
di Francesco Silla

Carnevale a Macerata: dalle frappe agli scroccafusi, i dolci tipici del giovedì grasso (FOTO e VIDEO)
Oggi è giovedì grasso, il giorno che dà inizio alla settimana di Carnevale, ricca di musica, colori e costumi. Anche i dolci sono ormai diventati una tradizione, un modo per passare il tempo in famiglia durante la loro preparazione. Dolci di tutti i tipi e ogni luogo ha la sua ricetta tipica e di riferimento. "Abbiamo le castagnole, farcite con nutella o crema. Ci sono poi le classiche frappe, bianche e rosse. Infine i limoncini. Tipici della zona maceratese sono gli scroccafusi, che possono essere serviti con zucchero a velo o con alchermes - ci racconta Dante Pettorossi, titolare di Nino Caffè -. I più richiesti sono sicuramente le castagnole alla nutella, ma anche gli scroccafusi”. Questi ultimi, gli scroccafusi, venivano tradizionalmente cotti nel forno a legna e, secondo una superstizione, si diceva che se una persona entrava nella stanza mentre i dolci venivano preparati, il risultato finale poteva essere negativo. Ad oggi si fanno anche fritti, come le frappe o chiacchiere e le castagnole. I limoncini, una girella di impasto croccante fritto dal sapor agrumato, cambia nome a seconda della provincia; nel fermano infatti vengono chiamate arancine. Varie ricette quindi che vanno ad arricchire le tavole dei maceratesi, tra tradizione e gusto.

La strada della ricostruzione di Camporotondo, Micucci: "C'è ancora molto da fare"
Camporotondo di Fiastrone, un comune che ha affrontato le difficoltà del post-sisma con determinazione, si trova oggi nel mezzo di un lungo percorso di ricostruzione e rinnovamento. A raccontarci la situazione, il sindaco Massimiliano Micucci, che ci offre uno spunto interessante per comprendere il progresso delle opere e le sfide che ancora rimangono da superare. "Siamo partiti da un'inagibilità del 60% delle abitazioni," afferma Micucci, spiegando la situazione in cui si trovava il comune dopo il terremoto. "Parte di queste erano classificate come livello B, ma comunque danneggiate in modo significativo. Nel tempo, ci sono state varie fasi di ricostruzione, e posso dire che siamo a metà del lavoro. C’è ancora tanto da fare". Il sindaco sottolinea che, sebbene numerosi interventi siano già stati completati, la ricostruzione del lato privato continua a presentare numerose difficoltà. "Ci sono molte demolizioni e ricostruzioni ancora da attuare, ma purtroppo le difficoltà burocratiche, unite alle problematiche legate ai bonus e Superbonus, hanno rallentato l'avanzamento dei lavori". Sul fronte delle opere pubbliche, Micucci mette in evidenza i numerosi progetti di rigenerazione urbana in corso, che riflettono l’impegno della comunità per il recupero e la valorizzazione del centro storico. "Abbiamo diversi progetti in atto, tra cui la realizzazione di un camminamento che conduce al centro storico, un'area che sarà riqualificata con la creazione di una palestra all'aperto nella zona sottostante le mura urbiche. Inoltre, stiamo lavorando su una serie di interventi per la sistemazione della piazza e per migliorare le pavimentazioni e le mura della città". Un altro progetto particolarmente significativo è quello che riguarda il “Giardino dei Giusti”, un'iniziativa nata dalla collaborazione tra la scuola primaria locale e l’associazione Tullio Colsalvatico di Tolentino. "Questo giardino è il cuore di un cammino itinerante, dove sono esposte gigantografie a carattere educativo, che si spostano all’interno del paese," spiega Micucci. "È un progetto di riqualificazione che ha come obiettivo non solo il recupero del centro storico, ma anche la creazione di uno spazio simbolico di memoria e impegno civico". Camporotondo di Fiastrone, quindi, è un comune che, pur avendo affrontato le difficoltà di un sisma devastante, guarda con speranza al futuro, impegnandosi nella ricostruzione e nella riqualificazione di edifici pubblici e privati, con tanti progetti in corso e altrettante idee pronte a prendere forma. La strada è ancora lunga, ma la comunità, guidata dal sindaco Massimiliano Micucci, è determinata a non fermarsi.

Porte aperte all’Università di Camerino: in 1200 alla scoperta dell'ateneo (VIDEO e FOTO)
Questa mattina, l'Università di Camerino ha accolto gli studenti delle scuole superiori, offrendo loro l'opportunità di scoprire da vicino i corsi, la struttura dell'ateneo e le diverse possibilità di crescita accademica e professionale. Con oltre 1200 presenze previste tra oggi e domani, l’edizione 2025 di “Porte aperte” ha registrato un vero e proprio record di partecipazioni. Graziano Leoni, rettore dell'Università di Camerino, ha commentato con entusiasmo l’iniziativa: “Porte aperte e braccia aperte. Siamo qui oggi pronti a incontrare tutti questi studenti. Per noi è chiaramente un record quello che abbiamo raggiunto in questa edizione del 2025. L'Università di Camerino si apre e si mostra. Gli studenti avranno la possibilità di visitare i dipartimenti e conoscere più approfonditamente i corsi di laurea. La nostra università è fortemente orientata alle scienze dure, con attività laboratoriali che sono il centro della nostra offerta scientifica”. Isolina Marota, delegata all'orientamento, ha messo in risalto l’approccio umano e inclusivo dell'ateneo: “Gli studenti entreranno in un'università che li considera prima di tutto persone e non un numero – ha dichiarato – Troveranno un posto che li accoglie a braccia aperte. Le porte sono sempre spalancate per loro, sin dal momento in cui decidono di iscriversi. Qui è facile parlare con i professori e visitare i laboratori per scoprire le attività di ricerca. Unicam non è solo didattica, ma un luogo dove didattica e ricerca si intrecciano”. Emanuele Tondi, prorettore dell’ateneo, ha sottolineato, invece, le opportunità internazionali offerte a chi studia a Camerino: “Unicam è un'università aperta al mondo e al contesto internazionale. I nostri studenti hanno numerose opportunità di mobilità all’estero, sia per frequentare corsi che per completare la tesi di laurea. Inoltre, partecipiamo a molti progetti internazionali che offrono la possibilità di ottenere un doppio titolo, creando così una grande opportunità per chi si iscrive a Unicam”. Infine, Edoardo Pettinari, presidente del Consiglio degli studenti, ha raccontato come Unicam sia un ateneo “a misura di studente”: “Qui il rapporto tra studenti e docenti è molto stretto, come in una grande famiglia. Consiglio a chi vuole iscriversi di valutare tutte le opportunità che l’ateneo offre, perché sono moltissime”. L'evento di oggi ha così permesso agli studenti delle scuole superiori di entrare in contatto diretto con il mondo accademico di Unicam, scoprendo un ateneo accogliente, inclusivo e pronto ad accompagnarli nel loro percorso di formazione e crescita professionale.

