato a un recupero responsabile del patrimonio, trasformando il danno subito dal terremoto in un'opportunità per la crescita. Non è un caso che San Ginesio sia stato scelto dalle città creative dell’Unesco come comune pilota per la ricostruzione. Questo riconoscimento ha rappresentato un punto di partenza per una serie di progetti, tra cui la partecipazione a numerosi bandi finalizzati a intercettare finanziamenti per la rigenerazione del territorio.
Tra i progetti più significativi, si distingue il contratto istituzionale per lo sviluppo, un bando che ha consentito la realizzazione di un parco lineare, pensato per valorizzare la cinta muraria medievale del borgo. “Grazie alla vittoria di questo bando andremo a realizzare un parco lineare, attraverso il quale andremo a valorizzare quella che è tutta la cinta muraria. Con un percorso ciclopedonale fruibile a tutti”, sottolinea Ciabocco, evidenziando come il progetto sia anche un modo per rendere il patrimonio accessibile a tutti i cittadini e i visitatori, promuovendo un turismo sostenibile e rispettoso dell'ambiente.
Accanto alla valorizzazione del patrimonio, l’amministrazione ha investito nel miglioramento dell’offerta turistica con iniziative innovative. “Cito poi, il bando borgo accogliente, un finanziamento che abbiamo ottenuto per un albergo diffuso, un progetto che abbiamo messo insieme ai comuni di Gradara e Ripatransone. È un progetto che vede la collaborazione tra pubblico e privato. Questo progetto sarà replicabile in tutti gli altri comuni bandiera arancione delle Marche”, aggiunge Ciabocco. Un esempio di come il lavoro congiunto tra enti locali e imprenditori possa generare valore, promuovendo al contempo l'accoglienza turistica e l’economia locale.
Il lavoro svolto dall'amministrazione non è passato inosservato a livello internazionale. Oltre alla riconferma della bandiera arancione e al titolo di uno dei "Borghi più belli d’Italia", San Ginesio ha ricevuto dall'UNWTO il prestigioso premio di miglior villaggio turistico nel 2019, un riconoscimento che ha dato al comune una visibilità mediatica straordinaria, aprendo la strada a nuovi progetti di rigenerazione e sviluppo. "In quell’anno, nel 2019, San Ginesio era l’unico comune a rappresentare l’Italia. Questo ci ha dato una riconoscibilità mediatica notevole, dando il via a una serie di iniziative importanti, soprattutto nell’ambito della rigenerazione del borgo", afferma Ciabocco, concludendo che questo premio ha avuto un impatto positivo non solo sul turismo ma anche sulla cultura locale.
Tra le iniziative più emblematiche in ambito culturale, la ricostruzione dell’Auditorium Sant’Agostino rappresenta un esempio di “ricostruzione intelligente”. Il recupero dell’edificio ha consentito il ritorno a San Ginesio delle opere d'arte che, a causa del sisma, erano state spostate nel Palazzo Campana di Osimo. “Questo ha portato di nuovo le persone a visitare San Ginesio per la Cultura, e questo ha fatto la differenza”, sottolinea il sindaco. Un progetto che ha dato un nuovo impulso al turismo culturale, facendo sì che San Ginesio diventasse nuovamente un punto di riferimento per gli amanti dell'arte e della storia.
In sintesi, l'amministrazione Ciabocco ha saputo trasformare le difficoltà derivanti dal sisma in una straordinaria occasione di sviluppo per San Ginesio, lavorando su più fronti: dalla valorizzazione del patrimonio storico e culturale, alla creazione di nuove opportunità turistiche, fino alla promozione di modelli di collaborazione tra pubblico e privato. Il comune di San Ginesio, grazie a un approccio lungimirante e alla capacità di attrarre risorse, è oggi un esempio di come una ricostruzione ben pianificata possa diventare un volano di crescita e innovazione.
