Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa dell'assessore regionale Angelo Sciapichetti rivolta al sindaco di Macerata Romano Carancini.
“Il vero scandalo nella gestione del servizio idrico nella provincia di Macerata è che ci sono molteplici piccoli soggetti gestori, anziché l’ente unico, a cui si sarebbe dovuti arrivare già entro il 2015, come previsto dalla legge. Così inefficienze e costi lievitano. Carancini dovrebbe ricordare che il presidente dell’AAto 3 Francesco Fiordomo, insediatosi alla fine del 2015, aveva pubblicamente preso l’impegno di arrivare al gestore unico entro e non oltre l’estate del 2016, mentre invece nonostante le ripetute sollecitazioni pubbliche e private effettuate dagli uffici e dal sottoscritto in questo senso, siamo ad ottobre 2017 ed ancora abbiamo molti, troppi soggetti gestori.
Ci sono infatti ad oggi tre società che detengono partecipazioni in ben sette ex municipalizzate, inoltre otto comuni mantengono, in modo difforme dalla normativa, la gestione diretta. Sono solo tre i piccoli comuni che, in modo regolare, gestiscono direttamente il servizio. La situazione è troppo frammentata e completamente contraria alla legge. Occorre pervenire al più presto al soggetto unico gestore, per garantire non solo il rispetto delle norme, ma anche quelle economie di scala che permettano una gestione efficiente del servizio idrico integrato di qualità a servizio dei cittadini”.
Da parte della Regione non c’è nessuna chiusura a priori né la volontà di vanificare gli investimenti nel servizio idrico integrato che, anzi auspichiamo e lavoriamo affinché crescano, per razionalizzare, eliminare le perdite, aumentare la qualità ed abbassare i costi per i cittadini. Questo può essere fatto solo con il gestore unico, non con una miriade di piccoli gestori.
Non corrisponde assolutamente al vero che ci sia un diniego pregiudiziale della Regione sulla captazione come dice il Sindaco di Macerata, tant'è vero che abbiamo recentemente autorizzato un aumento di 50 litri al secondo per consentire di far arrivare l’acqua del Nera nei rubinetti delle famiglie dei Comuni di Montecassiano e Montefano dove fino ad oggi sono arrivati gli impianti realizzati dalla società Acquedotto del Nera.
La quantificazione definitiva della captazione d’acqua potrà avvenire solo a seguito degli studi e approfondimenti in corso. Il terremoto ha sconvolto l’assetto idrogeologico dell’area dei Sibillini, ne è scaturita come noto l’esondazione del Fiume Nera, fenomeno che è stato sotto gli occhi di tutti.
In un primo momento si era registrato un improvviso e significativo aumento della portata, che attualmente, tuttavia, è in fase di regressione con altrettanto significativa riduzione. Il dovere della regione deve essere quello della salvaguardia della risorsa idrica come bene pubblico, per soddisfare le esigenze attuali e delle generazioni future, per questo le autorizzazioni seguiranno rigorosi accertamenti tecnico scientifici”.
Si è costituito ieri sera, nel corso di un incontro tenutosi a Tolentino, un comitato intercomunale tra San Severino, Cingoli, Tolentino e Recanati che ha come scopo quello di fare da baluardo, nella lotta per conservare i servizi sanitari essenziali alla popolazione di questi quattro comuni e dei paesi del circondario. Gli obiettivi prioritari sono il ripristino dei servizi di emergenza e il potenziamento dei punti di primo intervento, importanti riferimenti territoriali all'interno dell'offerta sanitaria provinciale, indispensabili per garantire il diritto alla salute.
Al di là della futura localizzazione dell'ospedale provinciale, i referenti del comitato intercomunale intendono gettare le basi anche per un modo nuovo di porsi, nell'offerta dei servizi essenziali per le comunità, come la sanità, la scuola, i trasporti, la gestione del post terremoto, chiedendo un nuovo modo di amministrare, partendo dal basso e dalle necessità reali delle comunità. I comuni di Cingoli e Tolentino faranno da capofila per la prossima richiesta di un incontro in Regione, in cui sarà ribadita la richiesta di mantenere i servizi sanitari nelle strutture cittadine esistenti di comuni di media grandezza, che non rappresentano solo il proprio territorio, ma sono il riferimento dei centri limitrofi, per un potenziale bacino d'utenza di circa 100 mila abitanti.
