Visita di cortesia questa mattina nella sede di Palazzo Sforza del nuovo comandante della Legione Carabinieri “Marche” di Ancona, generale di brigata Fernando Nazzaro, accompagnato dal maggiore Enzo Marinelli.
Il Comandante regionale, dopo aver visitato la Compagnia di via Carnia, ha voluto conoscere il Primo cittadino Fabrizio Ciarapica, per scambiare alcune informazioni sulla sicurezza del territorio e accertarsi dell’ottimale intesa istituzionale fra l'Arma e l’Amministrazione comunale.
“Mi fa piacere conoscere il massimo rappresentate di questa comunità e capire le esigenze specifiche della città o le necessità particolari – ha sottolineato il generale. Ho potuto costatare che i contatti con il maggiore Marinelli sono frequentissimi e volevo complimentarmi per l'assiduo e ottimo lavoro svolto nel territorio dai militari dell’Arma”.
Il generale, nato ad Avellino, ha poi raccontato la sua lunga carriera e i suoi anni di servizio in tante regioni e capoluoghi italiani, dalla Campania al Piemonte, da Trapani a Roma, dove è stato promosso a generale e poi alla guida dell’Ufficio Sicurezza del Comando generale dell'Arma.
Durante l’incontro non sono mancati scambi di battute personali, ma anche ricordi di avvenimenti tragici.
“Un ringraziamento al generale Nazzaro per questa gradita visita – ha detto il sindaco Ciarapica. E' da pochi mesi nelle Marche e mi ha fatto molto piacere parlare con lui dei nostri obiettivi sulla sicurezza della città. E' stata una lieta occasione per augurargli un soddisfacente proseguimento di carriera, certo che porterà il suo impegno e la sua stimata professionalità sul nostro territorio”.
Questo il messaggio del Sindaco, che ha poi invitato il generale Fernando Nazzaro a tornare presto in città, anche a assistere ad una partita della Lube Civitanova.
Malgrado la pioggia, la cerimonia di inaugurazione della nuova pavimentazione del Ponte del Diavolo di Tolentino ha visto la partecipazione di molte persone, desiderose di scoprire il nuovo “look” di un monumento simbolo della Città.
Infatti la perturbazione di sabato sera aveva costretto a rinviare il taglio del nastro a domenica mattina 17 settembre. Alle ore 10.30, dopo l’arrivo del corteo storico, il Sindaco Giuseppe Pezzanesi, insieme ai Presidenti dei Club Service di Prato ed alle autorità presenti, ha tagliato il nastro e dopo la benedizione ha percorso il ponte, sino alla torre merlata che ne difende, ancora oggi, dopo secoli, l’accesso.
Un lungo applauso ha salutato lo “scoprimento” delle due targhe che ricordano la realizzazione di questa nuova pavimentazione realizzata con materiali che richiamano quelli utilizzati originariamente. Molto suggestiva anche la nuova illuminazione.
Da sottolineare che i lavori per la messa in opera del nuovo lastricato sono stati finanziati dai Club Service di Prato e più precisamente dal Rotary Club “Filippo Lippi”, dal Soroptimist, dal Kiwanis Club, Lions Club Datini e Panatlon oltre che da un contributo messo a disposizione, con grande sensibilità, dalla Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata.
Il Sindaco Pezzanesi, nel corso del suo intervento, ha ringraziato tutti coloro che, con grande solidarietà, hanno dimostrato la loro vicinanza alla Comunità tolentinate, consentendo di risistemare la pavimentazione del Ponte del Diavolo, restituendo al territorio una fondamentale via di comunicazione oltre che una testimonianza storica di grande rilievo, in attesa dell’avvio dell’iter per il bando dei lavori del nuovo ponte da realizzarsi all’altezza dell’Addolorata.
Molto soddisfatti, anche per l’immediato impiego dei fondi raccolti e messi a disposizione dell’Amministrazione comunale, il Past President del Rotary Club Lippi Tiziana Turi, il Presidente del Soroptimist di Prato Anna Tofani e il Presidente del Lions Tadini Fernando Leoni che hanno ricordato che il Ponte del Diavolo ha anche il pregio di unire le Città di Prato e Tolentino, ora più vicine e più solidali.
Molto partecipata anche la rievocazione della leggenda del Ponte del Diavolo interpretata, tra gli altri dagli attori Raffaello Balzo e Danilo Brugia.
Si comunica che sul Ponte del Diavolo, in questi giorni, è consentito solo ed esclusivamente il transito pedonale, al fine della corretta stabilizzazione della pavimentazione. L'accesso a ciclo, moto ed auto veicoli sarà consentito a partire da sabato 30 settembre 2017.
Riceviamo e pubblichiamo la replica dell'Assessore ai Lavori Pubblici di Civitanova Marche Ermanno Carassai, in risposta al volantinaggio dell'ex Sindaco Tommaso Corvatta.
"La realizzazione dell'ascensore presso l'edificio scolastico in via Quasimodo “Enrico Mestica” e lo strumentale volantinaggio dell'ex sindaco Corvatta e dell'assessore Cecchetti davanti alla scuola, meritano sicuramente un chiarimento allo scopo di evitare di fuorviare ad arte la verità e portare i cittadini a conclusioni non veritiere e approssimative.
In primo luogo tengo a sottolineare la bontà dell'intervento già programmato ed eseguito, limitatamente alla parte strutturale, da una precedente giunta di centrodestra. L'ex sindaco Corvatta parla di un intervento già finanziato, mi stupisce che lo stesso ignori completamente la realtà, ma forse volutamente dimentica che da parte dell'ufficio tecnico è stata trasmessa la proposta di atto deliberativo n. 451 del 10/11/2016 e che la giunta da lui presieduta non l'ha finanziato. Probabilmente la passata Giunta ha ritenuto opportuno eseguire opere più appariscenti con l'avvicinarsi delle elezioni comunali.
Noi procederemo a realizzare l'ascensore seguendo il piano dell'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici scolastici e nell'ambito cittadino. Gli interventi di ristrutturazione avviati di recente nelle scuole, già illustrati, sono indispensabili a garantire la ripresa delle lezioni e la sicurezza di tutti, studenti e insegnanti, e non pregiudica la realizzazione degli altri lavori necessari.
