Economia

Banca Marche, Pd regionale chiede Commissione d’inchiesta

Banca Marche, Pd regionale chiede Commissione d’inchiesta

Costituire una Commissione di inchiesta sulla vicenda Banca Marche che in breve tempo sappia fornire informazioni utili a prendere decisioni efficaci, per tutelare il sistema creditizio del territorio e ridare fiducia al sistema economico. È la richiesta che i consiglieri regionali di maggioranza hanno presentato oggi all'Ufficio di Presidenza dell'Assemblea legislativa delle Marche.L'obiettivo è acquisire gli elementi necessari a far piena luce sulle ragioni che hanno portato l'Istituto Banca Marche ad accumulare le pesanti perdite che hanno danneggiato gli investitori e la comunità marchigiana. Proprio sulla base di tali delucidazioni, che saranno ricondotte nella relazione finale della Commissione, una risoluzione presentata oggi a firma del Presidente del Gruppo PD, Gianluca Busilacchi e sottoscritta dalla maggioranza, impegna il Presidente Ceriscioli a valutare insieme all'Assemblea legislativa le azioni più efficaci da intraprendere."La Regione ha necessità di conoscere e capire le dinamiche che hanno portato Banca Marche in amministrazione straordinaria e le relative responsabilità - ha detto il Presidente del Gruppo PD, Gianluca Busilacchi, nel suo intervento in Aula -; lo deve non solo ai 40mila azionisti dell'istituto di credito che hanno visto azzerarsi il valore delle proprie azioni e obbligazioni subordinate, ma a tutti i cittadini marchigiani. Dobbiamo svolgere il nostro ruolo anche nell'acquisizione delle informazioni prima di prendere decisioni"."La nostra risoluzione - ha aggiunto Busilacchi - è aperta ed estesa anche a tutte le forze dell'opposizione. Questo, infatti, è un tema importante su cui siamo intervenuti ripetutamente in questa Aula; lo stesso Presidente Ceriscioli ha riferito più volte comunicazioni sull'argomento e abbiamo anche chiesto, in fase di approvazione di bilancio, che la Giunta regionale si costituisca parte civile in questa vicenda".La risoluzione presentata dalla maggioranza evidenzia come, ad oggi, non sono del tutto chiari gli esiti effettivi dei controlli attivati dagli organismi preposti alla vigilanza sulle attività bancarie e se, a seguito degli stessi, siano state adottate misure adeguate alla gravità della situazione. “Ci siamo chiesti - ha detto ancora il capogruppo PD - quale sia stato il ruolo di Banca Italia dal punto di vista della vigilanza e crediamo sia doveroso verificarne il livello di efficacia. Vogliamo anche sapere perché alcuni provvedimenti siano stati presi così in ritardo, se non potevano essere assunti precedentemente, anche prima di spendere quattro milioni di euro in consulenze. E chiarezza sulla scelta che ha portato una svalutazione delle sofferenze bancarie all'82% anziché al 60-65%, come in altri casi.L'auspicio - ha, quindi, concluso il capogruppo PD - è che si risolva il tema della tutela del risparmio e si risollevi il sistema del credito, che in questi anni vive una mutazione genetica, che ha portato le banche ad allontanarsi dal loro ruolo originario, un ruolo di vicinanza al territorio e di spinta al suo sviluppo".

12/01/2016 21:41
Presidio delle vittime del "salva-banche" a Jesi davanti a Banca Marche

Presidio delle vittime del "salva-banche" a Jesi davanti a Banca Marche

L'associazione 'Vittime del salva-banche' e quella degli azionisti privati di Banca Marche hanno organizzato per il 4 gennaio un presidio, dalle 8.30 alle 16, davanti alla sede dell'istituto in Corso Matteotti a Jesi. L'iniziativa, si legge in un volantino, è "contro le truffe perpetrate dalla vecchia Banca Marche ai danni dei propri clienti risparmiatori e l'indolenza della nuova Banca Marche nel trovare una soluzione per le vittime di questa criminale manovra". Adusbef e Federconsumatori intanto, tornano a chiedere una revisione del decreto 'salva-banche', "che ha sperimentato sulla pelle di 130.000 famiglie truffate e rapinate le nuove regole del bail in - dicono Elio Lannutti e Rosario Trefiletti - con il risparmio espropriato dalle quattro banche del Centro Italia che ha azzerato il capitale , per un valore di 788 milioni di euro, cui vanno aggiunti 275 milioni di simili strumenti lasciati nei quattro "vecchi" Istituiti, Banca Marche, Etruria, Ferrara, Chieti ora in liquidazione". "Pur apprezzando l'apertura a parziali rimborsi, anticipati da Banca Etruria prima dell'entrata in vigore dei regolamenti attuativi delle elemosine arbitrali - conclude la nota - ritengono tali annunci piccoli espedienti sia per arginare le proteste itineranti dei risparmiatori, che il 4 gennaio 2016 saranno a Jesi, sotto la sede di Banca Marche, che evitare la fuga massiccia dei depositi. Le proteste di piazza ed i ricorsi giudiziari, non si fermeranno fino a quando non ci saranno rimborsi integrali per tutti i derubati, da Bankitalia e dallo Stato".

02/01/2016 17:29
Il 2015 l'anno della consacrazione per "Di Gusto Italiano". Fra innovazione e tradizione, Marco Guzzini si racconta

Il 2015 l'anno della consacrazione per "Di Gusto Italiano". Fra innovazione e tradizione, Marco Guzzini si racconta

Innovazione e tradizione si fondono nella figura di Marco Guzzini, giovane e, sotto tanti aspetti, coraggioso imprenditore maceratese che ha puntato tutto sul rilancio di due locali del centro storico del capoluogo in un momento storico in cui poteva apparire una sorta di "mission impossible" investire nel settore della ristorazione e del beverage.Invece, il 2015 per il suo "Di Gusto Italiano" è stato l'anno della consacrazione: un'idea vincente che troverà una sorta di Di Gusto al quadrato nelle prossime settimane.Lo stesso dicasi per il rilancio dello storico Caffè Venanzetti che, alla fine del 2015, ha trovato la sinergia fra Guzzini e il Cerolini Group per offrire alla clientela sempre di più.Abbiamo intervistato Guzzini a tutto campo, dal rilancio del centro storico del capoluogo al coraggio di un giovane di mettersi in gioco e di investire nel settore del food & beverage, sempre con lo sguardo attento all'innovazione, a un personale giovane e competente, a una città che cresce.https://www.youtube.com/watch?v=goMsEDr6_Gk(Foto Si.Sa.) 

