Un ultimo appuntamento di assoluto valore per la rassegna dell’Associazione Lo Specchio che sta riscuotendo molto successo.
Versus continua a stupire. Nonostante la giornata dal meteo inclemente, molto numerosa è stata la partecipazione all’incontro con Bruno Galluccio che, “viaggiando” tra poesia e fisica, ha incantato il pubblico. Il poeta-scienziato è stato protagonista del Terzo appuntamento di Versus, la rassegna poetica recanatese dell’associazione Lo Specchio patrocinata dall’Assessorato alla Cultura di Recanati, dove gli autori sono chiamati a confrontarsi con i grandi temi della vita. Galluccio nel suo intervento ha espresso molta emozione perché ogni incontro è un rinnovare l’atto creativo grazie al colloquio con persone sempre diverse e qui a Recanati in modo particolare “perché questo non è un posto come un altro”. Prima dell’incontro è piacevolmente tornato a Casa Leopardi come preparazione all’evento, con il quale ha avuto l’occasione di mettere insieme i due grossi interessi che hanno caratterizzato la sua vita: la Fisica e la Poesia. Non è mancata la partecipazione dell’assessore Rita Soccio che ha espresso interesse per la teoria di Cantore l’esistenza di almeno due ordini di infinità, ricordando che l’anno prossimo si svolgeranno i festeggiamenti dei 200 anni de L’infinito.
La rassegna deve però registrare una defezione, quella di Vivian Lamarque, bloccata da motivi di salute. Salta quindi l’appuntamento del 25 febbraio, ma gli organizzatori di Versus, hanno pensato per il pubblico recanatese a un appuntamento extra, un Versus plus: l’11 marzo infatti Elio Pecora sfiderà “Lo spessore dell’ombra” e ci sarà sempre il poeta Piergiorgio Viti a indossare i panni dell’ arbitro.
Dunque, Verus saluta Recanati con un ultimo appuntamento di assoluto interesse, che avrà luogo domenica 11 marzo alle ore 17, sempre presso il Circolo di Lettura e Conversazione.
Leggere la mattina permette di mettere in moto le attività cognitive. Ridere fa bene e, secondo alcuni studi scientifici, il momento migliore per approfittarne è la mattina.
Sono sicuramente questi i motivi per cui sabato 24 febbraio alle 11 di mattina si incroceranno due scrittori marchigiani di successo, Deborah Iannacci e Piero Massimo Macchini, alla libreria Mondadori di Corridonia (al Corridomnia Shopping Park) in un evento che si preannuncia imperdibile.
I loro due libri "Il Tripponario" e "La gente mormorano" sono subito diventati due casi letterari per l’ironia, la leggerezza e l’acume con cui vengono descritti due personaggi in cui ogni marchigiano si rispecchia, la Vergara ed il Provincialotto.
Deborah Iannacci, classe ’85, nasce a Sant’Elpidio a Mare, è 0 positivo e porta il 38 di scarpe. Da sempre attratta dal mondo della comunicazione, tanto che alle elementari redige un giornalino settimanale che disegna e scrive di suo pugno su fogli a quadretti e vende per 150 lire ai suoi compagni di classe, truffandoli.
Nel corso degli anni sceglie il percorso come grafica pubblicitaria, dapprima frequentando una scuola professionale e poi aprendo una attività in proprio che segue tuttora.
Però questo a Deborah non basta, a lei je piace a magnà. Così fonda la pagina Facebook TRIPPAdvisor dando vita a una community di 40.000 fans scatenati che al solo nominare ciauscolo e vincisgrassi fanno la ola.
Piero Massimo Macchini un talento naturale, un attore multitasking, un fenomeno senza eguali.
Spazia con disinvoltura dal teatro di strada al cinema, passando per il teatro comico alla tv e dal web alla radio.
Propone una media annua di 200 live e più di 150 video nei suoi canali social. Nel corso della sua carriera si è esibito in tutti i 5 continenti portando i suoi di Visual Comedy.
Fonda Lagrù, una associazione culturale fucina di artisti e fonda il progetto web, live e tv, Marche Tube.
È anche formatore e personal coach per enti statali e privati, firma regie per il teatro e non solo.
La sua ultima follia, il Marche Comedy Record, un progetto a sfondo sociale dove ha sostenuto uno show di 12 ore consecutive, ovvero parte di tutto il suo repertorio.
Mercoledì 7 marzo, alle ore 17, nella Sala Castiglioni della Biblioteca Mozzi-Borgetti di Macerata, il Centro Studi Storici Maceratesi presenterà il libro della prof.ssa Donatella Fioretti, dal titolo: "Dalle Marche all’Europa. Il Diario di Elisabetta Bruti Liberati in viaggio per Londra (1851)", pubblicato dalle Edizioni Università di Macerata 2017.
Interverranno, oltre all’Autrice, le professoresse Maria Ciotti e Augusta Palombarini e il prof. Alberto Meriggi che condurrà la manifestazione.
La prof.ssa Fioretti si è imbattuta casualmente nella Mozzi-Borgetti nel Diario di viaggio della gentildonna maceratese Elisabetta Ricci, moglie di Giambattista Bruti Liberati. Catturata dal fascino del manoscritto, di ben 523 colonne, e soprattutto dal lontano mondo europeo che evocava, lo ha trascritto per intero e gli ha dedicato un attento studio, volto soprattutto a scoprire la figura di Elisabetta, le sue origini, i suoi dati anagrafici, la sua figura di donna, tutti elementi che il Diario non rivelava. Con una esplorazione appassionante delle carte d’archivio Donatella Fioretti è riuscita a gettare sprazzi di luce su un personaggio molto interessante, protagonista di una vita all’epoca per molte donne assolutamente impossibile. Utili allo scopo sono state soprattutto due lettere che la Fioretti ha rinvenuto nell’Archivio privato della famiglia Compagnoni Marefoschi.
Merito dell’autrice avere riportato alla luce un diario di viaggio che descrive minuziosamente luoghi, cose, usanze che rimandavano ad un passato che ormai non c’è più. Elisabetta nel 1851 parte da Macerata per un lungo viaggio alla volta di Londra, con al fianco il marito e il cognato, ha solo fini di conoscenza e di svago e vuole scoprire un mondo nuovo radicalmente diverso dal suo. Il viaggio diventa un continuo confronto tra l’ambiente di Macerata e l’Europa che, comunque, rafforza in Elisabetta la propria identità come “italiana”.
Ali Babà e i 40 ladroni della compagnia Fratelli di Taglia di Riccione è il nuovo appuntamento della rassegna A teatro con mamma e papà, con la direzione artistica di Marco Renzi. Per questo spettacolo, in programma domenica 25 febbraio, alle 17, la compagine romagnola viene ospitata sul palco del Teatro Cecchetti per interpretare la storia liberamente tratta dal classico racconto della cultura persiana.