L'atteggiamento dell'ex sindaco dimostra ancora una volta la volontà deprecabile di mistificare ad arte la realtà inducendo i più a false conclusioni. I cittadini, con le loro preferenze, hanno chiaramente condannato questo metodo di fare vita amministrativa. I cittadini vanno certamente informati, ma le informazioni devono essere complete. Servono risposte concrete ai bisogni della città, ed è quello che ci siamo prefissi e che ci impegniamo a fare. Le polemiche le lasciamo agli altri"
Ad un anno dal sisma che ha provato il centro Italia, la domanda che sorge spontanea è se sia possibile vivere, ad oggi, in una casa sicura. Proprio per questo è stato organizzato il convegno "Ricostruiamo un futuro sicuro", che si svolgerà a Camerino presso il Centro Culturale Universitario Benedetto XIII dell'Università degli Studi di Camerino venerdì 22 settembre a partire dalle 14. Durante l'evento saranno trattate alcune delle tematiche centrali nei dibattiti post-sisma, ovvero moderne tecniche e le tecnologie antisismiche per la costruzione, la ricostruzione, la conservazione e la sicurezza degli edifici.
Il seminario, organizzato in collaborazione con il Comitato RIVAS, GLIS, gli Ordini Professionali (Archittetti, Geoligi, Ingegneri e Geometri), con il patrocinio di Unicam, del Consiglio Nazionale degli Architetti, del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, di Materials and Structuers Testing and Research, dell'ANCE Macerata e del Comune di Camerino, è rivolto prevalentemente ai professionisti del settore, agli Amministratori Regionali e agli Enti Locali interessati alla ricostruzione e alla sicurezza sismica.
Partendo dalla valutazione della pericolosità sismica, si arriverà a parlare di ricostruzione del patrimonio edilizio, cerando di aumentare, al contempo, miglioramenti sismici ed energetici sulle nuove costruzioni. All'incontro interverranno Rappresentanti Istituzionali e degli Ordini Professionali; presenti anche illustri relatori, tra i quali l'Ing. Massimo Mariani, l'Ing. Alessandro Martelli, il Prof. Emanuele Tondi, l'Ing. Paolo Clemente, il Prof. Ing. Andrea Dell'Asta e l'Ing. Federica Farinelli.
Nel corso del tempo, soprattutto in questi due ultimi anni, la Residenza Protetta di Urbisaglia ha accolto ospiti con gravi patologie e demenze senili e con grandi complessità nell’alimentazione, nella difficoltà della masticazione e della deglutizione. E’ stato riscontrato l’aggravarsi dello stato psicofisico della persona con l’età avanzata; basti pensare che l’età media delle persone accolte nel 2016 è stata delle femmine di 96,87 mentre per i maschi 82,50.
Per tutte le persone e in particolar modo per l’anziano fragile una corretta alimentazione è alla base della salute. Mangiare è un gesto ricco di significato e valore, non solo l’operazione meccanica di inglobare elementi nutritivi.
La capacità di nutrirsi è determinata anche dal piacere del cibo e viceversa condizionata negativamente dalle difficoltà e fragilità alimentari quali disfagia, difficoltà lievi nella deglutizione, nella masticazione, diabete, malattie neurologiche, ecc.
Ecco perché pensare il cibo, ripensarlo, anche e forse soprattutto nelle situazioni di fragilità parziale o estrema, può diventare un modo umile e concreto di prendersi cura dell’altro, di essere responsabili nei confronti dell’altro e di noi stessi.
Da queste considerazioni, dagli operatori sociali (Assistente Sociale del Comune di Urbisaglia e Coordinatrice della Cooperativa CCOSS Marche) e sanitari (Infermieri) e dal servizio ristorazione (Cuoche) che operano all’interno della struttura, è nata l’ idea di rivedere l’alimentazione degli ospiti con difficoltà alimentari al fine di ridurle mediante una soluzione innovativa ed efficace.
L’obiettivo primario è stato quello di conciliare esigenze tecniche e sanitarie legate alla nutrizione, salvaguardando il piacere di mangiare, e una adeguata alimentazione.
In collaborazione con la CAMST la ditta fornitrice degli alimenti, ci siamo confrontati in un modello di esperienza nuovo, ma per certi aspetti già consolidato all’interno della struttura con l’idratazione dei nostri ospiti, quali le bevande calde per la colazione, come latte, cappuccino, tè, orzo.
Pertanto è stata contattata la Ditta “IoSano” – General Beverage s.r.l. di Pontremoli (MS) azienda certificata ISO 14001:2004 e ISO 9001:2008 sia per le attività di produzione alimentare sia per le attività di manutenzione e gestione dei sistemi di distribuzione, impegnata a livello nazionale che internazionale nella preparazione di piatti per chi ha difficoltà nella deglutizione.
Dopo la condivisone e degustazione dei prodotti da parte degli operatori e dei familiari dei nostri ospiti, ad agosto è stato avviato il Progetto attraverso la distribuzione automatizzata degli alimenti omogenei, con l’utilizzo di attrezzature specifiche concesse in comodato gratuito e preparati alimentari della Ditta stessa quali: vellutate di verdura, pasta frullata, purè di verdure, omogeneizzati di carne, mousse, creme, dessert omogeneizzati, pizze frullate, sulla base del menù predisposto dalla struttura.
Il sistema parte da materie prime di qualità, preparazione di piatti secondo ricette tradizionali, cotti, disidrati, polverizzati, che vengono ricostituiti istantaneamente ad oltre 90°C, mediante specifiche attrezzature da cucina, installate nelle strutture in affiancamento alla cucina tradizionale. La notevole semplicità e sicurezza di utilizzo, la possibilità di avere una grande varietà di piatti e in maniera rapida, nonché la loro disponibilità 24 ore su 24, in quantità variabili a seconda delle necessità diverse e specifiche, rendono possibile una duttilità di servizio che ha permesso agli operatori e alla struttura di adattarsi in maniera agevole alle singole specifiche esigenze.
