Avanzano i lavori di risanamento profondo della pavimentazione avviati da Anas (Gruppo FS Italiane) sul tratto marchigiano della strada statale 77 “della Val di Chienti”, per un investimento complessivo di oltre 6 milioni di euro.
A partire da martedì prossimo, 3 settembre, sarà interessato un nuovo tratto di 3 chilometri nel territorio comunale di Tolentino (dal km 75,550 al km 78,500). Il transito durante i lavori sarà sempre consentito a doppio senso sulla carreggiata opposta, mentre lo svincolo di Tolentino/Zona Industriale sarà provvisoriamente chiuso in ingresso e in uscita per chi viaggia in direzione Foligno.
I lavori consistono nella completa rimozione della vecchia pavimentazione e nel rifacimento della sovrastruttura stradale fino agli strati più profondi, compresa la sistemazione idraulica della piattaforma e il rifacimento della segnaletica orizzontale.
Nel corso di una conferenza stampa il Sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, il Priore della Comunità Agostiniana Padre Giustino Casciano e l’Ing. Gianfranco Ruffini hanno annunciato che a partire dal prossimo 8 settembre verrà riaperta ai fedeli e ai visitatori un’altra piccola porzione del complesso monumentale della Basilica di San Nicola.
Infatti, proseguendo nell’ottica della messa in sicurezza funzionale all’intervento di restauro vero e proprio, sono in corso di realizzazione lavori che sono utili al recupero e alla sistemazione dei locali del convento ma contemporaneamente, come già successo nel caso della riapertura della navata centrale, della cappella delle Sante Braccia e del Cappellone, con questo nuovo intervento verrà riaperto un braccio dell’antico chiostro, dall’entrata di fianco al portale della Basilica, fino all’ingresso che consente di accedere al Cappellone.
Questi lavori consentono di creare un percorso circolare negli ambienti aperti al pubblico, migliorano le condizioni di sicurezza e permettono di poter visitare una parte molto importante del complesso monumentale di San Nicola. Infatti l’intera area all’aperto, senza coperture del chiostro sarà comunque fruibile dai turisti e dai fedeli. La parte del chiostro riaperta potrà anche essere utilizzata per piccole esposizioni, per la realizzazione di presepi e altre importanti iniziative.
L’intervento è stato reso possibile grazie alla sensibilità e alla sponsorizzazione sostenuta dal Cav. Franco Moschini e dalla Ditta Alma Restauri.
Inoltre, grazie a piccoli disavanzi ottenuti nella prima fase di messa in sicurezza dei lavori, si sta progettando un ulteriore intervento per il recupero di cinque locali della vecchia infermeria che potranno essere utilizzati dalla Comunità Agostiniana per le tante attività riservate ai giovani e ai pellegrini, migliorando le condizioni di vita all’interno del convento della stessa Comunità. Contemporaneamente si stanno cercando anche finanziamenti per il recupero del vecchio Salone S. Agostino e di altre cinque camere al primo piano, nella parte più antica dello storico convento.
Sempre nel corso della conferenza stampa è stato annunciato che nei prossimi mesi verranno avviate le procedure per la scelta del tecnico che sarà incaricato di redigere il progetto per il recupero del complesso monumentale di San Nicola, per il quale sono stati stanziati finora 3 milioni e 800 mila euro, cifra certamente non sufficiente ma che comunque consentirà l’avvio dei lavori. Il Sindaco Pezzanesi e la Comunità Agostiniana stanno lavorando per reperire altri finanziamenti.
Infine sono stati ringraziati per la loro sensibilità e vicinanza alla Comunità tolentinate e agli Agostiniani il Cav. Franco Moschini e Marco mancini dell’Alma Restauri che hanno finanziato i lavori che consento la riapertura, in occasione delle imminenti feste dedicate a San Nicola, di una parte del chiostro. È un vero e proprio dono questa riapertura del chiostro – hanno detto il Sindaco e il Priore di San Nicola – e ringraziamo l’ing. Ruffini e i mecenati Moschini e Mancini dell’Alma che ancora una volta hanno dimostrato concretamente il loro attaccamento alla Città. E’ un passo avanti importante che migliora la fruibilità degli spazi della Basilica.
Oggi, 30 agosto, è l’ultimo giorno di lavoro per il Responsabile del Servizio Finanziario del comune di Castelsantangelo sul Nera Alfredo Riccioni che dal 1° settembre 2019 sarà in pensione.
L’Amministrazione ha organizzato una piccola cerimonia per salutare il dipendente comunale, nel corso della quale il sindaco Mauro Falcucci ha consegnato un Attestato di Benemerenza per i 42 anni di servizio.
Presenti oltre al sindaco, l’assessore Marco Remigi e tutti i dipendenti comunali che hanno partecipato alla breve, ma significativa cerimonia per salutare il collega.
Il sindaco, nel messaggio di commiato, ha ripercorso gli anni con i quali ha iniziato la collaborazione con Alfredo Riccioni, dal lontano 20 maggio 1990 fino al 25 maggio 2004 e dal 26 maggio 2014 ad oggi, 20 anni di stretta e intensa collaborazione dove ha richiamato la professionalità, la grande disponibilità, l’impegno e la collaborazione fornite nell’esclusivo interesse dell’Amministrazione e sempre pronto a dare un aiuto a tutti i cittadini, specialmente nei riguardi degli anziani.
