Anche la lista civica "Città e Borghi" che sostiene il candidato sindaco Massimo Panicari ha presentato ieri la sua squadra al teatro Italia di San Severino Marche, affollato come la sera prima.
"La nostra è una compagine di centrodestra, ma solo 5 sono iscritti a partiti politici. Il fatto che siano state presentate ben sei liste in parte mi rincuora, per il netto risveglio delle coscienze, ma dall'altro mi preoccupa perché denota una perdita di ruolo da parte dei partiti politici. San Severino non ha avuto una classe politica in grado di difenderla quando ci sono state imposte delle decisioni, come la chiusura del punto nascita. Non abbiamo peso politico sufficiente, è proprio per questo uno dei punti cardine del nostro programma - ha continuato Panicari - è l'aggregazione dei comuni, per aumentare la massa critica. Vorremmo poi, ad esempio con il baratto amministrativo, gestire al meglio alcune aree come i giardini pubblici, coinvolgendo magari anche gli studenti delle facoltà dell'Università di Camerino. Il futuro è sì nelle nostre mani, ma sarete voi, se vorrete, a consegnarcelo".
La serata, moderata e misurata al secondo dal consigliere regionale Luigi Zura Puntaroni, è continuata poi con la presentazione dei candidati, partendo dai più "nuovi": Carla Soverchia esperta di sport: "Ho accettato dopo grande insistenza perché mi piace appoggiare questo gruppo di professionisti. Mi piacerebbe dare luce ai giovani che fanno sport, a quei ragazzi che possono essere d'esempio per gli altri, valorizzare lo sport che inquadra ed educa. Inoltre sarebbe utile cercare un gancio tra sport e turismo per rivitalizzare la città". Un' altra donna, Catia Scattolini, insegnante, che non si è mai dedicata alla politica ma stima profondamente Panicari ed ama mettersi in gioco: "Vorrei dare il mio contributo affinché i ragazzi vivano il loro tempo libero in maniera più costruttiva. Ad esempio abbiamo pensato a delle possibili collaborazioni per creare dei corsi di lingue straniere". L'avvocato Fabiola Gianfelici specializzata in diritto minorile: "per lavoro ho avuto e ho modo di lavorare accanto ai servizi sociali e sono convinta che questo sia uno sportello che va arricchito e sostenuto. Sono inoltre molto attenta alla nostra casa di riposo, una realtà da riqualificare così che i suoi ospiti autosufficienti non passino solo del tempo deprimente, per cui si potrebbe anche ipotizzare una collaborazione con Francesco Rapaccioni per delle rappresentazioni all'interno della struttura. Sempre per gli anziani si dovrebbe rivedere la possibilità del taxi sociale". Ha poi preso la parola l'ex sindaco di San Severino Fabio Eusebi, ricordando l'emozione della campagna elettorale del '96: "Dobbiamo ragionare per fare cose buone per la città, come le abbiamo già fatte nei 10 anni di amministrazione. È d'obbligo pensare ai nostri ragazzi e ai rischi che corrono , per cui serve una certa rigidità nei comportamenti sotto vari aspetti, per proteggerli dalle devianze". In squadra anche l'ingegner Michele Cruciani che ha affermato che "noi abbiamo dei progetti da seguire e state sicuri che, voti o non voti, continueremo a lavorare per attuarli con la consapevolezza che sarà dura, con coraggio e competenza". Altro voto noto della politica locale, Gabriela Lampa si è presentata proprio parlando di politica: " la cattiva politica è sbagliata e i nostri giovani non la vogliono. Dobbiamo nutrire le nuove generazioni, e questa squadra è valida e pronta ad affrontare i problemi della città". Via via con interventi lampo si sono presentati anche gli altri componenti della lista: il dottor Angelo Mantovani che darà il suo contributo per sostenere "questa sanità bistrattata, anche se non credo sarà possibile il ripristino del punto nascita, visto il rigore con cui ne ha parlato il presidente Ceriscioli", il dottor Fabio Falsetti, il commerciante Simone Biangi: "in questi anni ho già organizzato diverse manifestazioni e garantisco che continueremo a portarle avanti", l'insegnaNte Maria Letizia Marino "abbiamo idee, percorsi da seguire ma ci serve il supporto dei cittadini", e poi ancora il giovane Gianluca Bonifazi che collabora con Vittorio Sgarbi col quale ha organizzato una mostra che avrà luogo nei prossimi mesi proprio a San Severino, Alessandra Albani, Lorenzo D'Ercole, Gino Caciorgna e Fabio Verbenesi, sensibile alla salvaguardia del centro storico.
La presentazione della lista è stata aggregata ad un evento già fissato da tempo a cui erano stati invitati l'ing. Pietro Celani ed il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi per parlare di unione dei comuni e di viabilità.
"Bisogna tornare a fare politica quotidianamente, e a respirare i problemi della gente. Come un'impresa per resistere alla crisi anche un'amministrazione comunale deve aggiornarsi, rinnovarsi ed ora per San Severino la strada migliore, quasi obbligata, è quella dell'Unione dei comuni. - ha affermato Celani - Unione che significa: i comuni mantengono la loro autonomia, la loro identità, ma alcuni servizi fondamentali vengono gestiti insieme. Gestire in forma associata i servizi significa gestire al massimo un territorio. L'unione è una sfida a lungo termine per un'amministrazione lungimirante, da qui nasceranno le risorse per la comunità".