Macerata celebra il Capodanno Cinese: un ponte tra oriente e occidente (FOTO e VIDEO)
Sabato 1 febbraio, Macerata ha festeggiato il Capodanno Cinese con una colorata e partecipata manifestazione che ha coinvolto cittadini e studenti universitari, dando vita a una vera e propria festa di primavera nel cuore della città. L’evento, organizzato dall’Istituto Confucio dell’Università di Macerata, ha visto il coinvolgimento di oltre cento figuranti, tra cui numerosi studenti, che hanno dato vita a un corteo che ha attraversato le vie del centro storico. Il Capodanno cinese, che segna l’ingresso nell'Anno del Serpente di Legno, è ormai una tradizione consolidata che lega Macerata alla cultura cinese, un legame che affonda le radici nel lavoro di Matteo Ricci, missionario e sinologo maceratese che nel XVI secolo fu uno dei principali artefici del dialogo tra Occidente e Oriente. La festa, infatti, non è solo un’occasione di celebrazione, ma anche un simbolo di apertura culturale e di scambio tra i popoli. Il pomeriggio è stato arricchito da esibizioni di danza, canti, arti marziali e da una serie di attività pensate per coinvolgere il pubblico di tutte le età. Piazza Mazzini si è trasformata nella “Città dei Draghi”, con spettacoli dal vivo, esibizioni di calligrafia cinese, truccabimbi e la possibilità di degustare tè e ravioli cinesi, il tutto mentre il corteo di draghi, leoni e tamburini si snodava nel centro della città. John McCourt, rettore dell’Università di Macerata, ha sottolineato l’importanza dell’evento: “Quest’anno vediamo una partecipazione importante. Tantissimi giovani, studenti e non. È un modo di capire meglio un’altra cultura e aprirci verso il mondo. È anche un modo per guardare verso il futuro perché i legami con la Cina sono e saranno forti. L’università continuerà ad impegnarsi nell’insegnamento della cultura cinese. È un bene anche per tutta la regione avere giovani che sanno parlare questa lingua. Oggi festeggiamo. È l’anno del serpente di legno, il mio anno perché sono nato in un anno uguale. Può portare dei grandi cambiamenti, speriamo in positivo". Il direttore dell’Istituto Confucio, Giorgio Trentin, ha invece evidenziato il significato dell’Anno del Serpente di Legno: “L’anno del serpente può portare grandi cambiamenti. È un po' come l’anno del drago. Però l’elemento del legno fa sperare, perché è un elemento positivo. Speriamo che sia un buon segno. Siamo contenti che Macerata ha accolto il nostro invito e ha partecipato a questo evento. Il primo anno, 12 anni fa, eravamo in 50 persone con la voglia di stare insieme e tessere qualcosa con questa città. Anno dopo anno siamo qua e siamo contenti di questo bellissimo risultato”. L'evento, che ha visto una grande affluenza di pubblico, si conferma come un'importante occasione per avvicinare le persone alla cultura cinese, celebrando al contempo il legame storico e culturale che unisce Macerata alla Cina attraverso la figura di Matteo Ricci.

