Ci siamo! Manca solo un giorno all'atteso appuntamento della finale regionale Green game – Donor game. Oltre 50 gli istituti scolastici coinvolti e provenienti da tutta la regione.L'appuntamento è alle 9,00 al palasport Serenelli di Loreto, dove oltre 500 studenti degli istituti superiori secondari di I grado si contenderanno il titolo di Campione Regionale Green game – Donor game Marche 2018.Emozione, cultura, divertimento e sana competizione faranno da cornice ad una splendida giornata che toccherà, come per l’intero tour nelle scuole, temi riguardanti la cittadinanza attiva e solidale.Green game e Donor game, oltre a stimolare la sana competizione e lo spirito di squadra attraverso la metodologia dell’imparare giocando, hanno l’intento importantissimo di sensibilizzare i giovani, ovvero i futuri cittadini di domani, ad un’attiva partecipazione al risparmio energetico, all’ecologia, alla donazione di sangue ed al volontariato.Numerosi i messaggi di auguri pervenuti per la finale, il primo dei quali dal Ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti."Semplicemente è stato un successo, a nome di tutte le Avis comunali, provinciali, da Avis Marche e dal Dirmt – ha dichiarato Gianni Strovegli, vice-presidente Avis regionale Marche – ringrazio le scuole, gli insegnanti, tutte le istituzioni intervenute senza tralasciare la peaktime, che ci ha permesso di interagire, coinvolgere ed avvicinare i ragazzi più giovani. E' un modo nuovo di far partecipi le nuove generazioni alla solidarietà, ai valori della gratuità e del dono in generale, che sicuramente da grandi possono sfociare nel dono del sangue ed altro. Tutto questo grazie appunto a Green game – Donor game. Spero di poter riproporre il format anche nei successivi anni scolastici dando la priorità a quelle scuole che quest'anno non sono state coinvolte per motivi di tempo".
Per giorni e giorni ha continuato a vivere insieme alla madre, una 78enne morta nel sonno per cause naturali, e a dormire vicino al cadavere, finché l'odore della decomposizione ha allertato i vicini che hanno chiamato la polizia. Gli agenti del commissariato di Osimo e i vigili del fuoco che hanno aperto la porta di casa, un condominio in periferia, hanno trovato la figlia, 51 anni, disabile e non autosufficiente stesa sul letto vicino alla madre.
La 51enne non si nutriva regolarmente da giorni e era rimasta accanto alla mamma, forse sperando che si svegliasse e l'accarezzasse. Gli accertamenti della polizia scientifica, l'esame cadaverico di un medico legale e le informazioni fornite di familiari hanno confermato che si tratta di un decesso per cause naturali dato che l'anziana soffriva di varie patologie: su disposizione del pm di turno, la salma è stata restituita alla famiglia per le esequie. La figlia è stata affidata ai parenti. (Ansa)
Sono salite sull'autobus a Macerata per raggiungere Ancona poi, all'altezza di Osimo, si sono accese due spinelli come se niente fosse. Due donne, entrambe oltre i trent'anni, sono state protagoniste di una giornata di autentica follia a cavallo tra le due province.
Senza curarsi del fatto che quel bus a quell'ora fosse pieno di ragazzi, anche minorenni. E sono stati gli stessi ragazzi ad avvisare l'autista. Anche perché le due erano visibilmente ubriache, con tanto di bottiglie di birra in mano e comportamento molesto. Il conducente del mezzo, appena ha potuto, ha accostato a bordo strada e non senza dover alzare la voce ha invitato le due a scendere. Contestualmente sono stati chiamati anche i carabinieri.
Aveva passato la notte a una festa in spiaggia col fidanzato e per giustificarsi con i genitori ha raccontato di essere stata violentata da quattro persone. La presunta vittima è finita invece denunciata per simulazione di reato da parte dei carabinieri di Cattolica. Lei, una 31enne nata a Pesaro e residente a Vallefoglia (Pesaro Urbino) rischia un processo per aver raccontato una "bugia" di tale portata da generare allarme.
La donna il 25 aprile scorso si era presentata alla Tenenza di Cattolica raccontando di essere stata vittima di violenza sessuale da parte di un gruppo di giovani non meglio indicati.
Gli accertamenti condotti dai militari però hanno permesso di scoprire che era stata un'invenzione della 31enne allo scopo di giustificare una prolungata assenza da casa, in compagnia del fidanzato. (Ansa)
A cinquant’anni dalla morte del leggendario pilota automobilistico Lodovico Scarfiotti, esce in tutte le librerie italiane, per i tipi della Liberilibri, Scarfiotti. Dalla Fiat a Rossfeld, di Paola Rivolta. Un libro che racconta le sue imprese (resta l’ultimo italiano ad aver vinto con una Ferrari sul circuito di Monza) e la storia della sua famiglia nel corso del Novecento, a partire dal nonno, primo presidente della Fiat da cui aveva preso il nome.
L’8 giugno 1968, a Rossfeld in Germania, la Porsche 910 guidata da Lodovico Scarfiotti esce di strada durante le prove del Premio delle Alpi. In questo incidente Scarfiotti, vincitore del Gran Premio d’Italia del 1966 per la Ferrari e, fino ad oggi, ultimo pilota italiano a trionfare a Monza per la scuderia modenese, perde la vita.
Al momento della sepoltura, sulla tomba di famiglia, accanto al suo nome sono incise anche le date di nascita e morte del nonno Lodovico che all’inizio del secolo aveva ricoperto il ruolo di primo presidente della Fiat e con il quale il pilota condivide, oltre al nome, ora anche il destino di una fine violenta e precoce.
