Nonostante la difficile congiuntura internazionale tengono duro i calzaturieri del nostro distretto. Nutrita la presenza di delegazioni arrivate da tutto il mondo che riconoscono al MICAM il ruolo di essere la manifestazione mondiale di riferimento del Settore. Molti gli espositori del maceratese,“Ho avuto il piacere di visitare diversi stands – dice il Presidente Pettinari – e dai nostri operatori ho percepito la grande preoccupazione per il difficile momento ma al tempo stesso il coraggio e la ferma volontà di andare avanti in attesa di momenti migliori. Agli operatori – prosegue il Presidente - ho portato il saluto e la vicinanza della nostra comunità e l'apprezzamento per i livelli occupazionali che continuano a garantire. La qualità delle nostre calzature è straordinaria ma deve fare i conti con un mercato sempre più contratto dove gli alti costi di produzione sostenuti dalle nostre imprese ci rendono sempre meno competitive”.
Civitanova è la protagonista alla Borsa Internazionale del Turismo a Milano. A partire dall’esibizione degli Oregon Tape Crew che creano un grande movimento prima della conferenza, incuriosendo numerose persone. “Civitanova si presenta alla Bit con la sua caratteristica di città dei festival - ha affermato l’assessore al Turismo e alla Cultura Giulio Silenzi - . Dal mese di giugno, abbiamo un programma denso con la danza, Futura, Rive, il Festival del cinema e Vita Vita. Ogni sera, come è stato per l’estate 2015, c’è sempre qualche iniziativa da seguire. Chi viene a Civitanova deve provare una forte emozione, positiva. Investiamo sui talenti, sui giovani e sulla cultura".Insieme a Silenzi, il direttore TDiC Alfredo Di Lupidio che ha sottolineato l’importanza dell’Azienda dei Teatri nell’organizzazione di eventi complessi come i Festival - “un braccio operativo che, con cura, si impegna al massimo per la logistica e la realizzazione di queste manifestazioni” -, e Gilberto Santini, direttore artistico di Civitanova Danza che ha annunciato la grande sorpresa. “In questa nuova edizione accadrà di tutto: avremo le grandi stelle, con la musa italiana della danza internazionale Eleonora Abbagnato che inaugurerà un nuovo palcoscenico, al Palasport, con la Carmen del regista Amedeo Amodio. Inoltre, apriremo uno spazio per le famiglie, per danzare con i figli. La danza è una chiave d'ingresso importante per questo territorio. È un faro, in ognuna delle sue forme”.Riflettori anche su Futura, il Festival che si svolge nella Città Alta, dal 22 al 31 luglio, con la direzione artistica di Gino Troli. “Questa quarta edizione - ha aggiunto Silenzi - dal titolo Vita Nova porterà grandi nomi di rilievo internazionale della letteratura e del cinema a dibattere sui temi del futuro e una sezione sarà dedicata al 450esimo anniversario della morte di Annibal Caro, poeta e traduttore dell'Eneide, nostro illustre concittadino. Come gli anni passati, ci sarà la presenza di collaboratori di fama nazionale come Massimo Arcangeli, Edoardo Boncinelli, Diego Fusaro, Filippo La Porta, Italo Moscati e Paolo Di Paolo. Possiamo già anticipare un grande evento che riguarda la recente scoperta sulle onde gravitazionali, con i più grandi protagonisti del progetto Virgo”.Durante la presentazione c’è stata l’incursione di Patrizio Roversi, conduttore della trasmissione Turisti per caso, che ha detto “Sono stato di passaggio a Civitanova. Posso dire che le Marche sono davvero una regione che rappresentano una grande pluralità". E da qui un simpatico dibattito con Silenzi sull’unica regione, la nostra, al plurale e sull’unicità della conformazione territoriale, fortemente caratterizzata da valli, a volte non comunicanti.In chiusura, spazio per un’altra bella novità: nella prossima stagione, il territorio correrà veloce anche sui pedali. Questo grazie alla Bike Long Marche, progetto promosso da Marche Bike Life, azienda specializzata in cicloturismo internazionale. Si tratterà di un itinerario in bicicletta dalle Marche fino a Londra: 2100 chilometri attraversando l'Europa promuovendo le Marche. “Un evento che vuole far conoscere il territorio - ha spiegato Mauro Fumagalli, ad di Marche Bike Life - attraverso il cicloturismo e le aziende ed eccellenze del territorio”.
“Come Socio della Banca e come Presidente della Croce Verde di Civitanova sono davvero arrabbiato per quanto disposto dal decreto legge approvato ieri. Non è possibile una riforma del genere che depaupera il nostro territorio dell’unica Banca realmente nostra, locale e che da sempre è vicina alla nostra gente”. Inizia così l'appello di Cesare Bartolucci, Presidente Croce Verde Civitanova.“E' assurdo pensare che, in un periodo di grandi difficoltà economiche come quello che noi tutti stiamo attraversando, il territorio possa perdere un punto di riferimento come la Banca della nostra città. La Bcc di Civitanova è da sempre vicina alla nostra città. Assurdo che la governance si sposti altrove, come ipotizzato dalla riforma. Sarebbe un colpo duro, durissimo che verrebbe inferto ad un territorio già estremamente colpito non solo dalla crisi globale ma da quanto accaduto all’altro Istituto di credito del territorio ed alle ripercussioni che ha avuto sui risparmiatori”.Ancora una volta, scelte miopi, dettate da esigenze che vanno ben oltre la salvaguardia degli interessi dei valori del territorio, rischiano di doversi appiattire ai voleri del re. Ancora una volta una realtà virtuosa, che ha sempre operato correttamente e che ha sempre sostenuto lo sviluppo delle nostre realtà economiche rischia di scomparire in un anonimo calderone ben lontano dalle esigenze del territorio. “Nella attuale contingenza è quanto mai fondamentale sapere che i nostri risparmi vengano gestiti in modo oculato e che vengano rimessi in circolo per il sostegno del nostro territorio, delle nostre famiglie, dei nostri giovani, delle nostre imprese e delle nostre Associazioni”. Quello tra Croce Verde e Bcc cittadina è un connubio storico. “Da sempre la Banca ci è stata vicino e ci ha sostenuto – continua Bartolucci, tra l’altro uno dei primissimi Soci della Banca – dai tempi in cui mio padre era presidente della Croce verde ed avevamo le sedi una di fronte all’altra. Tanti ricordi, fatti di collaborazione, profonda stima reciproca con i vari uomini che hanno guidato la Banca in passato ed oggi”.Proprio recentemente la Bcc di Civitanova Marche e Montecosaro ha donato 15 mila euro alla Croce verde civitanovese.“Una soma di denaro – ricorda Bartolucci – con la quale la Banca ci ha consentito di ottemperare a scadenze improrogabili relative al pagamento di discrete somme contributive. Quella somma è stata la più recente di una lunghissima sequenza di interventi che la Banca ha fatto a sostegno di un’associazione come la nostra che è preziosa e di fondamentale importanza non solo per Civitanova ma per l’intero territorio limitrofo ed a cui la popolazione è profondamente legata da un rapporto di grande affetto”. “Con la più recente donazione - aggiunge Bartolucci – abbiamo avuto l’ennesima conferma che per la Bcc di Civitanova l’utile non è solo economico e che solidarietà e sociale sono parole sempre presenti nel vocabolario di questa Banca”. “Non vorrei che questo mio appello finisca qui. Sarebbe fondamentale che tutte le realtà territoriali, associazioni e Istituzioni, si facciano sentire, in difesa della nostra Banca!!”.
