Il primo week end di audizioni live con la grande musica d’autore di Musicultura si chiude con la splendida voce della palermitana Roberta Scacciaferro che dritta al cuore dei giurati e del folto pubblico del Teatro della Filarmonica di Macerata ha conquistato tutti aggiudicandosi sia il “Premio Antonello Ieffi Energie Rinnovabili” per la migliore esibizione che il “Premio Gradimento del Pubblico Val di Chienti”
La palermitana Roberta Scacciaferro inizia a studiare musica a vent’anni e ritrova le proprie radici nel canto siciliano. Accompagnata da una band formata da Giacinto Gianfala, Roberto Cataldi,Accursio Venezia, l’artista ha affascinato i presenti con le sue raffinate note.
Tra i brani proposti a Musicultura ha spiccato Figghiu un’intensa canzonecantata in dialetto sicilianocheparla del “sacrificio che ogni uomo è disposto a fare per il bene di ogni altro uomo”; s’ispira a Tre madri, dalla “La buona novella” di De Andrè. La seconda canzone è Promessa percorre gli attimi dell’attesa di un amore che non può arrivare, la vera storia di Maria la bella, un’antica leggenda siciliana su un amore impossibile, tra una bella nobildonna e un pescatore. Infine Vuci: un brano d’amore, che tiene in sé la consapevolezza dell’amore perduto e la sofferenza che ne deriva.
Primi marchigiani a salire sul palcoscenico del Festival 2018 La Chance su Marte di Ancona composta da Federico Olivieri, Francesco Flammia, Francesco Coen, Alessandro Bisogni, Alice Guazzarotti e Gianmarco Scortechini.
Inizialmente cover band dei Beatles, come The Liverpool, la band assume nel tempo una propria forma, fino a pubblicare nel 2016 il primo EP, sfoderando il nuovo nome, La chance su Marte. Un nome che invita a concedersi un’opportunità, una chance, appunto, anche nei momenti difficili, in cui ci sentiamo sbagliati, degli extraterrestri. In arrivo il loro primo album, che verrà pubblicato l’aprile prossimo. Oceano, il brano omonimo La chance su Marte e Come ci viene,sono i brani originali proposti, contraddistinti da un sound fresco e contemporaneo,un pop rock elettronico che unisce testi in italiano a basi musicali moderne ispirate a autori e band come Jack Garrat, Calcutta, Coldplay U2.
Sul palcoscenico di Musicultura anche Giulia Mei, il vero cognome è Catuogno, già finalista di Musicultura nel 2016 e nel 2017, e con il suo primo EP, “Pianopiano”.A Musicultura ha proposto tre brani che costituiscono un percorso dialettico, come lei stessa spiega. Il primo, Kundera, articolai conflitti e le insicurezze di una coscienzache portano finalmente alla certezza che “se non siamo noi a volerci salvare, nessuno lo farà per noi”. La coscienza si misura col mondo e con gli altri ne La 600 (tutta rotta), per ritornare in sé, salda nella propria Bellezza - proprio questo è il titolo dell’ultima tappa del viaggio che la Mei ci porta a fare, accanto a lei e al suo piano.
Ad entusiasmare il pubblico di Musicultura l’ Anonima Noirela band alternative rock perugina con un album all’attivo “Fino all’anima e ritorno” e il secondo in arrivo. Un rock affascinante fiammante ed energico che puntasull’importanza delle parole. Per l’ Anonima Noire, composta da Andrea Brizi, Mirco Brozzi, e Niccolò Neri,la musica è “una passione, un’ossessione, un’esigenza”, necessità che con la loro energia hanno trasmessomolto bene dal primo pezzo L’armadio, all’ultimo Supereroi, passandoper Amore mio.
Sul palco di Musicultura anche Michele Meloncelli, diTreviso con la sua voce rocagioca con le parole, è questo che apprezza e che ricerca nei cantautori, dice. “La musica è un patrimonio comune”.Patrimonio comune possono essere definite anche le canzoni che Meloncelli porta sul palco di Musicultura. Invisibile, Bel paese, e La musica è morta sono pezzi che, pur essendo molto personali, danno ampio spazio a un’interpretazione da parte di ognuno, a una condivisione.
L’appuntamento con le audizioni live di Musicultura è per il prossimo week end, che si aprirà venerdì 23 febbraio con la partecipazione di Mirkoeilcane già vincitore di Musicultura 2017 di ritorno dal successo del Festival di Sanremo.
Appuntamento a Civitanova venerdì 23 febbraio alle ore 21.15 presso la sala riunioni della parrocchia di San Gabriele per i giovani tesserati dell’Academy Civitanovese, i loro genitori e tutti coloro che vorranno intervenire per saperne di più su un interessantissimo tema.
A parlare infatti dell’alimentazione dei giovani atleti e di tutti gli aspetti nutrizionali e psicologici ad essa connessi saranno la dottoressa Eva Delmonte, psicologa psicoterapeuta, e la dottoressa Flavia Conocchioli, nutrizionista.
Entrambe le due professioniste arricchiscono il mondo rossoblù dei loro utilissimi ed interessanti spunti di riflessione, affinché i ragazzi dell’Academy crescano nel migliore dei modi, affrontando la pratica sportiva ed il proprio percorso di crescita , con un numero sempre maggiore di informazioni e riferimenti ai quali attingere.
“Il sindaco del Rione Sanità”, capolavoro di Eduardo De Filippo, per la regia di Mario Martone, sarà il sesto spettacolo della stagione di prosa 2017/2018, organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Macerata in collaborazione con l’Amat e il contributo della Regione Marche e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in scena al Teatro Lauro Rossi martedì 20 e mercoledì 21 febbraio alle ore 21.
Mario Martone per la prima volta dirige un testo del grande drammaturgo napoletano in un allestimento che associa realtà produttive diverse nella realizzazione di un progetto culturale dal forte senso politico e civile che va ad arricchire il già variegato programma della stagione di prosa maceratese.
Tra i produttori, il Teatro Stabile di Torino, a cui dal febbraio 2015 è stato riconosciuto dal MiBACT lo status di Teatro Nazionale anche grazie al percorso di crescita e di qualità dell’attività produttiva iniziato nel 2007 con l’insediamento di Mario Martone alla direzione artistica. La Elledieffe, la compagnia indipendente che porta il nome di Luca De Filippo, oggi diretta da Carolina Rosi, che oltre a rappresentare e proteggere l’immenso patrimonio culturale di una delle più antiche famiglie della tradizione teatrale italiana, continua una ricerca sul sociale e sul contemporaneo, nel rigoroso segno di Luca che dell'interesse per i ragazzi a rischio aveva fatto l'ultimo impegno della sua vita.
