di Fabrizio Scoccia

"Armonia e benessere: la salute del corpo e dello spirito"

"Armonia e benessere: la salute del corpo e dello spirito"

Nel periodo pasquale per i credenti sono comuni le analisi introspettive che producono i sentimenti di penitenza per la Crocifissione e poi di gioia per la Resurrezione. Per tutti è comunque il tempo di una riflessione che analizzi gli aspetti variegati della vita con l’obiettivo di raggiungere un benessere armonioso tra corpo e spirito. La buona salute è essenziale per la nostra esistenza, ma si può fare anche di più: si può tentare di raggiungere il benessere attraverso il conseguimento di uno stato di armonico coinvolgimento tra il nostro corpo e le cose più belle e più interessanti che ci circondano, filtrate dalla nostra sensibilità e cultura. L’armonia è un concetto astratto, anche un po’ vago; rappresenta lo stato d’insieme, volubile e labile, di tutti quegli elementi che nelle nostre percezioni sensitive ci procurano serenità, equilibrio e godimento. I nostri sensi, vale la pena ricordarlo, sono la vista, l’udito, l’olfatto, il gusto e il tatto. Essi riescono a captare tutto quello che ci circonda e, attraverso un sistema di conduzione rappresentato dalle derivazioni nervose che coprono tutto il nostro corpo, il cervello immagazzina una quantità infinita di stimoli che rappresentano il patrimonio di notizie e l’archivio da cui attingere per le nostre azioni e comportamenti determinando anche il nostro modo di sentirci. Il corretto funzionamento di questo sistema di interposizione tra noi e l’universo è alla base della vita e della sua qualità. L’armonia del nostro corpo, nell’insieme interdipendente di tutte le sue parti, che favorisce la corretta percezione della realtà determinando le reazioni più congrue ed opportune, rappresenta la condizione necessaria per vivere bene, con profitto assaggiando anche quello stato di benessere che, sembrerà strano, dipende da reazioni biochimiche conseguenti a stimoli che il nostro cervello riesce ad introdurre con le sue potenzialità non ancora del tutto esplorate. L’armonia è antitetica al disordine che invece evoca la negatività, lo spreco di energie, il malessere ed infine la malattia. Se vogliamo capire meglio l’idea di armonia dobbiamo prendere ad esempio la musica, un elemento della nostra vita dove l’armonia ha trovato l’applicazione più appropriata. Il nostro corpo è come un’orchestra che legge gli spartiti equiparati alle nostre sensazioni; il direttore dell’orchestra è il nostro cervello e, se vogliamo fare una forzatura, il primo violino è il nostro cuore e via via tutti gli strumenti musicali possono rappresentare in questa ardua figurazione i nostri organi ed apparati fisiologici. È dalla qualità degli spartiti, dall’abilità del direttore e di tutti i componenti dell’orchestra, che dipende la bellezza e l’armonia dell’esecuzione. Dalle sensazioni percepite e dallo stato del nostro cervello e di tutti gli apparati del nostro corpo dipendono le nostre azioni e reazioni. Il piacere della musica ascoltata può essere equiparato al benessere che noi proviamo quando il nostro corpo funziona bene, riesce ad acquisire nel modo migliore tutto quello che interferisce con esso e ad elaborare un prodotto a vantaggio di noi stessi e di quelli che ci vivono vicino. Un ambiente piacevole influisce positivamente sul nostro corpo e sul nostro spirito. È l’armonia del benessere, la stessa di una musica che riesce a struggerci il cuore.

09/04/2023 09:59
A primavera tutti stiamo meglio, ma attenzione ai mali di stagione

