
di Francesco Silla

Il Midac: un ponte globale per l'arte contemporanea a Belforte del Chienti
Il MIDAC - Museo Internazionale Dinamico di Arte Contemporanea è un progetto di Terra dell’Arte, associazione culturale internazionale, nato grazie alla collaborazione con il Comune di Belforte del Chienti. Ospitato nell'ex Chiesa di San Sebastiano, il Museo raccoglie una vasta collezione di opere di arte contemporanea, tra pittura, scultura, fotografia, arte digitale e video-arte, realizzate da artisti di tutto il mondo. Diretto da Alfonso Caputo e Laura Castanedo, curatori e fondatori di Terra dell’Arte, il Museo è un centro dinamico di sperimentazione e dialogo culturale, che ha dato vita a numerosi progetti internazional. In questa intervista, Alfonso Caputo ci racconta la visione e il percorso che hanno reso il MIDAC una realtà di riferimento nell'arte contemporanea globale. "Terra dell'arte opera a livello internazionale in diversi Paesi del mondo. Nel corso degli anni ha creato una rete relazionale tra molti artisti sparsi per il mondo. Da questo è nato il progetto del Midac, che è una collezione permanete esposta fisicamente dal 2016 nell'ex chiesa di San Sebastiano, nel centro storico di Belforte del Chienti in visione di una convenzione tra Terra dell'arte e il comune di Belforte - spiega il direttore Alfonso Caputo - Si tratta di un museo provato in uno spazio pubblico. La collezione comprende artisti di tutto il mondo ed è in continuo aggiornamento. Visitando il sito midac.wordpress.com è possibile prendere la visione di tutti gli eventi e anche del catalogo digitalizzato della collezione museale". Continua poi Caputo: "Oltre la collezione permanente nel sito è possibile informarsi sugli eventi che ogni anno organizziamo e al tempo stesso mostre personali di artisti che ospitiamo. In questo momento nello spazio dedicato alle mostre temporanee è visibile ancora la personale di Annalisa Grassi, incentrata sul concetto dell'urbex". "Abbiamo deciso di adottare un sistema di prenotazioni perché sarebbe oneroso per noi tenere il museo sempre aperto. Chiunque voglia visitarlo può trovare i contatti sul sito midac.wordpress.com".

Serie D, La Sambenedettese domina a Recanati: 6-2 sulla Recanatese
Allo stadio Nicola Tubaldi di Recanati, Recanatese e Sambenedettese si sfidano nella gara valevole per la seconda giornata di ritorno del girone F di Serie D. Recanatese reduce dal terzo 1-0 e dall'ttavo risultato utile consecutivo, sfida una Sambenedettese in stato di forma ottimale, che arriva da un vibrante 4-0 ai danni dell'Atletico Ascoli di domenica scorsa al Riviera delle Palme. Il primo tempo parte con una Sambenedettese che non scende in campo e al primo minuto subisce il Gol della Recanatese, firmato da Pierfederici. Per i primi 10 minuti la squadra di casa crea occasioni conquistando vantaggio e area avversaria. I rossoblù poi però ingranano riconquistano campo e rientrano in partita al 14' con il gol di Eusepi, che appoggia di testa un bel lancio di Zini. Da lì la gara è a senso unico. La Samb attua il sorpasso con il tapin di Kerjota al 28" e prosegue distanziandosi con il gol di testa di Battista, fotocopia del primo gol. Ma ecco che quando la partita sembrava archiviata la Recanatese crea due buone occasioni nel finale del primo tempo, con lo squillo di Alfonsi che all'ultimo minuto prende una traversa, con la palla che ricade sulla linea e esce dalla porta. La Recanatese infatti rientra di nuovo bene con due buone azioni nei primi minuti e una pressione che porta all'errore la Sambenedettese. Autogol di Orfano, con la palla che tocca ala traversa e stavolta scendendo entra nella porta. Già dall' ottavo minuto però la Sambenedettese torna in partita con buoni scambi che portano al secondo gol di Kerjota, che dalla fascia destra supera tutti e imbuca la palla sull'angolini basso opposto. Le squadre iniziano a cambiare e la lunghezza della rosa della Sambenedettese porta in vantaggio di gioco la squadra rossoblù. Arrivano i gol di Moretti e Baldassi da subentrati. La Sambenedettese dilaga quindi al Tubaldi, nonostante una buona prestazione della squadra di casa che soffre solo negli ultimi venti minuti. Samb ancora in testa alla classifica. Cronaca La partita si apre subito con un episodio favorevole alla Recanatese: al primo minuto, su una carambola da calcio d'angolo, Pierfederici trova la rete, portando i padroni di casa in vantaggio. La Sambenedettese fatica a entrare in partita, con i rossoblù incapaci di superare il centrocampo nei primi minuti. Tuttavia, al 5’ la Recanatese non riesce a concretizzare un buon tiro di Spagna, che termina fuori, mentre un minuto dopo una ripartenza della Samb viene fermata da un buon intervento di Bellusci. La partita continua a essere molto combattuta, con la Sambenedettese che va vicina al pareggio al 7’ con un colpo di testa di Zini, che colpisce la traversa su punizione battuta da Guadalupi. Al 9’ un’altra punizione per la Samb viene respinta da Del Bello. Al 10’ Guadalupi prova il tiro dalla distanza, ma senza fortuna, mentre al 13’ una percussione della Samb viene respinta in calcio d’angolo da Bellusci, con Kerjota che calcia direttamente fuori il corner. La partita sembra mettersi in equilibrio al 14’, quando Eusepi approfitta di un lancio di Zini per appoggiare in rete e pareggiare i conti. Al 19’ le due squadre si scontrano in una fase confusa della partita, con numerosi errori in mezzo al campo. Al 22’, Alfieri tenta il tiro da fuori area, ma il pallone sfiora il palo. La Sambenedettese, però, non si fa intimorire e al 28’ trova il vantaggio con un tap-in di Kerjota, su una respinta del portiere avversario, Del Bello. Il 3-1 arriva al 33’ grazie a un colpo di testa di Battista su un cross di Kerjota, che porta gli ospiti a una comoda distanza. Il primo tempo si chiude con alcuni tentativi della Recanatese: al 39’, Pierfederici ha una buona occasione, ma il suo tiro viene bloccato da Orsini. Al 44’ la Recanatese sfiora il gol con un gran tiro di Alfieri che colpisce la traversa e rimbalza sulla linea di porta, ma non entra. Il secondo tempo inizia con un’azione sfortunata per la Sambenedettese: al 2’, un autogol di Orfano consente alla Recanatese di riavvicinarsi, con il pallone che colpisce la traversa e finisce in rete, riducendo il divario sul 2-3. Tuttavia, la Sambenedettese non si lascia scuotere e al 9’ allunga di nuovo grazie a Kerjota, che segna con un tiro preciso dopo una corsa sulla fascia destra. Il vantaggio dei rossoblù cresce ulteriormente al 31’, quando Moretti, subentrato da poco, segna il 5-2 su una respinta di Del Bello. Infine, al 37’, Baldassi mette a segno il 6-2 con un bel gol, capitalizzando un assist di D'Eramo. Negli ultimi minuti, la Recanatese prova a reagire, ma non riesce a trovare la via del gol, e Baldassi, a 39’, ha l’occasione per un altro gol, ma il suo tentativo viene murato dalla difesa. La partita si conclude con un dominio netto della Sambenedettese, che si conferma capolista, mentre la Recanatese, pur lottando con coraggio, non riesce a tenere il passo degli avversari nel finale. Tabellino Recanatese: Del Bello, Mordini, Alfieri (32' st Gomez), Canonici, Ferrante Daniel, Pierfederici (24' st Masi), Raparo, Bruzzechese, Marchegiani, Bellusci, Spagna All. Bilo' Sambenedettese: Orsini, Orfano (41' st Bouah), Zini, Gennari, Kerjota (36' D'Eramo), Eusepi (36' st Baldassi), Battista (24' Moretti), Pezzola, Candellori, Guadalupi, Toure (24' Zoboletti) All. Palladini Arbitro: Domenico Petraglione, sezione di Termoli Reti: 1' Pierfederici, 14' Eusepi, 28' Kerjota, 33' Battista, 2' st. Orfano (AG), 9" st Kerjota, 31" st Moretti, 37" st Baldassi Ammonizioni: 33' Mordini, 28' st Bellusci, 48' st Zini

