Undici minuti. Tanto é durato l'intervento di Giuliano pazzaglini, senatore e sindaco di Visso, nell'aula di palazzo madama. Undici minuti interamente dedicati ai temi del sisma. Undici minuti di indignazione, di gratitudine verso che c'é stato nonostante tutto, ma anche di accorato appello a restituire a questi territori una dignità e una speranza di futuro.
"Lo Stato c'é stato. I Vigili del Fuoco, le forze dell'ordine non ci hanno affatto abbandonato. Chi ci ha abbandonato é la politica, siamo stati noi a rivelarci incapaci di dare alle persone le risposte opportune. E questo perché le persone non sono mai state al centro dell'emergenza e tantomeno della ricostruzione. Nove scosse di magnituto superiore a cinque devastano l'animo, creano angoscia, ma di questo non si é tenuto minimamente conto. Si é preferito parlare di legalità al centro, di tempistiche al centro, di metodo al centro, ma mai di ricostruzione per le persone. Di persone al centro".
Una denuncia, quindi, di una situazione di stallo assoluto con cui lo stesso commissario speciale alla ricostruzione, on. Paola De Micheli, si trova a fare i conti. Con Pazzaglini che porta l'esempio della scuola di San Ginesio, la cui costruzione é partita e subito bloccata. "Non é possibile che nemmeno il commissario speciale per la ricostruzione riesca a ricostruire. Non é possibile che i sindaci siano lasciati completamente soli a fare i conti con una burocrazia che paralizza. Non é possibile che anche i privati non vengano messi nelle condizioni di sistemare le loro strutture, perché non ci sono regole chiare e dinamiche".
Il Comune di Macerata ha bocciato il progetto, presentato da UniMC, di recupero dei locali dell'ex Upim, che sarebbero dovuti diventare un polo didattico. E la scelta dell'amministrazione comunale ha creato un clima di assoluta freddezza tra l'antico ateneo e il municipio, con il rettore Adornato che ha parlato di ostilità politica. A rincarare la dose, ora, arrivano le dichiarazioni al veleno del consigliere comunale Mosca, che affida a Facebook il suo sfogo.
"Incredibile - scrive - quello che succede in questa città, per colpa del peggior sindaco della storia di Macerata. Vattene, abbi un minimo di dignità. Una storia che dura da 19 mesi. Lo dico da tanto, mi accusano di essere di parte, ma ora è certificato: è sempre colpa sua, sta rovinando la nostra città, bisogna fermarlo".
Parole che commentano le dichiarazioni dello stesso rettore che, con una affermazione a dir poco sibillina, ha lasciato intendere che il futuro dell'Università di Macerata potrebbe anche non essere a Macerata. "Il nostro cammino è stato lastricato di mine a scoppio ritardato, un percorso a ostacoli che ci costringe a rinunciare al progetto - ha dichiarato in una recente intervista a Il Resto del Carlino il rettore Adornato - Se dobbiamo fare la fine della Maceratese ci opporremo fino alla fine. O peggio la fine della Lube, sarebbe una sconfitta per Macerata“.
Riceviamo e pubblichiamo da Giulio Silenzi, Mirella Franco, Yuri Rosati, consiglieri comunali Pd di Civitanova
Gravissima ed incomprensibile decisione dell'assessorato (a questo punto alla discriminazione di pensiero). Il teatro della comunità è una ricchezza per la città, adoperiamoci per poterlo fare.
Perdere il Teatro della Comunità significa cancellare un’esperienza culturale e sociale, promotrice di un progetto originale nella città e capace di coinvolgere tanta parte della società civitanovese, anche quella legata al mondo del disagio. Un’esperienza che in questi anni è stata apprezzata da tanti ed è l’unica, qui da noi, che attraverso il teatro rende protagoniste persone diversamente abili.
Per questi motivi è del tutto incomprensibile la scelta di rinunciarvi fatta dall'assessore alla cultura Gabellieri, avallata come al solito dal sindaco Ciarapica e dall’assessore ai servizi sociali che asseconda passivamente. La Gabellieri dice che i problemi di budget hanno reso impossibile inserire l'iniziativa all'interno del cartellone culturale di Civitanova. Ma come si fa? Si sta parlando di un finanziamento di 4000 euro in un bilancio di circa 1.5 milioni di euro (la cifra più alta degli ultimi anni). Una cifra che questa giunta ha tante volte bruciato per sciocchezze e flop (il cuore di San Valentino uno dei tanti esempi e ce ne sarebbero molti altri), ma che oggi nega a un’iniziativa che ha sempre trovato con le amministrazioni precedenti - ogni volta che ne ha fatto richiesta - attenzione e risorse.
Quest’anno per la prima volta viene respinta. E ci sarebbe anche da dire sullo stile usato dalla Gabellieri, che con un sms licenzia i promotori. Un modo di fare a cui ci stiamo però abituando visto che usa dividere in ‘amici’ chi è pronto ad eseguire le ‘sue’ volontà e ‘nemici’ invece chi ragiona con la propria testa e non si allinea (basterebbe chiedere a Francesco Centioni o a Silvia Squadroni, entrambi presidenti dell’Azienda Teatri poi dimessisi perché non disposti a subire le prepotenze della Gabellieri).
Per cui, non un assessorato alla crescita culturale, ma alla discriminazione di pensiero. Non si può far cadere un’iniziativa così solo perché la Gabellieri non la vuole. Stiamo parlando di disabilità e di un’esperienza che arricchisce la cultura a Civitanova. E’ necessario che le associazioni, le persone di buona volontà, tutti noi che riteniamo utile e irrinunciabile questa esperienza, ci adoperiamo - ognuno per quello che può - affinché i promotori possano realizzare il progetto questa estate.
