La Lega Marche propone 7 anni di autonomia legislativa regionale e un commissario straordinario per la ricostruzione marchigiano."Mentre ancora la vera e propria Ricostruzione deve rendersi visibile e dopo che ci sono voluti ben 2 anni per considerare chiusa la fase di emergenza con gravi ritardi nella consegna delle costose SAE - sottolinea Sandro Zaffiri, capogruppo della Lega in consiglio regionale - la Regione Marche con due iniziative distinte, ma convergenti ha dato incarico 1 anno fa alle Università marchigiane e all’Istao di “progettare” il futuro delle aree terremotate. Dal cosiddetto tavolo per lo sviluppo, costato sinora 80mila euro di soli incarichi preliminari, sono usciti 10 “sentieri di sviluppo” + 1 e circa 130 idee-progetti da realizzare con un fabbisogno di quali 2 miliardi di euro pluriennali".
"La Regione Marche ha occhio lungo e oltre che impegnare risorse Europee in corso e disponibili che fa anche fatica a spendere, vuole già scrivere una ipoteca sul Nuovo Quadro Comunitario di Sostegno dei Fondi Strutturali 2020-2025 la cui trattativa è iniziata a Roma e Bruxelles - prosegue ancora - A coronamento di questa strategia è stata presentata una Mozione a firma dei due presidenti del Consiglio regionale Mastrovincenzo e della Giunta Ceriscioli, per impegnare il Consiglio Regionale ad avviare le procedure per la firma di un accordo di programma con il Governo centrale che è lo strumento normativo per intervenire in modo strutturale ed organico nelle aree del Sisma ed allargando di fatto a tutte le Marche il sostegno alla rinascita infrastrutturale, sociale ed economica".
Pur comprendendo la strategia che sottende a questo disegno, il Gruppo Consiliare della Lega delle Marche giudica la metodologia avviata "un copione già visto che vede in campo i “soliti” interlocutori, che ripropongono le solite ricette, che riguardano i soliti e che mette in campo molta filosofia e poca concretezza.Non c’è dubbio che la rinascita delle aree del sisma debba essere considerata una opportunità per tutte le Marche, ma proprio per questo la “strumentazione” da mettere in campo deve essere diversa e straordinaria a cominciare dal cambio della guardia del commissario straordinario per la ricostruzione che non può che essere un marchigiano".
"Il modello di intervento di emergenza ed ora quello della ricostruzione mutuato dall’Emilia Romagna nel caso del Sisma 2016 si è rivelato inadeguato e sbagliato e serve dunque avviare una fase nuova - sostiene ancora la Lega - Ciò che va rivendicato come Marche non è un accordo di programma ma una “temporanea autonomia legislativa differenziata regionale” per correggere gli errori e la burocrazia delle Norme e Decreti che non fanno decollare la Ricostruzione. la dotazione e messa a disposizione effettiva dei fondi stanziati per procedere con una regia intelligente ad interventi infrastrutturali, sociali ed economici che in Autonomia il legislatore regionale individuerà sulla base di un piano straordinario di rinascita delle marche".
“ Non credo che rimettendo in campo le solite ricette - dichiara il capogruppo delle Lega - si riuscirà ad intervenire efficacemente nel processo difficile della Ricostruzione né che tale processo possa costituire una opportunita’ per le intere Marche. Lo si vede già da ora: la Regione Marche presenta una scarsa capacità di spesa e la gestione della “pratica sisma” ha intasato gli Uffici della Regione facendo tardare istruttorie e pagamenti anche degli interventi ordinari.”“La Proposta della Lega Marche – conclude Zaffiri – è dunque quella di proporre al governo centrale un periodo di 7 anni di “autonomia legislativa”, la determinazione di fondi certi ed immediatamente disponbili per un grande progetto di rinascita delle zone del sisma e delle marche che osservi 3 priorità sostanziali: la Ricostruzione infrastrutturale ed abitativa utilizzando le imprese marchigiane, l’incentivazione alla nascita di nuove imprese ed il sostegno effettivo a quelle esistenti non prorogando tasse e mutui ma abbonandoli, un grande progetto di rilancio turistico e dei bacini culturali del territorio che sia fonte di occupazione e reddito”.
“Buongiorno Principessa”. Il consigliere regionale della Lega, Sandro Zaffiri, si rivolge in modo sarcastico al presidente Ceriscioli in merito alle sue rimostranze sugli ammanchi dei trasferimenti statali.Mancati trasferimenti dal Governo centrale alla Regione Marche per circa 75 milioni di Euro. Questa la denuncia lanciata qualche giorno fa dal presidente Ceriscioli in un comunicato per reclamare attenzione da parte del nuovo Governo, appena insediatosi.Secca la replica del consigliere regionale della Lega, Sandro Zaffiri: “Il presidente Ceriscioli si è evidentemente svegliato da un lungo letargo nel quale era piombato durante tutto l’Esecutivo Renzi”.
“Solo oggi – incalza l’esponente del Carroccio – Ceriscioli si accorge degli ammanchi di trasferimenti di risorse statali in settori quali il sociale, i trasporti, l’edilizia, il lavoro, le attività produttive e formative, la sicurezza…ma la domanda è: dove era Ceriscioli fino ad un mese fa? Ha mai incalzato l’allora presidente Renzi per ottenere questi finanziamenti? A noi non pare…”“Pertanto – aggiunge Zaffiri – Ceriscioli stia sereno, perché il Governo a guida giallo-verde saprà assumersi tutti gli oneri e i fardelli accumulatisi in questi tristi anni di Governo piddino, cercando di corrispondere al meglio alle richieste della comunità marchigiana che ha già avuto modo di esprimere il suo giudizio di netta bocciatura di tutte le politiche del passato governo, in occasione del voto del 4 marzo”.
“Da parte nostra – conclude Zaffiri – ci faremo costanti interlocutori del Governo Conte, affinché alle Marche possano arrivare le risorse che le spettano, in attesa che i cittadini marchigiani ci diano la possibilità di essere messi alla prova di governo anche in questa Regione”
Riceviamo e pubblichiamo a firma di "Città in Comune Tolentino" in merito all’assegnazione degli appuntamenti dello stabile “La Rancia”:
"La vicenda dell'assegnazione degli appartamenti di quello che sarà il nuovo "Hotel House", quel condominio cioè noto come "La Rancia", rappresenta l'ennesimo fallimento di questa amministrazione.