La traversata di Cristiana Monina nell'Atlantic Rally for Cruisers: "Lontana dal frastuono della quotidianità"
Cristiana Monina, velista appassionata e manager d'azienda, è la fondatrice di Monina Corporate Sailing, una realtà che unisce il mondo della vela e della gestione aziendale. Originaria di Civitanova Marche, Cristiana ha avuto l’opportunità di cimentarsi con la traversata oceanica attraverso l'Atlantic Rally for Cruisers, una regata che collega le Canarie ai Caraibi, percorrendo oltre 2.700 miglia nautiche. Avevamo già avuto il piacere di sentire la sua opinione sull'America's Cup. L'abbiamo intervistata per farci raccontare la sua esperienza in un evento come l'Arc, in cui si intrecciano mare, sfide tecniche, umane e logistiche. Parlaci della regata a cui ai partecipato “La regata si chiama Atlantic Rally for Cruisers, un evento di trasferimento di tutte le barche che dalle Canarie vanno ai Caraibi. All’interno di questo trasferimento vengono calcolati i tempi compensati, e vengono ricalcolati in base a lunghezza superfice velica e peso. Siamo partiti da Las Palmas nelle Canarie e abbiamo percorso quasi 2700 miglia nautiche ed arrivare a Saint Lucia nei Caraibi, che richiedono tra i 15 e i 21 giorni di navigazione, a seconda delle condizioni meteorologiche e delle prestazioni dell’imbarcazione. L’ARC non è solo una regata, ma una manifestazione di vela e comunità internazionale. È progettata per accogliere sia velisti esperti sia appassionati che desiderano vivere l’esperienza unica di una traversata oceanica, godendo di una perfetta combinazione di sfida sportiva, sicurezza e networking". "Un evento globale con equipaggi provenienti da tutto il mondo, l’ARC è un’occasione per incontrare e condividere esperienze con navigatori di culture e tradizioni diverse, accomunati dalla passione per il mare. Quando il mare chiama, è impossibile resistere. Questa volta, la sfida è stata attraversare l’oceano a bordo di un C-Cat 38, un catamarano di 11 metri e 67 centimetri. Siamo riusciti a vincere la nostra classe”. Come si prepara una regata oceanica? “Intanto è importante avere tutti i dispositivi di sicurezza a bordo. Considera che abbiamo impiegato 18 giorni di mare per attraversare tutto l’Atlantico. È importante quindi avere continuamente cura di questi strumenti. L’altra parte fondamentale da gestire è l’alimentazione. Si sa quando si parte ma non sai poi cosa può succedere. Bisogna fare quindi la giusta cambusa, perché il frigorifero che si ha a bordo non è di grande dimensione. Saper calibrare la quantità di proteine carboidrati e fibre è fondamentale per affrontare un’esperienza come questa. È importante poi lavare tutto prima di imbarcarlo. All’interno ci possono essere le uova di cucaracee e quindi ti potresti ritrovare con molti animali e farfalle a bordo”. Quali sono le maggiori insidie? “Come dicevamo prima potresti incappare in fasce con poco vento. Bisogna mantenere il fisico preparato a ogni evenienza. Avere tutti i dispositivi, come dicevo, funzionanti ti permette di affrontare ogni piccolo o grande inconveniente. Ad esempio, in un’altra barca più competitiva che ha preso parte alla regata, un ragazzo danese di 33 anni è scomparso cadendo in mare alle due di notte. Ognuno deve avere il giubbotto salvagente autogonfiabile e un sistema che traccia dove sei. C’è sempre il rischio che questo Gps non si attivi. Devi riuscire a mantenere una concentrazione continua. Devi saper dormire quando non hai sonno e magiare quando non hai fame. Ci vuole una giusta organizzazione e divisione dei compiti e delle competenze, e un controllo continuo della strumentazione”. È difficile mantenere i rapporti saldi per così lungo tempo in mare? “È difficile ma sta alla base della riuscita dell’esperienza. Considera che la traversata l’ho fatta con il mio compagno, mio cognato e mia cognata e un’altra persona che non conoscevamo. In così tanti giorni puoi rovinare dei rapporti. Siamo riusciti a gestirci. Ognuno di noi aveva una competenza diversa. Da far la cambusa, a saper cucinare, alla pulizia della barca, al regolare le vele. Tutti siamo stati bravi perché ognuno ha messo la propria competenza a disposizione degli altri. È una sensazione che ogni giorno vorremmo avere nella nostra vita quotidiana. Serve molta flessibilità e voglia di fare. Importante è poi parlare chiaramente perché in una situazione come quella ogni incomprensione può essere fatale”. Cosa ti rimane di questa esperienza? “Ogni momento a bordo è stato memorabile. Le albe e i tramonti spettacolari che tingono l’orizzonte di colori unici. Il suono costante del mare che accompagna ogni miglio navigato. La connessione profonda con la natura, lontano dal frastuono della quotidianità”. La prova più estrema che vorresti provare a completare? “Non ti nascondo che, nonostante mi faccia molta paura, è fare una navigazione di questa portata in solitaria. Con l’equipaggio scambi qualsiasi emozione con qualcuno. Mi piacerebbe mettermi alla prova e capire se sono in grado di potermi gestire per così lungo termine in una navigazione da sola, lavorando sui limiti del mio corpo e della mia mente”.