Il consiglio regionale ha approvato oggi una proposta di legge promossa da Sandro Bisonni (Gruppo Misto), e sottoscritta anche da altri consiglieri, che vieta la combustione dei rifiuti e di tutti i suoi derivati compreso il CSS (Combustibile Solido Secondario da rifiuti) in tutto il territorio marchigiano.
Con la nuova legge le Marche, spiega Bisonni, "in buona sostanza, negano alle Provincie, o meglio alle ATA, la possibilità di gestire i loro rifiuti prevedendo la possibilità di bruciarli, fatta eccezione per il biometano, Così i Piani d'Ambito provinciali in tema di rifiuti dovranno adeguarsi a questa nuova norma e, qualora previsto, la pratica della combustione dovrà essere cancellata.Il consigliere regionale Bisonni si dichiara molto soddisfatto: “A stento riesco a trattenere l'emozione per questo risultato epocale che rappresenta per me, e per molti che mi sono stati vicini, il traguardo di una vita".
"Ho dedicato gli ultimi 10 anni a combattere la combustione dei rifiuti e oggi finalmente vedo realizzarsi quello che sembrava essere solo un sogno. Insieme a tante persone che mi sono state vicine abbiamo vinto tutte le battaglie ed infine, oggi, anche la guerra contro questa pratica inquinante, oltre che assurda sotto molteplici punti di vista” aggiunge.In Aula, dopo il voto, il consigliere ha ringraziato tutti i colleghi specificando che “oltre a me vi ringraziano i tanti marchigiani che rinnegano la combustione dei rifiuti e in particolar modo gli abitanti di Tolentino, Castelraimondo, Matelica, San Severino Marche, Macerata e tutti quelli della Provincia di Macerata, che in questi anni hanno continuato a vivere con lo spettro che nei loro territori si tornasse a bruciare.”
“Con questa legge – conclude Bisonni – le Marche voltano pagina e si candidano ad essere la terra delle armonie e della sostenibilità ambientale, dove vivere in modo green permetterà a noi e alle nuove generazioni di guardare al futuro con maggiore speranza e ottimismo. Un risultato storico per questa regione e per me, oltre che la risposta al mandato conferitomi dagli elettori, una grandissima soddisfazione personale che mi rende orgoglioso del risultato ottenuto”.
"Sostegno attivo a chi intende avviare o riconvertire la propria imbarcazione per il recupero dei materiali plastici nei nostri mari".All'atto della approvazione della Risoluzione da inviare al Parlamento Europeo sulla riduzione dei rifiuti plastici conferiti dalle navi e sugli impianti portuali di raccolta, è stata recepita una importante proposta del capogruppo di Fratelli d'Italia, Elena Leonardi.
La rappresentante del partito della Meloni ha inteso integrare questo documento, nella parte riservata alle Comunicazioni al Consiglio Europeo, una importante raccomandazione da inserire tra le azioni del prossimo Feamp (Fondo Europeo per la Pesca), in programmazione a Bruxelles. Nella sezione riservata agli incentivi ho inteso – afferma la Leonardi – far inserire la necessità di promuovere azioni di sostegno per la riconversione di imbarcazioni di pesca o l'avvio di nuove attività finalizzate alla raccolta in mare di rifiuti. In particolare parlo dei rifiuti plastici – prosegue la capogruppo di Fratelli d'Italia, e soprattutto delle microplastiche, nell'ottica della riconversione di attività tradizionali, spesso non più remunerative, in iniziative imprenditoriali ad alto valore aggiunto ambientale".
"Ho inteso ribaltare la questione da problema ad opportunità – continua la Leonardi – fermo pesca e perdurante crisi del settore stanno mettendo in ginocchio la pesca portando alla chiusura dell'attività dei cosiddetti "piccoli pescatori", occorre pertanto agevolare, quando possibile, una riconversione delle attività in azioni buone per l'ambiente e che siano anche un volano per la crescita economica e per l'occupazione anche nella nostra regione".
Nelle Marche si è votato in 16 Comuni tra i quali il capoluogo di regione, Ancona e in 3 città con popolazione superiore ai 15.000 abitanti: Falconara (AN), Porto Sant'Elpidio (FM) e Grottammare (AP). "Il denominatore comune dell'esito del voto nelle Marche - dichiarano il senatore Andrea Cangini e Marcello Fiori, commissario di Forza Italia per le elezioni nelle Marche - è stato quello della continuità. Infatti nelle quattro città con numero maggiore di abitanti, è stata confermata la maggioranza che era a capo dell'amministrazione (rispettivamente 3 di centrosinistra e 1 civica più vicina al centrodestra come Falconara). Non si afferma quel desiderio di cambiamento che ha travolto il centrosinistra in città, anche del centro Italia, dove governava da decenni. Nelle Marche, oltre ad Ancona, il centrosinistra governa realtà molto importanti come Pesaro, Macerata, Senigallia.
Eppure ad Ancona, Porto S. Elpidio e Grottammare il centrodestra si è presentato unito ed ha allargato la sua coalizione a numerosi movimenti civici ed espressione del territorio non consentendo al Movimento 5 stelle (che si è affermato quasi in tutta la regione come prima forza alle elezioni politiche dello scorso 4 marzo) di arrivare nemmeno al ballottaggio. Questa unità e questa offerta politica, guidata da candidati sindaci giovani e competenti, non è stata sufficiente per vincere. Ora dobbiamo svolgere una attenta e profonda analisi con tutte le altre forze e movimenti civici che hanno dato vita a questo schieramento per comprendere bene cosa è accaduto e cominciare la nostra azione di opposizione costruttiva e intransigente, nell'interesse dei cittadini marchigiani".