I piatti finali vengono realizzati a partire da materie prime di qualità certificata e totalmente naturali, senza additivi chimici, glutammato, grassi idrogenati, vegetali OGM, olio di palma.
Ci siamo liberati così dalla dipendenza dai lunghi tempi di preparazione, offrendo al tempo stesso un menù estremamente vario, piatti adeguati dal punto di vista nutrizionale, costanti dal punto di vista della qualità organolettica e della sicurezza reologica, nonché ben dosati evitando la sensazione del “pappone” dal colore indefinito.
Uno dei principali obiettivi è stato quello di offrire un’ampia varietà di menù, per stimolare l’appetito offrendo gusti riconoscibili, appetitosi e gradevoli, in modo da permettere di pianificare i menù con uno scrupoloso controllo e una condivisione precisa degli apporti nutrizionali; ciò rappresenta un’opportunità molto importante per migliorare la salute ed il benessere complessivo dei nostri ospiti e di conseguenza può contribuire ad una maggiore serenità da parte dei loro famigliari e degli operatori che quotidianamente lavorano per loro.
Lunedì 02 ottobre 2017, alle ore 21.15, presso il Teatro comunale San Giorgio di Urbisaglia ci sarà un incontro formativo ed informativo riguardo all’alimentazione nell’anziano fragile e disfagico a cui tutta la cittadinanza è invitata.
"Sono stati forti momenti di emozione nei quali si è consolidato ancor più il legame di fratellanza tra due popoli che hanno molti più punti di contatto di quanto si possa pensare. Il valore delle tradizioni, l'orgoglio della propria storia, lo scambio culturale sono gli elementi sui quali abbiamo impostato il gemellaggio con la cittadina irlandese di Templemore e che sta crescendo anno dopo anno".
Nell'ultima settimana Potenza Picena ha ospitato una delegazione di 93 persone provenienti da tutta la Contea di Tipperary. I 62 componenti l'Orchestra "In Tune for Life", ragazzi dai 16 ai 26 anni studenti e diplomati della scuola di musica tradizionale irlandese diretta da Ned Kelly, con le loro arpe celtiche, cornamuse, flauti, violini e fisarmoniche, hanno tenuto concerti oltre che a Potenza Picena e Porto Potenza anche a Roma, Ascoli e Civitanova ottenendo grande apprezzamento di pubblico. In Città anche la delegazione della Municipalità di Templemore-Thurles-Roscrea guidata dal Presidente Mick Connell unitamente ai consiglieri Joan Byrne, Theresa Divany e Jacky Costello. Il Sindaco Acquaroli e il Presidente del Consiglio Comunale Mirco Braconi hanno proposto ai gemelli irlandesi l'organizzazione di un irish festival a Potenza Picena sul quale si è già cominciato a lavorare.
Ennesimo caso di un furgone rimasto incastrato nel sottopasso della Castellara questa mattina a Civitanova. Questa volta a fare i conti con il mostro di cemento è stato un Peugeot Boxer, condotto da un giovane che, probabilmente sovrappensiero, non ha calcolato bene le altezze e verrà annoverato negli annali come uno dei tantissimi che sono rimasti bloccati sotto quel ponte.
Gli operai comunali, in attesa dei soccorsi, sono prontamente intervenuti bloccando l'accesso per i mezzi provenienti dalla rotonda Loriblù. Il conducente era ancora dentro al furgone quando ci siamo imbattuti nella scena e per fortuna, sembrava non aver riportato conseguenze dall'incidente.
A riportare danni è stato però il mezzo, tra l'altro anche abbastanza recente, che abbiamo fatto periziare ad una carrozzeria. Il preventivo che ci hanno fatto è stato il seguente: sostituzione del tetto compreso di manodopera e verniciatura per Peugeot Boxer, euro 2000.
Il 16 settembre si è aperta la Settimana Europea della Mobilità che quest’anno si concentra sulla mobilità sostenibile, sulla cui base le aziende di trasporto e le autorità locali sono invitate a organizzare attività per i propri cittadini e a lanciare e promuovere misure permanenti a sostegno. Per l’edizione 2017 è stato scelto come focal theme "Mobilità pulita, condivisa e intelligente", cui si accompagna lo slogan “Condividere ti porta lontano”.
Per queste ragioni la Contram Spa ha deciso di istituire due giornate dedicate al trasporto urbano; nei giorni 21 e 22 settembre 2017 sarà possibile infatti usufruire del trasporto urbano gratuitamente nei comuni di Camerino, San Severino e Recanati.
Dopo l’iniziativa avviata nel Comune di Fabriano il 16 settembre, e che si ripeterà il 22, la società ha deciso di estendere la promozione anche in questi altri comuni. Lo scopo è quello di valorizzare forme di trasporto collettive e far conoscere il servizio a chi non ne usufruisce. Non solo! L’uso del trasporto pubblico permette di ridurre i costi abitualmente sostenuti per gli spostamenti in ambito urbano e incentiva il rispetto dell’ambiente attraverso l’uso di mezzi eco-friendly.
A Camerino, in particolare, si ricorda il prossimo avvio del progetto e-bike di sharing mobility che prevede l’installazione di ciclostazioni per biciclette a pedalata assistita e colonnine di ricarica per auto e/o scooter elettrici; si tratta di un’integrazione intermodale tra i sistemi di mobilità classica e la sharing mobility.
Per info www.contram.it oppure telefonate al numero verde 800.037 737
Esattamente dieci giorni fa scadeva il mandato di Vasco Errani come commissario straordinario del Governo alla ricostruzione. Un mandato che non è proseguito e che oggi è passato nelle mani di Paola De Micheli.
Ma, la domanda che ci siamo posti e alla quale abbiamo cercato (inutilmente) di dare una risposta è: qual è stato il compenso ricevuto da Errani per un anno da commissario? Dopo aver cercato su diversi siti della presidenza del Consiglio dei ministri e dopo aver visitato decine di pagine, alla fine siamo riusciti a trovare la pagina dedicata ai commissari di governo nelle sezioni dedicate alla trasparenza.
