C'è grande apprensione nell'area devastata dal sisma nel 2016 per le continue scosse che da diversi giorni stanno interessando in modo particolare l'area di Muccia e Pieve Torina.
Se da un lato i sismologi di Ingv parlano di normale sequenza di aftershocks all'interno di quella attivatasi nel 2016, il geosifico Enzo Boschi, professore ordinario di Sismologia all'Università di Bologna, in un articolo pubblicato nella sezione Scienza di Agi chiede se ci sia invece da preoccuparsi.
"Nell’ultimo mese nell'area di Muccia si sono verificate circa 2200 scosse sismiche. A proposito di Muccia il presidente dell’INGV attualmente in carica, Carlo Doglioni, il 10 aprile ebbe a dichiarare a UnoMattina, RaiUno: “Difficile prevedere se ci saranno ulteriori scosse ma quello che sta succedendo è nell'ordine naturale dell'assestamento" una frase che non vuol dir niente ma che ha lo scopo evidente di tranquillizzare.
Dopo il 10 aprile di scosse ce ne sono state moltissime. “Ordine naturale dell’assestamento” è una locuzione assolutamente priva di significato sul piano scientifico e inutile per gli scopi della Protezione Civile. Meraviglia una dichiarazione inutile e tanto pilatesca da parte di un personaggio che da almeno sette-otto anni dichiara di poter prevedere i terremoti analizzando proprio le sequenze sismiche.
A L’Aquila si verificarono circa 300 scosse nei mesi precedenti il terremoto del 6 aprile 2009. A Muccia solo in un mese ne sono già state registrate più di 2.200! A questo punto non si può certo negare che a Muccia i terremoti non “aumentino di numero”. Allora è lecito pretendere di sapere da Doglioni che cosa succederà nell’immediato futuro a Muccia e nei suoi dintorni.
La mia opinione a proposito di Muccia, per quel poco che vale, è decisamente diversa da quella dell’attuale vertice INGV, secondo me permeata da un ottimismo d’accatto senza alcuna base scientifica.
Fino al terremoto del 10 aprile le scosse si erano distribuite in modo casuale all'interno della vasta area interessata dalla sequenza e si potevano considerare come la normale evoluzione del fenomeno. Potevano essere interpretate come ulteriori rotture di tanti piccoli segmenti di faglia. La scossa di Muccia del 10 aprile e la successiva sequenza ha modificato drasticamente questa visione. Non può assolutamente tranquillizzare il fatto che il terremoto di Muccia sia avvenuto all'estremità nordoccidentale della zona appenninica finora attivata. Non è vero che quello che stiamo osservando nelle ultime settimane possa essere minimizzato a “ordine naturale assestamento”, qualunque cosa significhi.
Temo, visto l’andazzo, che venga ignorata l’attuale situazione di Muccia e delle zone vicine. Finora ci si è limitati a invocare “l’ordine naturale dell‘assestamento” in maniera grottesca. Più che i vertici dell’INGV, che ormai sembrano disinteressati alla moderna Sismologia applicata alla sismicità del nostro Paese, spero che queste considerazioni arrivino ai vari organi di Protezione Civile.
Concludendo, per il principio di precauzione, mi permetto di invitare tutti coloro che ne hanno la responsabilità e la capacità di mettere in atto tutte le possibili misure preventive a Muccia e nelle zone circostanti. Non è detto che il terremoto arrivi ma è sempre meglio e doveroso essere comunque preparati".
Il testo integrale dell'intervento di Boschi si trova qui
Il video di un momento di relax, al termine di una inaugurazione, postato su Facebook dal presidente Ceriscioli; la terra che trema senza sosta, la tragica notizia di Castelsantangelo sul Nera che ancora é fresca nella mente di tutti. E' il mix per una nuova giornata che si chiude in polemica.
Ma andiamo per ordine: questo pomeriggio il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, nha partecipato all'inaugurazione della nuova scuola di Sarnano. Nel visitare la palestra, le radici pesaresi prendono il sopravvento e, pallone da basket in mano, il presidente lascia partire la tripla. Canestro perfetto e esultanza. Il tutto filmato e poi postato sulla pagina Facebook.
Niente di particolare. Anzi, un momento di gioco in una giornata di responsabilità. Ma quell'esultanza e quel video non sono passati inosservati. Soprattutto oggi, all'indomani della tragedia dell'imprenditore di Castelsantangelo sul Nera suicidatosi ad Alba Adriatica, dopo mesi a fare i conti con una burocrazia ottusa e una ricostruzione che non sembra voler partire. A questo, poi, si sono aggiunte le continue scosse di oggi. E quel video é diventato motivo di commenti al vetriolo.
"Il presidente - commentano sulla pagina 'Terremoto centro Italia' - non soltanto si diverte a giocare e ad esultare dopo un canestro, ma posta anche il video su Facebook. Signor presidente, le ricordiamo che non più tardi di 36 ore fa l'ennesimo terremotato non ha trovato altra via che togliersi la vita! Non abbiamo prospettive e non riusciamo a credere in un futuro che ci restituisca la nostra vita dissoltasi insieme alle macerie delle nostre case. Vada in ufficio, lavori giorno e notte, scherzi poco, perché c'é poco da scherzare".