Loro Piceno, un museo per ricordare e per riflettere sulla guerra (VIDEO)
A Loro Piceno c'è un museo in onore delle vittime della Prima e della Seconda guerra mondiale. Si concentra sul reperimento di divise e oggetti originali usati in guerra. Lo scopo, ci dice il curatore Luca Cimarosa, è quello di ricordare e far riflettere. "Il museo è stato istituito il 25 aprile del 1999. È formato da 21 manichini con uniformi della prima e della seconda guerra mondiale. C'è anche una sezione sul corpo polacco che ha liberato le Marche. Lo scopo di questo museo è far ricordare e riflettere. Ricordare le persone che hanno sofferto per la guerra. Riflettere invece per far in modo che ciò non avvenga più. Per questo abbiamo creato il museo delle due guerre" ci spiega Luca Cimarosa, il curatore del museo. "Il materiale esposto è originale. L'ho messo insieme io attraverso ricerche e studi - continua Cimarosa - Ho iniziato molti anni fa quando ero più giovane, e proviene sia dall'Italia che da fuori Italia. Il cuore del museo sono gli elmetti che ho trovato forati da proiettili. Mostrano la crudezza della guerra. Spesso questi elmetti venivano testati e omologati come anti proiettili senza contare la potenza del proiettile nemico. Altri elmetti sembrano essere più estetici che difensivi". Conclude poi il curatore Cimarosa sulla possibilità di visitare il museo: "Per visitare il museo basta prendere appuntamento al comune di Loro Piceno al numero 0733509112. Ci organizziamo e organizziamo una visita".

Macerata Opera Festival guarda al futuro con la nuova direzione di Lucia Chiatti e Marco Vinco: "Tandem vincente"
Questa mattina, alla Sala Cesanelli dello Sferisterio, si è tenuto il primo incontro con la stampa della nuova direzione dell’associazione Sferisterio. Un’occasione per presentarsi e parlare delle sfide che ci saranno nei prossimi tre anni di gestione. "Lo Sferisterio non è solo di Macerata ma è di tutto il territorio. Ieri sera ho firmato un accordo con il sindaco di Jesi, con cui l'associazione Sferisterio e la fondazione Pergolesi Spontini condivideranno la direzione artistica, nella figura di Lucia Chiatti. Abbiamo scelto poi la figura di Marco Vinco, che dopo anni sul palco è passato all’organizzazione e alla gestione di festival e eventi teatrali importantissimi. Un tandem vincente" . Ha spiegato il sindaco di Macerata e presidente dell’associazione Sferisterio, Sandro Parcaroli. Ha preso poi la parola la nuova sovrintendete Lucia Chiatti: "Voglio ricambiare questa fiducia che mi è stata data con la passione che ho per questo tipo di lavoro. Con impegno e con decisione che mi serviranno. La storia dello Sferisterio ha segnato e segna la storia culturale di questo territorio. Ricordi sia lavorativi che personali mi legano a questo posto. Vorrei dare spazio alla creatività e alle competenze di cui l'arena Sferisterio è tesoro e fucina. Il lavoro che dobbiamo svolgere è d'insieme, per raggiungere un unico obiettivo”. "Lo Sferisterio è la casa di molti e punta a essere la casa di tutti. È una sfida che si colloca all'interno di un panorama culturale molto confuso, che vede l'allontanamento del pubblico. Sono importantissime le strategie. - ha sottolineato Marco Vinco - Ci vuole intelligenza delle proposte. Ma prima di tutto questo viene l'ascolto, di chi a teatro vuole venire, per accompagnarli nel viaggio. In breve tempo bisognerà programmare i prossimi anni. I tempi sono stretti. Siamo in attesa del decreto ministeriale, da consegnare in un mese. Ma sappiamo come lavoreremo". Infine a chiudere la conferenza le parole di saluto di Paolo Gavazzeni, che lascia la direzione dello Sferisterio per andare alla Scala di Milano: "Ogni direttore artistico porta la propria esperienza e visione. Io ho portato i cantanti italiani, talenti che vanno valorizzati. Sono felice delle scelte fatte su Lucia Chiatti e Marco Vinco, perché si fondono conoscenza dell'ambito culturale del territorio e un occhio vergine che viene da fuori con idee. Per il palcoscenico serve si il talento ma anche il carattere. E in questo connubio trovo sia talento che carattere". Ha poi raccontato le tre opere scelte per la prossima stagione: La vedova allegra, Rigoletto e Macbeth, i tre spettacoli che ci accompagneranno per la 61° edizione del Macerata Opera Festival.