Due i personaggi principali, Pink e Lisa, che vivono nel cortile, luogo di giochi e trasformazioni fantastiche: Lisa diventerà Alì Babà e Pink il terribile Mustafà, capo dei ladroni. In un gioco magico, la struttura scenica si trasformerà ora in un bosco, ora in una città-casbah e poi nella caverna del tesoro.
Una storia sull’eterno dualismo piccolo contro grande, debole contro forte. Il piccolo debole la spunta contro il grande malvagio con la sua furbizia: Alì Babà, dopo aver ascoltato per caso le parole magiche che schiudono l’antro (Apriti Sesamo) si impossessa del tesoro dell’avido Mustafà, per farne dono poi a parenti e amici, poveri e bisognosi, in quanto la sua vera ricchezza sta nella generosità e nella gioia di dare.
A dare un tocco in più sono le suggestioni musicali e sonore da Mille e una notte e il linguaggio spesso in rima di Pink e Lisa, che creano una musicalità avvolgente per tutta la durata dello spettacolo.
La regia è di Daniele Dainelli, che è anche uno degli interpreti insieme a Patrizia Signorini, e Giovanni Ferma, con la collaborazione di Marina Signorini. Luci e fonica di Andrea Bracconi e Luca Baldacci, musiche di Gianluca Brolli, Gabriele Tommassini e Leonardo Militi, scenografie e oggetti di scena di Marina e Patrizia Signorini.
Il prezzo del biglietto è di 6 euro.
Domani, 21 febbraio, alle ore 21, presso il Teatro Don Bosco di Macerata, il Circolo del Villaggio ospiterà Antonio Polito, vicedirettore del «Corriere della Sera», per l’incontro pubblico dal titolo di “Famiglia e droga: educare e prevenire”.
Antonio Polito è autore di "Intervista sul Nuovo Secolo", conversazione con lo storico Eric Hobsbawm (Laterza, 1999), "Dopo la democrazia", con Ralf Dahrendorf (Laterza), "Oltre il socialismo" (Marsilio editore), "Contro i papà" (Rizzoli, 2012), "In fondo a destra" (Rizzoli, 2013)).
Lo scopo dell’iniziativa è approfondire i drammatici eventi di questi giorni, offrendo uno spazio di riflessione alle tante domande che questa vicenda ha suscitato nell’opinione pubblica, soprattutto rispetto alla diffusione della droga tra i giovani; ci si chiederà, in particolare, cosa si può fare per prevenire e combattere questo fenomeno, anche attraverso un’adeguata formazione e sostegno alle famiglie. L’ingresso è libero.
Il Circolo del Villaggio è un’associazione culturale che raccoglie diverse realtà che operano nel settore dei servizi sociali e sanitari, come la Coop Soc. PARS Onlus e A.Cu.Di.Pa. (Associazione per la Cura delle Dipendenze Patologiche), e che promuovono iniziative formative per i giovani, con corsi di musica e arte, come la Fondazione San Riccardo Pampuri e l’associazione Ut Re Mi onlus.
Piji, alias Pierluigi Siciliani, è il cantautore più premiato d’Italia da anni protagonista della scena electro swing italiana. Sabato 24 febbraio alle 21,15 sarà al Politeama di Tolentino insieme al suo quintetto con Electroswing Project, derivazione live del progetto discografico. Uno spettacolo in cui i suoni di oggi si mescolano a quelli di ieri in un irresistibile arrangiamento innovativo, dove si spazia tra riferimenti sonori del più avanguardistico electro-pop e splendidi linguaggi musicali d’antan. Che cos’è l’electro swing? Un genere recentissimo noto in paesi europei come Inghilterra, Francia e Nord Europa, ma ancora quasi sconosciuto in Italia. Inizialmente legato più che altro al mondo dei dj, entra estremamente di rado nel mondo della canzone e dei cantautori. Ma è proprio questo ciò che Piji e la sua band fanno da qualche tempo: vivere nel terreno della canzone d’autore italiana, del pop/jazz, ma vestire ogni brano di elettronica e di swing. Con l’Electrosing Project Piji celebra la clamorosa nuova era del jazz degli anni Trenta e Quaranta, in uno show carico di entusiasmo e di coinvolgimento, di stili e di balli, di canzoni e di musica sorprendente, con una band che unisce i suoni della chitarra manouche e del clarinetto solista a una ritmica di elettronica e basso particolarmente solida ed accattivante. Uno spettacolo pop che non è esattamente pop, jazz ma non esattamente jazz, cantautorale ma non in senso tradizionale, indie ma lontanissimo dal mondo indie come lo conosciamo, swing ma con i suoni moderni dell’elettronica, dance ma con un gusto decisamente retrò: in poche parole è la musica di Piji e della sua band, unica e assolutamente originale in un mondo musicale stracolmo di cose già sentite e viste.
Piji è stato 16 volte 1° classificato in rassegne dedicate ai cantautori Con il “Piji ElectroSwing Project” e i vari progetti paralleli (Piji et Bateaumanouche, Emmet Ray Manouche Orkestra, Swing Politik. I Electro Swing Rome, oltre alle partecipazioni stabili nei gruppi Swing Circus, gruppo multiartistico legato alla danza swing e Voci nel deserto, rave teatrale) ha suonato nelle principali rassegne e locali italiani (Umbria Jazz, Premio Tenco, Roma Jazz Festival, Blue Note Milano, Verona Jazz…) I suoi singoli Welcome to Italy e C’è chi dice no hanno conquistato la vetta della classifica jazz di iTunes. Nel videoclip di Amore ai tempi dello swing grandi ospiti come Fiorello, Renzo Arbore, Carlo Massarini, Dario Salvatori, Stefano Disegni, ecc. Piji è tra gli ospiti ricorrenti dell’Edicola Fiore di Fiorello, ha cantato con Renzo Arbore nel programma Quelli dello Swing (Rai2) e ha al suo attivo numerose collaborazioni in dischi, concerti e spettacoli teatrali, ultime delle quali quelle con Simona Molinari, Michela Andreozzi, Greta Panettieri, Tiziana Foschi, Max Paiella. I biglietti per il concerto sono disponibili al Botteghino del Politeama, aperto tutti i giorni (escluso sabato e domenica) dalle 17,30 alle 19,30 e da un’ora prima di ciascun spettacolo. Biglietti disponibili anche online all’indirizzo http://www.liveticket.it/politeamatolentino. Il costo del biglietto è di 15 euro+ prevendita.
