di Roberto Scorcella

25 aprile, caro Carancini non ne hai azzeccata una

25 aprile, caro Carancini non ne hai azzeccata una

Con una presa di posizione tardiva e apparentemente dettata più dalla forza dell'opinione pubblica che dalla reale volontà di prendere le distanze, l'amministrazione comunale di Macerata "condanna duramente quanto accaduto in piazza Cesare Battisti in occasione del 25 aprile 2018 e si dissocia respingendo ogni responsabilità in merito ai gravi fatti a cui è completamente estranea". Curioso come la nota dell'amministrazione comunale arrivi a 24 ore dai fatti, dopo che fin dalla serata di domenica sui social erano comparse immagini e post di ferma e dura condanna alla messinscena di piazza Cesare Battisti. Ancora più curioso come la nota sia arrivata a seguito di una riunione convocata in fretta e furia nel primissimo pomeriggio di oggi e nel corso della quale si è evidentemente scelta la linea da percorrere. Imbarazzante il passaggio in cui, dopo aver tentato di buttarsi alle spalle qualsiasi responsabilità, nella nota si prende di mira il nostro giornale. Un passo indietro. Solo oggi Carancini e i suoi si sono accorti di quanto succedeva ieri pomeriggio in piazza Cesare Battisti? Forse il Sindaco era troppo impegnato a dare "lezioni di manifestazioni" a Visso, mentre a due metri dal palazzo  comunale succedeva quello che oggi viene da tutti stigmatizzato come rappresentazione di violenza e orrore? Non è forse l'amministrazione comunale ad aver concesso "senza nessuna valutazione" preventiva il suolo pubblico a chi ha messo in mano a dei bambini i bastoni per colpire una testa piena di caramelle? Facile a 24 ore di distanza lavarsene le mani. In questa Macerata, oggi, dopo essere saliti alla ribalta nazionale per motivi che non fanno certo onore a un capoluogo di provincia, discolparsi con una nota stampa che arriva troppo tardi rispetto ai fatti e dopo ripetute sollecitazioni da parte di colleghi di tutta Italia, è troppo semplice e istituzionalmente inaccettabile. Oggi ci sono i social network, dove neanche i rappresentanti istituzionali del capoluogo si sottraggono a commenti e reazioni. Neanche lì, fino all'avvenuta diffusione della nota stampa, c'è stato un minimo accenno a dissociarsi dall'accaaduto. In questo contesto, per Carancini & C. la cosa più semplice è stata quella di additare un giornale on line "non allineato", per aver diffuso la verità. Il vice sindaco del Comune di Macerata ha diffuso un post nel quale non faceva alcun tipo di differenziazione fra il pranzo multietnico di piazza Vittorio Veneto e la macabra messinscena di piazza Cesare Battisti. Le manifestazioni per il 25 aprile, caro Sindaco e carao vice sindaco, non sono terminate con il pranzo. Voi, amministrazione comunale, avete dato il patrocinio e l'occupazione di suolo pubblico anche alle manifestazioni successive, compresa quella di piazza Cesare Battisti. Non abbiamo letto, fino alla famigerata nota stampa, alcun distinguo fra questo o quello. E quindi, il post del vice sindaco appare come onnicomprensivo delle manifestazioni in genere che hanno caratterizzato il 25 aprile di Macerata. Lavarsene le mani adesso, francamente, appare tardico e inopportuno. Potevate farlo mercoledì pomeriggio se davvero avevate questa volontà. Oggi, trascinati dall'opinione pubblica, schifata e disgustata da certe manifestazioni, siete poco credibili.  Ci venga concesso, infine, un ringraziamento ai colleghi di Cronache Maceratesi che, nonostante tutto, hanno scelto di eliminare il passaggio che ci riguarda dal vostro comunicato stampa. Evidentemente, il buon senso da qualche parte ancora alberga. 

26/04/2018 16:16
Quella strana concezione di libertà di stampa che ha la Cgil di Macerata...

Quella strana concezione di libertà di stampa che ha la Cgil di Macerata...

Partiamo dalla Costituzione. L'articolo 21 recita «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure».  Le parole del dettato costituzionale lasciano chiaramente intendere che la stampa ha la libertà di pubblicare ciò che ritiene interessante, senza pressioni o ricatti di alcun tipo. Quanto successo questa mattina a Piediripa, è un segnale inquietante su come venga intesa la libertà di stampa da chi, invece, vuole assurgere al ruolo di difensore dei diritti dei lavoratori. Andiamo per ordine. Nelle sedi di tutti gli organi di stampa arriva mercoledì questo invito     Come già accaduto da qualche tempo, Picchio News non viene invitato alla conferenza stampa, ma visto l'interesse intorno all'argomento trattato decidiamo di partecipare comunque. Con qualche minuto di ritardo, provenienti dall'entroterra dove era in visita il presidente del consiglio, arrivano a Piediripa il nostro fotografo Guido Picchio e una nostra corrispondente. Non appena mettono piede in sala, il segretario generale della Cgil di Macerata chiede loro per quale giornale fossero lì. Alla risposta "Per Picchio News", la reazione è la seguiente "Aspettiamo ancora che pubblicate l'articolo di settembre" (relativo ad un'altra conferenza stampa, alla quale sebbene presenti, si era deciso di non dare seguito con un articolo per motivazioni che non ha importanza fornire come "giustificazione" di qualcosa, ma per il semplice fatto che non è stato ritenuto opportuno pubblicare, ndr). E di seguito "allora, la conferenza stampa è finita qui" con i due relatori che si alzano e se ne vanno. Ora, ferma restando la libertà di interrompere la conferenza stampa in qualsiasi momento da parte dei due relatori e che ci aspettiamo come replica il fatto che i nostri collaboratori siano arrivati in ritardo, appare evidente fin dal mancato invito, che il segretario della Cgil non abbia gradito la mancata pubblicazione del famigerato articolo dello scorso settembre. Se invece avessimo pubblicato quello che lui voleva, oggi saremmo graditi ospiti delle sue conferenze stampa. In tal modo, fra l'altro, si è anche espresso sui social.  Ora, la domanda che ci facciamo è: a decidere cosa, quando e come pubblicare in un giornale è chi fornisce la notizia (che va comunque vagliata) o editore e direttore della testata? Da quando è un obbligo pubblicare qualsiasi cosa viene proposta? E ancora: se non si pubblicano cose gradite, automaticamente scatta la rappresaglia? E a rendere la cosa ancora più grave, è il fatto che anche dei collaboratori di altre testate vorrebbero mettere bocca su quanto dovremmo o non dovremmo pubblicare. Ma mi faccia il piacere, direbbe Totò...! Comunque, oggi non siamo stati soltanto noi ospiti inattesi e sgraditi alla conferenza stampa della Cgil (dove si lamenta la presenza di un operaio clandestino nei cantieri Sae. Quindi, un operaio che, illuminato dalla luce divina, si autodenuncia dopo aver accettato di lavorare in nero magari togliendo lavoro a operai specializzati e in regola. Alla porta del sindacato di Piediripa si è presentato anche l'ingegner Cristiano Costanzo, in rappresentanza del consorzio Arcale. "Ero stato avvisato dalla Protezione Civile regionale della convocazione di questa conferenza stampa" dice l'ingegner Costanzo "e avevo deciso di partecipare per poter portare un contributo alla soluzione delle problematiche che sarebbero state evidenziate. Quando sono arrivato, mi è stato detto che non essendo un giornalista non avrei potuto partecipare. Mi hanno fatto accomodare in sala d'attesa dove dopo qualche minuto sono arrivati i signori Taddei e De Luca che mi hanno indicato la porta". Al di là di questo episodio, la Cgil ha fatto una scelta, crediamo sbagliata, sintomatica di una concezione distorta di libertà di stampa e forse anche di democrazia. Noi continueremo a fare il nostro lavoro, liberi da qualsiasi condizionamento e senza imposizioni da parte di nessuno. Se poi il sindacato vorrà tornare a renderci partecipi delle sue iniziative, le nostre porte saranno sempre aperte.        