Mauro Falcucci ha voluto richiamare i drammatici momenti degli eventi sismici iniziati il 24/08/2016, ricordando anche quelli del 26/09/1996, dove Alfredo Riccioni non solo ha operato instancabilmente nel settore di competenza, ma ha partecipato sempre in prima fila a dare supporto e aiuto alla popolazione rivelandosi, causa il limitato numero di dipendenti, una preziosa risorsa.
Al termine della cerimonia, il Sindaco nel rinnovare i sentimenti di gratitudine dell’Amministrazione e suoi personali, ha formulato i migliori auguri di un sereno pensionamento affinché la nuova “avventura” sia foriera di tante belle novità, ricca di interessi, affetti e meravigliose sorprese.
“Il terremoto era certamente ciò che non ci voleva per tutti i paesi del maceratese e non solo, un evento che, oltre l’animo e lo spirito, nonostante non ci siano stati morti, ha piegato le persone. Ciò che pesa maggiormente, da concittadino prima che da amministratore, è l’impotenza verso gli abitanti di San Ginesio, il non poter fare nulla se non garantire costantemente un supporto morale”. Il sindaco di San Ginesio, Giuliano Ciabocco, a tre anni dal sisma che ha colpito fortemente la città delle “100 chiese”, fa il punto della situazione su cosa è stato fatto e cosa ancora c’è da fare.
“Il primo anno le richieste erano svariate e di ogni tipo ma ciò che serviva maggiormente alle persone era il rapporto umano – prosegue il primo cittadino -. Ho deciso di aprire il comune dal lunedì al sabato ma se delle cose non possiamo farle dobbiamo essere onesti con i cittadini che stanno soffrendo. La rabbia verso i politicanti è tanta perché non si rendono conto che per le comunità come le nostre la casa è tutto: rappresenta il sudore, i ricordi, i risparmi, la tradizione. Il fatto che nessuno, ripeto nessuno, si stia adoperando per accelerare i tempi e ridare uno spiraglio a queste persone fa molta rabbia. Vogliamo ridare speranza ai giovani e un sorriso agli anziani perché oggi le persone sono spente come una candela che, in questi tre anni, ha piano piano perso la luce.”
Tra pubblico e privato, a San Ginesio, sono 1300 i fabbricati danneggiati dal sisma tra danni lievi e pesanti. 236 le pratiche presentate, 61 i cantieri aperti (54 con danni lievi e 7 pesanti). “Abbiamo un grande staff che sta facendo un ottimo lavoro in stretta sinergia con l’ufficio tecnico – spiega Ciabocco -. Il responsabile dell’urbanistica arriva da Finale Emilia ed è un docente dell’Università di Ferrara; ha preso molto a cuore la nostra situazione e ha dato una grandissima accelerata alle pratiche della ricostruzione. San Ginesio inoltre è stato scelto dalle comunità creative dell’Unesco come comune modello della ricostruzione che è una cosa seria e bisogna stare molto attenti. Non ci possiamo permettere di sbagliare ora con tutte le difficoltà che già ci sono.”
“Chi c’era prima di me non ha scelto di mandare le persone al mare e avevamo la fortuna di avere un ostello fuori dal paese: evacuato tutto il centro storico abbiamo ospitato lì gli sfollati – ha spiegato il sindaco -. Una decisione che aveva creato feroci polemiche: a me non interessa la politica ma, insieme alla squadra, vogliamo essere al servizio della comunità.”
Ciabocco ha poi riportato l’attenzione si una delle questioni più difficili vissute, nel post sisma, dalla sua citta: quella relativa al polo scolastico. I ragazzi degli istituti superiori infatti sono delocalizzati a Passo San Ginesio mentre gli altri frequentano le lezioni presso l’ostello. “A fronte di una scelta sbagliata fatta sull’area, siamo l’unico paese del cratere a non avere ancora una scuola – ha continuato il primo cittadino -. La volontà era quella di accorpare i vari istituti (materna, elementare, liceo socio pedagogico e ipsia) per creare un unico polo dotato di servizi. Bisognava scegliere un’area di proprietà dell’ente e la scelta è caduta, credo in maniera forse affrettata, sull’unica area che l’ente aveva ma che era sottoposta a vincolo paesaggistico. Faccio fatica a pensare che il vincolo non fosse stato ricordato da nessuno; fatto sta che questo è stato detto. Casualmente questa problematiche è uscita solo l’11 giugno del 2018, il giorno dopo la mia elezione. Una settimana prima, in piena campagna elettorale, l’allora commissario per la ricostruzione, la Dottoressa De Micheli, insieme ai componenti della lista a me avversa, alla presenza della cittadinanza e soprattutto dei bambini, avevano celebrato ufficialmente la posa della prima pietra e l’inaugurazione del cantiere, sapendo che non si poteva fare un bel nulla. Il giorno prima delle elezioni hanno anche mandato una ruspa a rovinare gli ultimi due campi da tennis per far vedere che i lavori erano iniziati.” È importate per il sindaco e l’Amministrazione “mantenere con le unghie e con i denti i numeri degli istituti. Il comune si è accollato la tassa di iscrizione delle prime e delle superiori – ha spiegato il Sindaco -. Degli amici del nord Italia si sono resi disponibili a una donazione per istituire dei premi al merito che serviranno per acquistare i libri di testo. Noi stiamo facendo tutto ciò che possiamo per garantire ai cittadini la massima serenità.”
