di Francesco Silla

Il vino cotto "Occhio di Gallo" premiato dal Gambero Rosso: trionfo per la Tiberi di Loro Piceno

Il vino cotto "Occhio di Gallo" premiato dal Gambero Rosso: trionfo per la Tiberi di Loro Piceno

La Tiberi Società Agricola di Loro Piceno, nel cuore delle colline marchigiane, ha ottenuto un prestigioso riconoscimento: il suo vino cotto "Occhio di Gallo", annata 2013 è stato inserito nella categoria Vini rari, per la rassegna Tre Bicchieri del Gambero Rosso. Un risultato che premia la dedizione, la tradizione e la passione di una famiglia che da generazioni custodisce l’arte del vino cotto, uno dei prodotti più autentici e rari del panorama vinicolo italiano. "Una mescolanza di uve bianche e rosse, il mosto ridotto sul fuoco, lenta fermentazione spontanea. Nasce così il più popolaresco tra i vini marchigiani. La versione 2013 ha stratificati ricordi di noci, caramello, fichi secchi, fumo, miele di castagno e mille altri rimandi da ritrovare in un palato esplosivo, dolce e pungente, di enorme persistenza" scrive il Gambero Rosso. "Io e mio figlio Daniele Fortuna abbiamo rilevato l’azienda di mio padre, David Tiberi, uno dei promotori dell’imbottigliamento del vino cotto nel 2002 - racconta Emanuela Tiberi -. Come società agricola abbiamo la nostra linea di vino cotto che chiamiamo Occhio di Gallo. Mio figlio, dopo un’esperienza di vendemmie in giro per il mondo, è tornato e ora gestiamo insieme l’azienda. In primavera produrrà il suo primo vino, ma finora ha seguito con me la produzione del vino cotto, quello che ha ottenuto i tre bicchieri del Gambero Rosso nella categoria dei vini rari". Il vino cotto premiato è un 2013, lo stesso che ha conquistato anche il premio Platinum al Decanter di Londra, confermando la qualità e l’unicità di questa storica etichetta. Il vino cotto Tiberi nasce da un procedimento artigianale e rigoroso, tramandato e antico. Dopo la vendemmia manuale dei grappoli migliori - Verdicchio, Montepulciano, Trebbiano, Malvasia e Sangiovese - il mosto viene pigiato e torchiato a mano, quindi cotto lentamente fino a raggiungere la concentrazione ideale. Segue un lungo affinamento in botti di rovere: “Quello che vendiamo oggi è del 2013, ma abbiamo ancora riserve del 2002”, spiega Emanuela. Il nome Occhio di Gallo affonda le radici nella saggezza contadina: i nonni Tiberi dicevano che il vino cotto, per essere buono, “deve avere il colore dell’occhio del gallo”. Una sfumatura profonda e brillante che racconta anni di paziente invecchiamento e il legame profondo con la terra. L’azienda, situata a 436 metri di altitudine sulle colline di Loro Piceno, tra le province di Macerata e Fermo, si estende su un ettaro di vigneto e rappresenta una delle realtà più rappresentative della tradizione marchigiana del vino cotto. Accanto alla produzione vinicola, la Tiberi Società Agricola realizza anche un distillato di vino cotto, grazie alla collaborazione con un maestro distillatore, e un olio extravergine d’oliva da tre monocultivar, frutto di un’attenta gestione agronomica che ha permesso di ottenere ottimi risultati anche in un’annata difficile come quella di quella di quest'anno. Il riconoscimento dei Tre Bicchieri non è solo una medaglia di prestigio, ma un tributo alla storia familiare e alla cultura agricola delle Marche. Nelle botti della cantina Tiberi si custodiscono più di quarant’anni di tradizione, profumi e memoria. Ogni bottiglia di Occhio di Gallo racconta un territorio, una passione e una famiglia che continua a guardare al futuro con lo stesso rispetto per la terra e per il tempo che serve a creare un vino davvero unico.

25/10/2025 10:45
Le Giornate FAI a Macerata: Palazzo Buonaccorsi Rivive con gli Studenti della Bramante Pannaggi

Le Giornate FAI a Macerata: Palazzo Buonaccorsi Rivive con gli Studenti della Bramante Pannaggi

Le Giornate FAI d'Autunno, appuntamento fisso per gli amanti del patrimonio culturale italiano, tornano anche quest'anno con una proposta ricca di fascino e storia. A Macerata, l’iniziativa si distingue per la preziosa collaborazione tra Macerata Musei, la Delegazione FAI locale e l’Istituto di Istruzione Superiore “Bramante Pannaggi”, che insieme hanno dato vita a un’esperienza immersiva all’interno di Palazzo Buonaccorsi, uno dei simboli storici della città. Guidati dalla passione e dalla preparazione dei ragazzi della scuola superiore, i visitatori hanno avuto l’opportunità di scoprire il palazzo con uno sguardo nuovo. Gli studenti, infatti, hanno assunto il ruolo di apprendisti ciceroni, offrendo un racconto coinvolgente che unisce storia, arte e narrazione teatrale. Come ha raccontato la vicepreside Natalia Biangini, il progetto non si è limitato a una visita guidata tradizionale. «In queste giornate abbiamo aperto le porte di Palazzo Buonaccorsi con un punto di vista diverso. I nostri studenti, oltre che svolgere il ruolo di apprendisti ciceroni, fanno rivivere la famiglia Buonaccorsi. Lungo il percorso, i visitatori incontrano i personaggi principali di questa famiglia che, tra il Seicento e il Settecento, è stata una delle più importanti di Macerata». Non solo parole, ma esperienze multisensoriali: per immergere i visitatori nell’atmosfera d’epoca, l’iniziativa ha previsto anche un ballo storico, una violinista che suona nella suggestiva Sala dell’Eneide, e interpreti in costume che rievocano la quotidianità della famiglia Buonaccorsi. Un modo per trasformare il palazzo non in un semplice contenitore d’arte, ma in un organismo vivo, capace di raccontare storie. Un ulteriore elemento di fascino è stato rappresentato dai recenti restauri, che hanno svelato affreschi nascosti al secondo piano del palazzo. «Questi affreschi – spiega Biangini – risalgono alla fine dell’Ottocento e agli inizi del Novecento, un periodo successivo rispetto all’epoca d’oro della famiglia Buonaccorsi, ma che dimostra come il palazzo abbia avuto una nuova vita e una nuova funzione anche nei decenni successivi». Queste scoperte restituiscono un'immagine più completa e sfaccettata di Palazzo Buonaccorsi, che non fu solo dimora nobiliare, ma anche luogo di trasformazioni nel tempo, specchio della storia cittadina. Le Giornate FAI non sono solo un’occasione per conoscere meglio il patrimonio locale, ma rappresentano una vera e propria esperienza formativa per gli studenti. «Queste giornate – conclude la vicepreside – rappresentano per i ragazzi delle occasioni estremamente preziose in quanto permettono loro di diventare cittadini attivi e di mettere in pratica tutti quei saperi e quelle competenze che acquisiscono a scuola durante il loro percorso di studi». Le Giornate FAI a Macerata si confermano così un appuntamento di grande rilievo, dove il passato dialoga con il presente e dove i giovani diventano protagonisti nella costruzione di un futuro consapevole, radicato nella bellezza e nella storia del proprio territorio.