Una festa rossoblù: 1-2 per la Sambenedettese al Comunale di Civitanova
Il derby rossoblù tra Civitanovese e Sambenedettese, valido per la diciassettesima giornata di Serie D, ha richiamato al Comunale di Civitanova un pubblico entusiasta, animato dal gemellaggio e dall’amicizia tra le due tifoserie. Tuttavia, quando si è trattato di scendere in campo, la Sambenedettese di mister Palladini ha dimostrato di meritare la vetta della classifica, imponendosi con il risultato di 2-1. La Civitanovese, reduce dalla sconfitta per 1-0 contro la Recanatese che è costata la panchina a Sante Alfonsi, ha cercato di rialzarsi davanti al proprio pubblico. Di fronte, però, si è trovata una Samb in grande forma, che arrivava da un netto successo per 3-0 sulla Fermana. La partita è stata combattuta fin dai primi minuti. Nel primo tempo, la Sambenedettese si è resa pericolosa soprattutto sugli esterni, sfruttando la qualità dei propri uomini d’attacco. I padroni di casa, invece, hanno puntato sulle ripartenze, senza però riuscire a impensierire seriamente il portiere Orsini, salvo un’occasione clamorosa al 38’, quando Bevilacqua si è visto negare il gol da un intervento miracoloso dell’estremo difensore ospite. Nella ripresa, le squadre hanno alzato il ritmo e i gol non sono tardati ad arrivare. Al 15’ la Sambenedettese è passata in vantaggio con Battista, bravo a sfruttare una spizzata su calcio d’angolo. La Civitanovese non si è arresa e ha trovato il pareggio al 33’ grazie a un’azione caparbia di Franco Valentin, che ha insaccato dopo una prima respinta di Orsini. Ma la gioia dei locali è durata appena due minuti: al 35’ la Samb ha ripreso il controllo della gara con un’azione veloce sulla sinistra orchestrata da Lulli, il cui cross perfetto ha permesso a Kerjota di appoggiare comodamente in rete il gol del definitivo 2-1. Nonostante gli sforzi finali della Civitanovese, il risultato non è più cambiato. La squadra di mister Palladini si è confermata capolista, allungando la striscia di risultati utili consecutivi, mentre i padroni di casa tornano a leccarsi le ferite in attesa di trovare il giusto equilibrio sotto la guida del nuovo allenatore. Una giornata di festa sugli spalti, dunque, ma con un sapore amaro per la Civitanovese, che esce sconfitta da un derby sempre sentito. Tabellino Civitanovese: Petrucci, Franco, Cosignani (18''st Brunet) Visciano, Passalacqua, Diop, Buonavoglia (40'' st Tassi), Giandomenico (26'' st Esposito) , Bevilacqua, Macarof (11'' st Rossetti), Capece (44" Ruggeri) All. Mercanti Sambenedettese: Orsini, Orfano, Zini, Gennari, Lulli, Kerjota, Eusepi, Battista( 18'' st D'Eramo) , Zoboletti, Candellori, Guadalupi (11'' st Lonardo) All. Palladini Arbitro: Giacomo Rossini, sezione di Torino Reti: 15'' st Battista, 33'' st Franco, 35'' Kerjota Ammonizioni: 40'' D'Eramo

Unicam, "Scienza in festa" a Matelica: un ponte tra ricerca e comunità (VIDEO)
Sabato 14 e domenica 15 dicembre, il palazzo Ottoni di Matelica ha ospitato "Scienza in festa", evento organizzato dall’Università di Camerino per avvicinare la comunità alla ricerca scientifica. Con stand, spettacoli e presentazioni di libri, l'evento ha offerto un’occasione unica di interazione tra ricercatori e cittadini. Il rettore dell'Unicam, Gianni Leoni, ha sottolineato: “Quando si fa Public Engagement si va tra la gente. Le giornate di ‘Scienza in festa’ seguono questo spirito. Qui a Matelica, dove abbiamo la nostra scuola di Bioscienze e medicina veterinaria, abbiamo organizzato un evento importante. Un evento che segna il secondo appuntamento di ‘Scienza in festa’. Questa estate siamo stati all’Abbadia di Fiastra. Oggi invece siamo qui con degli stand, con spettacoli e presentazioni di libri, ampliando quello che avevamo già proposto". Tra le varie iniziative di divulgazione scientifica, il focus era trattare temi di attualità in maniera semplice e intuitiva, con laboratori per ragazzi sulle microplastiche, sulla realtà aumentata, e sulla carne coltivata. Claudio Pettinari di Unicam, ha aggiunto: “Quello che abbiamo visto quest’estate è stato un grande stimolo, con una grande risposta da parte della cittadinanza e delle comunità nei confronti di una scienza chiara e interessante. Quella risposta è stata un vero stimolo a fare di più. Convincere tutti i nostri ricercatori e le nostre ricercatrici che questa è un’attività importante che si unisce alle loro attività di didattica e di ricerca”. L’assessore alla cultura di Matelica, Barbara Cacciolari, ha sottolineato l’importanza della scienza nell’economia locale: “Ricerca, scienza e innovazione devono far parte del nostro tessuto culturale e imprenditoriale. Siamo onorati di essere un partner dell’Unicam. L’università può dare in futuro un valore aggiunto per far sì che le aziende si possano trasformare ed essere al passo con i tempi”. Infine, il sindaco di Matelica, Denis Cingolani, ha ricordato il lungo rapporto tra l’Università e il territorio: “La collaborazione con Unicam è da oltre 30 anni che è attiva nel nostro territorio in quanto Matelica ospita una scuola di specializzazione in medicina veterinaria e quindi siamo parte importante dell’ateneo camerte. Per noi è un onore aver ospitato in questo palazzo storico matelicese, il Palazzo Ottoni, questi laboratori”. "Scienza in festa" si conferma così un appuntamento importante per la divulgazione scientifica e il rafforzamento dei legami tra l’Università di Camerino e la comunità locale.