È stata ufficialmente presentata al teatro Italia la lista "San Severino cambia" che sostiene la candidata sindaco Rosa Piermattei la quale, visibilmente emozionata, ha aperto la presentazione: "Sono stata spinta da molti settempedani a prendere la decisione di candidarmi, e il mio amore e attaccamento a San Severino Marche hanno fatto il resto. Noi come squadra vogliamo cambiare il modo in cui San Severino è operativo, vogliamo dare una “nuova visione, nuova direzione“ e per raggiungere questo obiettivo mettiamo a disposizione le nostre capacità e conoscenze. Abbiamo perciò pensato un programma a breve, uno a medio e uno a lungo termine, proprio per soddisfare al meglio le diverse esigenze della nostra città". Un programma delineato a grandi linee dalla candidata sindaco, a partire dalla cultura e dal turismo, essendo San Severino una città d'arte, altro punto importante è l'aiuto fondamentale che l'amministrazione dovrebbe dare a giovani ed anziani. Lavoro e sviluppo economico sono nodi centrali del lavoro della lista "San Severino cambia" , come anche la sicurezza dei cittadini, la loro partecipazione attiva alla vita di comunità e la salvaguardia dell'ambiente sia del territorio settempedano sia dei paesi limitrofi. Al riguardo la Piermattei ha fatto presente che la sua squadra si sta già muovendo per saperne di più sulla questione del cementificio e per capire quale sarà la cosa migliore per la cittadinanza. "La nostra è una squadra di giovani ma allo stesso tempo di esperti - ha ribadito la Piermattei - A voi oggi chiedo se siete contenti di com'è al momento San Severino o se vorreste cambiare qualcosa. Noi vorremmo una cittadina bella, senza più lamentele, dove tra i cittadini ci sia aiuto reciproco e rispetto l'uno dell'altro. Io ci sono, la squadra è con me e per San Severino per fare qualcosa per la nostra città". Si sono poi presentati uno ad uno i candidati consiglieri della lista civica, ad aprire le danze è stato Tarcisio Antognozzi: " Bello sarebbe vedere una città viva, e noi dobbiamo credere in una città bella e feconda. Non promettiamo di fare cose straordinarie, vogliamo fare ciò che dobbiamo al meglio, cercheremo quindi di farle in modo straordinario. Cambiare si può, cambiare si deve." È stata poi la volta di Sara Bianchi, architetto: "Pur avendo girato il mondo ritengo che San Severino sia unica nel suo genere e deve essere rivalutata sotto diversi aspetti. Rosa Piermattei rappresenta una novità, è una donna concreta che si è messa in gioco per la sua città". "Il mio programma? Lavoro, lavoro, lavoro. - così si è presentata alla sala gremita Vanna Bianconi, ex preside dell'istituto comprensivo P.T. Venturi - Perché ho scelto Rosa? Perchè dopo aver realizzato i suoi sogni all'estero è tornata per dare ai giovani la possibilità di non andare fuori per realizzare i loro di sogni. Questo è ciò che vogliamo noi della squadra." Anche la Bianconi ha ammesso di essersi formata fuori per poi tornare a San Severino come la candidata sindaco, ma come anche altri due membri della lista civica: Giovanni Meschini e Piero Pierandrei. L'imprenditore Meschini ha confidato di come "ad ogni viaggio di lavoro mi sentissi come un alfiere di San Severino, convincevo sempre qualcuno a venirmi a trovare nella mia città. La nostra città per noi è importante, ma non siamo politici, non vogliamo la poltrona da tenerci stretta". Diverso il percorso dell'architetto Pierandrei "ho trovato negli USA le opportunità che non avevo qui in Italia, ma poi ho sentito la necessità di tornare a casa. Ora, grazie a Rosa, ho anche io la possibilità di usare la mia esperienza per cambiare qualcosa". Nella lista di Rosa Piermattei anche diversi artigiani intenzionati a dare il loro contributo per la comunità come Alberto Capradossi che ammette di essere "stanco di vedere San Severino che si sta spegnendo, e di sentire in giro solo lamentele, è ora di cambiare", Sandro Granata "di Rosa mi hanno colpito la moralità, la voglia di fare e l'amore grande per San Severino. Noi cittadini abbiamo il dovere di cambiare per la nostra città" e Paolo Paoloni: "sento spesso dire che San Severino è morta, ma è un modo di dire sbagliato: San Severino si sta addormentando, risvegliamola e facciamola correre insieme a Rosa". Gli studenti universitari Silvia Chirielli e Francesco Fattobene e la commerciante Michela Pezzanesi sono tutti dell'idea che Rosa Piermattei sia "un'occasione imperdibile, un'opportunità che San Severino non può farsi sfuggire". Il commerciante Jacopo Orlandani, coinvolto da subito dalla determinazione della candidata, vorrebbe invece "una città sì più bella ma anche e soprattutto più sicura. Stiamo già pensando a ad aumentare e migliorare il servizio di video sorveglianza e pensiamo anche alla possibilità della vigilanza notturna", mentre il medico Francesco Sentini punta più sull'istruzione e l'educazione dei più giovani: "per la democrazia ci vogliono persone libere, ed è la conoscenza che rende liberi". Cristina Scoderoni, titolare di un B&B sostiene che "è il cittadino il primo promotore della sua città, dobbiamo far conoscere il territorio in cui viviamo. Perchè Rosa? È una donna, e come tale sa organizzare e sa far collaborare le persone". Affascinata dalla candidata sindaco anche la più giovane della squadra, Chiara Simoncini, 23 anni, al quarto anno di università: "Rosa è un esempio per noi giovani. Io sono orgogliosa di essere settempedana, e credo nel cambiamento". A chiudere la rosa dei candidati consiglieri è stata Teresa Traversa, commerciante di San Severino da 40 anni: "Vorrei, con Rosa, ritrovare la San Severino che ho trovato arrivando qui tanti anni fa, dove i giovani ridevano, mentre ora non lo fanno più e ognuno sembra pensare solo a sè. "Noi siamo così come ci avete visto" ha detto in chiusura Rosa Piermattei ringraziando le tantissime persone che hanno affollato il teatro Italia.