A primavera tutti stiamo meglio, ma attenzione ai mali di stagione

Viviamo un’epoca in cui le stagioni stanno subendo una subdola, ma evidente modifica nella proposizione delle loro tipiche caratteristiche. Il riscaldamento globale, ormai dimostrato e scientificamente rilevabile, dai poli fino all’equatore ha reso di sicuro più labili i confini tra una stagione e l’altra. Da qualche anno gli inverni sono più freschi che freddi, le giornate rigide ci sono ma spesso inframezzate da periodi miti, non tali da infreddolirci o richiederci un abbigliamento fortemente protettivo. Ciononostante il passaggio dall’inverno alla primavera conserva sempre il fascino della rinascita, della riappropriazione della bellezza e vivacità della natura che si risveglia attorno a noi. Il marrone e il grigio pallido di cui si vestono i paesaggi invernali pian piano si accendono e mutano fino al verde più brillante. Gli alberi fioriscono in attesa di maturare i frutti, la varietà cromatica è quasi accecante, nei prati e nei giardini appaiono timidi boccioli che in breve schiudono consegnandoci la bellezza, l’armonia e il profumo di rose, orchidee, margherite, mimose. Gli animali, anche quelli che non si sono appena risvegliati dal letargo, sono percorsi da una smania di muoversi, socializzare, riappropriarsi degli spazi intorno a loro e riprodursi. In questo contesto uomini, donne e bambini non fanno eccezione, vivendo con rinnovata frenesia la luce prolungata delle giornate e assaporando il calore più intenso dei raggi solari. Tali mutazioni cicliche stimolano le funzioni corporee ad adattarsi al benessere percepito, ma non è per tutti così: i pollini di fiori e piante possono provocare reazioni allergiche, lo stress emotivo del cambio di stagione spesso incide negativamente sul sistema nervoso di chi ha qualche fragilità in questo ambito. Tuttavia, gli individui che tendono ad incontrare disagi nel passaggio dall’inverno alla primavera ne sono generalmente consapevoli e sanno come correre ai rimedi per poter godere della stagione più favorevole al nostro benessere.  La figura di riferimento per tutti quelli che hanno queste problematiche è di sicuro il medico di famiglia. Ne parliamo con il dottor Luciano Caraceni, medico di medicina generale a Macerata di lunga esperienza. Nella sua esperienza di medico di medicina generale nel passaggio dall’inverno alla primavera noterà le allergie, dovute soprattutto ai pollini. Quali i consigli ai suoi pazienti interessati, quali i rimedi che prescrive? Le malattie allergiche rappresentano un argomento molto interessante ed impegnativo per il medico di medicina generale, il primo professionista a cui si rivolgono i pazienti affetti da tali patologie. Negli ultimi anni, potremmo dire anche decenni, si è assistito ad un progressivo e costante aumento di prevalenza ed incidenza di malattie dell’apparato respiratorio nella popolazione generale a partire dall’età pediatrica. Le situazioni di maggior frequente riscontro sono la rinite allergica associata o meno alla congiuntivite (oculo-rinite) e l’asma bronchiale allergica. Le “crisi “allergiche si sviluppano quando il sistema immunitario del paziente viene a contatto con sostanze sospese nell’aria, denominate allergeni, che scatenano una reazione eccessiva che dà origine ai sintomi classici quali scolo nasale, lacrimazione, tosse stizzosa, sternuti, respiro difficoltoso con fischi e sibili durante gli atti respiratori. La sintomatologia è estremamente invalidante, procura disagio sociale e rappresenta una causa di compromissione della normale attività lavorativa e