È appena uscito il 2° videoclip del nuovo album di Francesco Frank Ricci, prodotto dall'etichetta discografica Cimbarecord di Alessandro Galassi. Dopo il 1° videoclip legato al tema della violenza sulle donne, è ora pubblico il nuovo lavoro: Ricci mette insieme musica e scienza, in collaborazione con l'astrofisico Francesco Tombesi, ricercatore della NASA.Il progetto è nato sulla rete: è un'importante scoperta di Tombesi sui buchi neri, mostrata attraverso le immagini originali dell'agenzia spaziale statunitense insieme alla musica di “Aderente”, brano contenuto nel nuovo album di Ricci. Il riassunto di questa ricerca di Tombesi, che si è guadagnata la copertina della rivista scientifica "Nature" nel 2015:"Combinando osservazioni satellitari nei raggi X e in infrarosso di una galassia attiva chiamata IRAS F11119+3257 abbiamo dimostrato che i venti sprigionati dai buchi neri supermassicci al centro delle galassie ne influenzano l’evoluzione andando a spazzare via il gas freddo da cui nascono le stelle."La poesia contenuta nel video:"Nel cuore di tutte le galassie si nasconde la porta d'ingresso di un abisso, un buco nero supermassiccio.La sua attrazione irresistibile fa muovere milioni di stelle e nubi come in un vortice tempestoso.Potenza creatrice e distruttrice, invisibile direttore d'orchestra.Un'inconsapevole presenza, ma che cresce ed evolve con la vita delle galassie, sin dagli albori dell'Universo." (Francesco Tombesi)Francesco Tombesi è un astrofisico italiano che ha lavorato per diversi anni negli Stati Uniti al Goddard Space Flight Center della Nasa e alla University of Maryland. Da quasi un anno è tornato in Italia, dove lavora all’università di Roma Tor Vergata. Francesco “Frank” Ricci è un musicista e compositore che vanta collaborazioni con le più grandi leggende del rock e del prog: membri dei Deep Purple, dei Genesis, degli Europe, e con musicisti di fama internazionale come Robben Ford, Stuart Hamm, Paul Gilbert, Alphonso Johnson, Tony Esposito.L'inizio di una vera e propria collaborazione...extragalattica.
Il primo week end di audizioni live con la grande musica d’autore di Musicultura si chiude con la splendida voce della palermitana Roberta Scacciaferro che dritta al cuore dei giurati e del folto pubblico del Teatro della Filarmonica di Macerata ha conquistato tutti aggiudicandosi sia il “Premio Antonello Ieffi Energie Rinnovabili” per la migliore esibizione che il “Premio Gradimento del Pubblico Val di Chienti”
La palermitana Roberta Scacciaferro inizia a studiare musica a vent’anni e ritrova le proprie radici nel canto siciliano. Accompagnata da una band formata da Giacinto Gianfala, Roberto Cataldi,Accursio Venezia, l’artista ha affascinato i presenti con le sue raffinate note.
Tra i brani proposti a Musicultura ha spiccato Figghiu un’intensa canzonecantata in dialetto sicilianocheparla del “sacrificio che ogni uomo è disposto a fare per il bene di ogni altro uomo”; s’ispira a Tre madri, dalla “La buona novella” di De Andrè. La seconda canzone è Promessa percorre gli attimi dell’attesa di un amore che non può arrivare, la vera storia di Maria la bella, un’antica leggenda siciliana su un amore impossibile, tra una bella nobildonna e un pescatore. Infine Vuci: un brano d’amore, che tiene in sé la consapevolezza dell’amore perduto e la sofferenza che ne deriva.
Primi marchigiani a salire sul palcoscenico del Festival 2018 La Chance su Marte di Ancona composta da Federico Olivieri, Francesco Flammia, Francesco Coen, Alessandro Bisogni, Alice Guazzarotti e Gianmarco Scortechini.
Inizialmente cover band dei Beatles, come The Liverpool, la band assume nel tempo una propria forma, fino a pubblicare nel 2016 il primo EP, sfoderando il nuovo nome, La chance su Marte. Un nome che invita a concedersi un’opportunità, una chance, appunto, anche nei momenti difficili, in cui ci sentiamo sbagliati, degli extraterrestri. In arrivo il loro primo album, che verrà pubblicato l’aprile prossimo. Oceano, il brano omonimo La chance su Marte e Come ci viene,sono i brani originali proposti, contraddistinti da un sound fresco e contemporaneo,un pop rock elettronico che unisce testi in italiano a basi musicali moderne ispirate a autori e band come Jack Garrat, Calcutta, Coldplay U2.
Sul palcoscenico di Musicultura anche Giulia Mei, il vero cognome è Catuogno, già finalista di Musicultura nel 2016 e nel 2017, e con il suo primo EP, “Pianopiano”.A Musicultura ha proposto tre brani che costituiscono un percorso dialettico, come lei stessa spiega. Il primo, Kundera, articolai conflitti e le insicurezze di una coscienzache portano finalmente alla certezza che “se non siamo noi a volerci salvare, nessuno lo farà per noi”. La coscienza si misura col mondo e con gli altri ne La 600 (tutta rotta), per ritornare in sé, salda nella propria Bellezza - proprio questo è il titolo dell’ultima tappa del viaggio che la Mei ci porta a fare, accanto a lei e al suo piano.
Ad entusiasmare il pubblico di Musicultura l’ Anonima Noirela band alternative rock perugina con un album all’attivo “Fino all’anima e ritorno” e il secondo in arrivo. Un rock affascinante fiammante ed energico che puntasull’importanza delle parole. Per l’ Anonima Noire, composta da Andrea Brizi, Mirco Brozzi, e Niccolò Neri,la musica è “una passione, un’ossessione, un’esigenza”, necessità che con la loro energia hanno trasmessomolto bene dal primo pezzo L’armadio, all’ultimo Supereroi, passandoper Amore mio.
Sul palco di Musicultura anche Michele Meloncelli, diTreviso con la sua voce rocagioca con le parole, è questo che apprezza e che ricerca nei cantautori, dice. “La musica è un patrimonio comune”.Patrimonio comune possono essere definite anche le canzoni che Meloncelli porta sul palco di Musicultura. Invisibile, Bel paese, e La musica è morta sono pezzi che, pur essendo molto personali, danno ampio spazio a un’interpretazione da parte di ognuno, a una condivisione.
L’appuntamento con le audizioni live di Musicultura è per il prossimo week end, che si aprirà venerdì 23 febbraio con la partecipazione di Mirkoeilcane già vincitore di Musicultura 2017 di ritorno dal successo del Festival di Sanremo.
Appuntamento a Civitanova venerdì 23 febbraio alle ore 21.15 presso la sala riunioni della parrocchia di San Gabriele per i giovani tesserati dell’Academy Civitanovese, i loro genitori e tutti coloro che vorranno intervenire per saperne di più su un interessantissimo tema.
