Sulla scia del fatto di Carugate, con il cartello di insulti contro un disabile solamente perché aveva rivendicato il suo diritto al posto riservato, a fine settembre ci eravamo recati al Cuore Adriatico per vedere se dalle nostre parti ci fosse un maggiore rispetto per i posteggi per i portatori di handicap.
La situazione che avevamo trovato (Leggi: https://picchionews.it/attualita/civitanova-la-situazione-dei-parcheggi-riservati-ai-disabili-del-cuore-adriatico) non era delle migliori perché, anche nel centro commerciale cittadino, il rispetto per le persone diversamente abili non è ai massimi livelli, dato che molte auto erano parcheggiate negli stalli riservati senza averne titolo.
Quello che avevamo notato, però, è che oltre ad occupare i posti riservati, molti preferivano le strisce bianche, sia che fossero pedonali sia che fossero per inibire il parcheggio nei pressi degli incroci. Ebbene, se gli occupanti abusivi degli stalli riservati più o meno variano, stavolta abbiamo trovato una macchina (già incontrata) parcheggiare selvaggiamente nel medesimo posto della volta scorsa, che casualmente è anche il più vicino all'ingresso del centro commerciale. E' proprio il caso di dirlo: errare è umano, perseverare è diabolico.
Sono iniziati ieri i lavori finalizzati alla messa in sicurezza della provinciale Bivio Vergini - Civitanova Marche. Si tratta di un'opera stradale attesa, date le condizioni della carreggiata particolarmente deformata nel centro abitato di Morrovalle, dovuta dalla presenza di radici superficiali e dalla posa in opera di sotto servizi avvenuti nel tempo. Il tratto interessato dai lavori è quello tra Morrovalle e Montecosaro.
Al momento si sta operando nel centro abitato di Morrovalle e, dopo la fase di fresatura dell'asfalto esistente. si proseguirà con il rifacimento del manto; interventi questi che vengono effettuati prima su una corsia e poi sull'altra, per evitare agli utenti della strada fastidiose deviazioni su altri percorsi. D'intesa con il Comune di Morrovalle, si è infatti deciso di attuare sul tratto in questione un senso unico alternato.
Ultimati i lavori nel centro abitato di Morrovalle si procederà con le operazioni di asfaltatura fino al Comune di Montecosaro. Il costo dell'opera, i cui lavori sono stati affidati alla ditta Edil Asfalti srl di Camerino, è di 400 mila euro.
La questione delle SAE per i terremotati lunedì era finita sui tg nazionali. Una sorta di scandalo nazionale, condito da diverse spiegazioni, non ultima quella che le ditte responsabili della posa delle casette non avrebbero personale a sufficienza per montarle.
Il consorzio fiorentino Arcale, affidatario di una fetta del maxi appalto Consip, è finito sul banco degli imputati. A fronte delle 1521 casette da consegnare, ad oggi ne sarebbero state fornite solamente poco più di 250. E a dire questo a Il Giornale è l'assessore regionale Angelo Sciapichetti: "il Consorzio Stabile Arcale ci ha detto che non trova operai da mandare quì". Su 1500 SAE, in tutta la regione ne sono state consegnate 260. E mentre è già partito lo scontro a suon di carte bollate tra l'amministrazione regionale e le ditte, per la prima volta il presidente del Consorzio Stabile Arcale Giorgio Gervasi, spiega la sua versione dei fatti. Che non collima affatto con quella della Regione.
Lo abbiamo incontrato all'Hotel Cosmopolitan di Civitanova, dove ha accettato di raccontarci la versione di Arcale, mostrandoci anche tutti i documenti in suo possesso.
"Siamo vittime di una strumentalizzazione politica, non posso pensare a niente di diverso. Arcale è l'ultima ruota del carro ed è facile che diventi il capro espiatorio di tutta la vicenda": esordisce così Gervasi che poi inizia a snocciolare numeri.
"Sono state consegnate 537 Sae al primo novembre. In cinque giorni ne sono state consegnate altre settanta. Abbiamo al lavoro nei cantieri circa 500 persone: non abbiamo mai dichiarato di non avere operai sufficienti per portare avanti il lavoro. Nel mese di novembre contiamo di consegnare fra 350 e 400 Sae".
Da cosa dipendono i ritardi allora? "I ritardi dipendono dai tempi di urbanizzazione delle aree, dalla scelta delle aree e dalla burocrazia che deve rispettare dei passaggi formali. Le urbanizzazioni, infatti, vengono realizzate con il Codice degli appalti in regime ordinario e non di emergenza. E' stata una scelta politica: noi avevamo segnalato fin dall'inizio che avrebbe potuto comportare gravi problemi. E i problemi sono arrivati.
Devo precisare che le urbanizzazioni fanno capo alla Regione. Il Comune pensa solo alla scelta delle aree. Da lì in poi fa tutto capo alla Regione. Noi dal momento in cui ci vengono consegnate le aree, abbiamo sessanta giorni per consegnare a nostra volta le Sae. A questo punto, la Regione deve completare la parte finale delle urbanizzazioni di secondo livello prima che i cittadini possano prendere possesso della casetta. Se non ci consegnano le aree, come fanno a dire che la colpa dei ritardi è la nostra?".
Nello specifico, Gervasi spiega, ad esempio la situazione di San Severino. "A San Severino il 19 giugno inizia l'urbanizzazione. Per il 4 settembre doveva essere consegnata tutta l'area per permettere il montaggio delle oltre 100 Sae previste. Invece, il 4 settembre ci viene consegnato un primo pezzo di area per 29 Sae; il 18 settembre un secondo pezzo per circa altre 40 Sae e, infine il 9 ottobre l'ultima area. Ci è voluto il tempo dal 4 settembre al 9 ottobre per prendere possesso dell'intera area. Il primo lotto di Sae è stato consegnato il 3 novembre, un secondo sarà consegnato il 17 novembre. Il terzo e ultimo sarà consegnato per l'8 dicembre. A quel punto, dipenderà dal tempo necessario a completare le urbanizzazioni di secondo livello. Per quanto ci riguarda, cercheremo di accontentare il sindaco che ci ha chiesto di poter consegnare il terzo lotto con qualche giorno di anticipo per consentire a tutti i suoi concittadini di poter entrare nelle casette prima di Natale. Ce la metteremo tutta".