"In alcuni Comuni inferiori ai 15.000 abitanti - proseguono Cangini e Fiori - abbiamo avuto buoni risultati, attraverso il sostegno a liste civiche, come a Montegiorgio (FM) dove si afferma come sindaco Michele Ortenzi con il 51.5% e a San Ginesio (MC) dove diviene primo cittadino Giuliano Ciabocco con il 58.3%. Anche ad Ussita (MC), comune drammaticamente colpito dal terremoto, si afferma una lista civica di area di centrodestra con il sindaco Vincenzo Marini Marini così come ad Auditore (PU) con la conferma del sindaco uscente Giuseppe Zito".
"Ora tutte le nostre energie - concludono Cangini e Fiori - si devono concentrare sull'opera di ricostruzione del nostro movimento politico (appena avviata dopo anni di assoluto abbandono), caratterizzata dalla chiara individuazione di valori e proposte dal forte contenuto identitario, una autentica e visibile attività quotidiana di radicamento territoriale (sedi, iniziative, iscrizioni e tesseramenti, ascolto dei cittadini, consultazioni popolari, elezione degli organismi dirigenti territoriali)attraverso la piena responsabilizzazione dei nostri amministratori locali e, infine, un radicale rinnovamento della classe dirigente attraverso l'apertura alle migliori risorse della società disponibili a impegnarsi per la realizzazione di condizioni di sviluppo, sicurezza e benessere della propria comunità".
Riceviamo e pubblichiamo da Mario Scagnetti, ex sindaco di San Ginesio.
Affrontare certe problematiche è complesso per chi le conosce, figuriamoci per un ignorante (nel senso che ignora). Diversi esponenti politici e amministratori, in questi giorni, stanno intervenendo sul caso “nuovo plesso scolastico di San Ginesio”, in alcuni casi anche suggerendo l’opportunità di spostarlo in un altro sito o di frazionarlo. Frazionare o trovare nuova ubicazione comporterebbe riprendere l’iter dall’inizio. Altri 2/3 anni di attesa tra nuova ubicazione, (dove e a quali costi), nuovo progetto, assegnazione appalto.
La scelta dell’area è stata “obbligata” dall’Ordinanza commissariale n.14 del 16.01.2017, che entro 10 giorni dalla sua entrata in vigore prevedeva che i Comuni interessati dalla ricostruzione, dovevano provvedere alla conferma dell’individuazione delle aree destinate alla realizzazione dei nuovi edifici scolastici e che dovevano essere: “aree di proprietà pubblica immediatamente disponibili e lottizzate".
L’area individuata era l’unica disponibile, di proprietà e lottizzata. Pur avendolo ribadito in numerose assemblee forse questi concetti non sono arrivati. Tanto per precisare sulle presunte responsabilità, dei tecnici comunali o della passata amministrazione, voglio anche ricordare che il 15 febbraio 2017 l’Ufficio Tecnico del Comune di San Ginesio, su suggerimento dell’amministrazione, inviava, via posta certificata (PEC protocollo n.1674), alla Soprintendenza dei Beni archeologici delle Marche una richiesta finalizzata a conoscere la presenza di eventuali vincoli o prescrizioni insistenti sull’area di progetto delle nuove scuole. Nella stessa missiva veniva richiesta una risposta da fornire entro sette giorni dal ricevimento che non è mai arrivata. Inoltre nelle tavole del Piano Regolatore Generale del Comune di San Ginesio, secondo il nostro ufficio tecnico, non risulta cartografato alcun vincolo specifico nell’area individuata.Nella conferenza permanente ex art.16 D.l. 189/2016 del 09/05/2018, presso l’Ufficio Ricostruzione di Rieti, il rappresentante del ministero dei Beni e delle Attività Culturali intervenne solo sulle coloriture esterne dei nuovi edifici al fine di uniformarsi all’ambiente architettonico circostante ed espresse delle perplessità in merito alle altezze dell’edificio adiacente le mura, che dall’integrazione progettuale prodotta, comunque, risultano non emergere rispetto alla linea delle mura castellane. Il 15 maggio 2018, infatti, il consiglio comunale approvava all’unanimità l’adozione delle variante urbanistica al Prg per la costruzione del nuovo polo scolastico alla presenza del Responsabile unico del procedimento (Presidenza del Consiglio dei Ministri) e del dirigente del settore Ambiente e Territorio della Provincia di Macerata, che aveva rilasciato parere favorevole alla variante del Prg.
Suggerisco un “laborioso” silenzio in attesa del responso sulla edificabilità o meno, che dovrebbe arrivare in settimana, anche perché le pance dei cittadini sono state già abbondantemente soddisfatte in campagna elettorale. Una deroga, se non erro, c’è già stata sulla stessa area per la costruzione dei campi da tennis. Se si deroga per i campi da tennis, tanto più si dovrebbe derogare per la costruzione di nuove scuole. Questo concetto dovrebbe appartenere a tutti.
Dal gruppo di maggioranza in consiglio comunale di Treia, riceviamo e pubblichiamo:
In merito all’articolo recentemente apparso sulla stampa (qui il link all'articolo) a nome dell’On. Tullio Patassini, del tutto fuori luogo ed alquanto approssimativo, oltre ad esprimere un punto di vista più assimilabile ad consigliere comunale piuttosto che ad un rappresentante delle massima Istituzione Parlamentare facciamo presente che:
In merito alla richiesta di un Consiglio Comunale aperto per discutere la localizzazione dei Poli Scolastici, come già più volte ripetuto all’opposizione siamo convinti tale proposta è desolatamente tardiva in quanto la decisione di realizzare i due poli scolastici innovativi di Treia Capoluogo, di Passo di Treia e il mantenimento del Polo di Chiesanuova sono state prese più di un anno fa, dopo aver sentito la popolazione scolastica e i referenti istituzionali;Facciamo inoltre presente che l’ipotesi di ridiscutere sul posizionamento dei poli potrebbe essere presa in considerazione solo qualora l’onorevole, nelle funzioni della sua attuale carica di parlamentare, riuscisse nella modifica della Strategia Comunitaria sul consumo del suolo, della Direttiva Quadro sui suoli (COM -2006- n. 232), nella modifica della legge regionale n. 22/2011 sulla riqualificazione urbana sostenibile (in materia urbanistica le Regioni hanno ancora una legislazione concorrente con quella statale), ma soprattutto sulla modifica delle Ordinanze del Commissario Straordinario Sisma n. 33/2017, che ha accordato il finanziamento per il Polo scolastico di Treia Capoluogo, e l’ordinanza commissariale n. 56/2018 che ha approvato il finanziamento per il Polo scolastico di Passo di Treia.