scolastica. I provvedimenti che il Medico di Medicina Generale mette in atto si riassumono nei seguenti punti: • Informare ed educare il paziente a capire quando deve iniziare la terapia che deve essere anche preventiva per evitare crisi invalidanti; bisogna conoscere le sostanze a cui si è allergici ed iniziare ad assumere i farmaci nei periodi opportuni (generalmente fine inverno-inizio primavera). • Ricordare che i farmaci antistaminici, spray nasali, colliri vanno assunti al dosaggio corretto suggerito dal medico e soprattutto costantemente per tutto il periodo di esposizione. • Sconsigliare di ricorrere all’automedicazione acquistando autonomamente in farmacia o peggio ancora in internet, farmaci che se mal utilizzati posso risultare nocivi anziché risolutivi. • Un discorso a parte è riferito all’asma bronchiale allergica: il paziente deve essere informato che la terapia va eseguita con costanza in maniere cronica, senza interruzioni. In caso di riacutizzazione della sintomatologia sarà il medico ad apportare eventuali modifiche di dosaggio per un periodo limitato. Attualmente il paziente asmatico ha a disposizione farmaci in spray o polvere da assumere per via inalatoria che risultano molto efficaci ed estremamente maneggevoli nel loro utilizzo. Rispettando queste semplici norme si potrà avere una maggiore tolleranza e maggiori benefici ad una sintomatologia purtroppo inevitabile quale quella stagionale. Questo è anche il periodo dell’anno in cui le persone con fragilità neurologica, ansia e depressione, vedono peggiorare il loro stato, come interviene il medico di famiglia? L’inizio della primavera rappresenta il periodo in cui, in soggetti con particolare predisposizione, si può manifestare una sensazione di riduzione del tono dell’umore, facile stancabilità, insonnia, irritabilità che possono sfociare in un vero e proprio stato depressivo. Esiste a tal proposito un riferimento scientifico che è rappresentato dal manuale diagnostico e scientifico dei disturbi mentali (DSM-5) che classifica tra le tante forme di depressione anche quella stagionale. Questo stato spesso è associato ad ansia, a volte difficile da controllare, che provoca un grave disagio nel mantenimento delle relazioni della vita quotidiana. Non sempre è semplice diagnosticare questi disturbi perché i sintomi possono essere confusi con una semplice e “generica stanchezza” e soprattutto con l’immancabile scappatoia dello “stress” con la conseguenza che il paziente chiede, o provvede in maniera autonoma, di assumere “farmaci integratori” che risultano del tutto inutili. Nonostante ciò, questi prodotti hanno raggiunto un livello di mercato spaventoso quanto ingiustificato. Il medico di medicina generale conosce i suoi assistiti con cui ha rapporti professionali che durano spesso decenni, entra nelle case e conosce le dinamiche delle famiglie, le problematiche del lavoro, le patologie più importanti di cui una persona soffre. Tutto ciò sarà utile per individuare, guidati dal tipico rapporto di empatia paradigmatico delle cure territoriali, in quali pazienti si dovrà ricorrere, oltre alla rassicurazione personale, anche alla prescrizione di specifici farmaci. Spesso la proposta di terapia farmacologica per un disturbo di ansia o di deflessione del tono dell’umore non viene accettata subito e di buon grado dal paziente. Bisogna renderlo consapevole che i farmaci attualmente in commercio sono privi di effetti collaterali significativi e non limitano né la capacità lavorativa ed attentiva né influiscono compromettendo la vita di relazione e gli affetti personali.  