Altra nota dolente: la questione Visso, dove il sindaco ha più volte detto di voler portare in giudizio Arcale per i ritardi. "Porto l'esempio dell'area Visso Cesare Battisti. Il progetto esecutivo è stato approvato il 19 maggio. L'urbanizzazione è iniziata il 13 luglio e l'area è stata consegnata ad Arcale il 30 ottobre. Come ribadisco, noi a quel punto abbiamo 60 giorni per consegnare le Sae e successivamente sono necessarie le opere di urbanizzazione secondaria. E' responsabilità di Arcale se le casette non arriveranno per Natale? Per farci entrare nell'area sono passati novanta giorni. Del ritardo dal 2 agosto al 30 ottobre, chi ne risponde? Questi che vi dico sono dati ufficiali della Protezione Civile, non di Arcale".
La Regione dice che applicherà delle penali. Si è vociferato anche di una possibile revoca dell'incarico ad Arcale. "Sì, ci hanno applicato delle penali che ritengo illegittime per ritardi di 5, massimo 10 giorni e le abbiamo contestate. Spesso, per accelerare i lavori consentiamo alle imprese delle urbanizzazioni di entrare nelle aree mentre noi stiamo lavorando, con comprensibili disagi per i nostri operai. Vedremo se la Regione vorrà trovare una soluzione bonaria, ma noi siamo pronti ad andare davanti a un giudice. La questione della revoca, invece, è assolutamente improponibile. Qualora venisse percorsa questa strada, ci si troverebbe di fronte al blocco totale delle Sae per mesi e mesi. Comunque, appare evidente che il problema non sono i dieci giorni di ritardo di Arcale, ma i tre mesi per la consegna delle aree".
In questo quadro, ora va considerata anche la possibilità che arrivino pioggia e neve a rallentare ulteriormente i lavori e di conseguenza la consegna delle casette. E il rischio concreto di aspettare ancora per diversi mesi la consegna delle Sae.
Questa mattina si è tenuta una conferenza stampa presso la sede del Comando Provinciale dei Carabinieri di Macerata per la presentazione del Calendario Storico 2018 dell'Arma. Erano presenti anche i colleghi del comparto della Forestale che per la prima volta condividono il calendario storico con l'Arma dei Carabinieri.
La presentazione ufficiale si è tenuta al Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, "Maxxi" di Roma, lo scorso lunedì: condotta da Massimo Giletti, alla presenza del Comandante Generale dell'Arma Tullio Del Sette. Un appuntamento che ormai va avanti dal 1928, con una breve interruzione dal 1945 al 1949.
Il calendario di quest'anno chiude un ciclo, iniziato nel 2016, in cui l'Arma dei Carabinieri ha reso omaggio a quelle che sono le arti figurative principali: la pittura e la grafica. E' stato realizzato infatti anche grazie alla collaborazione con il direttore del Maxxi di Roma, il dott. Bartolomeo Pietro Marchi, che ha curato la scelta degli artisti che hanno realizzato le tavole che compaiono all'interno del calendario e ne ha fatto il commento artistico e, il noto critico d'arte Philippe Daverio.
Il tema portante del calendario 2018 è quello dei valori etici e sociali dell'Arma dei Carabinieri quali la tutela dell'ambiente, la tutela del patrimonio culturale e dei beni fondamentali per quanto attiene la libertà di espressione e di manifestazione del proprio pensiero e ancora valori quali l'integrazione culturale e la valorizzazione delle tradizioni.
Le dodici tavole che compongono il calendario storico sono state illustrate da autori di arte contemporanea che provengono da aree geografiche in cui l'Arma dei Carabinieri ha operato nel corso degli anni o da aree geografiche con cui l'Arma ha intrattenuto rapporti come l'Est Europa, l'area Balcanica, il Centro Africa, l'America del Nord.
E' diventato negli anni un oggetto di culto raggiungendo una tiratura di 1.300.000 copie di cui 11.000 in altre lingue, indice sia dell'affetto di cui gode l'Arma, sia del valore dei suoi contenuti, che ne fanno un prodotto editoriale apprezzato e presente nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro.
"Uno spazio per crescere" è questo il titolo del progetto sposato dal Gruppo Med, ideato dall’Istituto U. Betti e promosso dall’Associazione Raffaello di Camerino. Durante la serata di beneficenza del 4 novembre all'Hotel Bernini a Roma sono stati donati da MedStore all'Associazione Raffaello di Camerino 10 iPad autografati da alcuni dei maggiori attori e personaggi internazionali.L'iniziativa "Uno spazio per crescere" sarà volta a ricostruire nell'intera comunità Camerte uno spirito vivo nella cittadinanza, per accendere un futuro senza macerie. "Uno spazio per crescere" si impegnerà nella costruzione di una struttura di oltre 150 metri quadrati per attività scolastiche e ludico-ricreative dedicata all’intero comune dell’entroterra maceratese colpito dal sisma, che nascerà nell'ambito del nuovo complesso scolastico di Madonna delle Carceri del costo di 150 mila euro.A Camerino è stata dedicata la serata di beneficenza condotta da Fabio Canino svoltasi sabato 4 novembre nella splendida cornice dell’Hotel Bernini in una sorta di unione con il festival del Cinema di Roma, per festeggiare la conclusione della raccolta fondi per la realizzazione della struttura. Un progetto straordinario, nato dalla sensibilità dell’imprenditore Sandro Parcaroli, al vertice del Gruppo Med Store e originario di Camerino, in collaborazione con Marco Rapanelli Consulting, iniziato durante il Festival del Cinema di Venezia dove attori e personaggi internazionali hanno condiviso l’iniziativa di solidarietà autografando dieci iPad donati dal Gruppo Med all’Associazione Raffaello. Pezzi unici con le firme dei premi Oscar Michael Caine, Helen Mirren e Donald Sutherland, del celebre Orlando Bloom, delle grandi attrici Susan Sarandon, Dakota Fanning e Claudia Cardinale, dello chef stellato Bruno Barbieri, dell’attore italiano Lino Banfi e americano Armand Assante. Grazie alla sensibilità di grandi imprenditori locali e nazionali come Maurizio Mosca della Mosca srl, Flavio Molinari direttore commerciale di Cofidis, Anna Maria Malaisi di Navitas Coworking, la famiglia Pozzi Chiesa di Italmondo, Manuela Cacciamani di One More Picture, Susanna Maurandi in rappresentanza di Briciola Communication, Irene Manzi e Elica Spa si chiude il cerchio della raccolta fondi che permetterà l’inizio dei lavori del modulo scuola “Le aule di Raffaello” su progetto dello studio di architetti Terre.it.