"È una grandissima soddisfazione, la manifestazione a mio avviso è più che riuscita": queste le parole dell'avvocato Marco Massei oggi pomeriggio al termine della manifestazione che ha visto centinaia di persone ritrovarsi in Piazza del popolo ed incamminarsi verso l'ospedale Bartolomeo Eustachio, simbolo e fine ultimo di questa lotta popolare."Tanta la gente, la piazza era gremita di cittadini, di mamme e di bambini, e questo è il significato secondo noi di quanto i cittadini dell'entroterra tengano a questo ospedale, che serve non solo San Severino ma anche paesi limitrofi". Soddisfazione anche da parte della portavoce del gruppo delle mamme a sostegno di pediatria Cristina Marcucci: "È stata una cosa unica e significativa per San Severino. È bello vedere come le associazioni si siano unite, e i cittadini si siano uniti e si siano presentati anche coi bimbi, con le carrozzine, coi fuoristrada, le moto e le 500... Dopo questa manifestazione una cosa è sicura: non molleremo!".
Sono state centinaia le persone che già dalle 16 si sono riversate in Piazza del Popolo per manifestare contro la chiusura dell'ospedale di San Severino Marche.Mamme, nonni, bambini e rappresentanti politici di ogni simbolo erano presenti per lottare insieme. In primis i rappresentanti del Comitato per la difesa dell'ospedale che hanno indossato la fascia tricolore, come avevano annunciato, a sottolineare la mancata presenza dell'amministrazione e del sindaco nella lotta per l'ospedale.Ad aprire la manifestazione è stato il vice presidente del Comitato stesso Marco Massei: "Questa è una manifestazione popolare, a difesa di un diritto, quello alla salute, che è vivente, e che dobbiamo guadagnarci giorno dopo giorno. Voglio precisare che è una manifestazione a favore di un ospedale che è funzionante, che c'è e va salvaguardato! E' stato un errore quello di chiudere il punto nascita e la pediatria - ha proseguito Massei, ringraziando anche i politici presenti, il gruppo di clown terapia "la valigia delle meraviglie", il gruppo degli Scorpions e delle 500 - la politica sanitaria regionale va ripensata per salvaguardare e tutelare tutti, perché non ci può essere alcun tipo di distinzione nel diritto alla salute. Una battaglia questa dove le donne e le mamme hanno avuto un ruolo essenziale, hanno davvero fatto capire quanto errate siano state le scelte compiute. Sicuramente con delle istituzioni più attente non staremmo qui a cantare il de profundis del nostro ospedale, ma non molliamo e non molleremo."Affermazione quest'ultima condivisa anche dalla portavoce del gruppo delle mamme a sostegno di pediatria Cristina Marcucci: "Il nostro appello alle istituzioni è ripensateci!" Ed ha colto l'occasione per ringraziare i personaggi famosi che negli ultimi giorni si sono uniti alla battaglia, come Bonaventura e Castori. Da Piazza del Popolo un lunghissimo serpentone si è poi avviato verso l'ospedale, con in testa le moto del gruppo degli Scorpions, i tamburini e le 500 e le fuoristrada in chiusura, passando per le vie del centro dove i negozianti hanno manifestato la loro vicinanza abbassando le serrande e spegnendo le luci come se fossero a lutto per l'ospedale. Giunti di fronte all'ospedale anche i sindaci di paesi limitrofi hanno preso la parola mostrando la loro solidarietà alla lotta dei settempedani: " È una battaglia importante per il territorio - ha affermato il sindaco di Cingoli Filippo Saltamartini - chi oggi è stato assente ha perso un'occasione per difendere se stesso, non solo l'ospedale. Oggi avete dimostrato che non vi piegherete e ricordate, i diritti esistono se il popolo li difende." Presente anche il sindaco di Gagliole Mauro Riccioni che ha constatato come quella dimostrata dalla popolazione sia stata una "presenza significativa, la risposta di una comunità che si vuole riappropriare del proprio territorio." "Il presidente della Regione Marche deve garantire a tutti il diritto alla salute, sarò al vostro fianco perchè questa è una battaglia giusta e legittima" ha detto Remigio Ceroni, senatore e sindaco di Rapagnano. A chiudere la manifestazione più che riuscita di nuovo l'avvocato Massei: "I cittadini possono ancora fare tanto, possono decidere le sorti dell'ospedale. Noi non molliamo e non molleremo mai, perché non si può battere chi non molla mai!": parole accompagnate da un forte applauso e dalle note dell'inno di Mameli.
