di Fabrizio Scoccia

La felicità può essere un obiettivo per tutti o un privilegio riservato a pochi?

La felicità può essere un obiettivo per tutti o un privilegio riservato a pochi?

La buona salute è il bene più grande, il suo valore aggiunto può essere il benessere la cui espressione trasfigurata è la felicità. Il tema della felicità è vecchio come il mondo, uno di quei concetti impossibili da catalogare e incastonare in schemi precisi e razionali. Tanti sostengono che la felicità non esiste e che è un’illusione irraggiungibile legata ai nostri sogni o alle nostre aspirazioni impossibili. Il paradosso - dicono - è che se talvolta si avvera qualche nostro sogno o qualche nostra aspirazione, non c’è neppure il tempo per essere soddisfatti e felici perché magari altri sogni ed altre aspirazioni appaiono all’orizzonte.  Altre linee di pensiero traducono il concetto di felicità nella possibilità di poter fare tutto quello che ci piace, frutto di un percorso fatto di speculazione intellettiva ed esperienza pratica fino ad arrivare ad uno stato di pace e serenità da godere in pieno, senza condizionamenti. Una volta mi è capitato anche di vedere uno “Speciale TG1” dedicato proprio alla felicità che tentava di dimostrare, attraverso degli esempi, che la felicità esiste, che va ricercata in noi stessi e tradotta in comportamenti coraggiosi e definitivi. Uno degli esempi era Padre Pietro, mancato qualche anno fa, ma in tantissimi lo ricordano. Era il frate eremita che sopra le Gole dell’Infernaccio, sui Monti Sibillini aveva costruito una chiesa con l’aiuto di amici dove viveva da solo in contemplazione della splendida natura e più “vicino a Dio” come lui diceva. Padre Pietro era felice e trasmetteva questo suo stato d’animo a chi andava a trovarlo. Altro esempio elencato da quel reportage televisivo era il guardiano del Duomo di Milano, felice dall’alto delle guglie sopra la città di accudire e sorvegliare uno straordinario patrimonio artistico oltre che simbolo spirituale. E poi anche un manager di successo che ancora giovane ha abbandonato tutto, carriera e denaro, per andare per mare e scrivere libri.  Naturalmente queste storie appassionano, sono molto suggestive, subito viene in mente di seguirne l’esempio, trovare la strada della felicità e percorrerla velocemente. Non c’è motivo di dubitarne: Padre Pietro era felice, il guardiano del Duomo di Milano e il manager pentito sono felici, ma quanti possono permettersi il loro percorso o meglio quanti hanno la capacità e la possibilità di intravedere quella via della felicità ed intraprenderla? Vuol dire che milioni e milioni di persone non possono essere mai felici?  Vivere felici significa sapersi isolare dal mondo, dalle sue dinamiche, dalle sue fatiche, dalle sue miserie e ritrovarsi in uno spazio incontaminato costruito dentro di noi ed avulso da tutto quello che ci circonda? La sofferenza, il dolore, la delusione non sono affatto contemplati nel carnet dell’uomo e della donna che possono essere felici? La forza, l’impegno per superare le difficoltà non sono il presupposto essenziale per sentirsi bene una volta che l’operazione è riuscita? Esiste la felicità senza il dolore? La felicità esiste come status raggiunto e perenne o è il modo di vivere che deve essere felice?  Le domande rimarranno senza risposta certa, ma se ognuno di noi cerca di perseguire i suoi ideali, la sua vocazione con onestà, tolleranza e solidarietà verso gli altri, rispetto verso sé stessi e verso tutti compresa la natura che ci circonda molto suscettibile ai nostri comportamenti, come dimostrano i tristi fatti di questi giorni, forse si imbatterà in sofferenze fisiche e psicologiche di se stesso e di quelli che vivono accanto a lui, ma avrà vissuto una vita vera e degna…felice.  Questo deve valere per tutti, per chi si isola in contemplazione sopra un monte, ma anche per la grandissima moltitudine di uomini e donne che ogni giorno lavorano, accudiscono i loro figli e faticano con coraggio e volontà per dare un senso compiuto alla loro vita.   

21/05/2023 12:05
"Maledetta primavera", allergie stagionali: come intervenire. Intervista alla dott.ssa Calamita

"Maledetta primavera", allergie stagionali: come intervenire. Intervista alla dott.ssa Calamita

Ogni anno è la stessa storia; se l’arrivo della primavera è generalmente accolto con favore, per una categoria di persone la bella stagione è foriera di disagi più o meno gravi. Parliamo di chi soffre di allergie stagionali, anche dette impropriamente "febbre da fieno". Difatti le graminacee - il fieno, appunto - sono solo una categoria di piante in grado di sensibilizzare una buona fetta di popolazione: si stima infatti che gli italiani coinvolti da questo problema siano circa 10 milioni. Altri allergeni sono nocciolo, betulla, artemisia, ambrosia, ontano, pioppo, cipresso, olivo e parietaria, solo per citare i più conosciuti. La loro impollinazione non è affidata al lavoro degli insetti, come nel caso delle piante da fiore, ma alle correnti d’aria che trasportano i pollini anche a molti chilometri di distanza. Va da sé che l’incidenza delle allergie varii notevolmente in base alla zona e al periodo, come evidenziano i calendari pollinici, dove viene riportata la concentrazione dell’allergene nelle diverse aree climatiche (in Italia se ne contano sette) in ogni mese dell’anno. Il calendario pollinico è uno strumento utile a chi soffre di rinite allergica, a cui si affiancano dei veri e propri bollettini meteo-pollini stilati quotidianamente dall’apposito centro di monitoraggio. à Ma evitare totalmente il contatto con l’allergene è decisamente difficile, se non impossibile…e allora che fare? Abbiamo affrontato l’argomento con la dottoressa Simonetta Calamita, otorinolaringoiatra e medico esperto in malattie allergiche e disturbi respiratori del sonno, consulente a Macerata del centro medico "Associati Fisiomed". Come e perché si manifestano le allergie stagionali? "L’allergia è un’eccessiva risposta del nostro sistema immunitario verso alcune sostanze chiamate allergeni. Esiste una predisposizione familiare che, insieme alla frequente esposizione a sostanze allergizzanti, nel corso della vita può portare a sviluppare un’allergia. Tra le cause principali troviamo i pollini, ma in questo periodo possono acuirsi i fastidi anche delle persone allergiche agli acari della polvere o ai peli di animali domestici. L’esposizione può avvenire per via inalatoria, per via iniettiva, per ingestione o per contatto. I sintomi tipici di un’allergia sono riniti ricorrenti, tosse, difficoltà respiratoria, congiuntivite, prurito diffuso o localizzato al cavo orale, edemi ed eritemi, ma, nei casi più gravi, si può arrivare allo shock anafilattico". Come si identifica precisamente l’allergene incriminato? "Si può ricorrere a test cutanei. I Prick test, in particolare, consentono di testare in un’unica seduta i principali allergeni, specialmente gli inalanti e gli alimenti.  Si può anche procede a un test allergene-specifico con dosaggio delle immunoglobuline (IgE), per il quale va prelevato un campione di sangue del paziente". Una volta individuato l’allergene, come si procede? "Ovviamente bisogna evitare il più possibile l’esposizione alla sostanza allergizzante e, qualora ciò non fosse pienamente realizzabile, intraprendere una terapia specifica per alleviare i sintomi. Risultano generalmente efficaci spray nasali a base di corticosteroidi, a cui possono associarsi (o essere utilizzati come alternativa) farmaci antistaminici e decongestionanti. È necessaria la prescrizione medica. In casi particolarmente delicati, si può ricorrere all’immunoterapia specifica, con l’obiettivo di ridurre la reattività del soggetto verso l’allergene. Inizialmente viene somministrata al paziente una dose di allergene talmente minima da non provocare reazioni, poi si prosegue aumentando leggermente le dosi, in modo che il sistema immunitario possa gradualmente abituarsi all’allergene. L’immunoterapia per le allergie stagionali prevede la somministrazione dell’allergene nella formulazione sublinguale o attraverso iniezioni. Va però sottolineato che, nel caso specifico della rinite allergica, l’immunoterapia va fatta dopo questo periodo dell’anno, così che possa essere efficace l’anno successivo".   