“Uno spazio per crescere’ sarà realtà - dice Stefano Parcaroli direttore generale Med Group - grazie all’aiuto di quanti hanno voluto supportarci in questa importante raccolta fondi. Per me e per tutta la mia famiglia, originaria di Camerino e da sempre legata alle proprie radici, è un’enorme soddisfazione che ci riempie il cuore di gioia. Poter donare a bambini, ragazzi e a tutta la comunità un luogo di aggregazione è il primo passo verso la rinascita di un meraviglioso paese del nostro territorio. Siamo da sempre legati al mondo della formazione e della scuola, con i nostri dispositivi cerchiamo di rivoluzionare la didattica, per questo, con grande forza e speranza, vogliamo ripartire proprio dai più piccoli che sono il nostro futuro”.
Alla serata-evento era presente anche Nazzarena Borboni presidente dell’Associazione Raffaello, Gisella Claudi presidente del consiglio d'istituto del comprensivo Betti e Roberto Lucarelli, vice sindaco di Camerino: “L’impegno è massimo da parte di tutta l’amministrazione per concretizzare questo progetto nato diversi mesi fa. Un luogo che da speranza in un momento in cui la città di Camerino è ancora presidiata dai militari seppur ad un anno dal sisma. Ringrazio la famiglia Parcaroli per l’enorme sensibilità dimostrata e per rendere possibile l’inizio dei lavori”. Durante la serata sono state messe all’asta da Fabio Canino diverse bottiglie del vino “Prodigio Divino” per contribuire ulteriormente all’iniziativa di beneficenza.
Dal dottor Alessandro Maccioni, direttore Area Vasta 3 Asur Marche, riceviamo e pubblichiamo integralmente
Ho molto apprezzato il tono garbato ed elegante del dott. Liuti, che ritorna sul tema del Radiofarmaco 18F-FDG. Sono, tuttavia, altrettanto dispiaciuto che lo stesso giornalista abbia preso per buone le affermazioni contenute in un precedente articolo a firma dell’avv. Bommarito, che, oltre a non corrispondere al vero, sono ampiamente infarcite da affermazioni offensive nei confronti del sottoscritto: dell’une e delle altre, peraltro, l’autore di quell’articolo infamante ne risponderà davanti al giudice. Le affermazioni appaiono tanto più gravi in quanto, come indirettamente confermato dall’articolo di una persona perbene come il dott. Liuti, finiscono per ingenerare sospetti e sfiducia nei confronti dell’amministrazione pubblica proprio riguardo ad un bene prezioso quale la salute, secondo il peggior esempio di fake news.
Dunque, vorrei rassicurare il dott. Liuti: nella vicenda del radiofarmaco non c’è alcun mistero. Esso viene utilizzato regolarmente nel nostro Ospedale da anni. Anzi, l’Ospedale di Macerata, come ben sa l’avv. Bommarito, è, al riguardo, un centro d’eccellenza regionale, per numero di trattamenti effettuati e per il grado di soddisfazione degli utenti, nessuno dei quali, in questi anni, ha lamentato ritardi o disservizi nel trattamento terapeutico.
In merito, poi, al prezzo di acquisto del farmaco da parte dell’Area Vasta 3, esso – lo si ripete- non è equiparabile a quello praticato in altre parti della Regione, dove il contratto di fornitura riguarda esclusivamente il farmaco nel formato pluridose, mentre per l’Area Vasta 3, la gara prevedeva l’obbligo di fornire anche le attrezzature necessarie per la preparazione del trattamento del farmaco, oltre all’acquisto del farmaco monodose, attrezzature che – sole esse – incidevano per circa il 40% del costo. Ciò in quanto l’Ospedale di Macerata non era ancora provvisto di radio farmacia. I lavori per la preparazione di quest’ultima (lavori,come è comprensibile, di non semplice esecuzione) sono terminati recentemente e le attrezzature sono state collaudate nell’ottobre scorso: nel frattempo si era provveduto nei mesi scorsi con regolare gara, all’espletamento della procedura di evidenza pubblica per l’acquisto dell’attrezzatura e del solo farmaco pluridose, quest’ultimo ad un prezzo, evidentemente più basso.
Infatti dal 2 di novembre l’azienda acquista il radio farmaco al prezzo di € 4,90.
"Che la visita di domani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si concretizzi in stimoli per la ricostruzione, per la zona franca e tutto il resto. Mattarella conosce benissimo i problemi, lo consideriamo uno di noi, un cittadino come noi, un terremotato anche lui, perché è italiano, e tutti viviamo il terremoto''.
Lo dice il sindaco di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci, che domani incontrerà il Capo dello Stato, di nuovo in visita nelle zone del sisma. Falcucci spera che ''la vicinanza che il Presidente continua a dimostrarci, e di cui lo ringraziamo, si traduca in una risposta, in fatti a favore della popolazione''.