Sulla Rsa, fortemente lesionata, le speranze sono altrettanto forti. “La residenza sanitaria assistenziale avrà i suoi 20 posti letto, più altri 20 (residenza protetta) ai quali se ne aggiungeranno altri otto – spiega Ciabocco -. Una grane novità è senza subbio il punto di telemedicina, degli ambulatori dove è possibile eseguire gli esami gratis e, in tempo reale, avere le risposte. Una grande novità che attrae moltissime persone anche da fuori provincia, un servizio davvero fondamentale per il territorio. Ora c’è anche un accordo con l’Unione Montana per ampliare questi servizi facendo anche altri due punti delocalizzati.”
San Ginesio è anche il paese delle 100 chiese e nemmeno una, al momento è agibile. Nel maggio del 2018, la Caritas nazionale ha donato un centro di comunità adibito a chiesa dove ancora di svolgono le funzioni religiose. “A breve partiranno i lavori della Pieve Collegiata, un esempio unico di combinazione tra romanico e gotico – osserva il sindaco -. Il progetto esecutivo è quasi pronto ed è stato preso in carico dal Ministero. La novità sta nel fatto che lo stesso comune ha deciso di eseguire dei lavori anche all’interno della torre civica per poter posizionare un ascensore e conferire maggiore vocazione turistica a quello che è già un gioiello di San Ginesio. Proprio la vocazione turistica rappresenterà il nostro futuro: se tutti insieme riusciamo a rilanciare le comunità, investendo sulle nostre potenzialità, potremo esplodere.”
Un lavoro che va avanti, giorno dopo giorno, in “una squadra di amici e di persone fidate” come ama sottolineare il primo cittadino. “Ho cambiato lo statuto comunale per poter assegnare le deleghe ai consiglieri: credo che chi ha la piena fiducia ma soprattutto la competenza deve poter portare il proprio contributo alla nostra Città così martoriata dal sisma.”
L’Amministrazione comunale si sta anche adoperando per riaprire i quattro chilometri di cinta muraria di San Ginesio. “Vorremmo far entrare la città nel club delle Città Murate del Mondo e ci sono i finanziamenti per realizzare anche un percorso ciclopedonale – ha spiegato Ciabocco -. Sta proprio al territorio stringersi e fare rete e la promozione turistica deve essere sinergica con i comuni vicini. Bisogna scardinare le sciocchezze legate ai campanilismi perché è il momento storico a chiedercelo; siamo in un territorio splendido e dobbiamo essere noi, in primis, a creare valore, portando solo cose positive alle nostre comunità. L’economia deve ricominciare a girare per quelli che eroicamente resistono e noi, come Comune, siamo in prima linea per far sì che questo accada.”
La Regione Marche e la Rete ferroviaria italiana hanno condiviso e assunto l'impegno di eliminare, in un decennio, tutti i 71 passaggi a livello ancora attivi lungo le tre linee ferroviarie marchigiane: 13 sulla "Orte - Falconara", 42 sulla "Civitanova - Albacina", 16 sulla "Ascoli - Porto d'Ascoli".
La Giunta regionale ha approvato il protocollo d'intesa che firmerà con Rfi per una mappatura degli impianti esistenti, la definizione della priorità delle dismissioni, la stima dei costi necessari. In seguito verranno coinvolti gli enti locali per concretizzare il programma delle soppressioni.
"La Regione e Rfi - ha commentato la vice presidente Anna Casini, assessore alla Infrastrutture - hanno interesse comune a completare l'eliminazione delle interferenze su tutte le linee: un obiettivo ricompreso nel contratto di programma dell'azienda con il ministero delle Infrastrutture e Trasporti che la Regione ha già segnalato al Mit come intervento ferroviario prioritario anche nelle Marche".
Fonte: Ansa
Lunedì 2 settembre partiranno i lavori di ripristino del manto stradale e la realizzazione di attraversamenti pedonali rialzati in asfalto in corrispondenza della pista ciclabile dell’arteria di collegamento fra Villa Eugenia e il rione Villa dei Pini, via Abruzzo e via Aristotele e dureranno fino a Venerdi' 6 Settembre.
L’ufficio tecnico del Comune comunica che la strada rimarrà chiusa. L'accesso per il Poliambulatorio è consentita solo da via Civitanova, unitamente ai residenti.
Da domani saranno predisposti i preavvisi su via Civitanova e su via D'Annunzio.
Non più solo la sanzione amministrativa ma anche il procedimento penale per chi finge di fermarsi all’alt della Polizia e poi scappa. Una nuova strategia di intervento, che potrebbe rappresentare un apripista a livello nazionale, che ha portato la Polizia Stradale e la Questura di Macerata alla denuncia di dieci automobilisti (di cui due in fase di accertamento) che non si sono fermati all’alt intimato dalla paletta degli uomini in divisa.