02/01/2016 12:45
Al via la vendita delle quattro "banche - ponte"

Al via la vendita delle quattro "banche - ponte"

Bankitalia, in collaborazione e accordo con il Governo italiano e le autorità Ue competenti, ha avviato il processo di vendita per le 4 "banche-ponte": Nuova Banca Marche, Nuova Banca Etruria, Nuova Cassa di Risparmio di Chieti, Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara. Lo si legge in una nota in cui si specifica che "il processo di vendita verrà attuato in tempi brevi".La Banca d'Italia ha selezionato con apposita gara Société Générale in qualità di advisor finanziario, Oliver Wyman in qualità di consulente strategico e lo Studio Chiomenti quale advisor legale. Il processo di vendita, specifica Via Nazionale, "verrà attuato in tempi brevi e sarà supervisionato dall'Unità di Risoluzione e gestione delle crisi della Banca d'Italia attraverso il Fondo di Risoluzione, un istituto previsto sia dal diritto europeo che da quello italiano, finanziato da contributi di tutto il sistema bancario italiano nel rispetto delle norme europee in materia di aiuti di Stato". Il processo, assicura quindi Bankitalia, "sarà trasparente e non discriminatorio, esclusivamente finalizzato a massimizzare il ricavato nell'interesse delle aree economiche in cui le Banche stesse sono radicate".Le attività delle quattro banche sono state ristrutturate per facilitare il processo di vendita: ogni "banca-ponte" - spiega la banca centrale - è capitalizzata al 9% delle attività di rischio ponderate; gli attivi problematici in sofferenza saranno trasferiti a un nuovo veicolo separato denominato REV Spa, anch'esso capitalizzato dal Fondo di Risoluzione, cui verrà riconosciuto il ricavato della vendita o della gestione di quegli attivi. Le quattro banche, escludendo le attività problematiche in sofferenza, rappresentano nel complesso una quota di mercato di circa l'1 per cento dei depositi totali a livello di sistema, con un patrimonio netto complessivo di partenza di 1,8 miliardi di euro.

30/12/2015 21:06
Dalle Marche otto comuni parteciperanno a CreaModaExpo

Dalle Marche otto comuni parteciperanno a CreaModaExpo

Ben otto comuni marchigiani parteciperanno a “CreaModaExpo”, l’evento fieristico in programma a Bologna dal 12 al 14 aprile 2016 dedicato ai componenti e agli accessori dei settori della Pelletteria, dell’Abbigliamento e delle Calzature, i settori trainanti della regione Marche. Operatori, stilisti e visitatori da oltre quaranta paesi stranieri si confronteranno nell’evento che anticiperà le nuove tendenze per la stagione Primavera/Estate 2017.Si tratta di Civitanova Marche, Corridonia, Fermo, Grottazzolina, Monte San Giusto, Monte Urano, Montegranaro, Sant’Elpidio a Mare.Dare un impulso al sistema industriale locale, aprendosi a iniziative nazionali in prospettiva internazionale, costituisce un obiettivo a cui tendono molte amministrazioni del distretto fermano-maceratese.Lo ha confermato il Direttore Operativo della società CreaModa Expo srl Eliseo Monaco nel corso di un incontro formale, svoltosi a Civitanova Marche.Durante il meeting – al quale erano presenti il Sindaco di Monte San Giusto Andrea Gentili, l’Assessore al Commercio di Civitanova Marche Francesco Peroni, il consigliere di Monte Urano Barbara Sabbatini e il Presidente di MAP Communication Mario Carlocchia, partner dell’evento – la dirigenza di CreaModa Expo srl ha dichiarato di voler guardare con attenzione e sostenere le piccole-medie imprese del settore per dar loro la possibilità di mettersi in mostra attraverso un’importante vetrina internazionale come CreaModaExpo.Per l’edizione di Aprile, CreaModaExpo si prefigge di far crescere il numero degli espositori  del +20% rispetto alle edizioni precedenti, contando anche sulla presenza di visitatori e buyers internazionali di grande rilevanza, interessati, bisognosi di novità.

21/12/2015 10:06
Ercoli: "Buono il 2015 per le mie aziende. Il lavoratore al primo posto"

Ercoli: "Buono il 2015 per le mie aziende. Il lavoratore al primo posto"

E’ Natale e i pacchi regalo restano ancora un dono che le aziende, non tutte, riescono a fare ai loro dipendenti, ma c’è anche chi nel dono mette qualcosa di più: il lavoratore stesso. Come? Distinguendo i doni: pacchi con o senza carne di maiale. Per ogni dipendente, cristiano o musulmano che sia. Succede nelle due aziende Eurosuole e Goldenplast di Germano Ercoli, imprenditore civitanovese che ieri sera ha tenuto il tradizione discorso di fine anno, consegnando i pacchi ai suoi 280 dipendenti a Civitanova Marche.Presenti all’incontro i dipendenti delle due aziende, il Senatore Mario Morgoni, l’Assessora regionale Manuela Bora, i Sindaci di Civitanova Marche, Claudio Corvatta, di Potenza Picena Francesco Acquaioli, di Montecosaro Renato Malaisi e di Monte San Giusto Andrea Gentili.Nel fare un bilancio dell’anno passato, dei successi e delle difficoltà, Ercoli ha fatto il punto sul momento della crisi che stiamo attraversando.“Non possiamo ancora dire che la crisi sia alle nostre spalle. - ha detto - Fino a ieri il compito di un imprenditore era: produrre un bene appetito al mercato, riuscire a venderlo al meglio e portarne a casa i ricavi. Da domani invece si aggiungerà un’altra preoccupazione, quella di trovare una banca sicura dove parcheggiare le disponibilità”.Ercoli è un imprenditore di ieri, che in quarant'anni non ha abbandonato una filosofia di fare impresa a molti giovani oggi sconosciuta. Quella di grandi gruppi industriali dove c’era l’attenzione per il lavoratore. Quella di Ercoli sembra rimasta lì: con i premi di produzione ai dipendenti, colonie estive per i figli, orari distinti di lavoro tra uomini e donne.Forse perché Germano Ercoli nasce operaio o perché sa, come dice, che se “si vive precariamente non si consuma”, che un dipendente trattato male, lavora peggio. “Se con i dipendenti ti comporti bene, non puoi far altro che andare bene. - dice Ercoli a Picchionews - Altra cosa è se ti metti sul piedistallo, a quel punto si crea il distacco”.I lavoratori italiani sono quelli che riuscivano a mettere da parte “un risparmio superiore al debito pubblico dello Stato, - spiega - con il 75%-80% dei cittadini proprietari della propria abitazione.” E aggiunge che l’aria che tira è cambiata: “Il risparmio in parte andato in fumo, la maggioranza con la preoccupazione di come gestirlo, mentre il valore dell’immobiliare in genere di molto svalutato”.La situazione la conosce bene ogni cittadino, dopo sette anni e mezzo di crisi. Il presente è quello delle politiche sul lavoro del governo Renzi che Ercoli giudica positivamente: “Sarebbe un successo se riuscisse a portare a termine almeno la metà di quello che dice, anche un terzo andrebbe bene”.E’ vero che “ci sentiamo tutti più poveri, chi finanziariamente, chi di idee e di spirito”, ma l’imprenditore marchigiano esorta gli altri imprenditori all’ottimismo, annunciando i prossimi investimenti delle sue aziende.Nel 2016 sono previsti investimenti che a Potenza Picena “potrebbero superare il milione di euro”, mente per Eurosuole “superare gli 8 milioni”.Lo stato di salute delle due aziende è ancora buono. GoldenPlast chiuderà il 2015 con un fatturato, simile a quello dell’anno scorso, di 42 milioni di euro e con una produzione di 17 mila e 500 tonnellate, mille in più del 2014 e con un utile di 4 milioni. Anche Eurosuole non è da meno, è previsto un fatturato superiore ai 41 milioni di euro, superiore del 5% rispetto all’anno precendete, e un utile di 3 milioni.Nel 2016, come ogni anno, non mancheranno i finanziamenti al sociale: Anfass di Potenza Picena, Croce Rossa di Porto Potenza, ASD Santo Stefano, Basket in carrozzina, Telethon, Caritas, Croce Verde di Civitanova, l’ANT e la Lega del Filo d’Oro.Cosa direbbe quest’imprenditore dell’Italia che fu, agli imprenditori che oggi, nell’era del precariato, non pagano o pagano, spesso male, i loro dipendenti, che non gli garantiscono le elementari otto ore di lavoro, che li stritolano come fossero sanguisughe?“Direi loro che non stanno facendo bene. - dice Germano Ercoli a Picchionews - Per tenere in piedi un’azienda quarant’anni ci vogliono competenza e la volontà di creare l’attaccamento all’azienda”. 