13/04/2018 18:10
Omicidio Pamela, il Riesame dice no alla scarcerazione di Lucky Desmond e Awelima Lucky

Omicidio Pamela, il Riesame dice no alla scarcerazione di Lucky Desmond e Awelima Lucky

No alla scarcerazione. Il Tribunale del Riesame ha infatti respinto il ricorso presentato dai difensori di Lucky Desmond e Awelima Lucky per ottenerne l'uscita dal carcere. Restano dunque dietro le sbarre i due nigeriani accusati, insieme al connazionale Innocent Oseghale, dell'omicidio di Pamela Mastropietro, la 18enne romana uccisa con due coltellate al torace, tra il 29 e il 30 gennaio scorso, e di aver poi occultato e vilipeso il cadavere della ragazza. La decisione del Riesame andrebbe a confermare la linea investigativa seguita dai carabinieri del Reparto investigativo e del Comando provinciale di Macerata, coordinati dalla Procura locale, e l'attività di rilievi eseguita dai carabinieri del Ris di Roma.I due nigeriani erano stati fermati nei primi giorni di febbraio e successivamente, il 14 febbraio, il Gip aveva convalidato al termine dell'interrogatorio di garanzia il provvedimento restrittivo, basato sulle accuse di concorso in omicidio volontario.  Il provvedimento del Riesame, inoltre, potrebbe smentire l'autoaccusa di Innocent Oseghale che, in un colloquio con la compagna, avrebbe confessato di aver fatto tutto da solo.

12/03/2018 13:14
L'avvocato Marco Valerio Verni: "Singolare modo quello di "sfumare" a matita la cartella clinica di Pamela..."

L'avvocato Marco Valerio Verni: "Singolare modo quello di "sfumare" a matita la cartella clinica di Pamela..."

Ormai è scontro tra la famiglia di Pamela Mastropietro e la Pars di Corridonia sulla questione inerente la cartella clinica della ragazza. Dopo che a Quarto Grado venerdì è stata mostrata una cartella clinica con vistose cancellature, è intervenuto l'avvocato Gianfranco Formica, legale della Pars, per spiegare che in realtà non c'era niente di anomalo che si trattava di semplici sfumature a matita facilmente cancellabili con un tratto di gomma. Oggi, però, interviene l'avvocato Marco Valerio Verni, zio di Pamela e legale della famiglia Mastropietro, a ribadire che quella cartella clinica sarebbe quantomeno anomala. "Alcune riflessioni su quanto dichiarato dalla comunità, per il tramite del proprio legale, riguardo le cancellature presenti sulla pagina del diario terapeutico mostrata durante la trasmissione "Quarto grado" di venerdì scorso. Premesso che non è questa la sede per fare i processi, e che nessuno, in questa fase, vuole attribuire delle responsabilità" dice l'avvocato Verni "ritengo però opportuno - stante l'interesse pubblico che la vicenda ha assunto - evidenziare alcuni punti. Da quanto dichiarato dalla comunità, dunque, sembrerebbe che gli operatori abbiano bisogno di "sfumare" le annotazioni riguardanti le terapie per accorgersi e/o ricordarsi l'un l'altro quando esse siano terminate. La presenza,nella tabella, di colonne che riportano, rispettivamente, la data di inizio e di fine terapia, sembrano non essere sufficienti o non facilmente leggibili da chi, invece, dovrebbe essere ad esse avvezzo.  Se parlano di "originale", ed essendo esso stato sequestrato dalla procura presso il tribunale di Macerata in data 9 febbraio, è sorprendente l'esercizio mnemonico compiuto, a distanza di più di venti giorni, per ricordarsi che, su di esso, risulterebbe invece tutto visibile, trattandosi di "sfumature" poste a matita (che, comunque, sarebbero vietate); a meno che qualcuno non abbia avuto modo di poter "ri-visionare" l'originale il giorno dopo "Quarto grado", ma mi pare molto strano. La famiglia, ed in particolare l'amministratore di sostegno di Pamela, ha inviato diverse email, chiedendo lumi sulle condizioni sanitarie e terapeutiche della ragazza, senza mai ricevere risposta alcuna. Una volta sequestrata la cartella, la famiglia perchè mai avrebbe dovuto chiedere informazioni alla comunità? E, anche volendo, come avrebbe potuto essa (comunità) fornirgliene, se, al massimo, avrebbero anche essi potuto basarsi su una copia della documentazione sanitaria che, al pari di quella mostrata a Quarto grado, sarebbe risultata illeggibile? Ripetendo, per l'ennesima volta, che Pamela aveva un amministratore di sostegno, con potere di rappresentanza esclusiva anche per le cure ed i trattamenti terapeutici, era forse la comunità che doveva, di volta in volta, avvisare costui sui vari trattamenti, tanto più che, per essi, veniva richiesto, come si evince proprio dalla pagina in questione, che esse dovessero essere firmate (immagino per accettazione) da parte della stessa ragazza Fermo quanto sopra" conclude l'avvocato Verni "le "sfumature" a matita sono comunque un modo "singolare" di mantenere una cartella sanitaria che, in ogni momento, e da chiunque, dovrebbe essere facilmente leggibile e consultabile".

04/03/2018 15:38
Cartella clinica di Pamela, l'avvocato della Pars: "Nessun mistero. Cambiata la terapia sono stati sfumati i farmaci dismessi"

Cartella clinica di Pamela, l'avvocato della Pars: "Nessun mistero. Cambiata la terapia sono stati sfumati i farmaci dismessi"

Nessun mistero: dal 15 gennaio la terapia era cambiata e un operatore ha ritenuto di dover sfumare a matita i farmaci a quel punto dismessi.  A parlare è l'avvocato Gianfranco Formica, legale della Pars di Corridonia dopo che Quarto grado venerdì sera ha mostrato una copia della cartella clinica di Pamela Mastropietro con una parte dove si evidenziano segni di cancellazione.  "Siamo costretti a parlare della cartella clinica di Pamela" spiega l'avvocato Formica "perchè lo ha già fatto la famiglia, esibendo in televisione una pagina relativa alla terapia praticata alla giovane, che si dice però essere stata oscurata. Non è così. Dall'originale consegnato dalla Pars in Procura, dal quale è stata evidentemente tratta la fotocapia mostrata in televisione, sono ben identificabili anche tutti i farmaci, i quantitativi e i tempi della relativa somministrazione. Come risulta da altra parte della cartella, però, a partire dal 15 gennaio la terapia è sostanzialmente cambiata, talchè un operatore, a beneficio dei colleghi, ha ritenuto di dover sfumare a matita i farmaci a quel punto dismessi. Da qui la ipotizzata loro cancellazione, che cancellazione non è.  Risultano, invece, di seguito ben leggibili i nuovi farmaci prescritti ed uno la cui somministrazione non era stata dismessa, che erano ancora utilizzati alla data della fuga della ragazza. Ripeto, basterebbe prendere visione dell'originale della cartella consegnata alla Procura per avere conferma della buona leggibilità della pagina in questione e, prima ancora, che la deprecata cancellazione è eliminabile a semplice tratto di gomma. Il tutto a conferma della totale trasparenza di tenuta del documento.  Ferma, dunque, la buona fede dei familiari di Pamela, con i quali la Pars si è sempre positivamente rapportata, è certo che una semplice loro preventiva richiesta telefonica di chiarimento avrebbe di sicuro evitato un deprecabile danno di immagine alla Comunità da me assistita". 

03/03/2018 17:41
Pamela, il mistero delle cancellature sulla cartella clinica della Pars. Mamma Alessandra: "E non è finita!"

Pamela, il mistero delle cancellature sulla cartella clinica della Pars. Mamma Alessandra: "E non è finita!"

