Tolentino, l’ex assessore Gabrielli scrive al sindaco: “La città non è più sicura, ritirarsi non è debolezza"
“La città non è più sicura, è tempo di riflettere”, Una lettera aperta, accorata ma senza sconti, quella inviata al sindaco di Tolentino da Giovanni Gabrielli, ex assessore alla sicurezza nelle giunte guidate da Giuseppe Pezzanesi, in quota Lega. Gabrielli ha deciso di rompere il riserbo e affidare alle parole una riflessione dura ma sentita sullo stato attuale della città.
“Non posso più tacere”, scrive Gabrielli, riferendosi all'ultimo episodio avvenuto in città, denunciando un crescente senso di insicurezza in città: “Tanti giovani vivono oggi una Tolentino che non è più sicura. Un’estate torrida e affollata, notti sempre più difficili, episodi sempre più gravi”.
Al centro delle critiche, la scelta dell’attuale amministrazione di smantellare l’assessorato alla sicurezza e interrompere una serie di progetti e iniziative avviate durante le precedenti giunte, tra cui il sistema di videosorveglianza con oltre 200 telecamere attive, il Controllo del Vicinato, i controlli estivi integrati e l’attività di sensibilizzazione nelle scuole.
Gabrielli ricorda anche l’istituzione di una unità cinofila della Polizia Locale, all’epoca seconda nelle Marche solo a quella di Ascoli, e le convenzioni con altri comuni per lo scambio di buone pratiche: “Tutto questo è stato abbandonato”.
Non manca un riferimento diretto a dichiarazioni passate del sindaco, che avrebbe definito “inutile” l’assessorato alla sicurezza. “Da te non me lo aspettavo – scrive l’ex assessore – e oggi, purtroppo, i fatti parlano chiaro: la città vi sta sfuggendo di mano”.
Gabrielli esprime anche preoccupazione per il clima di confronto pubblico in città: “Si parla di pressioni sulla libertà di espressione, di atteggiamenti poco rispettosi verso chi critica. Voglio credere che siano solo voci, ma il dubbio resta”.
Il tono della lettera, pur critico, mantiene una forte componente personale che riconosce la dedizione e la storia personale del primo cittadino, ma conclude con un appello accorato: “Ritirarsi non è debolezza, è amore verso la comunità. Ti chiedo di riflettere”.
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