Dopo dodici mesi dalla sua nomina, ad oggi, scaduta, il compenso lordo dell'ex governatore emiliano risulta come "Provvedimento in corso di definizione" (http://presidenza.governo.it/DICA/1_AFFARI_GENERALI_/amministrativi_vigilanze/di%20tabella_compensi.pdf). Da quanto abbiamo compreso, la pagina dedicata a "Retribuzioni dei Commissari straordinari del governo" non viene aggiornata dal 14 ottobre 2016.
Allora abbiamo deciso di andare ancora più a fondo. Partiamo dal principio. Con decreto del Presidente della Repubblica del 9 settembre 2016, articolo 1 comma 1, "Ai sensi dell’articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400, il signor Vasco Errani è nominato, a decorrere dalla data del presente decreto, per il periodo di un anno, rinnovabile, Commissario straordinario del Governo ai fini della ricostruzione nei territori dei Comuni delle Regioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dall’evento sismico del 24 agosto 2016". Nello stesso decreto, all'articolo 3 comma 1 si legge "Con successivo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, è determinato il compenso spettante al Commissario straordinario nei limiti stabiliti dall’articolo 15, comma 3, del decreto legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111".
Bene. Siamo andati quindi a vedere cosa prevede il decreto legge del 6 luglio 2011 (http://www.gazzettaufficiale.it/gunewsletter/dettaglio.jsp?service=1&datagu=2011-07-06&task=dettaglio&numgu=155&redaz=011G0146&tmstp=1310024972485). E questo è l'articolo 15 comma 3: "A decorrere dal 1° gennaio 2012, il compenso dei commissari o sub commissari di cui al comma 2 è composto da una parte fissa e da una parte variabile. La parte fissa non può superare 50 mila euro, annui; la parte variabile, strettamente correlata al raggiungimento degli obiettivi ed al rispetto dei tempi di realizzazione degli interventi ricadenti nell'oggetto dell'incarico commissariale, non può superare 50 mila euro annui. Con la medesima decorrenza si procede alla rideterminazione nei termini stabiliti dai periodi precedenti dei compensi previsti per gli incarichi di commissario e sub commissario conferiti prima di tale data. La violazione delle disposizioni del presente comma costituisce responsabilità per danno erariale".
Dunque, sappiamo che, al massimo, il compenso può essere di 50mila euro, più una parte variabile di compenso "strettamente correlata al raggiungimento degli obiettivi" anch'essa con un tetto di 50mila euro. Ora, sarebbe quantomeno doveroso conoscere, per trasparenza e chiarezza verso i terremotati, a quanto ammonta il compenso dell'ex commissario Errani, soprattutto per quello che riguarda la parte variabile.
Infatti, quello che ci si chiede è quali fossero gli obiettivi da raggiungere, dato che di ricostruzione ad oggi non se ne parla affatto e che solo dopo oltre un anno ci si sta avvicinando soltanto alla fine della fase emergenziale. Insomma, ci piacerebbe sapere a Errani quanto è finito in tasca, ma soprattutto se ha ricevuto una parte di compenso variabile per i risultati raggiunti: zero.
“È difficile tenere il passo di due testardi come il vostro sindaco ed il parroco". Il Vescovo Nazzareno Marconi ha scherzato rivolgendo parole di affetto e stima al Sindaco e a Don Igino per come hanno saputo collaborare e riaprire al culto la Chiesa di San Francesco in tempo record.
È il primo edificio sacro ad essere nuovamente popolato dai fedeli con un intervento che ha assommato ai lavori di somma urgente una vera e propria ristrutturazione, in questo caso finanziata dal Comune che è proprietario dell'edificio di culto. "Un intervento semplice ed essenziale, non troppo costoso, ma risolutivo", ha proseguito il Vescovo. Grande festa per il Rione Mercato con i bambini protagonisti per tutta la giornata e le signore del quartiere impegnate per preparare frittelle e zeppole per la tradizionale “Festa del Ciao”. "Dopo San Francesco riapriremo entro pochi mesi San Vito con il metodo San Francesco, ovvero con fondi comunali che si uniscono a quelli della Protezione Civile. Ed è partito anche l'intervento per il portale di Sant'Agostino. Auguro al Vescovo di riuscire ad intervenire presto sulle Chiese di Castelnuovo e San Domenico, di proprietà della Curia, e su quella dei Padri Passionisti" – ha affermato il Sindaco Francesco Fiordomo.
Dall'avvocato Antonella Gamberoni di Camerino riceviamo alcune riflessioni sulla polemica nata a seguito della decisione di consentire a un gruppo di camperisti in occasione della Giornata del Plein Air, la visita in zona rossa
L’apertura di un altro spicchio, stavolta importante, della nostra amata città, mi ha indotto a molte riflessioni che hanno riempito il mio tempo “immobile” a causa dell’incidente che mi ha coinvolto.
Prima di tutto vorrei ringraziare quelli che instancabilmente dal 26 ottobre – anzi dal 24 agosto -tra mille problemi ed emergenze, nel bene e nel male, sempre in buona fede, superando ostacoli, cozzando contro muri di gomma e regole inutili, sperimentando l’irritazione di cittadini comprensibilmente esasperati, hanno comunque lavorato e si sono impegnati senza mai rinunciare a vedere una luce in fondo al tunnel.
Grazie, all’Amministrazione Comunale, dunque, ai tecnici, ai Vigili del Fuoco, agli Alpini, agli operai, alla Polizia Municipale, grazie a tutti…
La riapertura di piazza San Domenico ha prodotto in me proprio questo effetto… ho intravisto uno spiraglio di luce… pezzetto dopo pezzetto riguadagneremo Camerino, ci vorrà molto tempo, ma è possibile.
Ed ogni pezzetto guadagnato va festeggiato, celebrato, è una medaglia al petto di tutti.
Di quelli che hanno lavorato perché ciò avvenisse, di quelli che sono dovuti scappare in ciabatte, di quelli che da quella notte non hanno più potuto vedere la loro città, di quelli che hanno sopportato la lontananza, di quelli che hanno dormito mesi in roulotte o nei garage perché non la sopportavano, di quelli che riescono a pazientare, di quelli che non ci riescono e si lamentano dei ritardi, di quelli che con la disperazione dentro hanno reagito, di quelli che invece per disperazione sono fuggiti, di chi nel dramma ha tirato fuori il meglio di sé e di chi nel dramma ha tirato fuori il peggio.
