
di Francesco Silla

Corridonia, beffa per Eleonora Ciabocco: quarta ai Mondiali dopo una gara di grande carattere
Ai Mondiali in Ruanda arriva un altro amaro quarto posto per l’Italia: protagonista questa volta la corridoniana Eleonora Ciabocco, che dopo una corsa coraggiosa e tatticamente perfetta, viene battuta in volata dalla spagnola Blasi, che le strappa il bronzo. Oro alla francese Géry davanti alla slovacca Chladonova. La gara si è disputata su un percorso molto esigente. Dopo neanche due giri, il gruppo si riduce a 40 atlete. Il primo attacco arriva dal Canada, con Isabella Holmgren che forza ai -65 km sulla Côte de Kimihurura. Tra le vittime dell’azione, la britannica Cat Ferguson, poi aiutata a rientrare dalla compagna Perkins. Eleonora Ciabocco resta sempre vigile: capisce il momento e si porta davanti per evitare rischi, riuscendo a rimanere nel gruppo delle migliori. Alla nuova azione di Kopecky, la Ferguson si stacca definitivamente e la Gran Bretagna cambia strategia. A 3 giri dal termine, sono in 20 a giocarsi le medaglie. Ciabocco è da sola, ma riesce a gestirsi bene. Ai -29 km la Francia prova a rompere gli equilibri con un'azione di squadra, ma l'attacco viene neutralizzato. La polacca Mul tenta un contropiede, ma anche lei viene ripresa. Nel penultimo giro, la selezione si fa dura: solo 9 restano davanti, ma si ricompattano all'inizio dell'ultimo giro. Sullo strappo finale, la Francia torna protagonista e lancia Géry verso l'oro. La Bunel si spegne, offrendo una chance per il bronzo a Ciabocco, che però viene superata proprio sulla linea dalla Blasi. Un altro "legno" per l’Italia, ma grande prova di determinazione per Eleonora Ciabocco.

Macerata, la nuova discarica a Botonto? Il Comitato alza la voce: "La vallata va tutelata" (FOTO)
A Botonto e Cervare cresce la mobilitazione contro l'ipotesi di una nuova discarica nel territorio della Provincia di Macerata. La consulenza redatta dall’Università Politecnica delle Marche definisce una graduatoria, tra i vari siti papabili, in cui al primo posto è l’area Botonto e al quinto l’area Cervare. Un gruppo di cittadini ha dato vita al Comitato No Discarica Macerata, raccogliendo in poche settimane oltre 950 firme e avviando una serie di verifiche tecniche e istituzionali. “Abbiamo saputo dai giornali che Botonto sarebbe il primo sito individuato per la realizzazione di una nuova discarica – affermano dal Comitato – e da subito ci siamo attivati. Abbiamo controllato gli atti, comunicato la nostra posizione al Sindaco e siamo in procinto di terminare un’analisi tecnica dettagliata”. Proprio l’analisi condotta dai membri del comitato evidenzia una lunga serie di criticità. La prima riguarda la viabilità; le strade per accedere all’area non sarebbero adeguate a sostenere il transito dei mezzi pesanti previsti da un impianto di quel tipo; nel progetto si ipotizza il passaggio di numerosi autotreni (40 tonnellate) giornalieri lungo un percorso che interessa l’uscita della superstrada a Piediripa, via Bramante, semaforo incrocio Cimitero, via Pancalducci, Corso Cairoli, rotatoria Sferisterio, via Pantaleoni, via Della Pace, C.da Alberotondo e C.da Botonto; si tratta di strade con altissimo livello di traffico, che riguardano parte delle arterie principali della città e inoltre anche strade con elevata pendenza e ridotta larghezza della carreggiata; ma vi immaginate grandi TIR passare per Corso Cairoli, scendere alla Pace e girare sulla piccola strada di Contrada Botonto? Per allargarla si dovrebbe fare un lavoro esagerato con l'eliminazione di piante secolari; e se si volesse passare da un’altra parte, semplicemente la strada non esiste; le soluzioni previste non sono né realistiche né tantomeno realizzabili. Altri aspetti trascurati riguardano la presenza di risorse idriche sotterranee, fossi e numerosi pozzi attivi, tra cui un pozzo utilizzato ad uso domestico, che verrebbero irrimediabilmente compromessi, con il rischio di danneggiare una vallata intatta e l’eventuale inquinamento del torrente Trodica; le aree risultano estremamente vulnerabili e soggette a fenomeni franosi, alluvioni o altri eventi meteorologici estremi, infatti ci sono terreni soggetti a frana; sono presenti numerose abitazioni e relativi residenti con caratteristiche architettoniche tipiche delle campagne maceratesi, recentemente riqualificate a seguito di importanti ristrutturazioni secondo gli attuali severi criteri antisismici ed energetici; la presenza di terreni circostanti tutti regolarmente coltivati, di numerose aziende agricole attive nella filiera biologica oltre a numerose strutture ricettive; le aree sono visibili da una zona molto ampia ed anche a distanze rilevanti, come Macerata, via Due Fonti, distanza circa 7,0 km; Macerata, via Della Pace, distanza circa 4,5 km; Macerata, via Braccialarghe, distanza circa 5,3 km; Macerata, parcheggio di via Paladini-Sferisterio, distanza circa 5,4 km; da un lungo tratto della Strada Provinciale 10 (Le Vergini-Morrovalle) e da un lungo tratto della Strada Provinciale Potentina; quest’ultime strade posizionate lungo territori caratterizzati dal tipico paesaggio delle campagne maceratesi fatto di piccoli appezzamenti estremamente curati e di crinali con ampia veduta panoramica, che ne fanno un “unicum” di elevato valore paesaggistico; in zona sono stati portati alla luce dei reperti archeologici che delineano un'area di interesse archeologico che si sviluppa in direzione nord-sud, partendo da c.da Madonna del Monte (Grotta Del Diavolo), passando in c.da Botonto e c.da Cervare (Stele Romana), arrivando fino in c.da Burella; le aree sono sostanzialmente adiacenti sia il Cammino Lauretano sia la via Ciclopendonale in fase di realizzazione e nelle immediate vicinanze del Seminario Diocesano Redemptoris Mater che riceve annualmente migliaia di visitatori provenienti da tutte le parti del mondo. Riassumendo, i molteplici aspetti sopra menzionati sono presi in considerazione solo marginalmente in quanto riguardano nello specifico solamente le zone ipotizzate senza andare a considerare quanto presente anche nelle immediate vicinanze, da cui emerge un’incongruenza tra la consulenza e ciò che vediamo ogni giorno sul territorio. Secondo il Comitato, si tratta di una decisione che ignora completamente l’evoluzione vissuta dall’area negli ultimi anni. “Ci sono attività agrituristiche, coltivazioni biologiche, giovani famiglie che hanno scelto di vivere qui. Come si può non considerare tutto questo?” Un altro elemento su cui viene chiesto chiarimento è la delibera comunale del 2021, con cui l'amministrazione aveva espresso la propria contrarietà alla realizzazione di una discarica nel territorio. “Quella posizione non trova riscontro nelle scelte recenti, e ci chiediamo perché? – sottolineano – È anche per questo che abbiamo voluto accendere i riflettori su quanto sta accadendo. I sopralluoghi sono stati effettuati dai tecnici universitari e il Comune di Macerata non ha partecipato per controllarne la regolarità”. Il Comitato non si limita però alla sola opposizione. “Sappiamo che una protesta non è mai comoda – concludono – ma il nostro non è un no cieco. Vogliamo aprire un confronto costruttivo: perché puntare ancora sulle discariche? Perché non investire in tecnologie più avanzate? Non vogliamo che qui si chiuda un futuro che è ancora tutto da costruire".