“Nei controlli effettuati dalla Polizia Stradale di Macerata negli ultimi dieci giorni, sono venuti alla luce dei comportamenti pericolosi, per l’incolumità personale e pubblica, messi in atto da alcuni automobilisti – ha spiegato il questore Antonio Pignataro -. È accaduto che, dopo che veniva intimato l’alt da un posto di blocco al conducente della vettura, quest'ultimo faceva finta di fermarsi per poi scappare subito dopo. Una condotta che nell’ultimo mese è stata registrata per ben dieci volte e che viola l’articolo 192 del Codice della Strada, punibile con una sanzione amministrativa che dagli 84 euro può arrivare ai 335 e con la decurtazione di 3 punti sulla patente di guida. Abbiamo analizzato la cosa e abbiamo visto che, in base alle sentenze della Corte di Cassazione, è possibile contestare all’automobilista che mette in atto questo comportamento anche la resistenza a pubblico ufficiale e quindi avviare un procedimento penale.”
“Un comportamento che mette in pericolo non solo la vita stessa dell’automobilista, che cerca di speronare la vettura della Polizia che procede all’inseguimento, ma anche quella degli operatori dello Stato e dei comuni cittadini – ha continuato il questore -. I soggetti fermati, tutte persone tra i 20 e 40 anni, sono tutte risultate essere sotto l’effetto di alcool o di sostanza stupefacente. La condotta diventa così una fattispecie delittuosa e non convenzionale e si configura nel reato 337 del codice penale, resistenza a pubblico ufficiale, punibile con la reclusione da 6 mesi a 5 anni.”
“Lo scopo della Polizia di Stato è quello di dare risposte concrete ai cittadini e garantire loro la massima sicurezza – ha osservato Pignataro -. Questa strategia di intervento, messa in atto in stretta collaborazione con la procura della Repubblica, permette quindi di fare in modo che certe condotte vengano stigmatizzate.”
Entrando nel dettaglio, “se l’automobilista non ottempera all’alt, la violazione implica il pagamento della cifra e la decurtazione dei punti sulla patente – ha aggiunto Tommaso Vecchio, il Commissario Capo della Polstrada -. Se il conducente della vettura non altera la sua condotta di guida e mantiene un atteggiamento consono si rimane nella norma. Nel caso contrario, se si mettono in atto fughe pericolose, si costringe il poliziotto a rocamboleschi inseguimenti che mettono a repentaglio la vita di tutti. È in questo caso che si concretizza la fattispecie di reato di resistenza a pubblico ufficiale perché si impedisce agli stessi operatori di eseguire il loro lavoro. Abbiamo quindi deciso di denunciare legittimamente queste persone per la tipologia di reato.”
Condotte che, come spiegano all’unisono il questore Pignataro e il Commissario Capo Vecchio, “sempre più spesso assumono una grande propaganda tra i giovani i quali credono che, non ottemperando all’alt, incorrono semplicemente in una sanzione amministrativa. Ora non è più così.”
A seguito di lavori di riparazione del danno e miglioramento sismico, per un importo di poco superiore ai 100mila euro, è tornata di nuovo agibile un’abitazione di campagna, che ospitava una famiglia settempedana, in località Valle dei Grilli.
Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, ha firmato la revoca dell’Ordinanza con la quale, dopo le scosse dell’ottobre 2016, aveva dichiarato non utilizzabile lo stabile.
La Cisl Fp Marche esprime, nelle parole del Segretario Regionale Luca Talevi e nel Responsabile del Territorio di Macerata Alessandro Moretti, soddisfazione per aver vista accolta nel decreto “sblocca cantieri” la richiesta di implementazione del personale addetto nei Comuni e nell’Usr alla ricostruzione.
Il sindacato già nel corso del 2018 aveva incontrato in due assemblee pubbliche a Tolentino gli assunti a tempo determinato per il sisma, e aveva lavorato nei giorni immediatamente precedenti alla festività natalizie per ottenere il rinnovo dei contratti a tempo determinato che erano in scadenza, nonchè domandare nuova forza lavoro.
Oggi - "anche se con qualche mese di ritardo", puntualizzano dalla Cisl - 116 nuove assunzioni sono state autorizzate per le Marche.
In ogni caso Talevi e Moretti sottolineano come "esistono ancora sul tavolo alcune questioni relative agli assunti a tempo deteminato part-time nell’area delle professioni tecniche; oltre che la necessità di disporre, entro un anno, di una Legge ad hoc che consenta la proroga automatica degli assunti nei Comuni oltre i 48 mesi di durata contrattuale dal 2016 e la possibilità di stabilizzazione onde evitare di bloccare la ricostruzione post sisma con un eventuale, ma da scongiurare, turn-over di tutti gli assunti. E questo punto in particolare, oltra alla necessità di condividere con Regione e Commissario una non rinviabile visione futura della ricostruzione, costituiscono l’agire prossimo della Cisl Fp Marche".
"Abbiamo manifestato interesse sulla gestione degli impianti di Frontignano e attendiamo di ricevere un incontro con il Commissario per approfondire la questione e illustrare la nostra proposta gestionale." Ad annunciare la notizia è Francesco Cangiotti che gestisce già gli impianti Bolognola Ski.