11/10/2025 17:28
“La Bomba”, Giuseppe Pastore racconta il mito di Alberto Tomba: tra memoria e potere dello storytelling (VIDEO)

“La Bomba”, Giuseppe Pastore racconta il mito di Alberto Tomba: tra memoria e potere dello storytelling (VIDEO)

Alla Galleria Antichi Forni di Macerata, nel cuore dell’Overtime Festival, è andata in scena una narrazione vibrante e appassionata: quella di “La Bomba. Lo spettacolo di Alberto Tomba”, libro firmato dal giornalista Giuseppe Pastore. L’incontro, moderato da Gerardo De Vivo (Agenzia Area), ha offerto al pubblico un viaggio dentro la carriera e la leggenda di uno degli atleti italiani più iconici del Novecento, riscoprendone la potenza comunicativa, atletica e simbolica. Pastore, firma brillante e volto noto di Cronache di Spogliatoio, ha raccontato il desiderio che lo ha spinto a scrivere il libro: “Volevo riportare Alberto Tomba al centro del discorso, anche per chi non ha vissuto in diretta le sue imprese. Chi ha meno di quarant’anni, spesso, non ne ha memoria viva. Eppure Tomba è, a mio avviso, tra i primi cinque sportivi italiani maschi di tutti i tempi. Il libro racconta la sua parabola, dall’ascesa al ritiro, cercando di restituire il suo mito nella sua interezza, senza retorica ma con ammirazione”. Attraverso uno stile accessibile e narrativo, Pastore cerca di rendere giustizia non solo ai successi sportivi di Tomba – le medaglie olimpiche, le Coppe del Mondo, la celebrità internazionale – ma anche alla sua dimensione più privata, più tecnica, più umana: “È stato un atleta moderno, attentissimo alla gestione del corpo, della mente, della comunicazione. In anticipo sui tempi, diremmo oggi. Una figura attualissima, nonostante il suo silenzio pubblico degli ultimi anni”. L’incontro ha toccato anche il modo in cui Cronache di Spogliatoio ha rivoluzionato la narrazione sportiva in Italia, creando un linguaggio fresco, diretto, capace di coinvolgere una community attiva, giovane ma tutt’altro che superficiale: “Lo storytelling è centrale. Non basta più la notizia, serve la storia, il contesto, il perché. Il pubblico interagisce, ci corregge, ci stimola. Non siamo il giornalista sul piedistallo: siamo in dialogo continuo. E questo ci arricchisce”. E proprio da questa relazione tra racconto e sport nasce anche un’altra passione di Pastore: il cinema. “Cinema e sport condividono la necessità di emozionare. Entrambi raccontano storie vere o verosimili, che rispecchiano le emozioni che viviamo ogni giorno. E quando una storia sportiva riesce a commuovere, ispirare, o anche solo far riflettere, allora diventa universale. È questo che provo a fare: condividere ciò che mi ha emozionato, nella speranza che emozioni anche altri”. Tra riflessioni sulla memoria sportiva, la responsabilità del racconto e il ruolo dei media nell’educare ed emozionare, la presentazione di “La Bomba” è stata molto più di un semplice lancio editoriale. È stato un tributo a uno sportivo leggendario, ma anche un invito a riscoprire la bellezza delle storie, di qualunque campo – reale o simbolico – siano protagoniste.

11/10/2025 10:26
Quando Overtime incontra Humanities: Stefano Fresi si racconta tra palco, sport e vita

Quando Overtime incontra Humanities: Stefano Fresi si racconta tra palco, sport e vita

Piazza Vittorio Veneto ha accolto il pubblico dell’Overtime Festival con uno degli appuntamenti più attesi di questa edizione: “Raccontarsi in scena”, dialogo tra l’attore Stefano Fresi e il Magnifico Rettore dell’Università di Macerata John McCourt, moderato con ironia e ritmo da Marco Ardemagni di Rai Radio 2. Un evento realizzato in collaborazione con Unimc, che ha intrecciato parole, riflessioni e aneddoti sul mestiere dell’attore, il valore dello sport e l’importanza della cultura nelle scuole e nella società. Fresi ha raccontato il suo rapporto con lo sport, vissuto da spettatore appassionato ma anche da praticante curioso: “Ho provato un po’ di tutto: calcio, basket, tennis… Lo sport è fondamentale, ti insegna il gioco di squadra, come il teatro e il cinema. Dovrebbe essere molto più presente nelle scuole, insieme alla musica e al teatro”. A colpire il pubblico, anche la sua dichiarazione d’amore per la Sardegna: “È casa. Mi ha formato. L’unica cosa che odio della Sardegna è che non ci sono nato”. Il dialogo ha poi toccato il cuore del mestiere d’attore, esplorando la distanza e il legame tra l’interprete e i personaggi: "Nei personaggi cerco di mettere il meno possibile di me, ma a volte qualcosa emerge. Nel terzo atto dello spettacolo di stasera, Dioggene, c’è molto di me: quel senso di disincanto, di consapevolezza, di verità conquistata col tempo. È la parte in cui i suoi pensieri assomigliano ai miei". Lo spettacolo, in scena alle 21:15 al Teatro Lauro Rossi, è un viaggio teatrale in tre atti, scritto e diretto da Giacomo Battiato, che mescola epoche e linguaggi: dal volgare toscano del Medioevo alla lingua contemporanea, fino al romanesco. “È uno spettacolo difficile, ma proprio per questo stimolante. Ci permette di riflettere sull’umana stupidità, sulla violenza, sulla guerra – temi eterni, raccontati con parole diverse ma con lo stesso sguardo critico”. Anche il rettore McCourt ha sottolineato l’importanza dell’incontro tra cultura umanistica e sportiva: “Overtime e Humanities Festival si sposano perfettamente. Insieme promuovono la nostra città da due punti di vista diversi ma complementari. Portare Fresi a Macerata è stato un lavoro di squadra, ed è proprio lavorando insieme che si ottengono i migliori risultati”. Il pomeriggio si è così trasformato in un dialogo autentico, denso di contenuti, dove si è parlato di scena, di palco e di realtà. Con la leggerezza profonda di chi, come Fresi, sa raccontare il mondo partendo da sé – per arrivare, sempre, agli altri.