Macerata, Ricci fa il 'pugno chiuso' (di vittoria) con Schlein: "È tempo di cambiare" (FOTO)
Nel cuore di Macerata, a Piazza Vittorio Veneto, si è svolta una delle tappe conclusive della campagna elettorale del centrosinistra. Matteo Ricci, candidato alla presidenza della Regione Marche, è tornato nella città con il sostegno della segretaria nazionale del Partito Democratico, Elly Schlein, per lanciare un messaggio chiaro a pochi giorni dal voto del 28 e 29 settembre: “È tempo di cambiare, è tempo di ridare una speranza ai marchigiani”. L’incontro si è svolto in un clima partecipato, con l’obiettivo di sottolineare quelle che per il candidato di centro sinistra sono le carenze dell’attuale giunta regionale guidata da Acquaroli e presentare un’alternativa fatta di diritti, servizi pubblici, lavoro e futuro per i giovani. “Se dopo cinque anni non hai combinato nulla sulle liste d’attesa e sulla sanità – ha detto Ricci dal palco – è ora di cambiare. Non possiamo continuare a sentire giustificazioni e scaricabarile. Se vanno avanti così, per spiegare i problemi della sanità finiranno per dare la colpa a Garibaldi”. Il candidato ha puntato l’attenzione sulle mancanze della giunta Acquaroli in materia di salute mentale, disabilità, dipendenze e disturbi alimentari: “Temi scomparsi dal dibattito pubblico, che invece devono tornare centrali. Vogliamo rimettere al centro la questione sociale”. Elly Schlein ha rafforzato il messaggio, sottolineando come il disegno della destra sulla sanità sia “preciso e pericoloso”. “Nelle Marche – ha detto – la gente paga la sanità due volte: prima con le tasse, poi per curarsi fuori regione. Noi vogliamo che la salute sia davvero un diritto, non un privilegio per chi può permetterselo”. Tra i punti più applauditi, la proposta di introdurre un salario minimo legale, definito da Ricci come una “priorità di giustizia sociale”. “Sotto i nove euro non è uno stipendio, è sfruttamento”, ha dichiarato. Schlein ha aggiunto: “La precarietà genera paura del futuro, e noi dobbiamo combatterla”. Grande attenzione è stata riservata anche ai giovani. Ricci ha proposto misure per favorire il rientro di chi è emigrato all’estero: “Chi torna, non pagherà le tasse per cinque anni. E per i neolaureati che restano nelle Marche, vogliamo introdurre bonus che li incentivino a restare”. Sul fronte economico, non è mancata la critica alla recente introduzione della ZES da parte del governo: “Se dopo cinque anni la Regione ha bisogno che il governo nazionale intervenga per stimolare l’economia, significa che qualcosa non ha funzionato. Noi vogliamo aiutare le imprese ad aprirsi a nuovi mercati, non chiuderci con i dazi e la logica del nazionalismo economico”. Ricci ha parlato anche di cultura e identità, lamentando lo scarso interesse della destra per il patrimonio artistico e culturale della regione: “Siamo la terra di Rossini, Leopardi, Padre Matteo Ricci – e non quello che si candida, ironizza – eppure la cultura viene trattata come un lusso. Va invece valorizzata e comunicata meglio”. In chiusura, il messaggio è stato netto e condito da un 'pugno chiuso' - in segno di vittoria e scevro da ideologie politiche - rivolto al pubblico: “Se Acquaroli dopo cinque anni si nasconde dietro la maschera di Giorgia Meloni – ha detto Ricci – è la dimostrazione che non c’è un progetto per le Marche. Io invece la faccia ce la metto, e non mi nascondo. Andiamo a vincere, per dare una speranza vera a questa terra”.