Continua ad essere ancora molto fitta la nebbia che sta ricoprendo San Severino in questa fase pre elettorale. Nuovi nomi e nuove smentite si susseguono giorno dopo giorno, creando sempre più confusione negli elettori che si trovano sommersi in un surreale silenzio generale. L'unica fonte di notizie sul tema elezioni finora è la pagina Facebook "Comunali- San Severino Marche 2016" di Gianluca Gelsomino. Tante le liste che dovrebbero presentarsi, poche ancora le certezze. “Questa è una situazione anomala - ci ha confessato Massimo Panicari, candidato sindaco della lista "Città e Borghi"- a dimostrazione che negli ultimi dieci anni la politica non è riuscita a dare risposte concrete alle istanze del paese. Che ci siano così tante liste sicuramente denota un bel risveglio di coscienze, ma allo stesso tempo porterà chiunque andrà a governare a rappresentare solo una piccola parte dei cittadini, creando magari qualche problema in più“. Nella nebbia, però, si comincia a sentire il rombo di qualche motore: la lista "Città e Borghi" è quasi completa, “stiamo lavorando per trovare altri due o tre soggetti che la completino - ha aggiunto Panicari - e il 5 maggio la presenteremo ufficialmente“.Nel frattempo dallo staff di Beppe Grillo è arrivata la certificazione per il simbolo del Movimento 5 stelle per la lista "La città bella", candidato sindaco Mauro Bompadre.La manager Rosa Piermattei presenterà la propria lista sabato 7 maggio alle 18 al Teatro Italia, ed entro la stessa data verrà presentata anche la lista civica orientata a centro sinistra "Per San Severino" capitanata da Francesco Borioni il quale afferma“: “La lista non è ancora completa, ci stiamo ancora lavorando ma siamo decisamente a buon punto“. Non si conosce ancora il nome del candidato per il centro sinistra , aleggiano solamente tante voci che vedrebbero ancora come candidato più probabile Pietro Cruciani. Dal PD fanno sapere che ci sono delle novità che verranno fuori presto. Altro punto interrogativo è la possibile lista civica guidata da Valter Bianchi di Forza Nuova. I vari candidati hanno ormai pochi giorni a disposizione per completare tessera dopo tessera i vari puzzle che sono le loro liste, non ci resta che vedere quanti colpi di scena ci riserveranno le ultime settimane prima delle presentazioni ufficiali. Mauro Bompadre, candidato sindaco della lista "La città bella" Francesco Borioni, candidato sindaco lista "Per San Severino"
“L'ospedale di San Severino Marche ha finalmente una sua identità precisa, rimane un ospedale dell'Area Vasta 3 con tutti i suoi servizi di eccellenza”: così il sindaco Cesare Martini riguardo l'accordo che ha firmato il 18 aprile in prima persona, sottoscritto anche dal direttore dell'Area Vasta Marini e dal Presidente della Regione Ceriscioli.Chirurgia e Oculistica saranno i due punti di riferimento, mantenendo lo standard di qualità dei reparti di oncologia, hospice, medicina e del punto di primo intervento.Il Punto nascita ed il reparto di ostetricia, però, erano anche loro un'eccellenza del nostro nosocomio... “La chiusura del punto nascita poteva essere condotta meglio, ne sono convinto. Non c'è stata una gestione politica attenta, è una ferita aperta proprio per l'importanza che questo reparto aveva in tutto il territorio provinciale e non solo. L'accordo raggiunto non rimargina questa ferita, ma ci mette una benda. Ceriscioli finalmente ha dato un'identità all'ospedale, nel quale anche il servizio di week- surgery è fondamentale. Basti pensare che anche da Torrette ci sono richieste per venire a fare attività nell'ospedale San Severino”.Rimane aperto invece il discorso per quanto riguarda l'attività ambulatoriale di pediatria: sono garantite 3 ore al giorno per 6 giorni a settimana, da monitorare e possibilmente aumentare nel tempo, secondo la necessità di utilizzo.“So bene che il dottor Maccioni e la dottoressa Faccenda avevano concordato un numero maggiore di ore con le mamme a sostegno di pediatria e ne abbiamo discusso molto. Per ora anche Marini ha ritenuto più opportuno garantire queste 18 ore settimanali da poter aumentare, invece di dover fare il contrario nel caso in cui le ore risultassero troppe rispetto alla richiesta effettiva, ma il discorso resta assolutamente aperto.”Proprio per salvare l'ospedale il 30 aprile è stata organizzata una manifestazione popolare.“Sì ne sono a conoscenza e la trovo una manifestazione legittima. La sanità incide sulla vita dei cittadini, quindi è giusto che gli stessi usino un mezzo come questo per sensibilizzare chi deve prendere una decisione su come la deve prendere. Il Comitato per la salvaguardia dell'ospedale ha fatto un ottimo lavoro e lo spirito della manifestazione è totalmente condivisibile, spero solo che, visto il periodo caldo, questa manifestazione nata da un nobile intento non venga strumentalizzata per qualche propaganda per le prossime votazioni”. Una campagna elettorale caratterizzata, secondo il sindaco uscente, da molto tatticismo, caratteristico del periodo pre-elettorale, ma anche da molta voglia di fare e di mettersi in gioco.Sono diversi i nomi della sua amministrazione venuti fuori come possibili candidati sindaco, Vittorini, Felicioli, Muzio, ma c'è sempre anche il nodo Cruciani... “Per quanto riguarda l'amministrazione uscente meriterebbero tutti di riproporsi: hanno amministrato per 5 anni il che dà loro la giusta esperienza. Per quanto riguarda Cruciani sono convinto che potrebbe dare il suo contributo se si allarga la coalizione. Il mio rammarico resta quello di non aver fatto le primarie, sia per l'individuazione del candidato sindaco, ma più che altro per poter parlare con la gente e rappresentare l'operato dell'amministrazione. Quello che è sicuro è che l'amministrazione che verrà troverà un buon bilancio grazie allo sblocco del Patto di Stabilità che permetterà di avere dei fondi a disposizione per dei lavori per la comunità, come quelli che si stanno facendo ora e che, tengo a precisare, sono stati programmati in precedenza e non vengono attuati per campagna elettorale.”
Anche il mondo del calcio si mobilita per cercare di salvare l'ospedale di San Severino, grazie proprio a due illustri settempedani che si sono fatti strada nel calcio a livello nazionale.Giacomo "Jack" Bonaventura, centrocampista del Milan lo ha dimostrato con una foto in cui, con la divisa della sua squadra, mostra un cartello con su scritto "No chiusura reparto nascite di San Severino Marche". L'allenatore del Carpi Fabrizio Castori, invece, mostra la propria solidarietà al reparto di ostetricia in un comunicato stampa:" Ho seguito attraverso la stampa locale e tramite i miei amici settempedani con cui mi sento quotidianamente, la vicenda della chiusura del punto nascite dell'ospedale di San Severino. Decisione contro la quale si è vista sollevare l'intera cittadinanza con le sue istituzioni in primis e i vari comitati, associazioni e singoli cittadini a seguire. È sempre grave quando una città perde qualche suo punto di riferimento, ma quando si tratta di un?eccellenza che riguarda addirittura l'intero entroterra maceratese, com'è il caso del reparto ostetricia dell'ospedale di San Severino Marche, il danno appare ancora più grave in relazione anche all'enorme disagio che verrà causato alla cittadinanza. In quel reparto hanno visto la luce i miei tre figlio è il mio primo nipotino e ricordo bene l'alta professionalità e la massima disponibilità del personale medico e paramedico. È un vero peccato quindi che tutto ciò vada disperso. Voglio augurarmi, pertanto, che, se ci fosse ancora una minima possibilità di conservare il punto nascita dell'ospedale "B. Eustachio", le autorità competenti possano tornare sulle loro decisioni e fare in modo che si possa continuare a nascere nella "nostra" San Severino Marche."Una forte vicinanza dimostrata da due illustri settempedani che nella vita sono arrivati lontano senza però dimenticare la città dove sono nati. La lotta per il punto nascita continua in vista della maxi manifestazione che si terrà in Piazza del Popolo sabato 30 Aprile dalle ore 16.