"Intanto Massimo non c'é più - fanno eco quelli di Insieme per Ricostruire in un altro commento - Un uomo che amava la vita più di ogni altra cosa, un uomo meraviglioso, un uomo a cui le istituzioni hanno negato la dignità di vita. Una vita spezzata, una vita di cui le istituzioni continuano a disinteressarsi....loro giocano, rilasciano interviste...non abbiamo sentito alcun messaggio di cordoglio. Chissà se domani qualcuno di loro verrà al funerale a chiedere perdono a Massimo".
Gita fuori porta, fava, pecorino, ciauscolo e carne grigliata: è questo il Primo maggio tipico dei marchigiani. Lo sottolinea Coldiretti Marche: 6 mila quintali di fava fresca sono stati raccolti per essere consumati in questa circostanza.
"Il movimento turistico del ponte del Primo Maggio - osserva ancora la Confederazione - potrà andare anche a sostegno delle zone colpite dal terremoto con la spesa del cosiddetto 'pranzo al sacco' da fare direttamente sul posto per aiutare l'economia dell'entroterra ferito". L'appuntamento "è vera linfa vitale per la rinascita e contro l'abbandono dell'Appennino" e "aziende agricola con la vendita diretta ma anche agrichef del territorio sono pronti ad accogliere turisti ed escursionisti".
Filiera corta anche per altri prodotti come il ciauscolo Igp, il pecorino marchigiano, le carni da grigliare proposti nei mercati di Campagna amica. Quanto al carciofo, che a causa di neve e gelo ha subito perdite del 50% in Vallesina, la produzione ammonta a 4 milioni di quintali.
Le abitazioni, in via Adige 14 a Sant'Elpidio a Mare, di Stefano Marilungo, morto a 65 anni durante una rapina, e del fratello Sergio sono state passate al setaccio dagli esperti del Ris dei carabinieri di Ascoli Piceno alla ricerca di elementi utili per individuare i responsabili del colpo finito in tragedia. Sabato scorso, secondo quanto ricostruito, in 3 si sono presentati all'agenzia funebre dei Marilungo, forse fingendosi potenziali clienti. Ma invece di richiedere i servizi dell'agenzia, i tre hanno aggredito Marilungo, picchiandolo e immobilizzandolo a una sedia, quindi coprendogli la bocca per non farlo urlare. L'uomo era però riuscito a chiedere aiuto, il fratello era sceso dal piano superiore per andare in soccorso a Stefano, subendo però lo stesso trattamento. I rapinatori hanno cercato di racimolare quanto possibile poi si sono allontanati. Sergio è riuscito a liberarsi e chiedere aiuto, ma per Stefano era troppo tardi. Mercoledì 2 maggio sul 65enne, presumibilmente morto per asfisia, sarà eseguita l'autopsia. Il fratello Sergio, di 72 anni, che era stato ricoverato in stato di choc e con varie contusioni per le percosso subite dai rapinatori, è stato dimesso oggi. Subito dopo è stato sentito come testimone per diverse ore dai carabinieri, che stanno conducendo le indagini coordinati dal comandante provinciale Ciro Niglio. Al momento tutte le piste restano aperte, in corso anche una verifica dei conti bancari e del materiale informatico della ditta. In via Adige, in un quartiere popolare, l'atmosfera è di tensione: la gente ha paura.
Lo scorso anno nelle Marche si sono verificati quasi 19mila infortuni sul lavoro denunciati di cui 33 mortali e nei primi tre mesi di quest'anno sono morti altri quattro lavoratori. A denunciare una nuova crescita degli infortuni sul lavoro anche nella regione sono le segreterie regionali di Cgil Cisl e Uil. "La salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro" è il tema della manifestazione nazionale dei sindacati che si terrà domani a Prato per il Primo Maggio. Nelle Marche, scrivono Cgil Cisl e Uil, i dati "sono allarmanti e inaccettabili: interrogano tutti, sindacati, imprese e istituzioni perché tutti devono rare la propria parte per affermare la cultura della sicurezza, della prevenzione e della qualità del lavoro". Servono "un rinnovato impegno di tutti i soggetti in campo e un investimento maggiore in termini di prevenzione e controlli, a partire da quelli del servizio prevenzione dell'Asur che deve essere potenziato al più presto, incrementando adeguatamente le risorse a esso destinate".
(fonte Ansa)
Ha approfittato di un attimo di distrazione della barista per arraffare il cassetto della cassa e scappare. Ma la fuga con il bottino è durata ben poco perché il presunto ladro è stato rapidamente bloccato dai carabinieri. L'episodio si è verificato nel primo pomeriggio di oggi al Baretto di Montegranaro. I militari dell'Arma ora stanno ricostruendo nei dettagli quanto accaduto anche sulla scorta delle testimonianze raccolte, verificando eventuali collegamenti con fatti simili.
Si è tenuta a Roma la premiazione del concorso scolastico nazionale "Sulle vie della parità", promosso da Toponomastica Femminile.
Quattro le scuole marchigiane premiate, selezionate l`8 marzo ad Ancona nella sede della Regione Marche nell`ambito della sezione locale del concorso "Sulle vie della parità nella Marche", promosso dall'Osservatorio di Genere, patrocinato dalla Commissione per le Pari Opportunità tra uomo e donna della Regione Marche (Cpo) dal Consiglio delle Donne del Comune di Macerata, in collaborazione con il Sistema Museale dell'Università di Camerino, il blog di divulgazione astronomica delle Nane Brune, Cgil Marche, Cisl Marche e Uil Marche con il contributo del Soroptimist Club Fermo.
