Chiusa al Teatro Piermarini di Matelica la due giorni di studi per i 100 anni del Museo
“Il Piersanti è una miniera, l’interesse straordinario espresso in questi due giorni di convegno non termina oggi ma deve continuare”. Con queste parole il direttore don Piero Allegrini ha chiuso oggi al Teatro Piermarini di Matelica il convegno di studi “Il Museo Piersanti e la sua collezione”, organizzato in collaborazione con la Fondazione Zeri e con il patrocinio del Comune per celebrare i 100 anni. Non un semplice contenitore, ha sottolineato don Allegrini, ma un centro di attività culturale vivo, uno spazio della comunità, che una volta tornato completamente fruibile conterà 50 stanze per 4mila metri di superficie. Tra le iniziative principali in programma, ha sottolineato il sindaco Alessandro Delpriori, la mostra che prenderà il via a giugno nell’ambito del progetto regionale Mostrare le Marche.
La seconda giornata di studi, moderata da Alessandro Marchi, funzionario del Polo museale dell’Emilia Romagna, è stata dedicata alla nascita e alla storia del museo, con relazioni dell’archeologa Emanuela Biocco, di Tommaso Casci Ceccacci, funzionario archeologo della Soprintendenza, di Fulvio Cervini dell’Università di Firenze, della storica dell’architettura Anna Rebecca Sartore dell’Università di Udine e degli storici dell’arte Angelo Antonelli e Sabina Biocco. Hanno portato inoltre la loro testimonianza Angela Allegrini, restauratrice del Museo, Roberto Stelluti, incisore e fotografo, e Maria Giannatiempo Lòpez, già funzionaria della Soprintendenza delle Marche. È stato inoltre sottolineato il prezioso lavoro svolto dai tanti, a cominciare da Protezione civile e mondo del volontariato, in particolare nei giorni drammatici del terremoto.
A 100 anni dalla nascita, il convegno ha segnato un nuovo importante capitolo della storia del Museo Piersanti. In due giorni di approfondimenti e confronti tra esperti di altissimo livello, l’evento ha messo ben in luce qualità e storia di una collezione straordinaria, che fa del Piersanti uno dei più importanti musei delle Marche. Custode della collezione di Venanzio Filippo Piersanti, cerimoniere papale a Roma nel Settecento, il museo è proprietà del Capitolo della Cattedrale e conserva 2000 esemplari tra dipinti, arazzi, sculture, suppellettili sacre, mobili, ceramiche. Dopo la chiusura per i danni causati dal sisma, il Museo ha riaperto nel luglio 2017 alcune sale al pian terreno, con una selezione delle opere più significative, e porta avanti una intensa attività. È visitabile fino a fine marzo l’esposizione dedicata a due opere simbolo della rinascita dopo il terremoto: il Miracolo di San Filippo Neri di Pier Leone Ghezzi e la Madonna col Bambino e San Giovannino di Sebastiano Conca. Per la primavera e l’estate sono in programma attività didattiche rivolte a tutti, spettacoli e concerti in collaborazione con le associazioni della città, e a giugno l’apertura della mostra “Milleduecento. Civiltà figurativa tra Marche e Umbria al tramonto del romanico”, nell’ambito del progetto Mostrare le Marche.
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