La vicenda relativa al salvataggio di Banca Marche si arricchisce ogni giorno di un capitolo nuovo. E, soprattutto, chi ha perso i capitali investiti in azioni e obbligazioni subordinate non molla di un centimetro e cerca rivalse. L'ultima in ordine di tempo è l'Asso-consum, associazione per la difesa dei consumatori, che ha inoltrato un esposto alla procura della Repubblica di Ancona, giù titolare di un'inchiesta su Banca Marche, ''affinché venga accertato se il rischio di default di Banca Marche sia stato dovuto a malversazioni interne o a speculazioni''.
"Comprendiamo lo stato d'animo dei titolari di obbligazioni subordinate che hanno perso il loro investimento nel salvataggio delle banche commissariate. Sono clienti importanti delle Nuove Banche. Ci muoviamo tra tonnellate di vincoli anche dell'Unione Europea, ma saremo loro vicini. Siamo sensibili alla sorpresa e al disagio. Considerati i paletti Ue, non c'era una soluzione migliore di quella trovata, perché permette di garantire risparmi e imprese": sono queste le dichiarazioni di Roberto Nicastro, presidente delle 'good bank' nate dal decreto legge del Governo per il salvataggio delle quattro banche commissariate. Per Nicastro "Sono stati protetti un milione di depositanti e 200.000 piccole e medie imprese in quattro territori fra i più vitali per la ripresa dell'economia".Intanto arriva però l'ultimatum dei piccoli azionisti ai vertici della Nuova Banca Marche spa e alle autorità che hanno portato a compimento il salvataggio dell'istituto di credito "azzerando il valore delle azioni e delle obbligazioni subordinate". Le Associazioni degli Azionisti Privati di Banca Marche e degli azionisti-dipendenti "Dipendiamo BM", alla presenza dell'Unione nazionale dei consumatori, hanno annunciato di essere pronti a qualunque tipo di azione giudiziaria, penale e civile, compresa una class action. Anche il Codacons annuncia una iniziativa risarcitoria in favore di azionisti e obbligazionisti di Banca Marche, mentre il senatore di Forza Italia Remigio Ceroni chiede al Parlamento di ''azzerare'' il salvataggio delle 4 banche in crisi così come promosso da Governo e Bankitalia e riprendere in mano l'operazione con il Fondo interbancario di tutela. Il consigliere regionale di Ap Mirco Carloni chiede alla Regione di istituire ''un Fondo di solidarietà a favore dei cittadini marchigiani che hanno visto azzerare i loro risparmi in conseguenza delle decisioni assunte su Banca Marche".
Fratelli D’Italia- Alleanza Nazionale di Tolentino interviene sulla questione del salvataggio di Banca Marche."No, non si tratta di un naufragio, ma è la storica Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata poi Banca Marche Spa ,ad essere stata inghiottita dai flutti. Sale sempre più alta la protesta riguardo il salvataggio compiuto dal Governo Renzi e Banca d’Italia e contro le parole trionfalistiche del Governo a guida Partito Democratico che non ha saputo imporsi alla Commissione Europea, lasciando che venisse adottato un piano di salvataggio che ha permesso di far “annegare“ 44.000 famiglie marchigiane, tra possessori di azioni (con contrattazioni sospese da tempo) ed obbligazioni. Una mazzata per tutti i Tolentinati che hanno contribuito alla nascita e alla crescita della storica Cassa di Risparmio fondata nel lontano 1929. Una mazzata che il Presidente della Regione Marche espressione del Partito Democratico cioè lo stesso del Presidente del consiglio si ostina a contrabbandare come risultato di un buon lavoro a tutela dei consumatori e per la conservazione dei posti di lavoro. Peccato, però che fra i consumatori ci siano anche famiglie di Tolentino e non ci sembra che sia stato garantito loro un buon trattamento in quanto si sono viste stracciare, per qualcuno, i risparmi di una vita o la liquidazione ottenuta dopo anni di lavoro. Tutto questo nonostante la Banca d’Italia abbia sempre affermato che il nostro sistema bancario fosse sano, mentre il resto d’Europa si salvava utilizzando i fondi pubblici europei. Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale rileva che si tratta di uno scandalo dovuto ad una classe politica di sinistra al governo asservita alla grande finanza speculativa. Sono stati castigati con questa manovra tanti piccoli risparmiatori privandoli di 1,5 miliardi di risparmi frutto del sudore della propria fronte . Il tutto con l’applauso del presidente della Regione espressione del Partito Democratico che avrebbe dovuto attivarsi per ricercare i veri responsabili del disastro".