Alla presenza di Laura Boldrini, sono stati premiati: ITE Gentili di Macerata con il progetto “Strade che aggregano - Vie al femminile Macerata” e focus su “La piccola umanità internata: il vicolo delle orfane”; IIS Carlo Urbani di Porto Sant'Elpidio con i progetti “Dalle strade del Rione alle vie dell’emancipazione e dell’identità: le Cappellette sangiorgesi” e "Il ruolo produttivo delle donne nella realtà elpidiense"; IIS Mattei di Recanati con il progetto “Donne Storiche di Recanati"; IIS Polo 3 Olivetti di Fano con i progetti "Mameli Rap" e “Memorie di donne - staffette per la libertà”.
L`inno "Mameli Rap" in particolare verrà inviato al presidente Mattarella per valorizzare lo spirito paritario e inclusivo che ha guidato i ragazzi e le ragazze nell'ideazione dei lavori.
Tutti i progetti hanno saputo cogliere il valore della presenza femminile nei vari contesti (dalla Resistenza al lavoro) con originalità e sviluppando le competenze acquisite nel percorso scolastico.
La riscoperta delle donne della Resistenza, del tessuto economico e produttivo locale, della cultura e della nostra Storia è stato possibile sulla scia del progetto dell`Osservatorio di Genere #leviedelledonnemarchigiane, confluito nella pubblicazione omonima del 2017.
L'Osservatorio di Genere, soddisfatto del successo ottenuto, ringrazia in particolareil club Soroptimist di Fermo che ha sostenuto il concorso offrendo ai ragazzi e alle ragazze il viaggio a Roma.
Uno studente si avvicina al professore con un accendino acceso e la classe che, in coro, lo incita: "Bruciamo il prof". Poi un secondo studente arriva davanti al docente e gli rifila uno spintone. E' l'estrema sintesi di un video che gira ormai da giorni e che è stato girato in un istituto professionale di Pesaro.
Protagonisti quattro ragazzi, tutti maggiorenni, e una preside che, però, non si é fatta per nulla intimorire. I quattro giovani dovranno ripetere l'anno e le immagini del video sono state consegnate anche ai carabinieri.
Secondo appuntamento con la rubrica Chiedilo all'avvocato, curata dall'avv. Oberdan Pantana.
Le prime mail dei lettori arrivate all'indirizzo info@picchionews.it, hanno riguardato diversi argomenti, ma le domande più ricorrenti sono state quelle relative al maltrattamento di animali e a come giuridicamente la legge tutela i nostri amici a quattro zampe.
In particolare, abbiamo scelto la mail di una nostra lettrice di Cingoli che chiede all'avv. Pantana: "Gentile avvocato, capita purtroppo sempre più spesso di leggere sulla stampa notizie relative al maltrattamento di animali, in particolare cani e gatti. In che modo è possibile fare in modo che certe situazioni vengano evitate oppure, qualora non si possa intervenire in tempo, denunciare e punire i colpevoli?"
Il delitto di maltrattamento di animali di cui all’art. 544-ter c.p. è stato introdotto dall’art. 1 L. 20 luglio 2014 n. 189, con cui sono state incriminate condotte, talune delle quali già previste dalla contravvenzione di cui all’art. 727 c.p. “Abbandono di animali”, oggetto anch’essa di riformulazione.
Nello specifico l’art. 544-ter c.p. prevede quanto segue: “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.
La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi.
La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell'animale”.
Pertanto, nel primo comma vengono ricomprese le seguenti condotte:
a) Aver cagionato per crudeltà o senza necessità una “lesione”; a tal proposito, la Corte di Cassazione ha ritenuto come la nozione di “lesione”, sebbene non necessariamente coincidente con quella prevista dall'art. 582 c.p. delle “Lesioni personali”, implichi comunque la sussistenza di un'apprezzabile diminuzione della originaria integrità dell'animale che, pur non risolvendosi in un vero e proprio processo patologico e non determinando una menomazione funzionale, sia comunque diretta conseguenza di una condotta volontaria commissiva o omissiva (si v. Cass. III, n. 32837/2013);
b) Condotte di sevizie, comprensive di “tutte le forme di crudeltà verso animali, offensive del sentimento di pietà e compassione per gli stessi”;
c) Condotte consistenti nella sottoposizione dell'animale ad attività insopportabili per le sue caratteristiche etologiche; in sede di legittimità, si è precisato come la nozione di “comportamenti insopportabili per le caratteristiche etologiche” non assuma un significato “assoluto” (inteso come raggiungimento di un limite oltre il quale l’animale sarebbe annullato), ma un significato “relativo”, nel senso del contrasto con il comportamento proprio della specie di riferimento come ricostruita dalla scienza naturale (Cass. III, n. 39159/2014), che ne precisa il contenuto riferendolo alla collocazione degli animali in ambienti non adatti alla loro naturale esistenza, inadeguati dal punto di vista delle dimensioni, della salubrità, delle condizioni tecniche.