All'incontro sono intervenuti il sindaco ed il vicesindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi e Silvia Luconi, il vicesindaco di Cingoli Luigi Ippoliti, i rappresentanti dei comitati per la difesa degli ospedali di San Severino Marche e di Recanati.
"Dobbiamo ricostruire i muri, certamente. Ma soprattutto dobbiamo ricostruire le comunità, fatte di bambini e di scuole, di cittadini che lavorano e di un ambiente che non verrà deturpato". Questo è ciò che ha detto il Commissario alla ricostruzione Paola De Micheli, durante il suo intervento alla presentazione del calendario che l'Associazione nazionale funzionari di polizia ha realizzato con l'obiettivo di raccogliere fondi per i bambini orfani del terremoto.
"Ci sono ferite profondissime che restano anche a distanza di tempo - ha aggiunto De Micheli - e altre ferite che possono essere rimarginate, come quelle sull'integrità della comunità. Il nostro compito, che è molto complicato, è costruire il futuro nel senso pieno del termine, affrontando la ricostruzione nella sua pienezza. Non possiamo perdere di vista l'insieme del progetto". De Micheli ha poi ribadito che è fondamentale "coniugare la velocità nel fare le cose col farle bene".]Ce la stiamo mettendo tutta - ha concluso - e continueremo a farlo".
FONTE ANSA
Il quadro parziale che sta vivendo la sanità maceratese ad un anno di distanza dal terremoto non è dei più confortanti considerando l’ospedale di Tolentino parzialmente inagibile, la RSA di San Ginesio ancora chiusa e la week Surgery di San Severino Marche che non decolla, senza contare le diverse strutture per anziani chiuse nelle zone montane. Proprio per questo Elisabetta Guglielmi, Segretaria Nursind Macerata, il Sindacato delle Professioni Infermieristiche, si fa sentire.
“Non si è fatto nulla per migliorare la situazione. - dice la Guglielmi - Era il 27 ottobre del 2016. Il ricordo di quella giornata al presidio ospedaliero di Tolentino è ancora vivo e fa male. Una giornata iniziata con la notizia che tutto l’ospedale fosse inagibile, dove molti dipendenti in servizio o rientrati appositamente, si sono ritrovati in reparto per dare il loro contributo. 35 pazienti sono stati trasferiti tra l’ospedale civile di Macerata, nelle case di riposo o in altre strutture sanitarie in meno di 5 ore, grazie all’impegno di un gruppo di lavoro affiatato e preparato.
Ricordo ancora l'ospedale vuoto alle nostre spalle con il cuore in gola e le lacrime agli occhi, i volti dei colleghi e il lungo abbraccio prima di lasciarci con l'amara consapevolezza che nulla sarebbe stato più come prima. Già dallo stesso pomeriggio alcuni infermieri ed OSS prestavano servizio al presidio ospedaliero di Macerata in Geriatria o Pneumologia. Oggi dopo tanto clamore fatto dal Sindaco durante la campagna elettorale, le rassicurazioni del Direttore dell' AV3, gli elogi del Direttore Generale Asur e i complimenti ricevuti dal Presidente della Regione Marche, cosa troviamo a Tolentino? Dal 3 novembre 2016 la Lumpa (lungodegenza medicina post acuzie) si sarebbe dovuta trasformare in un Ospedale di Comunità con 40 posti letto. Dove sono andati a finire? Tolentino oltre a qualche ambulatorio, è ridotto ad un PPI ((Punto Primo Intervento) che senza una radiologia ed un centro per effettuare esami urgenti, non ha senso di esistere. Sorte migliore non è toccata alla RSA di San Ginesio, che dopo il 30 ottobre ha evacuato i 16 ospiti presenti e li ha trasferiti a Recanati. Ad oggi i posti letto della RSA di San Ginesio sono stati accorpati alle cure intermedie ma ridotti a 6. Senza alcun preavviso, il personale in eccesso è stato spostato in altre strutture sanitarie. La Week Surgery di San Severino Marche sarebbe dovuta diventare il centro d'eccellenza per l'Area Vasta 3 ma ancora tarda a decollare.
