Politica
Potenza Picena, lavori in piazza Matteotti, la minoranza attacca: "Costi lievitati di 320mila euro, a carico del Comune”
Al centro del dibattito politico locale torna la questione dei costi per i lavori di riqualificazione di Piazza Matteotti. A seguito del Consiglio Comunale del 7 novembre, durante il quale è stata approvata una variazione di bilancio, il gruppo di minoranza "Idea Futura" interviene con una nota critica per analizzare l'aumento delle spese. L'intervento del gruppo consiliare esordisce ponendo un quesito centrale e polemico sull'onere finanziario finale dell'opera:"Idea Futura: “Quanto costerà alla fine l’intervento di riqualificazione di Piazza Matteotti? Nel Consiglio Comunale del 7 Novembre scorso la maggioranza del sindaco con delega ai Lavori Pubblici Noemi Tartabini ha approvato la ratifica di una variazione di bilancio già disposta d’urgenza con una delibera di Giunta. Tra le altre previsioni la variazione ha per oggetto un ennesimo incremento di spesa di 28.831,97 € della riqualificazione di Piazza Matteotti per l’acquisto di nuovi corpi illuminanti". Il gruppo di minoranza individua la causa scatenante di questo ulteriore stanziamento nella gestione dei fondi per l'illuminazione, originariamente previsti da un'altra linea di finanziamento che non ha avuto esito positivo: "Ma perché si è reso necessario quest’ultimo provvedimento? I nuovi corpi illuminanti nelle intenzioni della Giunta dovevano essere finanziati dal Bando “Borghi Accoglienti”, ma il progetto avanzato dal nostro Comune non è stato finanziato dalla Regione Marche e quindi sono servite di nuovo ulteriori risorse dal nostro Bilancio". L'analisi di "Idea Futura" si sposta poi sulla lievitazione complessiva dei costi, evidenziando una discrepanza significativa tra la stima iniziale e l'importo attuale, e proponendo un parallelo con un contesto di spesa privata: "Il progetto iniziale di 540mila euro è stato più volte rifinanziato fino ad arrivare ad oggi alla mirabile cifra di 860mila euro. Un incremento di spesa di 320mila euro, tutti a carico del Comune, che corrisponde al +60% dell’importo inizialmente previsto! E’ come se un qualsiasi cittadino dovesse ristrutturare il proprio appartamento e a fronte di un preventivo iniziale di 100mila euro, alla fine l’impresa presentasse un conto di 160mila. Come reagireste voi di fronte ad un aumento simile?" Vengono inoltre sollevate perplessità di natura tecnica e progettuale, in particolare riguardo alla mancata previsione di opere accessorie ritenute fondamentali per le reti tecnologiche e infrastrutturali: "Tutto questo poi senza aver nemmeno previsto le tubazioni per l’interramento dei cavi aerei della rete elettrica, telefonica e fibra, o il rifacimento della rete del metano, con il rischio di dover “sfasciare” nuovamente tutto in caso di rottura. Temiamo poi che a questi incrementi saranno da aggiungere anche le spese per il pagamento degli scavi archeologici effettuati in Piazza su ordine della Soprintendenza, che non sono compresi al momento nel quadro economico del progetto, nonostante la minoranza avesse chiesto nei mesi scorsi un’indagine preventiva archeologica accurata prima di iniziare i lavori". La contestazione del gruppo travalica il singolo cantiere di Piazza Matteotti, per mettere in discussione la sostenibilità economica dell'intero piano di rigenerazione urbana e le sue ricadute sul bilancio comunale: "A questo punto la domanda sorge spontanea: quanto costerà alla fine l’intervento di riqualificazione di Piazza Matteotti?! Aveva ragione o no Idea Futura quando denunciava che gli importi dei 9 progetti di rigenerazione urbana erano sottostimati ed avrebbero comportato un impegno di molte altre risorse del Bilancio Comunale sottraendole alle manutenzioni stradali, degli immobili o del verde per fare alcuni esempi?" Il sindaco Tartabini arrampicandosi sugli specchi ha provato a giustificare le scelte fatte, dicendo che a suo avviso no, i 9 progetti PNRR non erano stati sottostimati! Peccato che con l’ultimo punto all’ordine del giorno la stessa maggioranza abbia votato altri 42mila euro di aumento per altre 3 opere finanziate dal PNRR: Torre Civica, Palazzo Menghini e Teatro Mugellini. In pratica dando ragione alla minoranza. Anche per questo il nostro voto non poteva che essere di netta contrarietà non volendo certo avallare gli errori compiuti della giunta Tartabini".
Tolentino, Sclavi a Giombetti: "Fondi minacce per scuole e progetti, i risarcimenti personali non interessano"
L’amministrazione comunale di Tolentino interviene nel dibattito sollevato dall'ex assessora Flavia Giombetti, la quale ha chiesto al Ministero di revocare i fondi statali destinati all'Ente in seguito alle minacce subite. L'accusa principale mossa da Giombetti riguardava la scelta del Comune di non costituirsi parte civile nel procedimento penale, chiuso con il patteggiamento del responsabile. L'Amministrazione risponde con "sincero stupore", respingendo l'idea di essersi "voltata dall’altra parte" e difendendo la propria gestione dell’episodio e dei fondi. La replica dell'Amministrazione chiarisce la dinamica processuale che ha portato alla controversa decisione: "Il patteggiamento alla prima udienza, richiesto dall’imputato e accolto dal Giudice con conseguente condanna a quattro mesi, ha impedito l’apertura dell’istruttoria dibattimentale e il proseguimento del processo", afferma il sindaco Mauro Sclavi. Viene sottolineato che la chiusura rapida del procedimento è avvenuta perché "il soggetto resosi protagonista dei reati ha scelto di assumersi sin da subito ogni responsabilità". Se il processo fosse proseguito, l'Amministrazione dichiara che avrebbe ovviamente partecipato alla successiva udienza, "confermando quanto accaduto come ho già fatto in ogni occasione sia stato chiamato a testimoniare quanto a mia conoscenza circa questa vicenda". Il Comune spiega che la scelta di non costituirsi parte civile non è stata dettata da inerzia, ma da una valutazione pratica e di principio: "La costituzione di parte civile sinceramente non mi interessava perché non sono interessato a risarcimenti pecuniari personali", prosegue Sclavi . Inoltre, si precisa che, data la richiesta di patteggiamento, l'unica conseguenza aggiuntiva della costituzione di parte civile da parte del Comune sarebbe stata "solo la condanna al pagamento delle spese legali sostenute dal Comune, nulla più". L'obiettivo primario è stato invece raggiunto: "Importava, ed è accaduto, che il responsabile fosse condannato". Il primo cittadino contrattacca duramente le intenzioni dell'ex assessora di far revocare i fondi, dimostrando che le risorse sono già destinate a iniziative concrete contro la violenza che coinvolgono le scuole di Tolentino. A prova di ciò annuncia: "Il 25 novembre si terrà una manifestazione degli studenti contro la violenza patrocinata e sostenuta dal Comune proprio con parte di quel fondo ottenuto per le minacce che la Giombetti vorrebbe far revocare". La nota conclude con un appello alla responsabilità, bollando l'azione di Giombetti come un tentativo strumentale: "Va benissimo cercare di rimanere sulla cresta dell’onda, ma è inaccettabile che si tenti di farlo a discapito della città".