Nel secondo comma vengono invece incriminate le condotte di:
Somministrazione di “sostanza stupefacente o vietate”; da intendersi, in senso descrittivo come “ogni sostanza, naturale o sintetica, che, somministrata agli animali, risulti idonea a determinare in essi uno stato di alterazione fisica o psichica con effetto drogante”. Quanto, invece, alle sostanze vietate, per esse il richiamo vale alle norme che proibiscono la somministrazione di determinate sostanze agli animali (vi rientrano la norme che puniscono l'utilizzo di estrogeni nell'allevamento del bestiame, di cui alla d.l. 4 agosto 1999, n. 336, art. 32), o comunque, la “Sottoposizione a trattamenti che procurano un danno alla loro salute”.
Per la previsione di cui al terzo comma dell'art. 544-ter c.p., ovvero la morte dell’animale, dal punto di vista dell'ascrizione soggettiva, l'imputazione dell'evento “morte”, benché non coperta dal dolo, neanche “eventuale”, configurandosi altrimenti il delitto di cui all'art. 544-bis c.p. “Uccisione di animali”, deve comunque, secondo le regole fissate dall'art. 59, comma 2, c.p., essere ascrivibile almeno a colpa, dunque porsi come conseguenza prevedibile delle condotte di cui ai commi che precedono.
Pertanto, configurano il reato di maltrattamento di animali i seguenti fatti di cronaca che quotidianamente veniamo a conoscenza perché avvenuti anche localmente quali:
1)Tiene il proprio cane in isolamento e senza una cuccia adeguata: condannato
Ha tenuto il proprio cane – un pastore tedesco – legato per diversi giorni a una catena. Gli ha negato l’assistenza igienica, l’acqua e il cibo. Per concludere, l’ha obbligato a utilizzare una pseudo cuccia in cemento, che non gli offriva alcun riparo dal freddo e dalle intemperie.Più che un padrone, un aguzzino, e difatti i giudici lo hanno condannato a sei mesi di reclusione per “maltrattamento di animali”. Inequivocabili le condizioni del quadrupede: “stato di magrezza e deperimento” così avanzato da provocargli un collasso (Cassazione, sentenza n. 8036/18, sez. III Penale, depositata il 20 febbraio).
2)Cane bastonato: padrone condannato a pagare 10mila euro di multa
I guaiti del cane inchiodano il padrone. Essi vengono ripetutamente percepiti dai vicini di casa, che ne fanno un resoconto dettagliato alle forze dell’ordine, allertate a seguito della segnalazione relativa a un colpo di bastone dato dall’uomo sulla testa del quadrupede. Consequenziale la condanna per maltrattamenti (Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 38182/17, depositata oggi).
3)Collare elettrico per addestrare il cane: è maltrattamento
Disponibile online, pubblicizzato assai, proposto a prezzi variabili (da un minimo di 120 euro a un massimo di 290 euro), e talora anche recuperabile in ‘offerta’ (ad esempio, su ‘Ebay’ lo si trova a 32 euro). Eppure è da considerare ufficialmente vietato...Di cosa si parla? Del cosiddetto ‘collare elettrico’, o ‘collare d’addestramento’, da impiegare, secondo alcuni ‘teorici’, per ‘indirizzare’ il proprio cane. Ma, in realtà, da considerare, senza alcun dubbio, come strumento di tortura per l’animale. (Cassazione, sentenza n. 38034, Terza sezione Penale, depositata oggi)Correzione? Decisivo è il ritrovamento di un cane, che vaga «incustodito sulla pubblica via»: a richiamare l’attenzione è il suo collare, che risulta essere un «collare elettronico».Caratteristiche dell’apparecchio? Produrre scosse di varia intensità sul collo dell’animale, ovviamente su input del padrone con un apposito telecomando a distanza, per «reprimere», sempre secondo i ‘teorici’, «comportamenti molesti».Ma questa strumentazione – di vago richiamo medievale... – è da considerare assolutamente vietata, almeno in Italia. Per questo motivo, il padrone dell’animale viene condannato – su decisione del Giudice per le indagini preliminari – per aver detenuto il cane «in condizioni incompatibili con la sua natura, e produttive di gravi sofferenze».Ad avviso dell’uomo, però, è stato trascurato un particolare importante: il collare elettrico, «se utilizzato correttamente», è «necessario per un utile addestramento dell’animale, provocandogli solo una lieve molestia».No, maltrattamento. L’obiezione proposta dal padrone del cane, però, viene respinta in maniera netta dai giudici della Cassazione, i quali ribadiscono, a chiare lettere, che «il collare elettronico» è da considerare «certamente incompatibile con la natura del cane». Perché l’«addestramento», che si presume di poter così realizzare, è «basato esclusivamente sul dolore» e «incide sull’integrità psico-fisica del cane, poiché la somministrazione di scariche elettriche per condizionarne i riflessi ed indurlo, tramite stimoli dolorosi, ai comportamenti desiderati produce effetti collaterali quali paura, ansia, depressione ed anche aggressività».Come si può parlare, allora, di «addestramento»? Piuttosto, è logico considerare gli «effetti» del ricorso al collare elettrico sul «comportamento dell’animale» come «maltrattamento» in piena regola.Proprio per questo, è da confermare in toto la condanna nei confronti dell’uomo, così come decisa dal Giudice per le indagini preliminari.
3)Apppalti a iosa con i Comuni e quadrupedi ammassati: sigilli al ‘canile lager’.