14/05/2023 11:00
"Il sole è un amico, basta sapere come prenderlo": tra nei e protezioni, i consigli per esporsi in sicurezza

"Il sole è un amico, basta sapere come prenderlo": tra nei e protezioni, i consigli per esporsi in sicurezza

Questa primavera ballerina finora non ci ha regalato grandi soddisfazioni dal punto di vista meteorologico ma, nelle poche occasioni in cui il sole maggiolino si è palesato in tutto il suo splendore, ci ha fatto ben capire che l’estate è all’orizzonte. C’è chi sta molto all’aria aperta per lavoro, chi lo fa per praticare sport, chi ama passeggiare nella natura, chi si dedica alla cura di orti e giardini e poi ci sono loro, gli appassionati della tintarella, che già non perdono tempo per infilare il costume e godere della tranquillità della spiaggia fuori stagione. Qualunque sia il vostro modo di rapportarvi a lui, è sempre bene ricordare che il sole può essere un grande alleato della salute, purché si mettano in pratica già da ora tutte le regole valide per una corretta esposizione solare. Regole ormai note, certo, ma vale la pena di ricordarle per evitare pericolose scottature. È infatti il caso di ribadire che le ustioni solari non provocano solo un semplice fastidio passeggero: la pelle ha buona memoria e prima o poi presenta il conto con antiestetiche rughe o macchie (nella migliore delle ipotesi) o sviluppando patologie ben più serie. Cosa fare quindi? Innanzitutto possiamo iniziare dalla tavola a predisporre la cute alla stagione estiva, idratandola e fornendole le sostanze necessarie per difendersi dalle aggressioni dei raggi UV. È dunque importante bere molta acqua e consumare quotidianamente alimenti ricchi di vitamine, sali minerali e sostanze antiossidanti. Tra questi spiccano sicuramente gli ortaggi, in particolare quelli ricchi di betacarotene, che stimola la formazione della melanina: carote, zucca, pesche, albicocche, melone e, in generale, frutta e verdura di colore giallo o arancio.  Ma anche il rosso e il verde devono andare di moda nei nostri piatti: consumiamo gli ultimi broccoli, kiwi e agrumi per il loro contenuto di vitamina C e facciamo il pieno di rucola, pomodori, peperoni, fragole, ciliegie e anguria. Infine, è sempre bene assumere la giusta quantità di grassi "buoni" dalle spiccate proprietà antiossidanti, mangiando regolarmente pesce azzurro, frutta secca e privilegiando come condimento olio extravergine di oliva di qualità. Qualora non sia possibile introdurre regolarmente queste sostanze attraverso l’alimentazione, il medico potrà consigliarci uno specifico integratore (ne esistono molti in commercio) da iniziare ad assumere almeno un paio di mesi prima dell'esposizione solare. Seguire i suddetti consigli alimentari non è però sufficiente a preservare l’integrità della pelle quando l’azione dei raggi UV è particolarmente intensa. Ce lo conferma il dottor Massimo Cioccolini specialista in dermatologia, consulente a Macerata del gruppo medico "Associati Fisiomed". Dott. Cioccolini, come e perché proteggere la pelle dal sole? "I raggi ultravioletti provocano dei danni quali disidratazione, invecchiamento precoce, eritemi, ustioni e, soprattutto, possono essere causa di fenomeni degenerativi che producono lesioni precancerose e tumori cutanei veri e propri.  È pertanto molto importante adottare delle misure di protezione se ci si vuole esporre al sole in maniera adeguata; è bene esporsi nelle prime ore del mattino o del tardo pomeriggio, evitando le ore centrali della giornata in cui i raggi UV sono più aggressivi. Un ulteriore accorgimento è la protezione attraverso filtri solari di adeguata gradazione tenendo conto del proprio fototipo (colore di pelle, occhi e capelli). Per legge vengono considerati prodotti solari tutti quelli in grado di fornire una protezione dai raggi UVB e UVA superiori a 6, ma in estate anche chi ha la pelle tendenzialmente scura dovrebbe adottare un fattore di protezione tra 20 e 30, mentre per gli incarnati chiari l’SPF più adeguato non si colloca sotto 50. Va inoltre ricordato che la protezione solare va applicata generosamente dopo ogni bagno o doccia e anche in caso di cielo lievemente coperto o se si staziona prevalentemente all’ombra, poiché tali condizioni non annullano totalmente l’azione dei raggi solari". Ci parli dei nei. Quando va eseguito il controllo? "Per i nei va fatto un discorso a parte. Sono lesioni estremamente delicate in quanto la radiazione solare può innescare importanti fenomeni degenerativi ed essere una delle cause della trasformazione dei nei in tumori estremamente aggressivi: i melanomi. È pertanto consigliabile una visita dermatologica di controllo dei nei in cui lo specialista li prende in esame singolarmente con il dermoscopio, uno strumento in grado di valutare con una buona precisione caratteristiche ed eventuale pericolosità di ciascun neo. Sarà poi il dermatologo a stabilire la periodicità dei successivi controlli; in genere una volta l’anno o più frequentemente, ogni 3/6 mesi, se il paziente presenta nei a rischio di degenerazione".   