A prescindere dal fatto che i miniappartamenti saranno disponibili solo dal 2019, se lo saranno, l'aspetto più inquietante è che la maggioranza degli aventi diritto che hanno fatto domanda per avere le sae si rifiuteranno di andare ad abitare lì ed è molto probabile che saranno le famiglie di immigrati ad essere costretti a scegliere una soluzione che li ghettizzerà inevitabilmente. Gli altri rimarranno senza tetto o comunque (e parliamo di un migliaio di cittadini) in balia del Contributo di Autonoma Sistemazione che da' più incertezze che assicurazioni, condannando in definitiva Tolentino ad essere il fanalino di coda in quanto a ricostruzione post sisma tra i comuni di tutto il cratere a 2 anni dal terremoto.
Quanti tra poco lasceranno la città per trasferirsi altrove, quanti anziani ancora dovranno soffrire l'abbandono delle istituzioni?
Di fronte a questa inefficienza conclamata, torniamo a chiedere con forza un consiglio comunale aperto alla cittadinanza, non come spot pubblicitario per l'amministrazione, ma come momento per fare il punto della situazione e lo chiediamo alle forze di opposizione Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, lo chiediamo al PCI tolentinate e ai partiti che rappresentano la maggioranza Tolentino nel cuore, Tolentino popolare, Fratelli d'Italia - Alleanza nazionale, Forza Italia e Lega.
I cittadini, al di là delle sciocchezze, meritano più rispetto, anche perché slogan tipo "prima gli italiani" (ricordiamo che anche la Lega sostiene questa amministrazione), se possono essere utili per racimolare voti di pancia, mal si associano alla crudezza del vivere quotidiano.”
Un dovuto riconoscimento simbolico a tutte le Forze dell'Ordine che ogni giorno tutelano i cittadiniIl gesto eroico dello scorso 14 giugno, quando dei poliziotti hanno salvato in extremis due donne intrappolate nella loro auto in un sottopasso allagato, approda in Regione con una proposta lanciata dal capogruppo regionale di Fratelli d'Italia Elena Leonardi. Il conferimento del "Picchio d'Oro", l'onorificenza istituita con una legge regionale del 2005, è l'occasione per dare il giusto riconoscimento a coloro che non vogliono sentirsi chiamare "eroi" ma che gesta eroiche spesso compiono. La Leonardi ricorda che tutti gli appartenenti alle varie Forze dell'Ordine ogni giorno rischiano la vita con abnegazione, per garantire la nostra sicurezza anche in casi di dotazioni strumentali e risorse umane non sempre adeguate.La lettera della Leonardi è indirizzata ai quattro componenti della Commissione istituita nel 2015, consiglieri regionali nominati dall'Assemblea Legislativa delle Marche, che decidono i nomi di coloro che saranno insigniti di questa onorificenza nel dicembre di ogni anno.Un premio simbolico ma carico di significato che quest'anno andrebbe a donne e uomini in divisa che si distinguono per la continua garanzia di sicurezza nei nostri confronti e che vanno premiati perchè ogni gesto simile non è mai così scontato ma denota una nobile missione, che si attribuisce a quello che è un lavoro che si porta avanti con forte etica.
Nella sala consiliare del Comune di Sarnano si è svolta ieri, domenica 17 giugno 2018, dinanzi ad un folto pubblico, la presentazione del progetto di riqualificazione dell'area della “bambinopoli” di Via Benedetto Costa.Il progetto verrà realizzato in sinergia tra il comitato “Piccole Mani Faranno Grandi Cose”, presieduto dall'imprenditore sarnanese Giuseppe Vallesi, ed il Comune di Sarnano; la progettazione è stata affidata all'Ing. Arch. Roberto Canzonetta di Sarnano.
Dopo il sisma del 2016 si è costituito a Sarnano il comitato “Piccole Mani Faranno Grandi Cose” con lo scopo di realizzare un significativo intervento di carattere sociale, che fosse rivolto alle fasce che maggiormente avevano risentito degli effetti del terremoto, i più giovani e gli anziani.Di concerto con l'Amministrazione Comunale, il comitato ha individuato come possibile intervento la riqualificazione dell'area chiamata “bambinopoli”, ovvero l'area sovrastante il campo sportivo “della Vittoria” ed adiacente alla scuola dell'infanzia.Il progetto prevede la realizzazione di tre aree, tutte interconnesse tra loro senza barriere architettoniche: una per i bambini più piccoli nelle immediate adiacenze della scuola dell'infanzia, una per i ragazzi più grandi ed un'area picnic. Queste aree saranno a loro volta collegate con lo spazio polivalente già realizzato dal Comune di Sarnano (che nello scorso inverno ha ospitato la pista di pattinaggio su ghiaccio e che durante la stagione estiva potrà divenire un'arena all'aperto per eventi e manifestazioni).L'importo del progetto di riqualificazione – i cui lavori iniziaranno già nei prossimi giorni – ammonta a 105mila euro, dei quali 75mila raccolti dal comitato “Piccole Mani Faranno Grandi Cose” e 30mila impegnati dall'Amministrazione Comunale.Il progetto rappresenta peraltro un primo stralcio funzionale di una più ampia idea progettuale di riqualificazione dell'intera area, che prevede la realizzazione di ulteriori percorsi pedonali destinati anche alla pratica di attività all'aria aperta (quali ad esempio il nordic walking).Durante la presentazione del progetto, il Sindaco Ceregioli ed il Presidente del Comitato Vallesi, dopo aver sottoscritto pubblicamente l'accordo che lega i due partner per la realizzazione dell'opera, hanno anche annunciato che la nuova area avrà una sua intitolazione, ipotizzando il lancio di un concorso di idee per la ricerca del nome.Il Sindaco Franco Ceregioli:“Desidero innanzi tutto ringraziare il comitato “Piccole Mani Faranno Grandi Cose”, nella persona del suo promotore Giuseppe Vallesi, per la grandissima sensibilità e generosità dimostrata, che ci consentirà di mettere subito mano alla attesa riqualificazione dell'area della “bambinopoli”: la sinergia con il comitato è stata immediata fin dai primi momenti ed ho potuto apprezzare la grandissima serietà e la determinazione nel perseguimento di questo risultato; ovviamente il mio ringraziamento va esteso a tutti i soggetti che il comitato è riuscito a coinvolgere in questo progetto e che hanno contribuito con le loro donazioni.Un ringraziamento va anche all'Ing. Arch. Roberto Canzonetta, che con grande professionalità e dedizione si è speso per la predisposizione del progetto.