Vero e proprio ‘lager’, quello scoperto: nel contesto di un canile i quadrupedi erano letteralmente ammassati, comunque oltre la propria capienza massima, tutto ciò con il chiaro obiettivo di massimizzare i profitti.Evidente la fondatezza delle accuse mosse ai proprietari della struttura: regge, cioè, l’ipotesi della contestazione di maltrattamento di animali. E, di conseguenza, regge anche il provvedimento di sequestro preventivo del canile (Cassazione, sentenza n. 37859, sez. III Penale, depositata oggi).Riferimento fondamentale, a questo proposito, le «condizioni nelle quali gli animali erano custoditi, condizioni incompatibili con la natura degli animali e produttiva di gravi sofferenze e sevizie».
4) L’abbaio di Fido chiuso da ore in auto a più di trenta gradi basta e avanza per una condanna.
Non serve ulteriore prova della sofferenza grave, quando un cane abbaia incessantemente, lasciato chiuso in auto per lungo tempo ad elevate temperature, in quanto il suo malessere è «condizione certamente intuibile con il senso comune e non necessitante visite specialistiche e/o perizie ad hoc (…) essendo nozioni di comune conoscenza divulgate in occasione di fatti di cronaca, nelle quali, da episodi analoghi, sono scaturiti eventi drammatici quali la morte». (Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 14250/15; depositata il 9 aprile).
Nel raccomandare di denunciare sempre e comunque questi brutti episodi alle autorità competenti, aspetto altri quesiti dei lettori di Picchio News cui poter rispondere nei prossimi appuntamenti con la rubrica Chiedilo all'avvocato.
Avv. Oberdan Pantana
Legati e picchiati perché rivelassero dove i rapinatori potessero trovare soldi e qualcosa di valore. Fino a morire. E' l'epiogo drammatico di una rapina che si è verificata oggi pomeriggio a Sant'Elpidio a Mare. Secondo quanto ricostruito, una banda di tre malviventi, intorno alle 16.30, è entrata in una casa di via Adige - al cui piano terra c'è un'agenzia funebre - aggredendo le due persone che si trovavano all'interno. I due, fratelli, sono stati legati e quindi pestati brutalmente, nell'intento evidente di far confessare loro la presenza di denaro contante o gioielli, magari della cassaforte. Dopo aver messo insieme un bottino, che risulterebbe di entità esigua, i tre banditi se ne sono andati. Uno dei due ostaggi è riuscito a liberarsi e a dare l'allarme, scoprendo però che l'altra persona era morta. Da un primo accertamento, il decesso dell'uomo, 65 anni, sarebbe da attribuire ad asfisia. Inutili i tentativi di soccorso da parte del personale dellla Croce azzurro.
Sull'episodio indagano i carabinieri.
La vittima è Stefano Marilungo, titolare, con il fraterllo maggiore, Sergio, dell'impresa d pompe funebri. Secondo quanto è stato ricostruito finora, i malviventi hanno suonata all'abitazione di Marilungo, forse fingendosi clienti, per poi aggredirlo per derubarlo. Non sono stati rinvenuti, infatti, segni di effrazione sul portone di casa. Il 65enne è stato quindi immobilizzato, legato a una sedia e picchiato. Per evitare che urlasse, gli è stata coperta la bocca, fino a provocarne la morte (saranno gli accertamenti medico legali a confermare o meno questa ipotesi). Mariulngo ha fatto in tempo a chiedere aiuto, il fratello Sergio, che vive al primo piano, è sceso immediatamente, richiamato dalla richiesta di Stefano e dagli insoliti rumori. I banditi, a volto scoperto, lo hanno fronteggiato, picchiando anche lui a calci e pugni per poi legarlo. Dopo aver rovistato in casa alla ricerca di qualcosa da portare via, i tre si sono allontanati. Sergio è riuscito a liberarsi e a dare l'allarme chiamando i soccorsi, purtroppo inutili, per il fratello.
"Quando nell’apparentemente lontano 9 settembre 2017 il Consiglio dei ministri nominò Paola De Micheli commissario straordinario alla ricostruzione le sue prime dichiarazioni furono: “E' un incarico importante e gravoso, lo affronterò con umiltà e determinazione" - “opererò non solo per la ricostruzione materiale delle zone colpite dal sisma, ma anche per la rinascita civile e sociale delle comunità"(fonte Ansa).
A parlare è Francesco Pastorella, Coordinatore Comitati Terremoto Centro Italia. "Non sapevamo cosa intendesse con queste parole" prosegue Pastorella "ma da umili terremotati, pensavamo avesse buone intenzioni e comunque, tutto sembrava fuorché, la volontà di trovare scuse ed espedienti per aggredire, proibire e addirittura denunciare penalmente quelle popolazioni già duramente colpite dal terremoto!
Un Commissario straordinario (straordinario di che ed in che cosa poi...) dovrebbe, a nostro avviso, prendere a cuore le esigenze delle persone sfortunate delle quali dovrebbe occuparsi e mettere in piedi tutte le misure possibili affinché questo stato negativo,inaccettabile e deprimente delle cose, cambi in maniera repentina e radicale.
Così non è stato, anzi.... nei pochi mesi in cui lei stessa è stata operativa, si ricordano gli innumerevoli tagli di nastro di Sae incomplete ed inutilizzabili (nessuna delle Sae “consegnate” durante le inaugurazioni fino a dicembre, potevano essere immediatamente abitate dal terremotato di turno!) o di opere finanziate da privati e dove i politici di turno hanno fatto a gara a presentarsi attribuendosi non si capisce quale merito e quale motivazione alla loro stessa presenza, visto che di pubblico ancora non è stato fatto nulla!