Il NEST – Napoli Est Teatro di San Giovanni a Teduccio, uno dei quartieri più popolari e difficili di Napoli, dove un gruppo di giovani, attori, registi, scenografi e drammaturghi hanno ristrutturato una palestra e creato uno spazio per le arti là dove negli anni Ottanta c'era un morto di camorra al giorno e dove la criminalità organizzata ha visto alternarsi al comando negli ultimi anni diversi boss tra i venti e i trent'anni. Questo è il quadro da considerare se, oltre gli esiti del palcoscenico, si vuole cogliere appieno la valenza del gesto che ha persuaso Carolina Rosi ad affidare “Il sindaco del Rione Sanità”, uno dei testi più cari allo stesso Eduardo, al regista Mario Martone e al giovane Francesco Di Leva (che nello spettacolo interpreta il ruolo del “sindaco” Antonio Barracano), attore apprezzato al cinema e in teatro, co-fondatore del NEST insieme a Adriano Pantaleo, Giuseppe Miale Di Mauro e Giuseppe Gaudino anche loro parte integrante di questo progetto.
Con Francesco Di Leva e Giovanni Ludeno, nel ruolo del dottor Fabio Della Ragione, in scena, un cast che, contravvenendo in parte alle stesse indicazioni di Eduardo, abbassa notevolmente l’asticella dell’età dei vari interpreti; infatti gli attori che compongono il gruppo storico del NEST, da Adriano Pantaleo a Giuseppe Gaudino e con loro ci sono Ivan Castiglione, Daniela Ioia, Gianni Spezzano, Viviana Cangiano, Salvatore Presutto, Lucienne Perreca, Mimmo Esposito, Morena Di Leva, Ralph P, Armando De Giulio, Daniele Baselice. Le scene sono di Carmine Guarino, i costumi di Giovanna Napolitano, le luci di Cesare Accetta, le musiche originali di Ralph P, il regista collaboratore è Giuseppe Miale Di Mauro.
“Il teatro è vivo quando s'interroga sulla realtà - riprendendo una dichiarazione del regista Mario Martone -se parla al proprio pubblico non solo osando sul piano formale ma anche agendo in una dimensione politica”. Questa modalità di lavoro per Mario Martone si concretizza adesso calando nella realtà dei giorni nostri Il sindaco del Rione Sanità. L'idea di affidare il ruolo del Sindaco a un uomo giovane e deciso, nel fisico e nel gesto - quanto il personaggio scritto da Eduardo era invece crepuscolare - pone nei fatti la figura del protagonista ancora al centro del sistema criminale che rappresenta, laddove la scrittura eduardiana ne faceva il simbolo di un sistema di valori e disvalori al tramonto, ed allo stesso tempo favorisce il tentativo di sottrarre il testo al rischio della semplice rappresentazione naturalistica incarnandolo in un mondo reale drammaticamente vivo. In premessa c’è la realtà di San Giovanni a Teduccio, del NEST e dei suoi giovani attori, molti dei quali vivono nel quotidiano la cronaca non edulcorata di una vera guerra di camorra che insanguina da anni questa periferia napoletana e dove la criminalità è retta da giovani boss neanche trentenni.
Il sindaco del Rione Sanità è una commedia in tre atti scritta ed interpretata da Eduardo De Filippo, inserita dall'autore nella raccolta “Cantata dei giorni dispari”. Il protagonista, Antonio Barracano (Francesco Di Leva), è “il sindaco” della Sanità. Qui amministra le vicende del rione, un “uomo d’onore” che distingue tra “gente per bene e gente carogna”. In una sorta di ribaltamento del sistema legalitario, Don Antonio si avvale da anni dell’aiuto di Fabio Della Ragione (Giovanni Ludeno), un medico che, con la sua opera, sostanzialmente impedisce di portare alla conoscenza della Legge i risultati delle sparatorie e dei regolamenti di conti che avvengono nel quartiere. Chi “tiene santi” va in Paradiso e chi non ne tiene va da Don Antonio, è così da sempre. Quando però gli si presenta disperato Rafiluccio Santaniello (Salvatore Presutto), il figlio del fornaio, risoluto ad ammazzare il padre Arturo, Don Antonio, cogliendo nel giovane la stessa determinazione che lo spinse all’omicidio in gioventù, si propone come mediatore avviandosi così all’incontro fatale con Arturo.
Mercoledì 21 febbraio, nell’ambito della stagione di prosa, alle 18 alla sala Castiglioni della Biblioteca comunale Mozzi Borgetti, prosegue il progetto di formazione del pubblico, che oltre all’approfondimento rivolto agli studenti con Scuola di platea, propone Gente di teatro la serie di interessanti incontri per tutti coloro che amano il teatro e vogliono superare quella che Garboli definiva la “gioia effimera di una sera” per approfondire la conoscenza dialogando con le stesse compagnie in scena al Lauro Rossi.
Una serata completamente dedicata alle donne. Per l'8 marzo Stefania Cittadini (nella foto) e il suo staff hanno pensato a una festa speciale, dove in una location da favola si incontreranno i sapori di una cena deliziosa con un menù appositamente studiato per l'occasione e una selezione musicale suonata dal vivo sempre con al centro la figura femminile.
L'appuntamento è al teatro de La Filarmonica in via Gramsci a Macerata. Per qualsiasi info si può chiamare il 3311801660.
Torna la rassegna "A teatro con mamma e papà", promossa da Compagnia della Rancia e Comune di Tolentino. Il 25 febbraio, al Teatro Don Bosco, è la volta del primo dei due spettacoli firmati dalla Compagnia Teatro Verde di Roma, che dal 1986 si dedica interamente al teatro ragazzi, con spettacoli originali che si avvalgono di una tecnica mista (attori, burattini, pupazzi, clownerie, giocolerie, ombre, proiezioni…) prediligendo la musica, i colori e la fantasia: "La bella addormentata".
La storia è nota. Una Strega, arrabbiata per non essere stata invitata alla festa per la nascita della figlia del re, lancia una maledizione: quando la ragazza compirà 18 anni si pungerà con un fuso e morirà. Grazie all’intervento di tre fate la terribile profezia viene mitigata: Aurora non morirà, ma dormirà per cento anni, finché un bacio di vero amore la risveglierà. Ma per giungere dalla bella addormentata occorre prima superare tre terribili prove: una foresta incantata, un terribile orco ed un re bugiardo. Gegè, il principe vanesio, lascerà che sia Zero, lo scudiero, ad affrontare tre terribili prove. Ma da solo è impossibile... Per fortuna che ci sono i bambini in sala ad aiutarlo!