Treia, intelligenza artificiale e lavoro: riflessioni e spettacolo per costruire il futuro (FOTO e VIDEO)
Un pomeriggio di confronto, consapevolezza e visione sul futuro del lavoro e delle imprese, organizzata dalla Piccola Industria di Confindustria Macerata. Il tema caldo dell’Intelligenza Artificiale è stato al centro dell’evento “Intelligenza artificiale e lavoro per costruire il futuro”, un’occasione per riflettere su come questo strumento possa essere una risorsa – se compreso e usato correttamente – per imprese, istituzioni e cittadini. Ad aprire i lavori sono stati Paolo Ceci, Past President della Piccola Industria Macerata e Presidente della Piccola Industria Marche, e Federico Maccari, attuale Presidente della Piccola Industria Macerata. «È sicuramente un incontro per definire questo argomento e, se non altro, per recepire quella che è la normativa europea – ha sottolineato Paolo Ceci –. Oggi è assolutamente importante perché è uno strumento che, se usato correttamente, può aiutare le aziende a essere più competitive». Sulla stessa linea anche Maccari, che ha ribadito l’intento divulgativo dell’iniziativa: «È un primo appuntamento questo, speriamo di poter dare comunque interesse agli associati che parteciperanno. In questa occasione per noi è fondamentale comunicare l'importanza di questo strumento, diffondere la cultura su questo strumento, informare i nostri associati sulle opportunità e quindi anche sui rischi. Oggi è un primo passo». Il cuore della serata è stata la conferenza “IA: Responsabilità e Opportunità” tenuta da Francesca Ippoliti, componente del Comitato Piccola Industria Macerata e Presidente della Commissione A del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Macerata. Nel suo intervento ha ricordato l’importanza di una corretta regolamentazione: «Siamo il primo Stato dell'Unione che mette una regolamentazione all’I.A. Siamo la piccola e media impresa, siamo noi che facciamo muovere questo Paese, e questa innovazione è importante comprenderla e scansare ogni tipo di paura». Tra gli ospiti anche il sindaco di Treia Franco Capponi, che ha portato l’esempio concreto dell’utilizzo dell’IA nella pubblica amministrazione: «Parliamo molto di intelligenza artificiale, ma non sappiamo ancora praticamente come questo possa essere applicato a tutti i processi. Noi però abbiamo già avviato percorsi in cui alcune procedure sono state alleggerite. Ad esempio oggi, quando un cittadino invia un’istanza per PEC, un sistema interno di IA la smista in pochi minuti al funzionario corretto. Prima ci volevano anche sette giorni». A chiudere la serata, lo spettacolo teatrale "Mi AI rubato il lavoro", scritto e interpretato da Walter Riviera. Un monologo ironico e riflessivo che racconta la storia di Serafino, un bidello che scopre di essere stato sostituito da un robot. «L'obiettivo dello show è quello di realizzare consapevolezza – ha spiegato Riviera –. Si parte da un timore comune e lo si affronta alternando sorrisi e spunti di riflessione. È una storia in cui chiunque si può identificare». Una serata che ha saputo unire informazione, testimonianze dirette e intrattenimento, lanciando un messaggio chiaro: l’intelligenza artificiale non va temuta, ma compresa, regolamentata e integrata con responsabilità per costruire davvero il futuro.

Niente cellulari in classe? La dirigente Emiliozzi: "Nel nostro istituto erano già vietati, ecco cosa cambia"
Dal 1° settembre 2025 è ufficialmente in vigore la circolare ministeriale n. 3392, firmata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che impone il divieto di utilizzo dei telefoni cellulari durante l’intero orario scolastico. Una misura pensata per arginare l’uso eccessivo e spesso inappropriato dei dispositivi digitali a scuola, che ha acceso un ampio dibattito tra studenti, docenti e famiglie. All’Istituto d’Istruzione Superiore “Matteo Ricci”, la dirigente scolastica Rita Emiliozzi spiega come questo divieto non sia per l’istituto una novità: “Nel nostro istituto l’utilizzo del cellulare era già vietato per l’intera durata delle lezioni. Quello che cambia ora è che la norma nazionale rafforza un’impostazione che avevamo già adottato. Abbiamo aggiornato i documenti fondamentali come il regolamento di disciplina e il patto educativo di corresponsabilità, inserendo le eccezioni previste dalla circolare, per studenti con P.E.I. e P.D.P.”. L’approccio adottato non è meramente punitivo, ma educativo. “La sanzione disciplinare era già prevista e seguiva un percorso graduale – dice Emiliozzi – partendo da un richiamo fino ad arrivare, in caso di reiterazione, alla sospensione. Si prelidige la sospensione con obbligo di frequenza nei casi meno gravi: in questo modo i ragazzi non vengono esclusi dal percorso educativo e possono riflettere sull’errore. Ovviamente, in casi di pubblicazione e divulgazione in rete di contenuti o altro, ci saranno sanzioni più severe che le norme prevedono”. "La scuola farà collocare agli studenti negli appositi spazi i dispositivi mobili. Per questo motivo non ci assumiamo alcuna responsabilità in caso di furti, smarrimenti o danni. I telefoni, come previsto dalla circolare, devono rimanere spenti e non vanno utilizzati", aggiunge la dirigente. Emiliozzi sottolinea l’importanza della collaborazione con le famiglie, considerandole parte integrante dell’azione educativa. “Vogliamo che le famiglie comprendano che questa misura non è una penalizzazione, ma un’opportunità. I genitori, per qualunque emergenza – ricorda – possono contattare direttamente la scuola, che si farà carico di avvisare lo studente, e viceversa”. La dirigente annuncia che continueranno interventi informativi e azioni di sensibilizzazione rivolte a studenti e famiglie, per promuovere un uso consapevole della tecnologia e favorire un ambiente scolastico più sereno e concentrato. Il divieto introdotto dalla circolare Valditara viene pertanto accolto all’IIS “Matteo Ricci” come una conferma di un percorso già intrapreso, dentro una visione educativa chiara: limitare le distrazioni, rafforzare l’attenzione in classe e aiutare gli studenti a usare i dispositivi digitali in modo responsabile.