30 Aprile 2016. Ha finalmente una data la manifestazione popolare promossa dalle mamme del gruppo Facebook a sostegno di pediatria e dal Comitato per la difesa e la tutela dell'ospedale di San Severino Marche. Molte le associazioni presenti alla riunione che si è tenuta ieri sera alla sede della Pro Castello.“Quella che vogliamo organizzare è una maxi manifestazione di popolo – ha affermando Cristina Marcucci, amministratrice del gruppo, aprendo la riunione – dobbiamo essere in tanti, ed è proprio per questo che abbiamo contattato associazioni, comitati, sindacati e le scuole sia di San Severino sia di paesi limitrofi, perché questa è una lotta che ci vede tutti uniti”. Una riunione di massa in Piazza del Popolo, o magari un corteo che dalla piazza arrivi proprio a quell'ospedale che da mesi i cittadini stanno cercando di difendere, queste le idee che i moderatori e i cittadini hanno proposto in un chiostro più che affollato, in molti infatti sono rimasti ad ascoltare fuori dalla sala gremita anche se, come ha confermato una mamma “la delusione per tutta questa situazione è tanta”.Non sono mancati dei contrasti suscitati dalla domanda della rappresentante di un'associazione riguardo l'utilità di una manifestazione del genere visto che ormai i giochi sembrerebbero fatti, a seguito degli esiti di Tar e Consiglio di Stato. A queste perplessità ha dato risposta il vice presidente del Comitato per la difesa dell'ospedale avvocato Marco Massei: “ Nel merito della questione non si è ancora deciso niente, abbiamo chiesto già un'udienza che speriamo venga fissata a breve, ma non è comunque detta la parola fine. Chi doveva rappresentarci e difenderci è stato assente, a questo punto i cittadini devono autoinvestirsi di ciò che è mancato per salvare gli altri reparti se non il punto nascita, per il quale la situazione è più complessa dato che è già stato chiuso. Siamo tutti orfani di sindaco – ha proseguito Massei – che non ci ha difeso. Mi piacerebbe anzi fare con lui un bel dibattito sulla sanità. Mettiamoci tutti la faccia ora, perché – ha ribadito – siamo tutti orfani di un sindaco che per noi non ha fatto nulla”.Un forte segnale quello che esce dalla riunione che i cittadini non sono intenzionati a mollare, e anzi hanno sempre più voglia di far valere i loro diritti. Cominciano ora i preparativi della manifestazione che avrà luogo sabato 30 aprile dalle ore 16 in Piazza del Popolo.
Tre membri del Comitato per la difesa dell'ospedale Bartolomeo Eustachio di San Severino sono stati ricevuti ieri pomeriggio a Montecitorio dal sottosegretario al Ministero della Salute. Simona Barbini si era adoperata per ottenere questo appuntamento che l'ha vista faccia a faccia con l'onorevole Vito de Filippo insieme a Marco Massei, vicepresidente del comitato e al segretario Mario Chirielli. “Ci ha davvero ascoltati, e questo per me è già molto importante” ha dichiarato la Barbini. L'onorevole Vito de FilippoIncontro molto positivo anche per l'avvocato Massei, che lo ha vissuto come un momento di forte vicinanza da parte delle istituzioni: “essere ricevuti da un viceministro non è cosa da poco – ha affermato Massei – visto poi quanti altri politici, a livello regionale, non hanno mai risposto alle nostre richieste di incontro. Ci ha ascoltato con attenzione, ed ha compreso le nostre ragioni. Anzi, ci è sembrato anche molto meravigliato della chiusura del punto nascita di San Severino, infatti è stato proprio lui a chiederci come mai il reparto è stato chiuso. Per lui la nostra è una situazione che merita attenzione, ci ha promesso che si interesserà del caso e cercherà di parlarne col presidente della Regione Luca Ceriscioli, pur precisando come questa sia una materia regionale”.Un segnale favorevole da Roma per il comitato, dunque, che con l'incontro di ieri fa un passo in avanti nella sua lotta. Intanto anche il Presidente del Consiglio Renzi torna ad interessarsi della situazione di San Severino, con una nuova missiva a Roberto Pioli.