La favola si svolge in un’atmosfera onirica, come se fosse il sogno di Aurora, in una scena che si ispira ai quadri di Rousseau. I bambini vengono coinvolti direttamente nelle incredibili, divertenti e pazze avventure di Zero.
Musica, canzoni, mistero e risate ci accompagnano e scandiscono i tempi di questa tenera e ironica favola.
Lo spettacolo ha vinto il premio “Silvia – Molfetta 2007”.
L'associazione musicale Appassionata lancia quattro concerti e due produzioni che rientrano nel progetto "Marche inVita. Lo spettacolo dal vivo per la rinascita dal sisma”. Realizzata in coproduzione con l'Associazione Arena Sferisterio e sostenuta dall'accordo fra MiBACT e Regione Marche, l'iniziativa è coordinata dal Consorzio Marche Spettacolo.
Dopo "Musica per le città ferite", con cui l'anno scorso Appassionata ha portato concerti di musica classica nei centri colpiti dai sismi del 2016, nei prossimi due mesi saranno offerti al pubblico sei spettacoli con ingresso gratuito: si comincia da Camerino mercoledì prossimo (21 febbraio), quindi Loro Piceno (10 marzo), San Ginesio (11 marzo), Gualdo (17 marzo), Sarnano (24 marzo) e Corridonia (8 aprile). Ciascuno degli eventi è patrocinato dal Comune che lo ospita.
L’iniziativa segue un duplice percorso. Uno è incentrato sulle Sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven, con l'obiettivo di valorizzare giovani interpreti che si stanno formando nelle Marche portandoli ad esibirsi in alcuni dei luoghi feriti dal terremoto ma che hanno ripreso la strada del rilancio e sono esempi di forza di volontà. L'altro è orientato a produzioni: una del tutto inedita sulla figura di Bob Dylan dal titolo "Anche il fantasma non era una persona soltanto", l'altra sulla figura di Italo Calvino, "Invisible Cities".
Si inizia mercoledì 21 febbraio a Camerino, uno dei luoghi simbolo dei sismi: appuntamento alle 11 al polo scolastico provinciale con Elena Baldoni che esegue la Sonata per pianoforte n.23 in fa minore, op.57 "Appassionata", e Lorenzo Felicioni che interpreta la Sonata n.27 in mi minore, op.90.
L'Ostello comunale di San Ginesio accoglierà la seconda data del progetto, domenica 11 marzo alle ore 17, quando si esibiranno Caterina Dionisi nella Sonata n.13 in mi bemolle maggiore, op.27 n.1 e Massimo Natali nella Sonata n.30 in mi maggiore, op.109.
A Gualdo l'appuntamento è per sabato 17 marzo alle 21, nella tensostruttura allestita proprio all'indomani del terremoto, con Saverio Beccacece e Melissa Galosi: Beccacece suona la Sonata n.13 in mi bemolle maggiore, op.27 n.1, Galosi la Sonata n.31 in la bemolle maggiore, op.110.
La serie di concerti si chiude a Corridonia, nel Centro Aggregazione Giovanile, domenica 8 aprile alle 17 si esibiscono al pianoforte Stefano Chiurchiù nella Sonata n.1 in fa minore, op.2 n.1, Riccardo Maria Ricci nella Sonata n.8 in do minore, op.13 "Patetica" e Laura Sarchiè nella Sonata n.17 in re minore, op.31 n.2 "La Tempesta".
Le due produzioni, invece, vanno in scena sabato 10 e sabato 24 marzo. Primo incontro alle ore 21 al Teatro comunale di Loro Piceno con una prima assoluta: "Anche il fantasma non era una persona soltanto", dialogo in forma teatrale su Robert Zimmerman. Bob Dylan: l'uomo, le canzoni, la vita", con Clara Galante e Luca Damiani, su testi di Luca Damiani, da una idea di Andrea Trettaccone.
Sabato 24 marzo alle ore 21 al Cineteatro di Sarnano va in scena lo spettacolo dal titolo "Invisible cities", musica visionaria ispirata alle Città invisibili di Italo Calvino. Protagonista è EME-Eloisa Manera Ensemble composto da Eloisa Manera (composizione, violino, voce), Gianluca Barbaro (flauti dolci, ewi), Piero Bittolo Bon (sax alto, baritono, clarinetto), Andrea Baronchelli (trombone), Pasquale Mirra (vibrafono), Danilo Gallo (basso, contrabbasso), Ferdinando Faraò (batteria), Roberto Zanisi (string guitars, cumbus, bouzouki, steel pan, doumbek, gunja cajon, cifteli, bowglamà).
Sold out alla sala della biblioteca Castiglioni di Macerata, per ricordare questa volta l'opera in versi di Remo Pagnanelli. Un pienone, davvero una sala affollata, con persone in piedi ai lati, al fondo della sala, e nel retro sala. Interessanti ed emozionanti le fotografie, che la sorella di Remo, Sabina, ha proiettato insieme alla lettura commovente, davvero commovente, fatta da Remo stesso e relativa ad alcuni frammenti, tra l'altro, dedicati ad amici. E di amici ce ne erano molti nella sala l’altra sera, volti che dopo 30 anni si riconoscevano in quelle foto, amici del liceo, amici dello sport, insomma una “animus” realizzato grazie anche alla perfetta lettura di Piero Piccioni e di Fulvia Zampa. Ha coordinato l'incontro Guido Garufi, sodale e amico intimo di Remo.
Tanti gli interventi: quello di Enrico Capodaglio ha perlustrato la poetica di Pagnanelli attraverso l'analisi di un testo, davvero folto di difficoltà interpretative. Eppure ne è risultata la figura di uno scriba capace di usare la lingua poetica decentrandola su fonti inedite, persino veterotestamentarie. Il doppio registro usato dall'autore mostra anche indirettamente quanto Pagnanelli avesse a cuore le fonti letterarie esterne al suo testo, ma soprattutto la sua capacità di coinvolgere il tutto in un unicum e di dare alla poesia stessa il senso dell'inno e del canto.
Guido Garufi si è poi soffermato su un testo apparentemente semplice e dal titolo allusivo. Quasi un consuntivo, ipotizzando che Remo avesse scelto fin dagli esordi la proposta per una poesia più vicina alla prosa e alla narrazione e quindi più inclusiva del mondo e della storia. Intrigante l'intervento dello psicologo e psichiatra Piero Feliciotti, tra l'altro amico di Remo, che ha voluto affrontare un tema piuttosto sensibile, quello della morte.