Un annuncio che arriva dopo la denuncia di qualche giorno fa di Filippo Campanile che, da tempo, insieme all'Associazione Pro.Frontignano, denuncia l'abbandono e il disinteresse da parte delle istituzioni che hanno riguardato gli impianti a fune di Frontignano di Ussita.
"Abbiamo preso questa decisione perchè riteniamo di poter fare un buon lavoro gestionale e di rilancio della località - ha aggiunto Cangiotti -; oltre che magari promuovere uno skipass stagionale unificato tra Bolognola Ski e Frontignano che sicuramente sarebbe appettibile per gli sciatori sia marchigiani sia umbri."
Sono stati adottati dall’Ufficio speciale per la ricostruzione i decreti relativi alle perimetrazioni del Comune di Camerino approvati nel Consiglio comunale del 15 luglio.
Gli schemi atti di perimetrazione riguardano: il Centro storico, le frazioni di Arnano, Calcina, Nibbiano, Piegusciano, Sant’Erasmo, il quartiere di Vallicelle – Borgo San Giorgio.
Per ogni dettaglio è possibile consultare la pubblicazione dell’estratto sul B.U.R. n.67 del 22 agosto 2019 nonché la pubblicazione sul sito istituzionale della Regione Marche avvenuta lo scorso 26 agosto. Entro dieci giorni dalla pubblicazione sul sito istituzionale della Regione Marche gli atti di perimetrazione saranno approvati definitivamente con decreti del presidente della Regione – Vice commissario.
Proprio sul tema riguardante la ricostruzione, l’Amministrazione comunale ha deciso di programmare un’assemblea pubblica a settembre con particolare focus su aggregati, consorzi volontari e consorzi obbligatori per informare la cittadinanza sulle modalità di attuazione e relativa documentazione che dovrà essere presentata dai privati.
“Riteniamo necessario incontrare la città per cercare di dare qualche delucidazione riguardo all’azione che proprio i singoli cittadini devono svolgere – spiega il sindaco Sandro Sborgia – Non nascondo che avevamo già in programma di fissare un incontro, dopo l’estate e le ferie, ma questa esigenza ci è stata trasmessa anche da tante persone che non sanno come muoversi. Il contatto con la gente resta fondamentale anche perché sul tema ricostruzione alcuni passaggi, fondamentali, devono essere compiuti proprio dai cittadini” conclude il primo cittadino.
“Altre 8 telecamere di videosorveglianza verranno installate in pieno centro città. Queste si aggiungono alle 93 presenti sul territorio più le 4 che si trovano presso la Polizia Municipale che portano il numero complessivo degli occhi elettronici installati dal Comune a un totale di 105. Come promesso la nostra Giunta sta implementando il potenziamento del sistema di videosorveglianza con l’obiettivo di mettere in sicurezza la città, prevenire gli illeciti e garantire maggiore tutela ai cittadini e ai commercianti. Infatti sei telecamere verranno a breve posizionate nella principale arteria viaria del centro proprio in Corso Umberto I, lato est, e due verranno posizionate presso l’Ufficio anagrafe a Palazzo Sforza”. Così il Sindaco Fabrizio Ciarapica all’indomani della Delibera di Giunta.
“Le telecamere su Corso Umberto I rappresentano un primo tassello di rafforzamento della sicurezza soprattutto nella direzione dei tanti commercianti ed esercizi pubblici presenti, a breve, infatti, ci sarà un ampliamento del sistema che andrà a coprire anche le altre vie centrali dello shopping. Inoltre, le telecamere si sono rivelate anche un sistema di presidio molto valido che va in aiuto nell’individuazione dei reati commessi dagli automobilisti o dai pirati della strada”.
“Ancora iniziativa concreta - ha concluso il Sindaco Ciarapica - che risponde a una inderogabile richiesta di sicurezza da parte dei cittadini e che ci aiuta a prevenire e combattere i comportamenti irrispettosi della legalità a salvaguardia del decoro della nostra città”.
Le 8 telecamere sono state deliberate in Giunta ieri 27 agosto 2019 e il costo complessivo, iva compresa, sarà di 20Mila euro. Come tutte le altre telecamere, anche queste saranno collegate alla centrale della Polizia Municipale, al Comando dei Carabinieri e al Comando della Polizia di Civitanova Marche.
Origini molisane, ha lavorato per un periodo della sua vita in Lombardia per poi essere nominato Vice Comandante nella sua terra natia, a Campobasso, dove è rimasto per 16 anni. Dal 27 maggio, a seguito della promozione, l’Ingegner Antonio Giangiobbe è il nuovo Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Macerata. Un territorio, quello maceratese, “che conosco molto bene a causa del sisma che ha colpito il Centro Italia nel 2016” ha spiegato.
Insediatosi da maggio nel Comando di Macerata, che lui stesso definisce “molto attivo dal punto di vista operativo e amministrativo”, ha tracciato un bilancio, insieme al suo Vice Mirko Mattiacci, delle attività, supportate da 6 squadre operative giornaliere per un totale di 35 unità, svolte negli ultimi mesi in Provincia, contraddistinte maggiormente dall’emergenza incendi e dagli interventi legati al sisma.