Una donna, una manager che si mette in discussione per la sua comunità. Così si è presentata Rosa Piermattei, ieri sera al Teatro Italia di San Severino Marche, cominciando proprio dalla sua biografia.Nata a San Severino, dopo aver frequentato il Liceo Linguistico a Castello si trasferisce in Inghilterra, frequenta dei master di livello internazionale ed attualmente è iscritta alla Columbia University. In campo lavorativo invece da ben 17 anni è dirigente responsabile del settore abbigliamento dei marchi Tod's, Hogan e Fay. “Quando me ne sono andata per la prima volta da San Severino – ha raccontato la Piermattei – per un giorno intero me ne sono stata a guardare la piazza, per imprimerla nella mente. E lì è rimasta per tutti questi anni. Ora che torno a San Severino molto spesso per andare da mia mamma, lo trovo molto spento e a me fa male”.Una spinta partita dal cuore quella che l'ha portata a decidere di mettersi in gioco, volendo creare una lista apartitica, per mettersi totalmente a disposizione per la comunità.“Vorrei vedere una comunità attiva – ha confessato ad una sala stracolma – vorrei persone presenti ed orgogliose di vivere a San Severino. Dimentichiamo ciò che è passato, ricominciamo come una città unita. I giovani devono partire se lo vogliono, andare all'estero, imparare tanto e poi tornare, come ho fatto io, per portare le loro conoscenze, le loro esperienze alla città”.Altruismo, generosità ed impegno i punti cardine del discorso di questa settempedana che, anche se sconosciuta ai più, è riuscita a catturare l'attenzione dell'intero teatro rimasto sempre in un silenzio attento, ma ha anche generato qualche perplessità, come quelle mostrate da Mauro Bompadre, attivista 5 stelle: “Sono un po' perplesso riguardo l'idea di gestione manageriale della politica, che storicamente non ha portato buoni frutti. Inoltre il sindaco part-time secondo me ora come ora non funziona”. Dubbi quelli di Bompadre alla quale la Piermattei non ha esitato a rispondere spiegando come “per me gestione manageriale significa lavorare per obiettivi, insieme al gruppo ed insieme alla comunità. Non avendo nessuno dietro che ci impone qualcosa dobbiamo solamente ascoltare la comunità. Io sarò sempre disponibile ogniqualvolta la comunità ne avrà bisogno”.Roberto Pioli si è invece preoccupato dei progetti per i giovani, “io sono stata una fortunata che ha lavorato tanto per arrivare a realizzare il suo sogno, ma ho avuto tanti che mi hanno insegnato. Ho avuto la fortuna di trovare persone disponibili, e la stessa disponibilità la voglio riversare sulla comunità e soprattutto sui giovani”.Applausi sinceri hanno più volte scandito la presentazione di Rosa Piermattei, insieme ai complimenti sia di chi già la conosceva, sia di chi invece era venuto a conoscere la “donna del momento”.
Un cartello di protesta apre la riunione indetta dal dottor Alessandro Maccioni, direttore dell'Area Vasta 3, nell'aula Sisto V di San Severino Marche per informare le mamme sulle modifiche apportate all'ospedale dalla riforma.“Dobbiamo ascoltare liberandoci dalle angosce, e cominciare con queste proteste non aiuta. Io credo in pieno in questa riforma – ha aggiunto Maccioni – ed è falsa la leggenda metropolitana sulla non messa a norma del punto nascita dell'ospedale di Macerata. I lavori che sono stati appaltati a fine anno servono ad ottimizzare l'ospedale e a renderlo più moderno. A Civitanova, inoltre, il reparto è altrettanto efficiente”. A difendere il reparto di Macerata ci ha pensato anche il dottor Perri, il quale ha detto come è stato modificato il reparto: “Da dicembre 2015 la ginecologia è stata spostata in area chirurgica urologica acquistando di fatto 8 posti letto. E' stata realizzata una sala parto in più, un'altra è dotata di due postazioni e così arriviamo ad avere le 3 sale parto richieste dall'accordo Stato-Regione. Inoltre, sempre come richiesto dall'accordo, la sala operatoria del blocco parto viene ora solo utilizzata per ostetricia”.Il dottor Micucci ha inoltre rassicurato le mamme sull'operatività del reparto di ostetricia e ginecologia di Civitanova: “Siamo operativi ed in contatto con San Severino, c'è un clima di collaborazione col personale basato sulla comunicazione. Abbiamo una serie di progetti da fare insieme.” “Anche a Macerata siamo pronti ad accogliere le partorienti che vorranno scegliere il nostro ospedale per partorire – ha aggiunto il dottor Farotti – Vi ricordiamo inoltre che siamo il primo punto nascita della provincia da 5 anni”.A parlare poi è stato il dottor Mantovani: “ Questo è per me un momento di commiato, visto che a maggio compirò i miei primi 70 anni e sarò costretto ad andare in pensione. Sono qui comunque a dare il mio aiuto a far diventare la situazione più omogenea. In pratica si sposta solo il posto dove partorire anche se bisogna ammettere che i territori non sono agevoli da percorrere. L'unità operativa di San Severino così è smembrata, ma ricordiamoci che ci sono altri reparti pronti ad accoglierci.” E' stata inoltre aperta una parentesi sulla novità del parto indolore, già anticipata questi giorni da Maccioni e che in questa sede è stata spiegata dalla dottoressa Corsi, primario dell'U.O. di anestesia e rianimazione di Civitanova: “Quello sulla partoanalgesia è un capitolo delicato: vogliamo creare un rapporto anestesista/paziente diverso, che accompagni la donna per tutta la durata della gravidanza. Ci stiamo organizzando per farlo divenrtare un servizio H24. L'Area Vasta 3 sarà forse la prima a garantire la partoanalgesia a tutti, ma ci vogliono le risorse, per questo stiamo lavorando con un gruppo di lavoro per attuarlo”.“Dove si vive, non dove si muore”: questo è stato il grido di un cittadino, l'avvocato Rossi, che ha squarciato il silenzio di una sala attenta e attonita. “Avete contravvenuto l'accordo Stato/Regioni, se succede qualcosa sarete tutti responsabili. Non si gioca con la salute dei neonati! Avete tradito tutti!” Intervento questo che ha dato il via ad una discussione più che accesa, alla quale ha preso parte anche l'avvocato Massei, vice presidente del comitato per la difesa dell'ospedale: “ Prendo atto che siete venuti, ma dovevate farlo molto prima. Apprendo ora che l'ospedale di Macerata è a norma, anche se persino il sindaco Carancini ha affermato il contrario. Comunque vi confermo che non avete vinto niente, nel merito la partita è ancora aperta! Inoltre ditemi, cosa succederebbe se nel merito dovessimo avere ragione?” “Nel caso dovremo vedere la risposta del Tar” ha risposto Maccioni.Un'altra voce ha poi scosso tutti gli animi: le urla di una mamma che non si dà pace, che chiedeva come deve fare una mamma che ha un figlio con problematiche gravi, magari durante la notte, senza un pediatra vicino. Ma neanche le lacrime di questa mamma hanno ottenuto una risposta chiara, ma solamente un: “non ci possiamo più permettere l'ospedale sotto casa” bloccato dalle grida della folla. “Esiste comunque un percorso di emergenza-urgenza, che prevede punti di primo intervento, Potes e 118. “L'emergenza va garantita dappertutto” ha confermato la dottoressa Corsi.“Martedì avrò una nuova riunione in Asur – ha concluso Maccioni – e lì vedrò se si intende andare incontro alle istanze della comunità. La chiusura del punto nascita, comunque, ci permetterà di dar corso alla week-surgery e di avere una U.O. complessa di oculistica solo a San Severino. Se serve, poi, amplieremo la pediatria. Stiamo applicando al meglio le riforme.”A chiudere la riunione è stato l'intervento del sindaco Martini: “La chiusura del punto nascita è una ferita. Io mi farò incarico di insistere anche se non mi sembra il caso, visto che siamo fuori tempo, per questo invito anche l'avvocato Massei a soprassedere. Quello che chiedo al dottor Maccioni è di fare il processo inverso: lasciare a pieno regime la pediatria e poi, tra tre mesi, vedere se è necessario ridurre il servizio.”Dichiarazioni queste ultime che non hanno placato gli animi dei convenuti alla riunione, che con toni accesi hanno fatto sentire la loro voce, hanno urlato il loro dissenso e chiesto più volte delle spiegazioni. Stasera le mamme sono sicuramente più informate di prima, ma non molto più tranquille rispetto a stamattina.