A parlare infatti dell’alimentazione dei giovani atleti e di tutti gli aspetti nutrizionali e psicologici ad essa connessi saranno la dottoressa Eva Delmonte, psicologa psicoterapeuta, e la dottoressa Flavia Conocchioli, nutrizionista.
Entrambe le due professioniste arricchiscono il mondo rossoblù dei loro utilissimi ed interessanti spunti di riflessione, affinché i ragazzi dell’Academy crescano nel migliore dei modi, affrontando la pratica sportiva ed il proprio percorso di crescita , con un numero sempre maggiore di informazioni e riferimenti ai quali attingere.
“Il sindaco del Rione Sanità”, capolavoro di Eduardo De Filippo, per la regia di Mario Martone, sarà il sesto spettacolo della stagione di prosa 2017/2018, organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Macerata in collaborazione con l’Amat e il contributo della Regione Marche e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in scena al Teatro Lauro Rossi martedì 20 e mercoledì 21 febbraio alle ore 21.
Mario Martone per la prima volta dirige un testo del grande drammaturgo napoletano in un allestimento che associa realtà produttive diverse nella realizzazione di un progetto culturale dal forte senso politico e civile che va ad arricchire il già variegato programma della stagione di prosa maceratese.
Tra i produttori, il Teatro Stabile di Torino, a cui dal febbraio 2015 è stato riconosciuto dal MiBACT lo status di Teatro Nazionale anche grazie al percorso di crescita e di qualità dell’attività produttiva iniziato nel 2007 con l’insediamento di Mario Martone alla direzione artistica. La Elledieffe, la compagnia indipendente che porta il nome di Luca De Filippo, oggi diretta da Carolina Rosi, che oltre a rappresentare e proteggere l’immenso patrimonio culturale di una delle più antiche famiglie della tradizione teatrale italiana, continua una ricerca sul sociale e sul contemporaneo, nel rigoroso segno di Luca che dell'interesse per i ragazzi a rischio aveva fatto l'ultimo impegno della sua vita.
Il NEST – Napoli Est Teatro di San Giovanni a Teduccio, uno dei quartieri più popolari e difficili di Napoli, dove un gruppo di giovani, attori, registi, scenografi e drammaturghi hanno ristrutturato una palestra e creato uno spazio per le arti là dove negli anni Ottanta c'era un morto di camorra al giorno e dove la criminalità organizzata ha visto alternarsi al comando negli ultimi anni diversi boss tra i venti e i trent'anni. Questo è il quadro da considerare se, oltre gli esiti del palcoscenico, si vuole cogliere appieno la valenza del gesto che ha persuaso Carolina Rosi ad affidare “Il sindaco del Rione Sanità”, uno dei testi più cari allo stesso Eduardo, al regista Mario Martone e al giovane Francesco Di Leva (che nello spettacolo interpreta il ruolo del “sindaco” Antonio Barracano), attore apprezzato al cinema e in teatro, co-fondatore del NEST insieme a Adriano Pantaleo, Giuseppe Miale Di Mauro e Giuseppe Gaudino anche loro parte integrante di questo progetto.
Con Francesco Di Leva e Giovanni Ludeno, nel ruolo del dottor Fabio Della Ragione, in scena, un cast che, contravvenendo in parte alle stesse indicazioni di Eduardo, abbassa notevolmente l’asticella dell’età dei vari interpreti; infatti gli attori che compongono il gruppo storico del NEST, da Adriano Pantaleo a Giuseppe Gaudino e con loro ci sono Ivan Castiglione, Daniela Ioia, Gianni Spezzano, Viviana Cangiano, Salvatore Presutto, Lucienne Perreca, Mimmo Esposito, Morena Di Leva, Ralph P, Armando De Giulio, Daniele Baselice. Le scene sono di Carmine Guarino, i costumi di Giovanna Napolitano, le luci di Cesare Accetta, le musiche originali di Ralph P, il regista collaboratore è Giuseppe Miale Di Mauro.
“Il teatro è vivo quando s'interroga sulla realtà - riprendendo una dichiarazione del regista Mario Martone -se parla al proprio pubblico non solo osando sul piano formale ma anche agendo in una dimensione politica”. Questa modalità di lavoro per Mario Martone si concretizza adesso calando nella realtà dei giorni nostri Il sindaco del Rione Sanità. L'idea di affidare il ruolo del Sindaco a un uomo giovane e deciso, nel fisico e nel gesto - quanto il personaggio scritto da Eduardo era invece crepuscolare - pone nei fatti la figura del protagonista ancora al centro del sistema criminale che rappresenta, laddove la scrittura eduardiana ne faceva il simbolo di un sistema di valori e disvalori al tramonto, ed allo stesso tempo favorisce il tentativo di sottrarre il testo al rischio della semplice rappresentazione naturalistica incarnandolo in un mondo reale drammaticamente vivo. In premessa c’è la realtà di San Giovanni a Teduccio, del NEST e dei suoi giovani attori, molti dei quali vivono nel quotidiano la cronaca non edulcorata di una vera guerra di camorra che insanguina da anni questa periferia napoletana e dove la criminalità è retta da giovani boss neanche trentenni.
Il sindaco del Rione Sanità è una commedia in tre atti scritta ed interpretata da Eduardo De Filippo, inserita dall'autore nella raccolta “Cantata dei giorni dispari”. Il protagonista, Antonio Barracano (Francesco Di Leva), è “il sindaco” della Sanità. Qui amministra le vicende del rione, un “uomo d’onore” che distingue tra “gente per bene e gente carogna”. In una sorta di ribaltamento del sistema legalitario, Don Antonio si avvale da anni dell’aiuto di Fabio Della Ragione (Giovanni Ludeno), un medico che, con la sua opera, sostanzialmente impedisce di portare alla conoscenza della Legge i risultati delle sparatorie e dei regolamenti di conti che avvengono nel quartiere. Chi “tiene santi” va in Paradiso e chi non ne tiene va da Don Antonio, è così da sempre. Quando però gli si presenta disperato Rafiluccio Santaniello (Salvatore Presutto), il figlio del fornaio, risoluto ad ammazzare il padre Arturo, Don Antonio, cogliendo nel giovane la stessa determinazione che lo spinse all’omicidio in gioventù, si propone come mediatore avviandosi così all’incontro fatale con Arturo.
Mercoledì 21 febbraio, nell’ambito della stagione di prosa, alle 18 alla sala Castiglioni della Biblioteca comunale Mozzi Borgetti, prosegue il progetto di formazione del pubblico, che oltre all’approfondimento rivolto agli studenti con Scuola di platea, propone Gente di teatro la serie di interessanti incontri per tutti coloro che amano il teatro e vogliono superare quella che Garboli definiva la “gioia effimera di una sera” per approfondire la conoscenza dialogando con le stesse compagnie in scena al Lauro Rossi.
