Edoardo Leo presenta il suo Otello all'Università di Macerata: "Un grande classico può rileggere il presente" (FOTO e VIDEO)
Un evento importante per gli studenti dell'Università di Macerata. Ieri pomeriggio, presso il polo Tucci, Edoardo Leo ha presentato il suo nuovo film "Non sono quello che sono", traduzione in dialetto romano e napoletano dell'Otello di Shakespeare.
"Ho tradotto dall'inglese direttamente al romano e al napoletano, riportando Shakespeare a quello che era il suo contesto, quello popolare. Questa versione ha previsto quasi 15 anni di lavoro. Un grande classico può rileggere il presente, non c'è bisogno di adattarlo. Ho lavorato sui silenzi, non sulle parole. Ho avuto la sensazione che questa storia in dialetto potesse leggere la nostra contemporaneità" ha spiegato Edoardo Leo nel suo intervento.
Ha poi continuato spiegando il suo approccio: "Volevo spostare l'accento da vittima a carnefice senza cambiare le parole. Questo è stato il lavoro più grande e difficile. La sensazione però è che sono riuscito a togliere la compassione che in molte trasposizioni si prova per Otello. Otello non è vittima, anzi è vittima di non saper gestire il suo lato emotivo".
Leo ha elogiato la nuova generazione: "Questa generazione, che è dipinta come una generazione che sta solo sui social, in realtà è molto più attenta, informata e curiosa. Sono felice di fare questi incontri all'università. È un posto a cui io sono molto legato. La risposta è incredibile, perche si riescono ad affrontare temi interessanti per gli studenti. Da una parte l'attualità del discorso sulla violenza di genere e sul femminicidio; dall'altra temi più accademici come la traduzione di un grande classico e come i classici rileggono la realtà. quindi è un incontro adatto al contesto universitario".
È intervenuto anche il direttore della Fondazione Marche Cultura Andrea Agostini: "Una grandissima occasione per Macerata e per le Marche. Questo incontro sta a significare sicuramente un momento di promozionale per il film, ma anche una momento di cultura per l'operazione interessante di rilettura di un classico con due nostri dialetti. I temi poi dell'Otello sono molto attuali e spingono a riflettere".
"Il lavoro di traduzione è necessario per capire il testo. Shakespeare si può sentire in dialetto australiano irlandese. E quindi anche romano e napoletano. Certo, ogni traduttore porta la sua vita personale. ma è importante che i testi vengano tradotti e divulgati. Rinnovare il testo di Shakespeare e tradurlo in qualche modo per i tempi nostri è importante, trovando un linguaggio che abbia un impatto sui giovani. Come università siamo contenti di ospitare questo regista che ha osato, riuscendoci, ad adattare un grande classico" ha aggiunto il rettore dell'Università di Macerata John McCourt. Dopo la discussione l'attore ha recitato le battute finali di un monologo di Franca Rame, Lo Stupro.
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