Diciamo quindi all’onorevole Patassini che, una volta ottenute le modifiche sopra esposte per mezzo del suo impegno parlamentare, saremmo lieti di riaprire un fruttuoso dibattito nel caso fossero avanzate reali proposte alternative e non meramente strumentali. Difatti, l’unica deduzione ad oggi possibile (e a pensar male non si fa peccato) è che la lista di opposizione che fa capo a Mozzoni, in congiunzione astrale con l’On. Patassini, voglia penalizzare la Città e paralizzare la realizzazione di queste opere che sarebbero sicuramente il suggello ed il principale successo della maggioranza politica rappresentata da Capponi.
Pensare solo che tale polemica viene fatta dopo che le decisioni sono state definite e le opere finanziate e che la stessa opposizione ed anche Patassini non si siano espressi nei tempi opportuni sulla localizzazione dell’accorpamento di tutti i plessi (infanzia, elementari e Medie), e cioè se a Treia, a Passo Treia o Chiesanuova, la dice lunga sulla strumentalità delle loro prese di posizione.Sulle affermazioni in merito poi alla composizione del terreno dove l’amministrazione ha scelto di ubicare il polo treiese, (Patassini afferma che il terreno è invaso da residui di laterizio, la cui rimozione farebbe lievitare i costi), ciò non risulta dalle analisi dei tecnici che hanno effettuato la microzonazione sismica - espressamente prevista dalle ordinanze commissariali - e tantomeno dai tecnici che hanno effettuato le indagini geologiche incaricati di verificare il terreno.
Quindi, tralasciando le ipotesi più improbabili che vedrebbero capace di visioni profetiche l’onorevole Patassini, potremmo definire quest’ultima un’ennesima mistificazione, simile a quella della disponibilità a basso costo dell’area da loro indicata (ribadiamo, inutilizzabile per la premessa all’Ordinanza di finanziamento del Polo treiese - Ord. 33/2017 – che ci impone di utilizzare aree previste nei pRG e dotate di urbanizzazione).L’amministrazione precisa infine che da oggi in poi risponderà alle critiche faziose e provocatorie dell’opposizione solo con la propria azione amministrativa e con la realizzazione di opere e servizi per i cittadini.
L’onorevole leghista Tullio Patassini, primo parlamentare espresso da Treia e membro della Commissione Attività Produttive della Camera, dice la sua sul difficile momento della città conseguente a vicende giudiziarie e botta e risposta al veleno tra maggioranza ed opposizione.
“Non si può continuare ad andare avanti come se niente fosse – esordisce Patassini – Da treiese e rappresentante del governo invito l’amministrazione a fare chiarezza pubblicamente sui ruoli attuali e a convocare con urgenza un consiglio comunale aperto per il confronto su scelte strategiche che condizioneranno la vita cittadina per i prossimi 50 anni”.
Per Patassini la spaccatura tra amministrazione Capponi e i desiderata dei treiesi è evidente e rischia di trasformarsi in voragine per le decisioni del Tribunale di Ancona: lo scorso 31 maggio, nell’ambito dell’inchiesta “spese pazze in Regione”, ha condannato Capponi per peculato a 2 anni e 2 mesi di reclusione, all’interdizione dai pubblici uffici e reintegro delle somme inopportunamente spese.
“La giustizia farà il suo corso - puntualizza Patassini - ma sono costretto a rilevare che, invece di autosospendersi subito come stile, ruolo e Legge Severino suggerivano, Capponi ha accelerato l’azione di governo e che sulla nuova scuola è lecito porsi più di una domanda”.
L’onorevole treiese fa riferimento alla volontà dell’amministrazione di voler costruire più poli scolastici acquistando per quello del capoluogo un’area sottoposta a procedura fallimentare.
“Il gioco elettorale ha poco a che vedere con questa vicenda – continua Patassini – Il terreno scelto è costituito dai residui della lavorazione del laterizio il che fa lievitare i costi di messa in sicurezza di almeno un 40%. A questi si aggiungono quelli per l’acquisto del terreno: l’Amministrazione ha preventivato di spendere circa 1 milione di euro dei rimborsi assicurativi per i danni subiti dal terremoto da alcuni edifici storici. Bene ha fatto il gruppo Uniti per Treia a suggerire il terreno adiacente il cui costo sarebbe di soli 35.000 euro”.
La questione è scottante e non basta a giustificare le scelte comunali il fatto che il terreno suggerito dall’ opposizione sia agricolo. “Un’eccezione strumentale – continua Patassini – È l’Amministrazione che stila il piano regolatore e la legge sul consumo del suolo non sarebbe un vincolo perché la finalità non è speculativa ma sociale. Perché l’amministrazione non ci dice come mai sceglie di cementificare a macchia di leopardo facendo lievitare i costi di urbanizzazione e si prepara ad accendere per progetti inadeguati mutui che graveranno sulle tasche dei treiesi per decenni?”.
Patassini da treiese e da politico vuole una risposta concreta e immediata. “Confido che quel che resta della giunta dopo la sospensione del sindaco vorrà e saprà lavorare nel rispetto delle norme e dei treiesi chiamandoli subito ad un confronto diretto e costruttivo. Un consiglio comunale aperto costituirebbe il primo segnale di un drastico cambio nel modus operandi amministrativo, alla luce dei fatti non solo auspicabile, ma doveroso”.