Feliciotti è riuscito a produrre una tesi certamente condivisibile: Remo, a suo dire, affronta la lingua della poesia dando a questa non una funzione unicamente estetica, ma soprattutto etica, Remo è un combattente che crede nella lingua della poesia, di una poesia che è così alta tanto da non diventare merce. La testimonianza di Umberto Piersanti si è basata quasi unicamente sul tema dell'io lirico che serpeggia e che ondeggia in tutte le raccolte, approfondendo in particolar modo il rapporto tra Remo e la natura. Filippo Davoli ha parlato della sua amicizia, della differenza di età tra i due, quasi 10 anni, ripercorrendo all'indietro i contatti, le interviste, le discussioni di quella metà degli anni 80. Alessandro Seri ha, infine, messo in luce come la nuova generazione poetica marchigiana abbia avuto in Remo un punto di riferimento ed in questo senso ha parlato di una distanza “fertile” tra le diverse generazioni - pur sottolineando la grande differenza tra i tempi in cui viviamo e quelli di Pagnanelli connotati da una ricca produzione letteraria - ed auspicando quasi leopardianamente il ritorno ad una amicizia e comunicazione più globale, transegenerazionale , più viva e reale, in cui si possibile “dialogare” tra poeti di differenti generazioni. Intense ed emozionanti le letture fatte da Piero Piccioni e Fulvia Zampa. Insomma non si era mai vista tanta gente, così attenta e così presa dalle parole e da quei versi che ancora ci sono dentro, da quelle simbologie “adriatiche e fluviali”, da quel mondo di divinità in incognito che hanno fatto di Remo Pagnanelli indubbiamente un autore di riferimento nel nostro secondo Novecento.
Parte con slancio la terza edizione della rassegna "Il gusto del teatro", a Caldarola, città che sta ripristinando una normalità sfuggita dopo le scosse del terremoto. Moltissime le persone presenti che hanno avuto l’occasione ghiotta di gustare l’aperitivo cena preparato dall’Amministrazione comunale insieme ai suoi produttori locali.
Il menù di sabato sera è stato: focaccia del Forno De Luca & Petetta, ricotta dell’azienda Di Pietrantonio Belforte col miele di Feliziani Marco; poi ceci di Maurizi Luigino con olio coroncina, zona Croce, di Persicorossi Franco e Silenzi Francesco; secondo di spezzatino con patate, azienda Fabbrizi Paolo di Vestignano e, per finire, cavallucci del biscottificio Annavini Giuliano. I vini forniti tutti da Rocchi Paris: bollicine rosé, bianco, rosso e vernaccia. Una organizzazione capillare garantita anche dai volontari della pro loco e dell’oratorio che ha consentito ai presenti di sapere cosa gustavano e di apprezzarne la qualità suprema, oltre alla cospicua quantità.
La commedia GRISÚ GIUSEPPE E MARIA di Gianni Clementi, per la regia di Quinto Romagnoli, presentata dalla compagnia La Fabbrica dei Sogni di Tolentino, è stata invece il piatto forte del lato artistico. Una bella storia, raccontata con precisione, garbo e lievemente venata dalla tristezza è stato lo sfondo sul quale Quinto Romagnoli, il parroco e Graziano Poggi, il sacrestano, hanno potuto dare sfoggio alla loro stupenda e puntuale interpretazione; le due parrocchiane Rosa (Gabriela Giammarini) e Filomena (Antonella Ruffini) insieme al farmacista (Claudio Sagretti) non sono state da meno, conferendo alla rappresentazione un ritmo ed una vivacità decisamente piacevoli ed apprezzati dai continui applausi del pubblico. Graziano Poggi, nel ruolo che più gli si addice, di caratterista, è stato il valore aggiunto della serata. Presenti anche molti attori di diverse compagnie amatoriali: un buon segnale teatrale.
La prossima rappresentazione è programmata per il sabato 10 marzo, con la medesima formula. Alle ore 20 aperitivo cena e alle 21.15 la commedia: UOMINI SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI 2 di Rosario Galli per la regia di Fabio Bernacconi, presentata dalla compagnia Papaveri & Papere di Fabriano (un gradito ritorno).
Moltissime le aziende che hanno aderito a questa rassegna: Oro della Terra, Cantine Belisario, Coroncina, Rocchi Paris, Biscottificio Annavini, Azienda agricola Maurizi Luigino, Biscottificio Carducci, Caseificio Di Pietrantonio, Azienda agricola Fabbrizi Paolo, Nuova Simonelli, Bernys, Forno De Luca & Petetta, Hotel Tesoro, azienda agricola Colleluce, Pizza in Piazza, Systematica. Hanno collaborato anche il Nuovo Oratorio Cristo Re e la Pro Loco.
L’ingresso unico è di 10 euro e comprende l’apericena. La biglietteria aprirà alle 19 di ogni giornata dello spettacolo: per accedere all’apericena occorre esibire il biglietto di ingresso.
Per info e prenotazioni: 335/7681738.
“Il Piersanti è una miniera, l’interesse straordinario espresso in questi due giorni di convegno non termina oggi ma deve continuare”. Con queste parole il direttore don Piero Allegrini ha chiuso oggi al Teatro Piermarini di Matelica il convegno di studi “Il Museo Piersanti e la sua collezione”, organizzato in collaborazione con la Fondazione Zeri e con il patrocinio del Comune per celebrare i 100 anni. Non un semplice contenitore, ha sottolineato don Allegrini, ma un centro di attività culturale vivo, uno spazio della comunità, che una volta tornato completamente fruibile conterà 50 stanze per 4mila metri di superficie. Tra le iniziative principali in programma, ha sottolineato il sindaco Alessandro Delpriori, la mostra che prenderà il via a giugno nell’ambito del progetto regionale Mostrare le Marche.
La seconda giornata di studi, moderata da Alessandro Marchi, funzionario del Polo museale dell’Emilia Romagna, è stata dedicata alla nascita e alla storia del museo, con relazioni dell’archeologa Emanuela Biocco, di Tommaso Casci Ceccacci, funzionario archeologo della Soprintendenza, di Fulvio Cervini dell’Università di Firenze, della storica dell’architettura Anna Rebecca Sartore dell’Università di Udine e degli storici dell’arte Angelo Antonelli e Sabina Biocco. Hanno portato inoltre la loro testimonianza Angela Allegrini, restauratrice del Museo, Roberto Stelluti, incisore e fotografo, e Maria Giannatiempo Lòpez, già funzionaria della Soprintendenza delle Marche. È stato inoltre sottolineato il prezioso lavoro svolto dai tanti, a cominciare da Protezione civile e mondo del volontariato, in particolare nei giorni drammatici del terremoto.