Dal Governo ''servono risposte diversificate, i comuni non possono essere considerati tutti uguali. Più delle parole, domani, parleranno le immagini. Il Presidente vedrà con i suoi occhi. E se dopo un anno è ancora tutto così, è evidente che qualcosa non ha funzionato". (Ansa)
Una notizia che fa ben sperare e che forse, potrebbe rappresentare un cambiamento concreto in una condizione di disagio che si protrae ormai da troppo tempo. Con l'inverno alle porte, le temperature gelide e ancora tanti terremotati lontani dalle loro abitazioni, qualcosa sembrerebbe muoversi.
Oggi, i coordinatori dei Comitati "Terremoto Centro Italia", Francesca Mileto e Francesco Pastorella, hanno reso nota la notizia della loro convocazione a Palazzo Chigi a Roma, prevista per mercoledì 8 novembre. Molto probabilmente, la manifestazione del 21 ottobre nella capitale e le continue denunce in merito a ritardi e mancate risposte hanno portato alla necessità di un confronto.
I due coordinatori incontreranno i rappresentanti del Governo, il commissario Paola De Micheli e il capo della Protezione Civile Borrelli. Dopo l'incontro, che si spera porti a dei risultati, si terrà una riunione dei Comitati per condividere quanto detto.
Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, ha incontrato il Capo del Dipartimento della Protezione Civile nazionale, Angelo Borrelli, per verificare lo stato di avanzamento dei lavori per l’installazione delle Sae, le strutture abitative emergenziali.
All’incontro hanno preso parte anche il capo della Protezione Civile regionale, Davide Piccinini, Stefano Stefoni nella veste di responsabile unico del procedimento delle opere di urbanizzazione, Cristiano Costanzo del consorzio Arcale e i tecnici dell’Erap e del Comune.
Dopo il summit Borrelli ha preso parte anche a un sopralluogo nelle due aree del rione di San Michele dove si sta procedendo all’installazione di 103 Sae destinate ad altrettante famiglie terremotate di San Severino Marche al termine del quale ha richiamato le ditte al massimo impegno affinché entro il prossimo Natale le strutture vengano tutte consegnate. A seguito dell’invito del sindaco Piermattei a velocizzare le opere, è stata anche ribadita la necessità di attivare i doppi turni lavorativi. Intanto il Comune di San Severino Marche, d’intesa con la Protezione Civile regionale, sta procedendo a opere straordinarie di urbanizzazione che interessano tutta l’area di San Michele e che consentiranno di dotare il rione di sottoservizi in grado di collegare il sistema fognario all’impianto di depurazione.
Il primo cittadino settempedano è tornato anche a far presente la situazione emergenziale in cui si trovano la Stazione dei carabinieri e il personale che dal terremoto non può più utilizzare i vecchi alloggi di servizio.
PM10 e inquinamento dell’aria: qual è la situazione nella provincia di Macerata?
È da qualche settimana che il tema dell’inquinamento da polveri sottili è tornato tristemente agli onori della cronaca: Torino, Milano e le altre grandi città del nord Italia in emergenza con l’aria irrespirabile per le alte concentrazioni di poveri sottili. Nel 2016, a Torino 89 sforamenti, Frosinone scalo 85, a Milano e a Venezia 73 (fonte http://www.repubblica.it/ambiente/2017/02/02/news/lo_smog_in_italia_i_dati-157450731/). Considerando che la norma prevede un massimo di 35 sforamenti in un anno possiamo comprendere perché l’Italia sia in procedura di infrazione da parte dell’Europa.
Il tema delle polveri sottili non è un tema banale o radical chic, tutt’altro. Ci riguarda tutti. Da vicino. La fondazione Think Tank, presieduta dall’ex ministro Edo Ronchi, in collaborazione con ENEA ha redatto di recente uno studio sull’impatto delle polveri sottili rilevando che, in Italia, ci sono 91.000 morti in più ogni anno per patologie legate all’inquinamento dell’aria che respiriamo (fonte http://www.repubblica.it/ambiente/2017/09/29/news/smog_l_italia_maglia_nera_in_europa_90mila_morti_l_anno-176866776/). Mille e cinquecento decessi per milione di abitanti contro una media europea di 1000. La Germania è a 1100, Francia e Inghilterra a 800, la Spagna a 600: anche in questo caso, purtroppo, l’Italia detiene la maglia nera in Europa.
E da noi, nelle Marche, qual è la situazione?
Il recente report di Legambiente, Ecosistema urbano 2017, mostra una situazione in chiaro scuro (più chiaro che scuro): andiamo subito nello specifico e osserviamo che, nella categoria PM10, Macerata è terza tra i 110 capoluoghi di provincia italiani, Pesaro è alla posizione 55, Ascoli Piceno alla 60, Ancona alla 62. In pratica, i capoluoghi marchigiani sono tutti a metà classifica a meno di Macerata, sul podio delle città con l’aria più pulita (per qualche motivo che non conosciamo, non viene censita Fermo).
La situazione temiamo sia ben più complessa di quanto non emerga da questo report, almeno nelle Marche, e in provincia di Macerata in particolare.
Se andiamo ad analizzare i rilevamenti delle centraline dell’ARPAM svolti negli scorsi giorni possiamo rilevare che la situazione si è decisamente aggravata non solo nel nord di Italia ma anche nei nostri territori con diversi sforamenti, segnalati nei giorni intorno al 15 ottobre.
Però, se non ci limitiamo a considerare questi due mesi, o poco più, e analizziamo le letture raccolte dal primo gennaio dell’anno in corso vedremmo una situazione apparentemente meno preoccupante: gli sforamenti, nelle varie centraline dislocate nella regione non sono quasi mai più di 20 e, oramai al termine del 2017, il limite da non superare dei 35 sforamenti appare in molti casi abbastanza lontano.
Quindi i dati 2017 dell’ARPAM sembrerebbero confermare i buoni risultati in termini ambientali riportati dai capoluoghi marchigiani nel report di Legambiente.