Anche quest’anno il Comune di Monte San Giusto e l’Ente Clown&Clown Festival saranno ospiti della Borsa Internazionale del Turismo, fiera internazionale dedicata agli operatori del settore turistico, cui la Regione Marche partecipa con un proprio stand, per promuovere le eccellenze del territorio sangiustese e delle sue eccellenze (storico-culturali, manifatturiere, enogastronomiche) nella maniera originale ed innovativa che ormai contraddistingue la Città del Sorriso. Come ogni anno, la Regione Marche sarà presente alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano, la fiera internazionale del turismo più importante in Italia, che raccoglie intorno a sé gli operatori e i professionisti di tutto il mondo. Lo spazio Marche accoglierà 28 operatori incoming, istituzioni locali e associazioni di settore e ci sarà anche uno spazio riservato agli eventi, dove sabato 13 febbraio alle 12.30 verrà presentato il video “Clown&Clown Festival 2015”, realizzato dalla videomaker sangiustese Chiara Tiburzi, che con le emozionanti immagini dell’undicesima edizione del Festival inviterà tutti all’edizione 2016, in programma dal 25 settembre al 2 ottobre prossimi; il tutto accompagnato dalla musica trascinante della Mabo Band e dalla simpatia dei tanti volontari dell’Ente Clown&Clown che animeranno l’evento. Anno dopo anno, in maniera sempre più forte ed intensa, i valori e le emozioni di cui il Clown&Clown Festival è portatore sano, il messaggio di accoglienza, solidarietà e positività del Sorriso pervade la vita del bel borgo maceratese, ormai conosciuto al livello nazionale ed internazionale come “La città del Sorriso”. Il Festival, giunto ormai alla dodicesima edizione, è divenuto negli anni uno degli eventi più attesi della Regione Marche e sicuramente uno dei più caratteristici e originali d’Italia, in quanto coniuga l'intrattenimento e lo spettacolo con progetti di aggregazione, integrazione e coesione sociale fondati sul valore universale e terapeutico del Sorriso.
Con una decisione che potrebbe avere innumerevoli risvolti, il Tribunale di Macerata nei giorni scorsi ha dichiarato "improcedibile" la proposta di concordato avanzata lo scorso mese di giugno da Cesare Paciotti.La prima proposta di concordato avanzata dall'azienda di Civitanova risale al dicembre 2013, a seguito della presentazione da parte di aziende marchigiane e non di un’istanza di fallimento, dove veniva reclamato il pagamento di scarpe e vestiti realizzati per conto del marchio civitanovese e mai pagati. Alla fine del 2013 dunque Paciotti aveva depositato in tribunale un’istanza di concordato, impegnandosi a risanare il bilancio.Una nuova proposta di concordato è stata avanzata nel maggio scorso, quando i fornitori non garantiti avevano accettato la proposta che prevedeva il pagamento del 42% dei debiti da parte dell’azienda, oltre al saldo integrale dei crediti privilegiati. Nella nuova proposta presentata dalla società, era prevista la cessione di alcune poste attive, tra cui immobili, partecipazioni societarie, crediti e flussi finanziari, oltre al pagamento anche dei debiti tributari pendenti.Tra i principali asset dell’azienda calzaturiera compaiono i marchi di proprietà Cesare Paciotti, Heroes, Cesare P e Paciotti 4US, il cui valore stimato è pari a 22 milioni di euro, superiore all’esposizione debitoria verso banche e fornitori stimata in circa 20 milioni di euro.Il fascicolo, aperto il 17 giugno 2015, è stato, però, dichiarato "improcedibile" dal collegio presieduto dal giudice Luigi Reale.A seguito di questa decisione del Tribunale di Macerata, sembra che diversi creditori siano ora intenzionati a muoversi per proprio conto, anche se l'azienda potrebbe presentare ricorso.
Oggi tentiamo timidamente di affacciarci nel backstage dei mercati finanziari. Lo facciamo grazie ad un intervista di Guido Maria Breda ad un trader italiano, Bruno Livraghi, che ha fatto fortuna nella City. Guido Maria Breda, oltre ad essere un imprenditore ed economista, ha anche un blog nella rivista specializzata, on line, “i Diavoli”. Incalzato dalle domante di Breda, Livraghi sintetizza così i meccanismi che muovono i gestori dei mercati finanziari. Innanzitutto, egli classifica i gestori in due categorie. I tecnici ed i politici. I primi si occupano di numeri, di analisi, di andamenti, di statistiche. Sono spesso matematici che studiano i grandi numeri, le incongruenze e poi costruiscono modelli su cui intervenire. Fondamentale, per loro, è la tempistica nel prendere le scelte. Di solito i loro movimenti precedono le grandi decisioni - e quindi i grandi flussi - dei mercati finanziari. La seconda categoria è molto più complessa: si tratta infatti di gestori che influenzano la vita politica ed economica dei Paesi in cui operano. Tra questi ci sono i cosiddetti “attivisti”, ossia coloro che tramite partecipazioni aziendali tendono ad influenzare le scelte dei consigli di amministrazione delle società in cui investono. Uomini di relazioni, che si muovono nei palazzi di potere con disinvoltura. Vestono bene, sono forbiti, fanno beneficienza, sono onnipresenti agli eventi politico mondani e danno del tu a ministri e banchieri. La prima categoria di gestori molto spesso è rappresentata dagli artefici dei grandi crolli dei mercati. Sono quelli che capiscono i limiti del sistema, sono specializzati nel far esplodere le bolle e di solito raggiungono dei risultati spettacolari in brevi cornici temporali. Infine tornano silenti, a studiare. I secondi, invece, intervengono sulle macerie, sono quelli che elargiscono soluzioni, spingono o affossano candidati politici. Sono quelli che hanno un dialogo vivo con i governanti. Queste persone agiscono nelle fasi di ricostruzione ed investono su operazioni spesso garantite dalla politica. La loro sfera di influenza è ampia e va dalle riforme all’introduzione di strumenti innovativi generosamente suggeriti – da loro stessi o tramite banker – ai dicasteri