A 100 anni dalla nascita, il convegno ha segnato un nuovo importante capitolo della storia del Museo Piersanti. In due giorni di approfondimenti e confronti tra esperti di altissimo livello, l’evento ha messo ben in luce qualità e storia di una collezione straordinaria, che fa del Piersanti uno dei più importanti musei delle Marche. Custode della collezione di Venanzio Filippo Piersanti, cerimoniere papale a Roma nel Settecento, il museo è proprietà del Capitolo della Cattedrale e conserva 2000 esemplari tra dipinti, arazzi, sculture, suppellettili sacre, mobili, ceramiche. Dopo la chiusura per i danni causati dal sisma, il Museo ha riaperto nel luglio 2017 alcune sale al pian terreno, con una selezione delle opere più significative, e porta avanti una intensa attività. È visitabile fino a fine marzo l’esposizione dedicata a due opere simbolo della rinascita dopo il terremoto: il Miracolo di San Filippo Neri di Pier Leone Ghezzi e la Madonna col Bambino e San Giovannino di Sebastiano Conca. Per la primavera e l’estate sono in programma attività didattiche rivolte a tutti, spettacoli e concerti in collaborazione con le associazioni della città, e a giugno l’apertura della mostra “Milleduecento. Civiltà figurativa tra Marche e Umbria al tramonto del romanico”, nell’ambito del progetto Mostrare le Marche.
E' la Società delle Belle Arti - Circolo degli Artisti “Casa di Dante” di Firenze, una delle più prestigiose ed antiche realtà culturali fiorentine, ad ospitare per prima la mostra Memorie, Macerie e Immagini, del maestro messicano e docente della UNAM (Università Nazionale Autonoma del Messico), Oscar Ulises Verde Tapia.
L'esposizione, che è stata inaugurata sabato 10 febbraio e rimarrà aperta fino al 22 febbraio, vedrà in mostra 18 opere realizzate dall'artista nel 2014 e appartenenti a un importante progetto “Ricerca-Produzione-Creazione” del Programma di Master della Facoltà di Arti e Designer dell'UNAM.
Quasi in contemporanea con la mostra di Firenze, alla Pinacoteca Civica di Monte San Martino, splendida cittadina del Maceratese, venerdì 16 Febbraio alle 16,30, si è tenuto un evento che ha visto il maestro messicano donare al Comune di Monte San Martino, nella figura del sindaco, Valeriano Ghezzi, la serie di maggiore pregio di una tiratura di stampa limitata di 10 copie delle grafiche digitali del Progetto Memorie, Macerie e Immagini.
La donazione è finalizzata, nelle intenzioni di Verde Tapia, alla vendita di questi suoi lavori da parte della Pinacoteca per finanziare con il ricavato il restauro di opere d'arte o architettoniche danneggiate dal sisma del 2016. Alla cerimonia di consegna della preziosa serie di opere e all'inaugurazione della mostra, interverranno, insieme all'artista messicano (venuto dal suo Paese in occasione dei due eventi espositivi che lo riguardano), la curatrice Marilena Spataro, alcune autorità dell'Ambasciata del Messico, il presidente dell'Unione dei Monti Azzurri, Giampiero Feliciotti, il sindaco di Monte San Martino, Valeriano Ghezzi. Afferma al riguardo Verde Tapia: «Ritengo questo mio gesto di solidarietà come doveroso nei confronti della cittadina di Monte San Martino, specie da parte di chi, come me, conosce, per aver sperimentato sulla propria pelle, il terribile dramma del terremoto e delle sue nefaste conseguenze. Ringrazio di cuore le autorità di questo meraviglioso Borgo marchigiano, a partire dal suo sindaco, che hanno accolto entusiasticamente la mia proposta di donazione e che ospiteranno in mostra permanente le mie opere nella sede della loro Pinacoteca Civica fino al giorno in cui, come auspico, verranno vendute, dandomi la possibilità così di contribuire con questo mio gesto, seppure minimo, a favore della ricostruzione e restauro di realtà artistiche e architettoniche di Monte San Martino». In riferimento alla mostra di Firenze, l'accademico messicano commenta: «Volendo esporre i miei lavori in Italia, reputo non ci sia per questo una città di maggiore prestigio di Firenze, conosciuta nel mondo come capitale del Rinascimento. Per me è un onore essere riuscito a portare le mie opere qui ed esporle in una sede come il Circolo degli Artisti “Casa di Dante”, tanto prestigiosa e carica di straordinari rimandi culturali, artistico e letterari, se solo penso che proprio in questi luoghi dove sono in mostra i mie lavori, è nato e ha vissuto la sua giovinezza il sommo Dante Alighieri, non posso fare a meno di provare un'enorme emozione e una grande gioia».
Le 18 grafiche digitali di Memorie, Macerie e Immagini, realizzate in formato orizzontale su un supporto di cm 6 x 39 e immagine di cm 50 x 28, sono stampate in edizione a tiratura limitata su carta Guarro Super Alfa y Fabriano. La procedura per la realizzazione dell’immagine digitale è il risultato della manipolazione realizzata direttamente sull'archivio originale, attraverso diversi filtri e della inclusione di accenti visuali di colore rosso che determinano le aree compositive dello spazio aureo. Questi accenti visuali desiderano riaffermare la struttura compositiva dello spazio, così come evidenziare che viviamo una società emotivamente fatta di penombre e di equilibrio in rosso. Afferma in merito Ulises Verde Tapia: «Siamo in una situazione in cui l'arte nel suo rapporto con lo spettatore diventa soprattutto politica; un'arte che è in relazione con il suo ambiente, con la sua società, con il creatore. In questo senso, quando consideriamo la funzione sociale dell'arte, non ci aspettiamo altro che la commozione. Per me l'arte è catarsi, è morale, è sociale, è politica, in termini hegheliani, l'opera d'arte È. Ci dà accesso alla verità (realtà parallele) in modo espressivo e trasparente, ci dà un resoconto del mondo in cui viviamo, quel mondo che costruiamo e distruggiamo giorno dopo giorno. L'angoscia di cui parla Schopenhauer - fare un ponte tra la filosofia orientale e quella occidentale - nata dal continuo desiderio di volere di più, di avere di più, di soddisfare quel vuoto, non sarà mai messa in attesa, poiché non c'è integrità nell'essere umano. Considerando la ricerca teorica su diversi aspetti per la produzione del lavoro di grafica digitale, propongo di effettuare la ricerca di immagini che parlino principalmente di questioni quotidiane della realtà delle diverse società. Prendo come base immagini che fanno riferimento a situazioni di disastro, nonché a situazioni rappresentative del capitalismo e con approcci all'identità».
Memorie, Macerie e Immaginiè una mostra patrocinata dalla Società delle Belle Arti - Circolo degli Artisti “Casa di Dante” di Firenze, dal Comune di Monte San Martino (Macerata), dall'Unione Montana dei Monti Azzurri, da UNAM (Università Nazionale Autonoma del Messico).