Una cartella clinica incredibile. Quarto Grado, nella puntata di venerdì sera, ha mostrato il referto clinico di degenza in comunità che i familiari di Pamela hanno ritirato qualche giorno fa nel quale ci sono alcune parti illeggibili. Nel documento, fra l'altro, sarebbe anche riportato che la ragazza aveva riferito di essere infastidita da qualcuno nella struttura. E' evidente che su un documento ufficiale non si agisce per nessun motivo in quella maniera. Nel caso ci siano degli errori, si può tracciare una linea su quanto scritto, si appone la sigla di chi ha corretto e si riscrive il tutto sul rigo successivo. La somministrazione precedente non deve mai essere eliminata per poter così consentire agli operatori, infermieri e medici di avere un registro clinico completo di ció che al paziente non fa bene. Da quanto si legge nel referto, Pamela era in terapia con ansiolitici e antipsicotici, farmaci comunque indispensabili per una dipendenza da sostanze stupefacenti, utilizzati allo scopo di alleviarne l’ossessione. La terapia, visti gli orari, la copriva tutto il giorno. Ma quello che non si comprende è proprio la cancellazione cosi pesante della terapia somministrata nei giorni precedenti la tragedia. Una ipotesi potrebbe essere quella che qualcosa non è andato bene dopo la somministrazione. Il fisico della ragazza non reggeva i farmaci assegnati cosi è stata cambiata terapia. Ma solitamente va solo tirata una riga sopra, perche appunto deve essere lo stesso tutto segnato e ricordato.Questa ipotesi potrebbe ricollegarsi al fatto che Pamela nei giorni precedenti la sua tragica fine raccontava di vomitare e di non sentirsi bene. Fra i farmaci che le venivano somministrati ci sono Olanzapina, un farmaco antipsicotico che si usa per la cura della schizofrenia e del bipolarismo, Tra gli effetti collaterali ci sono gonfiore ed aumento di peso, fattori che la mamma di Pamela aveva notato nella figlia l'ultima volta che l'aveva vista. Poi c'è anche l'Halcion, un farmaco a base di Triazolam, appartenente alla categoria degli ipnotici e sedativi benzodiazepinici, che viene usato per la cura dell'insonnia grave e debilitante e nevrosi. In un commento lasciato su Facebook, la mamma di Pamela scrive "E non è finita!", in merito alla questione relativa alla cartella clinica, lasciando intendere di essere a conoscenza di altri elementi che potrebbero fare maggior luce sull'omicidio della figlia. Intanto, il legale della famiglia di Pamela, lo zio Marco Valerio Verni, conferma che la ragazza in comunità non aveva il cellulare. "Il famoso video è stato girato da Pamela in un suo precedente ricovero, avvenuto in una clinica romana, di poco anteriore alla sua entrata nella comunità di Corridonia. Pamela,al suo ingresso in quest'ultima comunità, non aveva con sè alcun cellulare, che, tra l'altro, sarebbe stato vietato. Poteva comunicare con i familiari una sola volta ogni 15 giorni,con telefonata in vivavoce ed alla presenza di un operatore. Pamela aveva un amministratore di sostegno, con poteri di rappresentanza esclusiva in tutta una serie di materie, tra cui le dimissioni da qualsiasi struttura o comunità sanitaria o terapeutica".  

03/03/2018 10:30
L'odio del web sulla mamma di Pamela che risponde: "Non sapete quanto piango da sola. Vorrei dire tante cose ma non posso"

L'odio del web sulla mamma di Pamela che risponde: "Non sapete quanto piango da sola. Vorrei dire tante cose ma non posso"

Un odio feroce. Frasi di una cattiveria senza confine che probabilmente non si direbbero neanche al peggior nemico.  Contro Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro, negli ultimi giorni si è scatenata una campagna denigratoria inaudita. A scatenare i "giustizialisti" della tastiera, una foto che ritrae Alessandra e il compagno dopo la nevicata a Roma con una palla di neve in mano. Un sorriso inaccettabile per la morale internettiana, dove tutti sono pronti a giudicare e a puntare il dito. Anche contro una mamma che ha perso una figlia 18enne e l'ha rivista per l'ultima volta fatta in venti pezzi, scuoiata dentro due valigie. Nessuna vergogna, nessuna remora nello scrivere frasi che riportiamo nelle immagini allegate. Addirittura, c'è una tizia per la quale avrebbe sofferto di più lei quando le è morto il coniglio (sic! non stiamo scherzando...) che Alessandra per la scomparsa di Pamela. In un post, Alessandra Verni si sfoga e dice "Sapete quanto piango da sola tutti i giorni? Sapete il dolore atroce che si prova dentro? Sapete le cose che vorrei dire ma non posso per le indagini per far aprire gli occhi anche a voi? Sapete che così non è più vita. Sapete la forza che mi sta dando mia figlia Pamela per scoprire tutta la verità e la sporcizia che ruotano intorno a noi? Sapete o non sapete un ca...? Non smetterò mai di gridare in tv, sui social, per strada, fino ad arrivare finalmente in tribunale per avere giustizia". Insomma, la mamma di Pamela dice senza mezzi termini di essere a conoscenza di cose che, al momento, non possono essere dette per non intralciare le indagini. E forse solo grazie a lei, alla sua tenacia, al suo apparire in tv "coi capelli fatti" (neanche fosse una parrucchiera...) un giorno, immaginiamo non troppo vicino, qualcuno dirà la verità su come è morta Pamela, su chi l'ha ammazzata e su cosa c'è dietro.  Per chiudere, condividiamo e sottoscriviamo un pensiero del collega Carmelo Abbate pubblicato sulla pagina Facebook di Quarto Grado: "Per nessuna ragione al mondo sarebbe mai dovuta finire sul banco degli imputati, il suo posto era in quello delle vittime. Non doveva confessare colpe o ammettere eventuali responsabilità intime e profonde, ma chiedere la verità e pretendere assunzioni di responsabilità, a tutti i livelli. Eppure Alessandra non ha nascosto il tunnel che ha dovuto attraversare insieme con la figlia Pamela, la quale non è stata abbandonata per strada dalla famiglia fino a quando un giorno è stata uccisa. A qualcuno forse sfugge che pur nelle difficoltà, la sua famiglia le è sempre stata vicina, tanto che Pamela si trovava in una comunità specializzata, non in una casa occupata. Ho letto tante critiche per quello che ho detto ieri sera in diretta, qualcuno mi ha addirittura definito immorale. Immorale? Mah!Ribadisco: personalmente ho vissuto le parole di Alessandra come una grande dimostrazione di dignità.Poi, capisco, sempre più giudicare è meglio che fottere".

28/02/2018 13:03
Macerata nel panico: "non uscite di casa", gli studenti blindati dentro gli istituti. Caccia alla 147 nera, sei i feriti

Macerata nel panico: "non uscite di casa", gli studenti blindati dentro gli istituti. Caccia alla 147 nera, sei i feriti

E' terrore, panico. Mai nella storia di Macerata era capitato quello che è successo questa mattina.  Un'Alfa 147 nera ha seminato paura in tutta la città: sei le persone ferite dai colpi di pistola calibro 9 sparati dall'auto in corsa, quattro in gravi condizioni. Gli altri due se la caveranno senza conseguenze serie. Allertate tutte le sale operatorie della provincia dalla direzione sanitaria dell'Area Vasta 3. Il sindaco di Macerata Romano Carancini ha diffuso un messaggio audio nel quale chiede a tutti di rimanere in casa, in posti sicuri "perchè in giro c'è uno squilibrato che spara". Le sparatorie sono avvenute in via dei Velini, via Piave, corso Cairoli e via Pancalducci. Tutti i feriti sono persone di colore e questo lascia sospettare che possa esserci un legame con la tragedia di Pamela Mastropietro e con l'arresto del giovane nigeriano, principale indiziato dell'efferato delitto. Le autorità stanno invitando le persone a non uscire di casa, mentre gli studenti sono stati blindati all'interno degli istituti in attesa che la situazione si tranquillizzi. Posti di blocco sono stati istituiti ovunque, alla caccia di questa Alfa 147 che al momento pare introvabile. 