finanziari di Stati sovrani. Questa è la fase delle riforme indotte in nome dell’emergenza. La fase in cui il legislatore diventa iperattivo. E’ la fase più delicata per una Nazione che debba decidere se cedere alle pressioni del mercato o all’ambizione dei suoi statisti. Alla moneta oppure alla morale. A questo punto Livraghi osa di più e fa una previsione: sono pronto a scommettere che, a breve, in Italia, verrà varata una riforma sul diritto fallimentare e verranno accelerate tutte le procedure. Verranno limitati i diritti dei debitori e questa riforma potrà essere servita su un piatto d’argento ai compratori di Npl’s (i prestiti non performanti) che dovranno recuperare i crediti deteriorati. Sarà il tempo a dire se avrà ragione.Detto tutto questo andiamo a vedere cosa fa, in Italia, uno dei più grandi gestori del mondo dei mercati finanziari: JP Morgan. Cominciamo col dire, intanto che il ministero del Tesoro ha affidato a JP Morgan, in coppia con Mediobanca la consulenza per la costituzione della bad bank, il veicolo con il quale le nostre banche dovrebbero trasferire i crediti deteriorati, così da alleggerire i loro bilanci. Ebbene, JP Morgan ha recentemente inviato ai suoi finanziatori e clienti un rapporto in cui un paragrafo è intitolato con un lapidario “Avoid italian banks”. Evitate le banche italiane. Nel dettaglio si legge che “la copertura dei crediti deteriorati delle banche potrebbe dover essere aumentata, in questo modo limitando le prospettive di guadagno”. In un altro passaggio il Belpaese viene anche deriso, rispetto ad altri partner Ue. “Qualche luce alla fine del tunnel si vede per la Spagna”, si può leggere, “ma ulteriori pressioni in Italia”. Da qui l’impietoso giudizio finale.Questa opinione, poi, è anche più preoccupante se consideriamo che JP Morgan è da molti anni nella lista dei cosiddetti “specialisti in titoli di Stato”. Chi sono? Semplice, si tratta di banche internazionali che di fatto gestiscono il nostro colossale debito pubblico (2.200 miliardi di euro), organizzando aste, collocamenti e garantendo anche una percentuale di acquisti dei vari Btp e Bot.Ora se io Stato do in mano a questi gestori qua il mio debito pubblico, essi dovrebbero, in punta di logica, fare gli interessi dei propri clienti. Ma oggi il tasso di interesse di cui i loro clienti possono beneficiare è un misero 1%. Se però metto in moto dei meccanismi per aumentare lo spread (e qui entrano in gioco i gestori tecnici di cui parlavamo prima) il tasso di interesse aumenta e parimenti aumentano i guadagni dei clienti di JP Morgan. A questo punto – ed il gioco è finito – scendono in campo i gestori politici. Essi gestori politici suggeriscono interventi drastici sulle pensioni, sulla sanità, sui servizi al cittadino che, buon ultimo, paga tutto il conto sulla sua pelle…
Si è svolta venerdì scorso presso la Sede centrale, l’assemblea unitaria del personale dipendente dalla CCIAA di Macerata indetta da CISL FP, FP CGIL e RSU.Oltre ai 50 dipendenti erano presenti il presidente della Camera di Commercio Giuliano Bianchi, il presidente europeo calzaturieri Cleto Sacripanti, il presidente Cna Silvano Gattari, il presidente dell’Ordine degli avvocati Stefano Ghio e il presidente Ex-it Luciano Ramadori. All’ordine del giorno il “tentato” processo di riforma camerale promosso dal Governo: tentato perché in realtà si sta invece realizzando una razionalizzazione delle funzioni e delle sedi camerali, che, ove giungesse a compimento, produrrà lo stop dei servizi dedicati alle imprese ed al territorio dalle CCIAA medesime, cioè un vero e proprio smantellamento del sistema camerale. Verranno meno contributi e finanziamenti alle imprese, all’innovazione ed alle start up come chiaramente spiegato anche dall’intervento del Presidente Bianchi, il quale ha segnalato anche la scomparsa del sostegno all’internalizzazione delle imprese territoriale poiché desiderio di avocarlo lo stato centrale: niente più agevolazioni del credito per le Piccole e Medie Imprese, con scomparsa dei servizi di conciliazione che ad esempio la Camera di Macerata svolge anche per conto dei territori fermano ed ascolano, niente più camere arbitrali, ne servizio marchi e brevetti, corsi di formazione, fine degli studi sull’economia del territorio, niente più assistenza all’export. Il tutto, ha sottolineato Alessandro Moretti, responsabile territoriale CISL FP Macerata, condito da un taglio del personale del 15%, che salirà al 25% una volta terminati gli accorpamenti, e senza possibilità di alcun collocamento per gli esuberi presso anche altre Amministrazioni. Lo stesso Moretti ha ribadito la necessità di lottare a tutti i livelli al fine di evitare appunto in primis la privazione di competenze e professionalità esistenti nelle Camere dalle quali poi discende naturalmente la salvaguardia occupazionale, prima che organismi di natura privata se ne impossessino. Termini ripresi da Silvia Spinaci, CISL MARCHE, nella relazione conclusiva dei lavori. Il sindacato infatti non ha mai negato l’esigenza di riforme nella P.A., essendo invece pronto a sostenere e partecipare ad un profondo rinnovamento purché questo attenga a reali esigenze di interesse pubblico e valorizzi le professionalità esistenti, quali ad esempio quelle maceratesi. I lavoratori in assemblea hanno manifestato all’On.le Lara Ricciatti la propria indignazione per l’assurda mattanza di competenze e professionalità cui la riforma condurrebbe, esprimendo preoccupazione per il proprio destino lavorativo. Il mandato raccolto dalle Federazioni del Pubblico impiego è di proseguire nel percorso di mobilitazione, regionale e nazionale, per far comprendere al governo che la Pubblica Amministrazione, virtuosa, non è sperpero di denaro pubblico ma costituisce fonte di interesse per i territori, e per chiedere agli operatori economici, alle imprese, ai cittadini, di condividere questa vertenza per la difesa di un Ente che funziona.