20/12/2015 16:36
Ercoli: “Su Banca Marche ho la coscienza a posto. Sono tranquillissimo”

Ercoli: “Su Banca Marche ho la coscienza a posto. Sono tranquillissimo”

Nega ogni coinvolgimento nella vicenda Banca Marche, in cui è indagato dalla Procura di Ancona insieme agli altri ex amministratori della banca, Germano Ercoli, imprenditore di Eurosuole e Golden Plast di Civitanova Marche.Durante il discorso annuale di bilancio delle due aziende che dirige, Ercoli ha espresso profonda amarezza per la vicenda di Banca Marche di cui è stato membro del Cda dal 2009 al 2012, ma ci tiene a prenderne le distanze e a ricordare che la situazione attuale è il risultato del “fallimento di un sistema, quello delle fondazioni, in cui persone non competenti facevano i banchieri”. “Ho accettato l’impegno nel Cda perché spinto da spirito di servizio, come amministratore indipendente ho agito secondo coscienza e i miei interventi nel Cda sono sempre stati orientati alla salvaguardia della Banca”.La delusione per lui è doppia perché Ercoli è anche uno dei tanti che aveva messo soldi nella banca. “Ho investito denaro in buona fede - ha detto l’imprenditore - e capisco l’amarezza e il disagio di chi ha perso i suoi soldi, perché è successo anche a me.”L’estraneità che Ercoli vuole sottolineare è totale: “Nel periodo in cui ero nel Cda, non ho mai chiesto un finanziamento alla banca, mai presentato un cliente e mai chiesto assunzioni di personale”.Ci tiene a ricordarlo l’imprenditore civitanovese che si trova di fronte “al rischio di veder screditata la mia immagine e quella dei miei collaboratori” - spiega e si domanda - chi ha fatto tutto questo il nuovo o il vecchio Cda?”L’imprenditore civitanovese ha le idee chiari su chi ha sbagliato nella vicenda Banca Marche e che oramai “a difendere gli istituti di vigilanza sono rimasti in due: uno a Macerata (un quotidiano on line, n.d.r.) e uno a Roma sul colle più alto (il Presidente della Repubblica, n.d.r.)”. 

19/12/2015 22:52
Tre fondi esteri valutano l'acquisizione delle banche salvate dal governo

Tre fondi esteri valutano l'acquisizione delle banche salvate dal governo

Apollo Global Management, Centerbridge Capital Partners e Anacap Financial Partners sono tra i fondi di private equity che stanno valutando la possibilità di farsi avanti per rilevare i quattro istituti 'rinati' grazie al decreto salva-banche del governo. Lo riporta Bloomberg, secondo cui il controvalore delle quattro banche potrebbe essere di 1 miliardo. L'interesse si concentrerebbe sulle banche più grandi, come Banca Marche e Banca Etruria, che potrebbero essere anche fuse. Le valutazioni sono per ora in una fase preliminare e non è detto che si traducano in un'offerta.

17/12/2015 15:09
Crisi nelle Marche, Piero Celani (FI): la Regione si schieri contro le sanzioni alla Russia

Crisi nelle Marche, Piero Celani (FI): la Regione si schieri contro le sanzioni alla Russia

L’economia marchigiana soffre più che mai la crisi economica. Secondo il consigliere regionale di FI e vice Presidente della Commissione Attività produttive, Sviluppo Economico e Affari Europei, Piero Celani, la causa dell’andamento negativo dell’economia marchigiana, che negli ultimi anni si colloca al di sotto della media italiana, è dovuta alle sanzioni economiche contro la Russia.Per questa ragione ha presentato una mozione in Consiglio Regionale con cui chiede alla Giunta l’adozione di iniziative per il superamento delle sanzioni economiche applicate contro la Russia e una presa di posizione netta in sede di Conferenza Stato - Regioni.Inoltre, per Celani, è importante che la Regione chieda l’istituzione di un fondo comune straordinario, tra gli Stati membri, al fine di contenere parzialmente o totalmente, le ingenti perdite riscontrate dalle imprese marchigiane.“Nei primi tre mesi del corrente anno le aziende marchigiane - scrive Celani - hanno perso oltre 70 milioni di Euro, un valore che si somma ai 123,5 milioni di euro sfumati nel corso del 2014, con una diminuzione del fatturato pari al 42,3%. I settori maggiormente colpiti sono l’agroalimentare, il calzaturiero e l’industria del mobile, dove i fatturati nel 2014 sono scesi poco a più di 56 milioni di Euro rispetto agli 84 dell’anno precedente.”Il consigliere di FI cita alcune stime secondo cui “il combinato tra sanzioni UE e blocco delle importazioni da parte russa comporta la perdita di circa 8 milioni di euro al giorno per il sistema industriale italiano.”Prima della chiusura del mercato italiano nei confronti della Russia, essa insieme e Usa e Francia, rappresentava il primo sblocco commerciale per l’export del sistema manifatturiero marchigiano.Inoltre, un altro pericolo alle porte, secondo Celani, potrebbe essere anche “la perdita di quote di mercato delle aziende marchigiane a favore di prodotti provenienti da altri mercati.”

