L'ultima notte dei 48 sfollati "irriducibili" dell'Hotel 77 di Tolentino. Mercoledì mattina la struttura sarà sgomberata
E' l'ultima notte per i quarantotto "irriducibili" dell'Hotel 77. Poco più della metà del gruppo che fino a mercoledì scorso faceva parte della popolazione degli sfollati che avevano trovato alloggio nella struttura alberghiera di Tolentino si apprestano a trascorrere molto probabilmente le ultime ore in quella che dopo il terremoto dell'anno scorso era diventata la loro nuova casa.
Mercoledì 29 novembre sarà trascorsa esattamente una settimana da quando, nel corso di una assemblea con gli sfollati, l'amministrazione comunale di Tolentino comunicava loro che avevano tempo una settimana per trovarsi una nuova sistemazione (qui). "Una questione fra privati, non si può fare niente": poche e chiare parole per spiegare che la situazione non aveva via d'uscita.
Malgrado questo, 48 di loro non ne volevano sapere di spostarsi, di allontanarsi da Tolentino o di andare a vivere in un container. Gli altri, volenti o nolenti, se ne sono andati.
Penso alla nonnina di 91 anni che da qualche giorno vive in un container, nell'Area 3 con la speranza di essere spostata nell'Area 2 "dove almeno c'è più vita". Area 2... Area 3... definizioni che portano alla mente lugubri immagini del passato.
Penso alla nonnina di 92 anni di Caldarola, spostata chissà dove.
Penso ai ragazzini che fino a ieri andavano a scuola a piedi e oggi vedranno nuovamente stravolte le loro abitudini.
E penso anche a chi aveva chiesto solo e semplicemente di poter restare a Tolentino ancora qualche giorno, magari per avere la possibilità di poter trascorrere le feste natalizie insieme ai parenti o agli amici. Gli è stato negato anche questo.
Non vogliamo e non ci interessa sapere francamente cosa sia successo fra privati e cosa abbia portato a una accelerazione tanto improvvisa dei tempi di consegna della struttura alla nuova proprietà. Ma siamo quasi certi che pochi giorni in più non avrebbero cambiato nulla a nessuno, se non a chi avrebbe avuto la possibilità di organizzare un nuovo trasloco (in una settimana trovare casa di questi tempi è impresa assolutamente impossibile) o avrebbe voluto respirare l'aria di casa a Natale.
Di certo, la attuale gestione (perchè attuale fino a prova contraria rimane) di Renato e Daniele Mari ha sempre offerto la propria disponibilità a continuare ad ospitare gli sfollati fin quando ce ne fosse stato bisogno. E questa è gente che anche e soprattutto durante la primissima emergenza ha sempre aperto le porte e offerto un pasto caldo a chiunque ne avesse bisogno. Gliene va dato atto e vanno ringraziati per tutto quello che hanno fatto.
La domanda che ci si pone è: siamo certi che nessuno potesse fare nulla per ottenere quantomeno una proroga, vista anche la fase di emergenza e la difficoltà nel ricollocare gli sfollati dell'Hotel 77? E l'altra domanda che ci poniamo è: domattina se i 48 irriducibili decidessero di non muoversi, saranno sgomberati con la forza? Dovranno sopportare anche questa umiliazione? E se gli sfollati domattina non fossero presenti in albergo perchè al lavoro o a scuola, troveranno le loro cose fuori dall'albergo al loro ritorno?
Il buon senso pare che stavolta sia stato sepolto sotto tre metri di terra e si stia per scrivere una pagina indecorosa della già triste storia del post sisma. Una pagina che resterà indelebile.
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