Il condizionale è però d’obbligo, e cerchiamo ora di spiegarne il perché continuando ad analizzare i dati messi a disposizione dall’ARPAM.
Partiamo da un altro grafico, allegato ad una delibera della regione Marche (DGR 1282 del 10/09/2012): quello del numero degli sforamenti rilevati dalle centraline marchigiane nel 2011 (meno di sei anni fa, non un secolo). Ancona, Via Bocconi: 88 sforamenti!
Oggetto della delibera in questione era: provvedimenti contingenti 2012/2013 per la riduzione della concentrazione degli inquinanti nell’aria ambiente nel territorio dei Comuni di zona A (praticamente tutti i comuni regionali tranne quelli delle zone montane). Il provvedimento principale previsto fu il “democratico” blocco alla circolazione dei mezzi più vecchi (provvedimento che andava a colpire coloro che, con molte probabilità, non cambiavano l’auto non per mancanza di sensibilità ambientale ma per problemi di altro genere: ipotizzare una scarsezza di fondi sarebbe demagogico?). A sostegno della misura si osservava che (testuale dalla delibera):le centraline urbane da traffico, site nel territorio regionale, hanno sistematicamente registrato dati preoccupanti, per le polveri sottili, con l’eccezione di quella di Ascoli Piceno. In conclusione, per le polveri sottili, è pessima la qualità dell’aria nei dintorni delle centraline da traffico e pertanto nelle zone urbane attraversate da traffico intenso. Già nel primo semestre 2012 diverse centraline da traffico hanno registrato un numero di superamenti della concentrazione media giornaliera di polveri sottili superiore al consentito.
Nel 2013 la regione pianifica una razionalizzazione del sistema delle centraline, riducendone sostanzialmente il numero. La ratio del provvedimento era: si individuano le centraline che meglio descrivono le situazioni delle varie zone (sempre suddivise per tipologia: traffico urbano, fondo urbano e fondo rurale) e sui dati raccolti per loro tramite si caratterizzano tutti gli ambiti comunali presenti in regione. Sulla base di quella logica si spengono, tra le altre, le centraline di Ancona Torrette, Ancona via Bocconi e Montemarciano (che avevano rilevato più di 80 sforamenti), e quelle più vicine a noi, di Macerata Piazza della Vittoria, Civitanova via Pola e Porto Sant’Elpidio (tutte con valori ben maggiori ai 50 sforamenti, 57 a Civitanova). Il territorio della provincia di Macerata viene censito con dati reali (e non desunti) solamente tramite centraline poste in zona di “fondo urbano”: a Macerata quella di Collevario, che nel 2011 aveva segnalato 4 sforamenti, e a Civitanova, quella posta all’ippodromo con 0 sforamenti nel 2011 (ndr: visto che oggi sono queste le centraline funzionanti in provincia, da qui, probabilmente, deriva il terzo posto a livello nazionale di Macerata per i contenuti di PM10 nel rapporto 2017 di Legambiente).
Come detto prima, la norma regionale prevede che, per una valutazione sulla presenza di PM10 nell’aria delle zone urbane di Macerata, Civitanova, ma anche di Ancona o Falconara, bisogna riferirsi ai rilevamenti delle centraline superstiti poste nelle altre aree urbane della regione. E cosa emerge dalla lettura di quei rilevamenti? La risposta non è purtroppo univoca: se confrontiamo i dati del 2011 con quelli odierni o quelli degli scorsi anni vediamo evoluzioni differenti. Pesaro, nonostante le acclamate realizzazioni in ambito di mobilità ciclabile, non mostra miglioramenti sostanziali (38 sforamenti nel 2011, 27 in 10 mesi del 2017), mentre a Jesi è da evidenziare un netto calo degli sforamenti per il 2017 (65 nel 2011, 13 nel 2017) quando, invece, negli anni precedenti mostrava anch’essa una situazione sostanzialmente statica (sempre superiore ai 50 sforamenti). Quindi, quale è la qualità dell’aria di Macerata, o di Ancona, o di un’altra area urbana in cui non è installata una centralina? La stessa del 2011 come sembrerebbe certificare l’evoluzione dei dati rilevati a Pesaro? Oppure un’aria più pulita come mostrerebbe, e solo per questa parte di anno, l’andamento dei rilevamenti effettuati a Jesi?
Appare evidente che, ad oggi, nella regione Marche non ci sia una conoscenza della situazione delle concentrazioni di PM10 adeguata. Tutt’altro. Ci sono ampie aree scoperte da caratterizzare in maniera da poter mettere in campo, localmente, strategie di intervento capaci di incidere realmente sulla qualità dell’aria che respiriamo. La regione Marche ha già, almeno in parte, ammesso questa carenza, e ha deciso di installare una nuova centralina nell’area urbana di Ancona (anche se l’attesa della sua installazione sta perdurando da un po’ troppo tempo). Ma per la provincia di Macerata tutto tace. O, peggio, si minimizza, riducendo il tutto ad una becera contrapposizione tra tifoserie.
Come detto, il tema è importante: la cura della salute dei cittadini. Proprio per questo sarebbe bello poter raccontare di una politica che se ne fa carico mettendo in campo proposte e azioni coraggiose e innovative, azioni che molto spesso potrebbero consistere solamente in un utilizzo maggiormente appropriato delle stesse risorse attualmente utilizzate, senza insostenibili aumenti di spese nei bilanci comunali e regionali. Le Marche ed i suoi territori, vista la conformazione particolare costruita su città quasi mai troppo grandi, potrebbero diventare facilmente un laboratorio in cui sperimentare interventi importanti anche perché costruiti in rete, trasformandosi, una volta tanto, in un’avanguardia nazionale nel campo della lotta alle PM10.
Ma oggi così non è. E mettersi a fare la danza della pioggia nei periodi di siccità, o prendersela con la natura matrigna dopo qualche provvedimento imposto da lontano non è più accettabile. Muoviamoci, ma in maniera sostenibile.