In occasione del Giorno della Memoria 2025, è fondamentale ricordare il dramma dei prigionieri di guerra e degli internati civili, con particolare attenzione ai campi di Sforzacosta e Urbisaglia, luoghi distinti ma legati dalla tragedia della Seconda Guerra Mondiale.
“C’è stata spesso molta confusione perché anche nei materiali d’archivio il campo numero 53, situato a Sforzacosta, veniva chiamato campo di prigionia di Urbisaglia. Veniva quindi spesso confuso con il campo di internamento per prigionieri civili di Urbisaglia, situato nella villa Giustiniani Bandini dell’Abbadia di Fiastra", spiega Giovanna Salvucci, presidente della Casa della Memoria di Urbisaglia.
I due campi avevano scopi distinti e furono aperti in anni diversi: "Il campo di Sforzacosta fu creato nel 1942 per concentrare e imprigionare i prigionieri di guerra nemici, principalmente inglesi e americani, che venivano trasferiti dal Sud Italia con l'avanzare degli alleati. Al contrario, il campo di internamento di Urbisaglia venne istituito pochi giorni dopo l'entrata in guerra dell’Italia nel 1940. Qui venivano reclusi civili antifascisti e ebrei, italiani e stranieri, ritenuti nemici dal regime fascista".
"Dopo l'8 settembre 1943, con l'armistizio e l’occupazione tedesca, molti prigionieri di guerra cercarono di fuggire. Il campo di Sforzacosta passò sotto il controllo tedesco, e circa seimila soldati detenuti lì furono trasferiti in campi più a nord o in Germania. In questo momento, il campo di Urbisaglia venne chiuso e gli internati civili furono trasferiti nel campo di Sforzacosta, ormai vuoto. Qui vennero concentrati non solo ebrei e antifascisti provenienti da tutta la provincia, ma anche i giovani renitenti alla leva, che da lì partivano per i campi di lavoro in Germania".
Come sottolinea Giovanna Salvucci: “La Casa della Memoria di Urbisaglia sta cercando di portare alla luce le storie dei tanti internati civili, per render loro omaggio, perché hanno pagato con la libertà e molto spesso con la vita per le loro opinioni politiche.”
Il MIDAC - Museo Internazionale Dinamico di Arte Contemporanea è un progetto di Terra dell’Arte, associazione culturale internazionale, nato grazie alla collaborazione con il Comune di Belforte del Chienti. Ospitato nell'ex Chiesa di San Sebastiano, il Museo raccoglie una vasta collezione di opere di arte contemporanea, tra pittura, scultura, fotografia, arte digitale e video-arte, realizzate da artisti di tutto il mondo.
Diretto da Alfonso Caputo e Laura Castanedo, curatori e fondatori di Terra dell’Arte, il Museo è un centro dinamico di sperimentazione e dialogo culturale, che ha dato vita a numerosi progetti internazional. In questa intervista, Alfonso Caputo ci racconta la visione e il percorso che hanno reso il MIDAC una realtà di riferimento nell'arte contemporanea globale.
"Terra dell'arte opera a livello internazionale in diversi Paesi del mondo. Nel corso degli anni ha creato una rete relazionale tra molti artisti sparsi per il mondo. Da questo è nato il progetto del Midac, che è una collezione permanete esposta fisicamente dal 2016 nell'ex chiesa di San Sebastiano, nel centro storico di Belforte del Chienti in visione di una convenzione tra Terra dell'arte e il comune di Belforte - spiega il direttore Alfonso Caputo - Si tratta di un museo provato in uno spazio pubblico. La collezione comprende artisti di tutto il mondo ed è in continuo aggiornamento. Visitando il sito midac.wordpress.com è possibile prendere la visione di tutti gli eventi e anche del catalogo digitalizzato della collezione museale".