Nel romanzo storico-biografico scritto da Paola Rivolta e intitolato Scarfiotti. Dalla Fiat a Rossfeld, appena uscito per i tipi della casa editrice Liberilibri nella collana Narrativa, l’autrice ricostruisce, grazie a lunghe e approfondite ricerche d’archivio, gli eventi e le imprese in campo imprenditoriale e sportivo della vita di questi due uomini che hanno lasciato un segno tangibile nella storia industriale e sportiva italiana, dalla quale però sono stati, in qualche modo, estromessi.
Anello di congiunzione tra le due generazioni e fulcro di questa saga familiare è Luigi Scarfiotti, deputato, industriale, gentleman driver, figlio dell’imprenditore Lodovico e padre del pilota. Un racconto biografico tutto italiano in cui passioni, affari, politica e sport s’intrecciano indissolubilmente, nel passaggio di un secolo, con due guerre mondiali, il fascismo, ripetute crisi finanziarie e il boom degli anni Sessanta.
Spiega l’Autrice: “Molti anni fa, dall’incontro con Luigi Scarfiotti, figlio di Lodovico, è nata la scintilla per scrivere questo libro: mi disse che il suo bisnonno era stato uno degli ideatori e il primo presidente della Fiat, e io non gli credetti! Ma volli approfondire, iniziai a indagare, perché non amo le cose irrisolte, ed è stata una bellissima esperienza. Questo libro contiene cose mai scritte in Italia e colma dei grandi vuoti, che riguardano sia la storia della nascita della Fiat, sia la storia personale del pilota Scarfiotti, come ad esempio la fine dolorosa del suo contratto con la Ferrari, o la reale dinamica dell’ultimo fatale incidente. Aspetti ed episodi mai raccontati verranno finalmente alla luce”.
Il libro è stato presentato in anteprima assoluta al Motor Legend Festival - Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola lo scorso 22 aprile alla presenza di Luigi Scarfiotti, dello storico dell’automobilismo Gianni Cancellieri, del progettista di Formula 1 ed ex direttore tecnico della Ferrari Mauro Forghieri e del pilota Emanuele Pirro, che così ha commentato su facebook: “Ho appena finito di leggerlo, anzi, di... divorarlo. Una bella e dettagliata testimonianza di un periodo storico che va dall’inizio dell’industrializzazione alla morte del povero Lodovico, vissuto attraverso le vicissitudini di una famiglia che ha vissuto (e anche parzialmente scritto) la storia del nostro paese. Tutto dettagliato da un numero di note che equivalgono al numero delle pagine. Posso solo immaginarmi il lavoro di ricerca che è costato. Apprezzabile, oltre allo stile, il modo obiettivo e imparziale che lascia al lettore le valutazioni e i commenti senza influenzarlo troppo. La realtà apre gli occhi e induce a una riconsiderazione di ciò che sono alcune grandi realtà industriali del nostro paese e di come sono divenute tali. Brava Paola Rivolta, a farmi approfondire una storia che conoscevo solo superficialmente e non mi riferisco solo alla carriera di Scarfiotti pilota ma ad un percorso di una corsa ad ostacoli di una famiglia che passa attraverso due guerre e tante battaglie. Decisamente un libro da non perdere.”
“Alla fine rimane lei, la madre, senza risposte e senza nemmeno una pacca sulla spalla da parte di chi avrebbe potuto evitare la disgrazia e da parte di chi si professa (a corrente alternata) contro femminicidi e violenze” – Il commento è di Nicola Porro e nelle parole del noto giornalista c’è, forse, tutta l’amarezza che rimane dopo le lacrime di quell’ultimo saluto. Il 5 maggio, infatti, si sono celebrati i funerali di Pamela Mastropietro. Ed è rimasto il silenzio. Quel silenzio che, adesso, dovrà essere interrotto solo dalla verità.
C’è chi ha scritto che “Pamela era una prostituta tossica che viene compianta solo perché uccisa da un nero”. Non commentiamo, perché è palese, a questo punto, che il silenzio è una necessità assoluta. Pamela era una ragazzina, prima di tutto una ragazzina, con tutta la vita davanti, compreso il tempo di rimediare a qualche eventuale errore. Per fortuna, in molti sembrano averlo capito. Come dimostra la tomba della ragazza, nel freddo monumentale del Verano di Roma, tra i colori di uno spazio che ormai fatica, dopo appena 48 ore, a contenere fiori, palloncini, messaggi. Il blocco 115 del Verano non è facile da trovare, eppure l’hanno trovato, e davanti a quella tomba ognuno c’ha lasciato del suo.
Omaggi ad una vita spezzata e a un tempo che poteva essere e non è stato. Banale? Semplicistico? Forse! Ma semplicità e banalità sono da preferirsi, sempre, all’architettura ideologica di dibattiti sulla “quantità di trucco e il taglio di capelli della madre di quella ragazza” nel giorno del funerale.
Di silenzio, ora, c’è bisogno. Perché questa storiaccia è sfuggita di mano, sia a chi non ha voluto afferrarla, sia a chi ha stretto troppo la presa. Con un solo risultato: la strumentalizzazione. Che non serve a nessuno e che, probabilmente, non serve nemmeno alla verità.
La verità: colei a cui spetta, adesso, l’unico diritto di interrompere il silenzio.