Camerino è la nostra città, è casa nostra, l’amiamo infinitamente, qualche volta l’abbiamo anche odiata, però essendo casa nostra ci ha accolto e ci accoglierà tutti, nonostante tutto.
Credo non sia successo solo a me, specialmente nei primi tempi, di scoprirsi a salutare con entusiasmo persone che prima si ritenevano semplici conoscenti, a parlare con familiarità con persone con le quali non si era mai parlato, ad essere solidale con tutti ed a ricevere solidarietà da tutti. Quello che è successo ci ha unito, ci ha restituito un forte senso di appartenenza che Camerino custodisce.
A questo punto ho fatto la prima associazione di idee e ho ripensato a Gemona del Friuli, che ho visitato quest’estate.
Anche a Gemona mi sono sentita accolta. Era concreta e palpabile l’esistenza di un legame che mi univa alle persone che incontravo… ci si capiva con uno sguardo, non era necessario spiegare, loro “sapevano”, avevano vissuto la medesima esperienza, comprendevano ed esprimevano la medesima solidarietà che sperimentavo tra di noi. Visitare Gemona mi ha aperto il cuore un po’ come la notizia dell’apertura di piazza dei Costanti. Tutta ricostruita dopo la devastazione è una città che porta con fierezza le cicatrici della tragedia che ha vissuto. Senza alcun pudore, anzi, facendone una ragione della propria rinnovata esistenza.
Nel centro storico si entra gratuitamente in un edificio che ospita una sorta di museo del terremoto. Un racconto della tragedia e della sofferenza. Una celebrazione delle forze messe in campo per rinascere. Fotografie della devastazione affiancate a quelle della ricostruzione. Il prima e il dopo a confronto con tanto di teche che custodiscono macerie di quaranta anni fa. Tra quelle macerie si osservano ancora oggi i segni della vita che ospitavano: bambole impolverate ed altri oggetti familiari. Ovunque si legge “Gemona non dimentica”.
Macabro? No, in realtà entrando in quel luogo si provano emozioni diverse: disperazione, speranza, consapevolezza…. sì… consapevolezza.
I friulani hanno fatto dei loro paesi ricostruiti dei veri e propri monumenti alla memoria. Passeggiando tra le vie e parlando con la gente capisci che il terremoto è una presenza costante nella vita di ognuno, è come se tutti avessero vissuto quella drammatica esperienza, anche chi nel 1976 non c’era. L’aver tenuto così alta la memoria fa sì che ancora oggi ringraziano per gli aiuti e la solidarietà ricevuta, ma soprattutto ha consentito loro di imparare a convivere con il terremoto e con il rischio sismico. Tutti sono consapevoli che tale responsabile convivenza è il primo presupposto per l’esistenza dei loro paesi. La consapevolezza. E qui la seconda associazione di idee.
Camerino è comune arancione, il TCI credo e l’Associazione Paesi Bandiera Arancione, hanno ritenuto di consentire il mantenimento della qualifica anche dopo il sisma, probabilmente nonostante l’attuale assenza dei requisiti necessari che suo tempo furono riconosciuti esistenti.
L’ultimo week end di questo mese, dunque, si svolgerà la festa del plen air, ospitata con grande successo gli anni scorsi grazie ad un’area sosta camper efficiente e molto apprezzata nell’ambiente e sulla stampa specialistica.
Il programma prevede per un gruppo di massimo 40 persone la possibilità di entrare in zona rossa e visitare la città terremotata.
Questa possibilità ha scatenato partecipate e coinvolgenti discussioni che ci hanno portato sulla cronaca nazionale. Si è parlato di turismo macabro e di violazione della sensibilità dei proprietari di quelle case danneggiate, pezzi della città sospesa interdetta a tutti. Leggendo le accese discussioni sul web ho provato emozioni contrastanti. Mille pensieri mi frullavano in testa… in realtà molti da quando ho visitato Gemona. Non posso nascondere che una prima istintiva reazione mi ha portato a condividere alcune perplessità... ma i pensieri erano sempre più confusi.
Poi ho ripensato ai miei accessi in zona rossa sia per il recupero beni, sia per mostrare la mia Camerino a giornalisti, colleghi rappresentanti di istituzioni e ad altri. Ho sempre vissuto come un privilegio essere potuta entrare, e dopo ogni volta mi sono disperata per la desolazione.
L’ultima volta che sono entrata in zona rossa, però, è stato diverso. Ho accompagnato due gruppi di ragazzi, rover e scolte di diverse parti d’Italia, che partecipavano ad una route nazionale organizzata sui luoghi del sisma. Venti ragazzi ogni volta, in uniforme scout e con il caschetto, hanno ascoltato in silenzio osservando interessati. Il consigliere comunale Leo Marucci ha accompagnato i gruppi per la visita. Leo aveva studiato per l’occasione un percorso in sicurezza che sì è snodato per le vie principali della città e durante il quale ha spiegato come si viveva Camerino prima del terremoto, cosa è successo quella notte e le difficoltà incontrate, ha mostrato monumenti, angoli e paesaggi caratteristici laddove potevano essere ammirati, ed ha raccontato quelli che non si potevano vedere, ha illustrato le ferite inferte agli immobili analizzando diverse tipologie di lesioni, ha spiegato il tipo di danno che gli immobili avevano avuto, ha raccontato del rischio sismico e di come si può convivere con esso.
Ho notato dalle domande dei ragazzi che avevano perfettamente compreso. Tutti hanno lasciato la città molto colpiti e con una diversa consapevolezza.
Consapevolezza. Il mosaico dei miei pensieri si è ricomposto.
Per quanto doloroso non possiamo e non dobbiamo impedire che sia fatta divulgazione degli effetti del terremoto. È necessario sapere e vedere per capire come aiutare, per verificare che di aiuto c’è ne bisogno ma, soprattutto, per imparare a convivere con il terremoto con consapevolezza. Oggi possiamo mostrare le ferite aperte, domani mostreremo anche noi le foto e celebreremo la ricostruzione, come dobbiamo celebrare ogni pezzetto della nostra città riconquistato. Ero già adulta nel 1997 e da allora ho avuto piena consapevolezza che non bisogna dimenticare. Mi sono spesso trovata in contrasto con altri per questo. Forse, invece, abbiamo dimenticato troppo presto.