10/10/2025 20:00
Sei candidati in cerca di consenso: la campagna elettorale che non ha parlato delle Marche

Sei candidati in cerca di consenso: la campagna elettorale che non ha parlato delle Marche

È stata lunga, ma mai intensa. La campagna elettorale per le regionali delle Marche si chiude come si è aperta: con una promessa di confronto mai mantenuta, un elenco di frasi fatte, e lo sguardo costantemente rivolto altrove. Si è parlato di tutto, tranne che delle Marche. O, meglio, se ne è parlato come si parlerebbe di uno sfondo, non di un luogo reale abitato da problemi veri. La sanità, ancora una volta, è stato l’unico campo di battaglia riconoscibile. Acquaroli ha alzato lo scudo dei cantieri, delle strutture costruite o “cantierizzate”, e della farmacia dei servizi—un termine tecnico trasformato in bandiera. Ricci ha risposto con l’accusa, parlando di disfunzioni e liste d’attesa infinite. Ma lo scontro si è fermato lì: più un botta e risposta da dépliant che un dibattito sulle soluzioni. Sul piano del lavoro e dei giovani, Ricci ha promesso somme fuori scala: premi a chi resta, bonus a chi torna, soldi alle coppiette che scelgono le aree interne. Un’idea di politica come incentivo a tempo determinato, dove l’unico piano è sperare che qualcuno si commuova. Acquaroli, invece, ha lasciato che a parlare fossero i "Bodyguard" del governo, sempre presenti, anche prima che la campagna iniziasse. La ZES è stato il colpo di scena calato dall’alto da Meloni, un atto di forza più che una strategia, ovviamente a fini elettorali. Il confronto diretto? Quasi inesistente. Due dibattiti ci sono stati, ma nessuno lo ha saputo. È sembrato che entrambi avessero paura di scoprirsi in campo aperto. Ognuno ha parlato alla propria bolla, ripetendo gli stessi slogan davanti agli stessi volti. Hanno aizzato le proprie curve da stadio con frasi buone per i social ma completamente scollegate dalla realtà. E poi la giungla delle liste: molte nate all’ultimo per inseguire il voto civico, salvo poi mostrarsi per quello che sono—prolungamenti delle stesse logiche di sempre. Le alternative? Esistono, forse. Ma presentarsi alle elezioni da perfetti sconosciuti e poi lamentarsi di essere ignorati è un film già visto. Riprendendo una frase decotestualizzata di Ricci sul palco di Macerata: “Se non ti comunichi, non esisti”. Una verità che vale per tutti, non solo per gli altri. E quindi non ce ne vogliano i vari Bolletta, Gerardi, Mangani e Marinelli, ma nessuno li ha presi in considerazione. Quindi, che sia "Un cambio di Marche" o "Più Marche", resta una campagna elettorale priva di idee, senza slanci, senza visione. Solo parole in cerca di consenso. E silenzi, tanti silenzi, su ciò che davvero conta.

26/09/2025 19:45
La fatine Winx sono pronte a tornare: la nostra incursione all'anteprima mondiale della nuova serie (FOTO e VIDEO)

La fatine Winx sono pronte a tornare: la nostra incursione all'anteprima mondiale della nuova serie (FOTO e VIDEO)

Roma si è tinta di magia nella serata di ieri con l’anteprima mondiale di "Winx Club: The Magic is Back", la nuova serie animata firmata Rainbow che segna il grande ritorno delle fatine più amate di sempre, a 21 anni dal loro debutto televisivo. Un evento carico di emozione e incanto, accolto da un pubblico entusiasta che ha celebrato il ritorno della saga tra spettacolo, nostalgia e novità. Nata nel 2004 dalla mente visionaria di Iginio Straffi, Winx Club è diventata in pochi anni un fenomeno globale, conquistando milioni di fan in ogni angolo del pianeta. Ora, la magia riparte da dove tutto è cominciato: un reboot che vuole incantare una nuova generazione senza dimenticare chi è cresciuto insieme a Bloom, Stella, Flora, Aisha, Tecna e Musa. Durante la Première romana, il pubblico è stato coinvolto in un coinvolgente flash mob con le Winx e il coreografo Carlos Díaz Gandía, ideatore della nuova "Dance Challenge". In sala, l’entusiasmo è esploso alla visione dei primi due episodi, accompagnati dalle esibizioni live delle cantanti Virginia Bocelli, che ha presentato l’inedito “Forever Winx” - brano delle trasformazioni - e la scozzese Ili, protagonista sul palco con le Trix sulle note di “Step into the dark”. L’atmosfera è stata arricchita da un’esperienza immersiva tra creatività e interazione: sei set fotografici tridimensionali dedicati alle protagoniste hanno incantato il pubblico nell’area "Which Winx Are You?", mentre il Glitter Pink Carpet ha accolto gli ospiti con un elegante photocall tra scintillanti ali. Un’area beauty ha trasformato bambine e fan in vere fate, e gli artisti di Rainbow hanno omaggiato i presenti con live drawing personalizzati. La nuova serie, composta da 26 episodi realizzati in CGI con un’animazione all’avanguardia e uno stile visivo completamente rinnovato, punta a risvegliare la stessa magia che ha reso le Winx un’icona dell’animazione italiana e internazionale. Un mix di mistero, avventura e amicizia che mantiene intatti i valori fondanti della saga: il potere della solidarietà, la valorizzazione delle diversità e la forza dei sogni. Winx Club: The Magic is Back debutterà ufficialmente giovedì 2 ottobre su Netflix in 15 lingue, disponibile in tutto il mondo. In Italia, però, il lancio esclusivo è anticipato a mercoledì 1 ottobre su Rai 2, all’interno del nuovo spazio mattutino di Rai Kids, con i primi 13 episodi trasmessi quotidianamente. Gli episodi saranno poi disponibili anche su Rai Play e Rai Yoyo, fino alla pubblicazione in box set digitale, insieme alla collezione completa Winx Club Time, per riscoprire tutta la saga. Iginio Straffi, creatore del brand e presidente di Rainbow, ha commentato con emozione: «È un'emozione enorme, tre anni di lavoro, tantissimi professionisti, tantissimi talenti, soprattutto italiani, sono stati impegnati in questa grande avventura, un'avventura per riconquistare il pubblico dei bambini che avevamo un po' abbandonato perché l'ultima serie animata risale a tanti anni fa. Netflix è stata come Rai al nostro fianco in questa storia e ci porterà in 150 paesi del mondo. Diciamo grazie a Netflix che continuerà a far godere delle Winx a tutto il pubblico internazionale. A partire dal 1 ottobre, alla mattina su Rai 2, poi replica anche su Rai Yoyo e Netflix partirà in tutto il mondo dal 2 ottobre». A dare ancora più valore al ritorno delle Winx sono state le parole delle doppiatrici storiche, visibilmente commosse nel ritrovare i loro personaggi. Letizia Ciampa, voce di Bloom, ha raccontato: «È stata una cosa stranissima, perché l'abbiamo doppiato 20 anni fa. Pensavo di non farcela, invece sono riuscita a ritrovare quelle intonazioni della prima serie. I fan lo noteranno». Perla Liberatori, che doppia Stella, ha aggiunto: «Questa è una nuova era di Stella, una nuova Winx, ma il suo carattere, la sua dolcezza, il suo essere così scintillante rimane sempre». Ilaria Latini, voce di Flora, ha sottolineato: «Per noi è un'evoluzione dei personaggi che ci portiamo dietro da una vita. Cambiano i disegni, le storie, ma loro restano le nostre fatine». Infine Laura Lenghi, doppiatrice di Aisha, ha celebrato il ritorno della musica e del ballo nella serie: «Sono tornate a ballare e questa è una cosa bellissima, non solo per le Winx ma anche per i ragazzi». Tra il pubblico, anche i fan storici hanno espresso entusiasmo e gratitudine: «Seguo le Winx da quando ho 6 anni, mandavo anche le letterine al fumetto. In questa nuova serie ho visto molta definizione e più focus sulla personalità dei caratteri». Winx Club è molto più di una serie animata. È un messaggio potente di amicizia, coraggio e crescita, un simbolo di empowerment femminile che continua, anche dopo oltre due decenni, a conquistare cuori in tutto il mondo. Con oltre 20 miliardi di visualizzazioni su YouTube e più di 35 miliardi su TikTok, le Winx si confermano protagoniste assolute di una community globale appassionata e in continua espansione. In questo anno speciale, in cui si festeggiano 21 anni di magia e sorellanza, Winx Club: The Magic is Back promette di riaccendere la scintilla in chi ha creduto nelle fate sin dall’inizio, e accendere nuovi sogni in chi si prepara ora a spiccare il volo.      

