Terme dell’Aspio, quale futuro per un pezzo di storia della nostra regione?
Le Terme di Aspio si trovano nelle Marche, in provincia di Ancona. Secondo Plinio il Vecchio esse erano utilizzate già nell’antica Roma, ma la tradizione termale non ha avuto continuità fino ai giorni nostri.
Sin da fine Ottocento, l’acqua salsobromoiodica delle sorgive spontanee della zona situata nelle immediate vicinanze del torrente Aspio, era conosciuta e utilizzata per le sue proprietà benefiche. Il 1930, anno di rilascio della Concessione Mineraria, segna la nascita delle Terme dell’Aspio. Da allora, nel tempo, sono diventate punto di riferimento per la popolazione locale, principalmente per le cure idropiniche e, in misura minore, per la balneo fangoterapia. Negli anni, l’attività termale si è sviluppata, ampliando la gamma dei servizi offerti. Oltre alle tradizionali cure che hanno caratterizzato la storia delle Terme dell’Aspio, sono state introdotte nuove tipologie di trattamenti, in particolare, quelli riguardanti l’apparato respiratorio. Le acque di Aspio sono di tipo salso-bromo-iodiche e sgorgano da quattro sorgenti. Vengono utilizzate per la cura di malattie gastroenteriche, delle vie urinarie e delle vie respiratorie.
Lo stabilimento ha subito dalla fine degli anni del secolo scorso varie vicissitudini legate ad infiltrazioni inquinanti le sorgenti acquifere con conseguenti vicende giudiziarie che per un periodo di circa 10 anni hanno causato la chiusura dello stabilimento. Solo nel 2012 è stato fatto un progetto di riapertura aggiungendo strutture per altri servizi come il benessere e la fisioterapia.
Nel frattempo, comunque le Terme hanno perso la convenzione con il servizio Sanitario Nazionale ed il progetto di riapertura ha subìto un ulteriore stop anche per il protrarsi delle vicende giudiziarie predette. È stata comunque sempre conservata dalla proprietà la concessione mineraria. Nel 2017 la società Bellisio di Pergola (PU), già concessionaria di una sorgente di acqua sulfurea, ha stipulato un contratto di affitto dello stabilimento dell’Aspio dove, su autorizzazione del comune di Camerano, sono stati fino ad ora erogati trattamenti termali per l’apparato respiratorio utilizzando l’acqua sulfurea della società Bellisio conservando per la popolazione di Ancona e dintorni l’opportunità di terapia termale.
Marco Patacconi è l’amministratore delegato della società Bellisio Acque Minerali che dal 2017 gestisce la storica sede delle Terme dell’Aspio.
Signor Patacconi perché allora la decisione di gestire la gran parte degli spazi che sono delle Terme dell’Aspio?
“Noi usufruiamo di una concessione mineraria a Pergola, da quella sorgente riceviamo un’ottima acqua sulfurea che viene utilizzata da tante strutture sanitarie, soprattutto per le cure inalatorie ed insufflazioni timpaniche. Le Terme dell’Aspio già dal 2015 avevano cessato ogni attività, c’erano ambienti ed anche attrezzature adibiti alle cure termali ed allora, con l’autorizzazione del Comune di Camerano e contratto di affitto con la proprietà, abbiamo erogato un servizio di cure inalatorie ambulatoriali utilizzando la nostra acqua di Pergola, naturalmente con direzione sanitaria e servizio medico a disposizione.”
Vi siete limitati all’attività ambulatoriale?
“La struttura è abbastanza ampia, abbiamo curato la manutenzione generale degli ambienti, abbiamo incrementato nell’ambulatorio le apparecchiature necessarie. Soprattutto però abbiamo tenuto viva l’aspettativa molto diffusa nel territorio che intanto alle Terme dell’Aspio era possibile avere terapie con acqua minerale e poi che le terme potessero tornare ai vecchi splendori prima delle vicende legate all’inquinamento acquifero, utilizzando proprio quelle acque tanto apprezzate.”
Che avete fatto in questo senso?
“Ci siamo dovuti districare a volte come spettatori a volte interessati direttamente in varie vicende giudiziarie, che però adesso sembrano aver raggiunto una rassicurante chiarezza. Nel frattempo non abbiamo trascurato il bene principale, le acque, cercando di verificare lo stato delle vecchie sorgenti e delle acque minerali stesse con analisi eseguite su nostra indicazione nell’istituto preposto dell’Università di Camerino, risultati molto incoraggianti. Abbiamo poi sollecitato l’ufficio Regione Marche delle concessioni minerarie ad intervenire perché la concessione Terme dell’Aspio, in mano alla proprietà della struttura assolutamente inattiva da tanti anni, fosse concessa a chi ha la volontà e ricerca la possibilità di riattivare la stazione termale. Tutto questo lo abbiamo fatto con confronto continuo e sintonia con l’amministrazione del Comune di Camerano, molto interessata perché un’importante risorsa del suo territorio non rimanga inerte.”
Cosa si aspetta per il futuro?
“Io direi l’immediato futuro. Mi aspetto che il nostro impegno di questi anni abbia uno sbocco positivo. Noi siamo a disposizione per contribuire alla rinascita delle Terme dell’Aspio tanto amate dai cittadini del territorio. Siamo testimoni del grande interesse che ancora teniamo vivo. Questo almeno ci sia riconosciuto e poi siamo aperti a discutere ogni proposta e progetto con la proprietà, con la Regione Marche, il Comune di Camerano, con altri enti o privati cittadini interessati ad eventuali investimenti. Le Terme dell’Aspio possono essere un’offerta sanitaria utile alla cittadinanza e una chicca turistica complementare in un territorio già molto ricco di offerte: Ancona, la riviera del Conero, Loreto ecc…”
Commenti