26/03/2023 10:00
"Covid: è davvero finita?": tra vaccini e nuove varianti, parola al professor Stefano Menzo

"Covid: è davvero finita?": tra vaccini e nuove varianti, parola al professor Stefano Menzo

"Andrà tutto bene" recitavano gli striscioni appesi sui balconi. "Ne usciremo migliori" dicevano in TV. È andata davvero così? Non esattamente…sta di fatto che sono passati 3 anni dal primo lockdown e un anno dalla fine dell’emergenza sanitaria. Tempo di bilanci, quindi.  Nelle Marche sono più di 700.000 le persone contagiate dall’inizio della pandemia e circa 4400 i decessi attribuiti al morbo. Al momento risultano contagiati più di 700 soggetti, ma il dato non suscita più particolare interesse, anzi, siamo tutti proiettati verso il pieno ripristino della normalità pre-pandemica. Una voglia di dimenticare più che legittima, se non fosse che esistono ancora delle regole presenti nelle ultime circolari emanate dal Ministero della Salute in materia di Covid-19. Ricordiamo infatti che, per quel che concerne i casi confermati tramite tampone molecolare o antigenico, è previsto un isolamento di 5 giorni qualora non si riscontrino sintomi, dopo i quali si potrà uscire a prescindere dall’effettuazione del tampone. I soggetti sintomatici, gli immunodepressi e gli operatori sanitari, invece, potranno porre fine all’isolamento solo in presenza di test negativo. Sempre stando alla circolare ministeriale del 31 dicembre 2022, “a coloro che hanno avuto contatti stretti con soggetti confermati positivi al SARS-CoV-2 è applicato il regime dell’autosorveglianza, durante il quale è fatto obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2, al chiuso o in presenza di assembramenti, fino al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto. Se durante il periodo di autosorveglianza si manifestano sintomi suggestivi di possibile infezione da Sars-Cov-2, è raccomandata l’esecuzione immediata di un test antigenico o molecolare”.  Sebbene le mascherine siano ormai in via di estinzione, ricordiamo che fino al 30 aprile il loro utilizzo resta obbligatorio per i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative e le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti. Inoltre, va fatto uso di tali dispositivi di protezione anche negli ambulatori e studi medici.  Dopo questo breve ripasso, ci apprestiamo a fare il punto della situazione nella nostra regione con il professore Stefano Menzo, direttore dell’Istituto di microbiologia e virologia dell’Università Politecnica delle Marche. Professor Menzo, lei che è nella cabina di regia regionale,  per lo meno scientifica, della più importante infezione virale pandemica globale, può dirci se a questo punto siamo definitivamente fuori dal tunnel? "Indubbiamente la situazione è molto migliorata. Le tante persone che hanno contratto l’infezione con conseguenze anche gravi che hanno maturato una immunizzazione anche se temporanea, il vasto utilizzo dei vaccini e dei farmaci antivirali hanno ridotto di molto l’incidenza del contagio. Naturalmente la casistica di positivi è ancora attiva, alcuni sono ospedalizzati, pochi nelle terapie intensive, pochissimi per fortuna i morti e quasi sempre riconducibili a fragilità preesistenti". Stando ai dati recenti, nelle Marche sono state somministrate oltre 3.425.000 dosi vaccinali. Come valuta l’andamento della campagna vaccinale? Si sente di consigliare ancora la quarta e la quinta dose a chi non le ha fatte? "La campagna vaccinale è stata molto positiva. Nelle Marche, in Italia e nel mondo i vaccini hanno limitato la mortalità di una percentuale altissima. Globalmente si stima che la vaccinazione abbia salvato la vita a circa 50 milioni di persone. I vaccini anti Covid hanno una durata di efficacia limitata, 5-6 mesi, per questo si è dovuto ricorrere a più richiami di vaccinazione. Attualmente la quarta e quinta dose non sono in assoluto necessarie. Lo possono essere però per tutte quelle persone che possono sentirsi più tranquille e serene e per tutti quelli che per età, malattia pregressa o particolari situazioni di necessità fisiologica possono maggiormente temere l’infezione Covid. Ormai c’è una vasta consapevolezza sia nei medici, sia nei cittadini stessi per cui la vaccinazione della quarta e quinta dose può essere consigliata se le condizioni individuali la ritengono opportuna per evitare ogni rischio". Dal punto di vista scientifico, i vaccini mRNA contro il Covid potrebbero essere propedeutici allo stimolo del sistema immunitario anche per combattere malattie non infettive, ad esempio i tumori? "I vaccini contro il Covid sono stati messi a punto in tempi record seguendo tutta la rigorosa trafila della evidenza di efficacia e di sicurezza ed hanno usufruito del progresso ed avanzamento degli studi riguardanti lo stimolo delle difese immunitarie rivolti anche a patologie non infettive come possono essere i tumori. I vaccini mRNA provengono proprio dalle ricerche negli Istituti più importanti al mondo sulla possibilità di combattere patologie importanti e letali come possono essere i tumori, proprio partendo dal principio di stimolo ed attivazione del nostro sistema immunitario, lo stesso che da sempre è alla base della vaccinazione".  A gennaio si è temuto l’arrivo dalla Cina di una nuova variante pericolosa. Esiste ancora il rischio varianti? "Che un virus abbia delle varianti è nella normalità della sua natura. In questo caso non sono state nemmeno molte e soprattutto non hanno interferito negativamente nell’efficacia dei vaccini e dei farmaci utilizzati. Bisogna essere consapevoli che questa pandemia che stiamo superando probabilmente non sarà l’ultima, è stata comunque un’esperienza talmente forte da averci insegnato molte cose, sia dal punto di vista scientifico che organizzativo".  La pandemia ha messo in luce importanti lacune del Sistema Sanitario Nazionale. A suo avviso si è fatto o si sta facendo qualcosa per colmarle?  "È chiaro che ci sono state delle lacune, soprattutto nel primo periodo quando ci si è trovati di fronte ad una patologia infettiva con un altissimo grado di diffusione e potenzialmente molto pericolosa nelle sue conseguenze che impegnava in maniera quasi totalizzante le strutture sanitarie. Inoltre è da tener conto di tutte le precauzioni limitative che di molto hanno appesantito l’attività nelle strutture. Le lacune sono state ancora più evidenti nel trattamento di tutte le altre patologie, anche le più gravi, che sono state trascurate per l’impegno dovuto contro la pandemia. Siamo ancora in una fase molto critica di riorganizzazione dei servizi che comunque deve essere fatta al più presto. Il potenziamento della medicina di base e territoriale da parte del SSN è di sicuro uno degli insegnamenti che ci vengono dalla pandemia Covid".