Catalogo a cura di Oscar Ulises Verde Tapia, introduzione critica di Miren Piña Vázquez, traduzione di Luz María González Rodríguez.
La Sezione di Macerata del Club Alpino Italiano, venerdì 23 febbraio alle ore 21.15 al Teatro Don Bosco di Macerata invita soci e cittadini alla proiezione del film "Senza possibilità di errore". Si tratta del film documentario sull’attività del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, presentato in prima assoluta la scorsa primavera al 65° TRENTO FILM FESTIVAL.
Il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico (CNSAS), istituito dal Club Alpino Italiano nel 1954, è un servizio di pubblica utilità, le cui finalità sono definite dalla legge: il soccorso degli infortunati, dei pericolanti ed il recupero dei caduti nel territorio montano, nell’ambiente ipogeo e nelle zone impervie del territorio nazionale, contribuire alla prevenzione e alla vigilanza degli infortuni nell’esercizio delle attività connesse in queste zone, concorrere al soccorso in caso di calamità, in cooperazione con le strutture della Protezione Civile, nell’ambito delle proprie competenze tecniche e istituzionali. Contribuisce inoltre alla prevenzione e vigilanza delle attività riguardanti gli sport di montagna e alle attività speleologiche in queste stesse zone. Essendo anche una struttura nazionale operativa del servizio nazionale della protezione civile presta attività al di fuori dell’ambiente montano in caso di calamità naturale.
Il Servizio Marchigiano del CNSAS, presieduto dall’Avv. Paola Riccio, è assicurato da una delegazione speleologica e dalle cinque stazioni della delegazione alpina, di cui una a Macerata. Il filmato, della durata di 60 minuti, invita alla conoscenza delle attività svolte dal CNSAS: lo scrittore Marco Albino Ferrari (direttore di Meridiani Montagne e autore di numerosi libri di montagna) nella sala d’attesa del Pronto Soccorso, si ritrova ad essere spettatore di un dramma, guidandoci alla scoperta dell’attività e dell’organizzazione del CNSAS, attraverso la viva voce dei protagonisti e fedeli ricostruzioni di interventi al limite del possibile. La centrale operativa dove vengono smistate le chiamate e organizzati i primi soccorsi, le unità cinofile, le unità speleologiche e speleosub, i soccorsi in parete e in ghiacciaio sono solo alcuni dei capitoli che compongono quest’opera. Il finale sul quale scorrono i titoli di coda è un omaggio alle vittime di Rigopiano con immagini inedite realizzate durante le drammatiche ricerche.
Il film è dedicato a tutti gli uomini del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico che hanno perso la vita durante un intervento. Si ringrazia per aver reso possibile la proiezione del film a Macerata: Trento Film Festival, Giuma produzioni, il regista Mario Barberi, Claudia Katia Monaldi del gruppo Vita di paese, gli amici della stazione del CNSAS di Macerata, il Comune di Macerata che ha concesso il patrocinio all’evento.
Caravaggio – L’Anima e il Sangue inaugura la stagione della Grande Arte al cinema. Nella sala Cecchetti di Civitanova Marche, da domani 19 a mercoledì 21 febbraio, viene proiettato il documentario che porta lo spettatore nel visionario mondo di Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, un mondo di cui la nostra storia non può più farne a meno.
Chi non ha mai visto lo Scudo con testa di Medusa? È una delle sue opere più note, conservata nella Galleria degli Uffizi a Firenze: una testa mozzata, piena di serpenti in movimento, con una espressione ancora viva di terrore e dolore. Nessun lavoro meglio di questo rappresenta il pittore cinquecentesco.
La vita e le pene del maestro sono raccontate per la prima volta in maniera dettagliata, grazie ai documenti che il team ha scovato negli Archivi storici italiani. Caravaggio – L’Anima e il Sangue è il viaggio attraverso i luoghi in cui il geniale artista ha vissuto e quelli che ancora oggi custodiscono alcune tra le sue opere più note: Milano, Firenze, Roma, Napoli e Malta.
La narrazione, in prima persona, è affidata al cantante degli Afterhours, Manuel Agnelli. Il film ha ottenuto il riconoscimento del MIBACT – Direzione Generale Cinema. Orario: 18.30-21.00.
Ingresso ridotto per tutti a 8 euro.
Grande successo e partecipazione sabato sera a Macerata per il Capodanno Cinese, organizzato per il quinto anno consecutivo dall'Università di Macerata e dall'Istituto Confucio con il patrocinio del Comune di Macerata per la direzione artistica di Aldo Caldarelli.
Cortei, spettacoli, stand gastronomici e culturali, danze e musiche hanno fatto da sfondo al passaggio dall'anno del Gallo a quello del Cane.
Foto di Giammario Scodanibbio
Con l’accento sul grande valore della collezione, che fa del Piersanti di Matelica uno dei musei più importanti delle Marche, e il richiamo al lavoro di squadra perché gli spazi tornino presto completamente fruibili, si è tenuta oggi al Teatro Piermarini la prima giornata del convegno per i 100 anni del museo. L’evento, organizzato in collaborazione con la Fondazione Zeri e con il patrocinio del Comune di Matelica, si è aperto con i saluti istituzionali che hanno guardato al passato del museo, proprietà del Capitolo della Cattedrale di Santa Maria, e al suo futuro. Il vescovo della Diocesi di Fabriano-Matelica, mons. Stefano Russo, ha auspicato lavoro di squadra, perché questo patrimonio sia valorizzato in modo sempre più efficace e perché “si riesca sempre di più a mettere insieme energie e competenze per riaprire tutto il Museo”. Il vescovo ha anche spiegato l’iter burocratico che vede attualmente una situazione di attesa su come proseguiranno gli interventi previsti dalla ricostruzione.
Il sindaco di Matelica, Alessandro Delpriori, ha messo l’accento sul ruolo che il museo ha assunto dalla parziale riapertura del luglio 2017 come “luogo di rinascita”. Un aspetto su cui ha insistito anche il direttore, don Piero Allegrini, che ha descritto il museo come “luogo di vita”, pieno di laboratori, eventi, iniziative; una storia lunga 42 anni, quella di don Allegrini al Piersanti, di cui il direttore ha ricordato gli inizi, con pochi mezzi per valorizzare un patrimonio inestimabile, il lavoro dei tanti che hanno portato il Museo ad essere fruibile e attrattivo, e poi le difficoltà del terremoto e la ripartenza. Sul palco anche il rettore dell’Università di Camerino Claudio Pettinari, che ha sottolineato l’impegno in materia di beni culturali, su cui l’ateneo può mettere in campo competenze scientifiche e non solo.
