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Politica Macerata

Caso Tajani e city brand, De Padova chiede chiarezza: "Il Consiglio Comunale non è un club privato"

Caso Tajani e city brand, De Padova chiede chiarezza: "Il Consiglio Comunale non è un club privato"

Macerata – Si accende lo scontro politico in città dopo l’incontro istituzionale con il ministro degli Affari Esteri e vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, tenutosi il 4 luglio nella Sala Consiliare del Comune. Un evento a porte chiuse, senza la presenza di tutti i consiglieri comunali, che ha scatenato forti critiche da parte della consigliera di maggioranza Sabrina De Padova (Gruppo Misto), che chiede ora chiarimenti formali e un cambio di rotta.

 “Il Consiglio Comunale non è un club privato. Trasparenza e partecipazione devono tornare al centro”, ha dichiarato De Padova, definendo “una grave esclusione” la mancata convocazione dell’intero Consiglio per un incontro di tale rilevanza istituzionale.

 Nella Sala Consiliare, oltre al ministro Tajani, erano presenti il presidente della Regione Francesco Acquaroli, il prefetto, il questore, il vescovo, la giunta comunale e i soli consiglieri di Forza Italia. Nessun invito sarebbe invece stato inoltrato agli altri rappresentanti eletti.

 “È inaccettabile che un rappresentante del Governo venga accolto in forma riservata, escludendo chi è stato eletto per rappresentare i cittadini – ha denunciato la consigliera – La Sala Consiliare non è un salotto privato: è lo spazio della democrazia, simbolo della rappresentanza pubblica”.

 De Padova chiede all’Amministrazione di chiarire tre punti fondamentali: le motivazioni dell’esclusione dei consiglieri, i criteri di selezione degli invitati, e la gestione dell’utilizzo della Sala Consiliare.

 City brand da 30.000 euro nel mirino

Non meno accese le critiche sul fronte del nuovo city brand di Macerata, presentato il 26 giugno scorso e affidato allo studio grafico di Italo Lupi e Leonardo Sonnoli per un costo di 30.000 euro. Il progetto ha ricevuto forti contestazioni per l’assenza di partecipazione e per un risultato giudicato da più parti “distante dall’identità cittadina”.

 “Un progetto poco rappresentativo e scarsamente condiviso”, lo ha definito De Padova, che propone un’alternativa: l’avvio di un percorso partecipativo gratuito, con il coinvolgimento di giovani creativi e dell’Accademia di Belle Arti, attraverso un concorso pubblico.“La città merita rispetto e condivisione”.

L’appello finale della consigliera è rivolto a tutto il Consiglio e alla Giunta comunale: “Serve un cambio di passo. Non si può pretendere di rappresentare i cittadini escludendone i rappresentanti. Né si può costruire un’identità urbana senza il contributo della comunità. Auspico che il Consiglio Comunale si esprima in modo chiaro su entrambi i fronti: per rispetto verso i cittadini e per salvaguardare la credibilità delle nostre istituzioni”.

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