Sono state centinaia le persone che già dalle 16 si sono riversate in Piazza del Popolo per manifestare contro la chiusura dell'ospedale di San Severino Marche.
Mamme, nonni, bambini e rappresentanti politici di ogni simbolo erano presenti per lottare insieme. In primis i rappresentanti del Comitato per la difesa dell'ospedale che hanno indossato la fascia tricolore, come avevano annunciato, a sottolineare la mancata presenza dell'amministrazione e del sindaco nella lotta per l'ospedale.
Ad aprire la manifestazione è stato il vice presidente del Comitato stesso Marco Massei: "Questa è una manifestazione popolare, a difesa di un diritto, quello alla salute, che è vivente, e che dobbiamo guadagnarci giorno dopo giorno. Voglio precisare che è una manifestazione a favore di un ospedale che è funzionante, che c'è e va salvaguardato! E' stato un errore quello di chiudere il punto nascita e la pediatria - ha proseguito Massei, ringraziando anche i politici presenti, il gruppo di clown terapia "la valigia delle meraviglie", il gruppo degli Scorpions e delle 500 - la politica sanitaria regionale va ripensata per salvaguardare e tutelare tutti, perché non ci può essere alcun tipo di distinzione nel diritto alla salute. Una battaglia questa dove le donne e le mamme hanno avuto un ruolo essenziale, hanno davvero fatto capire quanto errate siano state le scelte compiute. Sicuramente con delle istituzioni più attente non staremmo qui a cantare il de profundis del nostro ospedale, ma non molliamo e non molleremo."
Affermazione quest'ultima condivisa anche dalla portavoce del gruppo delle mamme a sostegno di pediatria Cristina Marcucci: "Il nostro appello alle istituzioni è ripensateci!" Ed ha colto l'occasione per ringraziare i personaggi famosi che negli ultimi giorni si sono uniti alla battaglia, come Bonaventura e Castori. Da Piazza del Popolo un lunghissimo serpentone si è poi avviato verso l'ospedale, con in testa le moto del gruppo degli Scorpions, i tamburini e le 500 e le fuoristrada in chiusura, passando per le vie del centro dove i negozianti hanno manifestato la loro vicinanza abbassando le serrande e spegnendo le luci come se fossero a lutto per l'ospedale. Giunti di fronte all'ospedale anche i sindaci di paesi limitrofi hanno preso la parola mostrando la loro solidarietà alla lotta dei settempedani: " È una battaglia importante per il territorio - ha affermato il sindaco di Cingoli Filippo Saltamartini - chi oggi è stato assente ha perso un'occasione per difendere se stesso, non solo l'ospedale. Oggi avete dimostrato che non vi piegherete e ricordate, i diritti esistono se il popolo li difende." Presente anche il sindaco di Gagliole Mauro Riccioni che ha constatato come quella dimostrata dalla popolazione sia stata una "presenza significativa, la risposta di una comunità che si vuole riappropriare del proprio territorio." "Il presidente della Regione Marche deve garantire a tutti il diritto alla salute, sarò al vostro fianco perchè questa è una battaglia giusta e legittima" ha detto Remigio Ceroni, senatore e sindaco di Rapagnano. A chiudere la manifestazione più che riuscita di nuovo l'avvocato Massei: "I cittadini possono ancora fare tanto, possono decidere le sorti dell'ospedale. Noi non molliamo e non molleremo mai, perché non si può battere chi non molla mai!": parole accompagnate da un forte applauso e dalle note dell'inno di Mameli.
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