Al Piermarini si sono poi avvicendati i relatori che hanno accompagnato la platea in un viaggio affascinante attraverso i capolavori del Museo, che conserva ancora al suo interno l’intero patrimonio (circa 2000 pezzi), anche se attualmente sono visitabili 5 sale riaperte al pianterreno che espongono circa 100 pezzi. I lavori della mattinata sono stati moderati da Andrea Bacchi, direttore della Fondazione Zeri di Bologna. Andrea De Marchi, professore ordinario di Storia dell’arte all’Università di Firenze e grande conoscitore del patrimonio regionale (è stato curatore della mostra del 2002 sul Quattrocento a Camerino e della mostra su Gentile da Fabriano del 2006) ha dedicato la sua relazione alla Madonna di Costantinopoli e i Sette Santi di Giovanni e Gentile Bellini; la storica dell’arte Giulia Spina ha approfondito l’arte di Lorenzo d’Alessandro, mentre Delpriori, nelle vesti di storico dell’arte, ha raccontato le vicende storiche e i dettagli estetici di un’opera fino ad oggi poco studiata, la Crocifissione di Giuseppe Bastiani.
La sessione pomeridiana, moderata da Liliana Barroero dell’Università degli Studi Roma Tre, è stata dedicata a Seicento e Settecento, con interventi di Silvia Blasio dell’Università di Perugia; Anna Maria Ambrosini Massari, docente all’Università di Urbino; Gabriele Barucca, già funzionario della Soprintendenza delle Marche; Giuseppe Massari, giornalista e storico. Gerardo De Simone (Accademia delle Belle Arti di Carrara) e Emanuele Pellegrini (IMT Alti Studi Lucca) hanno presentato il numero speciale della rivista “Predella” dedicata al patrimonio dell’Italia centrale dopo il sisma del 2016, i cui proventi saranno destinati al restauro del trittico della chiesa di Nocria di Castelsantangelo sul Nera.
Domani il convegno proseguirà con la seconda giornata di studi.
Ginevra Di Marco madrina del primo week end di audizioni live ha incantato il numeroso pubblico del Teatro della Filarmonica di Macerata nella sua serata di apertura delle audizioni live della 29 edizione di Musicultura. Una delle voci femminili italiane più belle e amate, accompagnata al pianoforte da Francesco Magnelli e alla chitarra da Andrea Salvadori, ha regalato alcuni brani del suo nuovo album “La rubia canta la negra” un omaggio a Mercedes Sosa una delle più grandi cantanti del sudamerica. Tra i brani eseguiti anche Gracias a la vida, Montesole e Todo cambia che ha trascinato il pubblico in una suggestiva corale, chiudendo l’esibizione tra l’entusiasmo dei presenti con Malarazza.
La prima grande serata live di una intensa kermesse musicale di dodici appuntamenti su quattro week end che si concluderanno il prossimo 11 marzo e vedranno sfilare sul bollente palcoscenico maceratese i 60 artisti selezionati dalla giuria del Festival sugli oltre 800 iscritti all’ edizione 2018, dopo un ascolto di oltre 3000 canzoni. “ L’appuntamento con le audizioni live rappresenta uno dei momenti più appassionanti del Festival perché ci racconta il panorama creativo attuale del nostro Paese, con generi completamente diversi eseguiti dagli artisti con grande maestria” ha detto il Direttore Artistico Piero Cesanelli in apertura della serata.
“Musicultura mai come in questo momento svolge un ruolo non solo spettacolare e di attrazione principale della nostra comunità - ha dichiarato il Sindaco di Macerata Romano Carancini - ma anche di dimostrazione come questa citta voglia riprendersi e non casualmente riprende proprio dalla musica e dai giovani.” “Musicultura è un evento importantissimo, - ha detto Claudio Pettinari Rettore dell’Università di Camerino - “forma gli artisti le coscienze e i valori›”.
Tra i nuovi partner di Musicultura il noto l’imprenditore italiano delle energie rinnovabili Antonello Ieffi che ha dichiarato - “E’ un grande piacere essere qui e poter sostenere la più preziosa tra le energie rinnovabili della terra: la creatività artistica” Ed è proprio ad Antonello Ieffi che è stato intitolato l’ambito premio della giuria di Musicultura per la migliore esibizione della serata “Premio Antonello Ieffi energie rinnovabili” che è andato a Sesè Mamá il quartetto tutto al femminile che ha entusiasmato e divertito il pubblico presente. Quattro artiste napoletane, ognuna con un proprio percorso musicale diverso alle spalle, unite dall’ amore per la musica, che hanno offerto un originalissimo e variegato repertorio di brani, un’ alchimia di suoni e di voci consonanti alle loro eclettiche personalità in una suggestiva coralità. A Sesè Mamá è andata anche la preferenza del pubblico con il Premio Val Di Chienti .
Una serata ricca di emozioni che ha visto anche l’esibizione di Ulula & La Foresta di Verona, Davide De Luca di Surbo, Alessandro Mancuso di Roma, e Pms di Torre del Greco. Domani domenica 18 saliranno sul palco del Festival i primi artisti marchigiani in
MUSICULTURA 2018
XXIX Festival della Canzone Popolare e d’Autore 2 gara : La Chance Su Marte di Ancona insieme ad altri quattro concorrenti in gara: Giulia Mei (Palermo), Anonima Noire (Città di Castello, PG) Michele Meloncelli (Tarzo, TV), Roberta Scacciaferro (Palermo)
Lo storico Circolo di Lettura e Conversazione di Recanati è alla ricerca di nuovi soci, soci sostenitori che permettano a questo organismo di potersi garantire un futuro in un periodo in cui molti altri circoli delle zone limitrofe, hanno dovuto chiudere i battenti molto spesso a causa della mancanza di soci e quindi di sostegno economico.
"Il Circolo-ci spiega la sua presidente Mariella Nebioli- è molto attivo e propone iniziative che vanno dai tornei di burraco alla presentazione di libri, dal ciclo di cineforum alla recente rassegna di poesia, ai concerti estivi del mercoledì andati in onda nel 2017. Stiamo cercando di organizzare anche delle letture aperte al pubblico con modalità da condividere con il gruppo lettura e il gruppo teatrale". Le idee insomma non mancano e l’amministrazione comunale come riferisce l’Assessore alle Culture Rita Soccio non è affatto insensibile a chi si dimostra propositivo.
"Il Comune ha creduto e sostenuto molte attività del Circolo come la rassegna di poesia “Versus” molto partecipata e che ha visto la presenza di poeti importanti a livello nazionale. Il Circolo come le altre associazioni recanatesi fanno bene alla crescita culturale della nostra città".