Tolentino, Pezzanesi replica a Dignani: "Non sa di cosa parla, manca di rispetto alle persone e alla realtà che cita"
"Certo che è proprio vero che ormai in politica può entrare chiunque e parlare a vanvera su argomenti di sostanza per le comunità locali così come la gestione del Cosmari, come ha fatto il signor Paolo Dignani". Così l'ex sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, replica in una nota al coordinatore di Civico22, Paolo Dignani che, nei giorni scorsi, aveva bollato come "non accettabile" una eventuale nuova candidatura dello stesso Pezzanesi a primo cittadino in vista delle prossime tornate amministrative (leggi qui). Pezzanesi descrive Civico22 come il "movimento politico che ha determinato l’ascesa dell’attuale amministrazione tolentinate nelle elezioni del 2022, la peggiore che mai Tolentino abbia avuto". "Avrei taciuto e mi sarei scusato con i cittadini di Tolentino e con le realtà produttive, culturali, sportive e sociali della città stessa, per l'incapacità, l'arroganza e il non ascolto dell'amministrazione attuale nei confronti delle realtà citate", rincara la dose l'ex sindaco. "Un disastro al quale tentai a suo tempo di porre riparo avvisando gli elettori del rischio a cui andavano incontro, ma con il fondamentale aiuto del movimento Civico 22 i 'non amministratori' vinsero, si insediarono e cominciarono a picconare tutte le cose buone previste dalle precedenti Amministrazioni Pezzanesi, riducendo la citta in fin di vita - aggiunge -. Non c’è cosa o progetto che non sia opera delle precedenti amministrazioni e tutti i cittadini lo sanno, indipendentemente dalle fandonie e dalle bugie dei predicatori di turno". "Fortunatamente dopo tanta disgrazia amministrativa, si avvicina il termine della scadenza dell'attuale amministrazione ed allora Dignani, ha trovato opportuno e di buon gusto intervenire sull'argomento con un metodo tutto suo, cioè partendo dalla storia Cosmari nel mio periodo di presidenza (meno di un anno) - sottolinea Pezzanesi -. Se avesse conosciuto cosa significa il rispetto e il desiderio di verità si sarebbe sicuramente documentato meglio, e avrebbe saputo che nel periodo della mia breve presidenza (voluta dai Sindaci e non richiesta da me), i progetti e le azioni da sviluppare, una volta discussi in Consiglio di Amministrazione, venivano portati per la decisione finale all'Assemblea del Cosmari, massimo organo deliberativo composto dai sindaci del territorio maceratese, con in più il comune di Loreto. Così come previsto dallo Statuto del Cosmari che ovviamente ignora". "Parlare non costa nulla ma dire fesserie o peggio bugie strumentali su argomenti così importanti è davvero riprovevole o almeno inopportuno. Dignani deve sapere, inoltre, che il Cosmari ha sempre avuto la sensibilità e l’accortezza di chiedere pareri preventivi a valenti professionisti su ogni tematica per cui si ritenesse opportuno e, quindi, anche sulla compatibilità della mia carica di sindaco con la carica di presidente del Cosmari prima della mia stessa elezione - osserva Pezzanesi -. Il parere sostanzialmente diceva che, in base a quanto stabilito, dalla legge dello Stato 39/13 coloro che venivano indicati come componenti del CdA del Cosmari e che erano ancora in carica presso Comuni di appartenenza con più di 15.000 abitanti, erano compatibili purchè non avessero avuto dall’Assemblea del Cosmari deleghe amministrative". "Nel Consiglio di Amministrazione del Cosmari, a seguito di un esposto anonimo all'Anac, vi erano due casi identici di eventuale incompatibilità entrambi sottoposti alla lente di ingrandimento dell'Anac - ricorda ancora Pezzanesi -. Uno riguardava il vicesindaco di Corridonia in carica (città con più di 15.000 abitanti) e il sindaco di Tolentino anche lui in carica con più di 15.000 abitanti. In merito, il presidente dell'Anac nella seduta del Consiglio di Autorità del 30/03/2022 scriveva che il Collega del Comune di Corridonia era in regola con la legge dello Stato perché appunto non aveva deleghe amministrative, mentre per quanto riguarda il mio caso, che pure non avevo deleghe amministrative, nel Consiglio di Autorità del 30/08/2022 dichiarava l’incompatibilità. Due pesi e due misure per la stessa identica cosa". "Mi corre quindi l'obbligo di farle presente che le sue origini oratoriane la dovrebbero portare alla ricerca della verità e della giustizia ma, a quanto vedo, queste caratteristiche le ha smarrite nel tempo", afferma Pezzanesi rivolgendosi a Dignani. "In realtà carte e leggi alla mano, fu commessa una grande ed incomprensibile parzialità che ancora oggi qualcuno artatamente e slealmente narra a suo piacimento. Val la pena di ricordare, comunque, che in quei pochissimi mesi di presidenza che precedettero le mie dimissioni e che, per normativa prima e decisione personale dopo, non mi videro percepire nessun compenso, fummo protagonisti con l’approvazione dell’Assemblea dei Sindaci di provvedimenti importantissimi per le sorti del Cosmari e per la qualità del servizio che avremmo potuto rendere ai cittadini". È quanto dichiara Pezzenesi facendo riferimento al "progetto del Biodigestore volto al trattamento dell’organico e alla produzione di bio metano insieme all’installazione dei primi cassonetti intelligenti; il progetto di costruzione dell’impianto di trattamento e recupero dei pannolini; il tavolo di discussione, poi concluso, tra l'Ata, il comune di Cingoli ed il Cosmari per un ulteriore abbancamento sulla discarica di Cingoli, contestualmente all'individuazione dei nuovi siti di abbancamento da parte dell'Ata stessa, presieduta dal presidente della Provincia e composta anch’essa da tutti i sindaci della Provincia di Macerata che, ripeto, sono tutti soci votanti all'Assemblea del Cosmari". "Preoccupato personalmente dell’immobilismo