Una serata completamente dedicata alle donne. Per l'8 marzo Stefania Cittadini (nella foto) e il suo staff hanno pensato a una festa speciale, dove in una location da favola si incontreranno i sapori di una cena deliziosa con un menù appositamente studiato per l'occasione e una selezione musicale suonata dal vivo sempre con al centro la figura femminile.
L'appuntamento è al teatro de La Filarmonica in via Gramsci a Macerata. Per qualsiasi info si può chiamare il 3311801660.
Torna la rassegna "A teatro con mamma e papà", promossa da Compagnia della Rancia e Comune di Tolentino. Il 25 febbraio, al Teatro Don Bosco, è la volta del primo dei due spettacoli firmati dalla Compagnia Teatro Verde di Roma, che dal 1986 si dedica interamente al teatro ragazzi, con spettacoli originali che si avvalgono di una tecnica mista (attori, burattini, pupazzi, clownerie, giocolerie, ombre, proiezioni…) prediligendo la musica, i colori e la fantasia: "La bella addormentata".
La storia è nota. Una Strega, arrabbiata per non essere stata invitata alla festa per la nascita della figlia del re, lancia una maledizione: quando la ragazza compirà 18 anni si pungerà con un fuso e morirà. Grazie all’intervento di tre fate la terribile profezia viene mitigata: Aurora non morirà, ma dormirà per cento anni, finché un bacio di vero amore la risveglierà. Ma per giungere dalla bella addormentata occorre prima superare tre terribili prove: una foresta incantata, un terribile orco ed un re bugiardo. Gegè, il principe vanesio, lascerà che sia Zero, lo scudiero, ad affrontare tre terribili prove. Ma da solo è impossibile... Per fortuna che ci sono i bambini in sala ad aiutarlo!
La favola si svolge in un’atmosfera onirica, come se fosse il sogno di Aurora, in una scena che si ispira ai quadri di Rousseau. I bambini vengono coinvolti direttamente nelle incredibili, divertenti e pazze avventure di Zero.
Musica, canzoni, mistero e risate ci accompagnano e scandiscono i tempi di questa tenera e ironica favola.
Lo spettacolo ha vinto il premio “Silvia – Molfetta 2007”.
L'associazione musicale Appassionata lancia quattro concerti e due produzioni che rientrano nel progetto "Marche inVita. Lo spettacolo dal vivo per la rinascita dal sisma”. Realizzata in coproduzione con l'Associazione Arena Sferisterio e sostenuta dall'accordo fra MiBACT e Regione Marche, l'iniziativa è coordinata dal Consorzio Marche Spettacolo.
Dopo "Musica per le città ferite", con cui l'anno scorso Appassionata ha portato concerti di musica classica nei centri colpiti dai sismi del 2016, nei prossimi due mesi saranno offerti al pubblico sei spettacoli con ingresso gratuito: si comincia da Camerino mercoledì prossimo (21 febbraio), quindi Loro Piceno (10 marzo), San Ginesio (11 marzo), Gualdo (17 marzo), Sarnano (24 marzo) e Corridonia (8 aprile). Ciascuno degli eventi è patrocinato dal Comune che lo ospita.
L’iniziativa segue un duplice percorso. Uno è incentrato sulle Sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven, con l'obiettivo di valorizzare giovani interpreti che si stanno formando nelle Marche portandoli ad esibirsi in alcuni dei luoghi feriti dal terremoto ma che hanno ripreso la strada del rilancio e sono esempi di forza di volontà. L'altro è orientato a produzioni: una del tutto inedita sulla figura di Bob Dylan dal titolo "Anche il fantasma non era una persona soltanto", l'altra sulla figura di Italo Calvino, "Invisible Cities".
Si inizia mercoledì 21 febbraio a Camerino, uno dei luoghi simbolo dei sismi: appuntamento alle 11 al polo scolastico provinciale con Elena Baldoni che esegue la Sonata per pianoforte n.23 in fa minore, op.57 "Appassionata", e Lorenzo Felicioni che interpreta la Sonata n.27 in mi minore, op.90.
L'Ostello comunale di San Ginesio accoglierà la seconda data del progetto, domenica 11 marzo alle ore 17, quando si esibiranno Caterina Dionisi nella Sonata n.13 in mi bemolle maggiore, op.27 n.1 e Massimo Natali nella Sonata n.30 in mi maggiore, op.109.
A Gualdo l'appuntamento è per sabato 17 marzo alle 21, nella tensostruttura allestita proprio all'indomani del terremoto, con Saverio Beccacece e Melissa Galosi: Beccacece suona la Sonata n.13 in mi bemolle maggiore, op.27 n.1, Galosi la Sonata n.31 in la bemolle maggiore, op.110.
La serie di concerti si chiude a Corridonia, nel Centro Aggregazione Giovanile, domenica 8 aprile alle 17 si esibiscono al pianoforte Stefano Chiurchiù nella Sonata n.1 in fa minore, op.2 n.1, Riccardo Maria Ricci nella Sonata n.8 in do minore, op.13 "Patetica" e Laura Sarchiè nella Sonata n.17 in re minore, op.31 n.2 "La Tempesta".
Le due produzioni, invece, vanno in scena sabato 10 e sabato 24 marzo. Primo incontro alle ore 21 al Teatro comunale di Loro Piceno con una prima assoluta: "Anche il fantasma non era una persona soltanto", dialogo in forma teatrale su Robert Zimmerman. Bob Dylan: l'uomo, le canzoni, la vita", con Clara Galante e Luca Damiani, su testi di Luca Damiani, da una idea di Andrea Trettaccone.
Sabato 24 marzo alle ore 21 al Cineteatro di Sarnano va in scena lo spettacolo dal titolo "Invisible cities", musica visionaria ispirata alle Città invisibili di Italo Calvino. Protagonista è EME-Eloisa Manera Ensemble composto da Eloisa Manera (composizione, violino, voce), Gianluca Barbaro (flauti dolci, ewi), Piero Bittolo Bon (sax alto, baritono, clarinetto), Andrea Baronchelli (trombone), Pasquale Mirra (vibrafono), Danilo Gallo (basso, contrabbasso), Ferdinando Faraò (batteria), Roberto Zanisi (string guitars, cumbus, bouzouki, steel pan, doumbek, gunja cajon, cifteli, bowglamà).