Un ragazzo di Morrovalle é stato ricoverato in gravi condizioni all'ospedale regionale Torrette di Ancona in seguito al tragico incidente avvenuto questo pomeriggio in cui ha perso la vita un quarantacinquenne di Porto Sant'Elpidio (R.C). Il ragazzo, di cui non sono note le generalità, si stava recando a bordo della sua Citroen a Porto Sant'Elpidio e, proprio nel comune fermano, lungo la provinciale, ha investito un uomo che in quel momento stava camminando a bordo strada. Per il quarantacinquenne, residente a Porto Sant'Elpidio, non c'é stato niente da fare. L'impatto é stato così violento da provocarne la morte sul colpo, mentre l'auto condotta dal morrovallese ha finito la sua corsa contro un muretto. Il ragazzo é stato soccorso e trasportato in eliambulanza all'Ospedale Regionale Torrette di Ancona. Le sue condizioni sono definite gravi. Non é escluso che il giovane possa aver accusato un malore vista la dinamica dell'incidente, ma a ricostruire l'accaduto, sulla base dei rilievi effettuati, saranno gli uomini della Municipale, intervenuti sul posto insieme ai Vigili del Fuoco e ai sanitari del 118.
Dal primo giugno, come ricorda il servizio andato in onda nel Tg5 delle 13, tutti i dipendenti che hanno usufruito della sospensione delle tasse, dovranno cominciare a restituirle, con una rateizzazione di 24 mesi.
Non si chiedono fortunatamente gli interessi, ma dopo la lunga lista di ritardi patiti, come le casette consegnate dopo mesi, le inaugurazioni rinviate, la lentezza nell'erogazione dei contributi e le molte proroghe, gli abitanti delle zone terremotate si aspettano che lo Stato non sia veloce solamente quando c'è da chiedere.
Nel servizio viene intervistato un sindaco del teramano che auspica lo stesso trattamento riservato dal governo Berlusconi ai terremotati dell'Aquila nel 2009, i quali poterono beneficiare di una dilazione di pagamento in dieci anni, mentre oggi, si chiede di restituire Irpef e addizionali in solo 24 mesi, con somme che potrebbero incidere fino al venti per cento sulla busta paga di un lavoratore, che in molti casi sta ancora vivendo i disagi del sisma, senza una casa o costretto a lunghi spostamenti.
"Stiamo predisponendo un'ulteriore proroga - fanno intanto sapere dallo staff del commissario De Micheli - rispetto alla scadenza del 31 maggio fissata dalla legge di bilancio 2018 e di concedere cinque anni e non due, per restituire le tasse". Sembra quindi che qualcosa si stia muovendo in tal senso e nei prossimi giorni ci saranno gli incontri con i gruppi parlamentari e i presidenti di Regione, sperando che lo stallo nella formazione del nuovo governo non rappresenti un ostacolo.
Sono trascorsi quarantadue anni da quando il 6 maggio 1976 il Friuli Venezia Giulia veniva sconvolto da un terribile terremoto.
Una tragedia che nel 2016 si è ripetuta nelle Marche e, in modo particolare, nella provincia di Macerata, devastata da un sisma sotto tanti aspetti simile a quello che colpì il Friuli.
Dall'abbraccio di due popoli colpiti dalla stessa catastrofe, è nato un rapporto di grande solidarietà e amicizia che, tramite Debora Serracchiani che se ne fece promotrice, ha portato la regione Friuli a finanziare la ricostruzione della scuola dell'infanzia di Sarnano. La struttura accoglieva 82 bambini.
Oggi, il sindaco di Sarnano Franco Ceregioli ha voluto ricordare l'anniversario della tragedia del Friuli: "Un grande abbraccio a quella popolazione che 42 anni dopo è stata con tanta solidarietà ed amicizia vicina ai nostri territori e soprattutto a Sarnano, dove grazie a loro è stata ricostruita la nostra nuova scuola dell'infanzia".
Striscia la Notizia mette in allerta sulle truffe che molto spesso vengono messe in piedi da falsi volontari della Protezione Civile.
In un servizio andato in onda nella puntata di venerdì, Valerio Staffelli, mostrando anche un articolo di Picchio News (qui) relativo ad atti di sciacallaggio simili compiuti a Colmurano, mette in guardia su persone che raccolgono fondi per la loro associazione di Protezione Civile, ma stanno destando non poca preoccupazione per il timore che quel denaro non vada per finalità benefiche. Queste persone girano con una divisa recante la scritta «Protezione civile nazionale» che potrebbe trarre in inganno.
Nel servizio Staffelli mostra infatti con quanta facilità è possibile reperire una divisa della Protezione Civile comprandola in negozi specializzati che non si premurano di chiedere il tesserino che dimostri l'appartenenza dell'acquirente alla Protezione Civile o addirittura anche in rete senza nessun tipo di ostacolo.
Come comportarsi in questi casi? L’appello è quello di diffidare e dare contributi solo alle associazioni e persone che si conoscono e che si sa come lavorano e il bene che fanno per il territorio. Evitare di dare soldi ad organizzazioni che non si conoscono: il rischio di truffe è sempre presente.
Il servizio integrale di Striscia a questo link
Per il terzo appuntamento con la rubrica Chiedilo all'avvocato, curata dall'avvocato Oberdan Pantana, abbiamo scelto di trattare l'argomento proposta da una lettrice di Macerata che chiede "Quando si configura il reato di stalking? E' necessario che la vittima venga infastidita o perseguitata fisicamente, o per configurare il reato è sufficiente anche essere presi di mira, ad esempio, sui social network?".