26/09/2025 10:00
Corridonia, beffa per Eleonora Ciabocco: quarta ai Mondiali dopo una gara di grande carattere

Corridonia, beffa per Eleonora Ciabocco: quarta ai Mondiali dopo una gara di grande carattere

Ai Mondiali in Ruanda arriva un altro amaro quarto posto per l’Italia: protagonista questa volta la corridoniana Eleonora Ciabocco, che dopo una corsa coraggiosa e tatticamente perfetta, viene battuta in volata dalla spagnola Blasi, che le strappa il bronzo. Oro alla francese Géry davanti alla slovacca Chladonova. La gara si è disputata su un percorso molto esigente. Dopo neanche due giri, il gruppo si riduce a 40 atlete. Il primo attacco arriva dal Canada, con Isabella Holmgren che forza ai -65 km sulla Côte de Kimihurura. Tra le vittime dell’azione, la britannica Cat Ferguson, poi aiutata a rientrare dalla compagna Perkins. Eleonora Ciabocco resta sempre vigile: capisce il momento e si porta davanti per evitare rischi, riuscendo a rimanere nel gruppo delle migliori. Alla nuova azione di Kopecky, la Ferguson si stacca definitivamente e la Gran Bretagna cambia strategia. A 3 giri dal termine, sono in 20 a giocarsi le medaglie. Ciabocco è da sola, ma riesce a gestirsi bene. Ai -29 km la Francia prova a rompere gli equilibri con un'azione di squadra, ma l'attacco viene neutralizzato. La polacca Mul tenta un contropiede, ma anche lei viene ripresa. Nel penultimo giro, la selezione si fa dura: solo 9 restano davanti, ma si ricompattano all'inizio dell'ultimo giro. Sullo strappo finale, la Francia torna protagonista e lancia Géry verso l'oro. La Bunel si spegne, offrendo una chance per il bronzo a Ciabocco, che però viene superata proprio sulla linea dalla Blasi. Un altro "legno" per l’Italia, ma grande prova di determinazione per Eleonora Ciabocco.

25/09/2025 17:40
Macerata, la nuova discarica a Botonto? Il Comitato alza la voce: "La vallata va tutelata" (FOTO)

Macerata, la nuova discarica a Botonto? Il Comitato alza la voce: "La vallata va tutelata" (FOTO)