dell'Ata in materia di individuazione dei nuovi siti di abbancamento, scrissi in accordo con il CDA almeno due lettere di sollecito al Presidente dell’Ata, cominciammo il lavoro di ottimizzazione della pianta arganica, terminammo il percorso della formazione degli Ispettori Ambientali - ribadisce Pezzanesi -. Proponemmo, sulla scorta di dati oggettivi, l’annullamento del concorso per il nuovo direttore generale, nell'interesse del Cosmari e nel pieno rispetto delle norme del bando e delle leggi vigenti, e di questo siamo fermamente convinti, nonostante la prima sentenza del Giudice sia a favore del ricorrente per una cifra di circa 120.000 euro, su questo mi auguro fermamente che l'Assemblea dei sindaci ricorra, e lo deve fare entro il mese di novembre per coerenza e spirito di giustizia, perché nessun danno è stato arrecato al ricorrente che, tra l'altro, non poteva e non doveva ignorare gli articoli del bando". "Ogni decisione presa dal Cosmari è stata discussa e votata dall’Assemblea dei soci sulla base di elementi oggettivi e non frutto della volontà del singolo individuo. Dignani dice oggi che i cittadini pagano e pagheranno ancor di più il costo dello smaltimento dei rifiuti addebitando la responsabilità a chi non ce l’ha e tace sul vero motivo degli aumenti determinati in massima parte dal fatto che in mancanza di siti di discarica sul territorio maceratese, il Cosmari è stato costretto a portare i rifiuti in discariche fuori provincia". L’atteggiamento dei sindaci della provincia, che sono componenti dell'Ata ed al contempo Amministratori del Cosmari, che hanno tutti fatto palesare al Presidente dell’ATA che nessuno vuole o vorrà sul proprio territorio i siti di discarica così come indicati dalla Società incaricata allo Studio da parte della Provincia di Macerata, è un atteggiamento che contribuisce a diminuire o ad aumentare la tariffa nel presente e nel futuro che ogni cittadino o impresa dovrà pagare? Di fronte alla patetica e surreale esternazione che Dignani ha fatto, dove farnetica qualcosa anche sulle scorse elezioni regionali (tra l’altro perse pesantemente dal Suo raggruppamento politico), dico che se c’è qualcuno in giro che non merita di essere degno di essere accostato ad un futuro e proficuo governo della Città è proprio Lei e il movimento che dice di rappresentare che, ripeto, avrebbe già da tempo dovuto chiedere scusa ai cittadini per i danni procurati alla città, alcuni irreparabili, per aver appoggiato e condiviso l’attuale amministrazione, altro che una classe dirigente nuova". "Quelli come me le regole le hanno rispettate e le continuano a rispettare perché siamo stati educati non solo al rispetto delle regole e delle leggi, ma anche e soprattutto delle persone, della loro dignità, delle loro famiglie e dei loro affetti, indipendentemente dalle ideologie politiche, ci hanno insegnato alla verità ed al sacrificio e non alle carriere facili o all’accondiscendenza a quel potere di cui Dignani parla e che tanto gli manca. Non sarà Lei e né tantomeno il Suo movimento a decidere chi meriterà di essere il prossimo sindaco di Tolentino, ma sarà prerogativa del Popolo, quel Popolo che ogni giorno subisce le angherie di un’Amministrazione incapace di attendere alle sue funzioni e questo ci garantisce" conclude Pezzanesi.
"Un caffè per la città" convince: la politica riparte dall'ascolto a Civitanova
Successo di pubblico e partecipazione per il primo appuntamento di "Un caffè per la città", il nuovo ciclo di incontri promosso per costruire un ponte di dialogo e confronto tra politica e cittadini. L'iniziativa, svoltasi giovedì sera alla Romana, mira a delineare un modello di politica più radicata sul territorio, capace di ascoltare, raccogliere idee, energie e proposte concrete per il futuro di Civitanova. La serata si è aperta con una profonda riflessione su “la politica che vorrei”, un momento partecipativo che ha visto i presenti contribuire attivamente alla creazione di una "nuvola di parole" con i valori fondamentali attesi dalla buona politica. In cima alle richieste sono emersi in modo preponderante concetti come ascolto, trasparenza, concretezza, rispetto e partecipazione, con una forte attenzione anche al coinvolgimento dei giovani. Sicurezza e Ambiente tra le Priorità Cittadine Successivamente, il dibattito si è spostato sui temi più urgenti per la comunità, raccolti attraverso la segnalazione anonima di bigliettini da parte dei partecipanti. Dalle schede è emerso un quadro chiaro delle priorità cittadine: in testa, l'esigenza di maggiore sicurezza e una seria attenzione per l'ambiente. Seguono, a ruota, la tutela dei più fragili, la creazione di spazi per i giovani, il potenziamento delle infrastrutture strategiche e delle opere pubbliche, oltre all'importanza della cultura e di una gestione oculata dei bilanci comunali. Il primo confronto si è rivelato dunque un momento ricco di spunti e ha confermato la vivace voglia di partecipazione della comunità e il sentito bisogno di una politica fatta di costante ascolto e presenza sul territorio. Sebastiani: "Siamo sulla buona strada" Francesco Sebastiani, organizzatore dell'evento, ha espresso grande soddisfazione per l'esito della serata. "Sono molto contento di aver dato vita a uno spazio di confronto e ascolto – ha commentato – uno di quelli della politica che a me è stata sempre e solo raccontata. Questo è solo l'inizio. In programma ci sono altri incontri specifici che si concentreranno sui singoli temi locali di Civitanova. Spero quindi di ritrovare la stessa partecipazione, ma se il buongiorno si vede dal mattino penso che siamo sulla buona strada”. L'appuntamento è ora per i prossimi incontri tematici, con l'obiettivo di tradurre la grande energia emersa in azioni e proposte concrete per la città.