Continua poi Caputo: "Oltre la collezione permanente nel sito è possibile informarsi sugli eventi che ogni anno organizziamo e al tempo stesso mostre personali di artisti che ospitiamo. In questo momento nello spazio dedicato alle mostre temporanee è visibile ancora la personale di Annalisa Grassi, incentrata sul concetto dell'urbex".
"Abbiamo deciso di adottare un sistema di prenotazioni perché sarebbe oneroso per noi tenere il museo sempre aperto. Chiunque voglia visitarlo può trovare i contatti sul sito midac.wordpress.com".
Allo stadio Nicola Tubaldi di Recanati, Recanatese e Sambenedettese si sfidano nella gara valevole per la seconda giornata di ritorno del girone F di Serie D.
Recanatese reduce dal terzo 1-0 e dall'ttavo risultato utile consecutivo, sfida una Sambenedettese in stato di forma ottimale, che arriva da un vibrante 4-0 ai danni dell'Atletico Ascoli di domenica scorsa al Riviera delle Palme.
Il primo tempo parte con una Sambenedettese che non scende in campo e al primo minuto subisce il Gol della Recanatese, firmato da Pierfederici. Per i primi 10 minuti la squadra di casa crea occasioni conquistando vantaggio e area avversaria. I rossoblù poi però ingranano riconquistano campo e rientrano in partita al 14' con il gol di Eusepi, che appoggia di testa un bel lancio di Zini.
Da lì la gara è a senso unico. La Samb attua il sorpasso con il tapin di Kerjota al 28" e prosegue distanziandosi con il gol di testa di Battista, fotocopia del primo gol.
Ma ecco che quando la partita sembrava archiviata la Recanatese crea due buone occasioni nel finale del primo tempo, con lo squillo di Alfonsi che all'ultimo minuto prende una traversa, con la palla che ricade sulla linea e esce dalla porta.
La Recanatese infatti rientra di nuovo bene con due buone azioni nei primi minuti e una pressione che porta all'errore la Sambenedettese. Autogol di Orfano, con la palla che tocca ala traversa e stavolta scendendo entra nella porta.
Già dall' ottavo minuto però la Sambenedettese torna in partita con buoni scambi che portano al secondo gol di Kerjota, che dalla fascia destra supera tutti e imbuca la palla sull'angolini basso opposto.
Le squadre iniziano a cambiare e la lunghezza della rosa della Sambenedettese porta in vantaggio di gioco la squadra rossoblù. Arrivano i gol di Moretti e Baldassi da subentrati.
La Sambenedettese dilaga quindi al Tubaldi, nonostante una buona prestazione della squadra di casa che soffre solo negli ultimi venti minuti.
Samb ancora in testa alla classifica.
Cronaca
La partita si apre subito con un episodio favorevole alla Recanatese: al primo minuto, su una carambola da calcio d'angolo, Pierfederici trova la rete, portando i padroni di casa in vantaggio. La Sambenedettese fatica a entrare in partita, con i rossoblù incapaci di superare il centrocampo nei primi minuti. Tuttavia, al 5’ la Recanatese non riesce a concretizzare un buon tiro di Spagna, che termina fuori, mentre un minuto dopo una ripartenza della Samb viene fermata da un buon intervento di Bellusci.
La partita continua a essere molto combattuta, con la Sambenedettese che va vicina al pareggio al 7’ con un colpo di testa di Zini, che colpisce la traversa su punizione battuta da Guadalupi. Al 9’ un’altra punizione per la Samb viene respinta da Del Bello. Al 10’ Guadalupi prova il tiro dalla distanza, ma senza fortuna, mentre al 13’ una percussione della Samb viene respinta in calcio d’angolo da Bellusci, con Kerjota che calcia direttamente fuori il corner.
La partita sembra mettersi in equilibrio al 14’, quando Eusepi approfitta di un lancio di Zini per appoggiare in rete e pareggiare i conti. Al 19’ le due squadre si scontrano in una fase confusa della partita, con numerosi errori in mezzo al campo. Al 22’, Alfieri tenta il tiro da fuori area, ma il pallone sfiora il palo. La Sambenedettese, però, non si fa intimorire e al 28’ trova il vantaggio con un tap-in di Kerjota, su una respinta del portiere avversario, Del Bello.