La chiusura del punto nascita di San Severino e di conseguenza la riduzione notevole dei servizi sia di ostetricia che di pediatria che i settempedani si sono trovati in questi giorni ad affrontare, non senza grandi difficoltà, lascia tutta la popolazione della città e del territorio montano in un notevole stato d'ansia. Gli operatori del reparto, mamme e future mamme brancolano nel buio, sapendo solo che per qualunque problema che necessiti un ricovero devono recarsi a Macerata. Un ospedale, quest'ultimo, sul quale aleggiano però molti dubbi riguardanti la sua conformità alle norme vigenti e soprattutto la sua sicurezza.Vero è che il Presidente della Regione Luca Ceriscioli durante l'incontro privato coi membri del Comitato per la difesa e la tutela dell'ospedale Bartolomeo Eustachio del 10 marzo a Tolentino ha più volte ha ribadito come il reparto sia a norma ed i lavori che saranno eseguiti su questa struttura altro non sono che operazioni routinarie di ristrutturazione, come accade per ogni ospedale.Ragionamento quest'ultimo che non dissipa la fitta nebbia di dubbi di chi non riesce a togliersi dalla testa che l'ospedale non è a norma. E a leggere i documenti ufficiali, in effetti, le perplessità aumentano. Se si prende ad esempio la Determina Asur 361 del 18/5/2015, in cui sono elencate le motivazioni della gara di appalto per la riorganizzazione e ristrutturazione del punto nascite di Macerata, si legge che: “ i suddetti lavori corrispondono all'esigenza di adeguare il reparto alle normative e contestualmente ottenere l'autorizzazione delle specifiche funzioni sanitarie”. Allegata alla stessa determina c'è una Relazione sanitaria firmata dal dott. Paolo Francesco Perri e dalla dottoressa Maria Rita Mazzoccanti i quali affermano che “la sala parto e la sala di chirurgia ginecologica non sono a norma secondo le indicazioni ISPELS. Gli spazi delle degenze sono ristretti e obsoleti, assolutamente insufficienti ad accogliere l'aumento di attività che comporterebbe la chiusura di uno dei tre punti nascita di AV3”. A questo punto la non conformità del reparto alle norme vigenti non si può considerare solamente una vox populi.A tutto ciò si aggiunga anche che il 31/12/2015 con la determina DG n. 940 l'Asur ha aggiudicato definitivamente i lavori di ristrutturazione e riorganizzazione del Punto nascita dell'ospedale di Macerata per €984.000,00. La domanda sorge spontanea: può un ospedale dichiarato a norma dal presidente Ceriscioli necessitare quasi di 1 milione di euro solo per ristrutturazioni di routine? E per quali motivi dei dottori che lavorano e si occupano quotidianamente del reparto si sono sentiti in dovere di chiedere dei lavori e di firmare questi documenti, se in realtà tutto è a norma?Leggendo il documento a difesa dell'ospedale di Macerata depositato al Tribunale Amministrativo il 16 febbraio 2016 si nota come, tra le dotazioni del reparto di Macerata, si possono contare tra le altre “2 sale parto, una vasca per il parto in acqua e una sala operatoria”. Dotazione che comunque, stando alla deliberazione di Giunta Regionale 1088 del 2011 che recepisce l'accordo Stato-Regioni, non è sufficiente: i reparti che accolgono più di 1200 parti - come Macerata per l'appunto - necessitano di 3 sale parto-travaglio, una sala operatoria più una sala operatoria di emergenza”.Da notare inoltre come anche il sindaco di Macerata Romano Carancini nel consiglio comunale del 21 febbraio 2016 abbia affermato che “l'ospedale di Macerata è dichiaratamente ed unanimemente riconosciuto non a norma ed ha bisogno di almeno 2 anni e 15 milioni di euro per essere messo in sicurezza”.Le ansie dei settempedani (e non solo…), in primis delle future mamme ormai costrette dalla legge a partorire nel capoluogo, sembrano quindi più che fondate. Troppi gli interrogativi che non hanno ancora trovato risposta visto che i lavori di ristrutturazione non sono mai cominciati, non permettendo in pratica ad un reparto dichiarato non a norma di diventarlo. Inoltre il blocco dei ricoveri che è stato attuato in maniera più che frettolosa a San Severino (diversa la situazione per Fabriano e Osimo) non fa che aumentare la rabbia e le paure nei cittadini, che intanto già stanno affrontando i primi disagi come testimoniano su facebook.Il direttore dell'Area Vasta 3 dottor Maccioni dovrà riuscire a dare risposte soddisfacenti per tranquillizzare la popolazione di San Severino, cosa che intende fare venerdì 18 marzo in una riunione indetta alle 15.30 nella sala Sisto V proprio a San Severino, per informare le future mamme. Che restano in attesa di spiegazioni e chiarimenti da parte del dottor Maccioni, sperando che non ci si dimentichi che l'obiettivo primario di una riforma sanitaria riguardante i punti nascita deve essere la sicurezza di mamme e bambini.
