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Se le parole sono pietre...

Se le parole sono pietre...

Se le parole sono pietre, quelle pronunciate l’altro giorno dal procuratore generale presso la Corte di appello di Ancona, Vincenzo Macrì, piovono in faccia ad una intera classe dirigente locale e nazionale. Parlando del caso Banca Marche, egli ha così affermato: “l’attenzione della stampa, dell’opinione pubblica e degli organi istituzionali e politici non è stata all’altezza di questo disastro così grave.

Tutto ciò ha portato “anche problemi economici e di sviluppo della regione e ne porterà ancora. Ricordiamoci che l’aumento di capitale, fatto nel 2012 di circa 270 milioni di euro, si è dimostrato fallimentare per tutti quelli che hanno aderito. Quei soldi sono andati perduti, chi ha partecipato ha perso tutto proprio perché la banca d’Italia non aveva fornito alla CONSOB le informazioni sulla situazione di dissesto in cui si trovava la banca.” Quindi un'ipotesi sui danni che devono ancora sopraggiungere ed un preciso, mirato atto di accusa verso Bankitalia. Non a caso la difesa dell’ex direttore generale, Bianconi, ha eccepito che il suo ultimo bilancio ha avuto tutti i nulla osta dagli ispettori di via Nazionale.

Personalmente, non ho nulla da aggiungere, poiché in proposito, ho scritto, da qui, le mie opinioni che – ahimè - trovano oggi riscontro nelle dure parole dell’alto magistrato. Picchionews ha appena cinque mesi di vita, ma in questo caso è stato all’altezza di percepire sin da subito questo disastro di proporzioni bibliche per tutto il territorio. Lo abbiamo fatto immediatamente e senza alcun timore riverenziale. Quando dal mondo politico e dai maggiori organi di stampa giungevano forti le grida degli hurrà, noi scrivevamo che, in realtà, con la risoluzione si andava incontro ad una Caporetto. Sarà un caso, ma Nuova Banca Marche non è tra i nostri sponsor. Sarà un caso, ma l’unica eccezione all’art. 22 del decreto legislativo 180/2015, sulla rimozione coatta degli amministratori è stata applicata per Nuova Banca Marche. Ma ultimamente qualche dubbio sta venendo pure al Magnifico Governatore di Banca d’Italia, Vincenzo Visco. Al Forex di Torino, questo scienziato, ha chiesto di rivedere l’intero impianto del BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive), cioè della direttiva europea 2014/59/UE in materia di risanamento e risoluzione degli enti creditizi. Cosa è accaduto da quando Bankitalia, attraverso i suoi documenti ufficiali (facilmente reperibili on line) scriveva che “le nuove norme consentiranno di gestire le crisi in modo ordinato attraverso strumenti più efficaci e l’utilizzo di risorse del settore privato, riducendo gli effetti negativi sul sistema economico (….) Per evitare che la crisi di una singola banca si propagasse in modo incontrollato…”? E’ accaduto semplicemente l’esatto contrario. Da un lato una marea di ricorsi giudiziari e dall’altro il crollo verticale degli istituti di credito. Per capirci meglio: politicamente e a livello di immagine nei confronti dell’Unione Europea, volevano dare una lezione esemplare a quattro piccole banche. E’ finita che invece hanno fatto crollare tutto il castello. Un castello, peraltro, che - a parte qualche decina di migliaia di euro di qualche piccolo risparmiatore - si reggeva solo su crediti deteriorati e una valanga di titoli di Stato. In buona sostanza e dall’alto della loro torre d’avorio, hanno agito con somma superficialità. Senza curarsi e preoccuparsi delle conseguenze che non si sono fatte attendere. Eppure era facilmente prevedibile. “Chi ci governa, unitamente alle autorità di controllo, ci sta precipitando pericolosamente in una spirale di sfiducia nel sistema bancario. Giusto o non giusto, questo è quello che la gente percepisce.” Così scrivevo il 17 dicembre scorso e puntualmente le notizie sull’andamento di tutti gli istituti di credito sono ogni giorno peggiori. La penosa retromarcia di Visco non può che danneggiare ulteriormente la credibilità, sui mercati finanziari, delle banche italiane. Questi signori di Bankitalia non solo non hanno vigilato come avrebbero dovuto. Non solo hanno sottratto all’autorità giudiziaria, attraverso la manleva, amministratori fraudolenti (come nel caso di banca Etruria). Adesso ci stanno per portare verso un disastro dalle conseguenze imprevedibili. E, ci scommetto quello che volete, non pagheranno un solo centesimo. Né perderanno nessuno dei loro indicibili ed incredibili benefit di cui godono da sempre.

Fabrizio Cambriani
Opinionista e polemista, scrive solo per passione. In caso di guerre e/o calamità naturali diventa anche reporter e narratore. Politicamente ormai apolide, è sempre incuriosito e attratto dalle dinamiche relative alle continue trasformazioni sociali. Ama la buona tavola, l'ottima musica e le donne (anche contemporaneamente)...

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