17/12/2015 12:23
Confartigianato guida le imprese all’internazionalizzazione con il progetto “SOS Export-Smart Video”

Confartigianato guida le imprese all’internazionalizzazione con il progetto “SOS Export-Smart Video”

E’ stata presentata questa mattina presso la Camera di Commercio di Macerata l’ultima iniziativa dell’Ufficio Export di Confartigianato Imprese Macerata dedicata all’internazionalizzazione. Protagonista del video progetto dal titolo “SOS Export – Smart Video”, il docente esperto di marketing e internazionalizzazione Paolo Pugni, con l’aiuto del quale, attraverso delle pillole informative di pochi minuti, sono state redatte le principali linee guida per tutte quelle imprese che si affacciano per la prima volta al mondo dei mercati esteri, o che comunque vogliono saperne di più su come sviluppare le proprie potenzialità.Nell’ambito delle iniziative del contenitore “SOS Export”, che ha già visto l’organizzazione di workshop e seminari su l’utilizzo del web, la partecipazione alle fiere e l’importanza del packaging, “Smart Video” mette a disposizione delle aziende 26 mini video che affrontano diversi temi, dagli errori da evitare, al marchio “100% made in Italy”, gli incoming, i social media, fino al web marketing e l’e-commerce. Con questo progetto Confartigianato ha voluto creare uno strumento concreto per aiutare le proprie aziende fornendo loro dei suggerimenti su come approcciarsi all’export in maniera intelligente ed efficace. Consigli operativi e pratici quelli forniti dal consulente per lo sviluppo delle imprese Pugni, che sono delle vere e proprie strategie da seguire per ottenere successo nelle esportazioni del made in Italy che, come è noto, ha da sempre un forte appeal nei mercati esteri.“Confartigianato – afferma Paolo Pugni – ha ben interpretato le esigenze delle proprie imprese coniugando le necessità di oggi di avere il maggior numero di informazioni concrete e utili, nel minor tempo possibile. Il format di questo progetto infatti consente proprio di fruire in maniera molto rapida delle informazioni e dei consigli forniti alle aziende, e favorisce inoltre la viralità degli stessi video attraverso la rete. Anche per le piccole imprese è possibile andare all’estero e  far conoscere i propri prodotti con successo, purché ci sia però una pianificazione, una strategia e un businessplan ben preciso”.“Complessivamente la situazione dell’export – dichiara Paolo Capponi, Responsabile dell’Ufficio Export di Confartigianato Macerata - nonostante la crisi Russia-Ucraina che ha causato un calo medio delle esportazioni del -36% per le nostre aziende, fa invece ben sperare. Dati positivi arrivano infatti dalla Svizzera con un aumento del +28%, Cina (+25,2%), Hong Kong (+22,5%), Corea del Sud (+27,5%) e Stati Uniti (+16,4%) per i quali le imprese del settore calzatura e pelletteria del distretto fermano-maceratese hanno riscontrato un aumento del +30,5%. In particolar modo nel primo trimestre 2015, in cui i prodotti maggiormente esportati sono stati quelli relativi al Mobile (+9,1%) e all’Agroalimentare (+13,9%), l’Europa ha registrato un +4%, con un calo evidenziato solo in Francia. Con questo progetto, che si presenta come l’inizio di un più articolato percorso formativo, vogliamo mettere a disposizione delle nostre imprese gli strumenti adatti per comprendere e sfruttare al meglio il valore dell’italianità”.Gli “Smart Video” che vogliono essere un primo step di alfabetizzazione al processo di internazionalizzazione e ai quali ne seguiranno altri sempre più approfonditi e professionalizzanti, saranno presentati alle imprese e divulgati attraverso i social network dell’Associazione nel prossimo gennaio 2016.

16/12/2015 17:11
Macerata: in arrivo il Fondo comunale anticrisi: stanzierà 90 mila euro per 60 borse lavoro

Macerata: in arrivo il Fondo comunale anticrisi: stanzierà 90 mila euro per 60 borse lavoro

#lavoroincorso è il nuovo Fondo comunale anticrisi istituito dall’Amministrazione comunale di Macerata per il 2016 destinato ad azioni di sostegno al reddito dei nuclei familiari che a seguito della crisi economica hanno perso il lavoro. Il progetto, presentato oggi in Comune dall’assessore ai Servizi sociali, Marika Marcolini, prevede uno stanziamento di 90.000 euro attraverso l’attivazione di almeno 60 borse lavoro – e non più contributi una tantum - della durata di tre mesi, nei servizi comunali, aziende, soggetti del Terzo settore con la presenza del borsista nel luogo di lavoro per 20 ore settimanali e con un rimborso spese di 500 euro mensili con i conti Inail a carico del Comune. Il progetto prevede una compartecipazione delle aziende al rimborso per 165 euro mensili per un totale di 495 euro per l’intero periodo. “Gli obiettivi alla base di #lavoroincorso – ha affermato la Marcolini - sono, oltre a quello di sostenere il reddito delle famiglie in difficoltà, di rafforzare il senso di appartenenza alla comunità, rendere disponibili risorse lavoro alla collettività, offrire servizi al territorio e dare la possibilità a chi si trova in difficoltà di reinserirsi nel mondo del lavoro. Si tratta della prosecuzione di un percorso già avviato dalle Amministrazioni precedenti ma a differenza di qualche anno fa, quando venivano erogati contributi a pioggia, oggi il fondo è legato a progetti lavorativi. La maggior parte delle richieste che arrivano nei nostri uffici – nel 2.014 sono state complessivamente 4.100 mentre per questo anno, fino alle fine di novembre erano già 4.000 - ora riguardano, nella maggior parte, proprio la necessità di impiego”. Beneficiari - L’iniziativa si rivolge ai cittadini che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età e che si trovino in situazione di difficoltà a seguito della crisi economica da data non antecedente il 1° gennaio 2014., nello specifico: a) disoccupati per licenziamento da parte dell’azienda o per dimissioni per giusta causa; b) disoccupati per mancato rinnovo del contratto di lavoro a tempo determinato ed aver lavorato per almeno 3 mesi con uno o più contratti anche non continuativi precedentemente alla data di disoccupazione. c) cassaintegrati; d) iscritti alle liste di mobilità; e) essere stati lavoratori autonomi, aver cessato l’attività e essersi iscritti al CIOF entro i due mesi precedenti la data di pubblicazione dell’avviso. Requisiti - I destinatari dovranno essere in possesso di una certificazione ISEE, calcolata secondo le nuove disposizioni, inferiore o uguale a 25.000,00 euro. Le domande potranno essere presentate appena verrà pubblicato il bando e questo avverrà non prima del 15 gennaio. Il Fondo anticrisi in numeri - Dal 2009 ad oggi i fondi comunali anticrisi stanziati hanno raggiunto quota 512.500,00 euro e ne hanno beneficiato in totale 1.137 persone. Nello specifico nel 2009 il fondo era stato di 60.000 euro per 183 beneficiari, nel 2010 120.000,00 euro per 110 persone, nel 2012 135.000,00 euro per 564, nel 2013 100.000,00 euro per 170 e infine a cavallo tra il 2014 e il 2015 97.500,00 euro per 98 persone.(FOTO GUIDO PICCHIO) 