Dall'albergo diffuso al parco lineare, i progetti di San Ginesio per il rilancio del borgo
Dal suo insediamento nel 2018, l'amministrazione Ciabocco di San Ginesio ha intrapreso un cammino di recupero e rilancio del territorio che ha saputo coniugare la ricostruzione post sisma con un’attenta valorizzazione del patrimonio culturale e turistico locale. Un percorso che ha messo al centro la bellezza del borgo, non solo come valore storico e paesaggistico, ma anche come motore di sviluppo per il futuro. “Siamo partiti subito appena eletti nel 2018 e abbiamo definito un piano bellezza. Recuperare in funzione di una ricostruzione intelligente tutte quelle che erano le potenzialità che San Ginesio poteva mettere in mostra e diciamo che ne abbiamo abbastanza”, afferma il sindaco Ciabocco. In questo contesto, l'amministrazione ha puntato a un recupero responsabile del patrimonio, trasformando il danno subito dal terremoto in un'opportunità per la crescita. Non è un caso che San Ginesio sia stato scelto dalle città creative dell’Unesco come comune pilota per la ricostruzione. Questo riconoscimento ha rappresentato un punto di partenza per una serie di progetti, tra cui la partecipazione a numerosi bandi finalizzati a intercettare finanziamenti per la rigenerazione del territorio. Tra i progetti più significativi, si distingue il contratto istituzionale per lo sviluppo, un bando che ha consentito la realizzazione di un parco lineare, pensato per valorizzare la cinta muraria medievale del borgo. “Grazie alla vittoria di questo bando andremo a realizzare un parco lineare, attraverso il quale andremo a valorizzare quella che è tutta la cinta muraria. Con un percorso ciclopedonale fruibile a tutti”, sottolinea Ciabocco, evidenziando come il progetto sia anche un modo per rendere il patrimonio accessibile a tutti i cittadini e i visitatori, promuovendo un turismo sostenibile e rispettoso dell'ambiente. Accanto alla valorizzazione del patrimonio, l’amministrazione ha investito nel miglioramento dell’offerta turistica con iniziative innovative. “Cito poi, il bando borgo accogliente, un finanziamento che abbiamo ottenuto per un albergo diffuso, un progetto che abbiamo messo insieme ai comuni di Gradara e Ripatransone. È un progetto che vede la collaborazione tra pubblico e privato. Questo progetto sarà replicabile in tutti gli altri comuni bandiera arancione delle Marche”, aggiunge Ciabocco. Un esempio di come il lavoro congiunto tra enti locali e imprenditori possa generare valore, promuovendo al contempo l'accoglienza turistica e l’economia locale. Il lavoro svolto dall'amministrazione non è passato inosservato a livello internazionale. Oltre alla riconferma della bandiera arancione e al titolo di uno dei "Borghi più belli d’Italia", San Ginesio ha ricevuto dall'UNWTO il prestigioso premio di miglior villaggio turistico nel 2019, un riconoscimento che ha dato al comune una visibilità mediatica straordinaria, aprendo la strada a nuovi progetti di rigenerazione e sviluppo. "In quell’anno, nel 2019, San Ginesio era l’unico comune a rappresentare l’Italia. Questo ci ha dato una riconoscibilità mediatica notevole, dando il via a una serie di iniziative importanti, soprattutto nell’ambito della rigenerazione del borgo", afferma Ciabocco, concludendo che questo premio ha avuto un impatto positivo non solo sul turismo ma anche sulla cultura locale. Tra le iniziative più emblematiche in ambito culturale, la ricostruzione dell’Auditorium Sant’Agostino rappresenta un esempio di “ricostruzione intelligente”. Il recupero dell’edificio ha consentito il ritorno a San Ginesio delle opere d'arte che, a causa del sisma, erano state spostate nel Palazzo Campana di Osimo. “Questo ha portato di nuovo le persone a visitare San Ginesio per la Cultura, e questo ha fatto la differenza”, sottolinea il sindaco. Un progetto che ha dato un nuovo impulso al turismo culturale, facendo sì che San Ginesio diventasse nuovamente un punto di riferimento per gli amanti dell'arte e della storia. In sintesi, l'amministrazione Ciabocco ha saputo trasformare le difficoltà derivanti dal sisma in una straordinaria occasione di sviluppo per San Ginesio, lavorando su più fronti: dalla valorizzazione del patrimonio storico e culturale, alla creazione di nuove opportunità turistiche, fino alla promozione di modelli di collaborazione tra pubblico e privato. Il comune di San Ginesio, grazie a un approccio lungimirante e alla capacità di attrarre risorse, è oggi un esempio di come una ricostruzione ben pianificata possa diventare un volano di crescita e innovazione.

Le storie dimenticate dei prigionieri di guerra e degli internati civili a Sforzacosta e Urbisaglia
In occasione del Giorno della Memoria 2025, è fondamentale ricordare il dramma dei prigionieri di guerra e degli internati civili, con particolare attenzione ai campi di Sforzacosta e Urbisaglia, luoghi distinti ma legati dalla tragedia della Seconda Guerra Mondiale. “C’è stata spesso molta confusione perché anche nei materiali d’archivio il campo numero 53, situato a Sforzacosta, veniva chiamato campo di prigionia di Urbisaglia. Veniva quindi spesso confuso con il campo di internamento per prigionieri civili di Urbisaglia, situato nella villa Giustiniani Bandini dell’Abbadia di Fiastra", spiega Giovanna Salvucci, presidente della Casa della Memoria di Urbisaglia. I due campi avevano scopi distinti e furono aperti in anni diversi: "Il campo di Sforzacosta fu creato nel 1942 per concentrare e imprigionare i prigionieri di guerra nemici, principalmente inglesi e americani, che venivano trasferiti dal Sud Italia con l'avanzare degli alleati. Al contrario, il campo di internamento di Urbisaglia venne istituito pochi giorni dopo l'entrata in guerra dell’Italia nel 1940. Qui venivano reclusi civili antifascisti e ebrei, italiani e stranieri, ritenuti nemici dal regime fascista". "Dopo l'8 settembre 1943, con l'armistizio e l’occupazione tedesca, molti prigionieri di guerra cercarono di fuggire. Il campo di Sforzacosta passò sotto il controllo tedesco, e circa seimila soldati detenuti lì furono trasferiti in campi più a nord o in Germania. In questo momento, il campo di Urbisaglia venne chiuso e gli internati civili furono trasferiti nel campo di Sforzacosta, ormai vuoto. Qui vennero concentrati non solo ebrei e antifascisti provenienti da tutta la provincia, ma anche i giovani renitenti alla leva, che da lì partivano per i campi di lavoro in Germania". Come sottolinea Giovanna Salvucci: “La Casa della Memoria di Urbisaglia sta cercando di portare alla luce le storie dei tanti internati civili, per render loro omaggio, perché hanno pagato con la libertà e molto spesso con la vita per le loro opinioni politiche.”