Il 3-1 arriva al 33’ grazie a un colpo di testa di Battista su un cross di Kerjota, che porta gli ospiti a una comoda distanza. Il primo tempo si chiude con alcuni tentativi della Recanatese: al 39’, Pierfederici ha una buona occasione, ma il suo tiro viene bloccato da Orsini. Al 44’ la Recanatese sfiora il gol con un gran tiro di Alfieri che colpisce la traversa e rimbalza sulla linea di porta, ma non entra.
Il secondo tempo inizia con un’azione sfortunata per la Sambenedettese: al 2’, un autogol di Orfano consente alla Recanatese di riavvicinarsi, con il pallone che colpisce la traversa e finisce in rete, riducendo il divario sul 2-3. Tuttavia, la Sambenedettese non si lascia scuotere e al 9’ allunga di nuovo grazie a Kerjota, che segna con un tiro preciso dopo una corsa sulla fascia destra.
Il vantaggio dei rossoblù cresce ulteriormente al 31’, quando Moretti, subentrato da poco, segna il 5-2 su una respinta di Del Bello. Infine, al 37’, Baldassi mette a segno il 6-2 con un bel gol, capitalizzando un assist di D'Eramo. Negli ultimi minuti, la Recanatese prova a reagire, ma non riesce a trovare la via del gol, e Baldassi, a 39’, ha l’occasione per un altro gol, ma il suo tentativo viene murato dalla difesa.
La partita si conclude con un dominio netto della Sambenedettese, che si conferma capolista, mentre la Recanatese, pur lottando con coraggio, non riesce a tenere il passo degli avversari nel finale.
Tabellino
Recanatese: Del Bello, Mordini, Alfieri (32' st Gomez), Canonici, Ferrante Daniel, Pierfederici (24' st Masi), Raparo, Bruzzechese, Marchegiani, Bellusci, Spagna
All. Bilo'
Sambenedettese: Orsini, Orfano (41' st Bouah), Zini, Gennari, Kerjota (36' D'Eramo), Eusepi (36' st Baldassi), Battista (24' Moretti), Pezzola, Candellori, Guadalupi, Toure (24' Zoboletti)
All. Palladini
Arbitro: Domenico Petraglione, sezione di Termoli
Reti: 1' Pierfederici, 14' Eusepi, 28' Kerjota, 33' Battista, 2' st. Orfano (AG), 9" st Kerjota, 31" st Moretti, 37" st Baldassi
Ammonizioni: 33' Mordini, 28' st Bellusci, 48' st Zini
Cristiana Monina, velista appassionata e manager d'azienda, è la fondatrice di Monina Corporate Sailing, una realtà che unisce il mondo della vela e della gestione aziendale. Originaria di Civitanova Marche, Cristiana ha avuto l’opportunità di cimentarsi con la traversata oceanica attraverso l'Atlantic Rally for Cruisers, una regata che collega le Canarie ai Caraibi, percorrendo oltre 2.700 miglia nautiche. Avevamo già avuto il piacere di sentire la sua opinione sull'America's Cup.
L'abbiamo intervistata per farci raccontare la sua esperienza in un evento come l'Arc, in cui si intrecciano mare, sfide tecniche, umane e logistiche.