07/05/2023 10:30
Gli ormoni: propulsori e regolatori dei ritmi vitali. Il testosterone stimola l’amore e…protegge il cuore

Gli ormoni: propulsori e regolatori dei ritmi vitali. Il testosterone stimola l’amore e…protegge il cuore

L’endocrinologia è la specialità della medicina che si occupa di una varietà di funzioni del nostro corpo legate alle nostre ghiandole, così ampia da poter riguardare uomini e donne di qualsiasi età e riguarda la funzione di organi dei più disparati comparti anatomo-fisiologici. Gli ormoni rappresentano i motori propulsori dell’attività del nostro corpo, essi sono l’oggetto principale di studio dell’endocrinologia che viene chiamata anche a rilevarne il cattivo funzionamento, una eccessiva produzione o una carenza con tutte le conseguenze. L’endocrinologia si occupa quindi dei rimedi terapeutici per ovviare importanti disfunzioni ed implicanze nella nostra salute.  Il testosterone è sicuramente l’ormone che caratterizza lo sviluppo e la vita dell’uomo maschio. Esso non ha però solo implicazioni nello sviluppo e nelle funzioni sessuali, può interferire anche sul funzionamento del nostro sistema cardiovascolare. Nel maschio, a partire dalla pubertà, i testicoli iniziano a produrre testosterone, è lo sviluppo della funzione sessuale. Il testosterone comunque non ha solo questa funzione, ha anche importanti ruoli in particolare a livello osseo, muscolare e metabolico. A partire dai 40 anni di età il livello di testosterone circolante nell’uomo può andare incontro ad un progressivo decremento. La realtà clinica associata ad una condizione di deficit androgenico o ipogonadismo correlato all’età, può presentarsi in maniera molto variegata: possono infatti essere presenti un calo del desiderio sessuale, difficoltà nel raggiungere o mantenere l’erezione, osteoporosi, depressione, disturbi del sonno, riduzione della massa muscolare e aumento del grasso addominale con un rischio di sviluppare una sindrome metabolica che comporta un aumento del rischio cardiovascolare. Nell’ultimo ventennio l’andrologia ha rivolto il suo interesse verso la relazione tra carenza di testosterone e malattie cardiovascolari, che continuano a detenere ormai da tempo un triste primato come causa di morte a livello mondiale.  Chiediamo informazioni su questo segmento della ricerca medica al professor Giancarlo Balercia, direttore della Clinica di Endocrinologia dell’Università Politecnica delle Marche.  Prof. Balercia, ci può parlare di come l’ormone testosterone può interferire nella nostra funzione cardiovascolare? "Allo stato attuale la conoscenza del ruolo degli ormoni androgeni nella fisiopatologia cardiovascolare è ancora in via di sviluppo; tuttavia il sistema cardiovascolare è di sicuro un importante target dell’azione androgenica e le evidenze suggeriscono un effetto benefico dell’ormone su tale apparato. Negli anni, diversi lavori scientifici hanno dimostrato una correlazione tra bassi livelli di testosterone e malattia cardiovascolare e si è visto come la terapia sostitutiva con testosterone migliori i valori pressori e la rigidità dei piccoli e grandi vasi arteriosi. Bassi livelli di testosterone si associano anche ad un profilo lipidico peggiore, con aumento del colesterolo totale e dei trigliceridi e con un aumentato rischio di diabete mellito di tipo 2. La terapia sostitutiva con testosterone si è mostrata efficace nel migliorare queste condizioni cliniche". Occhio quindi al livello di testosterone? "È ormai fuori di dubbio che il testosterone non è più soltanto l’ormone del desiderio, ma anzitutto quanto evidenziato ci mostra come questo sia associato alle malattie cardiovascolari quando i livelli circolanti dell’ormone si riducono al di sotto della soglia di normalità. È anche uno strumento per identificare eventuali malattie cardiovascolari ancora silenti. Il testosterone non serve solo quindi a migliorare la qualità di vita di relazione ed affettiva, ma a volte può essere un elemento essenziale per allungarla. Controllare il suo dosaggio è un’ottima occasione di prevenzione". 

01/05/2023 10:23
Libertà e tolleranza, un'altra faccia del 25 aprile: i princìpi della salute