La politica si batte per difendere i vari PPI senza dare delle risposte soddisfacenti che invece sono prontamente arrivate dal privato. I sindacati chiedono la trasparenza e la chiarezza e si vedono rinviare decisioni e incontri utili ad affrontare i problemi. Il Nursind nella riunione del 24 ottobre con i rappresentanti dell’AV3, ha più volte richiamato l'attenzione sul fatto che tanti colleghi dopo l'evento sismico ancora non sono tornati nelle proprie case e che percorrono centinaia di chilometri per andare a lavorare, non avendo avuto un’assegnazione definitiva rispetto al regolamento sulla Mobilità. L’AV3 rispetta la legge quando sospende i rimborsi per i trasferimenti dopo 240 giorni ma viene meno alle regole non dando risposte adeguate sull’intricato groviglio della Mobilità ferma al 2010. Dall'azienda abbiamo ricevuto l'esile promessa a chiudere il percorso entro l'anno. Tutto questo è inaccettabile.
Nursind provvederà a diffidare l’AV3 ai fini del rispetto dell’art. 7 che individua come termine essenziale per la mobilità 12 mesi dall’assegnazione temporanea in esercizio del potere organizzatorio.”
Dopo aver licenziato, nel corso dell’ultima seduta, la proposta di deliberazione per proporre alle Camere l’inserimento, nell’ambito del Bilancio di previsione dello Stato, delle risorse da destinare alla riqualificazione dell’Hotel House, la Terza Commissione assembleare, questa mattina, ha effettuato un sopralluogo alla struttura abitativa di Porto Recanati.
Un passaggio doveroso per toccare con mano le tante problematiche di ordine non soltanto strutturale e abitativo, ma anche sociale e di pubblica sicurezza che attanagliano l’edificio-quartiere porto recanatese. Sono, infatti, 480 gli appartamenti che costituiscono la grande struttura, dislocati su 17 piani ed oltre 2500 tra residenti e domiciliati, in larga parte stranieri. La Commissione, presieduta da Andrea Biancani, è stata accompagnata nel sopralluogo dal sindaco di Porto Recanati, Roberto Mozzicafreddo, e da alcuni rappresentanti del Consiglio comunale dapprima all’esterno del fabbricato e, successivamente, all’interno di uno spazio comunale, situato al pianterreno, dove è attiva una biblioteca per ragazzi.
“Un sopralluogo che ha consentito, anche ai consiglieri regionali che non sono della zona, di conoscere la situazione. – ha rilevato Biancani – E’ oramai imprescindibile che la questione venga affrontata ad un livello più alto di quello comunale ed è giusto che lo Stato si occupi dell’Hotel House così come si è occupato di altre zone degradate delle grandi città d’Italia, in quanto risulta evidente una condizione di forte disagio sociale accompagnata da carenze strutturali e criticità delle zone adiacenti. La priorità che è, poi, emersa con chiarezza dal confronto con i presenti è quella di mettere in condizione l’attuale amministratore condominiale, nominato dal Tribunale, di approvare il Bilancio e quindi procedere alla riscossione delle quote da destinare ad interventi di messa in sicurezza e ripristino del decoro”.
La proposta di deliberazione regionale, di cui è primo firmatario il consigliere regionale Luca Marconi (gli altri firmatari dell’iniziativa sono i consiglieri Fabio Urbinati e Boris Rapa, oltre all’assessore Angelo Sciapichetti, anch’egli presente al sopralluogo) chiede, in sostanza, di inserire nella legge di Bilancio statale specifiche voci di finanziamento per “interventi di riqualificazione e messa in sicurezza dell’edificio-quartiere Hotel House di Porto Recanati”.
“Non esiste alcuna condizione per finanziare l’intervento dei privati – ha rilevato Marconi – ma, con la legge, si pone in primo piano, a livello di emergenza nazionale, la situazione che sta attraversando il comune di Porto Recanati, indicando la riqualificazione dell’Hotel House come dato nominativo preciso e prioritario”.