La nostra zona rossa ci testimonia che il terremoto esiste ed esisterà sempre, che si può convivere con il rischio sismico, che maggiori attenzioni ed accortezze possono diminuire gli effetti disastrosi del sisma, che noi marchigiani ed umbri siamo gente seria e con responsabilità abbiamo già utilizzato il denaro pubblico, che aver portato a casa la vita di tutti è il più grande risultato che l’Italia delle calamità naturali ha mai ottenuto (basti pensare agli ultimi fatti di Ischia o a Livorno). Le visite consentiranno, dobbiamo sperare, che non solo i nostri figli come i figli di Gemona, ma anche i figli di quanti avranno potuto vedere Camerino, acquistino consapevolezza. Una consapevolezza che non interessa nemmeno a chi ci governa.
Non esiste una sola verità sulle questioni che in questi giorni ci appassionano, ma un solo dolore. Aiutare la consapevolezza vale il sacrificio.
È naturale e giusto che abbiamo pudore della nostra sofferenza per noi rappresentata dalla nostra città ferita. Ma è anche giusto informare e mostrare. È giusto pensare ed operare perché Camerino sia ritenuta un laboratorio di ricostruzione, una sfida sperimentale per insegnare all’Italia che anche i borghi medievali possono convivere con il rischio sismico. È giusto pensare, invece, che è il caso di correre di più, per restituire Camerino ai camerinesi, a tutti la piazza, sottocorte, il teatro ed a ognuno la propria abitazione, negozio, ufficio. È giusto gridare la nostra sofferenza, anche solo per gridare.
Però è certamente giusto notare che finiamo sulla cronaca nazionale non tanto per quello che è successo ma per una polemica che, anch’essa, è tutta nostra, come la nostra città, solo noi possiamo capirla e non possiamo consentire che altri, fino ad oggi indifferenti, vi speculino. Ne dobbiamo essere gelosi.
La notizia non è e non deve essere lo scontro tra camerinesi con sensibilità diverse, tra chi pensa che dobbiamo far conoscere e mostrare le nostre ferite a tutti, e chi ritiene che sarebbe offensivo turismo delle macerie. La notizia è che Camerino è la più grande zona rossa del sisma, zona ancora molto estesa dopo un anno, zona rossa fino ad oggi dimenticata, sospesa sul colle nella più totale indifferenza dei media, anche di quelli che oggi vengono a raccogliere avidamente brandelli di quella che altro non è se non la nostra disperazione.
La notizia, in quest’Italia del “dopo”, è che il rischio sismico esiste e mentre noi ci arrabbiamo, certamente sul tavolo della Protezione Civile ci sono report della Commissione Grandi Rischi da valutare. Magari questi documenti spiegano che storicamente dopo il movimento delle faglie interessate dal terremoto del 2016 se ne sono verificati altri, tanto da lasciare supporre una probabile interferenza di faglie. Anche dopo il 24 agosto era stato relazionato circa la probabile attivazione della faglia del Vettore. Nella più totale indifferenza. Questo, tutto questo, certamente non è giusto. È dal silenzio, dall’indifferenza, dalla colpevole inconsapevolezza che ci dobbiamo difendere.
Nasce la Pedalata per la Sibilla, nuova manifestazione cicloturistica organizzata dall'Alto Nera Cycling del presidente Pietro Francioni in collaborazione con la locale Amministrazione comunale.
L'evento, che si terrà domenica 24 settembre a Visso, ha lo scopo di promozionare e rilanciare le zone colpite dal sisma del 2016, le loro bellezze paesaggistiche e le loro eccellenze gastronomiche, che si troveranno nel pacco gara e che saranno il punto forte delle premiazioni.
Potranno partecipare tutti i cicloamatori, i cicloturisti e i ciclosportivi in possesso di regolare tesserino valido per l’anno in corso. Prevista anche la possibilità di tesseramento giornaliero sul posto dietro presentazione di certificato medico.
Si potrà prendere parte alla manifestazione con qualsiasi tipo di bicicletta, anche e-bike.
Due le modalità di partenza previste: quella alla francese dalle ore 7.30 alle ore 8.30 e quella ufficiale con andatura controllata alle ore 8.30.
Due i tracciati in programma: uno di 95 chilometri e 1900 metri di dislivello e uno di 68 chilometri e 1300 metri di dislivello.
È possibile iscriversi o online entro le ore 12 del 22 settembre tramite il sito KronoService, oppure in loco a Visso dalle ore 15 alle ore 18 di sabato 23 settembre e dalle ore 7 alle ore 8 di domenica 24 settembre.
Continuano i problemi idrici nel comune di San Ginesio. È di ieri l'Ordinanza che vieta l'utilizzo dell'acqua potabile nelle zone Centro Storico, zona Pincio, via Papa Giovanni XXIII, c.da Torre di Morro e c.da Macchie emessa a seguito dei controlli effettuati dall'Arpam sull'acqua pubblica.
Secondo le analisi, infatti, i livelli microbiologici, sono oltre i parametri previsti e il Tennacola s.p.a. ha perciò predisposto trattamenti della rete idrica.
Inoltre la siccità pone davanti ad un'altra problematica. L'acquedotto del Fargnio è infatti a secco e per questo motivo il Comune si è trovato costretto a chiudere i rubinetti per le ore notturne invitando inoltre i cittadini ad utilizzare un autobotte per incrementare l'approviggionamento diurno.
Spietati con i deboli e deboli con i potenti, è stato questo il titolo della puntata di ieri sera di "Dalla vostra parte" che ha trattato il caso della signora Peppina, sfrattata in mattinata dalla sua casetta di legno di San martino di Fiastra, a causa della mancanza della concessione edilizia.