Concerto di Natale a Macerata: la Vienna Royal Orchestra incanta il Teatro Lauro Rossi (FOTO e VIDEO)
Ieri sera al Teatro Lauro Rossi di Macerata, si è tenuto il “Concerto di Natale” eseguito dalla Vienna Royal Orchester. Un evento unico che ha portato la grande musica classica nella città. L’orchestra, formata da 9 elementi e diretta dal violinista Michal Hudack, è composta dai migliori musicisti delle orchestre viennesi più prestigiose, tra cui la Wiener Philharmoniker, la Wiener Symphoniker e l’Orchestra Sinfonica della Radio di Vienna. Si sono esibiti sulle note dei grandi maestri della musica, eseguendo brani della tradizione natalizia, per dare un assaggio del grande concerto di capodanno che si svolge nella prestigiosa Opera di Vienna. ”Siamo stati invitati a Macerata , una città storica con una grande tradizione musicale. Siamo onorati di essere qui e di partecipare alle festività natalizie della città. Veniamo da Vienna, cercheremo di portare la nostra musica, i brani dei più grandi compositori viennesi e i migliori brani natalizi per alietare il pubblico che ci è venuto ad ascoltare” ci racconta l’impresario musicale Adrian Fejzulahi prima del concerto, a cui fanno eco le parole di Cornelia Süss, responsabile delle pubbliche relazioni internazionali: “Il pubblico italiano ci ha accolto col cuore aperto e abbiamo avuto il piacere di suonare per loro. Siamo qui a Macerata, in questa bellissima città, e ci sentiamo gli ambasciatori di Vienna nel Mondo. Speriamo di farvi avere una serata piacevole con la musica di natale e viennese, con balletto e danza”. “È un piacere poter offrire alla comunità l’opportunità di poter ascoltare un’orchestra importante come la Vienna Royal Orchester, nello splendido Teatro Lauro Rossi, con musicisti di qualità e grande esperienza” Aggiunge l’assessore alla cultura Katiuscia Cassetta del comune di Macerata. Una serata unica quindi, in compagnia della musica di Wade, Vivaldi, Mozart, Schubert e molti altri grandi autori, eseguite dai nove elementi accompagnati da danzatori e cantanti di primissimo livello. Un modo diverso per augurare un buon natale alla città di Macerata

Un olio che unisce cinque comuni, annata record per il Coroncinus: "Quantità e qualità al top" (FOTO)
Quest'anno la raccolta delle olive ha visto quantitativi record e una produzione di olio con numeri altrettanto importanti. Ce lo conferma anche l'Associazione Coroncina, che da anni si occupa di preservare e tutelare la varietà pregiata di oliva, autoctona delle zone dei cinque comuni di Caldarola, Belforte del Chienti, Serrapetrona, Cessapalombo e Camporotondo di Fiastrone. "Dopo un 2023 che è stato pari a zero, quest'anno la quantità è stata elevata. Abbiamo raccolto circa settanta quintali di olive e abbiamo prodotto circa 1600 bottiglie di Coroncinus. Altissima anche la qualità, testata attraverso controlli. È davvero un'annata speciale" ha spiegato il presidente dell'associazione Livio Giovenali, proprietario dell'omonimo frantoio di famiglia a Tolentino. Giovenali, anche campione italiano di potatura degli ulivi, ci spiega l'intento dell'Associazione Coroncina: "Siamo nati per valorizzare l'olio derivato dall'oliva della varietà coroncina, tipica dei cinque comuni citati. La fascia geografica più evidente in cui cresce è quella sopra il lago di Caccamo e sotto Pievefavera". "L'associazione inizialmente si occupava dell'ambito comunicativo, cercando di divulgare l'importanza di questa varietà ai produttori della zona, insegnando le pratiche corrette di coltivazione delle piante di coroncina. Dal 2017 sono il presidente di questa associazione e negli ultimi anni abbiamo dato una spinta ulteriore. Alla divulgazione abbiamo allegato un'attività simile a quella di un consorzio di tutela - spiega Giovenali - Abbiamo riunito una decina di produttori, che nell'anno sono seguiti da un agronomo, per raccogliere e curare nel modo giusto le piante". Poi tutti insieme si produce l'olio chiamato Coroncinus". "Da un impegno iniziale di comunicazione e valorizzazione del prodotto si è passati a una tutela vera e propria - prosegue Giovenali -. Siamo riusciti a riunire piccoli produttori, che da soli non sarebbero riusciti a garantire standard elevati come quelli attuali. Solo chi rispetta il disciplinare e aderisce all'associazione può produrre il Coroncinus e utilizzare la nostra etichetta registrata". L'olio Coroncinus ha caratteristiche particolari, con proprietà organolettiche uniche: "Nella regione Marche ci sono 23 varietà tipiche di oliva e la coroncina è una delle varietà più pregiate. L'olio ha un fruttato e un'intensità medio intensa. Ha sentori di erba tagliata e spicca questo profumo e questo sapore di carciofo e di foglia di carciofo". "È un processo che ci riporta anche un po' indietro nel tempo alle esperienze collettive contadine come quella della mietitura e appunto della raccolta delle olive, non dimenticando però l'aspetto qualitativo dell'olio che ne deriva. La molitura viene fatta insieme da tutti i produttori al frantoio Giovenali, si crea quindi una comunità e una rete di conoscenze tra produttori", conclude Giovenali.