Primo giorno di scuola a Macerata (senza cellulari): "L’intelligenza artificiale ci aiuta anche in classe" (VIDEO)
Il primo giorno di scuola per i licei e le superiori di Macerata è arrivato, puntuale come ogni settembre, ma con qualche novità, qualche vecchia ansia e una buona dose di ironia. Tra chi sbadiglia dopo poche ore di lezione e chi già pensa all’università, l’anno scolastico è iniziato con emozioni contrastanti. “All’inizio è stato noioso, sono già stanco, sono andato a dormire tardi perché mi devo ancora abituare. Però, vabbè, dai, si fa”, racconta un ragazzo all’uscita, con l’aria di chi deve ancora riaccendere il motore dopo la lunga pausa estiva. Per altri invece il rientro è stato più intenso, soprattutto per chi ha trovato nuovi docenti: “Abbiamo cambiato molti professori e questa cosa dei telefoni, per esempio, è nuova. Oggi non li abbiamo consegnati, ma ci hanno detto che presto sarà una procedura più rigida. Però il clima resta tranquillo, i professori ci trattano come dei figli”, racconta uno studente con indosso una maglia della Juventus, fresco della vittoria per 4 a 3 contro l’Inter. Alla domanda se fosse un modo per stuzzicare i compagni, lui sorride: “L’ho fatto per prendere in giro un professore, non i compagni”. Per qualcuno il ritorno tra i banchi è stato più soft: “Il primo giorno è andato bene. Non hanno spiegato, quindi è andata bene”, dice una studentessa, sintetizzando con ironia il pensiero di molti. E poi ci sono le circolari ministeriali, come la 3392, che introducono nuove direttive sull’uso dei telefoni a scuola. Charlotte e Sara, al secondo anno, non nascondono qualche difficoltà: “È stato un po' duro perché l'anno scorso eravamo abituati a usarlo sempre. L’utilizzo per noi è fondamentale, anche per la scuola. L'intelligenza artificiale poi è utile, secondo noi. Ci aiuta a capire, a fare gli schemi. Va usata in maniera consona, in maniera didattica, non per altro. Anche i professori, secondo noi la usano”. Infine, le voci più mature, quelle di chi affronta l’ultimo anno con un misto di nostalgia e determinazione. Natascia e Caterina, all’uscita, condividono il loro stato d’animo: “Cercheremo di fare il nostro meglio, cercheremo anche di collezionare più ricordi, i migliori possibili, perché sono sicura che comunque ci mancherà. Oggi abbiamo pensato tanto che era il nostro ultimo primo giorno, però poi ancora c'è un anno, di cose ne succedono tante, quindi vedremo”. E sull’università? “Sì, sì, abbiamo gli ultimi dubbi da sciogliere ma iniziamo a pensare già al prossimo anno”. Nel frattempo, la scuola è ricominciata. Tra zaini pesanti, regole nuove e sogni grandi, a Macerata i corridoi sono tornati a riempirsi.

Il Centro Studi Romolo Murri: una perla culturale nel cuore di Gualdo (VIDEO)
Nel piccolo borgo di Gualdo, sorge un centro culturale unico nel suo genere: il Centro Studi Romolo Murri. Custode dell’eredità intellettuale e politica di uno dei pionieri della Democrazia Cristiana, il centro è un punto di riferimento per studiosi e appassionati di storia italiana. Romolo Murri è stato una figura centrale nel panorama politico e culturale dell’Italia a cavallo tra XIX e XX secolo. Sacerdote, politico, giornalista, fondò il movimento della Democrazia Cristiana storica, ponendosi in contrasto con la linea ufficiale della Chiesa. Già durante gli anni universitari si mostrò sensibile alle questioni sociali e politiche, auspicando una piena partecipazione dei cattolici alla vita pubblica, nonostante il divieto imposto dal non expedit. Come ricorda Annamaria Massucci, presidente del Centro Studi Romolo Murri, "ha auspicato e lavorato per restituire ai cattolici [...] la dignità di cittadini e di elettori". Continua : "Eletto deputato nel collegio di Montegiorgio, venne scomunicato il giorno stesso della sua elezione, ma proseguì il suo impegno, aderendo all'Estrema Sinistra e collaborando con testate come Il Resto del Carlino. Morì nel 1944, in piena guerra, e per sua volontà fu sepolto a Gualdo, luogo al quale rimase sempre profondamente legato". Il legame tra Romolo Murri e Gualdo è profondo e duraturo: vi trascorreva le vacanze e i periodi difficili, e "qui desiderava fondare una casa di studio per giovani studenti. Il suo desiderio si concretizzò solo molti anni dopo la sua morte, grazie all’impegno del figlio Stelvio e della nuora, che recuperarono e catalogarono il patrimonio librario e documentale lasciato da Murri". Questo lavoro di conservazione e valorizzazione ha spinto un gruppo di studiosi e cittadini a fondare, nel 1990, il Centro Studi Romolo Murri. "Questo ha motivato molte persone nel 1990 a creare qui un centro studi", racconta ancora Massucci "Il centro ha come scopo principale la divulgazione e l’approfondimento del pensiero murriano, attraverso l’uso delle fonti archivistiche e bibliografiche raccolte e rese accessibili al pubblico". La sede del Centro Studi si trova a Gualdo, nella suggestiva cripta della chiesa dove è conservata la biblioteca e l’archivio di Murri. Tutti i materiali – libri, lettere, documenti – sono consultabili anche online attraverso il catalogo OPAC BiblioMarche Sud. È possibile visitare la sede dal lunedì al venerdì, preferibilmente al mattino, con prenotazione consigliata, anche per gruppi. "Non solo, è possibile visitare di persona anche in gruppi la sede del centro, tutti i giorni praticamente", conclude Massucci. Il Centro è presente anche online, con un sito ufficiale e canali social come Instagram, utili per aggiornamenti su eventi, attività e pubblicazioni. Un punto di riferimento fondamentale per studiosi, studenti e curiosi della storia del pensiero democratico cristiano italiano.