Tale riqualificazione rappresenterà un altro determinante passo verso il completamento del parco urbano che si estende dai “Giardinetti” di Piazza della Libertà fino all'area di Villa Irene.L'Amministrazione Comunale ha sempre fortemente creduto nella realizzazione del parco urbano, inteso quale importante luogo di attrazione per i turisti e fondamentale polo di aggregazione sociale.Consapevoli delle difficoltà economiche del momento, abbiamo proceduto per gradi, dapprima modificando la viabilità di Piazza della Libertà, che ha consentito l'ampliamento dei giardini e la creazione di un magnifico affaccio verso le nostre montagne, poi realizzando – con un impegno di spesa di 35mila euro – lo spazio polivalente adiacente la “bambinopoli”, quindi predisponendo la progettazione esecutiva della rampa che collegherà Piazza della Libertà con la sottostante area del campo sportivo “della Vittoria”, i cui lavori inizieranno dopo l'estate.Una volta realizzata la riqualificazione della “bambinopoli” e la rampa da Piazza della Libertà, il parco urbano avrà finalmente la sua completa definizione: dalla Piazza a Villa Irene, tra aree con giochi per bambini e ragazzi, spazi polivalenti, area picnic, impianti sportivi, nuove scuole, il tutto interconnesso senza interferenze di traffico e senza barriere architettoniche.
Il 19 giugno, in Consiglio Comunale a Macerata, è in discussione il progetto del un nuovo polo commerciale di oltre 10 mila metri quadri che sorgerà a Piediripa di Macerata, per poi passare, dopo la Provincia, all’ultimo step in Regione per la sua definitiva approvazione.
La regione non ha mai emanato un documento per la regolamentazione dei Centri Commerciali, nonostante le Marche siano tra le regioni con più alto consumo di suolo.
Il Movimento 5 Stelle è per lo stop al consumo del suolo pubblico, e si appella al Comune di Macerata ed alla Regione affinché si fermino difronte a questa ennesima scellerata scelta di nuova cementificazione e ripensino a nuove politiche di destinazione territoriale, indirizzandole verso il minor consumo possibile di suolo
Ci chiediamo come possano le amministrazioni marchigiane, a tutti i livelli, fare questo tipo di scelte, invece di indirizzarsi verso il recupero dei centri storici, già abbastanza spopolati con l’insediamento di questi poli (solo tra le zone di Corridonia e Piediripa, a 2 Km di distanza, ce ne sono due), i quali hanno subito un’ulteriormente aggravamento della situazione dopo il sisma del 2016, che ha contribuito allo svuotamento dei centri e dei borghi soprattutto nei paesi dell’entroterra.
Inoltre, pensiamo che una legge per regolamentare la costruzione dei Centri Commerciali serva al più presto, poiché essa possa fungere anche da deterrente per quei poteri criminali che guardano alle lottizzazioni selvagge come possibili sbocchi per attività di riciclaggio e speculazioni edilizie. Un esempio clamoroso lo abbiamo avuto proprio qualche anno fa relativamente al Centro Commerciale Corridomnia, dove è dovuta intervenire la Commissione Antimafia.
Riteniamo che queste politiche commerciali siano dannose anche dal punto di vista dello sviluppo economico. Producono la perdita di diversi posti di lavoro a causa della chiusura di molte piccole attività incapaci di reggere la concorrenza, a fronte di occupazione precaria. Siamo inoltre contrari alle aperture no stop dei festivi ,che generano una forma di schiavitù moderna
Non abbiamo bisogno dell’ennesima Cattedrale del Consumo che contribuirà definitivamente al declino economico dei centri storici, a farci vivere vite da frustrati, alienati sociali spinti al consumo di massa, grazie all’intesa tra queste grandi catene di distribuzione e le amministrazioni
Movimento 5 Stelle: Tolentino, Civitanova Marche, Recanati, Potenza Picena, Macerata, San Severino Marche, Matelica, Porto Recanati. Simpatizzanti M5S: Pollenza, Camerino, Montecosaro, Colmurano, Urbisaglia, Corridonia, Morrovalle, Caldarola, Belforte del Chienti.
La situazione a Macerata è fuori controllo: lancio un appello al ministro Salvini affinchè intervenga quanto prima: è questo in estrema sintesi il messaggio lanciato dal dottor Mattia Orioli a seguito dei fatti accaduti giovedì scorso, quando un giovane straniero, dopo essere stato colto in flagranza di furto, ha pesantemente minacciato gli agenti di polizia intervenuti (qui).
"Dagli ultimi fatti di cronaca di giovedì 14 giugno" scrive Orioli "dove un ragazzo della Guinea veniva arrestato nella notte perché sorpreso a rubare, il quale minacciava di morte, con sputi e insulti i poliziotti che lo sorprendono nel fatto, e con altre frasi come “io vi taglio a pezzi e vi mangio, pezzi di merda, italiani di merda, la legge in Italia non può farmi nulla, prendo una pistola e vi ammazzo. Lo giuro su mia madre e su Allah, figli di puttana, io non ho nulla da perdere, vi denuncio tutti, io ho fatto la guerra, nulla mi fa paura, ne ho ammazzati tanti e ammazzerò anche voi ”.
Tale fatto senza dubbio ha gettato sconforto, paura e rabbia, ma soprattutto allarme per un fatto gravissimo da chi invece dovrebbe ringraziare il nostro paese e la nostra città per essere stato ospitato.
Pertanto ritengo questo fatto di assoluta ed inaudita gravità alla luce dei fatti noti precedentemente occorsi alla nostra città, Macerata.