Tolentino, Fashion, fuoco e forme: inaugurata la mostra di Nazareno Rocchetti all'outlet Tombolini (VIDEO e FOTO)
Ieri pomeriggio, alle ore 17, presso l'outlet Tombolini di Tolentino si è tenuta la mostra Fashion, Fuoco e Forme, che mette in mostra le opere di Nazareno Rocchetti. Un'occasione per unire il mondo della moda con l'arte scultorea e pittorica. Una selezione delle opere più significative di Rocchetti è stata esposta all'interno dell'outlet, incastonate quindi in mezzo agli abiti di Tombolini. "Nazareno è un grande amico; ci lega un rapporto di lunga data. noi come azienda quest'anno facciamo 60 anni e questo è uno degli eventi che ci porta a festeggiare questo traguardo e questo anniversario. Lo abbiamo fatto a Taormina, lo abbiamo fatto al teatro romano di Urbisaglia con le nostre maestranze, in Qatar- ha spiegato l'imprenditore Silvio Tombolini -. Oggi siamo qui a Tolentino, con Nazzareno per un legame forte per alcune cose che abbiamo in comune: la passione, la resilienza e la creazione. Lavoriamo con le mani entrambi e siamo molto contenti di averlo qui a esporre le sue opere, che si mescolano bene ai nostri prodotti". Nazareno Rocchetti ha voluto raccontare invece il filo rosso che collega la mostra alla moda di Tombolini: Arte e modo sono un bel connubio, perché entrambe parlano di bellezza. io con le mie opere e Tombolini con i suoi capi, cerchiamo di parlare di bellezza. Abbiamo voluto fare questa mostra dal titolo Fashion, fuoco e forme. Il fashion rappresentato dagli abiti qui presenti; c'è l'arte del fuoco che sono uno dei pochi a praticare al mondo e poi ci sono le forme delle mie sculture che vogliono raccontare il mio percorso e la mia vita. Tutte parlano di abbracci e di amore, perché io sono convinto che mai come in questo momento ci sia bisogno di amore". Al taglio del nastro hanno partecipato anche l'attrice e conduttrice televisiva Natasha Stefanenko con il marito Luca Sabbioni (entrambi amici di lunga data con Rocchetti) e il vicepresidente della Regione Marche e assessore alla Sanità Filippo Saltamartini

Loro Piceno, dai greci al Papa: un museo per raccontare la storia millenaria del vino cotto (FOTO e VIDEO)
A Loro Piceno è presente un Museo che celebra il collegamento tra questo piccolo borgo e la tradizione del vino cotto. Una preparazione particolare, che si dice sia stata tramandata fin dai tempi della Magna Grecia. Un museo che si trova incorniciato nel chiostro di San Francesco e racconta il procedimento di preparazione di questo prodotto. "Questo museo racconta una storia millenaria: il processo ci è stato insegnato dai greci. Già gli antichi greci chiamavano infatti la terra, che andava dall'Emilia Romagna alla Puglia, Enotria, la terra del vino. Il primo che ne parla è Ecateo da Mileto nel sesto secolo Avanti Cristo. Noi abbiamo portato avanti questa tradizione, ci sono 5 produttori legalizzati di questo prodotto, che vogliamo promuovere perché è l'ambasciatore di questo territorio" ci spiega il vicesindaco di Loro Piceno Bruno Achilli. "Questo è l'unico museo al mondo che parla solo del vino cotto, racconta tutto l'iter, dal vitigno fino alla cottura. Tra l'altro il vitigno utilizzato, molto produttivo e resistente, ha 4000 anni di storia, il Galloppa. Era stato scelto vista l'argillosità del terreno del nostro comune - aggiunge Achilli -. Loro Piceno ha la paternità di questo prodotto probabilmente perchè le cantine erano già pronte e strutturate per accogliere la produzione del vino cotto. Inoltre una bolla papale di Paolo III consigliava a tutte le parrocchie di utilizzare il vino cotto per la consacrazione". "Rappresenta un po' la nostra fatica e la fatica dei contadini che usavano questo prodotto come energetico naturale", conclude il vicesindaco. Entrare nel museo equivale, quindi, a fare un viaggio nella storia della tradizionale preparazione del vino cotto.

Macerata, libro inchiesta sul giallo dei Sibillini: “Il medico legale aveva dei dubbi, bisogna continuare a indagare”
Venerdì 29 novembre, alla Bottega del libro in corso della Repubblica a Macerata, è stato presentato il libro “Il giallo dei Sibillini. Il mistero della baronessa Rothschild: una svolta a 44 anni dalla morte?” Il libro è un’inchiesta che ripercorre gli eventi legati alla morte della baronessa Rothschild, una figura misteriosa la cui tragica fine ha affascinato e coinvolto investigatori nonché appassionati di cronaca nera per decenni. Hanno moderato la serata, organizzata nell'ambito della rassegna Marche d'Autore – I misteri marchigiani curata da David Miliozzi e Jonathan Arpetti, il giornalista Maurizio Verdenelli e Giorgio Iacobone, già dirigente della Squadra Mobile di Macerata e questore. Il libro ripercorre le fasi del mistero legato alla morte della baronessa, deceduta nel 1980 in circostanze misteriose sui monti Sibillini, una tragedia che ha sollevato numerosi interrogativi, mai completamente risolti. A distanza di più di quattro decenni, nuove piste e nuovi elementi potrebbero finalmente restituire un volto più chiaro alla vicenda. Abbiamo ascoltato Maurizio Verdenelli che ci ha spiegato le nuove piste che si sono aperte: “Esiste un manoscritto, del professor Mario Graev. Potremmo chiamarlo il manoscritto dell’altra verità. Graev è il medico legale che ha analizzato le ossa delle donne. Quelle di Jeannette May sono state cremate, quindi non si possono rianalizzare. i resti di Gabriella Guerin, invece, sono state tumulate dalla famiglia. La figlia si è detta disponibile a metterle a disposizione dell’attività giudiziaria. A quei tempi non c’erano novità scientifiche che ora ci sono. Un accertamento che potrebbe o confermare la “morte bianca” oppure riaprire nuove piste e dare nuova luce a vari tasselli. Ci sono continue stranezze negli anni. Una nuova perizia potrebbe dare una svolta inaspettata al caso, visto che in una lettera ritrovata di Graev, egli esponeva i suoi dubbi sulla perizia avvenuta a quel tempo”. Un caso che dopo 44 anni ha ancora molti punti oscuri e coincidenze che ricollegano il caso a i casi più importanti che hanno scosso l’Italia in quegli anni.