“Una volta per tutte: il senatore Morgoni e il suo PD nei confronti dei terremotati hanno peccato in parole, opere e omissioni e dovrebbero recitare il mea culpa come un mantra invece di dare del ciarlatano alla Lega che, con l’ultimo decreto terremoto, cerca di rimediare ad anni di errori”. Il senatore della Lega Paolo Arrigoni, responsabile Marche, stigmatizza con forza quella che definisce "l’ennesima mistificazione della realtà sulle vicende legate alla ricostruzione". Il riferimento, è chiaro, è alle recenti dichiarazioni del senatore del Partito Democratico, secondo cui se la signora Peppina (ormai simbolo dei terremotati) è potuta tornare a casa è per merito del Governo Gentiloni. Così come del Governo Gentiloni sono i meriti di una ricostruzione che solo ora potrá avviarsi e procedere spedita e senza intoppi.
“Umanamente posso comprendere che il protagonismo di Morgoni e del PD è messo a dura prova dall’assenza di ruoli di governo – prosegue Arrigoni – ma se nell’ottobre 2016 il governo PD non avesse bocciato le proposte lungimiranti della Lega in fase di conversione del primo decreto terremoto (DL 189), ora tanti terremotati non sarebbero accusati di abuso edilizio”.
Per il senatore leghista il collega Morgoni ha una memoria, per così dire, selettiva. "Si guarda bene dal ricordare che è stata la Lega a proporre l’ emendamento per cui i cittadini con la casa distrutta e in attesa delle SAE potessero costruire casette a proprie spese come ricoveri di protezione civile. Un emendamento che il governo PD ha recepito nell’ultima legge di bilancio 2017 modificandone però drasticamente la portata tanto che solo nonna Peppina e pochissimi altri casi, a distanza di mesi e producendo quintali di carte bollate, forse riusciranno ad ottenere il dissequestro della casetta e sanare la situazione”.
E che fine fanno le centinaia di analoghe situazioni connesse a drammi? “La memoria della Lega non ammette selezioni – conclude con amara ironia il senatore Arrigoni – Ci sono cittadini che aspettano da troppo tempo risposte e la Lega in questo nuovo decreto è tornata nuovamente alla carica per andare incontro a tutte le famiglie dimenticate a cui nonna Peppina ha dato voce e dignità”
Dal capogruppo di maggioranza a Treia, Fernando Palmieri, riceviamo
Ancora mistificazione della realtà, schizzi di bile e tanto odio da una parte dell‘opposizione, che in questi anni ha fatto polemica su tutto, votando contro le scelte strategiche per il futuro della città ed è dovuta anche ricorrere a un nuovo gruppo consiliare "Uniti per Treia" solo per autoconvincersi di rappresentare la maggioranza dei treiesi.
Nonostante i nuovi ingressi nel gruppo Meritiamo Treia, tutti i consensi ottenuti nel 2014 dal candidato sindaco Mozzoni sembrano svaniti di fronte ad una maggioranza concreta e fattiva che in pochi anni ha trasformato in meglio i servizi, la sicurezza, la vivibilità e il decoro pubblico della Città di Treia e le sue importanti frazioni.
Dal comunicato stampa di Mozzoni, Gagliardini e Palazzesi finalmente una cosa traspare chiara e cioé che sarebbero ora decisi a sostenere la creazione di un solo polo scolastico (cosa celata sinora ai meritevoli di conoscenza) con medie, elementari e materne (sembra che la scelta sia Treia, per la disponibilità di qualcuno a cedere le aree a prezzi vantaggiosi – purtroppo area inutilizzabile a causa delle Norme sul consumo di suolo e della stessa ordinanza del Commissario per il Sisma – di finanziamento dei poli scolastici: la 33/2017).
Ecco finalmente dopo anni di nulla l’unica proposta di un pezzo d’oppsizione, desolamente tardiva, e cioé una proposta per il polo unico di tutti i plessi dopo che sono scaduti da più di un anno i tempi per decidere sull’ubicazione dei poli scolastici danneggiati a seguiti del sisma.
L’ordinanza che finanzia quello treiese infatti è del luglio 2017!
Come detto alle assemblee pubbliche, sempre molto partecipate, rispetto a quelle vuote di Uniti per Treia, se non ci fosse stata la maggioranza a decidere ora non ci sarebbe stato più nulla da fare in quanto non saremmo stati inseriti nei finanziamenti per i nuovi poli scolastici.
L’amministrazione invece, anche con il sostegno dei cittadini, ha deciso per una razionalizzazione che non penalizzasse l’organizzazione della società treiese, che ha scelto di vivere e far crescere i propri figli nel centro storico e nelle frazioni che offrono dei servizi primari e di vicinato alle famiglie.
La nostra scelta responsabile è stata quella di ridurre i poli scolastici dagli attuali 7 a 3 (conseguendo enormi risparmi dal punto di vista gestionale ed energetico) lasciando un polo per frazione: scuole materne ed elementari con nuovi spazi sportivi, ludici e ricreativi a Passo Treia e Chiesanuova mentre a Treia verranno accorpate, così come recita la legge, le medie, le elementari le materne di Treia con una nuova palestra, spazi verdi, parchi urbani e nuovi spazi per la musica, la lettura e la socializzazione dei giovani.
Non comprendiamo anche l’attacco continuo alla persona del Sindaco, colui che in questi anni ha fatto la differenza e che non può essere accusato di nulla in quanto insieme alla sua amministrazione ha agito per il bene della città, come ogni amministratore dovrebbe fare.
Per il suo comportamento a questa opposizione che trova nella falsità e nell’attacco alla persona il solo modo di fare il bene dei cittadini e della Città diciamo che: chi ha paura di essere battuto sia certo della sconfitta!
