Banca Marche, gli avvocati Archimi e Luzi: "Vogliamo giustizia per chi ha perso tutto"
Le azioni di Banca Marche sono state azzerate. La rabbia dei tanti piccoli e grandi risparmiatori non accenna assolutamente a diminuire. Anzi, da piu' parti le tante ignare vittime si stanno organizzando per ottenere il rimborso il rimborso totale del valore di azioni e delle obbligazioni subordinate.
Sono già in molti coloro che non intendono sottostare a questa scottante situazione. Troppi, per alcuni, i risparmi di una vita andati in fumo. Troppo grande è decisamente il prezzo da pagare per una decisione, attuata lo scorso 27 novembre, decisa dai cosiddetti alti vertici con la chiara complicità degli organi di vigilanza.
Troppo grande è decisamente il prezzo da pagare se solo si pensa che nonostante ciò gli ex amministratori della ormai vecchia Banca delle Marche hanno comunque evidentemente mal “gestito” un enorme patrimonio evidentemente incuranti del bene dei propri clienti. E’ indubbio che i piccoli investitori siano stati chiamati a ripianare i debiti prodotti da una gestione dissennata degli istituti di credito, mentre manager e dirigenti continuino a godere di buonuscite milionarie.
Basti ricordare che nel luglio scorso, la stessa Banca Marche accusava i propri ex vertici di aver operato in aperta violazione di legge, della normativa della Banca d’Italia e del regolamento della stessa… Insomma, se prima Banca Marche provava a scaricare le responsabilità sugli ex… adesso chi se la prende con Banca Marche e con tutti i suoi amministratori?
Per tentare di impedire la perdita dei risparmi di migliaia di cittadini marchigiani che hanno creduto nella banca regionale e nei suoi vertici, l’avvocato Leonardo Archimi di Macerata e l’avvocato Andrea Luzi di Tolentino si accingono ad avviare congiuntamente una serie di azioni. Di cosa si tratta?
"C'è un dato certo. Sono circa 44.000 mila in tutto i piccoli azionisti e obbligazionisti di Banca Marche che hanno visto bruciati i loro risparmi. Si calcola che in totale gli azionisti privati ci abbiano rimesso 740 milioni di euro (su un totale di 1,3 milioni di euro di azioni). E’ evidente che siano tanti, troppi coloro che sono rimasti “gabbati”.
E allora cosa fare? Non potendo, al momento, individuare una qualche responsabilità di carattere contrattuale" spiegano i due legali "appare chiaro che la sola strada attualmente percorribile (salvo eventuali responsabilità penali dei singoli) sia per l’appunto quella che tecnicamente viene definita una responsabilità extracontrattuale. Responsabilità extracontrattuale in cui non si possono non considerare coinvolti tutti i responsabili della malagestione dell’istituto di credito!
Ma non solo. Così come in passato avvenne per casi analoghi (i bond argentini per citarne uno…) si sta ipotizzando la responsabilità di Banca Marche e di tutte le banche che a vario titolo hanno proposto agli utenti titoli ad elevato rischio, generalmente piazzati ad investitori istituzionali, senza fornire le dovute informazioni circa la pericolosità degli investimenti.
Da un punto di vista tecnico si tratterebbe quindi di andare a colpire direttamente gli ex amministratori della Società che debbono notoriamente operare con la dovuta diligenza e quindi rispondere del proprio operato.
Questo principio assume ovviamente per una banca connotati particolari: implica consapevolezza della peculiarità della gestione bancaria e coscienza della molteplicità degli interessi in gioco; richiede di basare le scelte di erogazione del credito sul merito dei prenditori e di fondare le relazioni con la clientela su canoni di trasparenza e correttezza. Il particolare ruolo degli amministratori raccomanda di perseguire l’efficienza e di preservare la fiducia del pubblico in ogni circostanza; impone di non farsi influenzare da modelli quantitativi sofisticati ma deboli, di non avventurarsi in rischi eccessivi, al di fuori della capacità di controllo e di gestione aziendale. La declinazione di tale principio richiede, in sintesi, competenza, professionalità, capacità di visione strategica, autonomia di giudizio.
Per l’amministratore esecutivo di una banca, ciò vuol dire svolgere la propria funzione con apertura al confronto ma anche al riparo da indebite ingerenze di azionisti, rappresentanti del territorio, gruppi di interesse.
Non si può escludere nemmeno il ricorso alla magistratura perché converta le azioni detenute dai migliaia di cittadini in azioni della Nuova Banca Marche che nascerà dalle ceneri dell’attuale istituto di credito".
E così si stanno già muovendo i primi passi per ottenere giustizia.
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