Deborah Pantana, consigliere comunale di Forza Italia Macerata, interviene sulla questione del salvataggio di Banca Marche:"Si parla di salvataggio di Banca Marche, ma non vedo i salvatori. Territorio e risparmiatori ne escono impoveriti, i quasi quarantatremila risparmiatori hanno perso i risparmi di una vita. Infatti i possessori di azioni e obbligazioni di Banca Marche, oggi si ritrovano con dei pezzi di carta, buoni solo per accendere il fuoco nei camini. Eh, sì perché il cosiddetto salvataggio è stato un salvataggio da lacrime e sangue per quanti avevano creduto nella Banca del nostro territorio e che ora si trovano costretti a ripianarne il buco. E mentre i grandi gruppi bancari brindano al successo dell’operazione, in attesa di spartirsi le spoglie di Banca Marche, ora Nuova, i piccoli azionisti, i risparmiatori che avevano creduto nella prima Banca delle Marche, si leccano le ferite. Questa perdita è una tragedia per il territorio marchigiano ed avrà una ripercussione ed un danno oggettivo incalcolabile sull’economia locale e sulle nostre famiglie. Purtroppo Renzi non pensava a loro con questo intervento governativo; Il salvataggio è passato grazie al soccorso del Fondo di risoluzione, che si è praticamente svenato per soccorrere questi istituti di credito, ma soprattutto degli azionisti che ora hanno in mano della carta straccia. Per non parlare delle fondazioni bancarie delle Marche che in un sol colpo si vedranno sottrarre circa 500 Milioni di Euro ai loro investimenti. E il nostro Sindaco cosa ha fatto in questi anni per scongiurare tale evento? Ora come farà a finanziare la Form o quant’altra iniziativa? Il PD cosa dirà ai dipendenti di Banca Marche, ora Nuova, che vedono profilarsi un futuro affatto roseo? E ai tanti, tantissimi marchigiani che vi avevano creduto? Di guardare con fiducia a chi? A Istituti di credito che tra breve o brevissimo acquisteranno Nuova Banca Marche con buona pace della sua regionalità, della sua vicinanza al sistema produttivo ed economico, delle problematiche specifiche dell’artigiano marchigiano? E delle specificità marchigiane a questi colossi bancari credo proprio che interessi poco o niente. Interessa, scusate il bisticcio di parole, l’interesse, e che parli marchigiano o lombardo poco conta. Dispiace davvero, aver previsto tempo fa, come sarebbe andata a finire.. ora chiederò nel prossimo Consiglio Comunale al Sindaco di dare spiegazioni su quanto accaduto e invito i cittadini fin da ora a far parte del comitato che andrà a Roma a far sentire la propria voce.. Questa storia non può e non deve finire così, come un nulla di fatto!! Non possiamo rassegnarci alla volontà di chi ha tradito la buona fede di tanti cittadini".
E' arrivato in Italia 23 anni fa dalla Macedonia e da allora vive in un piccolo paese dell'entroterra maceratese. Ha sempre lavorato nel ramo dell'edilizia con regolari buste paga. Per garantire un futuro a se stesso e ai suoi due figli, dopo qualche anno dal suo arrivo nel nostro Paese e aver risparmiato qualche migliaio di euro decide di accendere un mutuo per acquistare la casa dove vive. Gli viene consigliato di andare in un istituto di credito radicato sul territorio, solido, sicuro: Banca Marche. Il mutuo gli viene concesso, ma contestualmente gli viene consigliato di acquistare azioni dello stesso istituto per ipotetiche maggiori garanzie che avrebbero consentito di accelerare la pratica. Da lunedì mattina si trova a dover continuare a pagare il mutuo, ma le azioni non valgono più niente.https://www.youtube.com/watch?v=CaPzFmDcc2wDa quanto tempo sei in Italia? "Poco meno di venticinque anni. Sono arrivato dalla Macedonia che ero giovanissimo insieme a mia moglie. Qui sono nati i miei figli e qui ho voluto costruire il mio e il loro futuro"Hai trovato subito lavoro? "Sì, in poche settimane ho trovato lavoro come muratore e mi hanno messo in regola. A quei tempi si lavorava tanto, ma si guadagnava anche abbastanza bene. Dopo poco, anche mia moglie ha trovato un lavoro e potevamo permetterci di risparmiare tutti i mesi delle discrete cifre"Cosa è successo dopo? "Dopo qualche anno, avevamo messo da parte una bella sommetta e a quel punto ci siamo decisi a fare il grande passo: far diventare nostra la casa dove vivevamo e dove stavamo crescendo i nostri figli. Ci hanno consigliato di rivolgerci a Banca Marche e questo è quello che abbiamo fatto. Dopo un paio di incontri con il direttore della filiale, ci hanno detto che la documentazione era praticamente a posto, ma sarebbe stato preferibile che avessimo acquistato anche diverse migliaia di euro di azioni della banca. In questo modo, il mutuo sarebbe stato ulteriormente garantito e noi saremmo diventati soci, piccoli soci della banca stessa. Ci hanno lasciato intendere piuttosto chiaramente che, se avessimo comprato le azioni, l'iter per accendere il mutuo sarebbe stato decisamente più semplice e veloce. Abbiamo chiesto consiglio in giro e chiunque ci ha detto che non ci sarebbero stati problemi. Anzi, con le azioni potevamo avere qualcosa in più di interessi rispetto agli investimenti tradizionali"Invece, così non è stato... "No. Circa tre anni fa, degli amici hanno iniziato a dirci che la banca era in difficoltà. La situazione è precipitata e quando abbiamo chiesto di vendere le azioni, ci è stato detto che era impossibile perchè erano state congelate in quanto la banca era commissariata. Domenica sera, alla fine, ci siamo trovati in mano un pugno di mosche. Non abbiamo più i soldi che avevamo investito nelle azioni, su consiglio della banca, ma dobbiamo continuare a pagare un mutuo da 750 euro al mese. E di questi tempi, si tratta di una cifra veramente alta. Ci rivolgeremo a qualche associazione per cercare di riavere almeno una parte di quello che era nostro e che, senza nessuna colpa mia e della mia famiglia, oggi non abbiamo più".