Tranquilliziamo Mozzoni, da cui non ci faremo di certo trasmettere la "sua ansia da scadenza elettorale", che la maggioranza, sarà responsabile in quanto il bene della città e il suo futuro vengono prima di tutto!
Nessun sistema ai titoli di coda ma il futuro di Treia continua!
Ieri, nella seduta della Commissione speciale del Senato, è stato respinto l'emendamento dei senatori di Forza Italia al decreto legge Terremoto, che prevedeva su richiesta dei sindaci e dell'Anci la proroga delle assunzioni a tempo determinato e dei contratti di collaborazione stipulati per esigenze connesse alla gestione del terremoto. “Si va verso il licenziamento di oltre 700 tecnici specializzati che equivale a dire paralisi di tutta l'attività degli enti locali, impedendo di arrivare velocemente alla definizione delle pratiche per il terremoto e di agevolare la gestione dei servizi per le famiglie, per le attività sociali, per le scuole e gli asili – commentano i consiglieri regionali azzurri, Jessica Marcozzi e Piero Celani - A questo punto diventa imprescindibile che enti come la Regione facciano sentire la loro voce nei confronti di un governo che, dopo aver scritto nel Contratto poche e generiche righe sul terremoto, dopo aver dichiarato di avere altre priorità, non può non occuparsi con solerzia e rapidità delle problematiche, tutte, legate al sisma”.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa a firma del segretario del PD di Civitanova Marche, Guido Frinconi.
Leggere del superamento delle criticità al passaggio a livello con interventi a breve termine, di rotatorie alla fine della superstrada e di sistema di spezzettamento del traffico a pettine oltre a provvedimenti nella zona tecnico distributiva come la ricetta pensata per risolvere il problema della viabilità a Civitanova Marche non può che lasciarci perplessi. L’intervento dell’architetto Fabrizio Romozzi spazia infatti in ogni dove ma non si occupa realmente della questione fondamentale e cioè la congestione del traffico a Santa Maria Apparente.
La nostra proposta (di cui non avremmo rivendicato la paternità ma in cui crediamo fortemente nell’interesse di Civitanova e dei civitanovesi) di realizzare una bretella di collegamento alternativa alla strada provinciale che colleghi la zona del centro commerciale alla Chiesa di Santa Maria Apparente non è stata presa nemmeno in considerazione. Del resto, non c’era da aspettarsi nulla di diverso da un’amministrazione che “amministra” il Comune come fosse proprietà privata. Una ulteriore dimostrazione arriva da come hanno gestito la cessione anticipata del 51% delle quote di Gas Marca di cui continuano a non dare notizia. Se non fosse stata infatti la Estra Servizi a fare un comunicato stampa al riguardo, la città non avrebbe saputo del perfezionamento della vendita, che ricordiamo - a causa dell’anticipazione - farà perdere 200mila euro annui di utili, visto che negli esercizi precedenti ha avuto utili in media di circa 400mila euro.
Una fretta nel voler far cassa, nel voler avere a disposizione i 6 milioni e 700 mila euro che non trova però nessuna spiegazione in termini di progetti per la città. Nulla è dato sapere di come intendono investire tutti questi soldi e questo non e' sicuramente un modo corretto di amministrare.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scritto una breve lettera di ringraziamento al consigliere regionale Sandro Bisonni per avergli espresso solidarietà a seguito delle polemiche scatenatesi dopo il veto del Presidente sulla candidatura di Savona.“Nella serata del 27 maggio – afferma Bisonni - subito dopo il coraggioso discorso del presidente Sergio Mattarella con il quale annunciava di non accettare la candidatura di Savona nel ruolo di ministro per l'economia, ho lanciato dal mio profilo facebook l'hashtag #iostoconMattarella che poi successivamente si è diffuso in tutta Italia nei vari social network”.
Questo gesto sui social aveva scatenato anche delle critiche nei confronti del consigliere regionale: “Poco importa se alcuni, per questo mio gesto, – continua Bisonni - mi hanno attaccato perché tutto questo mi ha solo reso più forte oltre che più fiero”.Nei giorni a seguire il consigliere aveva anche inviato una email di vicinanza e solidarietà.“Oggi con mia meraviglia – conclude Bisonni - ho ricevuto i ringraziamenti del Presidente della Repubblica; ringraziamenti che mi rendono orgoglioso e felice tanto più perché sono scritti di suo pugno. Grazie Presidente per questo prezioso gesto che mi convince ancor di più della bellezza di avere un Presidente come Lei”.
La capogruppo regionale di Fratelli d'Italia, Elena Leonardi, interviene sulle ulteriori dichiarazioni dei rappresentanti di maggioranza regionale, Sciapichetti e Marconi: "La mozione presentata lo scorso maggio ha scaturito, al di là di sterili polemiche, quello che si desiderava: lo sblocco di una parte, seppur limitata, dei fondi necessari a far ripartire le seggiovie in quota nel comune di Ussita".
Sugli impianti denominati "Lo Schiancio-Le Saliere" e "Pian dell'Arco- Belvedere", e sulla relativa anticipazione finanziaria chiesta con l'atto dello scorso 25 maggio a firma Leonardi, è evidente che i due politici si "arrampicano sugli specchi". "Ricordo - afferma la Leonardi - che quel giorno in consiglio regionale la risposta degli Uffici competenti era già in mano al presidente Ceriscioli, ma il consigliere dell'UdC Marconi è intervenuto affermando, ed è registrato, che questa anticipazione per Frontignano non si poteva fare 'perché avrebbe creato un precedente'. Sciapichetti – prosegue la Leonardi – lo ha seguito a ruota affermando che la mozione doveva essere ritirata. Qualche giorno dopo lo stesso assessore Sciapichetti incontra il sindaco di Ussita e lo informa che le opere potranno essere cantierate 'per stralci funzionali', una soluzione, questa, che conferma quanto proposto dalla mia mozione".