A Montelupone lavori in corso nel centro storico per la realizzazione di un tunnel che accoglierà tutti i sottoservizi e, soprattutto, sanerà l’attuale precarietà delle fognature in alcune zone del paese.
Il tunnel, alto circa 165 centimetri, sarà naturalmente ispezionabile e atto alle correzioni di eventuali guasti, o alla posa di reti innovative, senza intervenire sul lastricato di superficie.
Il progetto riguarda il versante sud della piazza, per poi risalire in via Roma e infine scendere lungo via Borgianelli, fino a porta Ulpiana. Il primo stralcio, comunque, comprende il tratto che va dalla piazza alla chiesa di San Francesco, che sorge circa alla metà di via Roma.
I lavori, che saranno realizzati di segmento in segmento, sia per non bloccare il centro storico, sia per non lesionare le abitazioni attigue, si sono resi necessari e urgenti a causa del deterioramento delle fognature: Montelupone, che ha patito la gravissima frana del 1980 (qualcuno pensò addirittura di dover ricostruire il paese a valle) e che fruisce di un complesso sistema di drenaggio delle acque, non può permettersi alcuna negligenza di ordine geologico, ma deve provvedere ad un attento monitoraggio e alla puntuale manutenzione del sottosuolo.
Sono in fase d'avvio gli interventi di manutenzione volti ad eliminare le infiltrazioni d'acqua piovana nei padiglioni della nuova Fiera di via Costantino e una serie di adegamenti normativi necessari per risolvere alcuni difetti di costruzione.Risale al 2016 la segnalazione da parte dei concessionari di tale problema, ravvisando lacune e problematiche nell'impianto affidato in data 18.02.2016 alla ditta Royal Group srl di Fermo e alla Service Promotion sas con un contratto quinquennale. La passata Amministrazione comunale aveva presentato il progetto per il ripristino, la messa a norma e il certificato antincendio, documenti indispensabili per poter aprire la struttura, dopo numerosi sopralluoghi dei tecnici comunali e dei tecnici di fiducia dei gestori, poiché le problematiche emerse hanno impedito di fatto la presa in consegna dell’immobile e l’avvio effettivo del contratto di affidamento in gestione.Al seguito dell'approvazione del progetto esecutivo da parte dell'attuale Giunya, in questi giorni si sta predisponendo il piano dei lavori per la sistemazione di tutta la struttura in due tranche: la prima riguarda la messa a norma in vista dell'ottenimento del certificato prevenzione incendi anche in vista del futuro utilizzo, nei mesi di novembre e dicembre, dell’edificio per varie fiere; l'altra riguarda i lavori che andranno appaltati per realizzare le opere.
Come riportato nella relazione dell’ing. Stefoni nel giugno del 2016, gli interventi si possono dividere in due parti: difetti di costruzione, non rilevabili all’atto della presa in consegna e del successivo collaudo in quanto riconducibili a vizi occulti (interventi in copertura, sugli infissi esterni, nell’area servizi e negli uffici, tutti legati a problematiche di infiltrazioni di acqua piovana) per un ammontare di euro 69.923,59 iva esclusa; e adeguamenti normativi: adeguamento dei locali tecnici, zona nuovo ingresso, adeguamento scala di sicurezza, sala convegni, impiantistica e ascensore (porta REI e vano per evacuazione fumi), per un importo di euro 75.324,05 iva esclusa.
Quindi, l'importo complessivo è di euro 205.000,00, di cui 69.923,59 per lavori atti a eliminare difetti di costruzione e vizi occulti e euro 75.324,05 per adeguamenti normativi. La cifra è già finanziata, ma è in atto la richiesta di risarcimento danni visto l'inevitabile contenzioso per l’effettivo addebito delle responsabilità sulla base dell’esito giudiziale.
Il presidente della Repubblica Segio Mattarella torna di nuovo tra i terremotati del Maceratese.
Il presidente arriverà mercoledì 8 novembre per il suo ennesimo tour nell’entroterra. Due i Comuni che saranno visitati dal Capo dello Stato: Pieve Torina e Castelsantangelo sul Nera.
La visita partirà da Pieve Torina per poi proseguire fino a Castelsantangelo sul Nera. Mattarella l'anno scorso era già stato a Camerino e a Porto Recanati, dove aveva salutato gli sfollati ospiti dei camping.
E' stato il presidente del consiglio Paolo Gentiloni ad inaugurare questa mattina il 682esimo anno accademico dell’università di Camerino. Era presente anche il commissario straordinario per il terremoto Paola De Micheli.
Gentiloni è stato accolto dal rettore Claudio Pettinari e dal sindaco di Camerino Gianluca Pasqui, insieme a Prefetto e Questore di Macerata e alle massime autorità provinciali civili, militari e ecclesiastiche.
La cerimonia di inaugurazione si è aperta con gli interventi di Francesco Casale, Giuliana Carassai, Francesca Borghetti, rappresentanti del personale docente-ricercatore, tecnico-amministrativo e degli studenti e del magnifico rettore Claudio Pettinari.
Nel suo discorso all'inaugurazione del 682° anno accademico dell'Università di Camerino, il rettore Claudio Pettinari non ha mancato di fare riferimento al terremoto, ricordando "le straordinarie tappe che siamo stati capaci di percorrere per non fermarci. Non ci siamo dimostrati deboli o rassegnati. Abbiamo lottato - ha detto -, ci siamo piegati e ci siamo rialzati, più forti e più consapevoli. Ringrazio le Province autonome di Trento e Bolzano che ci hanno donato lo studentato di 456 posti, i cui lavori sono iniziati, e la Croce Rossa che con una cospicua donazione finanzierà la costruzione dell'ampliamento del campus universitario già esistente". Un lungo e affettuoso applauso ha salutato la conclusione dell'intervento di Pettinari.