Ecco le spiegazioni dell'avv. Pantana
Il reato di “ stalking” di cui all’art. 612-bis c.p. è stato introdotto dal D.l. 23 febbraio 2009 n. 11, recante < misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori >, convertito, con modificazioni, nella L. 23 aprile 2009 n. 38, con la finalità dichiarata di contrastare il fenomeno dello stalking, negli ultimi anni in preoccupante aumento e sempre più spesso all’attenzione delle cronache dei mass-media. La parola stalking deriva dal lessico venatorio inglese dove to stalker è colui che, a caccia di una preda, si apposta o la segue ossessivamente, tanto che negli ultimi anni ha assunto il significato di assillare, molestare, disturbare e perseguitare.
Nello specifico l’art. 612-bis c.p. prevede quanto segue:
[I]. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque (2) anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.
[II]. La pena è aumentata se il fatto è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione alla persona offesa ovvero se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici (3).
[III]. La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso a danno di un minore, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità di cui all'articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, ovvero con armi o da persona travisata.
[IV]. Il delitto è punito a querela della persona offesa. Il termine per la proposizione della querela è di sei mesi. La remissione della querela può essere soltanto processuale. La querela è comunque irrevocabile se il fatto è stato commesso mediante minacce reiterate nei modi di cui all'articolo 612, secondo comma. (4). Si procede tuttavia d'ufficio se il fatto è commesso nei confronti di un minore o di una persona con disabilità di cui all'articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, nonché quando il fatto è connesso con altro delitto per il quale si deve procedere d'ufficio.
Pertanto, il contegno tipico punito dalla norma di cui al primo comma, consiste nella reiterazione di comportamenti minacciosi (art. 612 c.p.) o molesti (art. 660 c.p.) tali da determinare nella vittima “un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”.
Il delitto è punibile a titolo di dolo generico ed è integrato dalla volontà di porre in essere le condotte di minaccia e molestia nella consapevolezza della idoneità delle medesime alla produzione di uno degli eventi alternativamente previsti dalla norma incriminatrice. Trattandosi di reato abituale di evento, il dolo è da ritenersi senz'altro unitario, esprimendo un'intenzione criminosa che travalica i singoli atti che compongono la condotta tipica; ma ciò non significa affatto che l'agente debba rappresentarsi e volere fin dal principio la realizzazione della serie degli episodi, ben potendo il dolo realizzarsi in modo graduale e avere ad oggetto la continuità nel complesso delle singole parti della condotta. (Cass. V, n. 18999/2014; Cass. V, n. 20993/2013).
Per quanto attiene alla condotta, gli atti che costituiscono lo stalking sono perlopiù comportamenti che potrebbero assumere sembianze anche normali se non fossero caratterizzati dall’insistenza ed invadenza nel tempo, tanto da causare effetti psicologici sulla vittima, oltre ad esporre quest'ultima al rischio di violenza. Così gli atti tipici dello stalker possono identificarsi: nell'invio ripetuto di regali, fiori, telefonate assillanti o solo squilli, posta assillante e disturbante (con ripetuti invii di e-mail Sms) negli appostamenti, nei frequenti incontri (apparentemente causali mai in realtà voluti e ricercati) sul luogo di lavoro della vittima e nelle vicinanze di esso o nei pressi dell'abitazione, nell'osservazione della vittima ecc... E se è vero che nella maggior parte dei casi lo stalking non è una persona violenta, può comunque accadere che il medesimo faccia ricorso alle minacce esplicite o ad atti di violenza a cose o persone (ad esempio il compimento di atti vandalici su beni di proprietà della vittima, quali l'automobile Cass. V, n. 8832/2011).
La norma individua tre tipi alternativi di evento che devono essere determinati dal comportamento criminoso tenuto dall'agente e in mancanza dei quali non avremmo il delitto di atti persecutori ma soltanto plurimi reati di minaccia o molestia.
Il delitto è dunque costruito secondo lo schema del reato di evento (Cass. n. 9222/2015) che si caratterizza per la produzione di un evento di «danno» consistente nell'alterazione delle proprie abitudini di vita o in un perdurante e grave stato di ansia o di paura, ovvero, alternativamente, di un evento di «pericolo», consistente nel fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva..
Si tratta di reato a fattispecie alternative, ciascuna delle quali è idonea ad integrarlo (Cass. V, n. 34015/2010; Cass. V, n. 2987/2011; Cass. III, n. 23485/2014; Cass. III , n. 9222/2015).
Riguardo al perdurante e grave stato di ansia o di paura, secondo i primi commentatori doveva essere inteso come un vero e proprio stato patologico, accertabile nel processo per mezzo di consulenze tecniche. La giurisprudenza di legittimità si è invece discostata da tale orientamento ritenendo integrato l'evento anche in assenza di prova della causazione di una patologia nella vittima; ha infatti affermato che la prova dello stato d'ansia o di paura denunciato dalla vittima del reato può essere dedotta anche dalla natura dei comportamenti tenuti dall'agente, qualora questi siano idonei a determinare in una persona comune tale effetto destabilizzante (Cass. V, n. 8832/2011; Cass. V, n. 24135/2012; Cass. VI, n. 50746/2014; Cass. VI, n. 20038/2014).
Per quanto concerne, invece, il fondato timore per l'incolumità propria di un prossimo congiunto o di persona legata da relazione affettiva, lo stesso non richiede l'accertamento di uno stato patologico ingenerato nella vittima dalla condotta dell'agente ben potendo il giudice fare ricorso alle massime di esperienza.