A Botonto e Cervare cresce la mobilitazione contro l'ipotesi di una nuova discarica nel territorio della Provincia di Macerata. La consulenza redatta dall’Università Politecnica delle Marche definisce una graduatoria, tra i vari siti papabili, in cui al primo posto è l’area Botonto e al quinto l’area Cervare. Un gruppo di cittadini ha dato vita al Comitato No Discarica Macerata, raccogliendo in poche settimane oltre 950 firme e avviando una serie di verifiche tecniche e istituzionali. “Abbiamo saputo dai giornali che Botonto sarebbe il primo sito individuato per la realizzazione di una nuova discarica – affermano dal Comitato – e da subito ci siamo attivati. Abbiamo controllato gli atti, comunicato la nostra posizione al Sindaco e siamo in procinto di terminare un’analisi tecnica dettagliata”. Proprio l’analisi condotta dai membri del comitato evidenzia una lunga serie di criticità. La prima riguarda la viabilità; le strade per accedere all’area non sarebbero adeguate a sostenere il transito dei mezzi pesanti previsti da un impianto di quel tipo; nel progetto si ipotizza il passaggio di numerosi autotreni (40 tonnellate) giornalieri lungo un percorso che interessa l’uscita della superstrada a Piediripa, via Bramante, semaforo incrocio Cimitero, via Pancalducci, Corso Cairoli, rotatoria Sferisterio, via Pantaleoni, via Della Pace, C.da Alberotondo e C.da Botonto; si tratta di strade con altissimo livello di traffico, che riguardano parte delle arterie principali della città e inoltre anche strade con elevata pendenza e ridotta larghezza della carreggiata; ma vi immaginate grandi TIR passare per Corso Cairoli, scendere alla Pace e girare sulla piccola strada di Contrada Botonto? Per allargarla si dovrebbe fare un lavoro esagerato con l'eliminazione di piante secolari; e se si volesse passare da un’altra parte, semplicemente la strada non esiste; le soluzioni previste non sono né realistiche né tantomeno realizzabili.   Altri aspetti trascurati riguardano la presenza di risorse idriche sotterranee, fossi e numerosi pozzi attivi, tra cui un pozzo utilizzato ad uso domestico, che verrebbero irrimediabilmente compromessi, con il rischio di danneggiare una vallata intatta e l’eventuale inquinamento del torrente Trodica; le aree risultano estremamente vulnerabili e soggette a fenomeni franosi, alluvioni o altri eventi meteorologici estremi, infatti ci sono terreni soggetti a frana; sono presenti numerose abitazioni e relativi residenti con caratteristiche architettoniche tipiche delle campagne maceratesi, recentemente riqualificate a seguito di importanti ristrutturazioni secondo gli attuali severi criteri antisismici ed energetici; la presenza di terreni circostanti tutti regolarmente coltivati, di numerose aziende agricole attive nella filiera biologica oltre a numerose strutture ricettive; le aree sono visibili da una zona molto ampia ed anche a distanze rilevanti, come Macerata, via Due Fonti, distanza circa 7,0 km; Macerata, via Della Pace, distanza circa 4,5 km; Macerata, via Braccialarghe, distanza circa 5,3 km; Macerata, parcheggio di via Paladini-Sferisterio, distanza circa 5,4 km; da un lungo tratto della Strada Provinciale 10 (Le Vergini-Morrovalle) e da un lungo tratto della Strada Provinciale Potentina; quest’ultime strade posizionate lungo territori caratterizzati dal tipico paesaggio delle campagne maceratesi fatto di piccoli appezzamenti estremamente curati e di crinali con ampia veduta panoramica, che ne fanno un “unicum” di elevato valore paesaggistico; in zona sono stati portati alla luce dei reperti archeologici che delineano un'area di interesse archeologico che si sviluppa in direzione nord-sud, partendo da c.da Madonna del Monte (Grotta Del Diavolo), passando in c.da Botonto e c.da Cervare (Stele Romana), arrivando fino in c.da Burella; le aree sono sostanzialmente adiacenti sia il Cammino Lauretano sia la via Ciclopendonale in fase di realizzazione e nelle immediate vicinanze del Seminario Diocesano Redemptoris Mater che riceve annualmente migliaia di visitatori provenienti da tutte le parti del mondo. Riassumendo, i molteplici aspetti sopra menzionati sono presi in considerazione solo marginalmente in quanto riguardano nello specifico solamente le zone ipotizzate senza andare a considerare quanto presente anche nelle immediate vicinanze, da cui emerge un’incongruenza tra la consulenza e ciò che vediamo ogni giorno sul territorio. Secondo il Comitato, si tratta di una decisione che ignora completamente l’evoluzione vissuta dall’area negli ultimi anni. “Ci sono attività agrituristiche, coltivazioni biologiche, giovani famiglie che hanno scelto di vivere qui. Come si può non considerare tutto questo?” Un altro elemento su cui viene chiesto chiarimento è la delibera comunale del 2021, con cui l'amministrazione aveva espresso la propria contrarietà alla realizzazione di una discarica nel territorio. “Quella posizione non trova riscontro nelle scelte recenti, e ci chiediamo perché? – sottolineano – È anche per questo che abbiamo voluto accendere i riflettori su quanto sta accadendo. I sopralluoghi sono stati effettuati dai tecnici universitari e il Comune di Macerata non ha partecipato per controllarne la regolarità”.   Il Comitato non si limita però alla sola opposizione. “Sappiamo che una protesta non è mai comoda – concludono – ma il nostro non è un no cieco. Vogliamo aprire un confronto costruttivo: perché puntare ancora sulle discariche? Perché non investire in tecnologie più avanzate? Non vogliamo che qui si chiuda un futuro che è ancora tutto da costruire". 

25/09/2025 11:39
Macerata, Ricci fa il 'pugno chiuso' (di vittoria) con Schlein: "È tempo di cambiare" (FOTO)

Macerata, Ricci fa il 'pugno chiuso' (di vittoria) con Schlein: "È tempo di cambiare" (FOTO)

Nel cuore di Macerata, a Piazza Vittorio Veneto, si è svolta una delle tappe conclusive della campagna elettorale del centrosinistra. Matteo Ricci, candidato alla presidenza della Regione Marche, è tornato nella città con il sostegno della segretaria nazionale del Partito Democratico, Elly Schlein, per lanciare un messaggio chiaro a pochi giorni dal voto del 28 e 29 settembre: “È tempo di cambiare, è tempo di ridare una speranza ai marchigiani”. L’incontro si è svolto in un clima partecipato, con l’obiettivo di sottolineare quelle che per il candidato di centro sinistra sono le carenze dell’attuale giunta regionale guidata da Acquaroli e presentare un’alternativa fatta di diritti, servizi pubblici, lavoro e futuro per i giovani. “Se dopo cinque anni non hai combinato nulla sulle liste d’attesa e sulla sanità – ha detto Ricci dal palco – è ora di cambiare. Non possiamo continuare a sentire giustificazioni e scaricabarile. Se vanno avanti così, per spiegare i problemi della sanità finiranno per dare la colpa a Garibaldi”. Il candidato ha puntato l’attenzione sulle mancanze della giunta Acquaroli in materia di salute mentale, disabilità, dipendenze e disturbi alimentari: “Temi scomparsi dal dibattito pubblico, che invece devono tornare centrali. Vogliamo rimettere al centro la questione sociale”. Elly Schlein ha rafforzato il messaggio, sottolineando come il disegno della destra sulla sanità sia “preciso e pericoloso”. “Nelle Marche – ha detto – la gente paga la sanità due volte: prima con le tasse, poi per curarsi fuori regione. Noi vogliamo che la salute sia davvero un diritto, non un privilegio per chi può permetterselo”. Tra i punti più applauditi, la proposta di introdurre un salario minimo legale, definito da Ricci come una “priorità di giustizia sociale”. “Sotto i nove euro non è uno stipendio, è sfruttamento”, ha dichiarato. Schlein ha aggiunto: “La precarietà genera paura del futuro, e noi dobbiamo combatterla”. Grande attenzione è stata riservata anche ai giovani. Ricci ha proposto misure per favorire il rientro di chi è emigrato all’estero: “Chi torna, non pagherà le tasse per cinque anni. E per i neolaureati che restano nelle Marche, vogliamo introdurre bonus che li incentivino a restare”. Sul fronte economico, non è mancata la critica alla recente introduzione della ZES da parte del governo: “Se dopo cinque anni la Regione ha bisogno che il governo nazionale intervenga per stimolare l’economia, significa che qualcosa non ha funzionato. Noi vogliamo aiutare le imprese ad aprirsi a nuovi mercati, non chiuderci con i dazi e la logica del nazionalismo economico”. Ricci ha parlato anche di cultura e identità, lamentando lo scarso interesse della destra per il patrimonio artistico e culturale della regione: “Siamo la terra di Rossini, Leopardi, Padre Matteo Ricci – e non quello che si candida, ironizza – eppure la cultura viene trattata come un lusso. Va invece valorizzata e comunicata meglio”. In chiusura, il messaggio è stato netto e condito da un 'pugno chiuso' - in segno di vittoria e scevro da ideologie politiche - rivolto al pubblico: “Se Acquaroli dopo cinque anni si nasconde dietro la maschera di Giorgia Meloni – ha detto Ricci – è la dimostrazione che non c’è un progetto per le Marche. Io invece la faccia ce la metto, e non mi nascondo. Andiamo a vincere, per dare una speranza vera a questa terra”.