Da Jessica Marcozzi, capogruppo Forza Italia alla Regione Marche, riceviamo:Il Governo e i disinformati plaudono al salvataggio di Banca Marche. Ma c’è ben poco da esultare. Anzi. Con un provvedimento senza precedenti sono state azzerate tutte le azioni di Banca Marche e il prestito obbligazionario distruggendo in un istante parte dei risparmi di quarantamila azionisti marchigiani e gettando nella disperazione di migliaia di risparmiatori che avevano sottoscritto le obbligazioni subordinate di Banca Marche sicuri di ottenere la restituzione del prestito e giusti interessi. Tutto questo è avvenuto in una sera di domenica ma certamente nel segreto l’operazione era preparata da tempo. Nella lettura di una nota della Banca di Italia, il governatore Ceriscioli, ha parlato di rischio di impresa. Ora per azzerare il patrimonio della Banca sono stati svalutati da parte dei Commissari di Banca d’Italia tutti i crediti in sofferenza del 80%! Percentuale che non trova riscontri in altre situazioni bancarie, considerando che la maggior parte dei crediti è garantita da ipoteca sugli immobili. Chi ha stabilito l’80% e non il 60% o 70% che avrebbe permesso di salvare le obbligazioni e gli azionisti di Banca Marche? Tutto ciò è avvenuto nel più totale riserbo, senza coinvolgere gli azionisti e le fondazioni bancarie di Pesaro, Fano Jesi e Macerata. Tutto il mondo del volontariato e del welfare che aveva un grosso sostegno dalle erogazioni delle Fondazioni andrà certamente in crisi con un gravissimo danno per l’intero sistema marchigiano. Ma dov’era la Banca d’Italia quando gli ispettori nelle loro ispezioni non rilevavano sostanziali criticità? Dov’era la società di revisione che certificava la regolarità dei Bilanci e delle valutazioni? E ancora dov’erano i Sindaci e gli Amministratori che certificavano e firmavano il Bilancio? Dove sono oggi Ceriscioli e il sindaco di Pesaro Matteo Ricci che, non avendo capito nulla, plaudono “al salvataggio” di Banca Marche? Ma quale salvataggio. L’affare lo faranno coloro che acquisteranno la “Bad bank” con tutti i crediti in sofferenza (ma con sostanziose garanzie patrimoniali) svalutati dell’80%! Il nostro Governo, da Renzi a Padoan, non è stato capace di difendere gli interessi nazionali dinanzi all’Europa quando invece il Governo tedesco e quello spagnolo sono intervenuti con fondi statali per salvare le proprie banche. Qui in Italia era pronto il Fondo interbancario che è privato ma sembra che ci sia stato il veto dell’Europa o era forse interesse di tutti (Governo e Banca d’Italia) mettere una pietra sopra per cancellare eventuali responsabilità degli stessi organi? Per non parlare dell’effetto a catena che l’operazione provocherà con un timore diffuso tra tutti colo che hanno i loro risparmi nelle altre 9 Banche a rischio. Questo potrebbe comportare un fuggi fuggi generale degli azionisti dagli Istituti bancari “a rischio”. Ora il Parlamento e quanti hanno a cuore gli interessi dei risparmiatori marchigiani e dell’intera economia della Regione devono intervenire per annullare questa scellerata scelta e tornare alla soluzione del Fondo interbancario che avrebbe salvaguardato il valore delle obbligazioni subordinate e non avrebbe azzerato il valore delle azioni.
L'inaugurazione del nuovo flagship store di Poltrona Frau a Londra è stata anche l'occasione per vivere un importante momento di solidarietà. Infatti, durante la serata inaugurale, grazie alla presenza delle maestranze specializzate dello stabilimento di Tolentino, è stata prodotta una delle più famose icone dell'azienda: la 1919. La poltrona, nel modello unico creato per l’occasione in pelle Frau® Heritage Deep Grey, è stata battuta all’asta da Christie's e il ricavato è stato devoluto all’associazione benefica Crisis.
Inaugurata oggi a Macerata la nuova filiale dell’azienda di servizi integrati Gruppo Mazzini.Gruppo Mazzini è la storia di un sogno divenuto progetto, oggi una realtà consolidata, un nuovo modo di fare impresa, una nuova dimensione del rapporto con il cliente che arrivi un istante prima, che anticipi le sue esigenze. Un trentennio di esperienze nel settore degli incidenti stradali, malasanità e infortuni sul lavoro ha fatto crescere nel suo fondatore la convinzione che il cliente avesse bisogno di qualcosa di diverso permettendogli di creare la prima azienda di servizi integrati capace di superare i limiti dimostrati dalle agenzie di infortunistica e dagli studi legali. La sua mission è quella di offrire al cliente la possibilità di confrontarsi con un unico interlocutore garantendo, grazie ai suoi esperti - avvocati, commercialisti, periti, ingegneri, psicologi, medici, notai - una consulenza a 360 gradi.La peculiarità del Gruppo Mazzini è il fatto di aver intuito la necessità di creare un’area manager capace di coordinare attorno al cliente tutti i servizi di cui ha bisogno, in ambito legale (civile e penale), fiscale e tributario, medico e tecnico ricostruttivo, riducendo le tempistiche e aumentando le potenzialità di successo. Velocità e coordinamento sono indispensabili al fine di risolvere qualsiasi bisogno di cui il cliente necessita conseguentemente ad un evento grave o mortale. Va sottolineato che il cliente sosterrà dei costi solo ed esclusivamente alla soluzione del problema.L’organigramma locale è formato da Luigi Peron, consulente delegato nazionale per Marche e Abruzzo; Lorenzo Caraceni, responsabile per Macerata e le Marche; Luca Buldorini, amministratore unico del Gruppo Urano.