Infine, circa l’alterazione delle abitudini di vita, per la giurisprudenza di legittimità, ciò che rileva non è la valutazione quantitativa, ad esempio in termini orari, di tale variazione, ma il significato e le conseguenze emotive di una condotta alla quale la vittima sente di essere stata costretta, sottolineando che: “il fatto poi che lo stalking sia reato di evento e non di pura condotta, nulla ha a che vedere con il fatto che, nella maggior parte dei casi, la prova debba essere dedotta dalle parole della stessa vittima. Invero, è principio elementare quello in base al quale un fatto non va confuso con la sua prova. D'altra parte, non pochi sono i delitti con riferimento ai quali, in genere, l'unica prova consiste nelle dichiarazioni della persona offesa (si pensi, ad esempio, a tutti i reati a sfondo sessuale). Ciò che dunque rileva è la attendibilità della persona offesa e la credibilità del suo racconto” (Cass. V n. 24021/2014).
Riguardo alle aggravanti, il comma 2 dell'art. 612-bis c.p., introduce una circostanza ad efficacia comune; in particolare, il testo originario della norma prevedeva l'aumento della pena (fino a un terzo) qualora il fatto fosse commesso dal coniuge legalmente separato o divorziato o da un soggetto che in passato è stato legato alla persona offesa da una relazione affettiva. Il d.l. 14 agosto 2013, n. 93, nel testo modificato dalla legge di conversione l. 15 ottobre 2013, n. 119, ha esteso l'applicazione della circostanza aggravante sia ai fatti commessi dal coniuge separato soltanto di fatto sia ai fatti commessi in costanza del rapporto di coniugio o affettivo. Detto decreto ha anche introdotto una nuova previsione aggravatrice al comma 2 della norma, che considera il fatto commesso attraverso strumenti informatici o telematici (come nel frequente caso in cui il delitto sia commesso attraverso l'invio di sms, e-mail, diffusione di video o immagini attraverso internet).
Il comma 3, prevede, invece, che la pena sia aumentata fino alla metà (si tratta, pertanto, di circostanza ad effetto speciale) qualora il fatto sia commesso ai danni di un minore, di una donna in stato di gravidanza, o di una persona con disabilità di cui all'art. 3, l. 5 febbraio 1992, n. 104, ovvero con l'uso di armi o da persona travisata; infine in base al disposto dell'art. 8 d.l. n. 11/2009 la pena è aumentata se il fatto è commesso da soggetto già ammonito. A tal proposito, l’art. 8 d.l. n. 11/2009 convertito nella L. n. 38/2009 prevede che “ fino a quando non è proposta querela per il reato di cui all' articolo 612-bis del codice penale, introdotto dall'articolo 7, la persona offesa può esporre i fatti all'autorità di pubblica sicurezza avanzando richiesta al questore di ammonimento nei confronti dell'autore della condotta. Il questore, assunte se necessario informazioni dagli organi investigativi e sentite le persone informate dei fatti, ove ritenga fondata l'istanza, ammonisce oralmente il soggetto nei cui confronti è stato richiesto il provvedimento, invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge e redigendo processo verbale; copia del processo verbale è rilasciata al richiedente l'ammonimento e al soggetto ammonito. Il questore inoltre adotta i provvedimenti in materia di detenzione armi e munizioni. Per quanto riguarda, invece, la procedibilità d'ufficio per il delitto previsto dall'articolo 612-bis, la stessa è prevista quando il fatto è commesso da soggetto ammonito ai sensi del presente articolo, così come se il fatto è commesso nei confronti di un minore o di una persona con disabilità di cui all'articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, nonché quando il fatto è connesso con altro delitto per il quale si deve procedere d'ufficio.
A questo punto si riportano di seguito alcuni episodi che configurano il reato di stalking:
1) Tre giorni di corteggiamento folle: condannato per stalking
Appostamenti, pedinamenti e apprezzamenti alla donna desiderata costano caro all’uomo. Respinta la tesi che le sue condotte, concretizzatesi in tre giorni, siano catalogabili come semplice frutto di un insano amore. La vittima ha vissuto malissimo, con timore e ansia, quegli episodi, tanto da cambiare le proprie abitudini. (Corte di Cassazione, sez. V Penale, sentenza n. 104/18);
2)Amante presa di mira su Facebook: è stalking
Messaggi e filmati postati sui social network integrano l’elemento oggettivo del delitto di atti persecutori e l’attitudine dannosa di tale condotte non è tanto quella di costringere la vittima a subire offese o minaccia per via telematica, quanto quella di diffondere su internet dati, veri o falsi, fortemente dannosi. (Corte di Cassazione, sez. V Penale, sentenza n. 57764/17);
3) Atti di bullismo su un compagno: condannati per stalking
Confermata la decisione presa in secondo grado. I ragazzi finiti sotto accusa hanno offeso, maltrattato e aggredito la loro vittima, costringendolo a cambiare scuola. (Corte di Cassazione, sez. V Penale, sentenza n. 28623/17);
4) Bastano un paio di minacce all’ex compagna per integrare il reato di stalking
Il reiterato comportamento minaccioso o molesto che cagioni nella vittima un grave e perdurante stato di turbamento emotivo ovvero la costringa ad alterare le proprie abitudini di vita integra il reato di atti persecutori. (Corte di Cassazione, sez. V Penale, sentenza n. 26588/17);
5) Un giorno, un mese, un anno… non è l’arco temporale a stabilire se si tratta di stalking
Il delitto di atti persecutori si configura anche quando le singole condotte sono reiterate in un brevissimo arco temporale, a condizione che si tratti di atti autonomi e che la reiterazione di questi, pur concentrata in un tempo ristretto, una sola giornata, sia la causa effettiva dello stato d’ansia, del fondato timore per l’incolumità o del mutamento delle abitudini di vita della vittima.(Corte di Cassazione, sez. V Penale, sentenza n. 16205/17);
6) Pedinamenti e minacce alla moglie: condannato per stalking
Irrilevante il fatto che i due coniugi avessero avviato le pratiche per la separazione. I comportamenti tenuti dal marito sono stati ossessivi e caratterizzati anche da minacce di morte.(Corte di Cassazione, sez. V Penale, sentenza n. 8362/17);
7) Danneggia più volte le ruote dell’auto di una donna: condannato per stalking
Sancita in via definitiva la colpevolezza di un uomo che ha preso di mira la vettura di proprietà di una sua vecchia conoscente. Decisiva la ripetizione ossessiva dei danneggiamenti.(Corte di Cassazione, sez. V Penale, sentenza n. 52616/16).