Sold out alla sala della biblioteca Castiglioni di Macerata, per ricordare questa volta l'opera in versi di Remo Pagnanelli. Un pienone, davvero una sala affollata, con persone in piedi ai lati, al fondo della sala, e nel retro sala. Interessanti ed emozionanti le fotografie, che la sorella di Remo, Sabina, ha proiettato insieme alla lettura commovente, davvero commovente, fatta da Remo stesso e relativa ad alcuni frammenti, tra l'altro, dedicati ad amici. E di amici ce ne erano molti nella sala l’altra sera, volti che dopo 30 anni si riconoscevano in quelle foto, amici del liceo, amici dello sport, insomma una “animus” realizzato grazie anche alla perfetta lettura di Piero Piccioni e di Fulvia Zampa. Ha coordinato l'incontro Guido Garufi, sodale e amico intimo di Remo.
Tanti gli interventi: quello di Enrico Capodaglio ha perlustrato la poetica di Pagnanelli attraverso l'analisi di un testo, davvero folto di difficoltà interpretative. Eppure ne è risultata la figura di uno scriba capace di usare la lingua poetica decentrandola su fonti inedite, persino veterotestamentarie. Il doppio registro usato dall'autore mostra anche indirettamente quanto Pagnanelli avesse a cuore le fonti letterarie esterne al suo testo, ma soprattutto la sua capacità di coinvolgere il tutto in un unicum e di dare alla poesia stessa il senso dell'inno e del canto.
Guido Garufi si è poi soffermato su un testo apparentemente semplice e dal titolo allusivo. Quasi un consuntivo, ipotizzando che Remo avesse scelto fin dagli esordi la proposta per una poesia più vicina alla prosa e alla narrazione e quindi più inclusiva del mondo e della storia. Intrigante l'intervento dello psicologo e psichiatra Piero Feliciotti, tra l'altro amico di Remo, che ha voluto affrontare un tema piuttosto sensibile, quello della morte.
Feliciotti è riuscito a produrre una tesi certamente condivisibile: Remo, a suo dire, affronta la lingua della poesia dando a questa non una funzione unicamente estetica, ma soprattutto etica, Remo è un combattente che crede nella lingua della poesia, di una poesia che è così alta tanto da non diventare merce. La testimonianza di Umberto Piersanti si è basata quasi unicamente sul tema dell'io lirico che serpeggia e che ondeggia in tutte le raccolte, approfondendo in particolar modo il rapporto tra Remo e la natura. Filippo Davoli ha parlato della sua amicizia, della differenza di età tra i due, quasi 10 anni, ripercorrendo all'indietro i contatti, le interviste, le discussioni di quella metà degli anni 80. Alessandro Seri ha, infine, messo in luce come la nuova generazione poetica marchigiana abbia avuto in Remo un punto di riferimento ed in questo senso ha parlato di una distanza “fertile” tra le diverse generazioni - pur sottolineando la grande differenza tra i tempi in cui viviamo e quelli di Pagnanelli connotati da una ricca produzione letteraria - ed auspicando quasi leopardianamente il ritorno ad una amicizia e comunicazione più globale, transegenerazionale , più viva e reale, in cui si possibile “dialogare” tra poeti di differenti generazioni. Intense ed emozionanti le letture fatte da Piero Piccioni e Fulvia Zampa. Insomma non si era mai vista tanta gente, così attenta e così presa dalle parole e da quei versi che ancora ci sono dentro, da quelle simbologie “adriatiche e fluviali”, da quel mondo di divinità in incognito che hanno fatto di Remo Pagnanelli indubbiamente un autore di riferimento nel nostro secondo Novecento.
Parte con slancio la terza edizione della rassegna "Il gusto del teatro", a Caldarola, città che sta ripristinando una normalità sfuggita dopo le scosse del terremoto. Moltissime le persone presenti che hanno avuto l’occasione ghiotta di gustare l’aperitivo cena preparato dall’Amministrazione comunale insieme ai suoi produttori locali.
Il menù di sabato sera è stato: focaccia del Forno De Luca & Petetta, ricotta dell’azienda Di Pietrantonio Belforte col miele di Feliziani Marco; poi ceci di Maurizi Luigino con olio coroncina, zona Croce, di Persicorossi Franco e Silenzi Francesco; secondo di spezzatino con patate, azienda Fabbrizi Paolo di Vestignano e, per finire, cavallucci del biscottificio Annavini Giuliano. I vini forniti tutti da Rocchi Paris: bollicine rosé, bianco, rosso e vernaccia. Una organizzazione capillare garantita anche dai volontari della pro loco e dell’oratorio che ha consentito ai presenti di sapere cosa gustavano e di apprezzarne la qualità suprema, oltre alla cospicua quantità.
La commedia GRISÚ GIUSEPPE E MARIA di Gianni Clementi, per la regia di Quinto Romagnoli, presentata dalla compagnia La Fabbrica dei Sogni di Tolentino, è stata invece il piatto forte del lato artistico. Una bella storia, raccontata con precisione, garbo e lievemente venata dalla tristezza è stato lo sfondo sul quale Quinto Romagnoli, il parroco e Graziano Poggi, il sacrestano, hanno potuto dare sfoggio alla loro stupenda e puntuale interpretazione; le due parrocchiane Rosa (Gabriela Giammarini) e Filomena (Antonella Ruffini) insieme al farmacista (Claudio Sagretti) non sono state da meno, conferendo alla rappresentazione un ritmo ed una vivacità decisamente piacevoli ed apprezzati dai continui applausi del pubblico. Graziano Poggi, nel ruolo che più gli si addice, di caratterista, è stato il valore aggiunto della serata. Presenti anche molti attori di diverse compagnie amatoriali: un buon segnale teatrale.
La prossima rappresentazione è programmata per il sabato 10 marzo, con la medesima formula. Alle ore 20 aperitivo cena e alle 21.15 la commedia: UOMINI SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI 2 di Rosario Galli per la regia di Fabio Bernacconi, presentata dalla compagnia Papaveri & Papere di Fabriano (un gradito ritorno).
Moltissime le aziende che hanno aderito a questa rassegna: Oro della Terra, Cantine Belisario, Coroncina, Rocchi Paris, Biscottificio Annavini, Azienda agricola Maurizi Luigino, Biscottificio Carducci, Caseificio Di Pietrantonio, Azienda agricola Fabbrizi Paolo, Nuova Simonelli, Bernys, Forno De Luca & Petetta, Hotel Tesoro, azienda agricola Colleluce, Pizza in Piazza, Systematica. Hanno collaborato anche il Nuovo Oratorio Cristo Re e la Pro Loco.
L’ingresso unico è di 10 euro e comprende l’apericena. La biglietteria aprirà alle 19 di ogni giornata dello spettacolo: per accedere all’apericena occorre esibire il biglietto di ingresso.
Per info e prenotazioni: 335/7681738.