Da Dicembre il nostro amato Commissario De Micheli va in giro a raccontare che non può “agire o modificare” nulla di concreto e sostanzioso prima perché il parlamento era “depotenziato perché il governo stava per dimettersi, poi perché il governo,dimissionario, non avrebbe avuto la forza di modificare alcuna legge, poi perché effettivamente non vi era la possibilità di “legiferare” causa assenza di governo.
Nel frattempo... mancano ancora il 35% di Sae, i posti di lavoro perduti sono sulle migliaia di unità, la tutela sanitaria e contrattuale dei lavoratori delle Sae appare una chimera(c’è stato anche uno sciopero), i suicidi e l’incremento dell’uso di ansiolitici tra i terremotati sono purtroppo in costante aumento, la burocrazia blocca, de facto, le approvazioni delle(poche) pratiche presentate e registra un assurdo 16% nelle approvazioni, i villaggi Sae mancano di zone di aggregazione dove le comunità potrebbero confrontarsi e ritrovarsi, non è stata assolutamente istituita una vera zona franca urbana differenziata per danni subiti, gli incentivi ci sono soprattutto da chi viene da fuori e non c’è alcuna priorità alle imprese/ lavoratori colpiti dal terremoto, non è stato fatto assolutamente nulla per dare la possibilità ai non residenti di rientrare ed alimentare quel flusso commerciale indispensabile alle imprese locali non soltanto per il rilancio, ma per il semplice sostentamento delle loro attività, ma ci sono due record del quale questo premuroso Commissario può vantarsi:
1) AVER IMPOSTO IL PAGAMENTO DELLE TASSE A CHI NON È IN GRADO DI PRODURRE CHIEDENDOGLI DI INDEBITARSI CON LE “SOLITE BANCHE” con tanto di lettera ai sindaci
2) AVER CONFEZIONATO UN DECRETO GRAZIE AL QUALE ALMENO 400 TERREMOTATI SONO STATI DENUNCIATI PENALMENTE ; DECRETO CHE, ANZICHÉ SALVARE, HA CONDANNATO SENZA APPELLO CHI DA SOLO, CON I PROPRI RISPARMI E SUL PROPRIO TERRENO, SI È COSTRUITO UNA CASETTA DI LEGNO TEMPORANEA PER NON ABBANDONARE LA PROPRIA ATTIVITÀ E/O GOVERNARE LE PROPRIE BESTIE!
Questa sarebbe la rinascita civile e sociale delle comunità? È questo che intendeva caro Commissario?
AVVISO A POLITICI E POLITICANTI: Il tempo concesso sta per scadere" conclude Pastorella "i terremotati sono stanchi di questo teatrino volto a spartirsi le poltrone! Dovete dare priorità ai problemi che non possono essere rimandati e vanno immediatamente affrontati. Non possiamo aspettare ancora!
Convocheremo i comitati dei cittadini e prenderemo insieme una decisione, ma non staremo di certo ad attendere e subite inermi queste incomprensibili ingiustizie!".
"Fate quello che vi pare, ma l'importante è che un nuovo governo lo facciate subito perché questo stallo penalizza le zone terremotate". Lo ha detto il sindaco di Arquata del Tronto Aleandro Petrucci durante l'inaugurazione della cittadella delle attività produttive a Pescara Del Tronto, frazione devastata dal sisma del 24 agosto, che sta ricominciando a vivere grazie alle Sae, alla chiesa e al sito della Tod' "Ora non si vedono più politici ma vedrete che torneranno - ha aggiunto, rivolgendosi ai presenti tra cui il commissario per la ricostruzione Paola De Micheli e il presidente della Regione Luca Ceriscioli -. Intanto andiamo avanti con gli interlocutori della Regione Marche". I cittadini terremotati continuano a lamentare ritardi. "A chi si lamenta dico che dobbiamo sacrificarci tutti. Perché tutti sono stati colpiti da questo terremoto. Se qualcuno è scontento, pazienza - ha concluso Petrucci -. Anche perché ho ancora tre anni e due mesi per completare il mio mandato".
"Non siete da soli, noi ci siamo. Non ci sarà un nuovo governo, ma attraverso noi il governo è comunque sempre presente nelle zone terremotate". A stretto giro è arrivata la risposta al sindaco di Arquata da parte del commissario per la ricostruzione Paola De Micheli, durante l'inaugurazione della cittadella delle attività produttive nella frazione di Pescara del Tronto. "Da settimane stiamo inaugurando piccoli pezzi della ricostruzione. Siamo come i montanari - ha aggiunto De Micheli - che quando scalano le montagne vanno avanti a piccoli passi, non a strappi, altrimenti rischiano di non avere più le forze. Dobbiamo avere quindi un passo regolare. I numeri attuali - ha concluso - non sono ancora soddisfacenti, ma dimostrano che abbiamo invertito la tendenza e che stiamo proseguendo sulla strada giusta". (Ansa)
l contribuenti possono fruire dell'agevolazione per interventi di miglioramento sismico di edifici (il cosiddetto "Sismabonus") anche nel caso di opere di demolizione e ricostruzione di un edificio con la stessa volumetria di quello preesistente, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l'adeguamento alla normativa antisismica. È il principale chiarimento della risoluzione n. 34/E, con la quale l'Agenzia delle Entrate spiega anche che ai lavori di demolizione con ricostruzione si applica l'aliquota Iva agevolata del 10%. Con questa la Risoluzione, l'Agenzia specifica che il "Sismabonus" può essere fruito anche da coloro che, possedendo o detenendo l'immobile in base a un titolo idoneo decidono di demolirlo e ricostruirlo con la stessa volumetria di quello preesistente, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l'adeguamento alla normativa antisismica. Tale intervento, infatti rientra tra quelli di ristrutturazione edilizia e non di nuova costruzione.