Trattandosi di uno dei reati più odiosi, ma anche pericolosi, anche in questo caso consiglio di rivolgersi sempre alle autorità competenti per denunciare il fatto e consentire subito di poter prendere adeguati provvedimenti tesi innanzitutto a salvaguardare l'incolumità fisica della vittima di stalking.
Attendo come di consueto i vostri quesiti alla mail info@picchionews.it e vi aspetto la prossima settimana per un nuovo appuntamento con Chiedilo all'avvocato
Avv. Oberdan Pantana
Questa mattina a Roma per i funerali di Pamela Mastropietro, era presente anche una delegazione di FdI Marche, guidata dal portavoce regionale Carlo Ciccioli.
"Abbiamo voluto esser presenti, per poter portare un abbraccio alla mamma Alessandra e allo zio Marco, in un momento così triste e difficile. Ci sono ancora molte cose da chiarire" ha affermato Ciccioli "ma Fratelli d’Italia con i suoi parlamentari, farà tutto quanto è possibile per tutelare Pamela e i suoi famigliari con la speranza che possa venire alla luce tutta la verità.
Questa triste vicenda insegna tre cose: la fragilità e la difficoltà degli adolescenti oggi, in un mondo pieno di insidie che non li accoglie e non li conduce adeguatamente alla maturità; la diffusione ubiquitaria delle sostanze e del mondo criminale dello spaccio che non viene contrastato con la necessaria severità e durezza, godendo invece di stupido garantismo e tolleranza; l’insufficienza delle leggi, delle normative e delle misure sanitarie in materia di cura, assistenza e recupero dei tossicomani".
Praticamente sconosciute al grande pubblico fino all’anno scorso, le criptovalute sono diventate in pochi mesi un argomento caldo in tutto il mondo. Nell’arco del 2017, infatti, il Bitcoin ha riempito i titoli di giornali grazie alle straordinarie performance realizzate e le persone hanno incominciato ad interessarsi all’investimento in criptovalute e alle possibilità di trovare i mercati bitcoin su piattaforme di trading.
Anche altre criptovalute hanno iniziato ad essere scambiate e la tecnologia sottostante ha iniziato ad essere conosciuta la grande pubblico. Stiamo parlando della cosiddetta “Blockchain”, una sorta di registro aperto e distribuito che può memorizzare delle transazioni tra due parti in modo verificato e sicuro, senza passare da un’autorità centrale.
Un po’ di storia
Tutto ha inizio nel 2009, quando il Bitcoin viene creato ad opera di un anonimo con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. La criptovaluta più famosa del mondo inizia ad essere utilizzata da una community di utenti che condividono i valori che hanno portato alla creazione del progetto, cioè realizzare una valuta che esuli dal sistema di controllo delle autorità centrali, come banche ed istituti regolatori. Nonostante il Bitcoin abbia sempre visto crescere negli anni la propria quotazione, bisognerà attendere il 2017 per una crescita inarrestabile che ha portato il valore della valuta da circa 1.000 dollari a sfiorare quota 20.000 dollari.
Le criptovalute protagoniste di un fumetto
Proprio per la sua capacità di coinvolgere la gente a tutti i livelli sociali, il Botcoin si è affermato come un fenomeno culturale in tutto il mondo. La pervasività del Bitcoin e delle altre criptovalute più famose ha raggiunto un punto in cui difficilmente si potrà tornare indietro.
Recentemente, un utente del celebre sito di social news Reddit ha pubblicato un libro a fumetti dedicato alle criptovalute. Le vignette, disegnate con una grafica stilizzata e semplificata, presentano contenuti di tipo umoristico in cui i protagonisti del fumetto sono le stesse criptovalute. Insomma, Bitcoin, Ethereum, Litecoin, Ripple e Iota sono diventati personaggi di un fumetto e interagiscono commentando l’andamento delle quotazioni o le notizie che riguardano il mondo “crypto”.
Anche al cinema e nella musica
Il Bitcoin ha iniziato ad apparire non solo sui giornali e siti internet di tutto il mondo, ma anche in film, serie televisive e brani musicali. Sono davvero tante, ad esempio, le serie TV che hanno incluso il Bitcoin in almeno un episodio delle ultime stagioni, come ad esempio “I Simpson”, “Supernatural”, “NCIS”, “House of Cards” e molti altri. Oltre ai riferimenti in film di ogni genere, sono diverse anche le pellicole dedicate proprio alle criptovalute. Si va da produzioni realizzate prima del boom del Bitcoin, come “The rise and rise of Bitcoin”, ai documentari più recenti come “The digital rush”, realizzato tra l’altro da una produzione italiana. Gli esempi potrebbero continuare, basti pensare che è stato creato perfino un drink ispirato al Bitcoin.
