Camerino, un cittadino sulle demolizioni: "Era proprio necessario dare il benservito al modulo a San Paolo?"
Dal signor Michele Tromboni riceviamo una lettera aperta sulla questione demolizioni a Camerino
È visibile a tutti in questi giorni la seconda grande demolizione posta in opera dal comune di Camerino, peccato non si siano accorti che la struttura non è stata danneggiata dal sisma ma ha avuto la sola sfortuna di trovarsi al posto sbagliato al momento sbagliato.
Si, sto parlando del container o modulo provvisorio scolastico collocato a San Paolo all’inizio di via Ottaviani realizzato subito dopo il terremoto del 1997 e che negli ultimi 17 anni ha ospitato dapprima l’istituto magistrale, poi l’asilo Ortolani e l’asilo nido La Coccinella ed infine l’istituto comprensivo U. Betti. È stato triste vederlo smontare pezzo dopo pezzo sapendo che sicuramente si sarebbe messo in gioco ancora una volta per il bene della città. Allora mi chiedo: ma era proprio necessario dargli il benservito?
Lo stabile di proprietà della Provincia e insistente su terreno - che presumo, come altri, vincolato alle emergenze - di proprietà del Comune ha tolto, o meglio, ha risolto dagli imbarazzi le Amministrazioni comunali più volte nel passato, una per tutte lo spostamento dell’asilo Ortolani quando questo è stato ristrutturato e ampliato nel 2014-15. La sua demolizione si rende necessaria per far posto al nuovo polo scolastico che ospiterà l’istituto comprensivo U. Betti. Non si tratta di moduli temporanei, casette in legno o container la cui vita si lega al servizio emergenziale per cui vengono realizzati: stiamo parlando di una struttura scolastica definitiva, che quindi entrerà a far parte del patrimonio edilizio, urbanistico e paesaggistico di Camerino per almeno un cinquantennio.
E se la scelta localizzativa fosse sbagliata e l’area individuata non riuscisse a sopportare tutto il nuovo carico urbanistico che con il terremoto gli stiamo dando? D’altra parte in origine da Piano Regolatore quell’area era destinata sì in parte all’edilizia scolastica, peraltro in buona parte già sfruttata, ma in parte anche a verde attrezzato. Alla luce di quanto detto, ho un’altra opinione a riguardo e mi viene in mente una domanda: ma nei giorni fatidici a ridosso delle festività natalizie 2016 quando, a dire dell’Amministrazione comunale, la decisione sulla localizzazione della nuova scuola doveva essere presa in 4 giorni (poi, comunque, la decisione finale è stata presa nel luglio successivo), nessuno ha pensato che si poteva utilizzare una piccola porzione dell’area destinata ad attrezzature per l’istruzione Universitarie, per intenderci quella posta lato sinistro per chi sale lungo via Madonna delle Carceri, visto che c’era anche un cartello “vendesi” riferito a quell’area? Non sarebbe stato neanche necessario affrontare una variante allo strumento urbanistico comunale in quanto l’area è già destinata ad attrezzature per l’istruzione “F1” da Piano Regolatore e credo sarebbe bastato un atto amministrativo o poco di più per renderla disponibile ad ospitare la nuova scuola dell’obbligo.
Sono propenso a pensare che anche l’allora Rettore Prof. Corradini dimostratosi costruttivo uomo dell’emergenza, sarebbe stato d’accordo con l’operazione per il bene della città dove da sempre opera l’Università, e lo avrebbe fatto nello spirito di collaborazione e reciproco sostegno in momenti di difficoltà come quelli attuali. In questo modo lo stabile – che non si sarebbe demolito - sarebbe stato di nuovo utile alla dislocazione, perché no, della sede provvisoria del comune, scelta che avrebbe dato sicuramente un segnale di presenza forte sul territorio e di vicinanza alla cittadinanza e che invece oggi risulta frammentata e inefficiente dal punto di vista logistico o, ancora, poteva essere riutilizzato per far ripartire le varie associazioni locali o utilizzato in qualsiasi altro modo: commercio, istituzioni varie, Università.
Ritengo quindi che la scelta della sua demolizione, considerando l’enorme carenza di edifici agibili, doveva essere l’estrema ratio di questa amministrazione comunale. Spero solo di non essere l’unico che si pone certe domande e che fa questo tipo di riflessioni.
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