In risposta all'interpello di tre comproprietari. inoltre, le Entrate chiariscono che questi soggetti posano dividere le spese in proporzione alla spesa sostenuta da ciascuno. Infine la risoluzione afferma che ai lavori di demolizione con ricostruzione si applica l'aliquota lva agevolata del 10% prevista per gli interventi di ristrutturazione edilizia, a condizione che le opere siano qualificate come tali dalla relativa documentazione amministrativa.La legge di Bilancio per il 2017 ha modificato la detrazione del 50% in relazione alle spese sostenute dal 1 gennaio 2017 al 3 dicembre 2021 per l'adozione di misure antisismiche su edifici che siano situati nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zone I e 2) o a minor rischio (zona sismica 3). La detrazione del 50% per lavori antisismici va calcolata su un ammontare massimo di 96.000 euro per unità immobiliare (per ciascun anno). La percentuale di detrazione sale al 70% della spesa sostenuta se la realizzazione degli interventi determina il passaggio a una classe di rischio inferiore e aumenta all'80% se l'intervento consegue il passaggio a due classi di rischio inferiori.
Due gemelli, figli di due padri, sono stati registrati all'anagrafe di Gabicce Mare, piccolo centro del litorale marchigiano. Il caso di Torino, dove un bimbo, figlio però di due mamme, è stato iscritto qualche giorno fa all'anagrafe, ha fatto da apripista.
Negli stessi giorni, anche il piccolo Comune (poco più di 5.000 abitanti) si è occupato di una nuova famiglia omogenitoriale. I due uomini si sono uniti civilmente e hanno scelto di far nascere i loro bambini (una coppia di gemelli, un maschio e una femmina) negli Usa. La coppia, residente a Gabicce Mare, si è immediatamente recata presso i Servizi Demografici del Comune per trascrivere il provvedimento straniero di nascita dei due figli, con l'assistenza dell'avvocato trentino Alexander Schuster del Foro di Trento, noto per seguire in Italia casi di questo tipo. "Non si tratta solo del riconoscimento di diritti civili, ma di un'azione di civiltà" dice il sindaco Domenico Pascuzzi. (Ansa)
Cucine Lube torna a recitare un ruolo di primo attore sul palcoscenico della “Foire de Paris”, il più importante appuntamento fieristico francese del settore del mobile, di scena negli spazi espositivi di Paris Expo a Porte Versailles, nella capitale transalpina, dal 27 aprile all’8 maggio.
Negli oltre 250 mq di esposizione situata presso la Hall 7.3 Stand N085, i visitatori possono ammirare personalmente sette splendide composizioni di modelli moderni che esprimono il meglio del design italiano e della qualità incarnati nel marchio Cucine Lube: tra questi le prestigiose Clover, presentata nella versione Lux (apertura con gola, anta con profilo) con le finiture Gres Laminam, laccato e vetro, Oltre nello stile “Industrial” (versione Bridge, apertura con maniglia frontale) espresso dalle finiture Fenix, laccato effetto metallo e impiallacciato rovere invecchiato con nodi, fino alla best seller Immagina, e all’apprezzatissima Noemi, da sempre uno dei cavalli di battaglia dell’azienda marchigiana nel mercato d’oltralpe.
La partecipazione del marchio Cucine Lube alla “Foire de Paris” è il preludio all’inaugurazione del primo Lube Store ufficiale a Parigi, che avverrà tra qualche mese.
"La gestione rifiuti targata Pd segna un nuovo flop. Il Tar ha infatti messo in discussione il comma 1 del famigerato art. 35 dello Sblocca Italia che prevedeva la realizzazione di 8 nuovi impianti di incenerimento in diverse regioni italiane dall'Abruzzo, alla Puglia, dall'Umbria alle Marche".
Così i senatori della Lega Paolo Arrigoni e Luca Briziarelli dopo la pronuncia del Tar del Lazio che, facendo seguito al ricorso presentato da alcune Associazioni ambientaliste, ha deciso di sospendere il Dpcm 10 agosto 2016 attuativo della norma "Sblocca Italia", rinviando il Decreto Legge e il coordinato decreto attuativo all'alta Corte di giustizia Ue.
“La motivazione alla base della scelta è emblematica: il Governo ha dato eccessivo peso al ruolo dei termovalorizzatori rispetto ad altre forme "virtuose" di gestione del rifiuto in un'ottica di economia circolare. La direttiva comunitaria - spiegano i leghisti - fissa una precisa gerarchia delle pratiche da adottare: in primo luogo la riduzione della produzione di rifiuti, a cominciare dagli imballaggi, poi il riuso e il riciclo dei materiali”.