Silvia Luconi nuovo sottosegretario alla presidenza della Regione Marche
Il presidente della Giunta regionale delle Marche, Francesco Acquaroli, ha nominato la consigliera regionale Silvia Luconi, sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale con un recente decreto. La nomina rafforza l'azione del presidente Acquaroli, che sarà coadiuvato dal sottosegretario Luconi in un ruolo chiave per il rilancio e la valorizzazione del territorio. Le sue competenze si concentreranno su settori strategici per l'economia e l'identità regionale: beni e attività culturali, turismo e commercio. L'obiettivo primario sarà l'implementazione di politiche di valorizzazione, integrazione e semplificazione in queste materie.
Marche, indagato il neo capogruppo FdI per falso ideologico: "Gogna mediatica ma resto garantista"
La Procura di Ancona ha aperto un fascicolo per falso ideologico a carico di Andrea Putzu, neo capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale delle Marche, al suo secondo mandato. L'indagine è stata innescata da un esposto risalente alla fine dell'estate 2020, che mette in discussione la sua eleggibilità alle ultime consultazioni regionali. La notizia, anticipata da indiscrezioni sui social media e poi confermata dai quotidiani locali, riguarda la condanna definitiva per falso ideologico – legata a validazioni di firme in elezioni amministrative – subita dal consigliere nel 2018. L'esposto è stato presentato da Saturnino Di Ruscio, ex sindaco di Fermo ed ex presidente Erap Marche, primo dei non eletti di FdI nella circoscrizione di Fermo nel 2020. Di Ruscio contesta che il neo capogruppo, al momento della candidatura, abbia attestato di non incorrere in cause di incandidabilità, sostenendo che la condanna del 2018 fosse invece ostativa. Il contesto giudiziario è complesso: il consigliere, dopo la condanna del 2018, non era decaduto dalla carica di consigliere comunale a Porto Sant'Elpidio e, successivamente, il 12 agosto scorso, il Tribunale del Riesame lo aveva riabilitato. La questione è ora al vaglio della Procura. Il neo capogruppo ha reagito duramente alla diffusione della notizia, puntando il dito contro la fuga di informazioni coperte da riserbo. "Non posso non rilevare e, permettetemi l'ironia, complimentarmi per come informazioni coperte dal più stretto riserbo investigativo siano misteriosamente trapelate e prontamente offerte in pasto ai social," ha affermato Putzu, denunciando il solo scopo di "riproporre la gogna" subita in campagna elettorale. Sulla denuncia, presentata da Di Ruscio, il consigliere si è limitato a dire: "Sono quindi indagato come qualsiasi cittadino che viene denunciato, notizia nota da tempo". Pur manifestando dispiacere per la "strumentalizzazione" politica della vicenda, il neo capogruppo si è detto "sereno" e certo di non aver commesso alcun reato. "Ho il massimo rispetto nelle istituzioni e nella magistratura, sono un garantista," ha sottolineato, ricordando il principio secondo cui indagato non significa colpevole. "Sono certo che la Procura farà correttamente il suo lavoro e potrà constatare che le accuse che mi hanno rivolto sono prive di fondamento" , ha concluso Andrea Putzu, lasciando ai suoi legali il compito di rispondere nel merito "nelle sedi opportune e certamente non sui social, perché bisogna sempre ricordarsi che la Giustizia è una cosa seria e va sempre rispettata".
Tolentino, minacce a sindaco e assessori: "Il Comune incassa fondi per la difesa, ma non si costituisce parte civile"
Il Comune di Tolentino si trova al centro di una dura polemica sollevata dall'ex assessora alla Ricostruzione, Flavia Giombetti, riguardante la gestione di una minaccia di morte subita da lei e dal sindaco nel gennaio 2023. L'oggetto della controversia: l'Ente ha incassato i fondi statali specificamente previsti per difendere gli amministratori minacciati, ma ha scelto poi di non costituirsi parte civile nel procedimento penale, chiuso con un patteggiamento. L'episodio risale al 23 gennaio 2023, durante le delicate operazioni di sgombero dei container post-sisma. "Abbiamo ricevuto varie minacce tra le quali una minaccia di morte. Non per un fatto personale, ma per aver esercitato con lealtà il mio ruolo istituzionale", spiega l'ex assessora Giombetti. La gravità del fatto è attestata dalla frase, ora agli atti del processo: "Vi sparo a tutti voi della vigilanza, alla Giombetti e al sindaco". Lo Stato, riconoscendo la natura intimidatoria e istituzionale dell’accaduto, ha concesso al Comune di Tolentino un contributo specifico. "Quel riconoscimento non è un gesto simbolico: è un atto formale, che certifica la natura intimidatoria e istituzionale dell’accaduto", sottolinea Giombetti. Il paradosso si consuma in aula di giustizia. L'ex assessora e un altro dipendente della vigilanza hanno scelto di costituirsi parte lesa, mentre l'Ente comunale, pur avendo ricevuto fondi pubblici destinati alla sua difesa e a quella dei suoi servitori, ha scelto il silenzio. Il responsabile della minaccia, un cinquantunenne di origini albanesi difeso dall'avvocato Marco Romagnoli, ha patteggiato la pena a 5 mesi. "È insostenibile, sul piano logico e istituzionale, che lo stesso Comune che ha ricevuto queste risorse abbia poi scelto di non costituirsi parte civile," afferma Flavia Giombetti. "Un’amministrazione che tace di fronte a una minaccia di morte non è neutrale: prende posizione (o evita di prenderla), e non dalla parte giusta". Costituirsi parte civile, anche senza richiesta di risarcimento, è per Giombetti una "dichiarazione di principio" che afferma come la violenza contro chi serve la comunità sia violenza contro lo Stato stesso. "Un sindaco che sfila contro la violenza, ma non trova il coraggio di difendere chi quella violenza l’ha subita, dimostra una profonda contraddizione. Il silenzio del Comune, in quell’aula di giustizia, pesa più di qualunque parola pronunciata in piazza", rincara l'ex assessora. L'accusa di incoerenza si estende all'intera maggioranza: "Non c’è solo la firma del sindaco. C’è la responsabilità collettiva di una maggioranza intera — assessori, consiglieri e presidente del consiglio — che hanno taciuto, accettato o avallato questa decisione". In chiusura, Flavia Giombetti annuncia un'azione formale: "Intendo scrivere al Ministro competente affinché valuti la revoca del contributo concesso al Comune di Tolentino, poiché ritengo che l’utilizzo di quei fondi sia divenuto privo di coerenza rispetto alle finalità per le quali lo Stato li aveva assegnati". L'ex assessora specifica infine che eventuali somme percepite personalmente saranno devolute in beneficienza.