Prosegue l’attività del Rotary di Tolentino, presieduto da Stefano Gobbi, a favore delle popolazioni colpite dal sisma. Il club, l’altra sera a Treia, ha presentato i progetti realizzati daidue ricercatori che hanno ottenuto le borse di studio “Rotary reagisce al sisma”, finanziate dal sodalizio tolentinate.
L’iniziativa del Rotary di Tolentino ha offerto l’opportunità aigiovani ricercatori di dedicarsi a due diversi progetti per una migliore interpretazione del terremoto e ad una più efficacericostruzione post sisma. Il primo progetto, coordinato dal docente Emanuele Tondi, geologo dell’Università di Camerino, è stato redatto da Tiziano Volatili, è di tipo geologico e verte sull’analisi macro sismica e geologica-strutturale dell’area epicentrale del terremoto avvenuto nel 1799 in Appennino centrale, sisma che colpì abbastanza duramente il territorio di Cessapalombo, Caldarola, Sarnano, San Ginesio, Camerino e San Severino Marche.
I risultati di questa ricerca aiutano anche ad una migliore interpretazione degli ultimi eventi. Il secondo progetto è di tipo urbanistico, riguarda le modalità di ricostruzione di un borgo danneggiato dagli ultimi eventi sismici, individuando percorsi di sviluppo per la rinascita di un’area che rientra nel comprensorio del Rotary di Tolentino. Il coordinatore di tale lavoro, con il quale si è cercato quindi di capire come ricostruire una zona di media pericolosità sismica in modo che il prossimo terremoto non crei problemi come hanno fatto i precedenti, è Massimo Sargolini, docente di Urbanistica alla Facoltà di Architettura dell’Università di Camerino. Il progetto è stato redatto da Flavio Stimilli e riguarda la ricostruzione della città di Camerino. Questi progetti sono molto importanti sia nell’interpretazione degli eventi sismici nel territorio che nella pianificazione urbanistica nella fase di ricostruzione. Nel medesimo incontro è stato illustrato il progetto per il rifacimento degli spogliatoi del campo di calcio di Treia finanziato sempre dal Rotary di Tolentino ed è stato redatto dall’ingegnere Francesco Losego e dal geologo Piero Farabollini. Era presente anche il sindaco di Treia, Franco Capponi.
L'Associazione Culturale Centofiorini, al suo terzo appuntamento di febbraio, dopo musica e teatro-danza, propone l'apertura di una mostra al solito di grande qualità. Dopo l'inedita Judit Kristensen con cui ha chiuso l'anno 2017, è ora la volta di un artista molto noto come Magdalo Mussio.
Il toscano che tanta parte ha avuto nel panorama culturale marchigiano dagli anni '70, l'artista poliedrico del multimateriale, dell'arte verbovisuale, del segno e della campitura bianca, del collage e dell'intermediale, ha una produzione vasta che unisce tutte le sue esperienze, da quella cinematografica a quella grafica, dalla scrittura tipografica a quella chirografica, in tecniche miste tutte da decifrare e interpretare.
Alla Centofiorini sono esposte le sue ALTROGRAFIE, ventitre opere degli eredi Mussio presentate in catalogo da Roberta Ruggeri che, tra l'altro, scrive: "La pittura di Mussio ci appare colta ed elegante, aprospettica, policentrica, dinamica. Svela e cela l’indistinto non orizzonte, l’universo scarno, fossile, disarmonico dell’irrappresentabilità del mondo oggettivo".
La mostra inaugura domenica alle ore 18.00, con un intervento della dottoressa Paola Ballesi, e resterà aperta fino al 18 marzo.
Ripensare l'arte, i beni culturali ed ambientali sotto una nuova luce. Ecco la sfida che il Fai Macerata ha lanciato all'intero territorio provinciale con la seconda edizione dei Martedì del Fai, iniziati lo scorso 6 febbraio ed organizzati in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo con il sostegno fondamentale della Società Filarmonico drammatica, per riflettere insieme sul valore che il nostro cultural heritage ha oggi, in una mondo in piena metamorfosi.
Dopo aver riflettuto su “l'utilità dell'arte” insieme ai docenti del Dipartimento di Beni culturali, Massimo Montella, Pierluigi Feliciati ed Alessandra Panzini, il prossimo martedì 20 febbraio si parlerà de “l'arte che salva” insieme a Giuseppe Capriotti e Francesca Coltrinari. Il pubblico del Fai è, dunque, invitato ad entrare insieme agli ospiti dell'incontro nel “laboratorio di una mostra” alla ricerca di “immagini della predicazione fra '400 e '700”. Sarà un'occasione imperdibile per scoprire un altro volto dell'arte, un lato della sua storia ancora meno noto, ma che, soprattutto oggi, risulta sorprendentemente moderno.
L'appuntamento è per martedì 20 febbraio, alle ore 18.00, nella biblioteca della Società Filarmonico drammatica di Macerata, situata in via Gramsci, numero 30. I Martedì del Fai ritorneranno, poi, il 10 di aprile con Patrizia Dragoni e Valeria Merola per parlare di “Camilla Cederna, critica della società dal museo alla politica” ed il 24 aprile con Carmen Vitale e Giuseppe Capriotti per ricordare insieme “La Costituzione del patrimonio culturale: parole e immagini”.
Una serata tra calcio, musica e... Facebook. A Francavilla d'Ete arriva il popolare giornalista Marino Bartoletti (sabato, ore 21.30, sala teatro Marconi, ingresso libero) che presenterà il libro “BarToletti, così ho sfidato Facebook” . Ad intervistarlo Valerio Calzolaio. "Bar Toletti", gioco di parole con il cognome dell'ex Direttore del "Guerin Sportivo" e conduttore di trasmissioni cult come la "Domenica Sportiva" e "Pressing", è un volume di 187 pagine in cui sono stati raccolti i pensieri scritti dal giornalista sul noto social network a cui Bartoletti si è convertito poco più di un anno fa.
"Bar Toletti" è un dribbling tra le sue grandi passioni: dallo sport e i suoi protagonisti che l'autore ha incontrato nella sua lunga e brillante carriera, alla musica sua autentica passione trasmessagli dal babbo, come lui ama chiamarlo. Non mancano riflessioni e spunti anche sulle tragedie che hanno sconvolto l'Italia. L'appuntamento con Marino Bartoletti, promosso grazie alla collaborazione con l'associazione Pindaro Eventi, Overtime Festival e la Pro Loco di Francavilla d'Ete, rientra negli incontri con autori della stagione culturale promossa dall'Amministrazione comunale di Francavilla d'Ete che nelle precedenti edizioni ha visto sul palco ospiti del calibro di Pino Scaccia, Roberto Gervaso, Franco Foresta Martin, Claudia Koll, Roberto Vacca e Giulio Base.