Libertà e tolleranza, un'altra faccia del 25 aprile: i princìpi della salute

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sancito che la salute dell’uomo non è da ricondurre solo all’assenza di malattia o alla sconfitta della stessa, ma risiede anche nel raggiungimento di un benessere psicofisico che migliori la qualità della vita di uomini e donne. Perché ciò avvenga, c’è bisogno anzitutto di condizioni sociali favorevoli e, tra esse, fondamentale è la libertà, che, per essere raggiunta, deve avvalersi di un clima di tolleranza fra le persone, in nome dell’aiuto reciproco nella ricerca del benessere ambito. La Storia che stiamo vivendo non passerà certo senza lasciare un segno sulle generazioni future. Enormemente stimolata da web e social network, la globalizzazione porta ad interfacciarci ogni giorno con notizie, gruppi sociali, giudizi, commenti provenienti da tutto il mondo. Ci costringe infine a fare i conti con noi stessi, con la certezza che, con un inesorabile meccanismo a caduta libera, siamo sottoposti direttamente o indirettamente al giudizio di tutti, ma, a nostra volta e per lo stesso principio, capaci di poter incidere nei comportamenti altrui.   Azioni e pensieri non sono più protetti nell’intimità del nostro piccolo habitat; chiunque ci ascolti o ci guardi, conoscenti o sconosciuti, amici o avversari, con un semplice smartphone può proiettarci in un istante in tutto il mondo. Questa specie di miracolo della moderna tecnologia tende naturalmente a svilire le singole storie individuali e collettive, le tradizioni, i comportamenti legati ad antiche radici, puntando invece i riflettori su valori (e disvalori) che razionalmente dovrebbero essere riconosciuti globalmente. La libertà è un valore insito nella natura dell’uomo. Ognuno di noi, consciamente o inconsciamente, la insegue, ne percepisce la mancanza, la sente nelle futili cose di tutti i giorni e nelle grandi scelte. Essa consiste nella possibilità di compiere liberamente le proprie azioni senza però ledere la possibilità altrui di fare altrettanto. La libertà, quindi, come valore soggettivo, ma anche oggettivo: parte della nostra libertà risiede proprio nella capacità di saper proteggere quella degli altri, è un valore reciproco! Andando a scalare, nell’organizzazione sociale il concetto di libertà si traduce in democrazia, nei comportamenti collettivi e, soprattutto, individuali essa sposa l’idea di tolleranza.  Le radici etimologiche e storiche della democrazia affondano nella Grecia antica; sono passati millenni, eppure sono ancora molte le realtà in cui fatica ad imporsi sulla sopraffazione e la violenza, come unica condizione di convivenza in grado di garantire il rispetto dell’individuo. Nel mondo troppi sono ancora gli spazi in cui la vita di tutti è assoggettata alla forza e all’arroganza di pochi, se non addirittura di una sola persona. Nel corso della Storia, molti sono stati i mezzi utilizzati per contrastare il desiderio di libertà, perfino il timore di Dio, oltre alle tante torture corporali e psicologiche. La globalizzazione aiuterà l’estendersi dappertutto della democrazia? Verrebbe da dire che non può essere altrimenti, ma, dall’Ucraina all’Iran (solo per citare le situazioni più note dal punto di vista mediatico), sono sotto gli occhi di tutti le reazioni contrarie sempre più violente e radicali. Forse la via più sicura per la tutela della libertà e per il consolidamento della democrazia sta proprio nel principio di tolleranza che dovrebbe risiedere nei singoli individui. Tolleranza è saper riconoscere i diritti di tutti a tutto tondo, la promiscuità di idee e comportamenti quando essi non ostacolano la facoltà di scelta degli altri. Le categorie morali che, in un buio passato, sono state inserite ad arte nelle varie culture (eresia, peccato, offesa della morale pubblica ecc…) dovrebbero essere rifondate a partire dal concetto di libertà, intesa come tutela per tutti del diritto di scegliere. Questo dovrebbe poi scivolare naturalmente nel rispetto degli altri, nel reciproco aiuto, in quella società perfetta che, però, forse resterà per sempre un’utopia.  Ma pensate ai benefici per la salute in un contesto del genere! Sparirebbero tante ansie e dolori generati in molte persone dal continuo confronto del proprio modo di essere con il giudizio spesso crudele degli altri; non ci sarebbero più desideri frustrati perché non riconosciuti come diritti dalla società. Una vasta gamma di malattie e disturbi psicosomatici non avrebbe più ragione di esistere. Che sia rivolta ad etnie e culture diverse, comunità LGBTQ+, diversamente abili, persone fisicamente poco conformi ai classici canoni estetici o, come purtroppo ancora avviene, donne…per ogni società la discriminazione può essere più tossica di alcool, droga e tabacco. Allora, in vista della Festa della Liberazione, affermiamo la tolleranza come diritto all’uguaglianza nelle rispettive e legittime diversità, come fondamento della giustizia umana, come medicina di una società con tanti mali da estirpare e come forma di prevenzione del disagio, per la salute di tutti gli individui liberi. 

23/04/2023 10:10
Benessere a tavola tra uova di Pasqua avanzate e il caos diete. Talamonti: "Ritroviamo l'equilibrio"

Benessere a tavola tra uova di Pasqua avanzate e il caos diete. Talamonti: "Ritroviamo l'equilibrio"