"Da questa mattina le mie azioni di Banca Marche sono carta straccia. In una giornata hanno mandato in fumo quasi tutti i miei risparmi": il signor Mario (nome di fantasia perchè, per ovvie ragioni, ha richiesto la massima riservatezza sulla sua identità) ha 68 anni e vive in un paese vicino a Macerata. E' uno dei 40mila piccoli azionisti di Banca Marche che, dopo il decreto legge di ieri con il quale il Governo e Bankitalia hanno salvato i depositi, i conti correnti e le obbligazioni ordinarie, ha visto azzerato il valore delle sue azioni. Suona alla porta della nostra redazione e chiede di poter parlare con qualcuno. Vuole sfogarsi, vuole esternare tutta la sua rabbia, la sua delusione, la sua amarezza. "Con l'operazione di ieri, hanno scaricato le perdite sui piccoli azionisti. Avevo acquistato diverse migliaia di euro di azioni con i soldi della liquidazione, perchè mi è sempre stato consigliato di differenziare gli investimenti. Oggi quei soldi non li ho più. Mi resta qualcosa da parte che avevo investito in obbligazioni ordinarie, ma chi mi ridarà il mio denaro? Voglio che la mia storia venga conosciuta da tutti, perchè mi pare che si stia facendo passare sotto silenzio la verità su di me e sugli altri piccoli azionisti che, nel giro di una notte, hanno perso tutto. Oggi in giro non ho sentito altro che osannare l'operazione del Governo e plaudire a un qualcosa che è costato caro a tanta gente. Hanno salvato la banca? E a noi chi ci salva? Tutti i cori di osanna e di compiacimento non dicono mai che ci sono persone che hanno dovuto comunque pagare in prima persona i danni fatti da gente che se ne sta a casa con milioni di euro sul conto corrente. Dovete dirle queste cose! Dovete farle sapere. Almeno questo ce lo dovete, voi come stampa che in questi giorni non avete fatto altro che dire bravi a chi ha azzerato il valore dei nostri risparmi. Perchè dobbiamo pagare noi le speculazioni e la mala gestione che hanno contrassegnato Banca Marche negli ultimi anni? Perchè? Hanno salvato i correntisti e gli obbligazionisti, ma non hanno salvato noi piccoli azionisti, uniche vittime di questa tristissima storia. Scrivete tutto, scrivete la verità, non solo quello che viene comunicato per interessi di parte. Io non mi arrendo: valuterò tutte le possibilità perchè questa è un'ingiustizia troppo grossa da accettare".Mario se ne va, dimenticando l'ombrello che aveva portato con sè. Quando tornerà a riprenderlo rileggerà la storia sua che è anche quella di un piccolo universo di 40mila persone che in una notte hanno visto andare in fumo, non certo per loro colpa, parte dei risparmi e che non vuole rassegnarsi e dichiara di voler lottare per ottenere giustizia.[widgets_on_pages id=2]
E' Luciano Goffi, già direttore generale di Banca Marche, il nuovo amministratore delegato della ''Nuova Banca Marche'', una delle 4 banche ripulite dai crediti deterioriati e nate a seguito del piano di salvataggio e risoluzione approvato ieri dal Consiglio dei ministri. L'amministratore delegato è stato designato da Bankitalia. Il presidente di ''Nuova Banca Marche'' e degli altri tre istituti è Roberto Nicastro, ex d.g di Unicredit.
Subito dopo il decreto legge con il quale il Consiglio dei Ministri ha dato il via al salvataggio di Banca Marche, Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara e CariChieti, la Banca d'Italia ha diffuso un articolato comunicato stampa. Questo il testo integrale:Il Governo e la Banca d’Italia, in stretta collaborazione e intesa, agendo ciascuno in base alle proprie competenze e responsabilità, hanno dato soluzione alla crisi di quattro banche in amministrazione straordinaria: Banca Marche, Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara, CariChieti. Si tratta di banche di dimensione piccola o media, aventi nel complesso una quota del mercato nazionale dell’1 per cento circa in termini di depositi. La soluzione adottata assicura la continuità operativa delle banche e il loro risanamento, nell’interesse dell’economia dei territori in cui esse sono insediate; tutela pienamente i risparmi di famiglie e imprese detenuti nella forma di depositi, conti correnti e obbligazioni ordinarie; preserva tutti i rapporti di lavoro in essere; non utilizza denaro pubblico. Le perdite accumulate nel tempo da queste banche, valutate con criteri estremamente prudenti, sono state assorbite in prima battuta dagli strumenti di investimento più rischiosi: le azioni e le "obbligazioni subordinate", queste ultime per loro natura anch’esse esposte al rischio d'impresa. Il ricorso alle azioni e alle obbligazioni subordinate per coprire le perdite è espressamente richiesto come precondizione per la soluzione ordinata delle crisi bancarie dalle norme europee (“Direttiva europea sulla risoluzione delle crisi bancarie” - BRRD), recepite nell’ordinamento italiano dallo scorso 16 novembre con il Decreto Legislativo 180/2015. Tale normativa ha assegnato alla Banca d’Italia la funzione di autorità di risoluzione delle crisi nel settore bancario. La soluzione adottata, compatibile con le norme europee sugli "aiuti di Stato", si articola secondo il seguente schema. 1) Per ciascuna delle quattro banche la parte "buona" è stata separata da quella "cattiva" del bilancio. 