A concludere la cerimonia ha preso la parola Gentiloni: "Penso che tutti voi dobbiate essere orgogliosi di appartenere a Unicam, colpita dagli eventi sismici, ma che ha saputo dare segnale di speranza per tutto il territorio. Di questo voglio ringraziarvi a nome del Governo italiano, grazie per non aver mai chiuso le vostre porte, per aver continuato a insegnare, ricercare, aprirvi al territorio". Inevitabilmente, il discorso si è poi spostato sulla questione ricostruzione. "Lo dico qui, davanti a molte fasce tricolori, le comunità locali: noi cercheremo di fare ancora meglio rispetto all'impegno che abbiamo avuto in questi mesi, perché siamo consapevoli che la condizione di difficoltà rimane, le ferite sono ancora aperte. Faremo ogni sforzo nel decreto fiscale e nella legge di bilancio per fare ulteriori passi avanti". Il presidente del Consiglio ha fatto riferimento in particolare alle "procedure per le gare di appalto" e ad uno sforzo per mettere a disposizione "ulteriori risorse per la ricostruzione delle strutture pubbliche".
"Nonostante la generosità dei volontari, della Protezione civile di tutte le istituzioni dello Stato il lavoro delle accelerare per fare ulteriori passi avanti. Lo faremo nella velocizzazione delle procedure delle gare di appalto: in troppi casi abbiamo risorse disponibili ma strozzature burocratiche che ne rendono difficile un impiego rapido". E in particolare nelle Marche ci sono forti ritardi nella consegna delle 1.857 casette richieste nei comuni più colpiti dal terremoto.
Ad oggi sono poco più di 200 le Sae assegnate agli sfollati, e di queste soltanto una decina fra Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera. In segno di protesta oggi il sindaco di Visso ha disertato la cerimonia, mentre anche altri sindaci, compreso quello di Castelsantangelo sul Nera e di Monte Cavallo, non erano presenti nell'aula magna di Unicam.
Da Cittaverde Civitanova riceviamo
Senza luce, nel quartiere Santa Maria Apparente di Civitanova Marche. La via Capparuccia al centro del quartiere: una via senza uscita in cui abitano almeno 30 famiglie e da un paio d'anni vi è anche una palazzina condominiale.
Una via ancora in gran parte fatta in terra battuta e caso unico nel quartiere di con un solo vecchio punto luce istallato nel lontano 1950.
Tutte le nuove abitazioni hanno pagato i costi di costruzione ma probabilmente sono finiti nel calderone.
Circa 10 anni fa ci fu un tentativo di mettere dei punti luce. Una specie di farsa, portarono alcuni pali per l'illuminazione ma mancavano gli impianti ecce quei pali ritornarono al mittente. E’ da tener conto che questa situazione di emarginazione urbanistica e di assenza di un elemento basilare per la sicurezza come la pubblica illuminazione ha contribuito alla vulnerabilità della sicurezza dei beni e delle persone residenti.
Due sono le domande che i residenti si pongono purtroppo senza avere risposte e cioè se chi ha costruito il condominio ha pagato i costi di urbanizzazione primaria nei quali rientra l'illuminazone pubblica e se chi ha ottenuto la concessione edilizia ha scomputato il costo delle urbanizzazioni primarie realizzandole direttamente.
La sostanza è che in questa strada di Santa Maria Apparente non c'è l'illuminazione pubblica ma ancora solo un unico punto luce che quest'anno ha compiuto 67 anni.
Santa Maria Apparente è, tra l'altro un quartiere strategico e importante della città che ha “sempre dato” alle istituzioni un contributo importante in termini di Consiglieri Comunali, Assessori, Vice Sindaco, ecc.
Ai residenti della zona giustamente non interessa come e chi doveva realizzare la quota della illuminazione pubblica perché è scontato che questa debba esserci. Ai cittadini residenti interessa avere l’illuminazione pubblica che è un elemento basilare di un servizio pubblico.
Il sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini diserta la cerimonia di inaugurazione dell'Anno accademico dell'Universita' di Camerino, alla quale ha preso parte stamattina il premier Gentiloni e la De Micheli. "Preso atto che nemmeno a Natale consegnano le casette - scrive su facebook Pazzaglini - ho deciso di rimanere in ufficio a lavorare. Non so ancora come aiutare i miei concittadini ma il mio primo dovere è lavorare per loro".
Assenti alla cerimonia anche altri sindaci dei paesi colpiti dal sisma.
E' successo nel tardo pomeriggio di domenica 5 novembre a Montecosaro Scalo, nel parcheggio antistante il bar Piper 90, dove uno straniero, apparentemente sui 55/60 anni, ha lasciato il proprio camper in mezzo al parcheggio, senza aver fatto caso che in quel modo avrebbe bloccato un paio di auto, e se n'è andato a bordo di un auto con un conoscente.
Quando uno dei proprietari delle auto bloccate ha avuto la necessità di uscire, è iniziata la ricerca del camperista che purtroppo non si riusciva a trovare da nessuna parte. L'ingarbugliata situazione si è risolta spostando altre auto, di cui i proprietari, fortunatamente, erano all'interno del bar e solo così le macchine bloccate sono riuscite finalmente a liberarsi.
Dal signor Michele Tromboni riceviamo una lettera aperta sulla questione demolizioni a Camerino
È visibile a tutti in questi giorni la seconda grande demolizione posta in opera dal comune di Camerino, peccato non si siano accorti che la struttura non è stata danneggiata dal sisma ma ha avuto la sola sfortuna di trovarsi al posto sbagliato al momento sbagliato.
Si, sto parlando del container o modulo provvisorio scolastico collocato a San Paolo all’inizio di via Ottaviani realizzato subito dopo il terremoto del 1997 e che negli ultimi 17 anni ha ospitato dapprima l’istituto magistrale, poi l’asilo Ortolani e l’asilo nido La Coccinella ed infine l’istituto comprensivo U. Betti. È stato triste vederlo smontare pezzo dopo pezzo sapendo che sicuramente si sarebbe messo in gioco ancora una volta per il bene della città. Allora mi chiedo: ma era proprio necessario dargli il benservito?