A giudicare dal meteo non si direbbe, eppure la bella stagione è ormai alle porte e, se la primavera 2023 seguirà il corso delle precedenti, il passaggio dal cappotto alla t-shirt sarà rapidissimo. Siamo pronti alla famigerata prova costume? Certo, l’ormai imperante principio della body positivity (la serena accettazione e l’amore per il proprio corpo) ci aiuta a porci la domanda con meno ansia…o a non porcela affatto. Tuttavia, estetica a parte, all’indomani degli stravizi pasquali la gran parte delle persone sono attraversate da una voglia di rinnovamento che le spinge a recuperare un po’ di leggerezza fisica e mentale. Un esercizio di amor proprio che si fonda su due concetti cardine del benessere: attività fisica e sana alimentazione. Facile a dirsi, ma, all’atto pratico, anche i più volenterosi possono incorrere in qualche errore se non seguiti da professionisti competenti. Ognuno di noi ha infatti caratteristiche, abitudini e gusti differenti per cui qualsiasi piano alimentare e sportivo dovrebbe essere personalizzato, ma, in linea generale, per quel che riguarda la dieta esistono alcune “linee guida” generali che è sempre bene ripassare. Lo facciamo insieme al dottor Roberto Talamonti, biologo nutrizionista consulente del centro medico Associati Fisiomed. Dopo l’inverno e le feste pasquali è normale sentirsi un po’ appesantiti…cosa consiglia per ritrovare il nostro equilibrio? "In effetti è proprio una questione di equilibrio perduto. Al netto della body positivity, che è un principio nuovo ma assolutamente fondamentale, è anche importante chiarire che alimentazione con eccessi di zuccheri, farine 00 e sale, sono fortemente ingannevoli e dannose. Il problema principale, infatti, sta nel fatto che questi alimenti disturbano l’equilibrio della bilancia ormonale. La conseguenza è che ci sentiamo appesantiti, spossati ed in certi casi anche più instabili dal punto di vista emotivo. Sarà capitato a tutti di avere minore controllo sul cibo, avere più fame nei giorni dopo le festività o le vacanze in generale. Ecco, questo non è altro che un segnale biochimico-ormonale dello sbilanciamento del sistema. Poi con il cambio di stagione diventa tutto più difficile da affrontare. Cosa fare dunque? “Risalire subito sul carro buono”, correre ai ripari resettando gli zuccheri e il sale è la parte fondamentale per ritrovare velocemente, leggerezza, energia e stabilità umorale. Qualche giorno di RESET e tutto torna a posto. Anche se non del tutto personalizzata come indicazione, potrà essere utile qualche esempio di RESET ormonale: Giorno 1:- COLAZIONE: fragole - PRANZO: riso di lenticchie condito con pomodorini + indivia belga olio e limone- CENA: straccetti di tacchino al pompelmo (cottura in aglio olio e succo di pompelmo verso fine cottura) + cicorie ripassate aglio olio Giorno 2:- COLAZIONE: fragole- PRANZO: valeriana, olive e zenzero grattugiato (da antipasto) + pasta con tonno o salmone- CENA: pesce al forno + cicorie ripassate in aglio e olio Quindi se abbiamo ancora in casa uova di cioccolata, colombe ed altri avanzi delle feste cosa ne facciamo? Dobbiamo per forza sbarazzarcene? "Come dicevo prima, il problema più grande per quello che riguarda il nostro equilibrio e il nostro benessere è correlato agli zuccheri, soprattutto a quelli dei dolci. Questi alimenti erano storicamente legati a momenti particolari che segnavano per i nostri antenati il periodo delle feste, la cosa in più da concedersi in un momento unico e specifico. Purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista, oggi come oggi siamo sempre sommersi da tentazioni alimentari e soprattutto zuccheri, tanto che diventa necessario dare delle indicazioni di auto-controllo. Quindi sbarazzarcene? In termini più delicati, direi di evitare di continuare ad utilizzare cioccolate o altro, altrimenti tra poco arriva l’estate, la voglia di vacanza, di gelati, di far festa e siamo di nuovo a Natale! Non mi sento proprio di consigliare di utilizzare cioccolate, colombe o altri dolci avanzati in maniera tranquilla e serena, ma se proprio li dovessimo continuare a mangiare, direi di utilizzarli solo per colazione e non in altri momenti della giornata". Questo è anche il periodo in cui, complici le temperature miti e le giornate più lunghe, in molti vorrebbero riprendere o incrementare l’attività fisica, ma lamentano un calo di energie a causa del cambio di stagione. Dovremmo ricorrere a degli integratori o possiamo mantenerci in forze con qualche semplice accorgimento alimentare? "L’energia fisica e mentale è il risultato dell’equilibrio della glicemia ematica (zuccheri del sangue), che si raggiunge con pasti ben bilanciati, mangiando pochi dolci, poca farina bianca, pochi lievitati e poco sale. Con queste basilari regole si deve partire per fare della nostra alimentazione il nostro più grande alleato, su tutti i livelli e chiaramente, anche quello energetico. Detto questo, l’utilizzo di qualche integratore potrebbe essere d’aiuto in questo periodo stagionale. Ottima potrebbe essere la spirulina bio, che apporta diversi benefici, come l’attivazione energetica. Ovviamente per l’utilizzo di questo integratore o altri è sempre meglio rivolgersi ad un esperto per evitare di scegliere prodotti inadeguati o addirittura prendere delle vere e proprie fregature". Dieta a zona, Dunkan, chetogenica, digiuno intermittente: sono solo alcuni dei regimi alimentari più in voga degli ultimi anni. Sono mode potenzialmente pericolose o si fondano su basi scientifiche che le rendono indicate per alcuni soggetti? "Il mondo della Nutrizione e della dietologia, del quale faccio parte da circa 20 anni, è diventato un vero caos; molte sono le proposte alimentari che escono anno dopo anno. Tante di queste sono solo mode al limite della follia, poi ci sono alcune, come la dieta chetogenica, che si fondano su basi scientifiche solide ma anche contraddette da altri studi. Il problema vero è che non è facile fare degli studi chiari ed approfonditi sulla Nutrizione, viste le immense variabili soggettive che entrano in gioco. In generale, rivolgersi a professionisti esperti che non ci propongano alimentazioni estreme e senza spiegazioni, credo sia il primo deterrente per non incorrere in qualcosa di sbagliato".

16/04/2023 10:50
"Armonia e benessere: la salute del corpo e dello spirito"

"Armonia e benessere: la salute del corpo e dello spirito"

Nel periodo pasquale per i credenti sono comuni le analisi introspettive che producono i sentimenti di penitenza per la Crocifissione e poi di gioia per la Resurrezione. Per tutti è comunque il tempo di una riflessione che analizzi gli aspetti variegati della vita con l’obiettivo di raggiungere un benessere armonioso tra corpo e spirito. La buona salute è essenziale per la nostra esistenza, ma si può fare anche di più: si può tentare di raggiungere il benessere attraverso il conseguimento di uno stato di armonico coinvolgimento tra il nostro corpo e le cose più belle e più interessanti che ci circondano, filtrate dalla nostra sensibilità e cultura. L’armonia è un concetto astratto, anche un po’ vago; rappresenta lo stato d’insieme, volubile e labile, di tutti quegli elementi che nelle nostre percezioni sensitive ci procurano serenità, equilibrio e godimento. I nostri sensi, vale la pena ricordarlo, sono la vista, l’udito, l’olfatto, il gusto e il tatto. Essi riescono a captare tutto quello che ci circonda e, attraverso un sistema di conduzione rappresentato dalle derivazioni nervose che coprono tutto il nostro corpo, il cervello immagazzina una quantità infinita di stimoli che rappresentano il patrimonio di notizie e l’archivio da cui attingere per le nostre azioni e comportamenti determinando anche il nostro modo di sentirci. Il corretto funzionamento di questo sistema di interposizione tra noi e l’universo è alla base della vita e della sua qualità. L’armonia del nostro corpo, nell’insieme interdipendente di tutte le sue parti, che favorisce la corretta percezione della realtà determinando le reazioni più congrue ed opportune, rappresenta la condizione necessaria per vivere bene, con profitto assaggiando anche quello stato di benessere che, sembrerà strano, dipende da reazioni biochimiche conseguenti a stimoli che il nostro cervello riesce ad introdurre con le sue potenzialità non ancora del tutto esplorate. L’armonia è antitetica al disordine che invece evoca la negatività, lo spreco di energie, il malessere ed infine la malattia. Se vogliamo capire meglio l’idea di armonia dobbiamo prendere ad esempio la musica, un elemento della nostra vita dove l’armonia ha trovato l’applicazione più appropriata. Il nostro corpo è come un’orchestra che legge gli spartiti equiparati alle nostre sensazioni; il direttore dell’orchestra è il nostro cervello e, se vogliamo fare una forzatura, il primo violino è il nostro cuore e via via tutti gli strumenti musicali possono rappresentare in questa ardua figurazione i nostri organi ed apparati fisiologici. È dalla qualità degli spartiti, dall’abilità del direttore e di tutti i componenti dell’orchestra, che dipende la bellezza e l’armonia dell’esecuzione. Dalle sensazioni percepite e dallo stato del nostro cervello e di tutti gli apparati del nostro corpo dipendono le nostre azioni e reazioni. Il piacere della musica ascoltata può essere equiparato al benessere che noi proviamo quando il nostro corpo funziona bene, riesce ad acquisire nel modo migliore tutto quello che interferisce con esso e ad elaborare un prodotto a vantaggio di noi stessi e di quelli che ci vivono vicino. Un ambiente piacevole influisce positivamente sul nostro corpo e sul nostro spirito. È l’armonia del benessere, la stessa di una musica che riesce a struggerci il cuore.