Macerata, vigili del fuoco in festa per Santa Barbara: "Un omaggio alla dedizione e al coraggio" (FOTO)
Come da tradizione il 4 dicembre si celebra la ricorrenza di Santa Barbara, patrona del corpo nazionale dei vigili del fuoco. Questa mattina si è infatti svolta, alle ore 10:00, la celebrazione nella chiesa di Santa Croce, tenuta dal monsignor Nazzareno Marconi: “Vedo una tendenza nell’oggi a non saper compatire e dialogare. Per questo sono importanti le realtà che testimoniano lo spirito di servizio e di corpo come i vigili del fuoco. Con il loro quotidiano testimoniano il loro valore. Un messaggio importante che bisogna trasmettere a tutti i livelli", spiega durante l’omelia. Presenti alla funzione il questore Giampaolo Patruno,la prefetta Isabella Fusiello, la vicesindaco Francesca D'Alessandro e il vicepresidente della provincia Luca Buldorini e. rappresentanti della Croce verde Macerata, della polizia locale, e della sezione Avis. "Signore, siamo i portatori della tua croce, e il rischio è il nostro pane quotidiano" , un passaggio della preghiera del vigile del fuoco recitata a fine messa. È seguito poi il saluto del comandante provinciale Leonardo Rampino: "Lunedì 30 settembre ho assunto con orgoglio il comando dei vigili del fuoco della provincia di Macerata. Una provincia che dopo il terremoto ha saputo rialzare la testa. Santa Barbara è un giorno di bilanci. Non elencherò però gli interventi fatti. Un numero che non esprime il vero valore di un lavoro come questo. A casa ci riportiamo emozioni, gioie e dolori”. “Mi voglio soffermare sulla frase di una lettera ricevuta da un cittadino. “Grazie ai vigili del fuoco sono riuscito a sopravvivere". "Ogni giorno portiamo avanti questa missione e questi valori con spirito di abnegazione, lavoro di squadra e sacrificio. Giorno per giorno e minuto per minuto è importante lavorare insieme per mantenere sempre attiva la macchia dei soccorsi. Ringrazio tutti i dipartimenti del corpo dei vigili del fuoco”, ha concluso poi, prima di leggere un estratto dei saluti del direttore regionale del Corpo: "Il 4 dicembre è il giorno dei festeggiamenti, ma anche il giorno per guardarci indietro vedere cosa abbiamo fatto e capire come fare di più. Per i vigili del fuoco saper affrontare un pericolo significa conoscerlo, allenandosi, giorno per giorno. Grazie ai tanto che interpretano scrupolosamente questo ruolo, a chi si prepara con competenze specialistiche ad affrontare calamità inaspettate. Grazie al personale di tutti i ruoli e di tutte le qualifiche per l'impegno giornaliero. Grazie infine a tutte le famiglie dietro ad ognuno di noi". Al termine dei saluti sono Il comandante Rampino e la prefetta Fusiello hanno consegnato encomi ed elogi: encomio al vigile del fuoco esperto Stefano Chiappa; Elogi al caporeparto Giancarlo Antonelli, ai vigili del fuoco esperti Stefano Conforti e Giorgio Micozzi e ai vigili del fuoco Michele Fiorini e Riccardo Petritoli; Diplomi di Lodevole Servizio agli ex capo reparto Laerte Tombesi, Graziano Alzapiedi, Carlo Dibiagi, Marco Giretti e Daniele Borsini; Croce di anzianità al vigile del fuoco coordinatore Andrea Marani e ai vigili volontari Giuliano Acciarresi e Tiziano Gasparrini. Infine, nel piazzale antistante la chiesa è stata dispiegata dall’ autogru dei vigili del fuoco una bandiera italiana durante l’inno nazionale.