Lo stabile di proprietà della Provincia e insistente su terreno - che presumo, come altri, vincolato alle emergenze - di proprietà del Comune ha tolto, o meglio, ha risolto dagli imbarazzi le Amministrazioni comunali più volte nel passato, una per tutte lo spostamento dell’asilo Ortolani quando questo è stato ristrutturato e ampliato nel 2014-15. La sua demolizione si rende necessaria per far posto al nuovo polo scolastico che ospiterà l’istituto comprensivo U. Betti. Non si tratta di moduli temporanei, casette in legno o container la cui vita si lega al servizio emergenziale per cui vengono realizzati: stiamo parlando di una struttura scolastica definitiva, che quindi entrerà a far parte del patrimonio edilizio, urbanistico e paesaggistico di Camerino per almeno un cinquantennio.
E se la scelta localizzativa fosse sbagliata e l’area individuata non riuscisse a sopportare tutto il nuovo carico urbanistico che con il terremoto gli stiamo dando? D’altra parte in origine da Piano Regolatore quell’area era destinata sì in parte all’edilizia scolastica, peraltro in buona parte già sfruttata, ma in parte anche a verde attrezzato. Alla luce di quanto detto, ho un’altra opinione a riguardo e mi viene in mente una domanda: ma nei giorni fatidici a ridosso delle festività natalizie 2016 quando, a dire dell’Amministrazione comunale, la decisione sulla localizzazione della nuova scuola doveva essere presa in 4 giorni (poi, comunque, la decisione finale è stata presa nel luglio successivo), nessuno ha pensato che si poteva utilizzare una piccola porzione dell’area destinata ad attrezzature per l’istruzione Universitarie, per intenderci quella posta lato sinistro per chi sale lungo via Madonna delle Carceri, visto che c’era anche un cartello “vendesi” riferito a quell’area? Non sarebbe stato neanche necessario affrontare una variante allo strumento urbanistico comunale in quanto l’area è già destinata ad attrezzature per l’istruzione “F1” da Piano Regolatore e credo sarebbe bastato un atto amministrativo o poco di più per renderla disponibile ad ospitare la nuova scuola dell’obbligo.
Sono propenso a pensare che anche l’allora Rettore Prof. Corradini dimostratosi costruttivo uomo dell’emergenza, sarebbe stato d’accordo con l’operazione per il bene della città dove da sempre opera l’Università, e lo avrebbe fatto nello spirito di collaborazione e reciproco sostegno in momenti di difficoltà come quelli attuali. In questo modo lo stabile – che non si sarebbe demolito - sarebbe stato di nuovo utile alla dislocazione, perché no, della sede provvisoria del comune, scelta che avrebbe dato sicuramente un segnale di presenza forte sul territorio e di vicinanza alla cittadinanza e che invece oggi risulta frammentata e inefficiente dal punto di vista logistico o, ancora, poteva essere riutilizzato per far ripartire le varie associazioni locali o utilizzato in qualsiasi altro modo: commercio, istituzioni varie, Università.
Ritengo quindi che la scelta della sua demolizione, considerando l’enorme carenza di edifici agibili, doveva essere l’estrema ratio di questa amministrazione comunale. Spero solo di non essere l’unico che si pone certe domande e che fa questo tipo di riflessioni.
Ennesimo sabato sera da tutto esaurito a Civitanova con la città letteralmente presa d'assalto da giovani provenienti da ogni dove, a cui probabilmente non è arrivata la notizia delle multe in piazza XX Settembre dello scorso fine settimana (leggi qui).
Anche sabato 4 novembre l'aver aggiunto del nastro segnaletico bianco e rosso alle tradizionali barriere, che delimitano la parte pedonale della piazza, non è servito a fermare la voglia incontenibile di parcheggiare nel pieno centro cittadino, a due passi dai locali.
La pattuglia della polizia municipale addetta ai controlli fuori dal Donoma ha fatto la sua comparsa anche nei pressi di Piazza XX Settembre, ma stavolta non ha voluto infierire nuovamente sulla moltitudine di auto parcheggiate nell'area preclusa, limitandosi a controllare all'esterno e nelle vie limitrofe, facendo spostare le macchine in divieto e procedendo a sanzioni quando i proprietari non erano nei paraggi.
Da indiscrezioni, sembra che si stia studiando la possibilità di posizionare dei dissuasori a scomparsa al posto delle barriere presenti, dato che queste si possono aggirare facilmente e, anche elevando sanzioni, la situazione non cambia.
Niente De Micheli domani a Macerata. La riunione prevista per domani in Prefettura è stata annullata. Ad annunciarlo i Coordinatori dei Comitati Terremoto Centro Italia, Francesca Mileto e Francesco Pastorella con la nota:
"Non si fuggono le responsabilità annullando una riunione. Abbiamo appreso da fonti vicine alla prefettura che il commissario De Micheli ha annullato la riunione prevista per domani a Macerata .
Non crediamo che evitando il confronto con i terremotati si risolvano i problemi e soprattutto in assenza di approfondite analisi necessarie a comprendere se un provvedimento possa essere realmente utilizzato e portare benefici alle popolazioni martoriate dalla tragedia occorsa e dalla mancanza di provvedimenti a sostegno del lavoro .
Sarebbe opportuno ridurre il numero di comuni compresi nel cratere, cancellare ogni tipo di tassazione finché non saranno ripristinate le condizioni per produrre, collaborare in modo costruttivo con le Associazioni di Categoria e con i Sindaci, nonché confrontarsi regolarmente con i terremotati.
Siamo certi che il commissario De Micheli coglierà l’opportunità di farsi aiutare anche dai Comitati al fine di avere una maggiore contezza delle vere necessità dei terremotati.
Vista la rettifica, per senso di responsabilità, annulliamo il presidio evitando sperpero di denaro pubblico necessario ad assicurare la presenza delle forze dell’ordine".