In tanti hanno voluto accompagnare Pamela Mastropietro verso la sua ultima dimora. Alla fine della cerimonia funebre, la salma della diciottenne massacrata a Macerata è stata tumulata nel cimitero del Verano.
Mentre in cielo ancora volavano i palloncini bianchi lanciati dagli amici alla fine della messa, una volta al Verano anche lo zio di Pamela Marco Valerio Verni ha aiutato a introdurre la bara nel loculo, poi chiuso con una pietra su cui risalta il volto sorridente della ragazza: l'ultima immagine di una giovane che ora attende venga finalmente fatta giustizia.
Quando il feretro di Pamela Mastropietro è uscito dalla chiesa di Ognissanti, la mamma della giovane è stata avvicinata da una delegazione di immigrati nigeriani guidata dal vice ambasciatore in Italia.
Oltre dieci minuti di dialogo, nel corso dei quali il vice ambasciatore ha rassicurato la signora Verni sul fatto che tutta la comunità nigeriana si sta impegnando e si impegnerà affinchè tutta la verità sull'efferato omicidio di Pamela possa venire a galla e venga fatta giustizia.
Alessandra Verni ha chiesto al vice ambasciatore di impegnarsi affinchè possano essere reperiti interpreti di lingua e dialetti nigeriani che non abbiano paura e non scappino e, anche sotto questo aspetto, ha ricevuto rassicurazioni da parte del vice ambasciatore che si è impegnato personalmente a trovare interpreti che aiutino concretamente gli inquirenti nelle indagini.
Fra le curiosità a margine della cerimonia va notata la presenza di Pietro orlandi, fratello di Emanuela, scomparsa il 22 giugno del 1983. In chiesa, invece, il sindaco di Macerata Romano Carancini e la consigliera di opposizione Deborah Pantana si sono completamente ignorati, al punto da evitarsi al momento dello scambio del segno di pace.
Fino al 13 maggio Tournée da Bar, progetto che diffonde il teatro, la cultura e l'amore per i classici in luoghi teatralmente non convenzionali, arriva nelle Marche con Giulietta & Romeo, in scena nei luoghi colpiti dal sisma del 2016, per il progetto AbitiAMO le Marche, promosso dal Mibact, dall'Amat e dal Consorzio Marche Spettacolo. A fare da palcoscenico sono i Comuni di Acquasanta Terme, Castignano, Arquata del Tronto, Cossignano, Camerino, Castelraimondo, San Ginesio e Caldarola.
La compagnia Tournée da Bar porta in scena una originale e fresca versione del capolavoro shakespeariano, adatta a tutti e con musica dal vivo per far riscoprire al pubblico la bellezza del teatro e della letteratura tra narrazione, azione, coinvolgimento diretto e brani originali. I due attori in scena interpretano più personaggi, recitano i testi di Shakespeare e subito dopo tornano a raccontare la storia rivolgendosi direttamente agli spettatori. Con loro un musicista che dal vivo crea atmosfere sonore.
(fonte Ansa)
Ha scatenato numerosissime reazioni l'articolo pubblicato dal geosifico Enzo Boschi, professore ordinario di Sismologia all'Università di Bologna, nella sezione Scienza di Agi (qui), in cui viene criticato aspramente il presidente di Ingv Doglioni e più in generale il metodo di lavoro di tutto l'istituto.
Il professor Emanuele Tondi, geologo e responsabile della Sezione di Geologia della Scuola di Scienze e Tecnologie dell'Università di Camerino, non ci sta e spiega i motivi di tanta acrimonia da parte di Boschi verso i suoi ex colleghi.
"Il professor Boschi (ex Presidente Ingv) è in conflitto con il prof. Doglioni (attuale Presidente Ingv), proprio a causa degli eventi del 2009 a L'Aquila, come chiaramente emerge dalla sua intervista.
Quello che dispiace" afferma il professor Tondi "è che per motivi puramente personali, cercando di vendicarsi su Doglioni, non si fa scrupoli nè della "paura" delle persone, già duramente provate, nè di screditare un importante ed eccellente ente nazionale che lui stesso ha contribuito a creare.
L'Ingv non rassicura nessuno, come non lo faccio io. Con le sue note spiega semplicemente come stanno le cose, suggerendo sempre la stessa cosa: prevenzione.
Se leggete il mio post del 4 Aprile (qui), che è simile alla nota Ingv pubblicata poi il 6 aprile (qui), potrete leggere come quello che afferma oggi Boschi c'è già tutto. Ci sono i terremoti storici avvenuti tra il 1700 e il 1800 a nord di Muccia (tra Camerino e Cagli), messi per altro in relazione con gli eventi avvenuti nel 1703 più a sud. Questo però non significa che gli attuali eventi non siano comunque da considerarsi aftershocks associati ai forti terremoti di fine ottobre 2016. Poi, il prof. Boschi forse non sa che, a differenza de L'Aquila, a Muccia non sono note grandi faglie in grado di generare forti terremoti (come quelli di fine ottobre 2016).
Fossi in lui mi preoccuperei di più della zona di Tredozio in provincia di Forlì e Cesena, più vicina a Bologna, dove abita. La zona è ad alta pericolosità sismica e l'ultimo forte terremoto di magnitudo stimata pari a 6,1 è avvenuto nel lontano 1561".
(foto della Sezione CAI di Ascoli Piceno)
Un piccolo corteo funebre ha accompagnato Pamela Mastropietro, la 18enne romana uccisa a fine gennaio a Macerata e ritrovata a pezzi in due valigie, fin davanti la chiesa Ognissanti di via Appia Nuova, dove ha appena aperto la camera ardente e alle 11 si celebreranno i funerali.