"Nei prossimi giorni" l'Italia riceverà il versamento di 1,2 miliardi di euro dal Fondo europeo di solidarietà per aiutare la ricostruzione nelle zone del centro Italia colpite dalle scosse di terremoto del 2016 e 2017.Lo ha annunciato in una nota la Commissione Ue, che a giugno aveva proposto lo stanziamento, il più elevato da quando esiste il Fondo di solidarietà.
Una volta ultimate le procedure tecniche necessarie, i soldi saranno nella disponibilità delle autorità italiane per supportare la ripresa delle attività economiche, coprire i costi dell'emergenza e di protezione del patrimonio culturale. "Con questo stanziamento noi manteniamo la nostra promessa di stare accanto all'Italia durante il processo di ricostruzione", ha dichiarato la commissaria Ue alla Politica regionale, Corina Cretu.
(Fonte Ansa)
Trascorso quasi un anno dalle violente scosse dell'ottobre 2016, la situazione della chiesa romanica della Santissima Annunziata o Basilica di Santa Maria a Piè di Chienti, è ancora di attesa di un sopralluogo. Dopo la messa in sicurezza di una colonna che presentava delle lesioni prodotte probabilmente dal terremoto, si stanno infatti aspettando i controlli da parte degli enti preposti.
La chiesa, ricorda Don Lauro Marinelli, parroco della frazione, è di proprietà del Comune e sono stati proprio gli esperti inviati dall'ufficio tecnico a verificarne le condizioni e "fasciare" la colonna in oggetto, per evitare che il problema rilevato si ampliasse e si potesse tramutare in qualcosa di più serio, permettendo la riapertura in tempi brevissimi, dopo la sua chiusura precauzionale.
Dal Municipio fanno sapere che si stanno aspettando le dovute verifiche per sapere quali lavori necessitano e quando farli, perché è lo Stato che se ne dovrebbe occupare, con i fondi del terremoto. Essendo però danneggiate centinaia di chiese, gran parte delle quali chiuse, è ovvio che un danno così lieve come quello dell'Annunziata rimanga un po' indietro nella gerarchia degli interventi.
Si sta quindi attendendo che la sovrintendenza disponga l'ennesimo sopralluogo, dopo averne già fatti al Palazzo Comunale, alla chiesa di Sant'Agostino e al Teatro delle Logge e quindi, probabilmente, ci sarà l'ammissione a qualche finanziamento per i danni da sisma. Montecosaro si trova, fortunatamente, fuori dall'area del cratere, per cui, giustamente, la precedenza viene data ad altre opere.
Vista l'entità del danno molto lieve dall'ufficio tecnico del Comune ritengono che non sarebbe un problema provvedere autonomamente ma si trovano con le mani legate fino a che i tecnici della Sovrintendenza o della Protezione Civile non daranno delle disposizioni in merito.
Una presa di posizione che non mancherà di scatenare ulteriori polemiche e discussioni.
Dopo la nota vicenda di domenica scorsa, quando alcuni tifosi della Lazio hanno mostrato delle figurine con Anna Frank con la maglia della Roma, su tutti i campi di gioco della serie A sarà letto un brano del 'Diario di Anna Frank' prima dell'inizio delle partite con un minuto di riflessione. La decisione è stata della Federcalcio d'intesa con l'Ucei, disponendo che i capitani delle squadre regalino una copia del libro, insieme a quella di 'Se questo è un uomo' di Primo Levi ai bambini che tradizionalmente li accompagnano sul terreno di gioco.
In serie B sarà comunque osservato un minuto di riflessione sulla memoria della Shoah.
Ma gli Ultras 1898 dell'Ascoli Picchio non saranno allo stadio quando sarà osservato il minuto di riflessione. "Non si pensa ai terremotati e agli anziani e si strumentalizzano una decina di adesivi" si legge in un post sulla pagina Facebook del gruppo di tifosi.
Il post completo recita: "Questa sera gli ultras della Curva Sud entreranno nel settore dopo il minuto di riflessione deciso dalla Lega. Non vogliamo essere complici di un teatrino mediatico e istituzionale che dimentica i terremotati e i nostri anziani ma è invece sempre prontissimo a indignarsi e a strumentalizzare una decina di adesivi".