Lacrime agli occhi, la signora Giuseppa racconta alle telecamere del momento in cui sono arrivate le forze dell'ordine per mettere i sigilli all'abitazione. "Lei viene a mettermi le manette?" chiede Peppina alla poliziotta, "ma tanto io dalla casetta non mi muovo, ci sono stata per 75 anni e qui voglio morire".
In collegamento con la trasmissione c'era il sindaco di Fiastra, Claudio Castelletti che ha esordito dicendo che lui è totalmente con la signora ma nonostante questo, purtroppo, ha le mani legate perché i provvedimenti che devono essere presi per sanare la situazione di abuso non sono di sua competenza.
In occasione della Settimana Europea della Mobilità, in programma dal 16 al 22 settembre, si è tenuto al Palazzo del Podestà di Fabriano il convegno "Fabriano verso la mobilità sostenibile. Obiettivi e opportunità".
Fra i relatori, anche Stefano Belardinelli, presidente di Contram spa, che ha parlato di "Flessibile, efficiente e a zero emissioni: ecco il futuro della mobilità". Insieme a Belardinelli hanno portato il loro contributo anche il vicesindaco di Fabriano Ioselito Arcioni; Jacopo Ognibene, direttore tecnico Tps Pro - Ingegneria dei Trasporti; Mauro Vanni, project manager Civica srl - Progetti Europei.
“Vorrei che la signora Giovanna sentisse non solo in questa occasione, ma sempre, l’abbraccio della comunità settempedana e dell’Italia intera. Con questa cerimonia intendiamo rendere onore ad un eroe dell’Arma nella speranza che chiunque si trovi a passare da qui possa anche solo con il pensiero fermarsi a recitare una preghiera o a richiamare, nella propria memoria, il gesto che venne compiuto da uno straordinario rappresentante delle istituzioni esattamente quarant’anni fa”.
Con queste parole il primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei, ha salutato lo scoprimento di una targa con la quale la Città di San Severino Marche ha intitolato un largo al maresciallo capo Sergio Piermanni, sottufficiale dell’Arma, Medaglia d’Oro al Valor Militare, ucciso da una banda di malviventi nel maggio del 1977 nel piazzale della stazione di Civitanova Marche dopo essere rientrato in servizio, benché fosse in licenza ordinaria, per prendere parte alla ricerca di un pericoloso gruppo di criminali che aveva già ferito mortalmente poche ore prima, in una precedente sparatoria avvenuta a Porto San Giorgio, l’appuntato dei carabinieri Alfredo Beni.
La cerimonia, che è stata preceduta dall’inaugurazione della nuova sede assegnata dal Comune all’Associazione Nazionale Carabinieri di San Severino Marche, e sita in via Massarelli, ha visto la partecipazione della vedova Piermanni, la signora Giovanna Paolone e della figlia Dominique, del sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, del comandante della Legione Carabinieri Marche, generale di Brigata Fernando Antonio Nazzaro, del maresciallo maggiore Medaglia d’Argento al Valor Militare, Angelo Albanesi, dell’ispettore regionale dell’Associazione Nazionale Carabinieri, generale Tito Baldo Honorati, del comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri, tenente colonnello Michele Roberti, del comandante la Compagnia Carabinieri di Tolentino, tenente Giacomo De Carlini, del presidente della sezione Anc, maresciallo maggiore Decio Bianchi, del vice prefetto vicario, Salvatore Angieri, del Questore di Macerata, Giancarlo Pallini, del comandante regionale della Guardia di Finanza, generale Gianfranco Carozza, del comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Amedeo Gravina, del comandante della Tenenza della Guardia di Finanza di Camerino, tenente Antonio Di Palo, del tenente colonnello Nicola Milillo dell’Esercito Italiano, del comandante della Polizia Municipale, capitano Sinobaldo Capaldi, del presidente del Consiglio comunale di San Severino Marche, Sandro Granata, dei rappresentanti dell’Amministrazione comunale fra cui il consigliere delegato Jacopo Orlandani che ha fortemente voluto l’intitolazione del largo perché non si perdesse la memoria del sacrificio del maresciallo Piermanni.
Accanto al Gonfalone della Città di San Severino Marche erano presenti anche porta insegne e rappresentanze delle sezioni dell’Associazione Nazionale Carabinieri, dell’Arma di Cavalleria, dell’Associazione Combattenti e Reduci, dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, dell’Associazione Nastro Azzurro, dell’associazione Bersaglieri, della Croce Rossa Italiana e della Protezione Civile.
“Il sangue che il nostro eroe Sergio Piermanni ha versato a Civitanova è stato assorbito dalla terra marchigiana - ha sottolineato l’ispettore regionale dell’Associazione Nazionale Carabinieri, generale Tito Baldo Honorati - Rendendo memoria a Sergio Piermanni rendiamo omaggio e riconoscenza alla vedova che ha scelto di restare nelle Marche dove ha cresciuto i figli nella memoria dell’eroico padre. Noi tutti carabinieri siamo riconoscenti e siamo fedeli alla sua memoria rinnovando l’impegno di amore alla patria e ai cittadini che egli ci ha dimostrato”.
“L’intitolazione di questo luogo pubblico al maresciallo capo Medaglia d’Oro al Valore Militare, Sergio Piermanni, intende rendere omaggio al sacrificio di un valoroso carabiniere caduto nell’adempimento del dovere. Nonostante siano trascorsi così tanti anni nulla potrà colmare il vuoto nella famiglia Piermanni seguito alla tragica scomparsa del caro congiunto - ha sottolineato il comandante della legione Carabinieri delle Marche, generale Fernando Antonio Nazzaro, aggiungendo - Siamo consapevoli che le parole sono insufficienti a rappresentare i tratti più straordinariamente grandi delle vicende umane e che, come in questo caso, molto possono togliere ai significati ideali e morali sottesi al sacrificio della vita da parte di un fedele servitore dello Stato. Sono trascorsi quarant’anni da quella tragica notte ma nessuno ha dimenticato. Questo eroe ha saputo scrivere con il suo operato una tra le più belle pagine della storia dell’Arma. La volontarietà del suo spontaneo rientro in servizio conferisce al suo sacrificio la nobiltà dell’eroismo inteso come cosciente sprezzo del pericolo nell’adempimento di un dovere considerato impegno d’onore giacché imposto solo dalla sua coscienza. A lui va la nostra perenne riconoscenza. L’odierna cerimonia conferma che lo Stato e l’Arma dei carabinieri non dimenticano i propri figli migliori” – ha concluso il comandante della legione Carabinieri delle Marche.