03/02/2018 12:11
"Hanno detto solo bugie. Devono vergognarsi": parlano i colleghi dei tre operai che avevano denunciato condizioni disumane nei cantieri Sae - VIDEO

"Hanno detto solo bugie. Devono vergognarsi": parlano i colleghi dei tre operai che avevano denunciato condizioni disumane nei cantieri Sae - VIDEO

"Quei tre hanno raccontato solo bugie. Siamo sempre stati tutti pagati regolarmente, veniamo trattati bene e nessuno ci ha mai minacciato. La nostra è una comunità, una famiglia: non capiamo perchè solo loro tre abbiano detto tutte quelle menzogne". E' questo in estrema sintesi il racconto di due operai egiziani, anch'essi dipendenti della Gesti One (che risulta nell’elenco delle consorziate Gips, ditta che ha vinto il subappalto da Arcale) che da sette mesi stanno lavorando nei cantieri delle Sae nelle zone colpite dal terremoto. Ed è un racconto che smentisce completamente quanto nei giorni scorsi avevano raccontato tre loro colleghi che si erano rivolti alla Cgil e ad alcuni organi di stampa, facendosi riprendere solo di spalle, raccontando di pagamenti in contanti poi chiesti indietro, di minacce di licenziamento, di condizioni di vita inumane al campo base di Pieve Torina dove vivono gli operai che lavorano nelle Sae. A seguito di questa denuncia gravissima, abbiamo voluto indagare e andare a fondo della vicenda. E non c'è voluto molto a trovare persone disposte a parlare e a raccontare che, in realtà, quanto dichiarato dai tre non sarebbe la verità.  "Eravamo una settantina di egiziani all'inizio. Siamo sempre stati regolarmente pagati, a parte un ritardo di dieci giorni a dicembre. Loro tre quando sono arrivati, dopo aver preso il primo mese di stipendio, hanno chiesto 500 euro perchè ne avevano bisogno e gli sono stati dati dal conto personale di una persona, con la promessa che li avrebbero restituiti. A loro è stato fatto un favore e non ci si aspettava che si comportassero così. Hanno raccontato tutte bugie. Nessuno li ha minacciati, nessuno li ha licenziati: loro sono voluti andare via. Tutto quello che hanno raccontato è una bugia: al posto loro mi vergognerei di raccontare tutte queste menzogne. Qui lavoriamo regolarmente otto ore, a volte sette o sei a seconda del lavoro. Noi siamo arrivati da nove mesi, loro a novembre. Hanno nascosto la loro faccia perchè dicevano solo bugie: gli uomini non nascondono la faccia": questo, a grandi linee quello che ci hanno raccontato nell'intervista video allegata a questo articolo. Ognuno, a questo punto, può trarre le proprie considerazioni.  

29/01/2018 18:36
Non solo non ci lasciano soli: il cratere tagliato fuori anche dallo spot promozionale delle Marche

Non solo non ci lasciano soli: il cratere tagliato fuori anche dallo spot promozionale delle Marche

La Regione Marche ha prodotto il nuovo spot per la promozione del territorio che andrà in onda sui canali Rai nel 2018, già visibile sulla piattaforma YouTube (qui). "Dalle dolci colline al blu del mare Adriatico le Marche racchiudono "l'Italia in una regione", come disse Guido Piovene nel suo "Viaggio in Italia". Arte, cultura, tradizione, natura, spiritualità e tanto altro ancora da scoprire in una terra che offre anche un'incredibile qualità di vita. Ecco a voi il nuovo spot in onda sui canali Rai per il 2018. Scopri di più su: www.turismo.marche.it  www.destinazionemarche.it" si legge nella descrizione del video. Peccato che Piovene aveva incluso anche le montagne in quella sua citazione, la regione no. Se n’è dimenticata. Dimenticata... “Dalle dolci colline al blu del mare Adriatico” recita lo spot. E i Sibillini? Le nostre montagne che racchiudono arte storia e bellezze naturali e architettoniche? Scomparse. Nel video non c’è neanche un fotogramma dedicato alla montagna. Non l’hanno dimenticata, è proprio scomparsa dalla geografia regionale a quanto pare. Una ferita che ancora una volta colpisce le popolazioni dell’entroterra, quelle che dopo 14 mesi dal sisma ancora non sanno di quale morte dovranno morire. Dopo il terremoto, le zone del cratere non meritano neanche di essere considerate parte della famiglia Marche in uno spot che, paradossalmente, dovrebbe essere la vetrina del territorio e dovrebbe riportare gente nelle zone ferite in maniera indelebile dal sisma. Eppure la bellezza della nostra regione sta proprio in questo. Nell’avere la fortuna di avere monti, colline e mare, tutto concentrato in un centinaio di chilometri di distanza. Nel cratere si può andare dal mare alla montagna con un'ora di macchina: situazioni che non esistono in nessuna altra parte del mondo probabilmente. Una dimenticanza? Una svista? Forse, ma stavolta è una svista grande come una montagna! Però, voglio essere positivo. Perchè in tutto questo abbiamo dimenticato che ci sarà qualcosa che darà visibilità a queste terre, porterà ricchezza e turisti. Ci sarà la seconda edizione di Risorgimarche. Vi pare poco?  Insomma, il 2018 inizia davvero male. Speriamo ci sia modo e occasione per non solo fare pubblica ammenda su questa assurdità che paghiamo anche noi terremotati, ma magari anche per metterci una toppa. In uno spot di un minuto, certo, non potevano essere inseriti tutti i piccoli Comuni, ma un accenno alla montagna era doveroso. Almeno secondo noi.

07/01/2018 21:17
Sequenza sismica in Italia centrale: 37mila terremoti nel 2017. Amato (Ingv): "Mi auguro un 2018 all'insegna della mitigazione del rischio"

Sequenza sismica in Italia centrale: 37mila terremoti nel 2017. Amato (Ingv): "Mi auguro un 2018 all'insegna della mitigazione del rischio"

Un anno di terremoti in Italia. A fare il riassunto di quanto accaduto nell'anno che ci siamo appena lasciati alle spalle, dopo il tremendo 2016, è il sismologo di Ingv Alessandro Amato. "Ne sono stati localizzati 44455 in totale (di cui circa 37000 appartengono alla sequenza in Italia centrale). Tra questi 44455 ne abbiamo avuti: 5 di magnitudo ≥5 (uno di questi in Albania)26 di magnitudo ≥4 (qualcuno fuori dai confini)396 di magnitudo ≥3 (come sopra, ma percentualmente molti meno)4626 di magnitudo ≥2 (vedi mappa con i 4626 epicentri dei terremoti di M≥2 – come si vede sono compresi alcuni eventi nei mari e nelle terre circostanti)". Cosa è successo di rilevante nel 2017? "Senza pretesa di esaustività" spiega ancora Amato "alcuni avvenimenti a mio avviso importanti. 1) Sequenza in Italia centrale. La sequenza è andata scemando, più o meno seguendo le aspettative. C’era stata la ripresa importante a gennaio (4 eventi di M≥5 in poche ore il 18), che aveva fatto segnare l’attivazione di una nuova faglia più a sud (Campotosto) e conseguente timore di altri eventi più forti (che finora non sono avvenuti). 2) Ischia. Ci sono stati altri morti per un terremoto, dopo i quasi 300 del 2016. Due persone hanno perso la vita per un evento di magnitudo intorno a 4! Vero che l’ipocentro era molto superficiale, ma un evento di così piccola magnitudo non dovrebbe provocare crolli e vittime, senza se e senza ma.  3) Sequenze e paure. Ci sono state numerose sequenze o sciami in varie zone d’Italia, che hanno fatto preoccupare gli abitanti. Sarà servita questa preoccupazione a mettere in atto misure di riduzione del rischio, per esempio facendo controllare e magari adeguare o rinforzare le proprie abitazioni? Non credo molto, anzi temo che il più delle volte, passata la sequenza e quindi la paura, si sia rapidamente dimenticato il rischio (“anche stavolta l’abbiamo sfangata”). Spero però che almeno in qualche caso si sia fatto qualcosa di concreto, e che al prossimo terremoto qualcuno in più si sarà salvato. 4) SISMABONUS. A questo riguardo, un elemento nuovo e importante del 2017 è certamente il Sismabonus, introdotto nel febbraio scorso. Trattandosi di un beneficio a carattere volontario, temo che non molti si siano dati da fare al riguardo, per ragioni – comprensibili - di carattere economico e burocratico. Sono curioso di vedere qualche dato statistico su questo, a quasi un anno dall’entrata in vigore della legge. Peraltro non mi pare che si sia fatta un’adeguata pubblicità alla cosa, forse per timore che un eccessivo numero di richieste potesse far saltare il bilancio dello Stato (ma è solo un’ipotesi). 5) Tsunami. Aggiungo una novità a mio avviso importante del 2017. Dal 1° gennaio scorso è operativo il Centro Allerta Tsunami, che mi onoro di coordinare per l’INGV, insieme a un gruppo di ottimi ricercatori. A giugno 2017 è uscita la Direttiva del Presidente del Consiglio che istituisce il Sistema di Allertamento nazionale, coordinato dal Dipartimento della Protezione Civile e in collaborazione con l’ISPRA, che gestisce la Rete Mareografica Nazionale. Monitoriamo i forti terremoti del Mediterraneo che potrebbero generare degli tsunami pericolosi per le nostre coste. Un rischio remoto, ma non così tanto come si ritiene comunemente. Ne riparleremo.   Cosa si può augurare per il 2018? Purtroppo non un anno senza terremoti, per ovvie ragioni. I terremoti continueranno a esserci, molti piccoli e qualcuno più forte. Ripensandoci però, mi sentirei di augurare non uno ma più anni con pochi terremoti forti, e nel frattempo un’azione decisa di mitigazione del rischio, attraverso la riduzione della vulnerabilità degli edifici. Questa azione passa per una maggiore consapevolezza e un maggiore impegno di tutti, da noi cittadini alla politica. Se saremo fortunati (qualche anno di “calma sismica”) e bravi (riduzione graduale della vulnerabilità), al prossimo terremoto piangeremo meno lutti, meno danni, e potremo esserne orgogliosi".