“Sono 5mila gli interventi effettuati dall’inizio dell’anno sul fronte del soccorso – ha spiegato Giangiobbe -. 650 sono stati destinati alla repressione incendi mentre 400 agli incidenti stradali. L’anno scorso sono stati effettuati 3.500 interventi relativi all’emergenza sisma mentre nel 2019 sono state 1.300 le operazioni eseguite, prevalentemente nella zona di Camerino, uno dei comuni simbolo di questa tragedia. Questo a testimonianza del fatto che siamo ancora impegnati nel cratere con il Comando Operativo Avanzato e che l’emergenza sisma non è ancora finita, soprattutto nelle aree montane. La speranza è che si tratti di un’attività residuale perché dobbiamo fare in modo che inizino a lavorare anche le imprese locali.”
Sul fronte incendi boschivi, soprattutto a conclusione di una “stagione estiva particolarmente siccitosa, dal 1 giugno al 21 agosto sono andati a fuoco ben 83 ettari di bosco complessivi contro un ettaro dell’anno scorso – ha spiegato Mattiacci -. Un numero così elevato raggiunto soprattutto per il grande incendio che ha interessato Fiuminata, dove sono andati a fuoco circa 70 ettari.”
“Attivato, da quest’anno, anche il presidio acquatico, che collabora in stretta sinergia con la Capitaneria della Guardia Costiera di Civitanova Marche – ha spiegato Giangiobbe -. Sono tre i presidi, localizzati nelle altrettante località costiere della Provincia, che svolgono maggiormente attività preventiva con soccorritori specializzati.”
Giangiobbe ha ereditato dal suo predecessore Patrizietti, l’importante compito di portare avanti l’ammodernamento delle varie sedi dei Vigili del Fuoco danneggiate a seguito del sisma. “Per quella centrale, che necessita di un restyling e soprattutto di nuovi spazi, ci sono già i finanziamenti della Provincia e del Commissario. Anche per la sede di Camerino, che è stata particolarmente danneggiata, sono già stati stanziati i fondi per procedere all’abbattimento e alla ricostruzione. Di rilievo sono poi i distaccamenti di Visso e di Apiro; per quest’ultimo è in atto un progetto di riqualificazione, ideato in sinergia con il primo cittadino, per portare avanti un corso per il personale volontario dato che le unità stanno scemando e c’è bisogno di rimpinguare i volontari su un presidio considerato strategico per il territorio.”
Volontà del nuovo Comandante è anche l’istituzione di un ufficio di Polizia Giudiziaria. “Mi porto dietro l’esperienza avuta, in qualità di Vice, a Campobasso – ha osservato -. Credo sia un punto importante per il Comando dei Vigili del Fuoco, sia per il controllo e per la vigilanza ma anche per l'implemento dei rapporti con la Procura.”
Infine la ricorrenza dell’80esimo anniversario dall’Istituzione del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. “Il Dipartimento di Macerata ha predisposto una serie di eventi celebrativi a Camerino, individuato come luogo simbolo del sisma, il 2 ottobre – ha concluso Giangiobbe -. Durante la ricorrenza, la Banda del Corpo, composta da 42 elementi, suonerà nel centro polifunzionale Benedetto XIII, e verrà esposta una mostra con gli elmi dei Vigili del Fuoco. Un’occasione e un’opportunità per dare lustro non solo al Corpo Nazionale ma anche a questi territori che hanno vissuto il dramma del terremoto.”
Un’intera palazzina, sita in via Dante Alighieri a San Severino Marche, è tornata di nuovo agibile dopo le scosse di terremoto dell’ottobre 2016. Il primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei, ha firmato la revoca dell’Ordinanza con la quale aveva dichiarato non utilizzabile lo stabile composto da cinque abitazioni.
Per i lavori di riparazione del danno e miglioramento sismico erano stati stanziati complessivamente 325mila euro.
"Vogliamo la ricostruzione e non i concerti". "Godetevi pure i concerti ma almeno risparmiateci quella ipocrita commedia di dire che lo fate per noi. Noi vogliamo la ricostruzione delle nostre case e non i concerti". "Se veramente volete aiutare i terremotati scendete con noi in piazza, altro che andare ai concerti gratuiti fingendo di farlo per aiutarci". "Al di là dello spettacolo e della bella musica, stringi stringi rimane tutto fermo e nulla cambia per le popolazioni delle zone terremotate. Quindi a che serve tutto questo?". Sono solo alcune delle grida di rabbia e di aiuto disperato che si levano dalle pagine social del gruppo Facebook "La terra trema noi no", in merito alla terza edizione di RisorgiMarche, il festival ideato da Neri Marcorè.
L'articolo pubblicato da "Il Metauro", che riporta i malumori dei terremotati risale al 2 agosto ma ancora oggi, soprattutto a tre anni di distanza dalla prima scossa che ha colpito il Centro Italia, i sentimenti delle popolazioni colpite dal sisma sono gli stessi.