Che spettacolo Pellizzari: prima vittoria da "pro" alla Vuelta sull'Alto de El Morredero
Che spettacolo Giulio Pellizzari. Alla Vuelta di Spagna 2025, in una delle tappe più difficili della terza settimana, il giovane marchigiano conquista la sua prima vittoria da professionista con un’azione da campione vero sull’Alto de El Morredero, soprannominata la montagna nera. Una tappa breve ma durissima, con 3300 metri di dislivello in appena 143 chilometri, che ha messo alla prova anche i big della classifica generale. Pellizzari non solo ha alzato le braccia al cielo sul traguardo, ma ha anche consolidato la maglia bianca di miglior giovane e si è inserito nella top 5, superando Felix Gall, oggi ancora in difficoltà. La giornata era iniziata con molte incertezze a causa del forte vento sulla salita finale, ma alla fine il percorso è rimasto invariato. Dodici corridori si sono avventurati in fuga, ma il gruppo della Maglia Rossa Jonas Vingegaard ha controllato la situazione senza lasciare troppo spazio. Tutto si è deciso sull’ascesa finale, dove la Red Bull - Bora - hansgrohe ha acceso la miccia. Prima Hindley, poi Pidcock della Q36.5, e infine lo stesso Pellizzari hanno provato a fare la differenza. Il marchigiano ha lanciato il suo attacco ai meno quattro dall’arrivo, inizialmente ripreso, ma poi ha insistito. A tre chilometri dal traguardo, dopo che il primo attacco era andato a vuoto, e in un momento di marcamento tra i big, Pellizzari ha colto l’attimo. È ripartito, ha guadagnato metri preziosi, e grazie anche al lavoro del compagno Hindley che da dietro ha chiuso ogni tentativo di inseguimento, ha potuto esultare da solo sul Morredero. Alle sue spalle si sono piazzati Tom Pidcock a 19 secondi e lo stesso Hindley, che ha preceduto Vingegaard e Joao Almeida. L’americano Riccitello, in lotta per la maglia bianca, ha perso 29 secondi e ora vede allontanarsi il talento italiano, classe 2003, che si sta rivelando uno dei protagonisti assoluti di questa Vuelta. Domani la corsa cambia volto: in programma c’è la prima e unica cronometro individuale, sulle strade piatte di Valladolid. Un test importante per gli uomini di classifica, con la sfida tra Vingegaard e Almeida che entra nel vivo, e che si deciderà nella penultima tappa, quella con arrivo a la Bola del Mundo (2254 mt altitudine). Ma oggi, il protagonista assoluto è stato Giulio Pellizzari, autore di un capolavoro in salita che resterà impresso nei ricordi degli appassionati. C'è già qualcuno, (i commentatori Eurosport Riccardo Magrini e Luca Gregorio) che lo ha soprannominato "il duca di Camerino". (Immagini Eurosport)

"Macerata è una provincia povera, ma si preferisce il ponte sullo Stretto": Conte attacca Acquaroli e Meloni (VIDEO e FOTO)
Dopo le tappe ad Ascoli e Fermo, Giuseppe Conte - ex presidente del Consiglio ed attuale leader del Movimento 5 Stelle - ha fatto oggi visita alla provincia di Macerata. La giornata è iniziata nel capoluogo, con una sosta simbolica allo Sferisterio, seguita da un comizio all’asilo Ricci, dove ha incontrato elettori e simpatizzanti. Nel pomeriggio si sposterà a Civitanova Marche, accompagnato dal candidato alla presidenza Matteo Ricci, con cui ha proseguito il tour elettorale. Diversi i temi affrontati, tra politica regionale, questioni internazionali e polemiche recenti. Nel cuore del suo discorso, Conte ha duramente criticato l’attuale giunta regionale guidata da Francesco Acquaroli e il governo nazionale. «Quello che contesto ad Acquaroli – e al governo Meloni – è che non risolvono i problemi dei cittadini. Sulla sanità c’è un grido d’allarme diffuso: liste d’attesa infinite, pronto soccorso affollati, presìdi sanitari smantellati. Gente costretta a fare 50 o 100 chilometri per una prestazione anche banale. Eppure avevano annunciato in pompa magna la risoluzione del problema con un 'decretino'». Poi l'affondo sulle infrastrutture: «Abbiamo un ministro, Salvini, che riempie il ministero di amici rimasti senza poltrona, ma nessuna attenzione al sistema viario delle Marche. Si preferisce il Ponte sullo Stretto, con 13-14 miliardi riprogrammati per un'opera che forse non si farà mai. Quelle risorse servirebbero qui, dove la qualità della vita è in calo, Macerata è tra le città peggiori per reddito pro capite e la pressione fiscale percepita è altissima. È una provincia povera, una città povera. Vogliamo occuparci di questo o continuare a fare favori alle banche, ai signori della guerra e alle assicurazioni?» Conte ha poi commentato la vicenda dei militari israeliani avvistati in vacanza nelle zone del Lago di Fiastra e nei dintorni, senza apparente coordinamento con le autorità locali: «Abbiamo chiesto formalmente al governo di riferire in Parlamento cosa c’è dietro queste 'gite turistiche' dei militari israeliani. Si parla di soggiorni per decomprimere dopo le operazioni nella Striscia di Gaza: se fosse così, è inverosimile pensare che non siano stati organizzati a livello governativo e diplomatico. E allora mi chiedo: il governo italiano cosa fa?». Rispondendo a una domanda sulle recenti tensioni con la Russia e il passaggio di droni militari nei cieli europei, Conte ha parlato di «provocazioni in un contesto in cui Putin continua a voler dettare la legge con la forza. Dobbiamo reagire con sangue freddo. Sappiamo che sono stati coinvolti anche aerei italiani e si è evocato l’articolo 4: scenari preoccupanti». Infine, sull’ennesimo attacco alla Flotilla per Gaza – la missione civile che cerca di rompere l’embargo navale israeliano – l’ex premier è stato netto: «Dobbiamo condannare con forza questi attacchi e intimidazioni. Cittadini italiani ed europei cercano solo di manifestare un bisogno sentito dalla popolazione. Diciamolo chiaramente: la Flotilla non ci sarebbe stata, e il rischio per queste persone non esisterebbe, se l’Italia e l’Europa avessero fatto il loro dovere».