09/04/2023 09:59
A primavera tutti stiamo meglio, ma attenzione ai mali di stagione

A primavera tutti stiamo meglio, ma attenzione ai mali di stagione

Viviamo un’epoca in cui le stagioni stanno subendo una subdola, ma evidente modifica nella proposizione delle loro tipiche caratteristiche. Il riscaldamento globale, ormai dimostrato e scientificamente rilevabile, dai poli fino all’equatore ha reso di sicuro più labili i confini tra una stagione e l’altra. Da qualche anno gli inverni sono più freschi che freddi, le giornate rigide ci sono ma spesso inframezzate da periodi miti, non tali da infreddolirci o richiederci un abbigliamento fortemente protettivo. Ciononostante il passaggio dall’inverno alla primavera conserva sempre il fascino della rinascita, della riappropriazione della bellezza e vivacità della natura che si risveglia attorno a noi. Il marrone e il grigio pallido di cui si vestono i paesaggi invernali pian piano si accendono e mutano fino al verde più brillante. Gli alberi fioriscono in attesa di maturare i frutti, la varietà cromatica è quasi accecante, nei prati e nei giardini appaiono timidi boccioli che in breve schiudono consegnandoci la bellezza, l’armonia e il profumo di rose, orchidee, margherite, mimose. Gli animali, anche quelli che non si sono appena risvegliati dal letargo, sono percorsi da una smania di muoversi, socializzare, riappropriarsi degli spazi intorno a loro e riprodursi. In questo contesto uomini, donne e bambini non fanno eccezione, vivendo con rinnovata frenesia la luce prolungata delle giornate e assaporando il calore più intenso dei raggi solari. Tali mutazioni cicliche stimolano le funzioni corporee ad adattarsi al benessere percepito, ma non è per tutti così: i pollini di fiori e piante possono provocare reazioni allergiche, lo stress emotivo del cambio di stagione spesso incide negativamente sul sistema nervoso di chi ha qualche fragilità in questo ambito. Tuttavia, gli individui che tendono ad incontrare disagi nel passaggio dall’inverno alla primavera ne sono generalmente consapevoli e sanno come correre ai rimedi per poter godere della stagione più favorevole al nostro benessere.  La figura di riferimento per tutti quelli che hanno queste problematiche è di sicuro il medico di famiglia. Ne parliamo con il dottor Luciano Caraceni, medico di medicina generale a Macerata di lunga esperienza. Nella sua esperienza di medico di medicina generale nel passaggio dall’inverno alla primavera noterà le allergie, dovute soprattutto ai pollini. Quali i consigli ai suoi pazienti interessati, quali i rimedi che prescrive? Le malattie allergiche rappresentano un argomento molto interessante ed impegnativo per il medico di medicina generale, il primo professionista a cui si rivolgono i pazienti affetti da tali patologie. Negli ultimi anni, potremmo dire anche decenni, si è assistito ad un progressivo e costante aumento di prevalenza ed incidenza di malattie dell’apparato respiratorio nella popolazione generale a partire dall’età pediatrica. Le situazioni di maggior frequente riscontro sono la rinite allergica associata o meno alla congiuntivite (oculo-rinite) e l’asma bronchiale allergica. Le “crisi “allergiche si sviluppano quando il sistema immunitario del paziente viene a contatto con sostanze sospese nell’aria, denominate allergeni, che scatenano una reazione eccessiva che dà origine ai sintomi classici quali scolo nasale, lacrimazione, tosse stizzosa, sternuti, respiro difficoltoso con fischi e sibili durante gli atti respiratori. La sintomatologia è estremamente invalidante, procura disagio sociale e rappresenta una causa di compromissione della normale attività lavorativa e scolastica. I provvedimenti che il Medico di Medicina Generale mette in atto si riassumono nei seguenti punti: • Informare ed educare il paziente a capire quando deve iniziare la terapia che deve essere anche preventiva per evitare crisi invalidanti; bisogna conoscere le sostanze a cui si è allergici ed iniziare ad assumere i farmaci nei periodi opportuni (generalmente fine inverno-inizio primavera). • Ricordare che i farmaci antistaminici, spray nasali, colliri vanno assunti al dosaggio corretto suggerito dal medico e soprattutto costantemente per tutto il periodo di esposizione. • Sconsigliare di ricorrere all’automedicazione acquistando autonomamente in farmacia o peggio ancora in internet, farmaci che se mal utilizzati posso risultare nocivi anziché risolutivi. • Un discorso a parte è riferito all’asma bronchiale allergica: il paziente deve essere informato che la terapia va eseguita con costanza in maniere cronica, senza interruzioni. In caso di riacutizzazione della sintomatologia sarà il medico ad apportare eventuali modifiche di dosaggio per un periodo limitato. Attualmente il paziente asmatico ha a disposizione farmaci in spray o polvere da assumere per via inalatoria che risultano molto efficaci ed estremamente maneggevoli nel loro utilizzo. Rispettando queste semplici norme si potrà avere una maggiore tolleranza e maggiori benefici ad una sintomatologia purtroppo inevitabile quale quella stagionale. Questo è anche il periodo dell’anno in cui le persone con fragilità neurologica, ansia e depressione, vedono peggiorare il loro stato, come interviene il medico di famiglia? L’inizio della primavera rappresenta il periodo in cui, in soggetti con particolare predisposizione, si può manifestare una sensazione di riduzione del tono dell’umore, facile stancabilità, insonnia, irritabilità che possono sfociare in un vero e proprio stato depressivo. Esiste a tal proposito un riferimento scientifico che è rappresentato dal manuale diagnostico e scientifico dei disturbi mentali (DSM-5) che classifica tra le tante forme di depressione anche quella stagionale. Questo stato spesso è associato ad ansia, a volte difficile da controllare, che provoca un grave disagio nel mantenimento delle relazioni della vita quotidiana. Non sempre è semplice diagnosticare questi disturbi perché i sintomi possono essere confusi con una semplice e “generica stanchezza” e soprattutto con l’immancabile scappatoia dello “stress” con la conseguenza che il paziente chiede, o provvede in maniera autonoma, di assumere “farmaci integratori” che risultano del tutto inutili. Nonostante ciò, questi prodotti hanno raggiunto un livello di mercato spaventoso quanto ingiustificato. Il medico di medicina generale conosce i suoi assistiti con cui ha rapporti professionali che durano spesso decenni, entra nelle case e conosce le dinamiche delle famiglie, le problematiche del lavoro, le patologie più importanti di cui una persona soffre. Tutto ciò sarà utile per individuare, guidati dal tipico rapporto di empatia paradigmatico delle cure territoriali, in quali pazienti si dovrà ricorrere, oltre alla rassicurazione personale, anche alla prescrizione di specifici farmaci. Spesso la proposta di terapia farmacologica per un disturbo di ansia o di deflessione del tono dell’umore non viene accettata subito e di buon grado dal paziente. Bisogna renderlo consapevole che i farmaci attualmente in commercio sono privi di effetti collaterali significativi e non limitano né la capacità lavorativa ed attentiva né influiscono compromettendo la vita di relazione e gli affetti personali.  