2) Alla parte buona (“banca buona” o "banca-ponte" o bridge bank) sono state conferite tutte le attività diverse dai prestiti “in sofferenza”, cioè quelli di più dubbio realizzo; a fronte di tali attività vi sono i depositi, i conti correnti e le obbligazioni ordinarie. Il capitale è stato ricostituito a circa il 9 per cento del totale dell’attivo (ponderato per il rischio) dal “Fondo di Risoluzione”. Il Fondo di Risoluzione è previsto dalle norme europee e italiane ed è amministrato dall’Unità di Risoluzione della Banca d'Italia. Esso è alimentato con contribuzioni di tutte le banche del sistema. La banca buona viene provvisoriamente gestita, sotto la supervisione dell’Unità di Risoluzione della Banca d’Italia, da amministratori da questa appositamente designati; in tutti e quattro i casi la carica di Presidente è rivestita dal dott. Roberto Nicastro, ex Direttore Generale di Unicredit. Gli amministratori hanno il preciso impegno di vendere la banca buona in tempi brevi al miglior offerente, con procedure trasparenti e di mercato, e quindi retrocedere al Fondo di Risoluzione i ricavi della vendita. Nella tabella sono forniti i dati per ciascuna delle quattro banche buone e per l’aggregato delle stesse. 3) Si è inoltre costituita una "banca cattiva" (bad bank), priva di licenza bancaria nonostante il nome, in cui sono stati concentrati i prestiti in sofferenza che residuano una volta fatte assorbire le perdite dalle azioni e dalle obbligazioni subordinate e, per la parte eccedente, da un apporto del Fondo di Risoluzione. Quest’ultimo fornisce alla banca cattiva anche la necessaria dotazione di capitale. Tali prestiti in sofferenza, svalutati a 1,5 miliardi dall’originario valore di 8,5 miliardi, saranno venduti a specialisti nel recupero crediti o gestiti direttamente per recuperarli al meglio. Per semplicità viene costituita un’unica banca cattiva che raccoglie le sofferenze di tutte e quattro le banche originarie. Nella tabella sono forniti i relativi dati. 4) Lo Stato, quindi il contribuente, non subisce alcun costo in questo processo. L’intero onere del salvataggio è posto innanzitutto a carico delle azioni e delle obbligazioni subordinate delle quattro banche, ma è in ultima analisi prevalentemente a carico del complesso del sistema bancario italiano, che alimenta con i suoi contributi, ordinari e straordinari, il Fondo di Risoluzione. 5) L’impegno finanziario immediato del Fondo di Risoluzione è, complessivamente per le quattro banche, così suddiviso: circa 1,7 miliardi a copertura delle perdite delle banche originarie (recuperabili forse in piccola parte); circa 1,8 miliardi per ricapitalizzare le banche buone (recuperabili con la vendita delle stesse), circa 140 milioni per dotare la banca cattiva del capitale minimo necessario a operare. Quindi, In totale, circa 3,6 miliardi. 6) La liquidità necessaria al Fondo di Risoluzione per iniziare immediatamente a operare è stata anticipata da tre grandi banche (Banca Intesa Sanpaolo, Unicredit e UBI Banca), a tassi di mercato e con scadenza massima di 18 mesi. 7) Le quattro banche originarie divengono dei contenitori residui in cui sono confinate le perdite e la loro copertura, e vengono subito poste in liquidazione coatta amministrativa. Le banche buone (banche-ponte) ne assumono la stessa denominazione con l’aggettivo “Nuova” davanti e proseguono nell’attività essendo state ripulite delle sofferenze e ricapitalizzate. La banca cattiva resterà in vita solo per il tempo necessario a vendere o a realizzare le sofferenze in essa inserite. Questa è la soluzione compatibile con le norme sugli aiuti di Stato che è emersa dopo che altre proposte erano state ritenute non compatibili durante le discussioni con la Commissione europea. Infine le Autorità italiane hanno adottato questa soluzione che ha effetti immediati ed evita il prolungamento dello stallo per le quattro banche, al fine di risolverne la crisi.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato pochi minuti fa il decreto legge con il quale vengono ufficialmente salvate Banca Marche, CariFerrara, Popolare dell’Etruria e CariChieti. Il provvedimento, spiega la nota del Cdm, consente di dare continuità all’attività creditizia — e ai rapporti di lavoro — tutelando pienamente i correntisti. Il decreto legge approvato dal consiglio dei ministri per il salvataggio delle 4 banche commissariate, si legge ancora nella nota del Cdm, "non prevede alcuna forma di finanziamento o supporto pubblico alle banche in risoluzione o al Fondo nazionale di risoluzione". Inoltre "i provvedimenti di avvio alla risoluzione non prevedono il ricorso al bail in". Il decreto legge entrerà in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione, prevista per domani 23 novembre 2015.In particolare, nella cornice del nuovo quadro normativo in materia di gestione delle crisi bancarie definito dai decreti legislativi che recepiscono il bail in, "la Banca d’Italia ha deliberato in data 21 novembre 2015 i provvedimenti di avvio della risoluzione, approvati dal ministro dell’Economia in data odierna a seguito della positiva decisione della Commissione europea sui programmi di risoluzione previsti nei provvedimenti stessi". Il decreto legge approvato oggi, spiega la nota del Consiglio dei ministri, ha un ambito estremamente circoscritto. Esso è volto unicamente a "costituire tempestivamente le nuove banche (banche-ponte) contemplate dai provvedimenti di avvio della risoluzione delle banche in questione"; in secondo luogo a "definire un quadro normativo certo sulle modalità con cui saranno raccolti i contributi da parte del settore bancario al Fondo di risoluzione nazionale successivamente all’integrale avvio del Meccanismo di risoluzione unico" e quindi a "definire le modalità di applicazione della disciplina della conversione in credito d’imposta delle attività per imposte anticipate nel caso di procedure di risoluzione".
