L'avvocato Marco Valerio Verni: "Singolare modo quello di "sfumare" a matita la cartella clinica di Pamela..."
Ormai è scontro tra la famiglia di Pamela Mastropietro e la Pars di Corridonia sulla questione inerente la cartella clinica della ragazza.
Dopo che a Quarto Grado venerdì è stata mostrata una cartella clinica con vistose cancellature, è intervenuto l'avvocato Gianfranco Formica, legale della Pars, per spiegare che in realtà non c'era niente di anomalo che si trattava di semplici sfumature a matita facilmente cancellabili con un tratto di gomma.
Oggi, però, interviene l'avvocato Marco Valerio Verni, zio di Pamela e legale della famiglia Mastropietro, a ribadire che quella cartella clinica sarebbe quantomeno anomala.
"Alcune riflessioni su quanto dichiarato dalla comunità, per il tramite del proprio legale, riguardo le cancellature presenti sulla pagina del diario terapeutico mostrata durante la trasmissione "Quarto grado" di venerdì scorso.
Premesso che non è questa la sede per fare i processi, e che nessuno, in questa fase, vuole attribuire delle responsabilità" dice l'avvocato Verni "ritengo però opportuno - stante l'interesse pubblico che la vicenda ha assunto - evidenziare alcuni punti.
Da quanto dichiarato dalla comunità, dunque, sembrerebbe che gli operatori abbiano bisogno di "sfumare" le annotazioni riguardanti le terapie per accorgersi e/o ricordarsi l'un l'altro quando esse siano terminate. La presenza,nella tabella, di colonne che riportano, rispettivamente, la data di inizio e di fine terapia, sembrano non essere sufficienti o non facilmente leggibili da chi, invece, dovrebbe essere ad esse avvezzo.
Se parlano di "originale", ed essendo esso stato sequestrato dalla procura presso il tribunale di Macerata in data 9 febbraio, è sorprendente l'esercizio mnemonico compiuto, a distanza di più di venti giorni, per ricordarsi che, su di esso, risulterebbe invece tutto visibile, trattandosi di "sfumature" poste a matita (che, comunque, sarebbero vietate); a meno che qualcuno non abbia avuto modo di poter "ri-visionare" l'originale il giorno dopo "Quarto grado", ma mi pare molto strano.
La famiglia, ed in particolare l'amministratore di sostegno di Pamela, ha inviato diverse email, chiedendo lumi sulle condizioni sanitarie e terapeutiche della ragazza, senza mai ricevere risposta alcuna. Una volta sequestrata la cartella, la famiglia perchè mai avrebbe dovuto chiedere informazioni alla comunità? E, anche volendo, come avrebbe potuto essa (comunità) fornirgliene, se, al massimo, avrebbero anche essi potuto basarsi su una copia della documentazione sanitaria che, al pari di quella mostrata a Quarto grado, sarebbe risultata illeggibile?
Ripetendo, per l'ennesima volta, che Pamela aveva un amministratore di sostegno, con potere di rappresentanza esclusiva anche per le cure ed i trattamenti terapeutici, era forse la comunità che doveva, di volta in volta, avvisare costui sui vari trattamenti, tanto più che, per essi, veniva richiesto, come si evince proprio dalla pagina in questione, che esse dovessero essere firmate (immagino per accettazione) da parte della stessa ragazza
Fermo quanto sopra" conclude l'avvocato Verni "le "sfumature" a matita sono comunque un modo "singolare" di mantenere una cartella sanitaria che, in ogni momento, e da chiunque, dovrebbe essere facilmente leggibile e consultabile".
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