La notizia dei conti correnti che diventano sempre più cari ovviamente non farà piacere ai tanti correntisti italiani. Niente panico, però: si tratta di un aumento che può essere arginato. Si sono alzate molte critiche a questo proposito, non solo da parte dei cittadini ma anche degli enti che monitorano la situazione: l’aumento dei costi dei conti rischia di diventare un autentico salasso, fra l’altro non bilanciato dagli interessi attivi, ai loro minimi storici. È un discorso che riguarda soprattutto i grandi istituti di credito, resisi protagonisti degli aumenti più alti in assoluto: un conto corrente oggi, se scelto e usato in modo non idoneo, può arrivare a costare fino al 40% in più rispetto a quattro anni fa. C’è dunque l’esigenza di capire meglio dove si annidano questi costi extra, così da cercare di porvi rimedio.
35 euro in più rispetto al 2013
Secondo le analisi condotte dalle compagnie specializzate, è emerso un notevole rincaro dei costi relativi all’operatività dei conti correnti: si arriva infatti a picchi del +40% rispetto al 2013. Se prima un conto di questo tipo arrivava a costare circa 80 euro, oggi la spesa per il conto corrente sale fino a 115 euro. La motivazione “pratica” di tutto ciò, è dovuta all’impennata dei costi relativi ad alcune voci specifiche: il canone annuo, ad esempio, ma anche le commissioni su prelievi e bonifici eseguiti allo sportello, insieme alle spese per la carta di credito e ai costi degli assegni. Quali sono, invece, le motivazioni che hanno spinto gli istituti di credito verso questa direzione? Le banche si sono difese sottolineando l’aumento dei tassi negativi imposti dalla BCE (Banca Centrale Europea): sarebbe anche questa la motivazione alla base del rendimento quasi nullo degli interessi attivi. In realtà, la prospettiva sarebbe più ampia: secondo il Codacons, infatti, gli istituti di credito si starebbero rifacendo sui correntisti per assorbire i costi della crisi bancaria, aumentando le spese dei conti.
Come combattere il rincaro dei conti correnti?
Si tratta di rincari che coinvolgono principalmente i conti correnti tradizionali, dunque la soluzione più pratica è quella di andare a caccia di alternative, come gli istituti di credito digitali. Questi hanno infatti tagliato molti dei costi totali e alcuni, come CheBanca, ad esempio, danno anche la possibilità di aprire un conto corrente a zero spese. Tra le voci di costo che risultano tagliate dalle banche digitali troviamo, ad esempio, i movimenti bancari, le spese del canone, gli assegni e i prelievi in filiale. L’opzione dei conti correnti digitali risulta essere la preferita soprattutto dai giovani, come mostrano i dati: secondo il report 2018 dell’Ocse, infatti, i Millennials scelgono sempre più spesso la soluzione digitale. I dati ci dicono infatti che il 50,4% dei correntisti compresi fra 18 anni e 25 anni ha scelto di aprire un conto online; a spingerli verso questa direzione, i vantaggi portati dall’azzeramento dei costi di gestione e dalla possibilità di gestire il proprio conto da casa o da smartphone.
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