16/12/2015 13:51
Con il comparto calzatura... si può dare un calcio alla crisi

Con il comparto calzatura... si può dare un calcio alla crisi

Impara l’arte e mettila da parte. La raccomandazione viene da Confindustria di Macerata e si concretizza nel Laboratorio “The school of shoes”, la scuola delle scarpe, un’officina calzaturiera nata nell’IPSIA Corridoni di Civitanova Marche. In una provincia, quella maceratese, con 10 mila addetti, il 10% degli occupati su base nazionale, che lavorano in circa 800 aziende, delle quali 200 di tipo industriale, nascono i corsi formativi “Costruzione della calzatura e Operatore al premontaggio.”I dati sono emersi nell’incontro di oggi pomeriggio presso l’istituito e dal successivo ritrovo annuale degli imprenditori calzaturieri e del settore della moda tenutosi a Civitanova presso il ristorante Gabbiano.Nella città delle scarpe oggi ci sono le più importanti e qualificate aziende produttrici di componenti per calzature al mondo, in particolare le suole. Sono circa 80 e impiegano 2500 addetti, con punte di eccellenza come quella di Tolentino con oltre 60 aziende.E proprio qui che nasce la scuola delle scarpe per avvicinare i giovani al lavoro. Il laboratorio è indirizzato a tutti coloro che già operano nel settore, ma rimane aperto a tutti gli studenti che frequentano l’IPSIA Corridoni. Suole, tacchi, cuoio, stoffe e altri materiali si modellano e trasformano come opere d’arte nelle mani di giovani e vecchi artigiani che hanno fatto la storia dell’economia calzaturiera locale. Un patrimonio di conoscenze e saperi che fanno della fabbrica un lavoro non più di ripiego. “Un settore spesso snobbato - ha spiegato il Presidente degli Imprenditori calzaturieri di Confindustria Macerata Tonino Ciannavei - ma che invece è stato quello che ha tenuto in piedi l’economia locale nonostante le difficoltà, con un giro d’affari intorno a un miliardo e mezzo di euro.” Negli anni figure professionali, come quelle delle ricamatrici o dei tagliatori a mano, stanno lentamente scomparendo. Per questo, nello stesso istituto nel 2014 e nel 2015 sono stati attivati due laboratori per la realizzazione di calzature fatte a mano, un fiore all’occhiello del Made in Italy.La produzione delle scarpe copre circa il 30% dell’intera economia provinciale, con una quota di export del 60% del prodotto provinciale esportato. Proprio il canale di distribuzione più solido, infatti circa l’80% della produzione viene esportato, è quello maggiormente penalizzato dalla crisi degli ultimi anni.La debolezza della domanda, soprattutto sul fronte esterno e in particolare da parte dei mercati dei paesi dell’ex Unione Sovietica colpiti da dure crisi economico-politiche, ha trasformato le Marche da isola felice a regione in sofferenza. Fino al 2013 in Russia e Ucraina le aziende marchigiane realizzavano il 20% del fatturato estero. Nel 2014 le vendite in questi paesi si sono ridotte di circa un terzo, sia in quantità che in valore, rispetto all’anno precedente.Nel 2015 sono state esportate 131 milioni di paia di scarpe in meno, 6,4 in meno rispetto al 2014, con una perdita di 5,3 miliardi di euro.Se rallenta un settore trainante, come quello calzaturiero, si mette a rischio l’economia dell’intera regione.“Dal 2000 al 2007 le Marche sono sempre state al di sopra della media italiana, con la crisi si sono adattate all’andamento nazionale”. A spiegarlo Pietro Alessandrini, professore emerito di Politica economica presso la Facolta di Economia dell’università Politecnica delle Marche.La sua relazione sull’economia marchigiana ha illustrato le prospettive per il futuro che ci dobbiamo aspettare.Dopo il periodo in cui la regione viaggiava in controtendenza rispetto alle altre, grazie all’alto tasso di occupazione nel manifatturiero, è poi arrivata la crisi che l’ha messa sullo stesso livello delle altre. Oggi le Marche hanno un livello di crescita e sviluppo al di sotto delle altre regioni.Il ritardo accumulato può essere superato solo ripartendo da settori forti del territorio come quelli del territorio maceratese: calzaturiero e moda.La formazione dell’artigiano della scarpa è il primo passo per costruire l’industria del futuro.(FOTO GUIDO PICCHIO)https://www.youtube.com/watch?v=a7CUy7H35RM  

16/12/2015 12:02
"Banca Marche come il Monte dei Paschi: il credito al servizio della politica"

"Banca Marche come il Monte dei Paschi: il credito al servizio della politica"