Allarme esche avvelenate di metaldeide in via Fidanza a Matelica, la foto di un'esca gira su Facebook per avvertire i cittadini.A condividerla anche Francesca Gigli, studentessa di veterinaria : “Ho trovato questa foto che girava tra i miei contatti universitari e l'ho voluta condividere per avvertire la comunità matelicese. Che dire io sono allibita – ci ha confessato la Gigli – Matelica ospita una sola università, Veterinaria appunto, quindi può immaginare quanti studenti abbiano un animale da compagnia, io in primis mi sono sentita in pericolo. Purtroppo in Calabria, mia terra d'origine, ho già avuto esperienze del genere visto che due cani mi sono stati avvelenati con le polpette, quindi la mia paura ora è per il mio 'pelosetto'. Inoltre chi lo ha fatto dev'essere a conoscenza del fatto che il metaldeide è uno dei veleni più pericoloso che ci sia e, se ingerito, il cane ha poche possibilità di salvarsi. Un'ulteriore conferma che la crudeltà umana non ha limiti”.Crudeltà che però, come in questo caso, viene sempre più combattuta anche grazie a Facebook e alla sua veloce capacità di far circolare informazioni. La scoperta delle esche è arrivata proprio per il fatto che un cagnolino aveva mangiato una di queste polpette avvelenate, ma fortunatamente è stato subito portato nella clinica veterinaria ed è stato salvato.
Un sentimento diffuso di delusione: le future mamme di San Severino commentano con amarezza la decisione del Consiglio di Stato in merito al punto nascita.Ne abbiamo ascoltate alcune.“Mi sento delusa e tradita. Delusa perché avrei voluto partorire nel nostro eccellente reparto e nel mio comune; tradita perché le istituzioni non hanno fatto nulla in passato per difendere il difendibile, ma solo per ipocrisia si sono mossi in questi ultimi tre mesi, visto l'avvicinarsi delle elezioni”. Questo il pensiero di Carmen Maisto, futura mamma di San Severino Marche due giorni dopo la decisione del Consiglio di Stato di chiudere il punto nascita.Per quale motivo avresti preferito partorire a San Severino? “Per l'igiene e per la professionalità e la cordialità di tutto il reparto”. Della stessa opinione è anche B., mamma di San Severino in attesa del secondo figlio, che ha preferito mantenere l'anonimato: “Ero davvero soddisfatta di come era stato gestito il mio primo parto, infatti durante la prima fase del travaglio ho avuto delle perdite e le ostetriche sono state subito molto disponibili e tutto il personale premuroso, considerando anche che il mio ginecologo era all'estero. Mi sono rassegnata all'idea di dover partorire a Macerata, ma ora diventa tutto più complicato, soprattutto per i miei familiari, per i quali sarà più difficile assistermi durante la degenza”.Qual è il tuo pensiero su questa situazione? “Penso che sia il frutto di scelte scellerate – prosegue B. - che non tengono conto dei diritti e della salute di tante donne”. Colpa di “scelte azzardate e fuorvianti” anche secondo la Maisto: “è davvero una triste situazione per tante future mamme. L'unica cosa che mi consola e che mi fa essere felice è il futuro arrivo della mia bambina”.
Si è svolta all'Hotel 77 di Tolentino la terza tappa de “La strada delle riforme”, una serie di incontri aperti alla presenza del Presidente della Regione Luca Ceriscioli volti ad informare la popolazione sul programma di riforme.“Non facile attuare queste riforme – ha affermato Ceriscioli – come tutti ben sappiamo ogni cambiamento genera resistenza, ma queste non sono solo un obbligo di legge, ma portano i servizi verso una maggior qualità. Ceriscioli ha inoltre spiegato come il cammino di queste riforme non sia stato facile, perché ci sono state diverse opposizioni politiche all'inizio, ma che andavano fatte, sia per non incorrere in sanzioni a livello statale, sia per aumentare i servizi.“In particolare la sanità nel territorio va vista come un sistema – prosegue il Presidente – e la medicina territoriale ci permetterà ancor più di essere flessibili, possiamo concordare le modifiche alla riforma, ed ampliarla secondo le richieste dei vari territori. L'obiettivo di queste riforme, non solo in ambito sanitario, è dare ai cittadini la qualità che meritano nei servizi, che devono poter usufruire nei giusti tempi.”Il presidente ha più volte rassicurato i tanti presenti ricordando come la riforma non porterà a “tagli nascosti, ma ci sarà un modello nuovo a risorse invariate, e possibilmente aumentate, come dimostra il piano di assunzioni”.Una riforma, quella sanitaria, ben accetta da chi negli ospedali ci lavora, come testimoniato dal dottor Raul Brambatti: “ Da medico ritengo la sua una riforma bella presidente, la aspettavo da tempo. Con questa cambia il concetto di base, perché non è più il paziente ad andare in ospedale, ma l'ospedale di comunità ad andare dal paziente.”Presente all'incontro anche il sindaco di San Severino Cesare Martini il quale in un intervento ha colto l'occasione per ringraziare il presidente per le riforme.“Qualità è quando tutti i cittadini hanno dei buoni servizi nei tempi giusti, - ha concluso il Presidente della Regione - e proprio alla qualità miriamo con le nostre riforme.”