01/01/2018 12:53
Il sismologo Amato (Ingv) a sedici mesi dall'inizio della sequenza sismica nel centro Italia: "Negli ultimi 30 giorni il minor numero di eventi"

Il sismologo Amato (Ingv) a sedici mesi dall'inizio della sequenza sismica nel centro Italia: "Negli ultimi 30 giorni il minor numero di eventi"

A quasi sedici mesi dall'inizio della sequenza sismica nell'Italia centrale, il sedicesimo mese è quello che ha fatto registrare il minor numero di eventi. Segno che la sequenza è in evidente calo. L'aggiornamento è del sismologo Alessandro Amato che ha pubblicato il suo studio secondo il quale nell'intervallo compreso fra il 15 novembre 2017 e il 14 dicembre 2017 si sono registrati il minor numero di eventi di magnitudo superiore a tre dall'inizio della sequenza sismica.  "Uno solo, di Mw4.0, è stato quello del 4 dicembre. Il massimo era stato di 563 eventi (!) nel terzo mese, quello a cavallo dei terremoti del 26 e 30 ottobre 2016. Poi sempre in calo, a parte la ripresa di gennaio 2017 (114). Negli ultimi mesi eravamo sotto i 10.  Se guardiamo ai valori dell'energia rilasciata giornalmente, si vede che il calo prosegue e che il picco rappresentato dall'evento di magnitudo 4 del 4 dicembre è fuori dal trend (cosa che era capitata anche prima). Infatti nei giorni successivi al 4 dicembre l'energia rilasciata è tornata a seguire il trend, un po' altalenante ma a calare (I quadratini nelle singole mappe riportano il numero progressivo del mese e tra parentesi il numero di eventi di M≥3 per quel mese").

17/12/2017 20:16
Cifre da brivido: a Civitanova spesi nel 2016 124,45 milioni di euro per le slot - I DATI DEGLI ALTRI COMUNI

Cifre da brivido: a Civitanova spesi nel 2016 124,45 milioni di euro per le slot - I DATI DEGLI ALTRI COMUNI

Civitanova ai vertici nazionali della spesa pro capite annua per le slot machine con ben 2945 euro a persona. E' quanto emerge da una statistica del sito di Finegil del Gruppo L'Espresso (qui).  Secondo i dati relativi al 2016, la città costiera della provincia di Macerata, a fronte di un reddito medio pro capite di 18104 euro, è una delle città italiane dove si gioca di più con le slot. Cifre da brivido quelle diffuse da questa statistica: l'anno scorso a Civitanova sono stati giocati alle slot qualcosa come 124,45 milioni di euro nei 552 apparecchi presenti in città, 367 AWP e 185 VLT.  Le Videolottery (o VLT) accettano anche banconote, sono presenti in locali dedicati e consentono giocate e vincite più alte. Le AWP chiamate anche “New Slot” accettano solo monete e sono presenti anche in bar e tabaccherie. Nella scala della virtuosità presente sul sito, Civitanova in una scala da 1 a 5 prende un inevitabile 1. Un altro Comune dove in provincia di Macerata si amano le slot è Tolentino. Qui nel 2016 ogni residente ha speso in media 1191 euro per complessivi 23,62 milioni di euro. 192 gli apparecchi presenti in città (30 VLT) e anche Tolentino nella scala della virtuosità prende 1. A Macerata invece nel 2016 i residenti hanno speso per le slot 26,54 milioni di euro a fronte di una media pro capite di 628 euro. Sono 257 gli apparecchi presenti nel capoluogo con 45 VLT. Nella scala della virtuorità, Macerata prende un 2. Anche a San Severino le slot piacciono, visto che la spesa pro capite l'anno scorso è stata di 897 euro per complessivi 11,33 milioni di euro. 74 le macchinette installate a San Severino di cui 14 VLT. Anche qui, inevitabile l'1 nella pagella della virtuosità. Particolarmente virtuoso, invece, il Comune di Recanati, dove i cittadini nel 2016 hanno speso in media nelle slot appena 268 euro. Forse sarà l'assenza di VLT, ma resta il fatto che nella scala della virtuosità la città leopardiana si prende un bel 4 su 5. Curioso il dato di Muccia, dove sono stati spesi ben 2281 euro pro capite per le slot. Negli altri Comuni del maceratese, a Camerino la media è stata di 370 euro; a Potenza Picena di 543 euro; a Sarnano di 570 euro, a Montecassiano di 787 euro. A puro titolo statistico, aggiungiamo che la media di Roma è stata di 965 euro, Milano 1050 euro e Bologna di 1375 euro. 