"Quello che avvilisce è che queste polemiche sono fatte su argomenti così delicati come la ricostruzione post-terremoto così come accaduto per altre situazioni portate avanti dalla sottoscritta - continua la Leonardi - occorrerebbe un maggior spirito di collaborazione tra forze politiche, senza mettere veti quando proposte utili e fattivamente realizzabili, come questa di Frontignano, provengono dalle attuali minoranze regionali.
Sciapichetti e Marconi, si legge, 'tengono a precisare che non c'era assolutamente bisogno di muoversi in quel senso poiché la procedura era già predisposta'. Allora perché – continua la capogruppo di Fratelli d'Italia – nell'Aula durante il Consiglio Regionale hanno affermato proprio il contrario?".
Conclude Leonardi: "Gli atti sono pubblici e visionabili, ricordo ancora che quello che Sciapichetti e Marconi hanno detto che non si poteva fare, nel medesimo momento veniva autorizzato dalla Regione stessa; le date parlano chiaro: la Regione si è attivata solo dopo la mia mozione, mi ritengo pertanto soddisfatta di questo risultato anche se attendo ovviamente di vederlo realizzato".
Nuovo dirigente VI settore e tecnico incaricato per il piano strategico della viabilità; con una équipe finalmente al completo dopo mesi di defezioni al personale, l'assessore all'Urbanistica Fausto Troiani ha presentato ieri, nella sala riunioni della palazzina tecnologia, il suo primo bilancio delle attività ad un anno dall'insediamento. “Apro questa conferenza – ha detto Troiani - partendo dai doverosi ringraziamenti ai dipendenti che hanno lavorato e che lavorano oggi per il Comune, perché se è vero che le pratiche da evadere sono ancora tantissime, è anche vero che non ne abbiamo accumulate altre e siamo pronti, ora che la squadra è al completo, ad accorciare i tempi e rendere tutto più fruibile”.
Un benvenuto è stato rivolto al nuovo dirigente Paolo Strappato che sostituisce Maurizio Scarpecci ora negli uffici della Regione, il quale avrà più che altro un compito operativo, essenziale per portare all'attenzione del Consiglio comunale le opere che attendono l'iter conclusivo. Per fine anno si discuteranno: il piano della zona Industriale B, il piano del Porto, il piano particolareggiato del borgo marinaro e la prima Umi della zona Sabatucci sui quali si sta lavorando da mesi. Inoltre si collegherà via Mentana a via Custoza, ed è stata acquisita via Montale.
All'architetto Fabrizio Romozzi, invece, è stato affidato l'iter amministrativo delle rotatorie alla fine della superstrada, sistemazione di via Einaudi e riammagliamento della viabilità esistente. Per far questo terrà i rapporti con Regione, Ministero e Ferrovie puntando alla risoluzione delle problematiche di via Carducci dovute al passaggio a livello di cui si chiederà di accorciare i tempi di chiusura a 3 minuti e mezzo.
Nel corso della conferenza stampa si è parlato di azioni concrete, ma anche di “sogni”, quali in due anni avviare la lottizzazione Ceccotti ferma dal 1978, un'incompiuta che ha attraversato tutte le Amministrazioni fino ad ora. Ottimistica la posizione di Troiani che ha già avuto diversi incontri con la proprietà e riscontri positivi sulle possibile soluzioni.
Non poteva mancare il discorso parcheggi a pagamento sul lungomare sud, questione che ha interessato l'opinione pubblica nell'ultimo mese. “Sarebbe il nostro orgoglio riqualificare il cuore di Civitanova – ha puntualizzato Troiani – abbiamo i progetti di alcune ditte che presenteremo a fine anno alla città e poi tutti insieme decideremo il da farsi. Quello che bolle in pentola non è certo qualche sosta a pagamento, ma il volto della nostra città che farebbe un salto di qualità estetico di richiamo nazionale”.
Tra i sogni nel cassetto c'è anche la riqualificazione del comparto Trieste in cui si potrebbero riunire tutti gli uffici comunali, oggi delocalizzati.
Sulle rotatorie e sottopasso di via Carducci si è soffermato Romozzi, il quale ha precisato che la conferenza dei Servizi non era stata mai chiesta (l'iter è partito il 14 maggio 2018). In base agli indirizzi a lui forniti dalla Giunta l'architetto procederà a chiedere al Ministero la momentanea sospensione del sottopasso, l'accorciamento dell'iter per l'approvazione e il bando per la realizzazione delle rotatorie visto il carattere emergenziale della situazione (inquinamento e pericoli sicurezza stradale che si sono creati con il collegamento Civitanova-Foligno), e il riammagliamento del sistema viario esistente che interesserà via Castelfidardo, via Aldo Moro, via Zavatti e via Martiri di Belfiore e via Einaudi.
Saranno intanto richiesti subito i pannelli luminosi per le segnalazioni di code e incidenti sulla superstrada, che ancora non sono stati installati.
Presenti alla conferenza stampa
- Fausto Troiani, assessore Urbanistica
- Paolo Strappato, dirigente VI settore
- Lucia Mogliani, funzionario
- i tecnici comunali Alessandro Fiorelli, Laura Fratesi, Domenico Maio (Suap), Simone Pancotto (geometra), Barbara Morresi (archivio), Raffaele Barboni (edilizia privata), Cecilia Orioli (edilizia privata), Roberto Marziali (edilizia privata).
Riceviamo e pubblichiamo dal consigliere comunale di Civitanova, Giulio Silenzi (Pd)
Non fosse per un comunicato stampa della Estra Servizi, i civitanovesi non saprebbero della vendita anticipata della seconda tranche del capitale sociale di Gas Marca. Ciarapica non ne ha informato, seppur ufficialmente richiesto, né il consiglio comunale, né la commissione consiliare, né i suoi concittadini, alla faccia della trasparenza e della partecipazione. Una scelta, la privatizzazione del 100% dell’azienda comunale del metano, importante anche perché agganciata all’introito di 6.700.000 euro per la città. Soldi dei civitanovesi di cui va definito l'utilizzo.