Occorre una immediata risposta ed una presa di posizione netta e decisa a tutela dei nostri cittadini, difronte ad una situazione sempre più grave ove si rinviene una indicibile gestione da parte dell’amministrazione cittadina rispetto al tema dell’immigrazione.
Chiedo e lancio l’appello alle istituzioni in particolare al ministro dell’interno affinché provveda a visionare la questione e situazione Maceratese in stato di pericolosa gravità.
Concludo con la vicinanza al titolare del negozio colpito dal fatto in questione, rilanciando sempre di più la desolazione, angoscia ed insicurezza che i nostri commercianti purtroppo sono costretti a vivere in una città sempre più abbandonata a se stessa da questa amministrazione.
Ed un forte plauso e ringraziamento va alle nostre forze dell’ordine per il lavoro che quotidianamente compiono".
Dalla lista civica di opposizione “Uniti per Treia” riceviamo
Dopo la bufera della condanna penale in primo grado per peculato del Sindaco Capponi che, nonostante la sospensione <<di diritto>> dalla carica, continua a tenere una condotta elusiva della norma, un alito di vento solleva il velo sui poco trasparenti rapporti tra il Comune di Treia e l’Ente Disfida del Bracciale ed apre le porte alla tempesta provocata da una singolare vicenda giudiziaria che coinvolge i due enti e che vede protagonista Capponi, prima nella veste di Presidente dell’Ente e poi in quella di Sindaco.
Da una gestione quanto meno opaca della “res publica”, il risultato di un ulteriore danno d’immagine al Comune di Treia e una lievitazione di spese che graveranno ancora una volta, in via diretta e indiretta, sulle tasche dei cittadini treiesi.
L’Ente Disfida non paga una fattura relativa alla gestione in cui Capponi ha la carica di Presidente; la ditta creditrice intima il pagamento all’Ente che decide di chiamare in causa il Comune di Treia. Capponi, nel frattempo diventato Sindaco, nomina un legale per affrontare il contenzioso derivante dal mancato pagamento della fattura relativa al periodo di gestione a lui stesso riconducibile.
Il fatto
Un fornitore, dopo molteplici solleciti di pagamento di una fattura di euro 7.260,00 del 24/08/2012 avente ad oggetto una prestazione richiesta e fornita all’Ente Disfida del Bracciale quando Capponi ne era il Presidente, rimasti tutti senza riscontro, si vede costretto a diffidare l’Ente al pagamento a mezzo di atto giudiziario.
L’Ente Disfida si difende chiamando in causa il Comune di Treia, nella persona di Capponi questa volta nella veste di Sindaco, e accusa il Comune di essere l’effettivo committente e co-beneficiario dei servizi non pagati: secondo l’Ente è il Comune che deve pagare.
Capponi e la sua Giunta, con delibera del 13.12.17, decidono quindi di affidare l’incarico ad un legale per affrontare la vicenda giudiziaria, con i conseguenti costi a carico della spesa pubblica.
A questo punto, dopo la lievitazione del costo della fattura non pagata a circa 11.000,00 euro, oltre interessi ed iva, dopo la spesa affrontata dal Comune di Treia per l’incarico legale già affidato, il colpo di scena: l’Ente Disfida ritratta rinunciando alla chiamata in causa del Comune con il quale sembrerebbe aver raggiunto un accordo. Non è dato sapere a quale costo e a quali condizioni. Ciononostante, la causa continua…!
Appare evidente come l’interscambiabilità di ruoli e di funzioni in capo alle stesse persone dall’Ente al Comune e dal Comune all’Ente, il lavoro svolto in simbiosi nonostante la distinzione giuridica tra i due soggetti, la mancanza di trasparenza più volte e da più parti lamentate, hanno come unico effetto quello di danneggiare le casse comunali e l’immagine della Città, già minata dagli ultimi fatti di cronaca riguardanti il Sindaco.
Da Martina Cicconetti e Gian Mario Mercorelli, consiglieri comunali MoVimento 5 Stelle Tolentino, riceviamo
Questa mattina presso i locali della biblioteca Filelfica di Tolentino si è svolta una riunione per l’assegnazione dei 46 appartamenti di “Borgo La Rancia”. Contrariamente a quanto dichiarato dal Sindaco Pezzanesi lo scorso 1 marzo al Politeama Piceno i tempi di realizzazione dell’opera si sono notevolmente allungati. Il Sindaco dichiarava durante l’incontro per presentare il progetto in pompa magna con l’assessore regionale Sciapichetti e i responsabili dell’ERAP che sarebbe stato pronto per l’agosto 2019, mentre oggi a domanda precisa i tecnici del Comune hanno specificato che per la realizzazione dell’opera servono 360 giorni (1anno) da quando verrà aggiudicato il bando di gara, che si spera possa essere concluso entro la fine dell’anno ma di cui ad oggi non è possibile dare una tempistica certa. Ad oggi la procedura per l’assegnazione dei lavori non è stata ancora avviata secondo quanto riportato all’incontro.
Vogliamo inoltre segnalare che diversamente da quanto accade per le cosiddette “casette di legno” gli appartamenti in questione verranno forniti senza nessun tipo di arredamento ed elettrodomestico, questo sarà a carico delle famiglie che dovranno utilizzarli contrariamente a quanto accade per le SAE che vengono fornite non solo degli arredi fissi e mobili ma anche di tutte le vettovaglie necessarie a poterci vivere, per intenderci piatti bicchieri pentole etc. Le uniche cose che si troveranno di fronte i futuri utilizzatori saranno sanitari e doccia.
Questo ci fa sospettare che questi appartamenti non saranno inquadrati come SAE ma piuttosto come case popolari, con tutte le problematiche relative all’assegnazione che ne potrebbero conseguire.
Altro capitolo riguarda le utenze, luce acqua e gas saranno a carico degli utenti, come saranno a carico dei terremotati tutte le spese condominiali. Gli impianti di acqua e luce saranno singoli per ogni abitazione mentre per quanto riguarda l’impianto di riscaldamento sarà centralizzato con ripartizione dei costi in base all’effettivo utilizzo da parte di ogni famiglia, almeno a quanto dichiarato stamattina dai tecnici comunali.