“Da anni la Lega si batte per valorizzare il territorio e salvaguardare la salute dei cittadini con una visione a medio e lungo termine, attraverso l'individuazione di soluzioni mirate e non emergenziali. Questa vicenda sottolinea nuovamente l'inadeguatezza delle leggi messe in campo dal Governo Renzi, provvedimenti privi di carica innovativa, che non migliorano la qualità dell'ambiente e che, in un'ottica centralistica e arrogante - concludono Arrigoni e Briziarelli - riducono l'autonomia e lo spazio di manovra dei territori e delle istituzioni Regionali e locali”.
La capogruppo di FdI in consiglio regionale delle Marche e vice presidente della commissione Sanità, Elena Leonardi, richiama ancora fortemente l'attenzione dell'opinione pubblica sulla proposta di Legge 145 (disciplina delle sperimentazioni gestionali) dopo che la stessa è stata rinviata per un ulteriore approfondimento alla Commissione di competenza.
“Il rinvio non ci basta – dichiara la Leonardi – pretendiamo un cambio di passo da parte della giunta regionale, una seria e concreta modifica a quello che è davvero l'aspetto più importante della questione sanità nelle Marche, vale a dire lo studio, la programmazione e la definizione del nuovo Piano Socio Sanitario. Solo nel momento in cui – continua l'esponente di FdI- sarà stato delineato con chiarezza attraverso l'adozione del Piano Socio Sanitario, il nuovo scenario della sanità marchigiana, allora e solo allora potranno essere discussi aspetti quali appunto le sperimentazioni gestionali.”
“Ecco perché – prosegue la vice presidente della commissione Sanità – chiediamo un cambio di passo, ora c'è bisogno di elaborare un serio progetto politico in materia di sanità e rimettere ordine ad un territorio regionale che negli ultimi anni ha visto solo lo smantellamento di ospedali piccoli e medi con l'aggravante di un entroterra, già duramente provato dagli effetti del sisma, privato di importanti servizi sanitari".
“Fratelli d'Italia – dichiara la Leonardi – chiede ancora una volta a gran voce di fermare una riforma della quale non si conoscono obiettivi e strategie, ci vogliono partecipazione e chiarezza nelle scelte che riguardano il diritto alla salute; ed è anche per questo che continuano in maniera serrata in tutto il territorio regionale, le iniziative di Fratelli d'Italia volte alla raccolta firme per la salvaguardia della sanità pubblica, ad informare i cittadini e ad ascoltarne segnalazioni ed esigenze". Questa campagna denominata “Giù le mani dalla Sanità pubblica e Stop chiusura ospedali e riforma senza chiarezza”, che ha già visto banchetti e gazebo in tanti centri, vedrà la stessa Elena Leonardi e i militanti e dirigenti di Partito, presenti in questo fine settimana nella Provincia di Macerata (sabato mattina a Recanati e Civitanova, sabato mattina e pomeriggio a San Severino Marche e domenica mattina a Tolentino).
La sindaca di Roma Virginia Raggi ha firmato ieri un'ordinanza con cui si proclama il "lutto cittadino nel giorno della celebrazione delle esequie della giovane Pamela Mastropietro, che si svolgeranno in data 5 maggio 2018".
Raggi ordina "che negli edifici di Roma Capitale, delle società, delle aziende, delle istituzioni e delle fondazioni che fanno capo a Roma Capitale, per tutta la giornata di lutto cittadino, sia esposta a mezz'asta o abbrunata in segno di lutto la bandiera di Roma Capitale". L'invito a "tutti i cittadini e le organizzazioni sociali, culturali e produttive" è "a manifestare in occasione del lutto cittadino, nelle forme ritenute più opportune, il dolore e la partecipazione dell'intera città al lutto dei familiari della giovane Pamela Mastropietro". (Ansa)
"Ho letto di tutto riguardo quello che è successo a Visso" - Comincia così lo sfogo del sindaco di Visso, senatore Giuliano Pazzaglini, sulla doppia celebrazione del 25 Aprile nel suo comune (leggi qui).
Uno sfogo che il primo cittadino e neoparlamentare ha affidato a Facebook: "Ricostruzioni false di quanto accaduto, accuse, interpretazioni lontane dalla verità da parte di chi deve dire/scrivere qualcosa per forza come missione di vita. La cosa che mi ha colpito di più però è stata l’arroganza del PD, dimostrata dalle dichiarazioni di diversi suoi rappresentati.
Per questi 'signori' la manifestazione ufficiale della celebrazione era quella dell’Anpi, mentre la 'abusiva' sarebbe stata quella organizzata dal comune, a casa propria! Se possibile, sono ancora più convinto della legittimità della mia scelta".
Nella giornata di ieri 25 aprile c'è stata l'escursione Macereto-Casali organizzata dalla Guida Aigae (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche) Simone Gatto del Camoscio dei Sibillini, grazie anche alla collaborazione del gestore del Rifugio Casali Luca Ballesi e della Giornalista del TG3 Nazionale Patrizia Senatore.
Hanno partecipato molti dell'Associazione "Casali" e tanti altri escursionisti dal centro Italia.
L'escursione, semplice e di media lunghezza, è partita dal Bramantesco Santuario di Macereto del 1500, e attraversando l'altopiano di Macereto e i versanti del Monte Rotondo si è giunti alle porte di Casali di Ussita, borgo ancora non ufficialmente raggiungibile perché la strada d'accesso è vietata e inagibile e il centro del borgo è ancora zona rossa e in 18 mesi purtroppo i lavori di ripristino non sono ancora iniziati.