Il Consiglio dei Ministri convocato per questo pomeriggio alle 17.30 sancirà definitivamente il salvataggio di Banca Marche. Insieme agli altri tre istituti i credito commissariati, BancaEtruria, Cassa di risparmio di Ferrara e CariChieti, Banca Marche si prepara a ricevere una somma che potrebbe arrivare fino a tre miliardi di euro da Intesa Sanpaolo, Unicredit e Ubi Banca che, grazie all'intervento decisivo del Governo, renderanno possibile un salvataggio immediato che fino a qualche giorno fa non era pensabile. L'accelerazione del Governo, determinante in una fase di stallo pericolosa (dovuta anche allo stop dell'Europa ai cosiddetti aiuti di Stato), è stata indispensabile per trovare una soluzione prima dell'arrivo del 31 dicembre e dell'introduzione del famigerato bail-in, per via del quale sarebbero stati chiamati in causa nel risanamento delle banche disastrate anche i correntisti con oltre 100mila euro di giacenza.In queste ore il Ministero del Tesoro è al lavoro per trovare la soluzione ottimale e il meccanismo di intervento ideale, ma il risultato dovrebbero essere alcuni decreti attuativi di raccordo con la normativa comunitaria, di cui sempre oggi è atteso il benestare al salvataggio. Per aggirare lo stop posto dall'Europa agli aiuti di Stato, tutto avverrà infatti attraverso il neonato «Fondo di risoluzione», cui partecipano i 155 istituti dell'universo Abi. L'onere complessivo sui bilanci 2015 dell'industria bancaria si attesterà quindi a 2-2,5 miliardi. Vista l'impossibilità di attendere i tempi di un incasso così frazionato, Intesa, Unicredit e Ubi inietterebbero però subito denaro nel fondo con un prestito ponte suddiviso in due tranche, una a breve termine (3 mesi) e una a medio-lungo. L'importo potrebbe toccare i 3 miliardi, così da assicurare oltre ai 2,5 miliardi di oneri anche una dose di liquidità.Così, già da domani, Banca Marche e gli altri tre istituti in difficoltà avranno al timone dei nuovi commissari nominati dall'Autorità di risoluzione. Il loro lavoro sarà quello di trovare degli acquirenti, smaltire i crediti deteriorati e restituire i soldi a Intesa, Unicredit e Ubi. Un percorso che, alla fine, andrà probabilmente a costare più dell'intervento del fondo interbancario di tutela dei depositi. Sempre in attesa che chi ha causato tutto questo, facendo passare inevitabili momenti di preoccupazione ai risparmiatori, sia chiamato a rispondere e, magari una volta tanto, anche a restituire in solido il frutto di anni di malagestione.
Tanto tuonò che… alla fine non piovve. E non pioverà. Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti sono definitivamente in salvo. La novità è arrivata ieri. Niente piano A, nessun piano B: alla fine si ricorrerà a una sorta di piano C. Nel giro di pochissimo tempo, il Consiglio dei ministri dovrebbe riunirsi in via straordinaria per costituire un fondo di salvataggio bancario, pronto a intervenire sui quattro istituti commissariati, allo studio del governo. Il nuovo istituto sarebbe finanziato direttamente dai gruppi bancari italiani in modo obbligatorio e proporzionale ai depositi e non dal governo, come prevede la nuova normativa europea nella fase iniziale. Viene dunque bypassato il fondo interbancario di tutela dei depositi, che era stato investito della questione e che era stato finanziato con una linea di credito da 1,5 miliardi dai sette principali istituti italiani (Intesa, Unicredit, Mps, Banco, Ubi, Bper e Bpm) per ricapitalizzare le quattro banche. Le risorse del nuovo fondo potrebbero essere prelevate modificando la destinazione dei finanziamenti. La mossa ha lo scopo di attivare il meccanismo di risoluzione delle crisi prima del primo gennaio quando entrerà in vigore la normativa sul bail-in che prevede anche il coinvolgimento diretto dei correntisti con depositi superiori a 100mila euro. Le quattro banche in crisi dovrebbero vedere ognuna lo spacchettamento dei crediti in sofferenza e, pertanto, essere salvate, nella parte in bonis, dagli altri gruppi bancari. Questa soluzione metterà così definitivamente la parola fine su una vicenda che ha tenuto banco per mesi e inevitabilmente preoccupato tanti correntisti interessati in prima persona.