16/12/2017 18:15
Rossodisera e i sapori delle Marche salgono sul trono di Londra

Rossodisera e i sapori delle Marche salgono sul trono di Londra

Rossodisera è il miglior ristorante italiano autentico a Londra. Le Marche conquistano definitivamente il cuore (e il palato) della straordinaria metropoli inglese, grazie all'idea nata anni fa di creare uno spicchio della nostra Regione al centro di Covent Garden, in pieno centro, a due passi dalla metro.Una scommessa vinta da tempo e ora consacrata dal Platinum Award che premia Rossodisera come il miglior ristorante italiano autentico di Londra. Si é trattato di una votazione libera sul sito www.loveitalianlife.com che ha promosso la competizione sul web e che ha coinvolta decine di migliaia di utenti. Igor Iacopini, socio fondatore e direttore del ristorante, 43 anni, originario di Fermo dove è vissuto fino all'età di 32 anni, è arrivato a Londra nel 2006 con i mattoni della casa di campagna di famiglia dell'Ottocento per rivestire il Rossodisera. Oggi, la definitiva consacrazione. Igor, quanto vale questo successo? "Obiettivamente tanto. Siamo stati i piú votati sul web tra 15 ristoranti candidati, selezionati all'interno di oltre 2000 a Londra (fonte Tripadvisor). Se consideriamo la nostra storia, come siamo nati, con quali investimenti abbiamo realizzato il Rossodisera poi, il successo vale molto molto di piú. Infine la specifica di "Best Italian Authentic" della competizione aggiunge profonditá al riconoscimento in un contesto nel quale il termine "cucina italiana" é spesso abusato. Come e quando è nata l'idea di Rossodisera? Nella testa l'idea é nata come l'opportunitá di elevarsi da uno stato di disagio "giovanile" che io, insieme ai miei soci di quel tempo, sentivamo dopo aver terminato gli studi accademici. Osservare nei miei viaggi all'estero che i prodotti marchigiani (e le Marche stesse) fossero scarsamente conosciuti mi ha fatto pensare che la qualitá che riconoscevo loro avrebbe potuto fare la differenza e diventare un business vero e proprio. Londra ci é sembrata la soluzione piú pratica, aprire un ristorante l'unica forma realizzabile a quel tempo, eravamo pronti a tutto. Cosí nel 2007 é cominciata. Perchè Londra e quanto è stato difficile conquistare il mercato londinese? Non abbiamo dovuto pensarci su molto: la lingua, la vicinanza, la semplicitá della burocrazia, il fatto di sentirsi al centro del mondo, tutto era molto promettente. Difficoltá ce ne sono sempre, anche se gli inizi sono stati "terribili" dato che al tempo non avevamo un'idea completamente definita ed organica di come avremmo interagito con la clientela una volta aperti. Peró eravamo certi di voler essere il primo ristorante marchigiano a Londra. Il mercato ce lo siamo guadagnato poco a poco. Con umiltá abbiamo cercato di stabilire un rapporto umano con la clientela e di parlare della nostra terra attraverso i prodotti e la cucina, e i clienti ci hanno seguito in questo viaggio. Anzi, molti di loro alla fine sono poi voluti andare a visitarla di persona... Quali sono le specialità del territorio maggiormente apprezzate? All'inizio soprattutto l'eccellenza dei salumi, dei formaggi e dei vini. Nel tempo abbiamo aggiunto competenze e siamo riusciti a valorizzare anche la cucina tipica tradizionale. A titolo di esempio le olive ascolane e il tartufo vanno per la maggiore nel nostro menú, ma non solo. Il Platinum Award come punto di partenza. Per guardare sempre avanti... Certamente, questo é il nostro credo, fare business e nel contempo far crescere la percezione delle Marche come terra di eccellenze ci rende orgogliosi. Dico di piú a tutti quelli che condividono questa passione: mettetevi in contatto con noi. II nostro staff é da sempre formato da marchigiani e siamo sempre pronti ad aprire le porte a nuovi collaboratori. La nostra Regione è stata devastata dal sisma. Possiamo pensare a qualcosa di concreto da poter organizzare per chi oggi, a un anno dal sisma, ha perso tutto e ancora non vede prospettive? Questa é un tema davvero triste e delicato. Abbiamo vissuto questa esperienza solo attraverso i racconti di familiari, amici, clienti marchigiani. Molti clienti regolari sono venuti a chiederci come stavano le nostre famiglie. Penso di parlare anche a nome di tutto il mio staff dicendo che saremmo felici di fare qualcosa in merito, nel caso anche assistere iniziative benefiche meritevoli. Iniziative alle quali collaboreremo anche noi di Picchio News, cercando di creare una sinergia che possa in qualche modo portare un aiuto concreto ai terremotati marchigiani. Quasi superfluo aggiungere che se vi trovate a passare dalle parti di Londra (cosa estremamente facile ed economica con i voli che partono da Ancona), oltre a visitare una città meravigliosa sotto ogni punto di vista, fra un mercatino di Covent Garden e l'altro, potrete mangiare i sapori delle Marche al ristorante Rossodisera, 5 Monmouth Street, Covent Garden, Londra - WC2H 9DA. Tutte le info sono reperibili all'indirizzo www.rossodisera.co.uk oppure telefonando al +44 207 2403683.

11/12/2017 16:14
Hotel 77, la vittoria del cuore e del buon senso. E, per una volta, anche della bistrattata "stampa"

Hotel 77, la vittoria del cuore e del buon senso. E, per una volta, anche della bistrattata "stampa"

E' stata la vittoria del buon senso. E' stata la vittoria della ragione e del cuore. E' stata la vittoria di chi ci ha creduto fino in fondo e fino alla fine, di chi ha passato una mattinata intera ad aspettare buone notizie, magari prendendosi mezza giornata di permesso dal lavoro. Quanto successo questa mattina all'Hotel 77 di Tolentino è un fatto enorme. Lo spostamento all'8 gennaio della data di sgombero della struttura, consentirà agli sfollati di avere il tempo di trovare una sistemazione dignitosa e di poter passare le festività natalizie accanto a parenti e amici. Sembra poco. E' tantissimo.  C'è voluta la posizione ferma della Regione Marche, presente con il professor Iorio, e del legale dei fratelli Mari, avv. Giovanni Bora, per arrivare a una soluzione alla fine condivisa da tutti, fuorchè dalla nuova proprietà che non intende rinunciare ai propri diritti.  L'applauso liberatorio e le lacrime degli sfollati presenti in albergo, quando Renato Mari ha comunicato loro la notizia dello slittamento dello sgombero, sono stati una stretta al cuore. Un momento emozionante che però non cancella una settimana difficile, tremenda per chi vedeva il suo già incerto futuro appeso a un esile filo. Non cancella la vicenda dell'anziano che ha accusato un malore dopo aver saputo che in una settimana avrebbe dovuto lasciare il 77 e oggi si trova ricoverato in ospedale dove rifiuta il cibo. Non cancella la vicenda della donna che l'altro giorno ha minacciato di gettarsi dal balcone dell'albergo e ha desistito solo dopo un colloquio con il sindaco Pezzanesi. Non cancella le difficoltà che comunque, chi si è già spostato ha incontrato e incontra nel repentino cambiamento della quotidianità.  Gratificano, invece, le parole del prof. Vito Iorio, rappresentante della Regione Marche, che ha esplicitamente ringraziato la stampa per il lavoro svolto in questa vicenda. In questo bistrattato mestiere, sono queste le soddisfazioni che danno valore a quello che facciamo quotidianamente.  Dispiace invece che, malgrado l'avvocato Giovanni Bora avesse esplicitamente richiesto la presenza della stampa, questa sia stata negata, fra l'altro con un poco elegante "mica può stare qui dentro il primo che passa...". Il primo che passa, però, stavolta evidentemente è riuscito a muovere e ad ottenere un risultato molto importante. Ora è importante che su questa vicenda non cali il sipario e che si continui a vigilare sulla qualità delle sistemazioni alternative per gli ospiti, come chiesto proprio dal professor Iorio. Questo è anche il senso del comunicato diffuso dal Comitato 30 Ottobre, che questa mattina ha sostenuto (insieme a Martina Cicconetti, unico consigliere comunale presente) le ragioni degli sfollati: "Tutto è bene quel che finisce bene. Il Comitato 30 ottobre Tolentino saluta favorevolmente l'accordo raggiunto tra le parti in merito alla vicenda degli sfollati dell'Hotel 77. La proroga dell'ospitalità fino all'8 gennaio 2018 permetterà con calma di sistemare quanti sono ancora in una situazione di incertezza e occuparsi con le dovute cautele dei casi più delicati (anziani e disabili, più o meno gravi, su tutti). Il ruolo del comitato è stato quello di tenere vivo l'interesse sulla vicenda e aver auspicato una situazione che andasse nella direzione presa.   Il comitato continuerà con la sua azione di vigilanza, solidarietà e attività di ascolto delle situazioni critiche.Il prossimo passo sarà chiedere formalmente la presenza di delegazioni di cittadini ai futuri tavoli di discussione con i rappresentanti delle istituzioni, in modo da avere una gestione sempre più ampia, collaborativa e partecipata dell'emergenza. Appuntamento domani sera alle ore 21 presso il Mercato del Contadino a Tolentino per trattare questa e tutte le altre questioni aperte."

29/11/2017 15:48
L'ultima notte dei 48 sfollati "irriducibili" dell'Hotel 77 di Tolentino. Mercoledì mattina la struttura sarà sgomberata

L'ultima notte dei 48 sfollati "irriducibili" dell'Hotel 77 di Tolentino. Mercoledì mattina la struttura sarà sgomberata