Completare celermente le scogliere é interesse di tutti. Ne sono convinti i consiglieri di Fratelli d'Italia.Arriva da un articolo di stampa, infatti, la notizia del fermo dei lavori per la realizzazione delle scogliere sulla costa portorecanatese, nei mesi di luglio e agosto.Un'occasione persa, secondo Elena Leonardi capogruppo di Fratelli d'Italia al Consiglio Regionale delle Marche e cittadina di Porto Recanati, da anni impegnata proprio sul versante delle difesa della costa.
“Solo un mese fa – spiega Leonardi – durante un sopralluogo fatto insieme al Presidente Ceriscioli, all'assessore Sciapichetti, ad esponenti del Provveditorato alle Opere Pubbliche e della Guardia Costiera, l'impresa aggiudicataria dell'appalto aveva avanzato la richiesta di poter proseguire i lavori anche durante il mese di luglio così da sfruttare le migliori condizioni climatiche per proseguire più celermente nei lavori. Appena sbarcati dopo il sopralluogo mi sono personalmente premunita di contattare direttamente tutti i soggetti coinvolti – prosegue l'esponente del partito della Meloni – per sincerarmi che fosse non solo una volontà condivisa, ma soprattutto che non vi fossero reali impedimenti stante l'unanime volontà dei presenti.
Gli operatori balneari contattati si sono dimostrati più che entusiasti dell'idea: l'obbiettivo è quello di scongiurare una stagione invernale di nuovo in balia delle mareggiate. Contatti positivi erano intercorsi anche con la Capitaneria di Porto ed il Sindaco Mozzicafreddo, col quale ho parlato direttamente mi aveva garantito massima disponibilità e condivisione rispetto alla richiesta di un ulteriore proroga dei lavori nel mese di luglio.Mi chiedo che cosa abbia fatto cambiare idea alla Regione, quali siano le ragioni di uno stop dei lavori che solo un mese fa era auspicato e perseguito da tutti i soggetti coinvolti.
Voglio ricordare che quello in essere è il più importante intervento messo in atto sul litorale marchigiano pari a più di 17 milioni di euro al cui raggiungimento, nel corso di quasi 10 anni, in tanti hanno lavorato, da coloro che si sono susseguiti nelle amministrazioni comunali e regionali, agli operatori balneari ed altri partner importanti come RFI il Ministero delle Infrastrutture ed il Provveditorato alle opere pubbliche.”
Dopo tante attese ed un po' di ritardi nell'avvio dei lavori, sollecitati più volte dalla Leonardi attraverso mozioni ed interrogazioni regionali, il tratto realizzato, come si è potuto constatare bene durante il sopralluogo fatto via mare, ha già portato ad un allungamento della linea del litorale messo in sicurezza. “Sarebbe stato pertanto essenziale – conclude Elena Leonardi – ridurre al massimo i tempi del fermo lavori soprattutto constata la volontà generale di procedere in tal senso per recuperare il tempo perso e vedere finalmente una così importante opera completata.”
Prevedere una sanatoria temporanea per tutte quelle persone che, nelle aree colpite dal sisma del Centro Italia, si sono autocostruite delle casette di emergenza a causa del protrarsi dei tempi di attesa delle Sae (Soluzioni abitative in emergenza; Ndr) fornite dalla Protezione civile. Lo prevede, in sintesi, un emendamento della Lega, a prima firma del sen. Paolo Arrigoni, presentato al Decreto Terremoto in commissione speciale del Senato.
Nel dettaglio l’emendamento interviene sia sulla normativa edilizia, di cui al dpR 380/2001, che su quella del codice dei beni culturali e del paesaggio, inserendo delle deroghe ad hoc per tutti i lavori e opere, anche se in assenza o difformità dell'autorizzazione paesaggistica, qualora realizzati o in territori in stato di emergenza o nei territori colpiti dal sisma del 2016 e 2017. Le condizioni indispensabili per l'applicazione della mini sanatoria sono: l'installazione, in area di proprietà privata, di strutture temporanee, prefabbricate o amovibili (ossia roulotte) utilizzate a fini di abitazione principale; l'acquisto autonomo delle strutture, in luogo di soluzioni abitative di emergenza eventualmente consegnate dalla Protezione civile.
Alla fine del periodo dello stato di emergenza l'emendamento prevede il rispetto della cubatura massima edificabile nell'area di proprietà, anche attraverso la successiva demolizione parziale o totale dell'edificio esistente dichiarato inagibile. Infine la proposta emendativa prevede la nullità delle ordinanze di demolizione e restituzione in pristino e delle misure di sequestro preventivo emanate fino ad oggi nelle aree colpite dal sisma.
(fonte Ansa)
Il presidente dell’Unione Montana Potenza Esino Musone di San Severino Marche, Matteo Cicconi, ha sottoscritto, in rappresentanza e per conto di alcuni Comuni dell’Alta Valle del Potenza, vale a dire Castelraimondo, Esanatoglia, Fiuminata, Gagliole, Pioraco, San Severino Marche e Sefro; un protocollo d’intesa con il Consolato di Bulgaria con cui è stata condivisa la “volontà di attuare un’indagine volta a rintracciare un’opportuna interfaccia di amministratori della Repubblica di Bulgaria che abbiano interessi e similitudini culturali, economiche e territoriali con i Comuni dell’Unione Montana, al fine di stabilire rapporti di amicizia e gemellaggio”.
L’intesa è stata sancita dall’ambasciatore della Repubblica di Bulgaria in Italia, Marin Raykov, presente alla cerimonia insieme al console onorario, Franco Castellini, e al capo dell’ufficio economico e commerciale presso l’Ambasciata, Andryana Koleva. Nei mesi scorsi una delegazione di amministratori e imprenditori della Val Potenza aveva incontrato il diplomatico nell’ambito di una iniziativa promossa dal consigliere nazionale delegata ai rapporti internazionali di Unionturismo, Barbara Cacciolari. Una visita molto particolare che è stata ricambiata con l’incontro nel corso del quale è stato sottoscritto l’importante protocollo d’intesa. Al summit in terra maceratese hanno preso parte diversi sindaci e rappresentanti delle Amministrazioni locali.