"Una città senza voce in regione": Macerata riflette sul suo ruolo politico dopo le elezioni regionali
MACERATA – Sarà un momento di confronto e riflessione sul futuro politico della città quello in programma venerdì 14 novembre alle ore 17:30 all’Asilo Ricci, promosso dal Circolo della Rosa. Al centro dell’incontro, il tema delle elezioni regionali 2025, che hanno consegnato una Macerata priva di rappresentanti in giunta e, più in generale, un quadro politico che interroga la città sul proprio ruolo nella scena regionale. L’iniziativa, presentata in conferenza stampa dal Circolo della Rosa, mira ad aprire una discussione ampia sulle ragioni del distacco crescente tra cittadini e politica, sulla diminuzione della partecipazione al voto e sulle ricadute dell’assenza di esponenti maceratesi negli organismi decisionali regionali, sia in Giunta che in Consiglio. Ad aprire i lavori saranno i giornalisti Carlo Cambi, Luca Patrassi e Giuseppe Porzi, chiamati a introdurre e inquadrare il dibattito offrendo la loro personale lettura dei risultati elettorali. Seguiranno gli interventi di Massimiliano Bianchini, Romano Carancini, Angelo Sciapichetti e Anna Menghi, che porteranno il punto di vista di chi ha partecipato in prima persona alla competizione elettorale o ha ricoperto incarichi istituzionali di rilievo. Contributi ulteriori arriveranno da Fabio Pallotta, Nicola Perfetti e Marco Sigona, esponenti del mondo politico e della società civile maceratese. A presentare l’iniziativa, l’avvocato Bruno Mandrelli: “Questa è la terza iniziativa del nostro ciclo di riflessioni. Dopo aver discusso del declino delle città medio-piccole e del ruolo dell’Associazione Sferisterio in ambito provinciale, oggi vogliamo interrogarci su un dato evidente: Macerata è fuori dalla Giunta regionale. Come è possibile? E cosa significa per la città?”. Mandrelli ha evidenziato come il fenomeno della scarsa partecipazione elettorale rappresenti un rischio serio per la tenuta democratica: “Quando i cittadini si allontanano dalla politica, il sistema diventa fragile. Il senso di questa iniziativa è chiedersi come la politica possa uscire da questa autoreferenzialità e tornare ad essere credibile e rappresentativa”. Un tema, quello della rappresentanza, che per Mandrelli tocca da vicino anche le dinamiche future del territorio: “Avere o non avere un rappresentante in Giunta non è la stessa cosa. Incide, eccome. Le questioni maceratesi rischiano di essere trascurate. Se la parola capoluogo ha un senso, deve averlo anche quella di rappresentanza”. Tra gli interventi attesi anche quello di Massimiliano Sport Bianchini, candidato alle ultime elezioni regionali con la lista Avanti con Ricci: “A Macerata si parla poco e si riflette ancora meno di politica. Ci si incontra solo in campagna elettorale. Ma servono contenuti, non solo slogan”. Bianchini ha annunciato la volontà di aprire un comitato contro l’attuale legge elettorale regionale, definita “una finta legge democratica che ha premiato Ancona e penalizzato le altre province, producendo coalizioni deboli e squilibri di rappresentanza”. “In questa città – ha aggiunto – nessuno ha pensato a un maceratese come possibile assessore. Anche il sindaco avrebbe dovuto difendere meglio gli interessi della città. Oggi Macerata ha bisogno di persone competenti, capaci di amministrare e di rappresentarla con autorevolezza”. L’incontro, che conclude un percorso di approfondimento avviato dal Circolo della Rosa, si propone dunque come spazio di confronto aperto non solo sui risultati delle regionali, ma anche in vista delle prossime elezioni amministrative. “L’obiettivo – ha sottolineato Mandrelli – non è fare processi, ma stimolare un pensiero nuovo. Capire se serva un approccio diverso per garantire a Macerata il ruolo che merita nella politica regionale”. L’appuntamento di venerdì 14 novembre all’Asilo Ricci si preannuncia quindi come un momento di analisi collettiva, ma anche come un possibile punto di ripartenza per una città che cerca di ritrovare voce e rappresentanza nel panorama politico delle Marche.
Zes Unica Marche-Umbria, Baldelli (FdI): “L’opposizione rema contro le nuove opportunità”. Fede (M5s): “Fondi insufficienti"
La recente estensione della Zes Unica (Zona Economica Speciale) anche alle regioni Marche e Umbria accende il confronto politico tra maggioranza e opposizione, con interpretazioni diametralmente opposte sui reali effetti del provvedimento. Il deputato di Fratelli d’Italia Antonio Baldelli difende con forza la misura, definendola “un provvedimento atteso e strategico” per attrarre investimenti e generare sviluppo in aree individuate dall’Unione Europea come “regioni in transizione”, cioè con reddito medio inferiore alla media europea. Secondo Baldelli, l’estensione della ZES rappresenta un passo concreto verso la crescita di territori che hanno sofferto “anni di mancato sviluppo durante i governi regionali del Pd”. Critico invece verso le opposizioni: “Il Pd e il M5s si sono astenuti in Commissione, continuando a dire no a prescindere. Noi lavoriamo per dare opportunità e crescita alle Marche, altri preferiscono remare contro”. Di segno opposto la posizione del deputato del Movimento 5 Stelle Giorgio Fede, che accusa il Governo di aver trasformato la ZES in “un provvedimento di facciata, buono solo per la propaganda”. Fede ricorda che il M5s aveva già chiesto l’inclusione di Marche e Umbria nel 2023, ma denuncia la totale insufficienza delle risorse stanziate: “I 2,2 miliardi previsti per il credito d’imposta ZES Unica 2025 non bastano: le richieste delle imprese hanno superato di cinque volte le risorse disponibili. Senza fondi adeguati – avverte – la misura rischia di essere solo un titolo vuoto”.Il Movimento 5 Stelle si è quindi astenuto in Aula, spiegando che la scelta non deriva da contrarietà ai principi di sostegno alle aree svantaggiate, ma dalla volontà di “denunciare la mancanza di coraggio e di risorse di una maggioranza che riduce tutto a slogan elettorali”. La Zes è stata anche uno dei temi centrali nella recente campagna elettorale per la presidenza della Regione Marche. Il governatore riconfermato Francesco Acquaroli, insieme alla premier Giorgia Meloni, ne aveva annunciato l’avvio a Cessapalombo il 4 agosto, durante l’inaugurazione dei lavori della Pedemontana Sud. Il candidato sconfitto Ricci aveva invece definito l’iniziativa una mossa “puramente propagandistica”, sostenendo che se attuata concretamente avrebbe dimostrato l’inefficacia del governo regionale uscente. Tra chi vede nella Zes Unica un’occasione storica di rilancio e chi teme resti solo una promessa elettorale, il dibattito resta aperto e centrale per il futuro economico di Marche e Umbria.