Parlaci della regata a cui ai partecipato
“La regata si chiama Atlantic Rally for Cruisers, un evento di trasferimento di tutte le barche che dalle Canarie vanno ai Caraibi. All’interno di questo trasferimento vengono calcolati i tempi compensati, e vengono ricalcolati in base a lunghezza superfice velica e peso. Siamo partiti da Las Palmas nelle Canarie e abbiamo percorso quasi 2700 miglia nautiche ed arrivare a Saint Lucia nei Caraibi, che richiedono tra i 15 e i 21 giorni di navigazione, a seconda delle condizioni meteorologiche e delle prestazioni dell’imbarcazione. L’ARC non è solo una regata, ma una manifestazione di vela e comunità internazionale. È progettata per accogliere sia velisti esperti sia appassionati che desiderano vivere l’esperienza unica di una traversata oceanica, godendo di una perfetta combinazione di sfida sportiva, sicurezza e networking".
"Un evento globale con equipaggi provenienti da tutto il mondo, l’ARC è un’occasione per incontrare e condividere esperienze con navigatori di culture e tradizioni diverse, accomunati dalla passione per il mare. Quando il mare chiama, è impossibile resistere. Questa volta, la sfida è stata attraversare l’oceano a bordo di un C-Cat 38, un catamarano di 11 metri e 67 centimetri. Siamo riusciti a vincere la nostra classe”.
Come si prepara una regata oceanica?
“Intanto è importante avere tutti i dispositivi di sicurezza a bordo. Considera che abbiamo impiegato 18 giorni di mare per attraversare tutto l’Atlantico. È importante quindi avere continuamente cura di questi strumenti. L’altra parte fondamentale da gestire è l’alimentazione. Si sa quando si parte ma non sai poi cosa può succedere. Bisogna fare quindi la giusta cambusa, perché il frigorifero che si ha a bordo non è di grande dimensione. Saper calibrare la quantità di proteine carboidrati e fibre è fondamentale per affrontare un’esperienza come questa. È importante poi lavare tutto prima di imbarcarlo. All’interno ci possono essere le uova di cucaracee e quindi ti potresti ritrovare con molti animali e farfalle a bordo”.
Quali sono le maggiori insidie?
“Come dicevamo prima potresti incappare in fasce con poco vento. Bisogna mantenere il fisico preparato a ogni evenienza. Avere tutti i dispositivi, come dicevo, funzionanti ti permette di affrontare ogni piccolo o grande inconveniente. Ad esempio, in un’altra barca più competitiva che ha preso parte alla regata, un ragazzo danese di 33 anni è scomparso cadendo in mare alle due di notte. Ognuno deve avere il giubbotto salvagente autogonfiabile e un sistema che traccia dove sei. C’è sempre il rischio che questo Gps non si attivi. Devi riuscire a mantenere una concentrazione continua. Devi saper dormire quando non hai sonno e magiare quando non hai fame. Ci vuole una giusta organizzazione e divisione dei compiti e delle competenze, e un controllo continuo della strumentazione”.
È difficile mantenere i rapporti saldi per così lungo tempo in mare?
“È difficile ma sta alla base della riuscita dell’esperienza. Considera che la traversata l’ho fatta con il mio compagno, mio cognato e mia cognata e un’altra persona che non conoscevamo. In così tanti giorni puoi rovinare dei rapporti. Siamo riusciti a gestirci. Ognuno di noi aveva una competenza diversa. Da far la cambusa, a saper cucinare, alla pulizia della barca, al regolare le vele. Tutti siamo stati bravi perché ognuno ha messo la propria competenza a disposizione degli altri. È una sensazione che ogni giorno vorremmo avere nella nostra vita quotidiana. Serve molta flessibilità e voglia di fare. Importante è poi parlare chiaramente perché in una situazione come quella ogni incomprensione può essere fatale”.
Cosa ti rimane di questa esperienza?
“Ogni momento a bordo è stato memorabile. Le albe e i tramonti spettacolari che tingono l’orizzonte di colori unici. Il suono costante del mare che accompagna ogni miglio navigato. La connessione profonda con la natura, lontano dal frastuono della quotidianità”.
La prova più estrema che vorresti provare a completare?