Torna anche quest’anno il Micam di Milano, l’attesissimo appuntamento per il settore Moda giunto ormai alla sua 81esima edizione e da sempre punto di riferimento a livello internazionale per le tendenze e i must delle nuove stagioni.E dove si parla di moda, qualità ed eccellenze del territorio, si parla di 100% made in Italy e delle aziende di Confartigianato Imprese. Anche per il 2016 infatti saranno circa 40 le imprese del settore Calzature e Pelletteria che porteranno le loro creazioni a Milano dal 14 al 17 febbraio.“Questo evento - sottolinea il Presidente Nazionale di Confartigianato Moda Giuseppe Mazzarella – si conferma ogni anno un appuntamento imprescindibile per il settore calzaturiero, basti pensare che nella scorsa edizione sono stati 30.800 i visitatori, di cui 16.480 stranieri, e ben 1443 gli espositori tra cui 602 internazionali. Abbiamo come sempre importanti aspettative e siamo convinti che le nostre imprese sapranno stupire con le loro prestigiose collezioni, così come hanno fatto alle fiere “Moda Italia” di Tokyo e Seoul, appena concluse. Il mercato estero richiede sempre di più l’alta qualità dei nostri prodotti – prosegue Mazzarella – l’unica sfida sarà capire come poter conciliare l’esclusività di un prodotto 100% made in Italy con la necessità di costi contenuti. Molto apprezzate sono state inoltre le produzioni che hanno saputo introdurre elementi di innovazione sia per quanto riguarda il concetto di prodotto, sia la tipologia di materiali utilizzati, e che tra l’altro, sono le uniche produzioni che ad oggi possono permettersi di avere dei plus economici superiori. Il nostro consiglio è quindi quello di seguire proprio questo trend, conciliando moda, qualità ed innovazione nei propri prodotti”.“I campionari delle nostre aziende sono ormai pronti, – afferma Paolo Capponi Responsabile Export di Confartigianato Imprese Macerata – studiati e realizzati con accorgimenti che puntano a conquistare determinati mercati come quello cinese, coreano, arabo e il più classico europeo con particolare riferimento alla Svizzera e ai Paesi Bassi. Inevitabilmente si investirà meno sulla Russia che purtroppo porta ancora con sé strascichi dell’ormai più che nota crisi, e che solo nel 2015 ha comportato un calo pari al 40% delle esportazioni per il settore calzaturiero.Il Micam è un’ottima vetrina internazionale – continua Capponi – un’occasione unica per presentare, far visionare e quindi veicolare le proprie creazioni nei più importanti e variegati mercati del mondo. Confartigianato e il 100% made in Italy sarà presente con un proprio stand (padiglione 4, stand G2-G4), all’interno del quale quest’anno in rappresentanza dell’artigianato italiano sono state scelte due delle imprese di Confartigianato Macerata, ovvero Claudio Marini e la DIS-Design Italian Shoes di Carpineti Andrea e Francesco.Ricordo infine che oltre alla fiera White Donna di Milano che si terrà dal 27 al 29 marzo e alla quale parteciperanno 6 nostre aziende, il prossimo appuntamento con l’internazionalizzazione sarà quello in Aprile con l’Incoming per il settore Agroalimentare organizzato in collaborazione con l’Agenzia ICE, che anticiperà quello dedicato alla Moda previsto per il secondo semestre del 2016”.
Se le parole sono pietre, quelle pronunciate l’altro giorno dal procuratore generale presso la Corte di appello di Ancona, Vincenzo Macrì, piovono in faccia ad una intera classe dirigente locale e nazionale. Parlando del caso Banca Marche, egli ha così affermato: “l’attenzione della stampa, dell’opinione pubblica e degli organi istituzionali e politici non è stata all’altezza di questo disastro così grave.Tutto ciò ha portato “anche problemi economici e di sviluppo della regione e ne porterà ancora. Ricordiamoci che l’aumento di capitale, fatto nel 2012 di circa 270 milioni di euro, si è dimostrato fallimentare per tutti quelli che hanno aderito. Quei soldi sono andati perduti, chi ha partecipato ha perso tutto proprio perché la banca d’Italia non aveva fornito alla CONSOB le informazioni sulla situazione di dissesto in cui si trovava la banca.” Quindi un'ipotesi sui danni che devono ancora sopraggiungere ed un preciso, mirato atto di accusa verso Bankitalia. Non a caso la difesa dell’ex direttore generale, Bianconi, ha eccepito che il suo ultimo bilancio ha avuto tutti i nulla osta dagli ispettori di via Nazionale.Personalmente, non ho nulla da aggiungere, poiché in proposito, ho scritto, da qui, le mie opinioni che – ahimè - trovano oggi riscontro nelle dure parole dell’alto magistrato. Picchionews ha appena cinque mesi di vita, ma in questo caso è stato all’altezza di percepire sin da subito questo disastro di proporzioni bibliche per tutto il territorio. Lo abbiamo fatto immediatamente e senza alcun timore riverenziale. Quando dal mondo politico e dai maggiori organi di stampa giungevano forti le grida degli hurrà, noi scrivevamo che, in realtà, con la risoluzione si andava incontro ad una Caporetto. Sarà un caso, ma Nuova Banca Marche non è tra i nostri sponsor. Sarà un caso, ma l’unica eccezione all’art. 22 del decreto legislativo 180/2015, sulla rimozione coatta degli amministratori è stata applicata per Nuova Banca Marche. Ma ultimamente qualche dubbio sta venendo pure al Magnifico Governatore di Banca d’Italia, Vincenzo Visco. Al Forex di Torino, questo scienziato, ha chiesto di rivedere l’intero impianto del BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive), cioè della direttiva europea 2014/59/UE in materia di risanamento e risoluzione degli enti creditizi. Cosa è accaduto da quando Bankitalia, attraverso i suoi documenti ufficiali (facilmente reperibili on line) scriveva che “le nuove norme consentiranno di gestire le crisi in modo ordinato attraverso strumenti più efficaci e l’utilizzo di risorse del settore privato, riducendo gli effetti negativi sul sistema economico (….) Per evitare che la crisi di una singola banca si propagasse in modo incontrollato…”? E’ accaduto semplicemente l’esatto contrario. Da un lato una marea di ricorsi giudiziari e dall’altro il crollo verticale degli istituti di credito. Per capirci meglio: politicamente e a livello di immagine nei confronti dell’Unione Europea, volevano dare una lezione esemplare a quattro piccole banche. E’ finita che invece hanno fatto crollare tutto il castello. Un castello, peraltro, che - a parte qualche decina di migliaia di euro di qualche piccolo risparmiatore - si reggeva solo su crediti deteriorati e una valanga di titoli di Stato. In buona sostanza e dall’alto della loro torre d’avorio, hanno agito con somma superficialità. Senza curarsi e preoccuparsi delle conseguenze che non si sono fatte attendere. Eppure era facilmente prevedibile. “Chi ci governa, unitamente alle autorità di controllo, ci sta precipitando pericolosamente in una spirale di sfiducia nel sistema bancario. Giusto o non giusto, questo è quello che la gente percepisce.” Così scrivevo il 17 dicembre scorso e puntualmente le notizie sull’andamento di tutti gli istituti di credito sono ogni giorno peggiori. La penosa retromarcia di Visco non può che danneggiare ulteriormente la credibilità, sui mercati finanziari, delle banche italiane. Questi signori di Bankitalia non solo non hanno vigilato come avrebbero dovuto. Non solo hanno sottratto all’autorità giudiziaria, attraverso la manleva, amministratori fraudolenti (come nel caso di banca Etruria). Adesso ci stanno per portare verso un disastro dalle conseguenze imprevedibili. E, ci scommetto quello che volete, non pagheranno un solo centesimo. Né perderanno nessuno dei loro indicibili ed incredibili benefit di cui godono da sempre.