Dietro al carro funebre la mamma Alessandra con un mazzo di rose rosse. Ad attendere fuori dalla chiesa il feretro di Pamela, in una bara bianca, diversi amici.
All'esterno della parrocchia di via Appia alcune amiche hanno esposto uno striscione rosa con su scritto "Infinitamente... manchi ma ci sei!". Oggi in occasione dei funerali è stato proclamato il lutto cittadino a Roma e Macerata. Tra le numerose corone di fiori presenti in chiesa, quella della sindaca di Roma Virginia Raggi, della nonna Giovanna, dei professori e di Luca Traini, l'uomo che per 'vendicare' la ragazza sparò all'impazzata a Macerata contro alcuni migranti qualche giorno dopo il ritrovamento del corpo della ragazza. (Ansa)
Dopo lo straordinario risultato conseguito alle elezioni del 4 marzo e in vista delle amministrative del 10 giugno che porteranno al voto i cittadini di 16 comuni marchigiani, la Lega punta a radicarsi sul territorio con un’importante campagna di tesseramento. Sabato 5 e domenica 6 maggio sarà rilanciata in tutte le Marche e la Lega scenderà in piazza con quasi 50 banchetti e gazebo.
“Il tesseramento sta andando a gonfie vele – spiega il senatore Paolo Arrigoni, Commissario della Lega nelle Marche - dopo il 18% che la Lega ha raggiunto alle elezioni politiche, è un altro forte segnale che i marchigiani hanno voglia di cambiamento e che sono disposti a mettersi in gioco in prima persona. Questo weekend, grazie ai suoi militanti e ai volontari, la Lega sarà presente nelle piazze in tutte le provincie delle Marche e i cittadini potranno iscriversi per dare ancora più forza a Matteo Salvini e alla rivoluzione del buon senso”.
I gazebo saranno, sabato 5, a Civitanova (corso Umberto, dalle 9-13 e dalle 15-19), a Tolentino (piazza Maururzi dalle 10-12.30 e dalle 16-20) e Porto Recanati (corso Matteotti dalle 15 alle 19). Domenica a San Ginesio (Piazza Gentil, ore 9-13), a Sarnano (piazza Libertà ore 9-13 e 16-18) e Tolentino (piazza Maururzi ore 10-12.30 e 16-20).
La notizia dei conti correnti che diventano sempre più cari ovviamente non farà piacere ai tanti correntisti italiani. Niente panico, però: si tratta di un aumento che può essere arginato. Si sono alzate molte critiche a questo proposito, non solo da parte dei cittadini ma anche degli enti che monitorano la situazione: l’aumento dei costi dei conti rischia di diventare un autentico salasso, fra l’altro non bilanciato dagli interessi attivi, ai loro minimi storici. È un discorso che riguarda soprattutto i grandi istituti di credito, resisi protagonisti degli aumenti più alti in assoluto: un conto corrente oggi, se scelto e usato in modo non idoneo, può arrivare a costare fino al 40% in più rispetto a quattro anni fa. C’è dunque l’esigenza di capire meglio dove si annidano questi costi extra, così da cercare di porvi rimedio.
35 euro in più rispetto al 2013
Secondo le analisi condotte dalle compagnie specializzate, è emerso un notevole rincaro dei costi relativi all’operatività dei conti correnti: si arriva infatti a picchi del +40% rispetto al 2013. Se prima un conto di questo tipo arrivava a costare circa 80 euro, oggi la spesa per il conto corrente sale fino a 115 euro. La motivazione “pratica” di tutto ciò, è dovuta all’impennata dei costi relativi ad alcune voci specifiche: il canone annuo, ad esempio, ma anche le commissioni su prelievi e bonifici eseguiti allo sportello, insieme alle spese per la carta di credito e ai costi degli assegni. Quali sono, invece, le motivazioni che hanno spinto gli istituti di credito verso questa direzione? Le banche si sono difese sottolineando l’aumento dei tassi negativi imposti dalla BCE (Banca Centrale Europea): sarebbe anche questa la motivazione alla base del rendimento quasi nullo degli interessi attivi. In realtà, la prospettiva sarebbe più ampia: secondo il Codacons, infatti, gli istituti di credito si starebbero rifacendo sui correntisti per assorbire i costi della crisi bancaria, aumentando le spese dei conti.
Come combattere il rincaro dei conti correnti?
Si tratta di rincari che coinvolgono principalmente i conti correnti tradizionali, dunque la soluzione più pratica è quella di andare a caccia di alternative, come gli istituti di credito digitali. Questi hanno infatti tagliato molti dei costi totali e alcuni, come CheBanca, ad esempio, danno anche la possibilità di aprire un conto corrente a zero spese. Tra le voci di costo che risultano tagliate dalle banche digitali troviamo, ad esempio, i movimenti bancari, le spese del canone, gli assegni e i prelievi in filiale. L’opzione dei conti correnti digitali risulta essere la preferita soprattutto dai giovani, come mostrano i dati: secondo il report 2018 dell’Ocse, infatti, i Millennials scelgono sempre più spesso la soluzione digitale. I dati ci dicono infatti che il 50,4% dei correntisti compresi fra 18 anni e 25 anni ha scelto di aprire un conto online; a spingerli verso questa direzione, i vantaggi portati dall’azzeramento dei costi di gestione e dalla possibilità di gestire il proprio conto da casa o da smartphone.