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Governo neutrale o voto subito? Lo abbiamo chiesto ai parlamentari maceratesi

Governo neutrale o voto subito? Lo abbiamo chiesto ai parlamentari maceratesi

Torneremo al voto, a luglio o più verosimilmente ad ottobre, oppure il Parlamento riuscirà a trovare una maggioranza intorno a figure tecniche proposte dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella? E' quello che si chiedono in tanti, a due mesi ormai dalle elezioni di marzo, finite con tanti sconfitti e nessun vincitore. E se si tornerà al voto, sarà con questa legge elettorale o c'é la necessità di tentare un cambiamento? Punti interrogativi che abbiamo posto ai cinque parlamentari maceratesi.

ON. FRANCESCO ACQUAROLI (FdI): Non vedo di buon occhio l’ipotesi di governi che faticherebbero a reggere, tecnici, neutrali o di garanzia che siano. Tuttavia, credo che tornare al voto con questa legge elettorale possa rivelarsi pericoloso per il Paese. Ritengo, quindi, che si debba fare un tentativo per cambiare il sistema di voto e garantire governabilità, nel minor tempo possibile. Ci sono questioni sul tavolo che non possono aspettare e, quindi, rimane una sola strada come sostiene il mio stesso gruppo parlamentare: provare a cambiare la legge elettorale e tornare al voto.

ON. MIRELLA EMILIOZZI (M5S): Comprendiamo lo sforzo che sta compiendo il presidente Mattarella, ma siamo contrari a un governo neutrale. Si tratterebbe di un altro esecutivo tecnico dopo il Governo Monti e purtroppo quella esperienza ce la ricordiamo fin troppo bene. Un governo neutrale sarebbe completamente slegato rispetto al voto espresso dagli elettori lo scorso 4 marzo, che hanno fatto scelte molto chiare. La soluzione deve essere politica e la politica si deve assumere le sue responsabilità e questo è quello che abbiamo fatto negli ultimi due mesi. Consci della situazione di stallo determinata da una pessima legge elettorale fatta dal Pd e avallata da Forza Italia e Lega, avevamo proposto ai partiti di far nascere un governo del cambiamento sedendoci intorno a un tavolo  e scrivendo insieme un programma di governo basato su punti condivisi, chiari e vincolanti per entrambe le forze. Niente spartizione di poltrone dunque, ma risposte concrete rispetto ai bisogni dei cittadini. Sappiamo com'è andata a finire: i partiti si sono tirati indietro dimostrando ancora una volta di avere più a cuore i loro interessi rispetto al bene del Paese. Preso atto del fatto che da parte loro non c'è alcuna volontà di collaborare, allora l'unica strada percorribile è quella di tornare a votare: il prima possibile.

ON. MARIO MORGONI (PD): La risultanza delle elezioni di marzo è che le forze che hanno vinto si sono dimostrate inaffidabili sulla capacità di dare vita a un governo. Ci sono situazioni per le quali non si può perdere tempo e penso in particolare alla questione terremoto: alcuni procedimenti normativi, ad esempio la soluzione ai piccoli abusi edilizi, non possono restare ancora fermi. Il rischio concreto, infatti, è che qualora si voti a luglio, il Parlamento ricominci a lavorare a settembre. Le forze che hanno vinto le elezioni oggi accampano la scusa della legge elettorale, ma in realtà tutti sapevano perfettamente con quale metodo si sarebbe votato. Prima hanno lusingato gli italiani, ora accampano la motivazione di una legge elettorale che non consentirebbe di fare un governo. Io non credo che il Parlamento debba 'svernare', ma ritengo che le forze che hanno raggiunto il 70 per cento dei voti e dei seggi se proprio non sono riuscite a mettere in piedi un governo, avrebbero come minimo sindacale almeno dovuto trovare un accordo, avendo i numeri, per approvare una legge elettorale.

ON. TULLIO PATASSINI (Lega): Matteo Salvini, con grande senso di responsabilità, sta ribadendo ormai da mesi che gli italiani non possono aspettare. Non c’è molto da dire, quindi, sulla situazione che si è venuta a creare e non vedo che due possibilità: un incarico a Matteo Salvini, oppure voto subito. E “subito” significa appena possibile, o più precisamente luglio, perché ci sono esigenze e questioni che il paese non può tenere in standby.

SEN. GIULIANO PAZZAGLINI (Lega): Governo “neutrale”, “di servizio”, con tecnici “che non potrebbero candidarsi”. Esattamente come è iniziato il governo Monti. No grazie, meglio elezioni a luglio. Non posso non concordare sull’opportunità di provare a cambiare la legge elettorale per garantire governabilità, tuttavia ho la sensazione che i tempi sarebbero troppo lunghi e non si riuscirebbe nemmeno per ottobre, mese in cui alcuni vorrebbero tornare al voto. L’empasse è il male assoluto, quindi ben vengano le elezioni a luglio. Anche perché, prima che un senatore, sono un terremotato e so benissimo, sulla mia stessa pelle, che ci sono territori che non possono permettersi di aspettare ancora e che hanno la necessità assoluta di uscire da una gestione oscena dell’emergenza e del post sisma. A questo, poi, si aggiungono temi di carattere più generale, come l’imminente aumento dell’Iva, il Made in Italy e la gestione dell’immigrazione che devono essere affrontati quanto prima.

 

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