Restituire alla città con le parole e le immagini l’esperienza di una relazione internazionale che racchiude in sé opportunità importanti per la crescita di tutto il territorio maceratese.Lo hanno fatto questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, il sindaco Romano Carancini, il vice sindaco Stefania Monteverde, l’assessore allo Sport Alferio Canesin, il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Simona Reschini e il vice presidente di Exit, azienda speciale della Camera di Commerrcio, Andrea Passacantando, reduci dal viaggio a Taicang, in Cina.“L’obiettivo che Macerata si è data con questa esperienza - ha detto il sindaco Carancini - è di rafforzare il processo di internazionalizzazione che vede protagonista Macerata, affinché la città non resti in ambito locale ma provi a valorizzare i nostri talenti nel mondo. I rapporti di Macerata con la Cina non si sono fermati con le celebrazioni promosse per il quarto centenario della morte di Padre Matteo Ricci. Vogliamo proseguirli con determinazione e per questo abbiamo colto l’opportunità che ci è stata fornita dalla manager Su Sue - presidente dell'azienda americana via Soccer, innamorata delle Marche e legata a Macerata, che ha curato i rapporti tra le due governance - senza enfasi ma cercando di incrociare insieme opportunità e talento. Il percorso intrapreso con questo viaggio avrà un seguito: ad aprile, infatti, arriverà a Macerata una delegazione del governo locale di Taicang mentre a luglio aspettiamo la visita del sindaco ”.Quattro i punti cardinali, come li ha denominati il sindaco Carancini, su cui si sta costruendo una forte partnership con Taicang, una città a poca distanza da Shanghai, in posizione strategica per il commercio in quanto ospita uno dei porti principali della Cina, una città che sta investendo fortemente sulle nuove tecnologie e interessata a migliorare la propria qualità della vita. E i quattro punti cardinali sono, come noto, il turismo, l’economia la cultura e il calcio.“Siamo andati a Taicang – ha detto ancora Carancini – con un forte spirito di reciprocità e abbiamo raccontato Macerata attraverso alcuni video rappresentativi e ai primati che la nostra città ha conquistato in ambito nazionale nel campo dell’ecosistema, della qualità della vita e della longevità molto apprezzati.”.Ma a costituire le basi dell’intenso rapporto di collaborazione tra le due realtà c’è anche un progetto economico come ha sottolineato Simona Reschini: “Abbiamo scoperto una realtà molto bella dove abbiamo vissuto concretamente le esigenze dei cittadini attraverso il sindaco Shen Mi che ha messo in evidenza la volontà di pianificare il futuro di Taicang con l’obiettivo di migliorarne la qualità della vita. Abbiamo portato in Cina i prodotti delle nostre aziende manifatturiere, la tradizione delle nostre imprese soprattutto nel campo della pelletteria e dell’oggettistica”.Ma spazio, gli ha fatto eco Passacantando, “è stato dato anche ai prodotti tipici enogastronomici, puntando sulle nostre specificità che andranno a creare una vetrina del made in Marche e il made in Macerata”.Per quanto riguarda il turismo, ha detto l’assessore Monteverder, l'attenzione è volta a organizzare incoming, attraverso viaggi e servizi per entrambe le città, e fare esperienza di way of life dei due paesi attraverso visiting tour dell’Italia e di Macerata. Sul fronte culturale, oltre a promuovere veri e propri gemellaggi tra gli studenti delle scuole superiori, c’è un progetto che guarda alla musica, in particolar modo all’opera e al melodramma con il Macerata Opera Festival che per il prossimo anno ha scelto come tema l’Oriente.Infine il calcio con l’obiettivo, ha sottolineato l’assessore Canesin, “di far conoscere, attraverso periodi di formazione destinati a squadre giovanili e allenatori, questa disciplina come esperienza di competenza e professionalità per la crescita dei giovani”.(FOTO Si.Sa.)
Per la prima volta nella storia di Confindustria, il 27 gennaio scorso il Consiglio Centrale del Gruppo Giovani Imprenditori si é svolto al Parlamento Europeo.Non è stato un normale Consiglio Centrale come quelli che si svolgono a Roma nella sede Nazionale, ma c’è stata la volontà del Presidente Marco Gay, e di tutto il Direttivo Nazionale, di farlo a Bruxelles per potersi confrontare con chi affronta le principali problematiche che riguardano l’Industria Italiana in rapporto con gli altri Paesi Europei, ma soprattutto chi decide in gran parte le leggi che poi vengono applicate in Italia. Tra i 140 giovani imprenditori italiani che si sono recati a Bruxelles c’era anche il giovane imprenditore maceratese Paolo Carlocchia dell’Agenzia Map, vicepresidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Macerata."E’ stata una esperienza importante – ha commentato il vicepresidente Carlocchia - che ha permesso a noi di Confindustria, ma soprattutto alle imprese Italiane di avere una linea diretta tra chi, come noi, tutti i giorni vive direttamente i problemi nelle nostre aziende e chi, come i nostri parlamentari Europei si trovano a discutere e sostenere tali cause. Fin da subito abbiamo apprezzato la massima disponibilità da parte dei Parlamentari sia all’ascolto delle nostre problematiche sia nell’intento di collaborare, anche tra loro, accantonando lo schieramento d’appartenenza." E’ stato affrontato il tema dell’Internazionalizzazione per le piccole e medie imprese che ogni giorno devono lottare per essere competitive in un commercio internazionale. Si è parlato inoltre dell’armonizzazione fiscale e del disallineamento delle tasse Nazionali rispetto agli altri Paesi Europei in ambito di commercio elettronico. Si è discusso anche di mercato interno e del problema dei fallimenti aziendali spesso causati dalla mancanza di credito piuttosto che da indebitamento.E’ stato dato anche ampio spazio ad uno dei temi attualmente più spinosi, il trattato di Schengen. Il Presidente Marco Gay si è poi concentrato su un argomento di fondamentale importanza per l’industria italiana affermando che per contare in Europa serve lavorare come sistema-Paese tramite istituzioni e lobby. La sera precedente c’era stata una suggestiva cena di gala presso l’Ambasciata d’Italia in Belgio con l'Ambasciatore Italiano Vincenzo Grassi. E' intervenuta alla cena Lisa Ferrarini, Vicepresidente di Confindustria per l’Europa.