“La Repubblica di Bulgaria, grazie agli intensi rapporti avviati nei mesi scorsi con l’ambasciatore, oggi è molto più vicina ai Comuni dell’Unione Montana di San Severino Marche – sottolinea il presidente dell’ente, Matteo Cicconi – Mi auguro che il protocollo sottoscritto dia concretezza a futuri scambi anche commerciali, oltre che artistici, culturali e di solidarietà, tra le due realtà”.Nelle foto: alcuni momenti dell’incontro con l’ambasciatore
“Da ciò che stiamo apprendendo da canali informali, registriamo situazioni spiacevoli per quanto concerne le scuole del cratere sismico nelle Marche. La circolare diramata dal Miur nel maggio del 2017 parla chiarissimo: “Per quanto riguarda le aree interessate dal sisma, sono mantenute le classi attivate nell'anno precedente, anche con parametri inferiori a quelli previsti dalla normativa”. L’obiettivo, allora come oggi, è palese: evitare il rischio spopolamento e la mancata garanzia al diritto allo studio, in un territorio già duramente provato. Dalle segnalazioni che ci arrivano però dai territori, l’ufficio scolastico starebbe interpretando a modo suo le disposizioni ministeriali. Il giochino è alquanto pericoloso, visto che in diverse località si rischiano di veder respinte le richieste di autorizzazione alla costituzione di classi articolate nella scuola secondaria di secondo grado, o direttamente di vedere diminuire il numero delle classi nella scuola secondaria di primo grado, calo a cui si somma il rischio del respingimento delle domande di corsi di tempo pieno per la primaria. Una situazione abbastanza incresciosa, sulla quale chiediamo che l’ufficio regionale faccia chiarezza senza lasciare spazio ad alcuna ambiguità: qualora le interpretazioni discutibili dovessero essere confermate, come M5s siamo pronti naturalmente a segnalare la situazione al ministro competente”.
Così l’On. Mirella Emiliozzi, portavoce del Movimento 5 Selle presso la Camera dei Deputati.
“La casistica dei plessi nei quali ci sarebbero anomalie - sottolinea - è lunghissima: la scuola primaria Lucatelli di Tolentino tre sezioni per il tempo prolungato richieste, ma pure qui se ne dovrebbero attivare solo due; la scuola primaria Luzio di San Severino Marche aveva richiesto l'attivazione di tre sezioni per il tempo prolungato, ma ne potrebbe attivare solo due; la scuola Media Tacchi Venturi di San Severino Marche aveva chiesto il mantenimento della quinta sezione, ma ne ha viste attivare solo quattro nonostante la presenza di svariati alunni disabili; l'Istituto Divini di San Severino Marche chiedeva di mantenere la sesta sezione ma ne sono state concesse cinque. Ci fermiamo qui, ma di casi di questo tipo ce ne sono tanti altri. Senza entrare poi nelle altre annose questioni relative alle cubature delle aule o ai disagi vari delle strutture temporanee. E’ necessario che venga fatta la massima chiarezza e laddove ci siano mancanze, che esse vengano sanate subito perché la circolare del Miur è limpida. Le famiglie che vivono nei territori colpiti dal sisma sono state già mortificate abbastanza negli ultimi due anni".
Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa a firma di Elena Leonardi, capogruppo regionale di Fratelli d'Italia.
Quello accaduto stamattina è per Elena Leonardi, capogruppo regionale di Fratelli d'Italia, non solo un atto eroico, ma un gesto di vera abnegazione che deve condurre, così come proposto da Giorgia Meloni, al conferimento della medaglia d'oro al valor civile ai due poliziotti eroi.
Il salvataggio delle due signore ormai allo stremo bloccate dentro la loro auto, sommersa dall'auto nel sottopasso allagato, è stato un gesto che ha portato, in extremis, ad evitare il peggio ed è un esempio e un simbolo di come quotidianamente gli appartenenti alle forze dell'ordine conducono la loro vita.
Eventi climatici "eccezionali" stanno stanno ormai diventando sempre più frequenti, a volte anche con conseguenze drammatiche in termini di vite umane perse; diventa pertanto prioritario aprire una riflessione seria sulle misure da porre per la tutela della vita, sulla prevenzione e la mitigazione del rischio idrogeologico, ma anche sugli investimenti in chi fa sicurezza e salva vite umane.
Colgo l'occasione – continua la Leonardi – per evidenziare come ad esempio anche i Vigili del Fuoco impegnati massicciamente sul posto hanno nella sede centrale di Ancona una sola squadra di 5 unità quando dovrebbero essere due squadre per poter garantire una copertura efficiente per una città e il suo hinterland che supera i 100.000 abitanti. Si pensi poi che con l'arrivo dell'estate molti di questi dovranno essere impegnati nelle azioni di antincendio boschivo ma le bombe d'acqua, come dicono gli esperti, potrebbero essere una costante di questa prossima estate ad andamento climatico molto variabile.
Lo stesso dicasi per altri corpi di Forze dell'Ordine impegnati nel campo della Sicurezza sopra le loro forze in questi ultimi anni, dove immigrazione clandestina e aumento della criminalità non ci lasciano mai tranquilli. Fa riflettere pertanto questo gesto e deve servire da stimolo concreto , per chi governa, nel poter dotare di risorse umane sufficienti e di dotazioni finanziarie e strumentali adeguate sia i singoli soggetti sia i Corpi ai quali appartengono.
Riceviamo e pubblichiamo dal vice Presidente del Consiglio regionale delle Marche, Piero Celani (Forza Italia).
"Misure di sostegno al reddito dei lavoratori. Ho presentato in Consiglio Regionale una mozione che impegna il Presidente della Giunta a sollecitare il Governo affinché si adoperi per accelerare l’emanazione di apposite norme dirette alla prosecuzione delle misure di sostegno al reddito anche per l’anno 2018 e successivi, attraverso un intervento strutturale che abbia come unico limite, la cessazione dell’emergenza terremoto.
Sono disponibili, infatti in Regione, oltre 48 milioni di Euro per i lavoratori dipendenti, e ben 47.85 milioni di Euro per i lavoratori autonomi, che non possono essere erogati fino a che non viene rinnovata una specifica convenzione tra il Ministero del Lavoro e i Presidenti delle quattro Regioni interessate dal sisma.