Macerata, i 50 anni del Tartaruga Club: celebrazione e storia di un locale che ha segnato un'epoca (VIDEO e FOTO)
Da un'idea di Gianni Morelli, con l'aiuto prezioso di Stefano Vecchioni e Paola Lucarini, ieri sera si è tenuto un aperitivo in forma privata, nel ristorante "Lord Bio" in piazza Della Libertà a Macerata, tema dell'incontro rimembrare i 50 anni dall'apertura della storica discoteca maceratese: "La Tartaruga Club". Dal 29 novembre 1974 al 29 novembre 2024. Allietati da musica originale registrata in quel tempo, foto, ricordi e tra la commozione dei presenti, sono intervenuti alla serata quasi tutti i principali attori che hanno reso grande il locale ubicato sotto il palazzo Torri in vicolo Santa Fiora n.6. In un'epoca in continuo fermento per la crisi petrolifera (le domeniche con le targhe alterne) e per una gioventù maceratese e non, priva di qualsiasi sano locale di ritrovo e svago (a Macerata c'era solamente il palazzo del Mutilato, normalmente utilizzato dalle scuole superiori per le loro feste annuali), la signora Maria Cicconi (mamma di Stefano Vecchioil) e il signor Gianni Morelli, con grande sacrificio finanziario, organizzativo e soprattutto burocratico di quel tempo, sono riusciti ad aprire il 29 novembre 1974 il locale da ballo. I primi ospiti a inaugurare la serata furono gli "Onafifetti" un gruppo cabarettistico famoso all'epoca, originario di Jesi, tutt'oggi ancora in piena attività e la bellissima locandina di apertura, a loro dedicata, venne realizzata da Stefano Lucinato. La prima festa di Capodanno è stata organizzata con un gustoso menù preparato dalla "Taverna degli amici", un locale anch'esso appena aperto gestito da Giuseppe Amoroso con l'ausilio del famoso chef Vittorio Patrassi, il tutto annaffiato con ottimo Verdicchio, spillato da due damigiane poste sopra il bancone del bar, non avendo ancora la licenza dei super alcolici. Nel 1975 e negli anni successivi fino ad arrivare al 1980, con il subentro della signora Elisa Camilletti moglie dell'avvocato Cesare Lucarini, al posto della famiglia Vecchioni e con l'ampliamento corposo del locale, si sono succeduti decine e decine di eventi canori e cabarettistici che hanno caratterizzato e reso famoso il locale in tutta la provincia e oltre. Alla console i dj Toni Carrasco e Clayde Davis provenienti dallo Studio 54, famosa discoteca situata sulla 54° strada ovest di New York, per finire negli anni '80 con Enrico Filippini che intrattenevano e proponevano musica per il pubblico. Nel 1975 è stato istituito anche, per la prima volta, il giovedì sera come festa universitaria, che ancora oggi resiste nei vari locali del centro storico di Macerata. Il venerdì sera era dedicato agli spettacoli canori e di varietà, con nomi famosi in voga in quegli anni, se ne citano alcuni: Renato Zero, Franca Valeri, Gianfranco D'Angelo, Bruno Martino, Luciano Rossi, Enrico Simonetti, Daniela Poggi, Leopoldo Mastelloni, Enrico Beruschi, I Tre Tre, Jimmy Fontana. I maestri del Jazz a livello internazionale come: Chet Baker, Sam Parker, Chuck Mangione, Don Dullen, Romano Mussolini, inoltre Ugo Giannangeli, Giovanni Spalletti, Leo Angeletti e al piano bar Amedeo Gaggiano e Mentoni Sandro DJ. Serate dedicate a sfilate di moda con gli stilisti Roberta Di Camerino e Sam il Vaccaro e altri, serate stile terrazza Martini di Milano a cura del mitico Benito Striglio. Purtroppo tutto ciò finì dagli inizi degli anni '80, con la vendita del locale a nuovi imprenditori. Con tanta nostalgia e nello stesso tempo gioia, per aver vissuto e contributo a rendere quel periodo unico e indimenticabile per tutti coloro che l'hanno frequentata in quel tempo.

Macerata la nuova filiale della Bcc Recanati e Colmurano: "Spazi aperti e relazioni più vicine ai clienti" (VIDEO e FOTO)
Questa mattina, in via Roma a Macerata, è stata inaugurata la nuova sede della Bcc Recanati e Colmurano. Presenti alla cerimonia, oltre al presidente Sandrino Bertini, al vicepresidente Gerardo Pizzirusso e al direttore Generale Davide Celani, il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli e il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli. "È importante aprire una sede qui, perché Macerata è un capoluogo di provincia dove la nostra Bcc intende sempre essere più presente. Abbiamo aperto questa filiale con un concetto nuovo di rapporto tra banca e clienti. Non ci sono più banconi, ma spazi aperti e salette. È un rapporto che diventa sempre più amichevole, contiamo molto su questa nuova sede. - Ha spiegato il presidente Sandrino Bertini - Per una Banca di Credito Cooperativo l'utile non è il fine, ma un mezzo. Un mezzo per sostenere imprese e famiglie. Per accrescere il patrimonio e rendere più sicuri i risparmi di chi ci sceglie". Poi è arrivato poi il commento del direttore generale Davide Celani: "Abbiamo voluto rafforzare ulteriormente la nostra presenza sul territorio di Macerata, andando a rinnovare i locali e questa struttura, che ci dà la possibilità di essere sempre più radicati e vicini alla comunità maceratese, nei rispetti di quella che è la mission della nostra banca. Presidiare i nostri territori e contribuire alla crescita degli stessi. L'intenzione è quella di migliorare l'efficienza anche di altre filiali, creando sempre spazi più strutturati e versatili. In questo ambiente abbiamo puntato su aree dedicate all'assistenza e all'ascolto. Il nostro principio è quello di essere sempre più vicini ai fabbisogni e alle esigenze delle nostre comunità". Ha aggiunto una considerazione il vicepresidente Pizzirusso che si è detto contento di "vedere così tante persone presenti, tutti voi condividete quelli che sono i principi della nostra banca di Credito Cooperativo. Questi valori sono fondanti, a cui sono seguite le parole del sindaco Parcaroli e del presidente Acquaroli: "Voglio riconoscere alle Bcc la vicinanza al territorio, il dialogo e la capacità di ascolto che vi contraddistingue, seguendo quelle che sono le esigenze di imprese e famiglie, che sono tante e purtroppo attraversano momenti di difficoltà, ma che non si stancano mai di guardare al futuro. Se questo può avvenire è anche grazie al lavoro fondamentale che svolgete". A cui fanno eco le parole di Parcaroli: "Ringrazio la Bcc Recanati e Colmurano per quello che sta facendo per tutto il territorio. Questa è una filiale innovativa verso il futuro, ma che recupera il colloquio con le persone". Dopo i saluti è arrivato il consueto momento della benedizione con il monsignor Marconi, e infine il taglio del nastro. Tutti i presenti hanno poi potuto visitare i locali della nuova sede. Una giornata che quindi rimarca la vicinanza di comunità di un'istituzione bancaria come la Bcc Recanati e Colmurano.