Il Midac: un ponte globale per l'arte contemporanea a Belforte del Chienti
Il MIDAC - Museo Internazionale Dinamico di Arte Contemporanea è un progetto di Terra dell’Arte, associazione culturale internazionale, nato grazie alla collaborazione con il Comune di Belforte del Chienti. Ospitato nell'ex Chiesa di San Sebastiano, il Museo raccoglie una vasta collezione di opere di arte contemporanea, tra pittura, scultura, fotografia, arte digitale e video-arte, realizzate da artisti di tutto il mondo. Diretto da Alfonso Caputo e Laura Castanedo, curatori e fondatori di Terra dell’Arte, il Museo è un centro dinamico di sperimentazione e dialogo culturale, che ha dato vita a numerosi progetti internazional. In questa intervista, Alfonso Caputo ci racconta la visione e il percorso che hanno reso il MIDAC una realtà di riferimento nell'arte contemporanea globale. "Terra dell'arte opera a livello internazionale in diversi Paesi del mondo. Nel corso degli anni ha creato una rete relazionale tra molti artisti sparsi per il mondo. Da questo è nato il progetto del Midac, che è una collezione permanete esposta fisicamente dal 2016 nell'ex chiesa di San Sebastiano, nel centro storico di Belforte del Chienti in visione di una convenzione tra Terra dell'arte e il comune di Belforte - spiega il direttore Alfonso Caputo - Si tratta di un museo provato in uno spazio pubblico. La collezione comprende artisti di tutto il mondo ed è in continuo aggiornamento. Visitando il sito midac.wordpress.com è possibile prendere la visione di tutti gli eventi e anche del catalogo digitalizzato della collezione museale". Continua poi Caputo: "Oltre la collezione permanente nel sito è possibile informarsi sugli eventi che ogni anno organizziamo e al tempo stesso mostre personali di artisti che ospitiamo. In questo momento nello spazio dedicato alle mostre temporanee è visibile ancora la personale di Annalisa Grassi, incentrata sul concetto dell'urbex". "Abbiamo deciso di adottare un sistema di prenotazioni perché sarebbe oneroso per noi tenere il museo sempre aperto. Chiunque voglia visitarlo può trovare i contatti sul sito midac.wordpress.com".

Serie D, La Sambenedettese domina a Recanati: 6-2 sulla Recanatese
Allo stadio Nicola Tubaldi di Recanati, Recanatese e Sambenedettese si sfidano nella gara valevole per la seconda giornata di ritorno del girone F di Serie D. Recanatese reduce dal terzo 1-0 e dall'ttavo risultato utile consecutivo, sfida una Sambenedettese in stato di forma ottimale, che arriva da un vibrante 4-0 ai danni dell'Atletico Ascoli di domenica scorsa al Riviera delle Palme. Il primo tempo parte con una Sambenedettese che non scende in campo e al primo minuto subisce il Gol della Recanatese, firmato da Pierfederici. Per i primi 10 minuti la squadra di casa crea occasioni conquistando vantaggio e area avversaria. I rossoblù poi però ingranano riconquistano campo e rientrano in partita al 14' con il gol di Eusepi, che appoggia di testa un bel lancio di Zini. Da lì la gara è a senso unico. La Samb attua il sorpasso con il tapin di Kerjota al 28" e prosegue distanziandosi con il gol di testa di Battista, fotocopia del primo gol. Ma ecco che quando la partita sembrava archiviata la Recanatese crea due buone occasioni nel finale del primo tempo, con lo squillo di Alfonsi che all'ultimo minuto prende una traversa, con la palla che ricade sulla linea e esce dalla porta. La Recanatese infatti rientra di nuovo bene con due buone azioni nei primi minuti e una pressione che porta all'errore la Sambenedettese. Autogol di Orfano, con la palla che tocca ala traversa e stavolta scendendo entra nella porta. Già dall' ottavo minuto però la Sambenedettese torna in partita con buoni scambi che portano al secondo gol di Kerjota, che dalla fascia destra supera tutti e imbuca la palla sull'angolini basso opposto. Le squadre iniziano a cambiare e la lunghezza della rosa della Sambenedettese porta in vantaggio di gioco la squadra rossoblù. Arrivano i gol di Moretti e Baldassi da subentrati. La Sambenedettese dilaga quindi al Tubaldi, nonostante una buona prestazione della squadra di casa che soffre solo negli ultimi venti minuti. Samb ancora in testa alla classifica. Cronaca La partita si apre subito con un episodio favorevole alla Recanatese: al primo minuto, su una carambola da calcio d'angolo, Pierfederici trova la rete, portando i padroni di casa in vantaggio. La Sambenedettese fatica a entrare in partita, con i rossoblù incapaci di superare il centrocampo nei primi minuti. Tuttavia, al 5’ la Recanatese non riesce a concretizzare un buon tiro di Spagna, che termina fuori, mentre un minuto dopo una ripartenza della Samb viene fermata da un buon intervento di Bellusci. La partita continua a essere molto combattuta, con la Sambenedettese che va vicina al pareggio al 7’ con un colpo di testa di Zini, che colpisce la traversa su punizione battuta da Guadalupi. Al 9’ un’altra punizione per la Samb viene respinta da Del Bello. Al 10’ Guadalupi prova il tiro dalla distanza, ma senza fortuna, mentre al 13’ una percussione della Samb viene respinta in calcio d’angolo da Bellusci, con Kerjota che calcia direttamente fuori il corner. La partita sembra mettersi in equilibrio al 14’, quando Eusepi approfitta di un lancio di Zini per appoggiare in rete e pareggiare i conti. Al 19’ le due squadre si scontrano in una fase confusa della partita, con numerosi errori in mezzo al campo. Al 22’, Alfieri tenta il tiro da fuori area, ma il pallone sfiora il palo. La Sambenedettese, però, non si fa intimorire e al 28’ trova il vantaggio con un tap-in di Kerjota, su una respinta del portiere avversario, Del Bello. Il 3-1 arriva al 33’ grazie a un colpo di testa di Battista su un cross di Kerjota, che porta gli ospiti a una comoda distanza. Il primo tempo si chiude con alcuni tentativi della Recanatese: al 39’, Pierfederici ha una buona occasione, ma il suo tiro viene bloccato da Orsini. Al 44’ la Recanatese sfiora il gol con un gran tiro di Alfieri che colpisce la traversa e rimbalza sulla linea di porta, ma non entra. Il secondo tempo inizia con un’azione sfortunata per la Sambenedettese: al 2’, un autogol di Orfano consente alla Recanatese di riavvicinarsi, con il pallone che colpisce la traversa e finisce in rete, riducendo il divario sul 2-3. Tuttavia, la Sambenedettese non si lascia scuotere e al 9’ allunga di nuovo grazie a Kerjota, che segna con un tiro preciso dopo una corsa sulla fascia destra. Il vantaggio dei rossoblù cresce ulteriormente al 31’, quando Moretti, subentrato da poco, segna il 5-2 su una respinta di Del Bello. Infine, al 37’, Baldassi mette a segno il 6-2 con un bel gol, capitalizzando un assist di D'Eramo. Negli ultimi minuti, la Recanatese prova a reagire, ma non riesce a trovare la via del gol, e Baldassi, a 39’, ha l’occasione per un altro gol, ma il suo tentativo viene murato dalla difesa. La partita si conclude con un dominio netto della Sambenedettese, che si conferma capolista, mentre la Recanatese, pur lottando con coraggio, non riesce a tenere il passo degli avversari nel finale. Tabellino Recanatese: Del Bello, Mordini, Alfieri (32' st Gomez), Canonici, Ferrante Daniel, Pierfederici (24' st Masi), Raparo, Bruzzechese, Marchegiani, Bellusci, Spagna All. Bilo' Sambenedettese: Orsini, Orfano (41' st Bouah), Zini, Gennari, Kerjota (36' D'Eramo), Eusepi (36' st Baldassi), Battista (24' Moretti), Pezzola, Candellori, Guadalupi, Toure (24' Zoboletti) All. Palladini Arbitro: Domenico Petraglione, sezione di Termoli Reti: 1' Pierfederici, 14' Eusepi, 28' Kerjota, 33' Battista, 2' st. Orfano (AG), 9" st Kerjota, 31" st Moretti, 37" st Baldassi Ammonizioni: 33' Mordini, 28' st Bellusci, 48' st Zini