21/09/2025 09:00
Treia, intelligenza artificiale e lavoro: riflessioni e spettacolo per costruire il futuro (FOTO e VIDEO)

Treia, intelligenza artificiale e lavoro: riflessioni e spettacolo per costruire il futuro (FOTO e VIDEO)

Un pomeriggio di confronto, consapevolezza e visione sul futuro del lavoro e delle imprese, organizzata dalla Piccola Industria di Confindustria Macerata. Il tema caldo dell’Intelligenza Artificiale è stato al centro dell’evento “Intelligenza artificiale e lavoro per costruire il futuro”, un’occasione per riflettere su come questo strumento possa essere una risorsa – se compreso e usato correttamente – per imprese, istituzioni e cittadini. Ad aprire i lavori sono stati Paolo Ceci, Past President della Piccola Industria Macerata e Presidente della Piccola Industria Marche, e Federico Maccari, attuale Presidente della Piccola Industria Macerata. «È sicuramente un incontro per definire questo argomento e, se non altro, per recepire quella che è la normativa europea – ha sottolineato Paolo Ceci –. Oggi è assolutamente importante perché è uno strumento che, se usato correttamente, può aiutare le aziende a essere più competitive». Sulla stessa linea anche Maccari, che ha ribadito l’intento divulgativo dell’iniziativa: «È un primo appuntamento questo, speriamo di poter dare comunque interesse agli associati che parteciperanno. In questa occasione per noi è fondamentale comunicare l'importanza di questo strumento, diffondere la cultura su questo strumento, informare i nostri associati sulle opportunità e quindi anche sui rischi. Oggi è un primo passo». Il cuore della serata è stata la conferenza “IA: Responsabilità e Opportunità” tenuta da Francesca Ippoliti, componente del Comitato Piccola Industria Macerata e Presidente della Commissione A del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Macerata. Nel suo intervento ha ricordato l’importanza di una corretta regolamentazione: «Siamo il primo Stato dell'Unione che mette una regolamentazione all’I.A. Siamo la piccola e media impresa, siamo noi che facciamo muovere questo Paese, e questa innovazione è importante comprenderla e scansare ogni tipo di paura». Tra gli ospiti anche il sindaco di Treia Franco Capponi, che ha portato l’esempio concreto dell’utilizzo dell’IA nella pubblica amministrazione: «Parliamo molto di intelligenza artificiale, ma non sappiamo ancora praticamente come questo possa essere applicato a tutti i processi. Noi però abbiamo già avviato percorsi in cui alcune procedure sono state alleggerite. Ad esempio oggi, quando un cittadino invia un’istanza per PEC, un sistema interno di IA la smista in pochi minuti al funzionario corretto. Prima ci volevano anche sette giorni». A chiudere la serata, lo spettacolo teatrale "Mi AI rubato il lavoro", scritto e interpretato da Walter Riviera. Un monologo ironico e riflessivo che racconta la storia di Serafino, un bidello che scopre di essere stato sostituito da un robot. «L'obiettivo dello show è quello di realizzare consapevolezza – ha spiegato Riviera –. Si parte da un timore comune e lo si affronta alternando sorrisi e spunti di riflessione. È una storia in cui chiunque si può identificare». Una serata che ha saputo unire informazione, testimonianze dirette e intrattenimento, lanciando un messaggio chiaro: l’intelligenza artificiale non va temuta, ma compresa, regolamentata e integrata con responsabilità per costruire davvero il futuro.

19/09/2025 20:10
Niente cellulari in classe? La dirigente Emiliozzi: "Nel nostro istituto erano già vietati, ecco cosa cambia"

Niente cellulari in classe? La dirigente Emiliozzi: "Nel nostro istituto erano già vietati, ecco cosa cambia"

Dal 1° settembre 2025 è ufficialmente in vigore la circolare ministeriale n. 3392, firmata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che impone il divieto di utilizzo dei telefoni cellulari durante l’intero orario scolastico. Una misura pensata per arginare l’uso eccessivo e spesso inappropriato dei dispositivi digitali a scuola, che ha acceso un ampio dibattito tra studenti, docenti e famiglie. All’Istituto d’Istruzione Superiore “Matteo Ricci”, la dirigente scolastica Rita Emiliozzi spiega come questo divieto non sia per l’istituto una novità: “Nel nostro istituto l’utilizzo del cellulare era già vietato per l’intera durata delle lezioni. Quello che cambia ora è che la norma nazionale rafforza un’impostazione che avevamo già adottato. Abbiamo aggiornato i documenti fondamentali come il regolamento di disciplina e il patto educativo di corresponsabilità, inserendo le eccezioni previste dalla circolare, per studenti con P.E.I. e P.D.P.”. L’approccio adottato non è meramente punitivo, ma educativo. “La sanzione disciplinare era già prevista e seguiva un percorso graduale – dice Emiliozzi – partendo da un richiamo fino ad arrivare, in caso di reiterazione, alla sospensione. Si prelidige la sospensione con obbligo di frequenza nei casi meno gravi: in questo modo i ragazzi non vengono esclusi dal percorso educativo e possono riflettere sull’errore. Ovviamente, in casi di pubblicazione e divulgazione in rete di contenuti o altro, ci saranno sanzioni più severe che le norme prevedono”. "La scuola farà collocare agli studenti negli appositi spazi i dispositivi mobili. Per questo motivo non ci assumiamo alcuna responsabilità in caso di furti, smarrimenti o danni. I telefoni, come previsto dalla circolare, devono rimanere spenti e non vanno utilizzati", aggiunge la dirigente. Emiliozzi sottolinea l’importanza della collaborazione con le famiglie, considerandole parte integrante dell’azione educativa. “Vogliamo che le famiglie comprendano che questa misura non è una penalizzazione, ma un’opportunità. I genitori,  per qualunque emergenza – ricorda – possono contattare direttamente la scuola, che si farà carico di avvisare lo studente, e viceversa”. La dirigente annuncia che continueranno interventi informativi e azioni di sensibilizzazione rivolte a studenti e famiglie, per promuovere un uso consapevole della tecnologia e favorire un ambiente scolastico più sereno e concentrato. Il divieto introdotto dalla circolare Valditara viene pertanto accolto all’IIS “Matteo Ricci” come una conferma di un percorso già intrapreso, dentro una visione educativa chiara: limitare le distrazioni, rafforzare l’attenzione in classe e aiutare gli studenti a usare i dispositivi digitali in modo responsabile.