Qui non c’è tempo da perdere. Gran parte della Regione Marche dopo il sisma del 2016 è ancora in ginocchio e le poche risposte che riusciremmo a dare, sono bloccate da lunghissime pastoie burocratiche. È assurdo: ci sono i fondi, ma non posso essere distribuiti ai tanti lavoratori dipendenti e autonomi già colpiti dalla crisi economica e messi in ginocchio a causa del terremoto, per una firma!
A questo proposito ho anche interessato alcuni parlamentari marchigiani affinché si facessero parte attiva su tale questione. Ho chiesto loro di presentare in Senato un emendamento, nel corso della discussione sulla conversione in legge del D.L. 55 del 29 maggio scorso.
I cittadini non hanno più la pazienza di aspettare. Ci sono oltre 100 milioni da destinare ai nostri disoccupati, e tutto si blocca paradossalmente solo per una firma? Suvvia, non scherziamo! Controllerò ora per ora , per vedere se il Governo ed in particolare il solerte vice premier e super ministro del Lavoro, ha veramente intenzione di aiutare le zone dell'Italia centrale colpite dal sisma.
Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa a firma delle segreterie regionali Cgil Cisl Uil Marche
È negativo il giudizio complessivo di Cgil Cisl e Uil Marche sulla bozza di Delibera con la quale la Giunta regionale approva i criteri di riparto e le modalità di utilizzo del Fondo regionale di solidarietà.
Istituito con legge regionale 35 del 2016, il Fondo ha la funzione di coprire gli incrementi di compartecipazione delle rette in capo agli utenti - o ai Comuni che ad essi si sostituiscono nel loro pagamento - delle strutture socio sanitarie per anziani, disabili e persone con disturbi mentali.
La Delibera è stata oggetto di discussione nell'incontro avuto il 4 giugno scorso tra Sindacati, Presidente della IV Commissione Consiliare permanente e Dirigenti dei servizi socio sanitari. In quell'occasione sono state evidenziate alcune criticità, prima tra tutte l'esiguità delle risorse messe a disposizione, (2 milioni l'anno per il triennio 2017-19) rispetto alle quali è stato chiesto alla Regione di attivarsi da subito, in sede di variazione di bilancio, per aumentarne l’importo.
Non convincono i criteri adottati per definire i beneficiari del Fondo, che in questa prima fase saranno solo persone con disturbi mentali. Cgil Cisl e Uil Marche sostengono invece che la selezione vada effettuata con riferimento all'effettiva condizione economica - certificata dall'Isee - e non dalla categoria di appartenenza. Per questo è necessario, da subito, dare un segnale di attenzione anche ad altre tipologia di utenti, a partire almeno dalle persone con disabilità.
Allo stesso tempo, le organizzazioni sindacali chiedono alla Regione un confronto organico e strutturato per definire l'utenza potenziale del fondo, valutare l'impatto finanziario che la misura avrebbe qualora si volesse garantire una copertura completa, quantificare le risorse complessivamente disponibili e condividere in modo trasparente i criteri di selezione della platea degli utenti.
Sullo sfondo va tenuto infine conto del fatto che il Fondo di solidarietà, così come concepito dall'accordo Regione- Sindacati del febbraio 2014, ha la funzione di sostenere in modo temporaneo le situazioni di maggiore difficoltà, in attesa che vengano ridefinite le tariffe dei servizi e le modalità di compartecipazione al loro costo, in modo equo, sostenibile ed omogeneo.
“Ho avuto modo quest’oggi di partecipare alla Commissione Speciale per l’esame degli atti urgenti presentati dal Governo in materia di sisma, in Senato, e ho potuto constatare concreta volontà di venire incontro alle nostre esigenze, oltre che apertura alle proposte che arrivano dai territori colpiti. Ora è importante che questo atteggiamento, sicuramente positivo, si trasformi in atti mirati e rapidi”. Così il sindaco di Camerino, Gianluca Pasqui, commenta l’incontro avuto quest’oggi a Palazzo Madama, dove ha preso parte ai lavori della Commissione Speciale che sta esaminando il Decreto Legge 55 del 2018 per la conversione in Legge.
Accompagnato dal delegato dell’Ordine dei Commercialisti di Macerata e Camerino, Stefano Falcioni, e dalla responsabile dello staff del sindaco, avv. Antonella Gamberoni, Pasqui ha portato sul tavolo di lavoro la necessità di interventi urgenti che consentano un reale rilancio dei territori da affiancare ad un percorso virtuoso di ricostruzione. “Chiaramente – ha aggiunto il sindaco di Camerino – Questa non era la sede per parlare tecnicamente di ricostruzione, ma ho chiesto ai componenti di farsi portavoce delle nostre esigenze anche su questo tema, possibilmente organizzando incontri e riunioni nei comuni colpiti, così da toccare con mano la reale situazione che viviamo a quasi due anni dal sisma. Restando sui temi più specifici dell’incontro di oggi, invece, abbiamo sottoposto alla commissione proposte che riguardano un potenziamento della rateizzazione (da 60 a 120 gg) della restituzione della busta paga pesante, la reintroduzione di misure di indennizzo per aziende che non hanno ripreso l'attività nel 2017 o 2018 e a proprietari di abitazioni che risultavano in affitto, oltre a correttivi alle misure previste dalla così detta zona franca urbana. Inoltre abbiamo posto l’accento sulla necessità di una proroga per i territori del cratere della rottamazione delle cartelle esattoriali poiché, con la sospensione dei termini di notifica, molti terremotati non hanno ricevuto notifiche di eventuali cartelle che non hanno quindi potuto rottamare”.
Il caos sulla seggiovia di Frontignano non si placa. Ora spunta una lettera della Regione che puntellerebbe quanto sostenuto da Elena Leonardi (Fratelli d'Italia): "La conferma della malafede di Sciapichetti e Marconi arriva proprio da una comunicazione della stessa Regione, a firma del dirigente competente per territorio dell'Ufficio Ricostruzione, il quale, nelle ore in cui si discuteva e bocciava la mia mozione, comunicava la disponibiità all'anticipo delle somme necessarie per le seggiovie di Frontignano".