Manca poco all’inizio dell’anno. Per i risparmiatori italiani significherà doversi confrontare con le nuove regole sulla risoluzione delle crisi bancarie, che prevedono che, in caso di dissesto, ricorrendo alcune condizioni, nei salvataggi bancari possano essere coinvolti azionisti, obbligazionisti e depositanti sopra i 100 mila euro.Di recente, proprio per scongiurare la liquidazione di quattro banche in crisi, con il decreto dello scorso 23 novembre sono nate "Nuova Cariferrara", "Nuova Banca Etruria", "Nuova Banca Marche" e "Nuova Carichieti".Il passo successivo sarà la vendita al più presto delle 4 banche 'ripulite' dai crediti deteriorati con l'obiettivo di massimizzare il profitto. Le perdite sono state assorbite in prima battuta dagli strumenti di investimento più rischiosi: le azioni e le "obbligazioni subordinate”.Abbiamo intervistato un esperto: il consulente finanziario Paolo Cardenà, autore del blog “Vincitori e vinti”, tra i più seguiti d’Italia per i temi economici e finanziari.Cosa è successo nella vicenda Banca Marche?Banca Marche è lo specchio, più ridotto, di quello che è successo ad altre banche italiane per via della concessione di crediti troppo allegri, elargiti a piene mani ad amici, ad amici degli amici e alle lobby di potere agganciate alle varie banche anche attraverso le fondazioni bancarie che le controllano.Fino a un certo tutto è andato per come doveva andare, poi la crisi ha reso non rimborsabili molti di questi mutui concessi fin troppo allegramente, e c’è stata l’esplosione delle sofferenze bancarie con tutto quello che hanno determinato nei bilanci delle banche. Così Banca Marche, nel corso degli anni, ha accumulato ingenti perdite, che ora sono state ribaltate sugli azionisti e sugli obbligazionisti subordinatiChi ne ha beneficiato e chi ci ha rimesso?Ne ha beneficiato, prima di tutto, la politica marchigiana, perché le fondazioni bancarie, che non sono altro che espressione di partiti politici, hanno controllato Banca Marche, facendo il buono e il cattivo tempo.Sotto questo punto di vista, la storia di Banca Marche è un po' simile a quella del Monte Paschi di Siena: banche controllate da partiti al servizio di lobby di potere che, a loro volta, controllano in qualche modo i consensi politici del territorio, il più delle volte attratti spendendo soldi provenienti  dagli utili distribuiti dalle banche controllate.In secondo luogo, ne ha usufruito anche il management delle banche per via delle faraoniche liquidazioni e dei compensi che i vari istituti in crisi hanno erogato. Chi ci ha rimesso sono stati i risparmiatori e i territori, già colpiti da anni di severa recessione.Giovedì partirà dalle Marche l’autobus degli onesti diretto verso la casa di Massimo Bianconi, ex direttore generale di Banca Marche, a Roma. Cosa ne pensa dell’iniziativa?Si tratta di un gesto che richiama l’attenzione, ma destinato a non andare oltre.Tuttavia, dal punto di vista pragmatico, penso sia irrilevante un gesto del genere, e i risparmiatori dovrebbero agire sotto altri profili. Prima di tutto dovrebbero valutare eventuali rimborsi delle obbligazioni subordinate di Banca Marche con il fondo che sta creando il Governo, e inoltre non dovrebbero precludersi altre possibilità, perché la vicenda potrebbe presentare numerosi aspetti di dubbia legittimità. Alle luce di qualificati pareri legali è verosimile attendersi che Banca Marche imbarcherà numerose cause che coinvolgeranno non solo Banca, ma anche gli organi di controllo come i sindaci, Consob, Banca d’Italia e le società di revisione.Pensa che la soluzione del governo sia risolutiva?L’apertura del governo sul parziale rimborso dei bond con la creazione di un fondo da 100 milioni di euro, è una soluzione paragonabile a un tappo ancor più bucato dello stesso buco che è stato prodotto dal governo con la risoluzione delle quattro banche in crisi.Quando un’autorità governativa si imbarca in un provvedimento del genere non c’è possibilità di fare marcia indietro su quello che è stato deciso.Ben venga il rimborso offerto agli obbligazionisti, ma la creazione del fondo è espressione di come la vicenda sia stata mal gestita da parte del governo. Sicuramente è un provvedimento con molti punti di criticità. Inoltre la creazione del fondo rischia di creare un precedente che potrebbe essere invocato da parte di altri risparmiatori in occasione di eventuali altre crisi.Se la logica con la quale sta nascendo il fondo è quella di tutelare i risparmiatori che non sono stati informati all'atto dell'acquisto dei titoli, lo stesso ragionamento potrebbe essere pericolosamente adottato in occasione di eventuali altre crisi bancarie. A meno che non si sia così illusi da ritenere che tutti i risparmiatori conoscano realmente il profilo di rischio associato all'investimento che hanno in essere con le banche che potrebbero entrare in crisi.Cosa dobbiamo aspettarci ora?Succederà quello che sta già accadendo. Altre banche potrebbero trovarsi in condizioni di difficoltà e verrà applicato il Bail in.Il risparmiatore deve essere informato sullo stato di salute del proprio istituito bancario e comprendere che il mondo, da almeno 5 o 6 anni, è cambiato radicalmente. La crisi ha reso palese che non tutti gli stati sovrani godono dello stesso merito creditizio. E ora si scopre (per chi non lo sapeva già) che non tutte le banche sono uguali.Fino a un certo punto della storia si è pensato che tutti gli stati fossero uguali in termini di rischio, si credeva che il rischio della Grecia fosse uguale a quello della Germania, poi ci si è accorti che questo non era vero. La stessa cosa sta accadendo anche per le banche.

15/12/2015 14:37
Crac Banche: FI- FDI presentano sub emendamenti al fondo di solidarietà

Crac Banche: FI- FDI presentano sub emendamenti al fondo di solidarietà

Nel vortice del crac Banche interviene anche il gruppo di Forza Italia che, insieme a Fratelli d’Italia, ha presentato 9 subemendamenti all’emendamento del governo alla Legge di Stabilità. Il governo ha istituito un “fondo di solidarietà” finanziato con 100 milioni proveniente dal Fondo interbancario per la tutela dei depositi dei  risparmiatori coinvolti dal crac delle 4 banche, Banca Marche, Banca popolare dell’Etruria, CariChieti e Carife, interessate dal decreto del governo.Con i 9 subemendamenti l’opposizione chiede, come prima cosa, che “che il Fondo istituito dal governo non si limiti a 100 milioni di euro, ma sia alimentato dal "Fondo interbancario di tutela dei depositi" fino al ristoro totale di tutti gli obbligazionisti subordinati delle quattro banche fallite.Inoltre, l’opposizione vorrebbe che i collegi arbitrali che definiranno gli aventi diritto e l'ammontare degli indennizzi siano gli stessi attualmente operanti presso le Camere di commercio.Per quanto riguarda la tutela degli obbligazionisti truffati, Forza Italia e Fratelli d’Italia chiedono che essi possano ricorrere, oltre che all'arbitrato, anche allo strumento della "class action" collettiva, o, ancora, che sia loro in alternativa consentito l'acquisto di warrant, contratti a termine, che diano diritto alla sottoscrizione a prezzo predefinito di azioni degli "enti ponte" che continuano l'attività delle vecchie bancheInfine con i sub emendamenti l’opposizione chiede che sia riconosciuta la responsabilità degli amministratori dei quattro istituti di credito falliti, “con le misure di natura cautelare e conservativa che questo comporta”.