16/09/2025 11:14
Primo giorno di scuola a Macerata (senza cellulari): "L’intelligenza artificiale ci aiuta anche in classe" (VIDEO)

Primo giorno di scuola a Macerata (senza cellulari): "L’intelligenza artificiale ci aiuta anche in classe" (VIDEO)

Il primo giorno di scuola per i licei e le superiori di Macerata è arrivato, puntuale come ogni settembre, ma con qualche novità, qualche vecchia ansia e una buona dose di ironia. Tra chi sbadiglia dopo poche ore di lezione e chi già pensa all’università, l’anno scolastico è iniziato con emozioni contrastanti. “All’inizio è stato noioso, sono già stanco, sono andato a dormire tardi perché mi devo ancora abituare. Però, vabbè, dai, si fa”, racconta un ragazzo all’uscita, con l’aria di chi deve ancora riaccendere il motore dopo la lunga pausa estiva. Per altri invece il rientro è stato più intenso, soprattutto per chi ha trovato nuovi docenti: “Abbiamo cambiato molti professori e questa cosa dei telefoni, per esempio, è nuova. Oggi non li abbiamo consegnati, ma ci hanno detto che presto sarà una procedura più rigida. Però il clima resta tranquillo, i professori ci trattano come dei figli”, racconta uno studente con indosso una maglia della Juventus, fresco della vittoria per 4 a 3 contro l’Inter. Alla domanda se fosse un modo per stuzzicare i compagni, lui sorride: “L’ho fatto per prendere in giro un professore, non i compagni”. Per qualcuno il ritorno tra i banchi è stato più soft: “Il primo giorno è andato bene. Non hanno spiegato, quindi è andata bene”, dice una studentessa, sintetizzando con ironia il pensiero di molti. E poi ci sono le circolari ministeriali, come la 3392, che introducono nuove direttive sull’uso dei telefoni a scuola. Charlotte e Sara, al secondo anno, non nascondono qualche difficoltà: “È stato un po' duro perché l'anno scorso eravamo abituati a usarlo sempre. L’utilizzo per noi è fondamentale, anche per la scuola. L'intelligenza artificiale poi è utile, secondo noi. Ci aiuta a capire, a fare gli schemi. Va usata in maniera consona, in maniera didattica, non per altro. Anche i professori, secondo noi la usano”. Infine, le voci più mature, quelle di chi affronta l’ultimo anno con un misto di nostalgia e determinazione. Natascia e Caterina, all’uscita, condividono il loro stato d’animo: “Cercheremo di fare il nostro meglio, cercheremo anche di collezionare più ricordi, i migliori possibili, perché sono sicura che comunque ci mancherà. Oggi abbiamo pensato tanto che era il nostro ultimo primo giorno, però poi ancora c'è un anno, di cose ne succedono tante, quindi vedremo”. E sull’università? “Sì, sì, abbiamo gli ultimi dubbi da sciogliere ma iniziamo a pensare già al prossimo anno”. Nel frattempo, la scuola è ricominciata. Tra zaini pesanti, regole nuove e sogni grandi, a Macerata i corridoi sono tornati a riempirsi. 

15/09/2025 17:00
Il Centro Studi Romolo Murri: una perla culturale nel cuore di Gualdo (VIDEO)

Il Centro Studi Romolo Murri: una perla culturale nel cuore di Gualdo (VIDEO)

Nel piccolo borgo di Gualdo,  sorge un centro culturale unico nel suo genere: il Centro Studi Romolo Murri. Custode dell’eredità intellettuale e politica di uno dei pionieri della Democrazia Cristiana, il centro è un punto di riferimento per studiosi e appassionati di storia italiana. Romolo Murri è stato una figura centrale nel panorama politico e culturale dell’Italia a cavallo tra XIX e XX secolo. Sacerdote, politico, giornalista, fondò il movimento della Democrazia Cristiana storica, ponendosi in contrasto con la linea ufficiale della Chiesa. Già durante gli anni universitari si mostrò sensibile alle questioni sociali e politiche, auspicando una piena partecipazione dei cattolici alla vita pubblica, nonostante il divieto imposto dal non expedit. Come ricorda Annamaria Massucci, presidente del Centro Studi Romolo Murri, "ha auspicato e lavorato per restituire ai cattolici [...] la dignità di cittadini e di elettori". Continua : "Eletto deputato nel collegio di Montegiorgio, venne scomunicato il giorno stesso della sua elezione, ma proseguì il suo impegno, aderendo all'Estrema Sinistra e collaborando con testate come Il Resto del Carlino. Morì nel 1944, in piena guerra, e per sua volontà fu sepolto a Gualdo, luogo al quale rimase sempre profondamente legato". Il legame tra Romolo Murri e Gualdo è profondo e duraturo: vi trascorreva le vacanze e i periodi difficili, e "qui desiderava fondare una casa di studio per giovani studenti. Il suo desiderio si concretizzò solo molti anni dopo la sua morte, grazie all’impegno del figlio Stelvio e della nuora, che recuperarono e catalogarono il patrimonio librario e documentale lasciato da Murri". Questo lavoro di conservazione e valorizzazione ha spinto un gruppo di studiosi e cittadini a fondare, nel 1990, il Centro Studi Romolo Murri. "Questo ha motivato molte persone nel 1990 a creare qui un centro studi", racconta ancora Massucci "Il centro ha come scopo principale la divulgazione e l’approfondimento del pensiero murriano, attraverso l’uso delle fonti archivistiche e bibliografiche raccolte e rese accessibili al pubblico". La sede del Centro Studi si trova a Gualdo, nella suggestiva cripta della chiesa dove è conservata la biblioteca e l’archivio di Murri. Tutti i materiali – libri, lettere, documenti – sono consultabili anche online attraverso il catalogo OPAC BiblioMarche Sud. È possibile visitare la sede dal lunedì al venerdì, preferibilmente al mattino, con prenotazione consigliata, anche per gruppi. "Non solo, è possibile visitare di persona anche in gruppi la sede del centro, tutti i giorni praticamente", conclude Massucci. Il Centro è presente anche online, con un sito ufficiale e canali social come Instagram, utili per aggiornamenti su eventi, attività e pubblicazioni. Un punto di riferimento fondamentale per studiosi, studenti e curiosi della storia del pensiero democratico cristiano italiano.