26/03/2023 10:00
"Covid: è davvero finita?": tra vaccini e nuove varianti, parola al professor Stefano Menzo

"Covid: è davvero finita?": tra vaccini e nuove varianti, parola al professor Stefano Menzo

"Andrà tutto bene" recitavano gli striscioni appesi sui balconi. "Ne usciremo migliori" dicevano in TV. È andata davvero così? Non esattamente…sta di fatto che sono passati 3 anni dal primo lockdown e un anno dalla fine dell’emergenza sanitaria. Tempo di bilanci, quindi.  Nelle Marche sono più di 700.000 le persone contagiate dall’inizio della pandemia e circa 4400 i decessi attribuiti al morbo. Al momento risultano contagiati più di 700 soggetti, ma il dato non suscita più particolare interesse, anzi, siamo tutti proiettati verso il pieno ripristino della normalità pre-pandemica. Una voglia di dimenticare più che legittima, se non fosse che esistono ancora delle regole presenti nelle ultime circolari emanate dal Ministero della Salute in materia di Covid-19. Ricordiamo infatti che, per quel che concerne i casi confermati tramite tampone molecolare o antigenico, è previsto un isolamento di 5 giorni qualora non si riscontrino sintomi, dopo i quali si potrà uscire a prescindere dall’effettuazione del tampone. I soggetti sintomatici, gli immunodepressi e gli operatori sanitari, invece, potranno porre fine all’isolamento solo in presenza di test negativo. Sempre stando alla circolare ministeriale del 31 dicembre 2022, “a coloro che hanno avuto contatti stretti con soggetti confermati positivi al SARS-CoV-2 è applicato il regime dell’autosorveglianza, durante il quale è fatto obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2, al chiuso o in presenza di assembramenti, fino al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto. Se durante il periodo di autosorveglianza si manifestano sintomi suggestivi di possibile infezione da Sars-Cov-2, è raccomandata l’esecuzione immediata di un test antigenico o molecolare”.  Sebbene le mascherine siano ormai in via di estinzione, ricordiamo che fino al 30 aprile il loro utilizzo resta obbligatorio per i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative e le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti. Inoltre, va fatto uso di tali dispositivi di protezione anche negli ambulatori e studi medici.  Dopo questo breve ripasso, ci apprestiamo a fare il punto della situazione nella nostra regione con il professore Stefano Menzo, direttore dell’Istituto di microbiologia e virologia dell’Università Politecnica delle Marche. Professor Menzo, lei che è nella cabina di regia regionale,  per lo meno scientifica, della più importante infezione virale pandemica globale, può dirci se a questo punto siamo definitivamente fuori dal tunnel? "Indubbiamente la situazione è molto migliorata. Le tante persone che hanno contratto l’infezione con conseguenze anche gravi che hanno maturato una immunizzazione anche se temporanea, il vasto utilizzo dei vaccini e dei farmaci antivirali hanno ridotto di molto l’incidenza del contagio. Naturalmente la casistica di positivi è ancora attiva, alcuni sono ospedalizzati, pochi nelle terapie intensive, pochissimi per fortuna i morti e quasi sempre riconducibili a fragilità preesistenti". Stando ai dati recenti, nelle Marche sono state somministrate oltre 3.425.000 dosi vaccinali. Come valuta l’andamento della campagna vaccinale? Si sente di consigliare ancora la quarta e la quinta dose a chi non le ha fatte? "La campagna vaccinale è stata molto positiva. Nelle Marche, in Italia e nel mondo i vaccini hanno limitato la mortalità di una percentuale altissima. Globalmente si stima che la vaccinazione abbia salvato la vita a circa 50 milioni di persone. I vaccini anti Covid hanno una durata di efficacia limitata, 5-6 mesi, per questo si è dovuto ricorrere a più richiami di vaccinazione. Attualmente la quarta e quinta dose non sono in assoluto necessarie. Lo possono essere però per tutte quelle persone che possono sentirsi più tranquille e serene e per tutti quelli che per età, malattia pregressa o particolari situazioni di necessità fisiologica possono maggiormente temere l’infezione Covid. Ormai c’è una vasta consapevolezza sia nei medici, sia nei cittadini stessi per cui la vaccinazione della quarta e quinta dose può essere consigliata se le condizioni individuali la ritengono opportuna per evitare ogni rischio". Dal punto di vista scientifico, i vaccini mRNA contro il Covid potrebbero essere propedeutici allo stimolo del sistema immunitario anche per combattere malattie non infettive, ad esempio i tumori? "I vaccini contro il Covid sono stati messi a punto in tempi record seguendo tutta la rigorosa trafila della evidenza di efficacia e di sicurezza ed hanno usufruito del progresso ed avanzamento degli studi riguardanti lo stimolo delle difese immunitarie rivolti anche a patologie non infettive come possono essere i tumori. I vaccini mRNA provengono proprio dalle ricerche negli Istituti più importanti al mondo sulla possibilità di combattere patologie importanti e letali come possono essere i tumori, proprio partendo dal principio di stimolo ed attivazione del nostro sistema immunitario, lo stesso che da sempre è alla base della vaccinazione".  A gennaio si è temuto l’arrivo dalla Cina di una nuova variante pericolosa. Esiste ancora il rischio varianti? "Che un virus abbia delle varianti è nella normalità della sua natura. In questo caso non sono state nemmeno molte e soprattutto non hanno interferito negativamente nell’efficacia dei vaccini e dei farmaci utilizzati. Bisogna essere consapevoli che questa pandemia che stiamo superando probabilmente non sarà l’ultima, è stata comunque un’esperienza talmente forte da averci insegnato molte cose, sia dal punto di vista scientifico che organizzativo".  La pandemia ha messo in luce importanti lacune del Sistema Sanitario Nazionale. A suo avviso si è fatto o si sta facendo qualcosa per colmarle?  "È chiaro che ci sono state delle lacune, soprattutto nel primo periodo quando ci si è trovati di fronte ad una patologia infettiva con un altissimo grado di diffusione e potenzialmente molto pericolosa nelle sue conseguenze che impegnava in maniera quasi totalizzante le strutture sanitarie. Inoltre è da tener conto di tutte le precauzioni limitative che di molto hanno appesantito l’attività nelle strutture. Le lacune sono state ancora più evidenti nel trattamento di tutte le altre patologie, anche le più gravi, che sono state trascurate per l’impegno dovuto contro la pandemia. Siamo ancora in una fase molto critica di riorganizzazione dei servizi che comunque deve essere fatta al più presto. Il potenziamento della medicina di base e territoriale da parte del SSN è di sicuro uno degli insegnamenti che ci vengono dalla pandemia Covid".