“Una volta accertate le responsabilità dei vertici delle banche, chi ha sbagliato dovrà pagare”. Ne è convinta la Direzione provinciale del Pd di Macerata che, durante l’ultima riunione, ha esaminato i riflessi immediati che i provvedimenti su Banca Marche avranno sul territorio.Per il Pd locale “chi ha ricoperto responsabilità apicali nel recente passato ed è oggettivamente responsabile dell’attuale catastrofe si assuma le proprie responsabilità”.Sul piano politico, il Pd esprime “soddisfazione per l’impegno del Governo”, chiedendo “ai propri rappresentanti alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica di vigilare affinché l'ordine del giorno, presentato dagli On. Carrescia, Manzi e Morani e accettato dal Governo, sia realmente attuato.L’ordine del giorno in questione prevede un ampliamento della sfera di tutela dei piccoli risparmiatori, attingendo alle risorse derivate dal parziale recupero dei crediti svalutati e convogliati nella cosiddetta bad bank e utilizzando quanto in via giudiziaria sarà recuperato dagli ex amministratori.Ciò che il Pd della Provincia di Macerata chiede con urgenza è di andare avanti nell’opera di rinnovamento “per restituire fiducia ai cittadini, agli imprenditori ed ai risparmiatori”.
Una delegazione in rappresentanza delle istituzioni maceratesi si trova in queste ore in Cina.La nuova frontiera dell’economia che cresce ha attirato il Sindaco di Macerata Romano Carancini, l’Assessora alla Cultura Stefania Monteverde e l’Assessore allo Sport Alferio Canesin, insieme ai rappresentanti della Camera di Commercio e delle associazioni degli industriali locali.Si tratta di un viaggio di interesse culturale, sportivo e commerciale, che ha l’obiettivo di promuovere i prodotti delle colline marchigiane e delle sue industrie, il famoso Made in Italy. Risulta, infatti, sempre più urgente dare sbocco alla produzione locale che fatica a resistere ai colpi della crisi. Se l’export dei prodotti delle delle industrie marchigiane fino a poco tempo fa trovava il suo sbocco naturale verso Europa dell’Est e la Russia, con l’introduzione delle sanzioni europee verso Putin e il raffreddamento dei rapporti, si è verificato un drastico calo dell’export tradizionale.Nella città in cui sono in visita i rappresentanti maceratesi sta sorgendo un outlet di grandi dimensioni, aprendo così la possibilità di commercializzare i prodotti locali delle colline maceratesi.
Dopo 14 tavoli tecnici, si è interrotta la trattativa sul rinnovo del CCNL (Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro) dell’industria alimentare, scaduto il 30 novembre. Un settore che interessa circa 400.000 lavoratori e che produce ogni anno più di 130 miliardi di fatturato. Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil considerano insoddisfacenti le risposte fornite da Federalimentare, in particolare giudicando inaccettabile la richiesta della controparte di concludere un accordo basato sulla penalizzazione complessiva delle retribuzioni, a partire dall’eliminazione dei premi di produzione congelati e dal blocco degli scatti di anzianità.Gli incontri tecnici, iniziati nel mese di settembre dello scorso anno, si sono interrotti l’11 gennaio quando, non soddisfatta delle risposte date sulla piattaforma presentata unitariamente, una parte della delegazione trattante di Federalimentare si è resa irreperibile. “Federalimentare si è arroccata in maniera miope su una lunga serie di “no” preconcetti e ideologici – ha affermato il Segretario Confederale Cisl e Commissario Nazionale Fai Cisl, Luigi Sbarra – smontando pezzo dopo pezzo le fondamenta su cui si reggeva una piattaforma coerente, sostenibile e di prospettiva. È stato così per il tema salariale, per il welfare, per la formazione, per il mercato del lavoro. Non una controproposta, non uno spiraglio che potesse far intuire buona volontà nella controparte. Una visione davvero corta ed esecrabile – ha continuato Sbarra – perché fa pagare il pezzo della crisi ai più deboli e condanna le imprese ad avvitarsi su livelli di produttività e competitività sempre più bassi. Insomma, a rimetterci non sono solo i dipendenti d’azienda: sono anche le imprese e il sistema produttivo nel suo complesso”. Fulminea è arrivata la risposta della controparte: “Del tutto incomprensibile – ha precisato il vicepresidente di Federalimentare Leonardo Colavita, riguardo all'abbandono del tavolo negoziale da parte dei sindacati -. Un abbandono strumentale che va in direzione opposta rispetto all''atteggiamento costruttivo di Federalimentare, che si è mostrata pronta ad entrare nella fase decisiva del confronto e ad approfondire i nodi contrattuali ancora da sciogliere, compreso il salario”.Dopo la scelta di interrompere il tavolo delle trattative, i sindacati di categoria hanno indetto lo stato di agitazione a partire da ieri 22 gennaio, con l’immediato blocco degli straordinari e di tutte le flessibilità, e la programmazione di un fitto calendario di assemblee in tutti i luoghi di lavoro, oltre ad un pacchetto di 4 ore di sciopero articolato a livello aziendale ed 8 ore di sciopero nazionale fissato per il 29 gennaio. Le organizzazioni sindacali del territorio maceratese Fai Cisl e Flai Cgil si stanno mobilitando per effettuare assemblee nelle aziende della provincia, in modo da portare a conoscenza i lavoratori della situazione e delle problematiche relative alle trattative con Federalimentare. “Le preclusioni miopi ed ideologiche di Federalimentare hanno reso la mobilitazione inevitabile – ha concluso il segretario Sbarra -. Mi aspetto un livello di adesione proporzionato alla grande partecipazione che ha visto animare nelle scorse settimane centinaia di assemblee e attivi unitari. Le nostre iniziative di lotta sono la risposta necessaria non solo a rivendicare il sacrosanto e giusto diritto alla contrattazione, ma anche ad impegnare la parte datoriale a una seria riflessione. L’auspicio è che le controparti rivedano le proprie posizioni di chiusura pregiudiziale e si aprano al dialogo su basi nuove, responsabili, lavorando per far ripartire un confronto necessario per arrivare al rinnovo e dare risposte concrete alle attese dei lavoratori”.