La traversata di Cristiana Monina nell'Atlantic Rally for Cruisers: "Lontana dal frastuono della quotidianità"
Cristiana Monina, velista appassionata e manager d'azienda, è la fondatrice di Monina Corporate Sailing, una realtà che unisce il mondo della vela e della gestione aziendale. Originaria di Civitanova Marche, Cristiana ha avuto l’opportunità di cimentarsi con la traversata oceanica attraverso l'Atlantic Rally for Cruisers, una regata che collega le Canarie ai Caraibi, percorrendo oltre 2.700 miglia nautiche. Avevamo già avuto il piacere di sentire la sua opinione sull'America's Cup. L'abbiamo intervistata per farci raccontare la sua esperienza in un evento come l'Arc, in cui si intrecciano mare, sfide tecniche, umane e logistiche. Parlaci della regata a cui ai partecipato “La regata si chiama Atlantic Rally for Cruisers, un evento di trasferimento di tutte le barche che dalle Canarie vanno ai Caraibi. All’interno di questo trasferimento vengono calcolati i tempi compensati, e vengono ricalcolati in base a lunghezza superfice velica e peso. Siamo partiti da Las Palmas nelle Canarie e abbiamo percorso quasi 2700 miglia nautiche ed arrivare a Saint Lucia nei Caraibi, che richiedono tra i 15 e i 21 giorni di navigazione, a seconda delle condizioni meteorologiche e delle prestazioni dell’imbarcazione. L’ARC non è solo una regata, ma una manifestazione di vela e comunità internazionale. È progettata per accogliere sia velisti esperti sia appassionati che desiderano vivere l’esperienza unica di una traversata oceanica, godendo di una perfetta combinazione di sfida sportiva, sicurezza e networking". "Un evento globale con equipaggi provenienti da tutto il mondo, l’ARC è un’occasione per incontrare e condividere esperienze con navigatori di culture e tradizioni diverse, accomunati dalla passione per il mare. Quando il mare chiama, è impossibile resistere. Questa volta, la sfida è stata attraversare l’oceano a bordo di un C-Cat 38, un catamarano di 11 metri e 67 centimetri. Siamo riusciti a vincere la nostra classe”. Come si prepara una regata oceanica? “Intanto è importante avere tutti i dispositivi di sicurezza a bordo. Considera che abbiamo impiegato 18 giorni di mare per attraversare tutto l’Atlantico. È importante quindi avere continuamente cura di questi strumenti. L’altra parte fondamentale da gestire è l’alimentazione. Si sa quando si parte ma non sai poi cosa può succedere. Bisogna fare quindi la giusta cambusa, perché il frigorifero che si ha a bordo non è di grande dimensione. Saper calibrare la quantità di proteine carboidrati e fibre è fondamentale per affrontare un’esperienza come questa. È importante poi lavare tutto prima di imbarcarlo. All’interno ci possono essere le uova di cucaracee e quindi ti potresti ritrovare con molti animali e farfalle a bordo”. Quali sono le maggiori insidie? “Come dicevamo prima potresti incappare in fasce con poco vento. Bisogna mantenere il fisico preparato a ogni evenienza. Avere tutti i dispositivi, come dicevo, funzionanti ti permette di affrontare ogni piccolo o grande inconveniente. Ad esempio, in un’altra barca più competitiva che ha preso parte alla regata, un ragazzo danese di 33 anni è scomparso cadendo in mare alle due di notte. Ognuno deve avere il giubbotto salvagente autogonfiabile e un sistema che traccia dove sei. C’è sempre il rischio che questo Gps non si attivi. Devi riuscire a mantenere una concentrazione continua. Devi saper dormire quando non hai sonno e magiare quando non hai fame. Ci vuole una giusta organizzazione e divisione dei compiti e delle competenze, e un controllo continuo della strumentazione”. È difficile mantenere i rapporti saldi per così lungo tempo in mare? “È difficile ma sta alla base della riuscita dell’esperienza. Considera che la traversata l’ho fatta con il mio compagno, mio cognato e mia cognata e un’altra persona che non conoscevamo. In così tanti giorni puoi rovinare dei rapporti. Siamo riusciti a gestirci. Ognuno di noi aveva una competenza diversa. Da far la cambusa, a saper cucinare, alla pulizia della barca, al regolare le vele. Tutti siamo stati bravi perché ognuno ha messo la propria competenza a disposizione degli altri. È una sensazione che ogni giorno vorremmo avere nella nostra vita quotidiana. Serve molta flessibilità e voglia di fare. Importante è poi parlare chiaramente perché in una situazione come quella ogni incomprensione può essere fatale”. Cosa ti rimane di questa esperienza? “Ogni momento a bordo è stato memorabile. Le albe e i tramonti spettacolari che tingono l’orizzonte di colori unici. Il suono costante del mare che accompagna ogni miglio navigato. La connessione profonda con la natura, lontano dal frastuono della quotidianità”. La prova più estrema che vorresti provare a completare? “Non ti nascondo che, nonostante mi faccia molta paura, è fare una navigazione di questa portata in solitaria. Con l’equipaggio scambi qualsiasi emozione con qualcuno. Mi piacerebbe mettermi alla prova e capire se sono in grado di potermi gestire per così lungo termine in una navigazione da sola, lavorando sui limiti del mio corpo e della mia mente”.