19/03/2023 10:44
"Sano a sapersi": parte la nuova rubrica dedicata al mondo della salute su Picchio News

"Sano a sapersi": parte la nuova rubrica dedicata al mondo della salute su Picchio News

Parte da oggi, su Picchio News, una nuova rubrica domenicale dedicata al mondo della salute. A curarla sarà il dottor Fabrizio Scoccia, da 40 anni giornalista medico-scientifico e presidente dell'Associazione Terme delle Marche dal 2013. A presentarne il contenuto ai lettori è lo stesso Scoccio nelle righe che seguono:  "L'informazione medico-scientifica deve essere sicura e di qualità. L’Asmi (Associazione Stampa Medica Italiana) ne è la garanzia. L’Asmi ha caratterizzato la storia dell’informazione medica tutelandone qualità ed autorevolezza. Chi scrive è onorato di esserne un associato dopo aver dimostrato e avuto conferma che il suo lavoro di comunicazione medico-scientifica fosse degno ed idoneo per appartenervi.  Tutti, uomini e donne, sono consapevoli che la salute è la più grande ricchezza che si possa avere. Quando viene a mancare, ogni aspetto della vita ne risente negativamente e, se la malattia e le condizioni croniche di precarietà prendono il sopravvento, crolla tutto come fosse un castello di sabbia; il benessere economico, il benessere psicologico, la carriera, i piaceri e i più svariati interessi della vita subiscono un ridimensionamento drastico di fronte alla mancanza di una buona salute. Ecco allora che, per preservare questo preziosissimo bene, ognuno di noi ha bisogno di costruirsi il proprio bagaglio culturale in merito, fermo restando che, al di sopra di tutto, deve sempre rimanere il parere degli operatori sanitari.  Bisogna conoscere quali sono i rischi e i benefici di determinati comportamenti, quali possono essere i danni ed eventualmente come è meglio ripararli. Naturalmente, come dicevo, in questa non facile opera ci sono delle figure preposte per aiutarci, consigliarci, prescriverci: sono i nostri medici di famiglia, i nostri specialisti di fiducia, tutto il personale sanitario qualificato. La cultura del benessere, la conoscenza dei comportamenti da adottare nelle più svariate situazioni, gli stili di vita da prediligere per star bene, i segnali da riconoscere quando la salute è a rischio, sono elementi che, se presenti nei cittadini, aiutano in maniera determinante a sostenere il nostro Sistema Sanitario Nazionale e i professionisti che ne fanno parte. Per tutto questo c’è bisogno di essere informati…di essere ben informati.  L’informazione medico-scientifica negli ultimi decenni ha subito un’accelerazione di pari passo con il grande sviluppo dei mezzi di comunicazione, impressionante è l’immensa quantità di notizie ed argomenti che la rete internet riesce a divulgare con grande velocità e fluidità. L’informazione medico-scientifica ha acquisito sempre più spazio nei giornali cartacei, radio e televisione, interferendo comunque quasi sempre anche con la rete online. Durante il periodo più nero della pandemia Covid, proprio partendo dai grandi rischi dell’infezione virale, il topic “sanità” ha di fatto invaso la nostra vita quotidiana. Naturalmente tutto ciò non può essere che di grande beneficio per la cultura della salute che dicevamo. Possono però sorgere dei rischi e bisogna evidenziarli. L’avvento dei social network, in particolare, permettendo a chiunque di esprimersi e divulgare informazioni potenzialmente fruibili da tutti, spesso concede diritto di parola sui più svariati argomenti a chi non ha né le conoscenze né le competenze necessarie per disquisirne. La sanità non fa eccezione, purtroppo, ma l’informazione medico-scientifica è troppo importante perché non sia controllata. Occorre sempre verificare provenienza e affidabilità delle fonti e valutare le modalità di proposizione dei contenuti. È qui che entra in gioco il giornalista medico-scientifico che, con la sua cultura e la sua esperienza, deve garantire la qualità dell’informazione basandola sulle migliori fonti: medici, biologi ed istituti di ricerca.  È esattamente quello che cercheremo di fare in questa rubrica: offrire a voi lettori un servizio chiaro, semplice e veloce, come richiede il mezzo virtuale che abbiamo a disposizione, ma anche sicuro e, per questo, realmente utile".     

12/03/2023 10:58
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