Confartigianato Imprese Macerata, all’interno del più ampio programma di internazionalizzazione per le imprese associate, ha ospitato lo scorso 11 novembre una delegazione di imprenditori e opinion leader coreani accompagnati da funzionari della Camera di Commercio di Seoul. Obiettivo dell’iniziativa è stato quello di presentare l’artigianalità del distretto maceratese attraverso visite guidate in cui gli imprenditori locali hanno raccontato la storia delle loro aziende, descrivendone le varie fasi di lavorazione dei prodotti, dal disegno alla progettazione, alla produzione finale. Nel corso della giornata, la delegazione coreana ha potuto quindi visitare alcune delle aziende 100% Made in Italy del settore della Calzatura e Pelletteria, tra cui RedWood, Mario Bruni, Antonio Maurizi, Valentino Orlandi, Art Pelle, Trade House, osservando da vicino il fenomeno della piccola impresa che produce l’alta qualità italiana. Gli imprenditori coreani hanno molto apprezzato le strutture produttive delle imprese, la manualità, il design e in alcuni casi anche le moderne tecnologie applicate al processo produttivo, riconoscendo a tutte le aziende visitate l’alto valore del vero Made in Italy. “Capire il funzionamento del lavoro di altri paesi e favorire l’interazione tra i vari mercati è oggi molto importante" ha dichiarato il Presidente Provinciale di Confartigianato Imprese Macerata, Renzo Leonori. "La nostra Associazione è da sempre molto attenta a queste tematiche nella convinzione che investire sull’export, sia ormai fondamentale per portare all’estero le eccellenze del nostro territorio e costruire indispensabili rapporti commerciali”. “Confartigianato", afferma Palo Capponi, Responsabile dell’Ufficio Export di Confartigianato Macerata, "continua a sostenere e promuovere interessanti iniziative per affiancare le aziende nel processo di internazionalizzazione. A tal proposito, il prossimo appuntamento in programma è previsto per il 19 novembre all'Hotel Cosmopolitan di Civitanova, con il seminario gratuito “Innovare l’immagine di impresa per attrarre clienti”, a cura dell’esperto consulente di marketing e vendite Paolo Pugni. Inoltre, per il 2016 Confartigianato, in collaborazione con ICE-Agenzia, organizzerà importanti incoming per il settore Agroalimentare, Calzatura e Abbigliamento”.
Nell’ambito della Settimana Europea delle PMI, la Piccola Industria di Macerata ha celebrato il PMI DAY il 12 ed il 13 novembre. L’iniziativa nazionale, promossa dalla Piccola Industria ed arrivata alla sesta edizione, ha lo scopo di fare incontrare il mondo della scuola con quello dell’impresa. O, ancora meglio, di raccontare ai giovani il lavoro. Il 12 novembre 50 studenti dell’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato Corridoni di Corridonia accompagnati dai docenti hanno visitato la Valentino Orlandi Srl di Corridonia. Ieri invece è stata la volta dei ragazzi del Liceo Classico e Linguistico G.Leopardi di Macerata che, accompagnati da due docenti, si sono incontrati con la Enzo Reschini Srl di Macerata. Alla presenza dei Sindaci dei rispettivi comuni e del Presidente della Piccola Industria Macerata Gianluca Pesarini, gli studenti hanno seguito con attenzione il racconto di Valentino Orlandi e di Enzo Reschini che con generosità, oltre a guidarli nella visita aziendale, hanno parlato della storia dell’impresa dando vita ad un dibattito interessante che ha coinvolto tutti i presenti. Il PMI Day è un progetto in cui la Piccola Industria crede molto, è un modo di promuovere la cultura, intesa nel senso ampio del termine, nella convinzione che tutto ciò che è conoscenza aumenta il patrimonio personale del sapere e può aiutare, soprattutto se si è giovani, a fare scelte nella vita. Significativo anche il messaggio del Premier Renzi sulla Giornata del PMI Day che, tra le altre cose, ha scritto: "Le piccole e medie imprese non sono soltanto uno degli assi portanti della nostra economia, sono un luogo dove si crea innovazione e si tramanda conoscenza. Le nostre piccole e medie imprese non vanno a rimorchio di questi primi segni di ripresa, ma ne sono alla testa. Il governo crede in questo vostro incontro. Per due ragioni: perché occorre diffondere una cultura che valorizzi la vivacità del nostro sistema produttivo, la capacità delle nostre imprese di creare lavoro e sviluppo, e perchè imprese e scuole dovranno sempre più camminare insieme, favorendo una vera alternanza tra percorsi formativi negli istituti e percorsi di inserimento in azienda". La Piccola Industria di Confindustria Macerata ringrazia i Dirigenti degli Istituti Scolastici, gli insegnanti, gli alunni, i Sindaci ed in ultimo, non in ordine di importanza, Valentino Orlandi ed Enzo Reschini per l’ospitalità e la disponibilità con la quale hanno accolto l’iniziativa decretandone il successo.
Inaugurata a Piediripa una nuova filiale della Banca di Credito Cooperativo di Recanati e Colmurano diretta da Orietta Montironi. Al taglio del nastro erano presenti il presidente della provincia di Macerata Antonio Pettinari, il sindaco di Macerata Romano Carancini, il presidente della Bcc Alberto Niccoli e il vicepresidente Sandrino Bertini, il direttore generale Stefano Canella e il responsabile dei controlli Gerardo Rubino.