L’amministratore delegato di Nuova Banca Marche ha annunciato, così come previsto dal decreto, l’inizio della procedura di vendita dell’istituto bancario. Entro lunedì prossimo dovranno pervenire le manifestazioni di interesse all’acquisto. Un tempismo straordinario.Ad occhio e croce, stando ai mercati, le banche stanno perdendo quasi il 25% del loro valore. Ciò significa che, allo stato attuale, guadagnerebbe molto di più un venditore di stufe a pellets all’equatore che non chi, di questi tempi, dovesse vendere una banca. Figuriamoci se essa banca è stata sottoposta, poco più di un mesa fa, ad un provvedimento di risoluzione. Qui ci sono in ballo quasi tremila posti di lavoro e trecento filiali da piazzare su un mercato che giorno dopo giorno sta andando letteralmente a picco. Noi però stiamo tranquilli. Proprio ieri, quando il Monte dei Paschi, valeva sul mercato un miliardo e mezzo (giusto la metà dell’ultima ricapitalizzazione da tre miliardi) il ministro Padoan dichiarava alla Reuters che non c’era nessuna specifica preoccupazione sulle banche italiane. Il sistema è solido e non c’è motivo di generare inutili allarmismi. Lo stesso fanno i grandi giornali di cui le banche – ma è solo una bizzarra coincidenza – detengono significative quote di maggioranza di questi. Quindi ne sono gli editori. Fonti dell’Unione europea hanno fatto trapelare ieri la notizia che sono pronti dei piani di risoluzione (la medesima procedura che ha colpito le quattro banche italiane) per ben quaranta banche del continente e che per altrettante si stanno studiando i medesimi piani. A noi ci continuano a dire di stare sereni e di non preoccuparci. Bankitalia e CONSOB hanno attentamente vigilato e continueranno indefessamente a farlo per salvare i nostri risparmi.Un dettaglio significativo è che per la risoluzione di queste quaranta banche si sono consultate pure le autorità di vigilanza nazionali. Delle due una: o in Italia non è coinvolta nessuna banca, o in gran segreto ci rifileranno un altro, improvviso decreto domenicale con annesso azzeramento di azioni ed obbligazioni. Staremo a vedere. Il punto vero è che la vicenda di Banca Marche è stata solo la punta di un iceberg. Il sommerso era ed è molto più grave e preoccupante. E non è bastata la procedura di risoluzione di quattro piccole banche a mettere a tacere o a nascondere il mastodontico problema di tutte le altre. Soprattutto di quelle più grandi e cioè l’esorbitante cifra di crediti deteriorati che hanno in pancia. Questa dunque è la cornice entro la quale si muove pure la vicenda di Nuova Banca Marche. Benché questo giornale sia molto giovane, a differenza di altre testate, ha sempre guardato con occhio molto critico, da questa mia rubrica, tutti i passaggi sin qui avvenuti ed i protagonisti principali, Bankitalia in primis. Che con notevole ritardo ha condotto la situazione al doloroso epilogo della storia.Mi hanno colpito, inoltre la leggerezza e la somma approssimazione delle dichiarazioni entusiastiche di politici di primissimo piano. Primo tra tutti il presidente Ceriscioli che ancora solo qualche giorno fa sprizzava entusiasmo da tutti i pori. Sosteneva Ceriscioli, il 12 gennaio, che “Nuova Banca Marche ora, senza più il carico dell’indebitamento, è nelle condizioni di ripartire e di sostenere il tessuto produttivo marchigiano.” Il punto che tuttavia gli sfugge è che qui ci sono quasi tremila dipendenti da salvaguardare e trecento filiali da tenere in piedi. Quale istituto di credito potrebbe ad oggi – ed in queste condizioni – farsi carico di questo onere? Oppure c’è la volontà di svenderle in blocco a qualche fondo sovrano estero che si farà carico di tagliare tutti i costi (personale e sedi comprese) e poi rivenderla dopo tre, quattro anni lucrando sulle plusvalenze? Vallo a sapere. Di sicuro tutto questo ottimismo stride terribilmente con la realtà vera.
Mentre i lavoratori italiani vengono privati ogni giorno di sempre più tutele e garanzie un tempo considerate diritti acquisiti, ad Appignano, nel piccolo comune del maceratese, l’azienda del mobile Giessegi firma con i sindacati di categoria e le rispettive Rsu un accordo integrativo con molte misure a favore del lavoratore.Saranno garantiti un premio di risultato legato alla produttività collettiva e a quella individuale, una “Banca delle ore e flessibilità” per ogni dipendente.Il contratto integrativo, definito “all’avanguardia” dai sindacati, interessa i prossimi due anni fino al 2018 ed è stato siglato a favore di 450 dipendenti.L’accordo raggiunto “istituisce una ‘Banca delle ore e flessibilità’ per ogni dipendente dove verranno accumulate le ore straordinarie lavorate, le ex festività e i permessi non goduti, previsti dal CCNL. - spiega Massimo Giacchetti, segretario generale Filca Cisl Marche - I lavoratori potranno così avere a disposizione permessi straordinari durante l’anno da conciliare con le esigenze produttive ed organizzative aziendali.”Inoltre, nel contratto sono stati introdotti strumenti di formazione e maggiore attenzione all’ambiente lavorativo, come la possibilità di avere una sala mensa dove consumare il pasto, oltre ad impostare un sistema di relazioni sindacali e di confronto continuo con l’Azienda.
I sindacati regionali delle banche di credito cooperativo esprimono il loro punto di vista, a seguito dell'articolo apparso su Il Sole 24 Ore nel quale venivano palesate alcune difficoltà per gli istituti bancari cooperativi."Alla luce dell’articolo apparso sul Sole 24 Ore, inerente la situazione del Credito Cooperativo, in prossimità dell’emanazione del decreto legislativo per il riordino del settore, riteniamo opportuno evidenziare" si legge in una nota "che i dati indicati risultano parziali, datati e conseguentemente fuorvianti. Infatti, nello specifico, va evidenziato che il caso portato ad esempio negativo della Cassa Rurale di Camerano è già stato risolto da oltre un anno (dal 1° gennaio 2015) all’interno del Credito Cooperativo con l’incorporazione della stessa da parte di altra BCC, senza alcun tipo di ricaduta né sui lavoratori, né sulla clientela, né sul restante sistema bancario. A fronte di un Credito Cooperativo che fino ad oggi ha sempre trovato soluzioni al proprio interno, registriamo, di contro, i noti casi delle quattro banche Abi, oggetto di recente salvataggio, per le quali, viceversa, è stato chiamato a contribuire anche il Credito Cooperativo. Riguardo ai dati pubblicati rileviamo piuttosto la loro scarsa significatività, in quanto estrapolati da tutti gli altri indicatori di bilancio delle singole realtà. In questo particolare momento, riteniamo pertanto che sarebbe opportuno evitare di ingenerare ulteriore confusione nell’opinione pubblica con la diffusione di informazioni parziali".