Penna San Giovanni, un cammino tra natura e memoria nel Parco delle Saline (VIDEO)
Il Parco delle Saline, immerso tra i comuni di Penna San Giovanni, Gualdo e Sant’Angelo in Pontano, è un luogo dove natura, storia e benessere si incontrano. L’area, di circa quattro ettari, era il cuore di una rete di 40 chilometri di sentieri ciclopedonali nati nel 1997 da un’intuizione del sindaco Stefano Burocchi, che già allora comprese il valore di un turismo lento, fatto di cammini tra acqua e paesaggi incontaminati. Oggi sono stati riaperti alcuni sentieri, che percorrono la storia di questo posto. A guidarci in questo viaggio è Massimo Cruciani, gestore del Parco Giardino Sentimento – Le Saline, che da 3 anni si prende cura di questo luogo. “Questo parco è diviso in due zone,” ci spiega Massimo. “Quella alta, era un complesso termale. Quella bassa invece era un centro di estrazione del sale, attivo fin dai tempi dei romani. Qui il sale era una vera e propria ricchezza: nei primi del Novecento valeva quanto l’oro, era moneta di scambio, e da qui nasce il termine salario”. In effetti, la parte alta del parco ospita lo Chalet delle Acque Minerali, punto di accoglienza storico dove si effettuavano visite mediche per accedere alle cure termali. Ancora oggi si puo vedere l'ingresso dellele vasche scavate nella roccia, scoperte dal dottor Gentilucci, ognuna con proprietà diverse, utili soprattutto per fegato e reni. “L’acqua qui non si poteva imbottigliare” racconta Massimo. “Perde le sue proprietà. Per questo si consumava direttamente sul posto. Gentilucci aveva capito tutto, e noi oggi camminiamo proprio sulle sue tracce. Nei sotterranei ci sono quattro vasche storiche, con un vetro davanti e un tubo di troppo pieno: l’acqua esce ancora, limpida e salata”. Poco distante si trovano i resti dei bagni termali, chiamati un tempo “Ritirata”, e le conchette da cui affiora acqua salata. Qui iniziava il percorso del sale. “Si deviava il fiume salato, il Patanetta" continua Massimo, “si riempivano delle vasche e si stendeva un telo. Il sole faceva evaporare l’acqua, e rimaneva solo il sale. Poi veniva caricato sui muli e portato alla caserma della Guardia di Finanza, che controllava tutto per conto dello Stato”. Quella caserma, oggi dismessa, aveva il compito di vigilare sull’estrazione e la vendita del sale, evitando furti e garantendo i monopoli di Stato. Rimase attiva fino al 1945. C'è poi Pozzo Poderoso, da cui si estraeva un’acqua talmente salata che – come raccontano ancora gli anziani – non bolliva mai. “I vecchietti ci dicevano che ci voleva una pedicina de cerqua per farla bollire,” sorride Massimo. “Ovvero un ceppo enorme di quercia con tutte le radici. Era un’acqua salatissima”. Nella zona boschiva, si trovavano tracce dei pozzi di sale e delle antiche vasche di estrazione, oppure delle zone utilizzate per bagni termali immersi nella natura. Il percorso si conclude alla suggestiva cascata di San Nicola, alimentata dal torrente Cannavino, che attraversa le Fontanelle di San Nicola, luogo di ritiro spirituale del santo nato a Sant’Angelo in Pontano. Visitare il Parco delle Saline significa immergersi in un racconto vivo, fatto di acqua, storia e memoria, dove ogni angolo conserva un pezzo d’identità del territorio e ogni passo è un invito a rallentare.

Una corsa lunga 11 giorni, la nuova impresa di Federico Mora: l'osteopata Ultra-Trail conquista le cime svizzere
Dalla tranquillità del suo studio a Porto Sant’Elpidio alle vette maestose del Vallese svizzero, Federico Mora – osteopata e atleta amatoriale – ha affrontato una delle gare più estreme d’Europa: la SwissPeak700. Un’avventura tra ghiacciai, sentieri impervi e fatica senza tregua, che lo ha visto protagonista assoluto. Terzo tra gli uomini e quarto nella classifica generale, Mora ha portato alto il nome della Marche in una competizione che è molto più di una semplice corsa: è un viaggio tra le pieghe della natura e dentro sé stessi. Partita da Le Bouveret, sulle rive del Lago di Ginevra, la SwissPeak700 attraversa l’intero Canton Vallese, toccando paesaggi spettacolari e mettendo a dura prova corpo e mente. Abbiamo intervistato Federico al termine di questa incredibile impresa. Hai già fatto gare di questo tipo quindi? "Sì, è dal 2018 che partecipo a questo tipo di gare e mi preparo continuamente a situazioni del genere". Raccontaci un po’ quest’ultima avventura. "Questa gara è andata sopra ogni aspettativa. Abbiamo letto male il regolamento: pensavamo che la prima parte, come l’anno precedente, non venisse conteggiata nella classifica finale. Siamo partiti molto lenti, poi compresa questa modifica, nella seconda parte da 380 km, abbiamo iniziato a spingere di più. Sono arrivato primo nella seconda parte. In totale, sono arrivato terzo uomini e quarto nella classifica generale". Come ci si prepara a una gara così estrema? "Faccio sempre una distinzione tra chi lo fa per professione e chi, come me, lo affronta a livello amatoriale. Se questa è la tua professione, fai carichi di lavoro molto importanti. Io personalmente faccio delle collinari vicino casa, poi nei mesi precedenti alla gara dedico un giorno a settimana alla montagna, su sentieri, e partecipo a gare preparatorie per l’obiettivo stagionale". Durante la corsa come gestisci corpo e alimentazione? "Tendenzialmente ti fai un programma – insieme a chi ti supporta – da seguire, ma durante la gara spesso salta tutto. Gli imprevisti sono tanti, le dinamiche di gara complesse, e non sempre tutto va come vorresti. Ho avuto l’aiuto di cinque supporters: Stefano Maraessa, Sergio Giordani e Matteo Castignani nella prima fase; Simone Belleggia e Alessandro Cecchi nella seconda. Lungo il percorso ci sono delle 'basi vita' dove i supporter possono aiutarti con vestiario, alimentazione e recupero". Cos’è che ti spinge ad affrontare le Ultra Trail? "Quando ho deciso di passare dalle gare normali alle Ultra, l'ho vissuta come una sfida personale. Ti poni un obiettivo che, soprattutto per chi non lo fa di mestiere, sembra impossibile. Raggiungere quel traguardo è qualcosa di emozionante. Quello che mi spinge ogni volta è anche la presenza delle persone che mi seguono: faccio dirette Instagram, aggiorno tutto durante la gara attraverso un canale Telegram. Ovviamente c’è anche la connessione con la natura, la scoperta di luoghi unici… ma quando sono in gara, sono molto concentrato sul percorso, sul cercare di rimanere sempre al limite senza superarlo. È un’esperienza davvero unica". Soprannominato "Supersecco", Federico è la rappresentazione che passione, dedizione e spirito di avventura possano portare lontano, anche senza fare dell’atletica una professione. La sua impresa alla SwissPeak700 ci racconta non solo di chilometri e dislivelli, ma soprattutto della capacità di affrontare l’impossibile.