Loro Piceno, un museo per ricordare e per riflettere sulla guerra (VIDEO)
A Loro Piceno c'è un museo in onore delle vittime della Prima e della Seconda guerra mondiale. Si concentra sul reperimento di divise e oggetti originali usati in guerra. Lo scopo, ci dice il curatore Luca Cimarosa, è quello di ricordare e far riflettere. "Il museo è stato istituito il 25 aprile del 1999. È formato da 21 manichini con uniformi della prima e della seconda guerra mondiale. C'è anche una sezione sul corpo polacco che ha liberato le Marche. Lo scopo di questo museo è far ricordare e riflettere. Ricordare le persone che hanno sofferto per la guerra. Riflettere invece per far in modo che ciò non avvenga più. Per questo abbiamo creato il museo delle due guerre" ci spiega Luca Cimarosa, il curatore del museo. "Il materiale esposto è originale. L'ho messo insieme io attraverso ricerche e studi - continua Cimarosa - Ho iniziato molti anni fa quando ero più giovane, e proviene sia dall'Italia che da fuori Italia. Il cuore del museo sono gli elmetti che ho trovato forati da proiettili. Mostrano la crudezza della guerra. Spesso questi elmetti venivano testati e omologati come anti proiettili senza contare la potenza del proiettile nemico. Altri elmetti sembrano essere più estetici che difensivi". Conclude poi il curatore Cimarosa sulla possibilità di visitare il museo: "Per visitare il museo basta prendere appuntamento al comune di Loro Piceno al numero 0733509112. Ci organizziamo e organizziamo una visita".

Macerata Opera Festival guarda al futuro con la nuova direzione di Lucia Chiatti e Marco Vinco: "Tandem vincente"
Questa mattina, alla Sala Cesanelli dello Sferisterio, si è tenuto il primo incontro con la stampa della nuova direzione dell’associazione Sferisterio. Un’occasione per presentarsi e parlare delle sfide che ci saranno nei prossimi tre anni di gestione. "Lo Sferisterio non è solo di Macerata ma è di tutto il territorio. Ieri sera ho firmato un accordo con il sindaco di Jesi, con cui l'associazione Sferisterio e la fondazione Pergolesi Spontini condivideranno la direzione artistica, nella figura di Lucia Chiatti. Abbiamo scelto poi la figura di Marco Vinco, che dopo anni sul palco è passato all’organizzazione e alla gestione di festival e eventi teatrali importantissimi. Un tandem vincente" . Ha spiegato il sindaco di Macerata e presidente dell’associazione Sferisterio, Sandro Parcaroli. Ha preso poi la parola la nuova sovrintendete Lucia Chiatti: "Voglio ricambiare questa fiducia che mi è stata data con la passione che ho per questo tipo di lavoro. Con impegno e con decisione che mi serviranno. La storia dello Sferisterio ha segnato e segna la storia culturale di questo territorio. Ricordi sia lavorativi che personali mi legano a questo posto. Vorrei dare spazio alla creatività e alle competenze di cui l'arena Sferisterio è tesoro e fucina. Il lavoro che dobbiamo svolgere è d'insieme, per raggiungere un unico obiettivo”. "Lo Sferisterio è la casa di molti e punta a essere la casa di tutti. È una sfida che si colloca all'interno di un panorama culturale molto confuso, che vede l'allontanamento del pubblico. Sono importantissime le strategie. - ha sottolineato Marco Vinco - Ci vuole intelligenza delle proposte. Ma prima di tutto questo viene l'ascolto, di chi a teatro vuole venire, per accompagnarli nel viaggio. In breve tempo bisognerà programmare i prossimi anni. I tempi sono stretti. Siamo in attesa del decreto ministeriale, da consegnare in un mese. Ma sappiamo come lavoreremo". Infine a chiudere la conferenza le parole di saluto di Paolo Gavazzeni, che lascia la direzione dello Sferisterio per andare alla Scala di Milano: "Ogni direttore artistico porta la propria esperienza e visione. Io ho portato i cantanti italiani, talenti che vanno valorizzati. Sono felice delle scelte fatte su Lucia Chiatti e Marco Vinco, perché si fondono conoscenza dell'ambito culturale del territorio e un occhio vergine che viene da fuori con idee. Per il palcoscenico serve si il talento ma anche il carattere. E in questo connubio trovo sia talento che carattere". Ha poi raccontato le tre opere scelte per la prossima stagione: La vedova allegra, Rigoletto e Macbeth, i tre spettacoli che ci accompagneranno per la 61° edizione del Macerata Opera Festival.