E' l'ultima notte per i quarantotto "irriducibili" dell'Hotel 77. Poco più della metà del gruppo che fino a mercoledì scorso faceva parte della popolazione degli sfollati che avevano trovato alloggio nella struttura alberghiera di Tolentino si apprestano a trascorrere molto probabilmente le ultime ore in quella che dopo il terremoto dell'anno scorso era diventata la loro nuova casa. Mercoledì 29 novembre sarà trascorsa esattamente una settimana da quando, nel corso di una assemblea con gli sfollati, l'amministrazione comunale di Tolentino comunicava loro che avevano tempo una settimana per trovarsi una nuova sistemazione (qui). "Una questione fra privati, non si può fare niente": poche e chiare parole per spiegare che la situazione non aveva via d'uscita. Malgrado questo, 48 di loro non ne volevano sapere di spostarsi, di allontanarsi da Tolentino o di andare a vivere in un container. Gli altri, volenti o nolenti, se ne sono andati. Penso alla nonnina di 91 anni che da qualche giorno vive in un container, nell'Area 3 con la speranza di essere spostata nell'Area 2 "dove almeno c'è più vita". Area 2... Area 3... definizioni che portano alla mente lugubri immagini del passato. Penso alla nonnina di 92 anni di Caldarola, spostata chissà dove. Penso ai ragazzini che fino a ieri andavano a scuola a piedi e oggi vedranno nuovamente stravolte le loro abitudini. E penso anche a chi aveva chiesto solo e semplicemente di poter restare a Tolentino ancora qualche giorno, magari per avere la possibilità di poter trascorrere le feste natalizie insieme ai parenti o agli amici. Gli è stato negato anche questo. Non vogliamo e non ci interessa sapere francamente cosa sia successo fra privati e cosa abbia portato a una accelerazione tanto improvvisa dei tempi di consegna della struttura alla nuova proprietà. Ma siamo quasi certi che pochi giorni in più non avrebbero cambiato nulla a nessuno, se non a chi avrebbe avuto la possibilità di organizzare un nuovo trasloco (in una settimana trovare casa di questi tempi è impresa assolutamente impossibile) o avrebbe voluto respirare l'aria di casa a Natale. Di certo, la attuale gestione (perchè attuale fino a prova contraria rimane) di Renato e Daniele Mari ha sempre offerto la propria disponibilità a continuare ad ospitare gli sfollati fin quando ce ne fosse stato bisogno. E questa è gente che anche e soprattutto durante la primissima emergenza ha sempre aperto le porte e offerto un pasto caldo a chiunque ne avesse bisogno. Gliene va dato atto e vanno ringraziati per tutto quello che hanno fatto. La domanda che ci si pone è: siamo certi che nessuno potesse fare nulla per ottenere quantomeno una proroga, vista anche la fase di emergenza e la difficoltà nel ricollocare gli sfollati dell'Hotel 77? E l'altra domanda che ci poniamo è: domattina se i 48 irriducibili decidessero di non muoversi, saranno sgomberati con la forza? Dovranno sopportare anche questa umiliazione? E se gli sfollati domattina non fossero presenti in albergo perchè al lavoro o a scuola, troveranno le loro cose fuori dall'albergo al loro ritorno? Il buon senso pare che stavolta sia stato sepolto sotto tre metri di terra e si stia per scrivere una pagina indecorosa della già triste storia del post sisma. Una pagina che resterà indelebile.

28/11/2017 21:12
Assegnati i soldi degli sms solidali: confermati tre milioni per la grotta sudatoria di Acquasanta

Assegnati i soldi degli sms solidali: confermati tre milioni per la grotta sudatoria di Acquasanta

Alla fine, dopo settimane, mesi di polemiche anche durissime, questo pomeriggio il commissario straordinario per il terremoto Paola De Micheli ha ufficializzato l'assegnazione dei soldi degli sms solidali. "Le #donazioni degli italiani per il #sisma2016 sono state tutte assegnate a progetti concreti, ecco per fare cosa", scrive sul suo Facebook il commissario. E allora andiamo a vedere a chi sono stati assegnati i soldi. La prima cosa che salta all'occhio è che una delle cifre più alte per singola opera riguarda i tre milioni destinati alla grotta sudatoria di Acquasanta Terme. Su questo argomento si erano scatenate forti polemiche e il pronunciamento della Corte dei Conti dello scorso ottobre.  Al vaglio della Corte, infatti, era finita anche l'assegnazione dei fondi raccolti dalle donazioni solidali che, secondo quanto attestato dalla Protezione civile, ammontano a 33.671.217. Alla loro "distribuzione la Regione ha concorso nella misura del 62%", da cui l'assegnazione di fondi per donazioni solidali per 17.360.00 euro". Chiarimenti i giudici li hanno sollecitati sulla "finalizzazione delle risorse", esprimendo perplessità sull'inclusione tra queste di un intervento volto al "recupero della Grotta sudatoria" di Acquasanta Terme, "anche in considerazione della necessità di ulteriori risorse per il finanziamento dell'opera". Insomma, tre milioni per questa "sauna naturale" che non saranno neanche sufficienti al recupero definitivo dell'opera. Niente male. Ah, le case possono attendere. Certo, gli sms non erano destinati alla ricostruzione, bla bla bla, ecc ecc ecc. Ma francamente, con tre milioni qualche casetta invece della sauna di Acquasanta ci si poteva anche tirare su. Invece le case, pare, possono attendere.  Le altre risorse sono state così distribuite nelle Marche: 2,4 milioni per la Scuola di sant'Angelo in Pontano; 250mila euro per la scuola di Pieve Torina; 250mila euro per la scuola di Montegallo: 750mila euro per la scuola di Montalto Marche; 2 milioni per la realizzazione dell'area attività produttive a Visso; 5 milioni per la strada statale ex 238; 1 milione e 710mila euro per la realizzazione di sette elisuperfici.  Sms solidali, ecco dove sono finiti i soldi: l'elenco dei progetti approvati„In Abruzzo i progetti presentati ed approvati sono due e riguardano un edificio scolastico storico a Corropoli, (2 milioni e 850mila euro) e la realizzazione di un Centro di Comunità a Capitignano (150mila euro).  Sms solidali, ecco dove sono finiti i soldi: l'elenco dei progetti approvati„ Per l'Umbria i progetti finanziati sono sostanzialmente tre e interessano diversi Comuni. Il primo riguarda la realizzazione di una rete di scuole 3.0 nei territori della Valnerina(1 milione di euro). La seconda proposta riguarda la realizzazione di Centri di Comunità in diversi Comuni umbri (3,1 milioni di euro). La terza iniziativa sul territorio regionale riguarda il recupero e il restauro di beni culturali mobili (520mila euro).  Nel Lazio sono tre le scuole che potranno essere ricostruite grazie al contributo degli italiani: Poggio Bustone (2,7 milioni di euro), di Collevecchio (1,050 milioni di euro) e di Rivodutri (192mila euro). Chiosa finale. Ricordate che fu il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi ad aprire la polemica sugli sms solidali, vero? Beh, a seguito di quella polemica (poi rivelatasi infondata), Amatrice ha ricevuto una donazione di 430mila euro dal Gruppo Ferretti, proprio perchè Amatrice era rimasta "esclusa dai fondi degli sms solidali". 

27/11/2017 20:48
Lacrime, rabbia, disperazione: "Entro mercoledì tutti fuori". Ottanta terremotati ospitati all'Hotel 77 trattati come pacchi

Lacrime, rabbia, disperazione: "Entro mercoledì tutti fuori". Ottanta terremotati ospitati all'Hotel 77 trattati come pacchi