“C’è stato un terremoto che ha distrutto decine di migliaia di abitazioni. Fatto morti e feriti, il peggior disastro che ha colpito l’Italia negli ultimi anni. La ricostruzione dovrebbe essere la priorità delle priorità." Gli appartenenti al gruppo social criticano anche la lenta e farraginosa burocrazia che non permette loro di ricostruire e di poter dare una speranza al futuro di queste terre.
Solo 4 abitazioni agibili e ancora tante zone rosse. “Su circa 270 abitanti sono rientrate a casa solo 22 persone.116 sono gli occupanti delle Sae, 140 i cittadini che percepiscono il Cas e altre 60 persone sono ancora negli alberghi. Quattro pratiche di inagibilità B sono partite (una completata, una in attesa di completamento e due in atto) per quanto riguarda le E, queste non sono ancora iniziate”. A Castelsantangelo sul Nera, uno dei comune maggiormente colpiti dal sisma del 2016, la ricostruzione non è mai iniziata e la situazione è davvero drammatica. La rabbia del primo cittadino Mauro Falcucci si mescola alla speranza ma soprattutto alla volontà di sapere quale è il futuro di queste zone del Centro Italia: “Se vogliamo lasciar morire la montagna basta che ce lo dite ma almeno che ci sia sincerità. Se ho una malattia, devo sapere se può passare con l’aspirina o se sono destinato a morire.”
“Il 5 settembre scade il bando europeo per i piani attuativi sulle perimetrazioni; lo abbiamo prorogato per un altro mese e contiamo di affidare a un gruppo di professionisti la redazione degli stessi iniziando così la prima e vera fase della pianificazione – spiega il sindaco -. Qui a Castelsantagelo sul Nera non c’è più nulla, è tutto completamente distrutto e le frazioni sono sparite. Senza contare la delicatezza del territorio sul piano dell’assetto idrogeologico: un fattore dal quale non possiamo assolutamente svincolare lo studio mirato volto alla ricostruzione.”
“È ovvio che la ricostruzione poi deve avvenire in maniera partecipata e quindi partire dai piani attuativi sulla scorta delle microzonazioni fatte e degli approfondimenti che sono stati anche demandati al Commissario per la Ricostruzione; da lì si mettono insieme tutti i puzzle e si inizia a dire cosa si può fare e cosa non si può fare – osserva Falcucci -. Serve una pianificazione urbanistica puntuale che ci dica come, dove e se possiamo costruire. Per farle capire: se un professionista chiede di fare un approfondimento su una frazione, noi dobbiamo fermare tutto, procedere con uno studio insieme all’Usr che poi valuta il tutto. Da lì si invia la valutazione al Commissario, quest’ultimo decide, ci dà le risorse e, secondo la quantità dei finanziamenti, si attua la procedura amministrativa. Questo per farle capire che qui non se ne esce più fuori perché ci vogliono dei tempi biblici e la burocrazia ci uccide. Qui siamo morti perché il processo di desertificazione è ormai partito da tanto tempo.”
“Per dare un futuro e spendere bene i soldi ci vogliono delle norme che siano di aiuto e che ci dicano che noi qui possiamo rimanere anche un domani – tuona il primo cittadino -. La legge 97 del 1994 sulle aree montane è completamente disattesa. Una legge speciale che consentiva alla Repubblica Italiana di emanare tanti decreti legislativi per tutelare queste zone che partono dal Piemonte e arrivano fino alla Sicilia. Una legge che non è mai stata applicata per carenza di emanazione di specifici decreti legislativi: se fosse andata in modo diverso forse la montagna italiana non avrebbe chiuse le scuole, i servizi e i punti sanitari. O questa legge la completiamo, la riscriviamo e andiamo avanti dando delle certezze, altrimenti diteci la verità.”
“L’impostazione dei sisma ormai è partita male e nessuno la vuole toccare per ragioni di carattere politico: è un procedimento sbagliato e questo è noto a tutti. Se vogliamo che la montagna venga salvata dobbiamo dire che qui non si pagherà l’Imu sulle case, che ci saranno delle agevolazioni di carattere fiscale per le attività commerciali compatibili che vogliono investire e molto altro ancora – osserva Falcucci -. Se la vogliamo salvare dobbiamo porre le basi normative affinché tutti possano aspettare i 15 anni della ricostruzione. Non tanto per le nostre generazioni, che non lo ricorderanno, ma almeno per i nostri figli; altrimenti questa è la strategia della desertificazione accelerata.”
“Ci vorrebbero ore per raccontare la nostra amarezza verso chi governa – prosegue il sindaco di Castelsantangelo -. Sentire il discorso del Presidente del Consiglio Conte di qualche giorno fa, che alla fine del suo intervento ha completamente dimenticato i terremotati, ci crea profonda rabbia. Non ci hanno lasciato soli ma è successo ben peggio, ci hanno completamente dimenticato e hanno dimenticato quella Carta Costituzionale che vale per tutti. Noi siamo pochi sì, ma stiamo soffrendo e a nessuno interessa perché il Centro Italia non conta nulla. Ciò che è certo è che continueremo a urlare fino alla fine ma non è di certo questa la strada per andare avanti.”
