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San Severino, la riunione fra mamme e Asur accende gli animi

San Severino, la riunione fra mamme e Asur accende gli animi

Un cartello di protesta apre la riunione indetta dal dottor Alessandro Maccioni, direttore dell'Area Vasta 3, nell'aula Sisto V di San Severino Marche per informare le mamme sulle modifiche apportate all'ospedale dalla riforma.

“Dobbiamo ascoltare liberandoci dalle angosce, e cominciare con queste proteste non aiuta. Io credo in pieno in questa riforma – ha aggiunto Maccioni – ed è falsa la leggenda metropolitana sulla non messa a norma del punto nascita dell'ospedale di Macerata. I lavori che sono stati appaltati a fine anno servono ad ottimizzare l'ospedale e a renderlo più moderno. A Civitanova, inoltre, il reparto è altrettanto efficiente”. A difendere il reparto di Macerata ci ha pensato anche il dottor Perri, il quale ha detto come è stato modificato il reparto: “Da dicembre 2015 la ginecologia è stata spostata in area chirurgica urologica acquistando di fatto 8 posti letto. E' stata realizzata una sala parto in più, un'altra è dotata di due postazioni e così arriviamo ad avere le 3 sale parto richieste dall'accordo Stato-Regione. Inoltre, sempre come richiesto dall'accordo, la sala operatoria del blocco parto viene ora solo utilizzata per ostetricia”.

Il dottor Micucci ha inoltre rassicurato le mamme sull'operatività del reparto di ostetricia e ginecologia di Civitanova: “Siamo operativi ed in contatto con San Severino, c'è un clima di collaborazione col personale basato sulla comunicazione. Abbiamo una serie di progetti da fare insieme.” “Anche a Macerata siamo pronti ad accogliere le partorienti che vorranno scegliere il nostro ospedale per partorire – ha aggiunto il dottor Farotti – Vi ricordiamo inoltre che siamo il primo punto nascita della provincia da 5 anni”.

A parlare poi è stato il dottor Mantovani: “ Questo è per me un momento di commiato, visto che a maggio compirò i miei primi 70 anni e sarò costretto ad andare in pensione. Sono qui comunque a dare il mio aiuto a far diventare la situazione più omogenea. In pratica si sposta solo il posto dove partorire anche se bisogna ammettere che i territori non sono agevoli da percorrere. L'unità operativa di San Severino così è smembrata, ma ricordiamoci che ci sono altri reparti pronti ad accoglierci.” E' stata inoltre aperta una parentesi sulla novità del parto indolore, già anticipata questi giorni da Maccioni e che in questa sede è stata spiegata dalla dottoressa Corsi, primario dell'U.O. di anestesia e rianimazione di Civitanova: “Quello sulla partoanalgesia è un capitolo delicato: vogliamo creare un rapporto anestesista/paziente diverso, che accompagni la donna per tutta la durata della gravidanza. Ci stiamo organizzando per farlo divenrtare un servizio H24. L'Area Vasta 3 sarà forse la prima a garantire la partoanalgesia a tutti, ma ci vogliono le risorse, per questo stiamo lavorando con un gruppo di lavoro per attuarlo”.

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“Dove si vive, non dove si muore”: questo è stato il grido di un cittadino, l'avvocato Rossi, che ha squarciato il silenzio di una sala attenta e attonita. “Avete contravvenuto l'accordo Stato/Regioni, se succede qualcosa sarete tutti responsabili. Non si gioca con la salute dei neonati! Avete tradito tutti!” Intervento questo che ha dato il via ad una discussione più che accesa, alla quale ha preso parte anche l'avvocato Massei, vice presidente del comitato per la difesa dell'ospedale: “ Prendo atto che siete venuti, ma dovevate farlo molto prima. Apprendo ora che l'ospedale di Macerata è a norma, anche se persino il sindaco Carancini ha affermato il contrario. Comunque vi confermo che non avete vinto niente, nel merito la partita è ancora aperta! Inoltre ditemi, cosa succederebbe se nel merito dovessimo avere ragione?” “Nel caso dovremo vedere la risposta del Tar” ha risposto Maccioni.

Un'altra voce ha poi scosso tutti gli animi: le urla di una mamma che non si dà pace, che chiedeva come deve fare una mamma che ha un figlio con problematiche gravi, magari durante la notte, senza un pediatra vicino. Ma neanche le lacrime di questa mamma hanno ottenuto una risposta chiara, ma solamente un: “non ci possiamo più permettere l'ospedale sotto casa” bloccato dalle grida della folla. “Esiste comunque un percorso di emergenza-urgenza, che prevede punti di primo intervento, Potes e 118. “L'emergenza va garantita dappertutto” ha confermato la dottoressa Corsi.

“Martedì avrò una nuova riunione in Asur – ha concluso Maccioni – e lì vedrò se si intende andare incontro alle istanze della comunità. La chiusura del punto nascita, comunque, ci permetterà di dar corso alla week-surgery e di avere una U.O. complessa di oculistica solo a San Severino. Se serve, poi, amplieremo la pediatria. Stiamo applicando al meglio le riforme.”

A chiudere la riunione è stato l'intervento del sindaco Martini: “La chiusura del punto nascita è una ferita. Io mi farò incarico di insistere anche se non mi sembra il caso, visto che siamo fuori tempo, per questo invito anche l'avvocato Massei a soprassedere. Quello che chiedo al dottor Maccioni è di fare il processo inverso: lasciare a pieno regime la pediatria e poi, tra tre mesi, vedere se è necessario ridurre il servizio.”

Dichiarazioni queste ultime che non hanno placato gli animi dei convenuti alla riunione, che con toni accesi hanno fatto sentire la loro voce, hanno urlato il loro dissenso e chiesto più volte delle spiegazioni. Stasera le mamme sono sicuramente più informate di prima, ma non molto più tranquille rispetto a stamattina.

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