Un altro segnale interlocutorio sul fronte del salvataggio di Banca Marche proviene dall’Europa, mentre il Fondo Interbancario di tutela dei depositi dà il proprio ok all’operazione.Come riporta l’Ansa “la Commissione ‘continua ad essere in stretto contatto con le autorità italiane sui piani di intervento in Banca Marche, Carichieti, Carife, Etruria': lo ha detto un portavoce”. Ma nella nota si ribadisce la contrarietà di Bruxelles all’intervento del Fondo Interbancario che si configurerebbe come aiuto di Stato.“Secondo quanto si apprende – riferisce l’Ansa – la Commissione avrebbe gli stessi dubbi espressi nel caso dell’intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) in Banca Tercas. L’intervento del Fitd in favore di Banca Marche, Carichieti, Carife ed Etruria, potrebbe configurarsi come un aiuto di Stato perché il fondo va al di là della sua funzione, usando soldi che la Ue considera ‘pubblici’ perché è lo Stato ad aver obbligato le banche a versare contributi nel fondo”.Intanto il Fondo si dice favorevole al salvataggio. Operazione subordinata, però, al via libera della Bce.L’escamotage per portare a termine comunque il salvataggio sarebbe l’intervento diretto delle maggiori banche nazionali: ipotesi da tempo ventilata, data per prossima, ma ancora non concretizzata. E il Fidt resta alla finestra perché – come ricorda la nota – “se il fondo va al di là della sua funzione, cioè va a sostenere la banca in crisi, è probabile che si configuri un aiuto di Stato perché procura un vantaggio competitivo alla banca che ne beneficia”.
Ha avuto grande successo il Press Day dell’azienda Valentino Orlandi, azienda di Corridonia leader nella produzione di borse di lusso, che ha presentato a Milano alla stampa italiana ed estera la sua nuova collezione Primavera Estate 2016 in un prestigioso evento organizzato dall'agenzia MAP. I tanti giornalisti, stylist, fashion consultant e blogger intervenuti hanno molto apprezzato l’ampia scelta di modelli proposti e presentati all’interno dello showroom del brand, situato nell’esclusiva via Sant’Andrea, a Milano. Tante le testate presenti a quello che ormai è un appuntamento imperdibile per la stampa di settore a caccia delle ultime tendenze moda per la prossima stagione. Fra i tanti giornalisti e influencer anche Elena Barolo, importante fashion socialite grazie al suo blog Affashionate. La showgirl si è a lungo intrattenuta con Valentino Orlandi, fondatore del brand omonimo, ed ha scelto alcune delle sue più originali creazioni. I giornalisti delle più importanti testate di moda hanno riconosciuto lo stile inconfondibile delle borse presentate e la loro manifattura made in Italy, realizzata con i più pregiati pellami e le più raffinate lavorazioni artigianali. Le proposte Valentino Orlandi sono apprezzate in maniera unanime per la loro capacità di saper armoniosamente mixare la tradizione pellettiera italiana alle ultime tendenze moda, con proposte sempre attuali.Valentino Orlandi, storico brand nel settore delle borse, realizza inoltre un’ampia selezione di accessori: calzature, ombrelli e piccola pelletteria che completano la vasta gamma delle borse. Un valore aggiunto che anche i giornalisti del settore moda riconoscono come fondamentale nell’attuale fashion system. Fra le ultimissime novità presentate dal brand, sono stati particolarmente apprezzati dalla stampa gli zaini in stile golf e le shopping bag, realizzati in tessuto zanzariera. Anche la linea matelassè, declinata in tanti modelli diversi e in una vasta scelta di colori, dalle tinte pastello fino a quelle più accese, ha riscosso ampio successo fra redattrici e blogger. Vasto il consenso anche per le proposte in pelle metallizzata e lavorazione ad intreccio, con effetto optical. Le borse Valentino Orlandi sono perfette per impreziosire e rendere unico qualsiasi tipo di look, dal daily wear all’outfit pensato per una serata esclusiva. In occasione della presentazione della collezione Primavera Estate 2016, il brand Valentino Orlandi ha creato una selezionata linea di clutch in pelle: una capsule collection per rendere ancora più esclusivo l'evento. Valentino Orlandi, azienda pellettiera marchigiana, si conferma uno dei più prestigiosi brand di borse di lusso made in Italy. Oltre quarant’anni di tradizione e devozione alla moda e all’universo femminile, facendo dell’esclusività e della qualità l’essenza del brand e la sua mission.
Banca Marche, ancora nessuna certezza sul salvataggio. Ieri mattina, secondo un lancio Reuters, pareva risolto il principale ostacolo: il consiglio dei ministri avrebbe approvato “in via definitiva” due decreti legislativi chiave, quelli che in Italia recepiscono la direttiva Ue sui salvataggi bancari, la Brrd (Bank Recovery and Resolution Directive). La conferma sarebbe arrivata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti. Tuttavia, in serata, sempre l’agenzia stampa Reuters, ha chiarito l’assenza di ok definitivi.“Una nota emessa da palazzo Chigi – riporta Reuters – chiarisce che sui due decreti legislativi di attuazione della direttiva europea sul bail-in delle banche questa mattina (ieri, ndr) c’è stato da parte del governo un semplice esame ‘sulla base dei primi pareri resi dalle commissioni parlamentari’. Questa mattina (…) il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti aveva detto ‘sì, sono stati approvati in via definitiva”.Tuttavia è presto per poter affermare che gli istituti coinvolti (oltre a Banca Marche, ci sono Banca Carife, Banca Etruria e CariChieti) siano salvi. “Ai due decreti legislativi – prosegue Reuters – manca ancora il parere della commissione per le Politiche Ue della Camera e, sebbene palazzo Chigi non lo dica esplicitamente, è questo il motivo della mancata approvazione in via definitiva. Nel frattempo il governo ha recepito nei testi le osservazioni pervenute dalle altre commissioni parlamentari competenti”.Rimane così ancora sospeso l’intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi, chiamato in causa per mettere in piedi un’operazione che vale, complessivamente, circa 2 miliardi di euro.