13/12/2015 12:18
Banca Marche, Nicastro scrive ai clienti: "Si apre un nuovo capitolo"

Banca Marche, Nicastro scrive ai clienti: "Si apre un nuovo capitolo"

''Il sacrificio più grande è toccato ai possessori degli strumenti di investimento più rischiosi: le azioni e le 'obbligazioni subordinate'. Il nostro impegno su tutti i tavoli, territoriali e nazionali, è quello di contribuire a trovare soluzioni compatibili con la rigorosissima normativa europea'': sono alcuni dei passaggi di quanto Roberto Nicastro, presidente delle 4 'Good Bank' scrive in una lettera ai clienti pubblicata sui quotidiani dei territori di Nuova Banca Marche, CariFe, Banca Etruria, CariChieti. Noi, Nuova Banca delle Marche S.p.A. Questo il testo integrale. "Gentili clienti, vorremmo dirvi alcune cose… Prima di tutto noi ci siamo e siamo pronti a rinnovare il nostro sostegno con la consueta cordialità e professionalità. Noi siamo pronti a stare al vostro fianco quando avrete la necessità di finanziare i vostri progetti e condividere le vostre scelte finanziarie. Siamo nati come Nuova Banca delle Marche S.p.A. con decreto legge il 23 novembre 2015. Ci siamo trasformati in Good Bank ovvero la “banca buona” che ha assunto i diritti, le attività e le passività della vecchia banca. La soluzione adottata dalla Banca d’Italia e dal Governo ci assicura risanamento e continuità operativa. Nuova Banca delle Marche S.p.A. dispone di un patrimonio di oltre 1 miliardo di Euro e di un indice “Core Tier 1” superiore al 9% . Oggi siamo in grado di guardare al futuro con un rinforzato spirito di fiducia, con la determinazione a rinnovare il nostro ruolo di riferimento per le famiglie e la piccola e media impresa delle Marche e dei territori adiacenti. Sono stati tutelati i conti correnti, i depositi e le obbligazioni ordinarie della famiglie e delle imprese e, conseguentemente, anche tantissimi soggetti finanziati, mentre, purtroppo, il sacrificio più grande è toccato ai possessori degli strumenti di investimento più rischiosi: le azioni e le “obbligazioni subordinate”. Il nostro impegno su tutti i tavoli, territoriali e nazionali, è quello di contribuire a trovare soluzioni compatibili con la rigorosissima normativa europea. Vi ringraziamo per la fiducia che ci avete dimostrato in questo periodo, per essere nostri affezionati clienti ed esserci stati vicini in questo cruciale passaggio alla nuova gestione. Anche in un anno non semplice come questo, il numero dei clienti è rimasto stabile, a riprova di una relazione forte, intensa e duratura nel tempo. Ora si apre un nuovo capitolo: facciamo insieme questo cammino! La Nuova Banca delle Marche S.p.A. è al Vostro servizio".

09/12/2015 15:49
Padoan: "Pensiamo a un sostegno alle fasce deboli, ma nessuna compensazione"

Padoan: "Pensiamo a un sostegno alle fasce deboli, ma nessuna compensazione"

Spunta un fondo di solidarietà per salvaguardare i piccoli risparmiatori, obbligazionisti subordinati, rimasti coinvolti nell'operazione di salvataggio delle 4 bad bank. "Il Governo sta valutando un sostegno a fasce deboli dei risparmiatori, ma non una compensazione del credito": queste sono le parole del ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, che ha aggiunto "Sono contrario a pensare che la nuova legge abbia portato criticità alle banche Popolari. Anche perché potrei rispondere parlando di quante invece ne hanno tratto beneficio".Il fondo di solidarietà da inserire nella legge di stabilità, secondo voci di corridoio piuttosto attendibili, permetterebbe di rimborsare parzialmente le perdite stimate tra i 300 e i 350 milioni di euro. Le perdite dei piccoli risparmiatori rappresentano circa la metà di quelle complessive. Nella maggioranza non tutti però sono concordi con l'idea di rimborsare chi ha perso capitale nell'operazione per non creare un precedente rispetto alla normativa vigente che non riconosce diritti in merito. Il Pd sarebbe però incline a trovare una soluzione, seppure limitata. Non sarebbero dello stesso avviso Scelta Civica e Area Popolare.

04/12/2015 17:07
Per Nicastro ci sono già possibili acquirenti di Banca Marche

Per Nicastro ci sono già possibili acquirenti di Banca Marche

Per Banca Marche ci sarebbero già delle manifestazioni di interesse all'acquisto. "Dovremo aver un'asta che immaginiamo partirà nel mese di febbraio" ha detto Roberto Nicastro, il presidente delle nuove banche nate dal salvataggio di Marche, Etruria, Carife e Carichieti nell'indicare i tempi per la cessione "in blocco o di singole banche". "Ci sono già arrivate diverse manifestazioni di interesse da banche e operatori di Private ed Equity", ha detto Nicastro, sottolineando che c'è interesse sia per l'acquisto in blocco dei 4 istituti che per singoli asset."Abbiamo vincoli estremamente rigorosi imposti dalla Ue. Parlano anche del divieto del ristorno", ha risposto poi Nicastro a una domanda su possibili rimborsi agli obbligazionisti subordinati dei 4 istituti. "D'altra parte ci son attori consapevoli che stanno mettendo tutte le energie per cercare le soluzioni possibili per i casi più gravi" ha aggiunto in un incontro con la stampa.

03/12/2015 15:38
Banca Marche, il governo forse ci ripensa: "Proveremo a tutelare gli investitori socialmente più deboli"

Banca Marche, il governo forse ci ripensa: "Proveremo a tutelare gli investitori socialmente più deboli"

Le proteste, anche vibranti, insieme alle minacce di class action da parte di diverse associazioni di consumatori, stanno facendo riflettere il governo. Che potrebbe ripensare alcuni passaggi, rendendosi conto finalmente del fatto che tantissimi risparmiatori possono aver investito sulle obbligazioni senza avere effettivamente sufficienti nozioni di finanza per comprendere il livello di rischio cui andavano incontro.La notizia è di questa mattina: "il governo si impegna a valutare possibili misure a tutela degli investitori più deboli titolari di obbligazioni subordinate che potrebbero pagare caro il salvataggio di Banca Etruria , CariChieti, Cassa di Risparmio di Ferrara e Banca Marche". Queste sono le dichiarazioni del viceministro dell'Economia, Enrico Morando, nel corso dei lavori sulla legge di stabilità in Commissione Bilancio della Camera."L'azzeramento del valore delle obbligazioni subordinate, come tali parte del capitale di rischio", ha spiegato Morando, "costituisce un vincolo non eludibile, imposto dalla Direzione Generale Concorrenza per approvare gli interventi del fondo di risoluzione. Il governo è tuttavia consapevole che, almeno a una parte dei risparmiatori coinvolti, la natura dello strumento obbligazione subordinata poteva non essere perfettamente nota". Per questo, ha concluso il vice ministro, l'esecutivo "ha avviato un'approfondita verifica circa la possibilità che siano messe in atto misure in grado di ridurre gli effetti negativi del processo di risoluzione sulla componente socialmente più debole degli investitori coinvolti, che possa aver agito senza la necessaria consapevolezza del livello di rischio del prodotto acquistato".