Eppure Ciarapica non ha sentito il bisogno di mettere i concittadini a conoscenza dell’incasso di questa somma e, naturalmente, anche di come verrà investita. Perché di questo si parla, di come verranno utilizzati i milioni, se saranno destinati a progetti o a spese facili. Ci sarebbe anche un’altra spiegazione che il sindaco deve alla città, ovvero la ragione che lo ha spinto ad anticipare la vendita del restante 51% del capitale di Gas Marca (il 49% era stato ceduto nel 2017 con la clausola che l’acquisizione totale della società da parte del privato sarebbe dovuta avvenire entro i successivi cinque anni).
Non è un fatto di poco conto se un'amministrazione, composta da forze politiche che si sono definite per anni ferocemente contrarie alla vendita della Gas Marca, appena al potere cambia idea, anticipa la cessione totale dell’azienda e passa all’incasso all'insaputa della città. Neanche un post Facebook o un hastagh del nutrito staff comunicazione a servizio del sindaco. Il silenzio assoluto sulla notizia anche dall'Atac del duo Belvederesi-Brini che incassa, senza nessun merito, per conto della citta' 6.700.000 euro.
Porta la firma del capogruppo in Regione dei Popolari Marche – UdC, Luca Marconi, dell’assessore all’ambiente Angelo Sciapichetti e del consigliere del gruppo Uniti per le Marche, Boris Rapa, la mozione presentata in questi giorni per mobilitare l’intero Consiglio Regionale e, in particolare, il Presidente della Giunta, Luca Ceriscioli, ad attivarsi con la proprietà e le forze sindacali e sociali affinchè sia scongiurato il pericolo dell’eventuale chiusura e trasferimento del polo tecnologico del gruppo Ubi sito a Macerata-Piediripa. “E’ in fase di valutazione, infatti, annuncia Luca Marconi, da parte della proprietà la chiusura di questo polo dove è presente l'area tecnologica-informatica e dove ad oggi lavorano oltre un centinaio di persone, con conseguente trasferimento delle attività e del personale a Jesi. Se questo fosse vero, conclude Marconi, rappresenterebbe un’ulteriore penalizzazione, da un punto di vista sociale e lavorativo, per un territorio come quello di Macerata già fortemente provato dal terremoto. E’ come se si trasferisse o chiudesse un’azienda di medie proporzioni.”Marconi richiama quanto stabilito nell’accordo sindacati-gruppo UBI del 26 ottobre 2017 in cui la proprietà s’impegnava al mantenimento, e addirittura al potenziamento, dei tre poli di Pesaro, Jesi e Macerata, quest’ultimo quale polo tecnologico e di help-desk. “Nella fase di integrazione il Polo di Macerata-Piediripa, ricorda il capogruppo, è stato in prima linea per effettuare tutte le attività di migrazione delle procedure da Banca Marche ad Ubi e il personale ha lavorato con abnegazione, passando anche mesi interi fuori regione, al fine di effettuare tutte le fasi propedeutiche al buon esito della migrazione con chiaro riconoscimento della professionalità dei lavoratori a tutti i livelli. Oggi, quindi, questa scelta della proprietà, se sarà confermata, appare inopportuna e, per lo meno, rinviabile”
Un post sulla sua pagina Facebook, per annunciare che presto Nonna Peppina potrà rientrare nella sua casa provvisoria costruita subito dopo il sisma. Lo ha pubblicato Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia. "Ringrazio la Commissione Speciale della Camera dei Deputati - scrive - per aver approvato all'unanimità una norma per ridare casa a Nonna Peppina. In un’Italia che per troppo tempo si è scordata dei terremotati, costretti ad affrontare quotidianamente mille problemi, è un bel segnale di cambiamento. Fratelli d'Italia, che è il partito della ricostruzione, continuerà a lottare ogni giorno per aiutare chi è in difficoltà. Forza Nonna Peppina siamo con te"
"Il sisma del 30 ottobre 2016 procurò lesioni gravissime al ns Ospedale cittadino, o meglio di quanto era rimasto della struttura ospedaliera, che oltre al sisma aveva subito numerosi tagli ai servizi tesi alla privatizzazione e delocalizzazione, per effetto delle continue riforme Nazionali e Regionali, sempre piu’ penalizzanti lo stato sociale".
Così Emanuele Porfiri segretario PCI Tolentino.
"Subito dopo l’evento , visto che la struttura era dichiarata in larga parte inagibile, sia il Presidente dell’Area vasta 3, sia il Presidente Regionale e il Sindaco, assicuravano la ricostruzione in tempi rapidi. Trascorsi quasi 2 anni, nonostante le continue rassicurazioni, la situazione attuale presenta solo la riapertura di alcuni Ambulatori, vedi la Radiologia, Cardiologia e Punto di primo intervento. Le ultime notizie che secondo noi destano grande preoccupazione, sono le dichiarazioni del Direttore Area vasta dott. Maccioni e del Presidente Regionale Ceriscioli. Il primo prevede circa 2 anni per la definizione progettuale e altri 2 o 3 per la sua realizzazione. Il secondo dichiara che per costruire un Ospedale nuovo, moderno ed antisismico, ci vuole tempo. Da queste dichiarazioni deduciamo che non prima di 5 anni, non verrà realizzato il nuovo Ospedale e se verrà realizzato. Il PCI di Tolentino chiede se ci sia l’effettiva volontà di realizzare questa struttura e stabilirne fin da subito tempi certi e rapidi, non sicuramente i 2 anni previsti per la progettazione. Inoltre chiede al Sindaco di coinvolgere i Cittadini, gli operatori del settore, compresi i medici di base, in questa delicata fase".