La capogruppo di Fratelli d'Italia condanna le modalità di azione di "questi soggetti della maggioranza, i quali invece di fare "mea culpa" attaccano chi ha scritto e presentato la mozione a sostegno della riparazione degli impianti di risalita della località di montagna del maceratese".
La lettera della Regione difatti "invita il Comune di Ussita a presentare un progetto esecutivo in modo da avere uno stralcio per 'l'avvio delle procedura per lotti funzionali'". Progetto che, anche nella stessa mozione della Leonardi viene citato, ed era già evidenziato negli allegati alla richiesta fatta alla Regione da parte del Commissario Straordinario del medesimo Comune.
"Quello che Sciapichetti e Marconi hanno detto che non si poteva fare, nel medesimo momento veniva autorizzato dalla Regione stessa, e mi trova soddisfatta – continua Leonardi - forse qualcosa è stato mosso grazie al mio atto protocollato lo scorso 25 maggio? Comprendo che chi è abituato a parlare di terremoto e fare molto meno rispetto a quanto si dice, ha difficoltà poi a chiedere scusa e ad ammettere che invece la cosiddetta cifra "ridicola", come l'ha chiamata Sciapichetti, si poteva anticipare benissimo".
"A causa dell'incapacità governativa, Frontignano perde la seconda stagione estiva e rischia di non veder partire quella invernale; l'urgenza della richiesta del Comune, che risale allo scorso mese di aprile, richiedeva una risposta più celere e concreta, giunta, guarda caso solo dopo la mia mozione - aggiunge ancora - Respingo le vergognose infondate accuse che i due mi hanno rivolto nel vano tentativo di riabilitarsi dopo la pessima figura fatta – prosegue Elena Leonardi - e li invito ad arrivare in Aula più preparati sugli atti in discussione, soprattutto se si tratta degli irrisolti problemi del terremoto, dato che moltissimo rimane ancora da fare.
"La mia richiesta – conclude la capogruppo di Fratelli d'Italia - era quindi non solo accoglibile in Aula ma evidentemente è stata anche utile per dare la spinta necessaria ad accelerare una risposta operativa da parte degli uffici competenti. Quello che conta ora è che si possa mettere mano alla manutenzione efficace degli impianti denominati "Lo Schiancio-Le Saliere" e "Pian dell'Arco- Belvedere".
In Consiglio regionale l'interrogazione dei Consiglieri Marcozzi e Celani sul crollo del tetto al Montani e sulla sicurezza nelle scuoleDinanzi alle sollecitazioni di Forza Italia, l'amministrazione regionale ha condiviso l'idea di lavorare a un Piano strategico regionale per nuovi poli scolastici multifunzionali.Ieri in Consiglio regionale, infatti, "è approdata la nostra interrogazione con cui si chiedeva, dopo il crollo di un tetto dell'Istituto Montani di Fermo, quale è lo stato, in termini di indici di vulnerabilità sismica e agibilità, degli edifici che accolgono istituti scolastici nel territorio marchigiano, se la Regione ha una mappatura aggiornata e puntuale sulle condizioni in cui versano gli edifici scolastici nelle Marche, quali sono le iniziative intraprese in termini di investimenti e messa in sicurezza, e se l'Amministrazione regionale ha intenzione di attivarsi per avviare un piano straordinario di interventi per la messa in sicurezza degli edifici scolastici".
"Sappiamo bene - proseguono ancora i due consiglieri forzisti - che la competenza sugli immobili è di chi ne vanta la proprietà. Ma dinanzi a temi così importanti la Regione non può restarsene con le mani in mano. Comunque ci sono 520 milioni per la messa in sicurezza delle scuole sul territorio regionale. Ci sono anche dei fondi ministeriali per calcolare l'indice di vulnerabilità dei singoli edifici. Su quest'aspetto la Regione controlli come e con quali tempistiche questi fondi sono spesi. Spesso, soprattutto nei nostri borghi storici o nei piccoli Comuni, abbiamo degli edifici vetusti che ospitano delle scuole. Ecco dunque che si necessita di un Piano strategico per nuovi poli scolastici, con una politica aggregativa tra Comuni, che non riguardi solo la didattica ma con servizi a 360 gradi per i nostri bambini e ragazzi, dalle biblioteche alle mense".
Riceviamo e pubblichiamo da Romina Pergolesi, consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle
Abbiamo bisogno di unità e coesione. Non di rese dei conti “fratricide”, né di dita puntate.Siamo un movimento, assumiamoci collettivamente le responsabilità. Non laceriamo l'impegno, la passione e i sacrifici dei militanti per un risultato elettorale non positivo. Avremo modo di comprenderne le cause e di modificare la rotta, senza dover per forza “crocifiggere” persone. Lasciamo correnti e fazioni ai partiti. Noi siamo altro. Siamo nati per essere altro. Non dimentichiamocelo.Le inevitabili differenze o sensibilità, fortunatamente presenti in un grande MoVimento come il nostro, possono essere una risorsa, e non motivo di dissidio, solo aumentando le occasioni di dialogo, di confronto e lavoro di squadra, a livello regionale e fra tutti i livelli istituzionali (dai parlamentari ai volontari che si attivano in ambito locale). Da tempo, assieme a diversi gruppi e portavoce marchigiani sul territorio, abbiamo impegnato tante energie proprio in questa direzione, ed oggi più che mai questa sembra essere la strada giusta per risolvere le problematiche che affliggono i cittadini e dunque conseguire riconoscimenti in termini elettorali.Ritengo che l'attenzione alle esigenze dei territori sia la chiave per avere risultati. Capisco che non è semplice, per chi svolge già un lavoro faticoso all'interno delle istituzioni, partecipare e contribuire fattivamente a organizzare e promuovere incontri a livello regionale, ma è da qui che dobbiamo ripartire se vogliamo che le tante persone che si affidano a noi per il governo dell'Italia ci sostengano anche per gli enti locali.Non dissipiamo energie, insomma, per litigare fra noi o, peggio ancora, per frenare i tentativi di assemblee regionali auspicati da tanti gruppi ed esponenti del MoVimento marchigiano.Rimettiamoci al lavoro. Incontriamoci e confrontiamoci di più, ascoltando maggiormente chi sta sul territorio. È il solo modo, a mio parere, per lavorare serenamente e con efficacia.