Tolentino, Dignani (Civico 22): "Pezzanesi di nuovo sindaco? Dopo il caso Cosmari non è accettabile"
Il coordinatore di Civico 22, Paolo Dignani, interviene con toni duri sul caso Cosmari, riaccendendo i riflettori sulle modalità di gestione del consorzio e sul ruolo dell’ex sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi. "Negli ultimi anni, le vicende legate alla gestione del Cosmari e al ruolo dell'ex sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi mostrano in modo evidente come la politica locale possa piegare le istituzioni a logiche di appartenenza, piuttosto che di merito, efficienza e rispetto delle norme", afferma Dignani in una nota. Al centro della polemica, la sentenza del Tribunale di Macerata, a firma del giudice Germana Russo, che ha condannato il consorzio al risarcimento nei confronti del manager pubblico Roberto Pierantoni, riconoscendo l’illegittimità dell’annullamento della prima selezione per la nomina del direttore generale. L’annullamento era stato deciso quando Pezzanesi ricopriva la carica di presidente del Cosmari, sostenuto da una maggioranza di Comuni soci di area centrodestra. Dignani sottolinea come la vicenda abbia prodotto "un grave danno economico e d’immagine per l’ente pubblico", ricordando che "ora la Corte dei Conti potrebbe essere chiamata a valutare eventuali responsabilità erariali". Il coordinatore di Civico 22 richiama anche un precedente episodio: la censura dell’ANAC che dichiarò incompatibile la doppia carica di Pezzanesi, allora contemporaneamente sindaco di Tolentino e presidente del consorzio. "Una vicenda che portò alle sue dimissioni e che evidenzia, qualora ce ne fosse stato bisogno, una disinvoltura istituzionale nella gestione delle regole di trasparenza e imparzialità", aggiunge Dignani. Per il rappresentante del movimento civico, il problema non è solo amministrativo, ma politico e culturale: "Ciò danneggia non solo la pubblica amministrazione stessa, bensì finisce con l'incrinare sempre più la fiducia dei cittadini nelle istituzioni". Sul piano economico, Dignani denuncia anche l'aumento costante delle tariffe: "Nel frattempo, le tariffe della TARI sono cresciute e continuano a crescere esponenzialmente, ma non certo per migliorare il servizio, bensì per mantenere in perfetto equilibrio quel delicato ecosistema chiamato potere". Non mancano riferimenti all’attualità politica locale. Secondo Dignani, circolano voci su un possibile ritorno in campo dell’ex sindaco. "Circolano con insistenza voci secondo cui chi è stato protagonista delle avvilenti vicende sopra richiamate sarebbe nuovamente in lizza per la carica di sindaco della nostra città", scrive. Il coordinatore lancia un monito chiaro: "Se questo fosse il prezzo da pagare come contropartita per avere un consigliere regionale di Tolentino (si parla di un patto pre-elettorale siglato tra la neo-consigliera regionale Luconi e Pezzanesi per il rientro di quest’ultimo sulla scena), allora Civico 22 dice con forza che Tolentino non può accettarlo". E conclude con un appello al rinnovamento: "La nostra città ha bisogno di una classe dirigente nuova, competente e rispettosa delle regole. Basta con chi ha già dimostrato limiti, ambiguità e scelte contrarie al buon governo. Tolentino merita un’amministrazione che rappresenti tutti i cittadini, non il ritorno a logiche e comportamenti che il tempo e la coscienza civica dovrebbero ormai aver superato".
Pollenza, il sindaco Romoli replica a Sestili: "Discarica a Cantagallo? Noi produciamo fatti, loro comunicati"
"Il gruppo consiliare di minoranza 'Pollenza al centro', guidato da Laura Sestili, che ancora una volta riesce nell’impresa di parlare di tutto senza avere contezza degli argomenti trattati. Una confusione costruita ad arte, tanto per dare l’impressione di essere sul pezzo, ma senza sapere neppure di cosa si sta parlando". Così il sindaco di Pollenza Mauro Romoli, replica a quanto affermato in una nota stampa dagli esponenti della minoranza riguardo ai temi della realizzazione di una discarica a Cantagallo e della gestione della Fondazione Marinozzi-Olivieri (leggi qui). "Questa sera si terrà a Cantagallo un’assemblea pubblica organizzata dal Comitato No Discarica Cantagallo Pollenza - spiega il primo cittadino -. Un’iniziativa utile, perché, come ripetiamo da anni, il problema non riguarda solo una zona ma l’intero Comune. Ci tengo però a precisare che, da quando ho illustrato ai cittadini lo stato dell’iter localizzativo nell’assemblea del 8 agosto scorso, non è cambiato assolutamente nulla. Nessuna novità, nessuna evoluzione, nessun documento nuovo. Tutti gli atti che ho presentato allora sono pubblici, online sul sito del Comune da mesi, a disposizione di chiunque voglia informarsi davvero". "Evidentemente però il gruppo di minoranza preferisce commentare senza leggere - punge Romoli -. Del resto, se non riescono nemmeno a usare le credenziali di accesso al protocollo comunale senza bloccare l’account, non sorprende che si perdano i pezzi per strada". Sul tema della discarica, "l'Amministrazione comunale procede in piena collaborazione con il Comitato, tanto che domani approveremo in Giunta un ulteriore incarico conferito all’Università di Camerino per nuovi approfondimenti sull’area di Cantagallo - aggiunge il sindaco -. L’85% del costo sarà coperto dal Comune, il restante 15% dal Comitato. Ecco la differenza tra chi lavora e chi si limita a polemizzare: noi produciamo fatti, loro comunicati". "Se poi la minoranza, tutta di centrodestra - invita Romoli -, vuole davvero rendersi utile invece di recitare la solita parte della finta opposizione indignata, potrebbe sollecitare i propri amici di partito che governano Regione, Provincia e la stragrande maggioranza dei Comuni del maceratese, così magari, dopo otto anni, qualcuno riesce finalmente a prendere una decisione e chiudere questa storia". "Quanto alla presunta 'sovrapposizione' tra l’assemblea del Comitato e quella dell’Amministrazione sulla Fondazione Marinozzi, è un’altra invenzione: pura casualità. Con il presidente del Comitato ci siamo parlati e abbiamo convenuto che entrambi gli appuntamenti potevano tranquillamente svolgersi. Ma capisco che, per qualcuno in malafede, se due cose accadono nello stesso giorno, dev’esserci per forza un complotto", puntualizza Romoli. "Sulla Fondazione, poi, era ora di fare chiarezza. Da settimane si sentono discorsi confusi e privi di fondamento, e quindi l’Amministrazione ha deciso di spiegare pubblicamente qual è il proprio ruolo. Una trasparenza che altri evidentemente non praticano, pur sedendo nel CdA della Fondazione. A proposito, cara consigliera Sestili: visto che anche lei fa parte del CdA per mia nomina, perché non ha proposto lei un’assemblea pubblica per chiarire la situazione? Forse è più comodo criticare da lontano che metterci la faccia. In conclusione, mentre qualcuno continua a spargere fumo e a cercare visibilità con comunicati pieni di inesattezze, noi continuiamo a lavorare seriamente, con fatti concreti e trasparenza vera. La differenza mi auguro sia sotto gli occhi di tutti", conclude il sindaco Romoli.