“L’esperienza del passato non è servita a nulla e nessuno ha mai fatto una norma come si deve per il Centro Italia: è una vergogna farla? Hanno omologato il sisma dell’Emilia Romagna con questo del 2016 sbagliando completamente – prosegue Falcucci -. Non tutti i comuni sono uguali e soprattutto la terapia deve essere diversa in base alla malattia che viene diagnosticata. La nostra amarezza non è più sopportabile e non ne facciamo una questione di partito ma una questione di dignità e di diritti dei cittadini italiani che devono essere onorati da questa Repubblica.”
“Almeno portiamo via le macerie, per permettere anche all'abitante dell'ultima casa in fondo alla via di poter andare a prendere quella fotografia o quel ricordo che per molti può essere insignificante ma per lui ha un valore affettivo inestimabile – ha concluso il primo cittadino -. La montagna la vogliamo far vivere o no? Questo noi lo dobbiamo sapere; a queste popolazioni deve essere detto se si vuole ricostruire o se vogliamo lasciarle morire. Tutti, dalla collina alla costa, devono ricordarsi che se la montagna viene desertificata i dissesti partono da qua. Se vogliamo fare delle norme apposite resteremo ma ce lo dovete dire con grande chiarezza e non farci spendere dei soldi che invece andrebbero solo a indebitare le generazioni future. Questo è il terremoto della mancanza del buonsenso dove tutti condividono ciò che dici, ti fanno fesso e poi non ci sono. Vanno bene tutte e due le scelte basta che ci venga detta la verità, altrimenti chiudiamo la partita: abbiamo il diritto di sapere quale è il futuro della montagna.”
Il Commissariato straordinario per la ricostruzione Piero Farabollini ha assegnato ieri le 200 unità di personale previsto dal decreto Sblocca cantieri.
116 sono quelle destinate alle Marche, 30 all'Abruzzo e 27 ciascuna a Lazio e Umbria.
"L'accordo raggiunto per la ripartizione del personale destinato alla ricostruzione dal dl sblocca cantieri - commenta Farabollini - innesta linfa vitale nei processi istruttori e rappresenta un'ulteriore occasione per ribadire che la ricostruzione non prescinde dalla condivisione di intenti e risorse nel comune sforzo di dare risposte ai territori".
"In queste giornate di fine agosto, in cui un po’ di frescura risolleva gli animi, ecco che nella campagna ginesina, proprio quella indicata dalle malelingue di inizio estate come luogo di un possibile impianto di trattamento rifiuti, appare dal nulla una trivella. Naturalmente nessuno vieta ad un proprietario di sondare il proprio terreno, ma ciò non toglie che diverse persone si siano preoccupate e mi hanno chiesto informazioni alle quali non ho saputo rispondere, così rivolgo pubblicamente una domanda a tutto il Consiglio Comunale di San Ginesio: è stato presentato un progetto per trattamento rifiuti?". Il quesito arriva dal Presidente del Comitato per la tutela Ambientale dell'Alta Fiastrella Barbara Archeri, dopo la questione che alcuni giorni fa ha visto coinvolto il comune ginesino.
"Ricordo infine che maggioranza e opposizione si sono detti d’accordo ad informare i cittadini su qualsiasi novità in merito ad un eventuale progetto per trattamento rifiuti, produzione energia o qualsiasi altro progetto impattante, nel rispetto della delibera n. 14 del 29/06/2012 sul principio di precauzione" conclude la Archeri.
Prevista una breve pausa all’estate nella giornata di domani mercoledì 28 agosto.
Ad annunciarlo la Protezione civile delle Marche con un’allerta "gialla" per le zone 1-3-5 della Regione, in pratica tutte le aree interne. L'allerta per rischio idrogeologico è valida per 24 ore dalla mezzanotte tra martedì 27 e mercoledì 28 e preannuncia su tutte le zone interne della regione l'arrivo di temporali, che localmente potranno essere anche di una certa intensità.
Nel pomeriggio di domani sono previsti rovesci o temporali sparsi nelle zone interne della Regione maggiormente intensi nelle zone alto collinari e montane. Non sono previste significative variazioni nelle temperature.
"Serve un Commissario straordinario con ampi poteri sul modello del Ponte Morandi, per i circa 30 comuni del cratere del Centro Italia che hanno subito danni del 50 per cento più uno. Zone che per almeno 30 anni non dovranno pagare le tasse. Il tempo che ci vuole per ricostruire se andiamo avanti di questo passo". E' quanto si evince da un documento approvato dal Consiglio nazionale Federcontribuenti proposto da Maria Teresa Nori segretario delle Marche.
"Solo così - scrive Maria Teresa Nori - potra' riprendersi il territorio, altrimenti muore anche la montagna. Cambiare il sistema malato di burocrazia messo in atto da questi ultimi 3 anni, ha generato nella popolazione pessimismo e solitudine, il vuoto. Bastava un po' di pragmatismo in questi 36 mesi sul modello Friuli per dare un po' di speranza a questa gente".
Il Consiglio Nazionale di Federcontribuenti ha inviato un augurio di pronta guarigione alla allevatrice di Ussita Silvia Bonomi ricoverata d'urgenza a Macerata ieri sera dopo un malore. "Una guerriera la nostra Silvia - e' il messaggio - presto ti rivedremo sul territorio a batterti per i diritti di allevatori e popolazione e per la dignita' umana".