“Non ti nascondo che, nonostante mi faccia molta paura, è fare una navigazione di questa portata in solitaria. Con l’equipaggio scambi qualsiasi emozione con qualcuno. Mi piacerebbe mettermi alla prova e capire se sono in grado di potermi gestire per così lungo termine in una navigazione da sola, lavorando sui limiti del mio corpo e della mia mente”.
A Loro Piceno c'è un museo in onore delle vittime della Prima e della Seconda guerra mondiale. Si concentra sul reperimento di divise e oggetti originali usati in guerra. Lo scopo, ci dice il curatore Luca Cimarosa, è quello di ricordare e far riflettere.
"Il museo è stato istituito il 25 aprile del 1999. È formato da 21 manichini con uniformi della prima e della seconda guerra mondiale. C'è anche una sezione sul corpo polacco che ha liberato le Marche. Lo scopo di questo museo è far ricordare e riflettere. Ricordare le persone che hanno sofferto per la guerra. Riflettere invece per far in modo che ciò non avvenga più. Per questo abbiamo creato il museo delle due guerre" ci spiega Luca Cimarosa, il curatore del museo.
"Il materiale esposto è originale. L'ho messo insieme io attraverso ricerche e studi - continua Cimarosa - Ho iniziato molti anni fa quando ero più giovane, e proviene sia dall'Italia che da fuori Italia. Il cuore del museo sono gli elmetti che ho trovato forati da proiettili. Mostrano la crudezza della guerra. Spesso questi elmetti venivano testati e omologati come anti proiettili senza contare la potenza del proiettile nemico. Altri elmetti sembrano essere più estetici che difensivi".
Conclude poi il curatore Cimarosa sulla possibilità di visitare il museo: "Per visitare il museo basta prendere appuntamento al comune di Loro Piceno al numero 0733509112. Ci organizziamo e organizziamo una visita".
Questa mattina, alla Sala Cesanelli dello Sferisterio, si è tenuto il primo incontro con la stampa della nuova direzione dell’associazione Sferisterio. Un’occasione per presentarsi e parlare delle sfide che ci saranno nei prossimi tre anni di gestione.
"Lo Sferisterio non è solo di Macerata ma è di tutto il territorio. Ieri sera ho firmato un accordo con il sindaco di Jesi, con cui l'associazione Sferisterio e la fondazione Pergolesi Spontini condivideranno la direzione artistica, nella figura di Lucia Chiatti. Abbiamo scelto poi la figura di Marco Vinco, che dopo anni sul palco è passato all’organizzazione e alla gestione di festival e eventi teatrali importantissimi. Un tandem vincente" . Ha spiegato il sindaco di Macerata e presidente dell’associazione Sferisterio, Sandro Parcaroli.
Ha preso poi la parola la nuova sovrintendete Lucia Chiatti: "Voglio ricambiare questa fiducia che mi è stata data con la passione che ho per questo tipo di lavoro. Con impegno e con decisione che mi serviranno. La storia dello Sferisterio ha segnato e segna la storia culturale di questo territorio. Ricordi sia lavorativi che personali mi legano a questo posto. Vorrei dare spazio alla creatività e alle competenze di cui l'arena Sferisterio è tesoro e fucina. Il lavoro che dobbiamo svolgere è d'insieme, per raggiungere un unico obiettivo”.
"Lo Sferisterio è la casa di molti e punta a essere la casa di tutti. È una sfida che si colloca all'interno di un panorama culturale molto confuso, che vede l'allontanamento del pubblico. Sono importantissime le strategie. - ha sottolineato Marco Vinco - Ci vuole intelligenza delle proposte. Ma prima di tutto questo viene l'ascolto, di chi a teatro vuole venire, per accompagnarli nel viaggio. In breve tempo bisognerà programmare i prossimi anni. I tempi sono stretti. Siamo in attesa del decreto ministeriale, da consegnare in un mese. Ma sappiamo come lavoreremo".