“Il Piersanti è una miniera, l’interesse straordinario espresso in questi due giorni di convegno non termina oggi ma deve continuare”. Con queste parole il direttore don Piero Allegrini ha chiuso oggi al Teatro Piermarini di Matelica il convegno di studi “Il Museo Piersanti e la sua collezione”, organizzato in collaborazione con la Fondazione Zeri e con il patrocinio del Comune per celebrare i 100 anni. Non un semplice contenitore, ha sottolineato don Allegrini, ma un centro di attività culturale vivo, uno spazio della comunità, che una volta tornato completamente fruibile conterà 50 stanze per 4mila metri di superficie. Tra le iniziative principali in programma, ha sottolineato il sindaco Alessandro Delpriori, la mostra che prenderà il via a giugno nell’ambito del progetto regionale Mostrare le Marche.
La seconda giornata di studi, moderata da Alessandro Marchi, funzionario del Polo museale dell’Emilia Romagna, è stata dedicata alla nascita e alla storia del museo, con relazioni dell’archeologa Emanuela Biocco, di Tommaso Casci Ceccacci, funzionario archeologo della Soprintendenza, di Fulvio Cervini dell’Università di Firenze, della storica dell’architettura Anna Rebecca Sartore dell’Università di Udine e degli storici dell’arte Angelo Antonelli e Sabina Biocco. Hanno portato inoltre la loro testimonianza Angela Allegrini, restauratrice del Museo, Roberto Stelluti, incisore e fotografo, e Maria Giannatiempo Lòpez, già funzionaria della Soprintendenza delle Marche. È stato inoltre sottolineato il prezioso lavoro svolto dai tanti, a cominciare da Protezione civile e mondo del volontariato, in particolare nei giorni drammatici del terremoto.
A 100 anni dalla nascita, il convegno ha segnato un nuovo importante capitolo della storia del Museo Piersanti. In due giorni di approfondimenti e confronti tra esperti di altissimo livello, l’evento ha messo ben in luce qualità e storia di una collezione straordinaria, che fa del Piersanti uno dei più importanti musei delle Marche. Custode della collezione di Venanzio Filippo Piersanti, cerimoniere papale a Roma nel Settecento, il museo è proprietà del Capitolo della Cattedrale e conserva 2000 esemplari tra dipinti, arazzi, sculture, suppellettili sacre, mobili, ceramiche. Dopo la chiusura per i danni causati dal sisma, il Museo ha riaperto nel luglio 2017 alcune sale al pian terreno, con una selezione delle opere più significative, e porta avanti una intensa attività. È visitabile fino a fine marzo l’esposizione dedicata a due opere simbolo della rinascita dopo il terremoto: il Miracolo di San Filippo Neri di Pier Leone Ghezzi e la Madonna col Bambino e San Giovannino di Sebastiano Conca. Per la primavera e l’estate sono in programma attività didattiche rivolte a tutti, spettacoli e concerti in collaborazione con le associazioni della città, e a giugno l’apertura della mostra “Milleduecento. Civiltà figurativa tra Marche e Umbria al tramonto del romanico”, nell’ambito del progetto Mostrare le Marche.
E' la Società delle Belle Arti - Circolo degli Artisti “Casa di Dante” di Firenze, una delle più prestigiose ed antiche realtà culturali fiorentine, ad ospitare per prima la mostra Memorie, Macerie e Immagini, del maestro messicano e docente della UNAM (Università Nazionale Autonoma del Messico), Oscar Ulises Verde Tapia.
L'esposizione, che è stata inaugurata sabato 10 febbraio e rimarrà aperta fino al 22 febbraio, vedrà in mostra 18 opere realizzate dall'artista nel 2014 e appartenenti a un importante progetto “Ricerca-Produzione-Creazione” del Programma di Master della Facoltà di Arti e Designer dell'UNAM.
Quasi in contemporanea con la mostra di Firenze, alla Pinacoteca Civica di Monte San Martino, splendida cittadina del Maceratese, venerdì 16 Febbraio alle 16,30, si è tenuto un evento che ha visto il maestro messicano donare al Comune di Monte San Martino, nella figura del sindaco, Valeriano Ghezzi, la serie di maggiore pregio di una tiratura di stampa limitata di 10 copie delle grafiche digitali del Progetto Memorie, Macerie e Immagini.
La donazione è finalizzata, nelle intenzioni di Verde Tapia, alla vendita di questi suoi lavori da parte della Pinacoteca per finanziare con il ricavato il restauro di opere d'arte o architettoniche danneggiate dal sisma del 2016. Alla cerimonia di consegna della preziosa serie di opere e all'inaugurazione della mostra, interverranno, insieme all'artista messicano (venuto dal suo Paese in occasione dei due eventi espositivi che lo riguardano), la curatrice Marilena Spataro, alcune autorità dell'Ambasciata del Messico, il presidente dell'Unione dei Monti Azzurri, Giampiero Feliciotti, il sindaco di Monte San Martino, Valeriano Ghezzi. Afferma al riguardo Verde Tapia: «Ritengo questo mio gesto di solidarietà come doveroso nei confronti della cittadina di Monte San Martino, specie da parte di chi, come me, conosce, per aver sperimentato sulla propria pelle, il terribile dramma del terremoto e delle sue nefaste conseguenze. Ringrazio di cuore le autorità di questo meraviglioso Borgo marchigiano, a partire dal suo sindaco, che hanno accolto entusiasticamente la mia proposta di donazione e che ospiteranno in mostra permanente le mie opere nella sede della loro Pinacoteca Civica fino al giorno in cui, come auspico, verranno vendute, dandomi la possibilità così di contribuire con questo mio gesto, seppure minimo, a favore della ricostruzione e restauro di realtà artistiche e architettoniche di Monte San Martino». In riferimento alla mostra di Firenze, l'accademico messicano commenta: «Volendo esporre i miei lavori in Italia, reputo non ci sia per questo una città di maggiore prestigio di Firenze, conosciuta nel mondo come capitale del Rinascimento. Per me è un onore essere riuscito a portare le mie opere qui ed esporle in una sede come il Circolo degli Artisti “Casa di Dante”, tanto prestigiosa e carica di straordinari rimandi culturali, artistico e letterari, se solo penso che proprio in questi luoghi dove sono in mostra i mie lavori, è nato e ha vissuto la sua giovinezza il sommo Dante Alighieri, non posso fare a meno di provare un'enorme emozione e una grande gioia».