Antonio Tajani a Civitanova: Forza Italia lancia i suoi candidati per la provincia di Macerata
A Civitanova il segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, è arrivato per presentare ufficialmente i candidati del partito per la provincia di Macerata. L’incontro, aperto al pubblico, ha richiamato numerosi cittadini e sostenitori, testimoniando il clima di attenzione alla corsa elettorale. Ad accogliere il vicepremier e ministro degli Esteri, insieme ai candidati locali, anche il senatore Francesco Battistoni, volto di riferimento per il partito nelle Marche. I candidati in campo per Forza Italia nella provincia di Macerata sono: Gianluca Pasqui, Fabrizio Ciarapica, Mattia Orioli, Barbara Antolini, Emanuela Addario e Cecilia Cesetti. Una squadra eterogenea, espressione del territorio e delle sue diverse realtà. Durante il suo intervento, Tajani ha ribadito con forza l’identità del partito: "Siamo un partito moderato e popolare. Abbiamo una credibilità nel territorio, vinceremo per le proposte e non per gli attacchi", ha affermato, sottolineando la linea costruttiva che Forza Italia intende perseguire nella campagna elettorale. Sul fronte delle critiche alla gestione sanitaria regionale, il leader azzurro ha risposto con fermezza: "È una situazione che ci siamo ritrovati quando siamo andati al governo e che stiamo cercando di migliorare. Non bastano cinque anni per risolvere problemi creati da altri”. Un richiamo alla continuità e al lavoro avviato durante la legislatura in corso, sotto la guida del presidente Francesco Acquaroli". Tajani ha poi lanciato un messaggio anche agli elettori del centrosinistra, sottolineando l’assenza di una forza autenticamente moderata in quello schieramento: "Gli ex socialisti e i moderati di centrosinistra non esistono più. Possiamo essere una risposta e un punto di riferimento anche per loro". Particolare attenzione è stata riservata alla valorizzazione delle Marche, regione definita da Tajani come "produttiva e industriale", con un tessuto economico vivace da sostenere a livello europeo: "Dobbiamo lavorare sulle opportunità economiche in Europa per valorizzare l’imprenditoria e l’artigianato della regione", ha dichiarato, evidenziando l’impegno per il rilancio economico del territorio. Infine, il segretario ha rilanciato il progetto di governo regionale: "Vinceremo perché abbiamo la coalizione migliore e un progetto di governo che i cittadini hanno già saputo apprezzare nei cinque anni di gestione Acquaroli, tra proposte portate a termine e idee per il miglioramento sanitario, infrastrutturale, economico e di immagine della nostra regione".

"Meglio la Maceratese che la Coppa dei Campion": la squadra incontra l'amministrazione in vista del debutto (VIDEO)
"Nella mia tabaccheria si leggono più le pagine dei giornali che riguardano la Maceratese che La Gazzetta dello Sport". "Perchè meglio la Maceratese che la Coppa dei Campion". Questo il simpatico botta e risposta tra il Presidente della Maceratese Alberto Crocioni e l'assessore ai lavori pubblici Andrea Marchiori, durante la visita della squadra all'amministrazione comunale. Questa mattina il sodalizio biancorosso ha rinnovato un appuntamento ormai tradizionale e di buon auspicio: a pochi giorni dall’esordio in campionato, che segnerà il ritorno in Serie D, ha incontrato nello splendido cortile di Palazzo Conventati l’amministrazione comunale. Ad accogliere il presidente Alberto Crocioni, lo staff e la squadra, il sindaco Sandro Parcaroli e gli assessori Andrea Marchiori e Riccardo Sacchi. L’amministrazione ha espresso entusiasmo per la nuova stagione e ribadito l’impegno sulla riqualificazione dell’impiantistica sportiva, con particolare attenzione all’Helvia Recina Pino Brizi, destinato a diventare uno degli stadi più moderni e accoglienti della regione. Nel loro saluto non è mancato l’augurio alla Maceratese di rappresentare al meglio la città, all’insegna del rispetto e della sportività. Il presidente Alberto Crocioni ha dichiarato: “Stiamo affrontando il salto di categoria con grande determinazione, senza nulla da invidiare a nessuno. Per questo dobbiamo avere fiducia nei nostri mezzi. In campo sarà fondamentale rispettare sempre gli avversari. Ringrazio l’amministrazione, tutti gli sponsor, gli addetti ai lavori e soprattutto i tifosi, che ci hanno emozionato durante la presentazione in Piazza della Libertà”. Il direttore generale Stefano Serangeli ha sottolineato l’armonia nel club: “Lavoriamo con un rapporto basato sulla fiducia e sulla condivisione, che ci permette di superare le sfide insieme. Con il presidente c’è una stima reciproca che ci ha consentito di cambiare passo: un valore non scontato, e per questo lo ringrazio”. Il direttore sportivo Nicolò De Cesare ha evidenziato l’unità della squadra: “Abbiamo la fortuna di lavorare in sintonia. Vogliamo sentirci unici, in un club in crescita che cerca di non far mancare nulla alla squadra. Non dobbiamo sentirci solo come neo promossi, ma come la Maceratese che lavora con metodo. I nuovi si stanno allineando: se restiamo uniti, possiamo giocarcela con tutti”. Mister Matteo Possanzini si è detto determinato per l’inizio della stagione: “Come staff tecnico ci sentiamo apprezzati e questo ci spinge a lavorare meglio. Questa settimana ci porta verso la Serie D e dobbiamo viverla al massimo. Sono momenti dello sport che vanno goduti. Indossare questa maglia per noi è un onore e una grande responsabilità, ma sono sicuro che ci faremo trovare pronti”. La città e la società sono quindi pronte ad accendere la nuova stagione: appuntamento a domenica 7 settembre, ore 15:00, allo stadio Helvia Recina Pino Brizi per la prima sfida del campionato contro la Vigor Senigallia. (Foto Francesco Tartari | S.S. Maceratese)