02/12/2015 13:24
Confindustria e Camera di Commercio: focus sulla Cina

Confindustria e Camera di Commercio: focus sulla Cina

Domani giovedì 3 dicembre, alle ore 15.00, all'Hotel Miramare si terrà un incontro, promosso da Confindustria Macerata con il contributo della Camera di Commercio di Macerata, che si propone di fare un quadro dettagliato su un mercato, quello cinese, di certo ancora poco “frequentato”, che sta attraversando trasformazioni epocali e che può rappresentare un enorme sbocco per la produzione locale. L’evento ha l’obiettivo di dare delle risposte ad alcuni quesiti di fondo: quali sono le strategie delle imprese locali e del Sistema Italia per crescere in Cina? Quanto pesano ancora i limiti dimensionali e organizzativi tipici delle imprese del territorio? Quali sono gli strumenti per aggredire con successo un mercato pieno di insidie, ma anche attento alla nostra qualità e creatività? Come potranno integrarsi le numerose imprese possedute o partecipate da capitali cinesi nel nostro Paese? Ne parleranno imprenditori ed esperti, tra i quali Tonino Ciannavei, Vicepresidente Confindustria Macerata delegato per l'Internazionalizzazione; Debora Bernocchi, Socio Spin Off International Route srl Università di Macerata; Cristiana Barbatelli, responsabile desk Confindustria Macerata a Shanghai - BAISHI Barbatelli & Partners Management Consultant Co Ltd (Shanghai); Francesco Ghergo, Operation Director IGuzzini e General Manager IGuzzini CHINA; Francesca Spigarelli, docente di Economia Politica Università di Macerata. Nel corso dell'incontro verrà presentato anche il libro "La Cina non e' ancora per tutti", scritto da Cristiana Barbatelli, maceratese con oltre 30 anni di esperienza di lavoro in Cina. L'iniziativa fa seguito ad altri appuntamenti promossi da Confindustria Macerata, nell'ambito dei progetti "Internazionalizzazione" e "Impresa Competitiva", finanziati dalla Camera di Commercio al fine di sostenere i processi di internazionalizzazione delle imprese Maceratesi. Nelle scorse settimane si sono tenuti incontri con delegazioni di operatori Indonesiani, Arabi e del Libano, con i responsabili degli uffici Doganali locali e momenti di affiancamento e formazione dentro le aziende inerenti le modalità di gestione dei rapporti con i mercati esteri.

02/12/2015 12:20
Banca Marche, gli avvocati Archimi e Luzi: "Vogliamo giustizia per chi ha perso tutto"

Banca Marche, gli avvocati Archimi e Luzi: "Vogliamo giustizia per chi ha perso tutto"

Le azioni di Banca Marche sono state azzerate. La rabbia dei tanti piccoli e grandi risparmiatori non accenna assolutamente a diminuire. Anzi, da piu' parti le tante ignare vittime si stanno organizzando per ottenere il rimborso il rimborso totale del valore di azioni e delle obbligazioni subordinate.Sono già in molti coloro che non intendono sottostare a questa scottante situazione. Troppi, per alcuni, i risparmi di una vita andati in fumo. Troppo grande è decisamente il prezzo da pagare per una decisione, attuata lo scorso 27 novembre, decisa dai cosiddetti alti vertici con la chiara complicità degli organi di vigilanza.Troppo grande è decisamente il prezzo da pagare se solo si pensa che nonostante ciò gli ex amministratori della ormai vecchia Banca delle Marche hanno comunque evidentemente mal “gestito” un enorme patrimonio evidentemente incuranti del bene dei propri clienti. E’ indubbio che i piccoli investitori siano stati chiamati a ripianare i debiti prodotti da una gestione dissennata degli istituti di credito, mentre manager e dirigenti continuino a godere di buonuscite milionarie.Basti ricordare che nel luglio scorso, la stessa Banca Marche accusava i propri ex vertici di aver operato in aperta violazione di legge, della normativa della Banca d’Italia e del regolamento della stessa… Insomma, se prima Banca Marche provava a scaricare le responsabilità sugli ex… adesso chi se la prende con Banca Marche e con tutti i suoi amministratori?Per tentare di impedire la perdita dei risparmi di migliaia di cittadini marchigiani che hanno creduto nella banca regionale e nei suoi vertici, l’avvocato Leonardo Archimi di Macerata e l’avvocato Andrea Luzi di Tolentino si accingono ad avviare congiuntamente una serie di azioni. Di cosa si tratta? Andrea Luzi"C'è un dato certo. Sono circa 44.000 mila in tutto i piccoli azionisti e obbligazionisti di Banca Marche che hanno visto bruciati i loro risparmi. Si calcola che in totale gli azionisti privati ci abbiano rimesso 740 milioni di euro (su un totale di 1,3 milioni di euro di azioni). E’ evidente che siano tanti, troppi coloro che sono rimasti “gabbati”.E allora cosa fare? Non potendo, al momento, individuare una qualche responsabilità di carattere contrattuale" spiegano i due legali "appare chiaro che la sola strada attualmente percorribile (salvo eventuali responsabilità penali dei singoli) sia per l’appunto quella che tecnicamente viene definita una responsabilità extracontrattuale. Responsabilità extracontrattuale in cui non si possono non considerare coinvolti tutti i responsabili della malagestione dell’istituto di credito!Ma non solo. Così come in passato avvenne per casi analoghi (i bond argentini per citarne uno…) si sta ipotizzando la responsabilità di Banca Marche e di tutte le banche che a vario titolo hanno proposto agli utenti titoli ad elevato rischio, generalmente piazzati ad investitori istituzionali, senza fornire le dovute informazioni circa la pericolosità degli investimenti.Da un punto di vista tecnico si tratterebbe quindi di andare a colpire direttamente gli ex amministratori della Società che debbono notoriamente operare con la dovuta diligenza e quindi rispondere del proprio operato.Questo principio assume ovviamente per una banca connotati particolari: implica consapevolezza della peculiarità della gestione bancaria e coscienza della molteplicità degli interessi in gioco; richiede di basare le scelte di erogazione del credito sul merito dei prenditori e di fondare le relazioni con la clientela su canoni di trasparenza e correttezza. Il particolare ruolo degli amministratori raccomanda di perseguire l’efficienza e di preservare la fiducia del pubblico in ogni circostanza; impone di non farsi influenzare da modelli quantitativi sofisticati ma deboli, di non avventurarsi in rischi eccessivi, al di fuori della capacità di controllo e di gestione aziendale. La declinazione di tale principio richiede, in sintesi, competenza, professionalità, capacità di visione strategica, autonomia di giudizio.Per l’amministratore esecutivo di una banca, ciò vuol dire svolgere la propria funzione con apertura al confronto ma anche al riparo da indebite ingerenze di azionisti, rappresentanti del territorio, gruppi di interesse.Non si può escludere nemmeno il ricorso alla magistratura perché converta le azioni detenute dai migliaia di cittadini in azioni della Nuova Banca Marche che nascerà dalle ceneri dell’attuale istituto di credito".E così si stanno già muovendo i primi passi per ottenere giustizia.

01/12/2015 15:23
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