"Entro mercoledì tutti fuori da qui": poche parole, ma molto chiare quelle che il vicesindaco di Tolentino Silvia Luconi e la responsabile dei Servizi Sociali Maria Pia Branchesi hanno rivolto ai terremotati ospiti dell'Hotel 77 in una riunione che si è svolta questo pomeriggio.  Di questa storia si parla ormai da qualche tempo, per la trattativa in corso in merito a un passaggio di mano della storica struttura tolentinate. Ma era impensabile che la situazione precipitasse così di colpo.  Comprensibile la reazione delle oltre 80 persone (per lo più anziani e famiglie, ndr) che vivono al 77 la loro triste storia da terremotati: lacrime, rabbia, disperazione. "Dove andremo? Perchè a rimetterci siamo sempre noi?" le domande più frequenti a cui, perlomeno a breve, risulta molto difficile poter dare una risposta.  A dare per prima la comunicazione di quanto accadrà da qui a una settimana è stata Silvia Luconi: "Il termine ultimo per lasciare la struttura è il prossimo mercoledì 29 novembre. Chiaramente non finirete in mezzo a una strada, questo è fuori discussione. Abbiamo sicuramente l'opzione dei moduli qui a Tolentino (i container, ndr). Qualora non voleste andare nei moduli ci sono delle soluzioni alternative anche piuttosto buone e non necessariamente lontane, comunque in questo momento non a Tolentino ma nelle vicinanze. Leggo informazioni che mi ha fornito il sindaco neanche mezz'ora fa: quattro o cinque appartamenti a Passo di Treia, il Comune di Treia ci mette a disposizione l'albergo comunale in piazza, la Domus di Loreto, Macerata e Monte San Giusto. La Regione (non presente all'incontro, ndr) si offrirà di darci supporto qualora dovessero mancare delle strutture.  Nell'attesa, potete innanzitutto fare domanda per la casetta o appartamento: il bando lo abbiamo riaperto e mettiamo a disposizione nuovi appartamenti. E' chiaro che ci sarà del tempo da aspettare da qui ad entrare nel nuovo appartamento che è almeno un anno, ma intanto potete fare la domanda e restare in queste strutture provvisorie. Anche se avete fatto la domanda per la casetta di legno, che da noi non è di legno, anche se intanto state in strutture provvisorie, intanto potete cercare degli appartamenti e andare in autonoma sistemazione.  La difficoltà nell'immediato è che appartamenti non si trovano e probabilmente non se ne troveranno disponibili prima di almeno quattro mesi. Se volete rimanere a Tolentino, la soluzione più veloce che siamo in grado di offrirvi è quella dei container". Ha poi preso la parola la responsabile dei Servizi Sociali che ha sottolineato che il trasferimento riguarderà solo "chi ha ancora i requisiti. Se qualcuno non ha più i requisiti, ad esempio ha la casa agibile, è inutile che si sposti perchè si stanno facendo controlli serrati.  Anche qui all'interno della struttura ci sono situazioni che stiamo verificando La scadenza è improrogabile: entro mercoledì va lasciata la struttura. Il nuovo acquirente vuole la struttura. E' una questione fra privati, non c'entrano Comune, Regione o Protezione Civile.  Abbiamo il verbale del tribunale di Macerata dove c'è scritto che mercoledì 29 novembre ci sarà l'ultimo accesso da parte dell'ufficiale giudiziario". "Il consiglio che possiamo darvi, per evitare che mercoledì mattina qualcuno vi porti fisicamente via da qui" ha aggiunto il vicesindaco Luconi "è che intanto scegliate fra le varie possibilità che avete, perchè poi gestirvi tutti insieme in un giorno sarebbe difficile. Da domani a mercoledì valutate le soluzioni migliori".   il direttore della struttura, Renato Mari, è sconcertato. "Al di là del fatto che sono venuto a conoscenza di questa data soltanto stasera insieme agli ospiti dell'albergo, posso soltanto dire che noi restiamo completamente disponibili a continuare ad ospitare le persone che si trovano al 77 fino a quando il passaggio di proprietà non si sarà definitivamente concretizzato, cosa che ad oggi non è ancora avvenuta".  Certamente qualche domanda sorge spontanea anche a chi osserva da esterno questa tristissima vicenda, soprattutto in merito ai controlli sugli aventi diritto o meno: fino ad oggi perchè non sono stati fatti questi controlli? Perchè solo ora che queste persone devono andarsene? Ma gli interrogativi senza risposta sono ancora tantissimi. Soprattutto quelli che riguardano il futuro dei terremotati che, ormai si può usare il passato, alloggiavano al 77. 

22/11/2017 22:25
Maccioni chiarisce: "Allarmi ingiustificati sull'accesso a Pediatria. Non cambia nulla fino all'avvio di un modello simile"

Maccioni chiarisce: "Allarmi ingiustificati sull'accesso a Pediatria. Non cambia nulla fino all'avvio di un modello simile"

Ha aperto un'ampia discussione, con inevitabile corollario di polemiche, la notizia della chiusura all'ospedale di Macerata dell'accesso diretto a Pediatria per i pazienti pediatrici da 0 a 14 anni.  in base ad alcune notizie, diffuse poi anche dalla stampa, i piccoli pazienti non avrebbero più la possibilità di essere presi in carico direttamente dal reparto di Pediatria, ma dovrebbero rivolgersi e sostare al Pronto Soccorso con tutti i disagi inevitabili che ne conseguono.  Ma il direttore dell'Area Vasta 3 Alessandro Maccioni spiega che le cose non stanno proprio così. "Innanzitutto va chiarito che per il momento si prosegue esattamente allo stesso modo, con l'accesso diretto in Pediatria per i pazienti da 0 a 14 anni. E si andrà avanti così, fino a quando non adotteremo un sistema altrettanto valido".  Il nuovo sistema dovrebbe entrare in vigore comunque entro la fine dell'anno. Ma perchè si andrà a cambiare la modalità d'accesso dei piccoli pazienti a Pediatria? "Il problema di fondo riguarda la sicurezza del bambino e dell'operatore. Non esiste, infatti, al momento una regolamentazione del tragitto che va dal pronto soccorso al reparto e si crea quindi una problematica inerente eventuali responsabilità.  Il modello che stiamo valutando prevede l'arrivo del paziente pediatrico al pronto soccorso dove verrà subito valutato con il Triage. Indipendentemente dal codice assegnato dall'operatore, tramite un punto veloce "fast track" il piccolo paziente sarà inviato al reparto di Pediatria dove verrà preso in cura. In questo modo si potranno creare le condizioni di sicurezza per garantire sia il bambino che gli operatori. Chi diffonde informazioni errate, crea un grosso problema di allarme sociale ingiustificato. La nostra attenzione su questo tema è massima e tale continuerà ad essere". Alla domanda su eventuali novità, Maccioni fa presente che "il 28 novembre il presidente della Regione Ceriscioli, in veste di assessore alla Sanità, parteciperà al Collegio di Direzione dell'Area Vasta 3". Una presenza non usuale, come conferma, sollecitato, lo stesso Maccioni: "E' la prima volta che il presidente partecipa a un incontro di questo tipo e credo che questo sia un segnale di vicinanza e attenzione alla sanità maceratese".

20/11/2017 16:39
Tolentino, il cadavere trovato vicino al fiume è quello di Renata Rapposelli: manca solo la conferma del Dna

Tolentino, il cadavere trovato vicino al fiume è quello di Renata Rapposelli: manca solo la conferma del Dna

Ancora un sopralluogo questo pomeriggio dei carabinieri in contrada Pianarucci a Tolentino, dove venerdì è stato rinvenuto il corpo in decomposizione di una donna. Quella donna che, ormai appare quasi certo, sia quello di Renata Rappanelli, la pittrice di 64 anni scomparsa dal 9 ottobre dopo avere incontrato, a casa loro a Giulianova, l’ex marito Giuseppe Santoleri e il figlio Simone, entrambi indagati per concorso in omicidio volontario. La donna, che viveva da sola ad Ancona, sarebbe sparita dopo aver chiesto all’ex coniuge, che la stava riaccompagnando a casa, di lasciarla nei pressi del Santuario di Loreto. Una collanina e gli indumenti sul cadavere decomposto sarebbero quelli che, per i familiari, la pittrice indossava l'ultima volta che è stata vista viva. Inoltre, l'esame cadaverico condotto dal medico legale Antonio Tombolini ha evidenziato una ciocca di capelli di colore chiaro attaccata al cranio.  La zona del rinvenimento del corpo è stata setacciata anche con il metal detector dagli investigatori, ma non sono stati trovati altri elementi utili alle indagini. La certezza, però, è che la collanina con Tau e un ciondolo sono stati riconosciuti dalla figlia come appartenenti a Renata Rappanelli. Anche le scarpe da ginnastica rosa trovate sul cadavere corrisponderebbero a quelle indossate dalla pittrice.  Per avere la conferma definitiva, comunque, bisognerà attendere il risultato dell'esame del Dna disposto dal sostituto procuratore Enrico Riccioni e atteso per giovedì o venerdì prossimi. In questo quadro, poi, oggi si inserisce il tentato suicidio di Giuseppe Santoleri, il marito di Renata Rapposelli, ricoverato all'ospedale di Atri per un'intossicazione da farmaci in condizioni gravi. Cosa ha spinto l'uomo a cercare di togliersi la vita? Un'altra domanda che, probabilmente, troverà risposta nei prossimi giorni.

13/11/2017 19:39
Copyright © 2020 Picchio News s.r.l.s | P.IVA 01914260433
Registrazione al Tribunale di Macerata n. 4235/2019 R.G.N.C. - n. 642/2020 Reg. Pubbl. - n. 91 Cron.