Una festa rossoblù: 1-2 per la Sambenedettese al Comunale di Civitanova
Il derby rossoblù tra Civitanovese e Sambenedettese, valido per la diciassettesima giornata di Serie D, ha richiamato al Comunale di Civitanova un pubblico entusiasta, animato dal gemellaggio e dall’amicizia tra le due tifoserie. Tuttavia, quando si è trattato di scendere in campo, la Sambenedettese di mister Palladini ha dimostrato di meritare la vetta della classifica, imponendosi con il risultato di 2-1. La Civitanovese, reduce dalla sconfitta per 1-0 contro la Recanatese che è costata la panchina a Sante Alfonsi, ha cercato di rialzarsi davanti al proprio pubblico. Di fronte, però, si è trovata una Samb in grande forma, che arrivava da un netto successo per 3-0 sulla Fermana. La partita è stata combattuta fin dai primi minuti. Nel primo tempo, la Sambenedettese si è resa pericolosa soprattutto sugli esterni, sfruttando la qualità dei propri uomini d’attacco. I padroni di casa, invece, hanno puntato sulle ripartenze, senza però riuscire a impensierire seriamente il portiere Orsini, salvo un’occasione clamorosa al 38’, quando Bevilacqua si è visto negare il gol da un intervento miracoloso dell’estremo difensore ospite. Nella ripresa, le squadre hanno alzato il ritmo e i gol non sono tardati ad arrivare. Al 15’ la Sambenedettese è passata in vantaggio con Battista, bravo a sfruttare una spizzata su calcio d’angolo. La Civitanovese non si è arresa e ha trovato il pareggio al 33’ grazie a un’azione caparbia di Franco Valentin, che ha insaccato dopo una prima respinta di Orsini. Ma la gioia dei locali è durata appena due minuti: al 35’ la Samb ha ripreso il controllo della gara con un’azione veloce sulla sinistra orchestrata da Lulli, il cui cross perfetto ha permesso a Kerjota di appoggiare comodamente in rete il gol del definitivo 2-1. Nonostante gli sforzi finali della Civitanovese, il risultato non è più cambiato. La squadra di mister Palladini si è confermata capolista, allungando la striscia di risultati utili consecutivi, mentre i padroni di casa tornano a leccarsi le ferite in attesa di trovare il giusto equilibrio sotto la guida del nuovo allenatore. Una giornata di festa sugli spalti, dunque, ma con un sapore amaro per la Civitanovese, che esce sconfitta da un derby sempre sentito. Tabellino Civitanovese: Petrucci, Franco, Cosignani (18''st Brunet) Visciano, Passalacqua, Diop, Buonavoglia (40'' st Tassi), Giandomenico (26'' st Esposito) , Bevilacqua, Macarof (11'' st Rossetti), Capece (44" Ruggeri) All. Mercanti Sambenedettese: Orsini, Orfano, Zini, Gennari, Lulli, Kerjota, Eusepi, Battista( 18'' st D'Eramo) , Zoboletti, Candellori, Guadalupi (11'' st Lonardo) All. Palladini Arbitro: Giacomo Rossini, sezione di Torino Reti: 15'' st Battista, 33'' st Franco, 35'' Kerjota Ammonizioni: 40'' D'Eramo

Unicam, "Scienza in festa" a Matelica: un ponte tra ricerca e comunità (VIDEO)
Sabato 14 e domenica 15 dicembre, il palazzo Ottoni di Matelica ha ospitato "Scienza in festa", evento organizzato dall’Università di Camerino per avvicinare la comunità alla ricerca scientifica. Con stand, spettacoli e presentazioni di libri, l'evento ha offerto un’occasione unica di interazione tra ricercatori e cittadini. Il rettore dell'Unicam, Gianni Leoni, ha sottolineato: “Quando si fa Public Engagement si va tra la gente. Le giornate di ‘Scienza in festa’ seguono questo spirito. Qui a Matelica, dove abbiamo la nostra scuola di Bioscienze e medicina veterinaria, abbiamo organizzato un evento importante. Un evento che segna il secondo appuntamento di ‘Scienza in festa’. Questa estate siamo stati all’Abbadia di Fiastra. Oggi invece siamo qui con degli stand, con spettacoli e presentazioni di libri, ampliando quello che avevamo già proposto". Tra le varie iniziative di divulgazione scientifica, il focus era trattare temi di attualità in maniera semplice e intuitiva, con laboratori per ragazzi sulle microplastiche, sulla realtà aumentata, e sulla carne coltivata. Claudio Pettinari di Unicam, ha aggiunto: “Quello che abbiamo visto quest’estate è stato un grande stimolo, con una grande risposta da parte della cittadinanza e delle comunità nei confronti di una scienza chiara e interessante. Quella risposta è stata un vero stimolo a fare di più. Convincere tutti i nostri ricercatori e le nostre ricercatrici che questa è un’attività importante che si unisce alle loro attività di didattica e di ricerca”. L’assessore alla cultura di Matelica, Barbara Cacciolari, ha sottolineato l’importanza della scienza nell’economia locale: “Ricerca, scienza e innovazione devono far parte del nostro tessuto culturale e imprenditoriale. Siamo onorati di essere un partner dell’Unicam. L’università può dare in futuro un valore aggiunto per far sì che le aziende si possano trasformare ed essere al passo con i tempi”. Infine, il sindaco di Matelica, Denis Cingolani, ha ricordato il lungo rapporto tra l’Università e il territorio: “La collaborazione con Unicam è da oltre 30 anni che è attiva nel nostro territorio in quanto Matelica ospita una scuola di specializzazione in medicina veterinaria e quindi siamo parte importante dell’ateneo camerte. Per noi è un onore aver ospitato in questo palazzo storico matelicese, il Palazzo Ottoni, questi laboratori”. "Scienza in festa" si conferma così un appuntamento importante per la divulgazione scientifica e il rafforzamento dei legami tra l’Università di Camerino e la comunità locale.