Le 18 grafiche digitali di Memorie, Macerie e Immagini, realizzate in formato orizzontale su un supporto di cm 6 x 39 e immagine di cm 50 x 28, sono stampate in edizione a tiratura limitata su carta Guarro Super Alfa y Fabriano. La procedura per la realizzazione dell’immagine digitale è il risultato della manipolazione realizzata direttamente sull'archivio originale, attraverso diversi filtri e della inclusione di accenti visuali di colore rosso che determinano le aree compositive dello spazio aureo. Questi accenti visuali desiderano riaffermare la struttura compositiva dello spazio, così come evidenziare che viviamo una società emotivamente fatta di penombre e di equilibrio in rosso. Afferma in merito Ulises Verde Tapia: «Siamo in una situazione in cui l'arte nel suo rapporto con lo spettatore diventa soprattutto politica; un'arte che è in relazione con il suo ambiente, con la sua società, con il creatore. In questo senso, quando consideriamo la funzione sociale dell'arte, non ci aspettiamo altro che la commozione. Per me l'arte è catarsi, è morale, è sociale, è politica, in termini hegheliani, l'opera d'arte È. Ci dà accesso alla verità (realtà parallele) in modo espressivo e trasparente, ci dà un resoconto del mondo in cui viviamo, quel mondo che costruiamo e distruggiamo giorno dopo giorno. L'angoscia di cui parla Schopenhauer - fare un ponte tra la filosofia orientale e quella occidentale - nata dal continuo desiderio di volere di più, di avere di più, di soddisfare quel vuoto, non sarà mai messa in attesa, poiché non c'è integrità nell'essere umano. Considerando la ricerca teorica su diversi aspetti per la produzione del lavoro di grafica digitale, propongo di effettuare la ricerca di immagini che parlino principalmente di questioni quotidiane della realtà delle diverse società. Prendo come base immagini che fanno riferimento a situazioni di disastro, nonché a situazioni rappresentative del capitalismo e con approcci all'identità».
Memorie, Macerie e Immaginiè una mostra patrocinata dalla Società delle Belle Arti - Circolo degli Artisti “Casa di Dante” di Firenze, dal Comune di Monte San Martino (Macerata), dall'Unione Montana dei Monti Azzurri, da UNAM (Università Nazionale Autonoma del Messico).
Catalogo a cura di Oscar Ulises Verde Tapia, introduzione critica di Miren Piña Vázquez, traduzione di Luz María González Rodríguez.
La Sezione di Macerata del Club Alpino Italiano, venerdì 23 febbraio alle ore 21.15 al Teatro Don Bosco di Macerata invita soci e cittadini alla proiezione del film "Senza possibilità di errore". Si tratta del film documentario sull’attività del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, presentato in prima assoluta la scorsa primavera al 65° TRENTO FILM FESTIVAL.
Il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico (CNSAS), istituito dal Club Alpino Italiano nel 1954, è un servizio di pubblica utilità, le cui finalità sono definite dalla legge: il soccorso degli infortunati, dei pericolanti ed il recupero dei caduti nel territorio montano, nell’ambiente ipogeo e nelle zone impervie del territorio nazionale, contribuire alla prevenzione e alla vigilanza degli infortuni nell’esercizio delle attività connesse in queste zone, concorrere al soccorso in caso di calamità, in cooperazione con le strutture della Protezione Civile, nell’ambito delle proprie competenze tecniche e istituzionali. Contribuisce inoltre alla prevenzione e vigilanza delle attività riguardanti gli sport di montagna e alle attività speleologiche in queste stesse zone. Essendo anche una struttura nazionale operativa del servizio nazionale della protezione civile presta attività al di fuori dell’ambiente montano in caso di calamità naturale.
Il Servizio Marchigiano del CNSAS, presieduto dall’Avv. Paola Riccio, è assicurato da una delegazione speleologica e dalle cinque stazioni della delegazione alpina, di cui una a Macerata. Il filmato, della durata di 60 minuti, invita alla conoscenza delle attività svolte dal CNSAS: lo scrittore Marco Albino Ferrari (direttore di Meridiani Montagne e autore di numerosi libri di montagna) nella sala d’attesa del Pronto Soccorso, si ritrova ad essere spettatore di un dramma, guidandoci alla scoperta dell’attività e dell’organizzazione del CNSAS, attraverso la viva voce dei protagonisti e fedeli ricostruzioni di interventi al limite del possibile. La centrale operativa dove vengono smistate le chiamate e organizzati i primi soccorsi, le unità cinofile, le unità speleologiche e speleosub, i soccorsi in parete e in ghiacciaio sono solo alcuni dei capitoli che compongono quest’opera. Il finale sul quale scorrono i titoli di coda è un omaggio alle vittime di Rigopiano con immagini inedite realizzate durante le drammatiche ricerche.
Il film è dedicato a tutti gli uomini del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico che hanno perso la vita durante un intervento. Si ringrazia per aver reso possibile la proiezione del film a Macerata: Trento Film Festival, Giuma produzioni, il regista Mario Barberi, Claudia Katia Monaldi del gruppo Vita di paese, gli amici della stazione del CNSAS di Macerata, il Comune di Macerata che ha concesso il patrocinio all’evento.
Caravaggio – L’Anima e il Sangue inaugura la stagione della Grande Arte al cinema. Nella sala Cecchetti di Civitanova Marche, da domani 19 a mercoledì 21 febbraio, viene proiettato il documentario che porta lo spettatore nel visionario mondo di Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, un mondo di cui la nostra storia non può più farne a meno.
Chi non ha mai visto lo Scudo con testa di Medusa? È una delle sue opere più note, conservata nella Galleria degli Uffizi a Firenze: una testa mozzata, piena di serpenti in movimento, con una espressione ancora viva di terrore e dolore. Nessun lavoro meglio di questo rappresenta il pittore cinquecentesco.
La vita e le pene del maestro sono raccontate per la prima volta in maniera dettagliata, grazie ai documenti che il team ha scovato negli Archivi storici italiani. Caravaggio – L’Anima e il Sangue è il viaggio attraverso i luoghi in cui il geniale artista ha vissuto e quelli che ancora oggi custodiscono alcune tra le sue opere più note: Milano, Firenze, Roma, Napoli e Malta.
La narrazione, in prima persona, è affidata al cantante degli Afterhours, Manuel Agnelli. Il film ha ottenuto il riconoscimento del MIBACT – Direzione Generale Cinema. Orario: 18.30-21.00.
Ingresso ridotto per tutti a 8 euro.
Grande successo e partecipazione sabato sera a Macerata per il Capodanno Cinese, organizzato per il quinto anno consecutivo dall'Università di Macerata e dall'Istituto Confucio con il patrocinio del Comune di Macerata per la direzione artistica di Aldo Caldarelli.
Cortei, spettacoli, stand gastronomici e culturali, danze e musiche hanno fatto da sfondo al passaggio dall'anno del Gallo a quello del Cane.
Foto di Giammario Scodanibbio