Grande motivo di orgoglio per Confartigianato Imprese Macerata, il traguardo raggiunto da Daniele Zucchini con il suo brand “Daniele Hair Studio” che proprio domenica ha festeggiato i 25 anni d’attività, inaugurando i locali del suo nuovo salone, alla presenza del Sindaco di Potenza Picena Francesco Acquaroli, del Maresciallo Salvatore Artese, dei Consiglieri Regionali Luca Marconi e Francesco Micucci e del direttivo di Confartigianato Civitanova.L’esperienza professionale di Daniele Zucchini, oggi vicepresidente del gruppo Acconciatori di Confartigianato Macerata, nasce fin dall’adolescenza presso Hair Stylists di zona ed è cresciuta frequentando le più famose accademie professionali di Londra. Stilista e formatore per importanti aziende del settore in Italia e all’estero, Zucchini vanta inoltre il marchio di qualità 100% Made in Italy per le sue attrezzature e prodotti di nuova concezione per parrucchieri, apprezzati a livello mondiale. Ricerca, innovazione e tanta passione per la sua professione sono gli ingredienti del grande successo del talentuoso imprenditore portopotentino, che da 25 anni rappresenta in modo eccellente l’artigianato del nostro territorio.
La Banca di Credito Cooperativo di Recanati è, secondo un'indagine de Il Sole 24 Ore, al settimo posto fra le banche di credito cooperativo a rischio.In Italia sono complessivamente quaranta le Bcc con forti crediti a rischio e, sempre secondo quanto riportato dal quotidiano economico, una banca cooperativa su dieci possiede crediti deteriorati sopra il venti per cento del portafoglio. I dati sono stati elaborati dal "Sole 24 Ore" sui bilanci 2014 delle Bcc in base all’analisi condotta dall’Ufficio Studi di Mediobanca.Nonostante il livello del 20% sia considerato una soglia critica c’è chi si è spinto ben oltre. Il record di crediti a rischio appartiene alla Cassa rurale e artigiana di Camerano, con un tasso pari al 37,9%. Secondo posto in classifica per la Banca di Teramo con il 32,9%. Segue la Cassa di Pinzolo al 26,3%. Al settimo posto il Credito Cooperativo di Recanati con il 25,5%, ma sono diversi gli istituti di credito cooperativo marchigiani presenti."Non è difficile capire dunque che basterebbe poco" scrive Il Sole "per procurare delle perdite che potrebbero avere un impatto rilevante sul capitale con tutte le conseguenze che l'entrata in vigore del bail-in comporta per soci e creditori". Questo l’elenco completo delle Bcc con crediti a rischio superiori al 20%:1- Cassa rurale e artigiana di Camerano: 37,9%.2- Banca di Teramo: 32,9%.3- Cassa rurale di Pinzolo: 26,3%.4- Cassa rurale di Mori: 26,2%.5- Banca di Pistoia: 25,7%.6- Bcc Agrobresciano: 25,6%.7- Bcc di Recanati: 25,5%.8- Cassa rurale di Levico Termine: 25%.9- Cassa rurale Brentonico: 24,5%.10- Banco Sviluppo coop. Credito: 23,9%.11- Cassa rurale di Pergine: 23,5%.12- Bcc del Vibonese: 23,5%.13- Bcc di Paceco: 23,4%.14- Bcc di Ghisalba: 22,9%15- Bcc Toniolo San Cataldo: 22,6%16- Cassa rurale Pinetana: 22,5%.17- Banca Don Rizzo – Bcc Sicilia occ.: 22,3%18- Cassa rurale Rovereto: 22,2%.19- Banca di Rimini credito Cooperativo: 21,9%.20- Bcc Comuni cilentani: 21,9%21- Cassa rurale di Aldeno e Cadine: 21,8%22- Bcc Sila Piccola: 21,8%.23- Bcc Area Pratese 21,7%.24- Cassa rurale Caldonazzo: 21,7%.25- Bcc Verbicaro: 21,3%.26- Bcc Picena: 21,1%.27- Bcc Gatteo: 20,9%.28- Bcc del Nisseno: 20,8%.29- Bcc di Scafati e Cetara: 20,8%.30- Bcc Colli Morenici del Garda: 20,7%31- Banca di Anagni: 20,7%32- Credito cooperativo Interprovinciale Veneto: 20,6%.33- Bcc Masiano 20,6%.34- Bcc Falconara Marittima: 20,5%.35- Credito coop. Centro Calabria: 20,5%.36- Bcc di Caltanissetta: 20,3%.37- Bcc del Lamentino: 20,2%.
Di fronte alle recenti dichiarazioni degli amministratori di Banca Marche arriva la reazione del Consigliere Regionale di Forza Italia Piero Celani, il quale si dice scettico dell’ottimismo sulla vicenda Banca Marche.“Francamente stupiscono alcune dichiarazioni degli Amministratori di Nuova Banca Marche, - scrive in una nota il consigliere regionale - quando dicono che ‘il peggio è passato, ora stiamo tornando alla normalità, in cui ciò che di nuovo entra nella banca, compensa quello che esce”.Per Celani la questione è tutta politica, in particolare il consigliere regionale attacca “l’accoppiata Renzi-Padoan che non ne ha azzeccata una, prima sbagliando i tempi della trattativa con l’Europa, dato che tutti sapevano fin dal 2013, anno di commissariamento di Banca Marche, quali erano le sofferenze accumulate e così, mentre la Merkel e gli spagnoli risolvevano i loro problemi, - si chiede - i nostri governi Letta e Renzi cosa stavano a fare?”Stesse accuse vanno alla Regione Marche, che per Celani dormiva il “sonno dei giusti senza accorgersi di nulla”. E poi ancora: “Se nella Legge di Stabilità è stato previsto un prelievo dal Fitd, Fondo interbancario di tutela dei depositi, di 100 mila euro, perché non è stato previsto di prelevare un importo tale da soddisfare tutti gli investitori retail, azionisti e possessori di obbligazioni subordinate, dato che trattasi di fondi “privati”, e nulla poteva eccepire l’Europa?”Al di là di tutti i provvedimenti presi, Celani mette in guardia il Governo sul pericolo più grande: “43 mila azionisti che perderanno tutto”.Per uscire dall’impasse il consigliere regionale consiglia al Governo di fare un bagno di umiltà ammettendo di aver sbagliato tutto, tempi e metodi, e integrando quanto già contenuto nella Legge di Stabilità, “in modo che il Fitd possa coprire tutti i danni fatti da Banca Marche ai cittadini Marchigiani. Solo così - spiega - il ‘sistema Marche’ potrà riacquistare fiducia nella banca del territorio, solo così ‘Nuova Banca Marche’ potrà tornare ad operare con fiducia sull’intera regione”.Infine, Celani auspica che “Governo e magistratura accertino con celerità e tempismo le responsabilità di coloro che hanno combinato tale disastro e paghino fino all’ultimo centesimo, e che i Marchigiani potranno tornare ad affidare, con tranquillità, i loro risparmi, spesso frutto del lavoro di una vita, ad un contesto Istituzionale credibile”.