Salvare Camerino dall'abbandono. E' questo l'obiettivo della petizione creata dal SACU, Seminario di Architettura e Cultura Urbana, e promossa dall'Università di Camerino, dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e dall'Archeoclub d’Italia.
Ad un anno dal terremoto, Camerino, uno dei comuni più colpiti dagli eventi sismici del 2016, è una città deserta. Strade, edifici e luoghi un tempo abitualmente frequentati da cittadini e studenti, sono vuoti. La paura più grande è l'abbandono del territorio e proprio per questo sono necessari interventi urgenti. Allora, l'idea di una petizione rivolta direttamente al Capo dello Stato per sollecitare interventi urgenti, in particolar modo a quattro importanti edifici della città ducale: il Palazzo ducale, il Teatro comunale ‘F. Marchetti’, il Polo museale e il Palazzo della Musica.
"Il centro storico di Camerino rischia l’abbandono a seguito degli eventi sismici dell’ottobre 2016: da allora la città dentro le mura è vuota. I palazzi, le vie e i luoghi pubblici, solitamente animati da migliaia di cittadini e di studenti, a distanza di quasi un anno dall’esodo, sono deserti. La vegetazione selvatica si fa strada fra le pietre e un’atmosfera metafisica, struggente avvolge il paesaggio urbano esanime.
Camerino ha una storia millenaria, le sue alte mura urbiche la cingono per trentadue ettari; tutte le funzioni pubbliche, fino a pochi decenni or sono erano concentrate al suo interno come pure i palazzi di pregio, le chiese, i monumenti, la sede storica dell’Università degli studi attiva sin dal XIV Secolo e quasi tutte le attività commerciali, sociali, culturali; fuori dalle mura soltanto poche conurbazioni a nord e a sud, sulle pendici della collina, senza un progetto di ‘città nuova’. Il duplice problema che oggi si pone a Camerino è di dare forma e sostanza alle conurbazioni esterne, soprattutto dopo gli eventi sismici che hanno comportato un aggravio di utenza delle infrastrutture esistenti e, soprattutto, di restituire alla vita il centro storico che rappresenta la vera anima e la stessa ragione d’essere della città.
Dopo quasi un anno di separazione dei cittadini dalla propria città comincia a venir meno l’idea del ritorno: molti, condizionati dall’esodo forzoso stanno ricostruendo la loro vita altrove, i più sono rimasti aggrappati alla speranza di ritrovare quel modo di vivere urbano di antica civiltà che contraddistingue da sempre Camerino. A quest’ultimi è obbligatorio dare una risposta prima che sia troppo tardi. La lentezza delle procedure ordinarie, unitamente ad una certa disattenzione al problema non aiutano a risollevare la sorte della città ducale: la normativa messa in atto per la ricostruzione è confusa e farraginosa, i tempi di attesa si prospettano ancora lunghi e incerti.È pur vero che occorre il tempo necessario per intervenire con giudizio su un territorio di grande bellezza e di altrettanto grande fragilità, esistono, comunque, delle priorità incontestabili per cui vale la pena di agire con urgenza; mi riferisco a quei luoghi rappresentativi della ‘civitas’ che fungono da attrattori di interesse per la città, promotori della rinascita sociale, culturale, economica e motivo per la sua rioccupazione residenziale. Per questo il Seminario di Architettura e Cultura Urbana promosso da Università di Camerino, Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e Archeoclub d’Italia ha individuato quattro complessi monumentali esistenti all’interno del centro storico per una petizione rivolta al Capo dello Stato affinché sia attivata una specifica modalità d’intervento urgente per il loro risanamento: il Palazzo ducale, il Teatro comunale ‘F. Marchetti’, il Polo museale e il Palazzo della Musica.
Il Palazzo ducale, ricco di storia, col suo cortile rinascimentale che si affaccia sulle mura urbiche è sede del Rettorato, della Scuola di Giurisprudenza, dell’Aula Magna, di un’importante biblioteca aperta agli studenti ventiquattro ore su ventiquattro ed è, inoltre, tradizionale meta di visita turistica e di incontro dei cittadini. Il Teatro comunale, col suo impianto di palchi a ferro di cavallo, rappresenta il meglio del ‘Teatro ottocentesco del Melodramma’ ed è aperto tutto l’anno alle stagioni musicali e di prosa. Il Polo museale di San Domenico raccoglie importanti testimonianze della pittura camerinese del Quattrocento, il museo archeologico e il museo universitario delle scienze, unico nelle Marche. Il Palazzo della Musica, infine, è sede di scuole musicali di ogni livello, di stage, master e concerti che richiamano musicisti e pubblico dall’Italia e dall’estero.