Infine a chiudere la conferenza le parole di saluto di Paolo Gavazzeni, che lascia la direzione dello Sferisterio per andare alla Scala di Milano: "Ogni direttore artistico porta la propria esperienza e visione. Io ho portato i cantanti italiani, talenti che vanno valorizzati. Sono felice delle scelte fatte su Lucia Chiatti e Marco Vinco, perché si fondono conoscenza dell'ambito culturale del territorio e un occhio vergine che viene da fuori con idee. Per il palcoscenico serve si il talento ma anche il carattere. E in questo connubio trovo sia talento che carattere".
Ha poi raccontato le tre opere scelte per la prossima stagione: La vedova allegra, Rigoletto e Macbeth, i tre spettacoli che ci accompagneranno per la 61° edizione del Macerata Opera Festival.
Il derby rossoblù tra Civitanovese e Sambenedettese, valido per la diciassettesima giornata di Serie D, ha richiamato al Comunale di Civitanova un pubblico entusiasta, animato dal gemellaggio e dall’amicizia tra le due tifoserie. Tuttavia, quando si è trattato di scendere in campo, la Sambenedettese di mister Palladini ha dimostrato di meritare la vetta della classifica, imponendosi con il risultato di 2-1.
La Civitanovese, reduce dalla sconfitta per 1-0 contro la Recanatese che è costata la panchina a Sante Alfonsi, ha cercato di rialzarsi davanti al proprio pubblico. Di fronte, però, si è trovata una Samb in grande forma, che arrivava da un netto successo per 3-0 sulla Fermana.
La partita è stata combattuta fin dai primi minuti. Nel primo tempo, la Sambenedettese si è resa pericolosa soprattutto sugli esterni, sfruttando la qualità dei propri uomini d’attacco. I padroni di casa, invece, hanno puntato sulle ripartenze, senza però riuscire a impensierire seriamente il portiere Orsini, salvo un’occasione clamorosa al 38’, quando Bevilacqua si è visto negare il gol da un intervento miracoloso dell’estremo difensore ospite.
Nella ripresa, le squadre hanno alzato il ritmo e i gol non sono tardati ad arrivare. Al 15’ la Sambenedettese è passata in vantaggio con Battista, bravo a sfruttare una spizzata su calcio d’angolo. La Civitanovese non si è arresa e ha trovato il pareggio al 33’ grazie a un’azione caparbia di Franco Valentin, che ha insaccato dopo una prima respinta di Orsini.
Ma la gioia dei locali è durata appena due minuti: al 35’ la Samb ha ripreso il controllo della gara con un’azione veloce sulla sinistra orchestrata da Lulli, il cui cross perfetto ha permesso a Kerjota di appoggiare comodamente in rete il gol del definitivo 2-1.
Nonostante gli sforzi finali della Civitanovese, il risultato non è più cambiato. La squadra di mister Palladini si è confermata capolista, allungando la striscia di risultati utili consecutivi, mentre i padroni di casa tornano a leccarsi le ferite in attesa di trovare il giusto equilibrio sotto la guida del nuovo allenatore.
Una giornata di festa sugli spalti, dunque, ma con un sapore amaro per la Civitanovese, che esce sconfitta da un derby sempre sentito.
Tabellino
Civitanovese: Petrucci, Franco, Cosignani (18''st Brunet) Visciano, Passalacqua, Diop, Buonavoglia (40'' st Tassi), Giandomenico (26'' st Esposito) , Bevilacqua, Macarof (11'' st Rossetti), Capece (44" Ruggeri)
All. Mercanti
Sambenedettese: Orsini, Orfano, Zini, Gennari, Lulli, Kerjota, Eusepi, Battista( 18'' st D'Eramo) , Zoboletti, Candellori, Guadalupi (11'' st Lonardo)
All. Palladini
Arbitro: Giacomo Rossini, sezione di Torino
Reti: 15'' st Battista, 33'' st Franco, 35'' Kerjota
Ammonizioni: 40'' D'Eramo