Consiglio regionale Marche: insediato il nuovo Ufficio di Presidenza, undici i gruppi consiliari
Prima riunione operativa per il nuovo ufficio di presidenza del Consiglio regionale dopo l'elezione dei componenti e l’insediamento avvenuto nella seduta assembleare del 27 ottobre. Via libera alla costituzione dei gruppi consiliari. Rinviata la composizione delle Commissioni permanenti. Il nuovo ufficio di presidenza del Consiglio regionale delle Marche ha tenuto questa mattina la sua prima riunione operativa dopo l’elezione dei componenti e l’insediamento avvenuto nella seduta assembleare del 27 ottobre scorso. Il presidente Gianluca Pasqui, i due vicepresidenti Giacomo Rossi ed Enrico Piergallini, insieme ai due consiglieri segretari Marco Ausili e Marta Ruggeri, hanno definito un programma di lavoro condiviso e svolto i primi adempimenti. Tra le decisioni assunte, quelle relative alla costituzione dei gruppi consiliari e al recepimento delle istanze di adesione agli stessi da parte dei consiglieri regionali. Undici complessivamente i gruppi costituiti, di cui sei appartenenti alla maggioranza e cinque alle minoranze. Risultano sei i monogruppi. Rinviata alla seduta dell’Ufficio di Presidenza del prossimo venerdì la composizione delle Commissioni consiliari permanenti. Lo schieramento politico di maggioranza del Consiglio regionale delle Marche è composto da diverse forze politiche che sostengono l’attuale governo regionale. Tra queste figurano Civici Marche, rappresentati dal presidente Giacomo Rossi; Forza Italia, con Jessica Marcozzi nel ruolo di presidente, Chiara Biondi come vicepresidente e Gianluca Pasqui tra i componenti; e Fratelli d’Italia, la componente più numerosa, guidata dal presidente Andrea Putzu, affiancato dalla vicepresidente Mirella Battistoni e dai consiglieri Francesco Acquaroli, Andrea Assenti, Marco Ausili, Nicola Baiocchi, Nicola Barbieri, Pierpaolo Borroni, Corrado Canafoglia, Andrea Cardilli e Silvia Luconi. Fanno inoltre parte della maggioranza I Marchigiani, con Milena Sebastiani come presidente; Lega Marche, rappresentata dal presidente Renzo Marinelli, dal vicepresidente Nicolò Pierini e da Andrea Maria Antonini; e le Liste Civiche – Unione di Centro, con Luca Marconi alla presidenza. Lo schieramento politico di minoranza, che rappresenta l’opposizione in Consiglio, è formato da diversi gruppi. Tra questi figurano Alleanza Verdi e Sinistra, guidata da Andrea Nobili; la Lista Civica Matteo Ricci Presidente, con Massimo Seri come presidente e Antonio Mastrovincenzo come vicepresidente; il Movimento 5 Stelle, rappresentato dalla presidente Marta Carmela Raimonda Ruggeri; il Partito Democratico, principale gruppo di opposizione, presieduto da Valeria Mancinelli e composto anche da Leonardo Catena, Fabrizio Cesetti, Maurizio Mangialardi, Enrico Piergallini e Micaela Vitri; e infine il gruppo Progetto Marche Vive, con Michele Caporossi nel ruolo di presidente.