Le immagini sono dello Studio fotografico Serini
Gli invasi glaciali del sistema del Lago di Pilato sui Monti Sibillini ''si sono completamente asciugati''. La notizia, già anticipata ad agosto dal presidente dell'Ordine dei Geologi delle Marche Pietro Farabollini, docente dell'Università di Camerino, è stata confermata dal presidente dei Geomorfologi italiani Gilberto Pambianchi, anche lui docente di Unicam, durante un briefing stampa nell'area epicentrale del sisma del 2016.
''Dopo il terremoto - sostiene Pambianchi - i Laghi di Pilato hanno subito un depauperamento della risorsa idrica. Si tratta di laghi di origine glaciale che si trovano a circa 1.900 metri sul livello del mare: attualmente appaiono completamente asciutti per la grande siccità estiva'', che ha comportato ''un deficit idrico pari al 60% rispetto agli anni precedenti''. I Geomorfologi lanciano anche l'allarme per la scomparsa di alcune sorgenti, e sollecitano un monitoraggio della zona del cratere fra Marche e Umbria, finora ''assente''. (Ansa)
La quasi totalità delle macerie pubbliche del terremoto è stata rimossa nelle Marche. Un obiettivo primario, quello di liberare strade pubbliche e piazze, per permettere il raggiungimento di tutte le frazioni e le case soprattutto nei Comuni più colpiti dal sisma. "In totale - spiega L'assessore alla Protezione civile Sciapichetti - le macerie rimosse ad oggi sono più di 150mila tonnellate.
L'operazione di rimozione delle macerie pubbliche permette di dare a tutti la possibilità di raggiungere le proprie abitazioni, tranne le frazioni più colpite come Pescara del Tronto".
Avviata già da tempo la rimozione delle macerie private. Ogni volta che si iniziano le operazioni si procede con l'avviso ai cittadini che possono scegliere di essere presenti durante i lavori di carico per recuperare già in loco oggetti personali. E' possibile farlo anche durante le fasi di selezione e cernita nei siti di deposito temporaneo di Monteprandone e Tolentino. E' già prevista un' ulteriore accelerazione. (Ansa)
Un caso accertato di Chikungunya è stato segnalato nelle Marche. Si tratta di un uomo di 65 anni, di Castelplanio (Ancona), che è stato ricoverato all'ospedale di Fabriano al rientro da un soggiorno di tre settimane in una città del Lazio, con febbre molto alta e dolori muscolari e articolari, che hanno fatto ipotizzare la diagnosi, poi confermata dall'esito degli esami effettuati presso il centro di riferimento regionale di Virologia dell'Azienda Ospedali Riuniti di Ancona. Il paziente, guarito, è stato già dimesso. Il caso è probabilmente correlato con l'epidemia in corso nel Lazio.
Immediatamente attivate le procedure per le disinfestazioni a Castelplanio e Fabriano. Allertato anche il centro di riferimento entomologico dell'Istituto Zooprofilattico Umbria Marche per la "cattura" di zanzare adulte e verificare i focolai larvali. La malattia, benigna nella prognosi, si trasmette tramite la puntura di zanzare che si sono infettate pungendo un uomo malato, ma non si trasmette direttamente da uomo a uomo.
I focolai di Chikungunya in corso in Italia sono sotto osservazione anche da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che consiglia a chi si reca nelle zone colpite di proteggersi dalle zanzare e non esclude ulteriori casi nei prossimi giorni. «La malattia si verifica di solito in Africa, Asia e Americhe, oltre che nel subcontinente indiano», aggiunge l'Oms. Nel 2007 la trasmissione è stata documentata per la prima volta in Europa, in Emilia Romagna, con 217 casi accertati. Al momento c'è un altro focolaio autoctono nel dipartimento di Var, in Francia. La Chikungunya provoca febbre alta, eruzioni cutanee, mal di testa, dolori muscolari e articolari, anche se di solito non é fatale, però alla luce di alcuni casi letali documentati anche recentemente, specie tra i soggetti più deboli come i bambini e gli anziani che hanno riportato complicazioni, spesso a causa di cure tardive ed errate, è necessaria una buona prevenzione contro le punture delle zanzare prima di recarsi nei luoghi più infestati dal tipo menzionato, che tuttavia si stanno diffondendo in molte aree temperate del pianeta tra cui l'area del Mediterraneo. Per chi viaggia in Italia, è bene evitare il contatto con le zanzare usando un abbigliamento corretto e i repellenti. (Ansa)
Con l'auto contromano davanti al Comune di Civitanova. E' accaduto la scorsa notte verso l'una, quando alcuni giovani all'interno di una Mini di colore nero, uscendo da piazza XX Settembre hanno sbagliato strada ed hanno cercato di raggiungere via Buozzi senza fare tutto il giro.
Si vedeva chiaramente che non l'avevano fatto con colpa perché al passaggio pedonale prima del semaforo, si erano fermati, un po' spaesati, in cerca di riferimenti che non riuscivano a trovare, tipo uno stop o un semaforo. Per fortuna in quel momento non veniva nessuno dalla parte opposta ed i ragazzi, accorgendosi dell'errore, hanno avuto il tempo di tornare sui proprio passi con una repentina retromarcia.
Il fenomeno di passare controsenso davanti a Palazzo Sforza non è però una novità assoluta perché abbiamo potuto assistere più volte alla stessa manovra fatta volontariamente da diversi automobilisti che credendosi più furbi degli altri, invece che fare il giro della piazza, a volte, è capitato che abbiano preso quella pericolosa scorciatoia. Lo stesso dicasi per quelli provenienti da via Della Vela che in qualche caso, per accedere alla piazza, non si sono fatti tanti scrupoli e invece che imboccare il vialetto sud, hanno puntato dritto e sono entrati in piazza passando davanti al Municipio.