Ercoli: “Su Banca Marche ho la coscienza a posto. Sono tranquillissimo”
Nega ogni coinvolgimento nella vicenda Banca Marche, in cui è indagato dalla Procura di Ancona insieme agli altri ex amministratori della banca, Germano Ercoli, imprenditore di Eurosuole e Golden Plast di Civitanova Marche.
Durante il discorso annuale di bilancio delle due aziende che dirige, Ercoli ha espresso profonda amarezza per la vicenda di Banca Marche di cui è stato membro del Cda dal 2009 al 2012, ma ci tiene a prenderne le distanze e a ricordare che la situazione attuale è il risultato del “fallimento di un sistema, quello delle fondazioni, in cui persone non competenti facevano i banchieri”.
“Ho accettato l’impegno nel Cda perché spinto da spirito di servizio, come amministratore indipendente ho agito secondo coscienza e i miei interventi nel Cda sono sempre stati orientati alla salvaguardia della Banca”.
La delusione per lui è doppia perché Ercoli è anche uno dei tanti che aveva messo soldi nella banca. “Ho investito denaro in buona fede - ha detto l’imprenditore - e capisco l’amarezza e il disagio di chi ha perso i suoi soldi, perché è successo anche a me.”
L’estraneità che Ercoli vuole sottolineare è totale: “Nel periodo in cui ero nel Cda, non ho mai chiesto un finanziamento alla banca, mai presentato un cliente e mai chiesto assunzioni di personale”.
Ci tiene a ricordarlo l’imprenditore civitanovese che si trova di fronte “al rischio di veder screditata la mia immagine e quella dei miei collaboratori” - spiega e si domanda - chi ha fatto tutto questo il nuovo o il vecchio Cda?”
L’imprenditore civitanovese ha le idee chiari su chi ha sbagliato nella vicenda Banca Marche e che oramai “a difendere gli istituti di vigilanza sono rimasti in due: uno a Macerata (un quotidiano on line, n.d.r.) e uno a Roma sul colle più alto (il Presidente della Repubblica, n.d.r.)”.
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