"Non vogliamo una discarica a Cantagallo, chi tutela Pollenza?": minoranza in allarme
La possibile realizzazione della discarica di Cantagallo e la gestione della Fondazione Marinozzi-Olivieri: a sollevare l’attenzione su entrambi i temi è il gruppo consiliare di minoranza “Pollenza al Centro”, guidato da Laura Sestili, che ha diffuso una nota per richiamare "trasparenza e chiarezza" da parte dell’amministrazione comunale. Sul fronte ambientale, cresce la preoccupazione per la discarica di Cantagallo. Il neo costituito Comitato "No discarica Cantagallo-Pollenza", presieduto da Andrea Ciucci, ha espresso forti perplessità sui criteri con cui sarebbero stati selezionati i siti candidati ad ospitare l’impianto. Secondo il Comitato, la procedura avrebbe "favorito alcune aree piuttosto che altre", senza tenere in adeguata considerazione "il valore paesaggistico, economico e culturale del territorio pollentino, caratterizzato da agriturismi, aziende agricole e un significativo patrimonio storico". Per approfondire la questione e confrontarsi con i cittadini, il Comitato ha organizzato un incontro pubblico giovedì 6 novembre alle ore 21:00, con l’obiettivo – si legge nella nota – "di individuare insieme la strada migliore per tutelare il territorio". Nel frattempo, il gruppo consiliare Pollenza al Centro ha annunciato di aver presentato un accesso agli atti per comprendere più a fondo la situazione, auspicando una risposta tempestiva da parte del Comune. "Ricordiamo - sottolinea il gruppo - che lo scorso 8 agosto l’amministrazione aveva organizzato un incontro pubblico in cui il sindaco Mauro Romoli aveva promesso battaglia contro l’ipotesi discarica e assicurato collaborazione con la minoranza". Ad oggi, però, i consiglieri di minoranza lamentano la mancanza di aggiornamenti ufficiali, mentre Pollenza "è passata dalla tredicesima alla quarta posizione nella graduatoria dei siti candidati ad ospitare una discarica, avvicinandosi pericolosamente al podio". Il comunicato non risparmia toni critici, parlando di "un'amara prospettiva" per la cittadinanza, già alle prese con "le sgradevoli puzze che si avvertono lungo la vallata del Chienti". A complicare il clima, il gruppo segnala un caso di sovrapposizione di eventi pubblici: nello stesso giorno e alla stessa ora fissata dal Comitato per discutere di discarica, il sindaco Romoli ha convocato una assemblea pubblica dedicata alla Fondazione Marinozzi-Olivieri, con l’intento di fare chiarezza sul ruolo dell’amministrazione comunale all'interno dell'ente. Una scelta che Pollenza al Centro definisce "singolare", notando come "tra gli invitati manchino i rappresentanti del Consiglio di amministrazione della Fondazione, ad eccezione di un consigliere di maggioranza". "Viene da chiedersi - si legge nel comunicato - come farà il sindaco a rispondere ai numerosi dubbi e a placare le voci sempre più insistenti che circolano in paese". Il gruppo di minoranza conclude ribadendo la propria intenzione di vigilare e informare i cittadini: "Pollenza merita risposte e, soprattutto, rispetto". LEGGI ANCHE: LA REPLICA DEL SINDACO ROMOLI: "NOI FACCIAMO I FATTI, LA MINORANZA I COMUNICATI"
Separazione delle carriere, a Macerata nasce il comitato per il sì al referendum riforma giustizia
Si è costituito in provincia di Macerata il comitato per il sì alla riforma della separazione delle carriere e per la giustizia giusta, in vista del referendum previsto per la prossima primavera. Il comitato, in linea con quello nazionale che riunisce esponenti dell’area socialista, liberale, popolare, repubblicana e riformista, sarà intitolato a Giuliano Vassalli, “presidente partigiano” e padre della riforma del processo penale del 1989, che introdusse il modello accusatorio e sancì la piena parità tra accusa e difesa. Quella riforma, nata dallo spirito garantista e dal referendum del 1987 sulla responsabilità civile dei magistrati, avrebbe dovuto portare naturalmente alla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. "Negli anni successivi, invece- affermano i promotori del Comitato- l’Italia ha imboccato la strada del giustizialismo mediatico e politico, che ha progressivamente indebolito la politica, minato la fiducia dei cittadini e stravolto l’equilibrio tra poteri dello Stato. Come Movimento Socialista Liberale, insieme ad Azione della provincia di Macerata, vogliamo dare continuità al progetto di Vassalli e rilanciare una giustizia davvero giusta e imparziale, come auspicava Giovanni Falcone. Riteniamo indispensabile separare i ruoli di chi indaga da quelli di chi giudica e introdurre un CSM autonomo e sorteggiato, per garantire indipendenza e trasparenza. È tempo di restituire centralità alla politica e al popolo sovrano, come sancisce l’articolo 1 della Costituzione, ponendo fine alla commistione tra magistratura giudicante e requirente che da decenni frena la democrazia e la crescita del Paese. Invitiamo tutti i socialisti, liberali, popolari, repubblicani e riformisti ad aderire al Comitato “Giuliano Vassalli” e a sostenere il SÌ al prossimo referendum, per riaffermare i valori di giustizia, libertà e responsabilità". Il comitato è composto da: Ivo Costamagna, Federico Valori (Movimento Socialista Liberale – provincia di Macerata) Stefano Vallesi, Alessio Botticelli, Leonardo Piermattei (Azione – provincia di Macerata).
Parlamentari marchigiani, ecco chi guadagna di più: in testa Carloni e Cataldi. La maceratese Manzi sfiora i 96mila euro
Quanto guadagnano i nostri rappresentanti in Parlamento? Le sezioni “trasparenza” di Camera e Senato stanno piano piano aggiornando le dichiarazioni dei redditi dei deputati e senatori, ma qualche dato interessante è già disponibile. Tra i più solerti nel pubblicare la propria documentazione ci sono la maceratese Irene Manzi (Partito Democratico), il pesarese Antonio Baldelli (Fratelli d’Italia) e l’ascolano Giorgio Fede (Movimento 5 Stelle). La parlamentare Dem di Macerata — già vicesindaco del capoluogo — è passata dai 42.772 euro dichiarati nel 2023 (redditi 2022) ai 99.952 euro del 2024. Quest’anno, la cifra è leggermente scesa, attestandosi a 95.714 euro lordi. Dietro di lei, a ruota, troviamo il senatore di FdI Guido Castelli, commissario straordinario per la ricostruzione post sisma, con 94.013 euro (in crescita rispetto ai 70.956 del 2022 e ai 58.574 del 2021), e la sambenedettese Lucia Albano, anche lei di Fratelli d’Italia e sottosegretario al Ministero dell’Economia, con 94.964 euro. Sul fronte del Senato, il “paperone” delle Marche è il pentastellato ascolano Roberto Cataldi, che nel 2024 dichiarava 130.856 euro. Negli anni precedenti aveva fatto ancora meglio: 176.687 euro nel 2021 e addirittura 227.198 nel 2022. Segue la portorecanetese Elena Leonardi (FdI) con 107.586 euro e il fermano Francesco Verducci (PD) con 105.235 euro, anche se in entrambi i casi si tratta di dati ancora riferiti allo scorso anno. Alla Camera, il reddito più alto spetta al fanese Mirco Carloni (Lega): 160.761 euro. Subito dietro l’anconetano Stefano Maria Benvenuti Gostoli (FdI) con 151.276 euro, in attesa dell’aggiornamento 2025. Il pentastellato Giorgio Fede (San Benedetto del Tronto) ha già pubblicato la dichiarazione più recente: 118.913 euro complessivi. La fabrianese Giorgia Latini (Lega) si ferma a 105.152 euro, mentre il democratico ascolano Augusto Curti raggiunge 115.269 euro.Chiude il pesarese Antonio Baldelli (FdI) con 98.539 euro nella dichiarazione di quest’anno.

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