19/03/2023 10:44
"Sano a sapersi": parte la nuova rubrica dedicata al mondo della salute su Picchio News

"Sano a sapersi": parte la nuova rubrica dedicata al mondo della salute su Picchio News

Parte da oggi, su Picchio News, una nuova rubrica domenicale dedicata al mondo della salute. A curarla sarà il dottor Fabrizio Scoccia, da 40 anni giornalista medico-scientifico e presidente dell'Associazione Terme delle Marche dal 2013. A presentarne il contenuto ai lettori è lo stesso Scoccio nelle righe che seguono:  "L'informazione medico-scientifica deve essere sicura e di qualità. L’Asmi (Associazione Stampa Medica Italiana) ne è la garanzia. L’Asmi ha caratterizzato la storia dell’informazione medica tutelandone qualità ed autorevolezza. Chi scrive è onorato di esserne un associato dopo aver dimostrato e avuto conferma che il suo lavoro di comunicazione medico-scientifica fosse degno ed idoneo per appartenervi.  Tutti, uomini e donne, sono consapevoli che la salute è la più grande ricchezza che si possa avere. Quando viene a mancare, ogni aspetto della vita ne risente negativamente e, se la malattia e le condizioni croniche di precarietà prendono il sopravvento, crolla tutto come fosse un castello di sabbia; il benessere economico, il benessere psicologico, la carriera, i piaceri e i più svariati interessi della vita subiscono un ridimensionamento drastico di fronte alla mancanza di una buona salute. Ecco allora che, per preservare questo preziosissimo bene, ognuno di noi ha bisogno di costruirsi il proprio bagaglio culturale in merito, fermo restando che, al di sopra di tutto, deve sempre rimanere il parere degli operatori sanitari.  Bisogna conoscere quali sono i rischi e i benefici di determinati comportamenti, quali possono essere i danni ed eventualmente come è meglio ripararli. Naturalmente, come dicevo, in questa non facile opera ci sono delle figure preposte per aiutarci, consigliarci, prescriverci: sono i nostri medici di famiglia, i nostri specialisti di fiducia, tutto il personale sanitario qualificato. La cultura del benessere, la conoscenza dei comportamenti da adottare nelle più svariate situazioni, gli stili di vita da prediligere per star bene, i segnali da riconoscere quando la salute è a rischio, sono elementi che, se presenti nei cittadini, aiutano in maniera determinante a sostenere il nostro Sistema Sanitario Nazionale e i professionisti che ne fanno parte. Per tutto questo c’è bisogno di essere informati…di essere ben informati.  L’informazione medico-scientifica negli ultimi decenni ha subito un’accelerazione di pari passo con il grande sviluppo dei mezzi di comunicazione, impressionante è l’immensa quantità di notizie ed argomenti che la rete internet riesce a divulgare con grande velocità e fluidità. L’informazione medico-scientifica ha acquisito sempre più spazio nei giornali cartacei, radio e televisione, interferendo comunque quasi sempre anche con la rete online. Durante il periodo più nero della pandemia Covid, proprio partendo dai grandi rischi dell’infezione virale, il topic “sanità” ha di fatto invaso la nostra vita quotidiana. Naturalmente tutto ciò non può essere che di grande beneficio per la cultura della salute che dicevamo. Possono però sorgere dei rischi e bisogna evidenziarli. L’avvento dei social network, in particolare, permettendo a chiunque di esprimersi e divulgare informazioni potenzialmente fruibili da tutti, spesso concede diritto di parola sui più svariati argomenti a chi non ha né le conoscenze né le competenze necessarie per disquisirne. La sanità non fa eccezione, purtroppo, ma l’informazione medico-scientifica è troppo importante perché non sia controllata. Occorre sempre verificare provenienza e affidabilità delle fonti e valutare le modalità di proposizione dei contenuti. È qui che entra in gioco il giornalista medico-scientifico che, con la sua cultura e la sua esperienza, deve garantire la qualità dell’informazione basandola sulle migliori fonti: medici, biologi ed istituti di ricerca.  È esattamente quello che cercheremo di fare in questa rubrica: offrire a voi lettori un servizio chiaro, semplice e veloce, come richiede il mezzo virtuale che abbiamo a disposizione, ma anche sicuro e, per questo, realmente utile".     

12/03/2023 10:58
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