Vuelta a España 2025: Pellizzari decimo in classifica e in maglia bianca. Oggi si riparte con la seconda settimana
Il primo giorno di riposo della Vuelta a España 2025, arrivato ieri 1° settembre, ha sancito un primo bilancio dopo una settimana intensa e selettiva. E tra i protagonisti c’è anche un nome marchigiano: Giulio Pellizzari, 21 anni, camerte, che ha chiuso la nona tappa in decima posizione nella classifica generale, con un ritardo di 2 minuti e 53 secondi dalla maglia rossa Torstein Træen (Bahrain Victorious), e indossando con orgoglio la maglia bianca di miglior giovane. Una maglia meritata, simbolo di un talento in piena crescita, già messo in mostra al Giro d’Italia 2025 e ora confermato alla Vuelta, dove oltre a mettersi in luce individualmente, Pellizzari continua a lavorare come prezioso gregario per il suo capitano della Bora - Red Bull Jai Hindley. Proprio nella tappa di Valdezcaray, infatti, nonostante sia rimasto inizialmente attardato e sorpreso dall’attacco fulmineo di Jonas Vingegaard, ha poi collaborato attivamente con il gruppo degli inseguitori. “Mi sono trovato indietro nel gruppo e mi ha un po’ sorpreso l’attacco di Vingegaard, che è partito molto presto – ha dichiarato Pellizzari – Ma in fin dei conti, ha dato due minuti a tutti, era semplicemente troppo forte. Alla fine avevo buone gambe, buone sensazioni, ma l’ultima parte della salita era piuttosto semplice. Abbiamo fatto del nostro meglio con la squadra, vedremo nelle prossime tappe di montagna”. La seconda settimana di corsa si apre subito in salita – letteralmente. Oggi, 2 settembre, il gruppo affronterà la decima tappa: oltre 3000 metri di dislivello da Parque de la Naturaleza Sendaviva a El Ferial Larra-Belagua, ai confini con la Francia. Una scalata impegnativa che potrebbe rimescolare ancora le carte in classifica generale. Proprio qui, nel 2023, fu Remco Evenepoel a trionfare in una delle tappe più spettacolari di quell’edizione. Occhi puntati, dunque, su possibili attacchi da parte degli uomini di classifica, anche se, con l’arrivo temutissimo sull’Angliru previsto per venerdì 5 settembre (tredicesima tappa), non è escluso che alcuni big preferiscano risparmiare energie. Un’occasione d’oro, quindi, per una fuga da lontano.

"Mi basta una percentuale a due cifre": Salvini rilancia la Lega in vista delle Regionali 2025 (FOTO e VIDEO)
"Mi basta che la Lega arrivi seconda, ma con una percentuale a due cifre", ha dichiarato il vicepremier Matteo Salvini, riferendosi alle prossime elezioni regionali del 28 e 29 settembre, nelle quali auspica una netta vittoria del centrodestra guidato dal presidente uscente Francesco Acquaroli. Parlando all’Hotel Monteconero di Sirolo in occasione della presentazione dei candidati della lega, il leader ha definito il voto nelle Marche come una tappa cruciale: "È la prima regione al voto e quindi darà il tono al clima politico nazionale. Scherzando – ha aggiunto – diciamo che indirizzerà anche i talk show". Nel suo intervento, Salvini ha toccato diversi temi, dalla politica nazionale a quella internazionale, fino alle questioni più locali. Ha sottolineato, ad esempio, l’importanza dell’alta velocità sulla costa adriatica, promettendo l'avvio dei primi cantieri entro il 2027. Non sono mancati i classici argomenti cari alla Lega: contrasto all’immigrazione irregolare – definita come una minaccia maggiore rispetto a quella dell’“armata rossa” – e lotta al terrorismo islamico, descritto da Salvini come "il cancro del mondo". Ha rilanciato poi le proposte fiscali del partito, parlando di "pace fiscale" e dell’innalzamento del tetto per la flat tax. Sul fronte economico, il ministro ha annunciato che la prossima legge di bilancio conterrà "il più alto stanziamento di sempre per sanità e famiglie", e ha sottolineato come i dati attuali mostrino una disoccupazione ai minimi storici. "Con il centrodestra al governo, guardiamo già alla prossima legislatura fino al 2027, se gli elettori lo vorranno", ha aggiunto. Accanto a Salvini erano presenti la segretaria regionale della Lega Giorgia Latini, l’onorevole Mirco Carloni e il presidente della Regione Francesco Acquaroli, con un intervento che ha sintetizzato il suo operato di 5 anni. Salvini ha poi evitato di soffermarsi sul candidato del centrosinistra, l'europarlamentare Matteo Ricci: "Non entriamo nel merito delle inchieste, lasciamo a lui gli spot elettorali", ha tagliato corto. Infine, un messaggio diretto ai candidati leghisti: "Lasciamo alla sinistra il linguaggio della rabbia. Noi dobbiamo parlare soprattutto a chi ha smesso di votare". E per quanto riguarda l'appuntamento simbolico di Pontida, fissato per il 21 settembre, Salvini ha assicurato che verrà trovato un modo per collegarlo anche "con il cuore delle Marche", prevedendo una "dispensa speciale" per i candidati marchigiani (qui i candidati della provincia di Macerata) impegnati nella campagna elettorale.