Concerto di Natale a Macerata: la Vienna Royal Orchestra incanta il Teatro Lauro Rossi (FOTO e VIDEO)
Ieri sera al Teatro Lauro Rossi di Macerata, si è tenuto il “Concerto di Natale” eseguito dalla Vienna Royal Orchester. Un evento unico che ha portato la grande musica classica nella città. L’orchestra, formata da 9 elementi e diretta dal violinista Michal Hudack, è composta dai migliori musicisti delle orchestre viennesi più prestigiose, tra cui la Wiener Philharmoniker, la Wiener Symphoniker e l’Orchestra Sinfonica della Radio di Vienna. Si sono esibiti sulle note dei grandi maestri della musica, eseguendo brani della tradizione natalizia, per dare un assaggio del grande concerto di capodanno che si svolge nella prestigiosa Opera di Vienna. ”Siamo stati invitati a Macerata , una città storica con una grande tradizione musicale. Siamo onorati di essere qui e di partecipare alle festività natalizie della città. Veniamo da Vienna, cercheremo di portare la nostra musica, i brani dei più grandi compositori viennesi e i migliori brani natalizi per alietare il pubblico che ci è venuto ad ascoltare” ci racconta l’impresario musicale Adrian Fejzulahi prima del concerto, a cui fanno eco le parole di Cornelia Süss, responsabile delle pubbliche relazioni internazionali: “Il pubblico italiano ci ha accolto col cuore aperto e abbiamo avuto il piacere di suonare per loro. Siamo qui a Macerata, in questa bellissima città, e ci sentiamo gli ambasciatori di Vienna nel Mondo. Speriamo di farvi avere una serata piacevole con la musica di natale e viennese, con balletto e danza”. “È un piacere poter offrire alla comunità l’opportunità di poter ascoltare un’orchestra importante come la Vienna Royal Orchester, nello splendido Teatro Lauro Rossi, con musicisti di qualità e grande esperienza” Aggiunge l’assessore alla cultura Katiuscia Cassetta del comune di Macerata. Una serata unica quindi, in compagnia della musica di Wade, Vivaldi, Mozart, Schubert e molti altri grandi autori, eseguite dai nove elementi accompagnati da danzatori e cantanti di primissimo livello. Un modo diverso per augurare un buon natale alla città di Macerata

Un olio che unisce cinque comuni, annata record per il Coroncinus: "Quantità e qualità al top" (FOTO)
Quest'anno la raccolta delle olive ha visto quantitativi record e una produzione di olio con numeri altrettanto importanti. Ce lo conferma anche l'Associazione Coroncina, che da anni si occupa di preservare e tutelare la varietà pregiata di oliva, autoctona delle zone dei cinque comuni di Caldarola, Belforte del Chienti, Serrapetrona, Cessapalombo e Camporotondo di Fiastrone. "Dopo un 2023 che è stato pari a zero, quest'anno la quantità è stata elevata. Abbiamo raccolto circa settanta quintali di olive e abbiamo prodotto circa 1600 bottiglie di Coroncinus. Altissima anche la qualità, testata attraverso controlli. È davvero un'annata speciale" ha spiegato il presidente dell'associazione Livio Giovenali, proprietario dell'omonimo frantoio di famiglia a Tolentino. Giovenali, anche campione italiano di potatura degli ulivi, ci spiega l'intento dell'Associazione Coroncina: "Siamo nati per valorizzare l'olio derivato dall'oliva della varietà coroncina, tipica dei cinque comuni citati. La fascia geografica più evidente in cui cresce è quella sopra il lago di Caccamo e sotto Pievefavera". "L'associazione inizialmente si occupava dell'ambito comunicativo, cercando di divulgare l'importanza di questa varietà ai produttori della zona, insegnando le pratiche corrette di coltivazione delle piante di coroncina. Dal 2017 sono il presidente di questa associazione e negli ultimi anni abbiamo dato una spinta ulteriore. Alla divulgazione abbiamo allegato un'attività simile a quella di un consorzio di tutela - spiega Giovenali - Abbiamo riunito una decina di produttori, che nell'anno sono seguiti da un agronomo, per raccogliere e curare nel modo giusto le piante". Poi tutti insieme si produce l'olio chiamato Coroncinus". "Da un impegno iniziale di comunicazione e valorizzazione del prodotto si è passati a una tutela vera e propria - prosegue Giovenali -. Siamo riusciti a riunire piccoli produttori, che da soli non sarebbero riusciti a garantire standard elevati come quelli attuali. Solo chi rispetta il disciplinare e aderisce all'associazione può produrre il Coroncinus e utilizzare la nostra etichetta registrata". L'olio Coroncinus ha caratteristiche particolari, con proprietà organolettiche uniche: "Nella regione Marche ci sono 23 varietà tipiche di oliva e la coroncina è una delle varietà più pregiate. L'olio ha un fruttato e un'intensità medio intensa. Ha sentori di erba tagliata e spicca questo profumo e questo sapore di carciofo e di foglia di carciofo". "È un processo che ci riporta anche un po' indietro nel tempo alle esperienze collettive contadine come quella della mietitura e appunto della raccolta delle olive, non dimenticando però l'aspetto qualitativo dell'olio che ne deriva. La molitura viene fatta insieme da tutti i produttori al frantoio Giovenali, si crea quindi una comunità e una rete di conoscenze tra produttori", conclude Giovenali.