14/09/2025 13:50
Che spettacolo Pellizzari: prima vittoria da "pro" alla Vuelta sull'Alto de El Morredero

Che spettacolo Pellizzari: prima vittoria da "pro" alla Vuelta sull'Alto de El Morredero

Che spettacolo Giulio Pellizzari. Alla Vuelta di Spagna 2025, in una delle tappe più difficili della terza settimana, il giovane marchigiano conquista la sua prima vittoria da professionista con un’azione da campione vero sull’Alto de El Morredero, soprannominata la montagna nera. Una tappa breve ma durissima, con 3300 metri di dislivello in appena 143 chilometri, che ha messo alla prova anche i big della classifica generale. Pellizzari non solo ha alzato le braccia al cielo sul traguardo, ma ha anche consolidato la maglia bianca di miglior giovane e si è inserito nella top 5, superando Felix Gall, oggi ancora in difficoltà. La giornata era iniziata con molte incertezze a causa del forte vento sulla salita finale, ma alla fine il percorso è rimasto invariato. Dodici corridori si sono avventurati in fuga, ma il gruppo della Maglia Rossa Jonas Vingegaard ha controllato la situazione senza lasciare troppo spazio. Tutto si è deciso sull’ascesa finale, dove la Red Bull - Bora - hansgrohe ha acceso la miccia. Prima Hindley, poi Pidcock della Q36.5, e infine lo stesso Pellizzari hanno provato a fare la differenza. Il marchigiano ha lanciato il suo attacco ai meno quattro dall’arrivo, inizialmente ripreso, ma poi ha insistito. A tre chilometri dal traguardo, dopo che il primo attacco era andato a vuoto, e in un momento di marcamento tra i big, Pellizzari ha colto l’attimo. È ripartito, ha guadagnato metri preziosi, e grazie anche al lavoro del compagno Hindley che da dietro ha chiuso ogni tentativo di inseguimento, ha potuto esultare da solo sul Morredero. Alle sue spalle si sono piazzati Tom Pidcock a 19 secondi e lo stesso Hindley, che ha preceduto Vingegaard e Joao Almeida. L’americano Riccitello, in lotta per la maglia bianca, ha perso 29 secondi e ora vede allontanarsi il talento italiano, classe 2003, che si sta rivelando uno dei protagonisti assoluti di questa Vuelta. Domani la corsa cambia volto: in programma c’è la prima e unica cronometro individuale, sulle strade piatte di Valladolid. Un test importante per gli uomini di classifica, con la sfida tra Vingegaard e Almeida che entra nel vivo, e che si deciderà nella penultima tappa, quella con arrivo a la Bola del Mundo (2254 mt altitudine). Ma oggi, il protagonista assoluto è stato Giulio Pellizzari, autore di un capolavoro in salita che resterà impresso nei ricordi degli appassionati. C'è già qualcuno, (i commentatori Eurosport Riccardo Magrini e Luca Gregorio) che lo ha soprannominato "il duca di Camerino". (Immagini Eurosport)

10/09/2025 17:50
"Macerata è una provincia povera, ma si preferisce il ponte sullo Stretto": Conte attacca Acquaroli e Meloni (VIDEO e FOTO)

"Macerata è una provincia povera, ma si preferisce il ponte sullo Stretto": Conte attacca Acquaroli e Meloni (VIDEO e FOTO)

Dopo le tappe ad Ascoli e Fermo, Giuseppe Conte - ex presidente del Consiglio ed attuale leader del Movimento 5 Stelle - ha fatto oggi visita alla provincia di Macerata. La giornata è iniziata nel capoluogo, con una sosta simbolica allo Sferisterio, seguita da un comizio all’asilo Ricci, dove ha incontrato elettori e simpatizzanti. Nel pomeriggio si sposterà a Civitanova Marche, accompagnato dal candidato alla presidenza Matteo Ricci, con cui ha proseguito il tour elettorale. Diversi i temi affrontati, tra politica regionale, questioni internazionali e polemiche recenti. Nel cuore del suo discorso, Conte ha duramente criticato l’attuale giunta regionale guidata da Francesco Acquaroli e il governo nazionale. «Quello che contesto ad Acquaroli – e al governo Meloni – è che non risolvono i problemi dei cittadini. Sulla sanità c’è un grido d’allarme diffuso: liste d’attesa infinite, pronto soccorso affollati, presìdi sanitari smantellati. Gente costretta a fare 50 o 100 chilometri per una prestazione anche banale. Eppure avevano annunciato in pompa magna la risoluzione del problema con un 'decretino'». Poi l'affondo sulle infrastrutture: «Abbiamo un ministro, Salvini, che riempie il ministero di amici rimasti senza poltrona, ma nessuna attenzione al sistema viario delle Marche. Si preferisce il Ponte sullo Stretto, con 13-14 miliardi riprogrammati per un'opera che forse non si farà mai. Quelle risorse servirebbero qui, dove la qualità della vita è in calo, Macerata è tra le città peggiori per reddito pro capite e la pressione fiscale percepita è altissima. È una provincia povera, una città povera. Vogliamo occuparci di questo o continuare a fare favori alle banche, ai signori della guerra e alle assicurazioni?» Conte ha poi commentato la vicenda dei militari israeliani avvistati in vacanza nelle zone del Lago di Fiastra e nei dintorni, senza apparente coordinamento con le autorità locali: «Abbiamo chiesto formalmente al governo di riferire in Parlamento cosa c’è dietro queste 'gite turistiche' dei militari israeliani. Si parla di soggiorni per decomprimere dopo le operazioni nella Striscia di Gaza: se fosse così, è inverosimile pensare che non siano stati organizzati a livello governativo e diplomatico. E allora mi chiedo: il governo italiano cosa fa?». Rispondendo a una domanda sulle recenti tensioni con la Russia e il passaggio di droni militari nei cieli europei, Conte ha parlato di «provocazioni in un contesto in cui Putin continua a voler dettare la legge con la forza. Dobbiamo reagire con sangue freddo. Sappiamo che sono stati coinvolti anche aerei italiani e si è evocato l’articolo 4: scenari preoccupanti». Infine, sull’ennesimo attacco alla Flotilla per Gaza – la missione civile che cerca di rompere l’embargo navale israeliano – l’ex premier è stato netto: «Dobbiamo condannare con forza questi attacchi e intimidazioni. Cittadini italiani ed europei cercano solo di manifestare un bisogno sentito dalla popolazione. Diciamolo chiaramente: la Flotilla non ci sarebbe stata, e il rischio per queste persone non esisterebbe, se l’Italia e l’Europa avessero fatto il loro dovere».

10/09/2025 16:10
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