Per questi edifici monumentali, il cui livello di danno causato dagli eventi sismici dello scorso anno è tale da consentire comunque un adeguato e sicuro risanamento strutturale, si chiede un intervento d’urgenza che li restituisca nel minor tempo possibile alla città per la sua rinascita".
Per sottoscrivere la petizione basta clicclare sul link: https://www.change.org/p/sergio-mattarella-salva-camerino-dall-abbandono-post-terremoto
oppure: www.unicam.it/culturaurbana
Vive in camper da un anno, assieme ai suoi genitori, per colpa del terremoto, ma una fascia da Miss - conquistata a Caserta nel concorso nazionale “Ragazza cinema Ok” - le ha restituito il sorriso e la gioia di fare le cose che più le piacciono, a cominciare dalla pallavolo. Protagonista di questa bella storia è una 17enne di San Severino, Giada Piermattei, studentessa del Liceo sportivo di Camerino. L'abbiamo incontrata nel piazzale dell'ospedale, dove ormai da un anno “risiede” con la mamma Betti e il papà Gabriele. Il caldo sole di questo ottobre riscalda la nostra chiacchierata di fronte alla loro “casa mobile”.
Allora, Giada, raccontaci questa esperienza...
“Unica delle Marche, sono stata ammessa alla fase conclusiva del concorso diretto dal regista Massimo Civale, 'Ragazza cinema Ok', giunto alla 31^ edizione. Eravamo una trentina, provenienti un po' da tutt'Italia: non ho vinto, ma la giuria mi ha premiata con la fascia di Miss Starlet, uno dei pochi titoli in palio”.
Com'era organizzato il concorso?
“Molto bene, ci hanno trattato meravigliosamente. Non era una semplice sfilata di bellezza: abbiamo fatto lezioni di portamento, prove di ballo per la sigla; poi l'impatto con le telecamere. Tutto si è svolto in uno studio televisivo perché la finale è stata trasmessa sul canale 903 di Sky. Il concorso nasce dall'idea di cercare nuove attrici per il cinema italiano”.
Ma ti piacerebbe entrare nel mondo dello spettacolo?
“Non è il mio sogno del cassetto, però non si sa mai. Questa esperienza è nata per gioco lo scorso anno quando un amico mi ha invitato a Montefano a partecipare a 'Una ragazza per il cinema'. Durante le selezioni ho vinto parecchie fasce e, poi, anche la finale delle Marche a Porto San Giorgio. Ho guadagnato così l'accesso alla fase nazionale, in Sicilia, dove però non sono andata per motivi familiari. Sempre nel 2016 sono stata eletta, a livello regionale, Miss Gran Prix Auto. Allora ci ho preso gusto, fino ad arrivare (lo scorso 6 e 7 ottobre; ndr) al concorso di Caserta”.
Insomma, una bella avventura!
“Piacevole, sì. I due giorni in Campania sono stati stupendi sia dal punto di vista formativo, sia a livello personale: ho fatto nuove amicizie, scambiato idee con gente che frequenta set e cast televisivi e ho sostenuto dei provini che potrebbero anche riservarmi delle sorprese. Staremo a vedere, intanto tutte le finaliste hanno ricevuto un attestato di partecipazione dell'Accademia cinematografica che dà crediti per il proprio curriculum”.
E adesso?
“Ora, dopo un periodo di stop, sono tornata a giocare a pallavolo in Prima divisione con la squadra di San Severino e spero di far bene. Ma in primis ho la scuola e il grande desiderio di tornare a casa mia, a Stigliano, dove siamo in attesa di poter avviare i lavori di riparazione dell'abitazione che lesionata solo in parte, si trova in 'zona rossa' per via di altri edifici da demolire”.
Giada è una ragazza che sa stare con i piedi per terra, ma alla sua età è anche giusto sognare e nutrire grande aspirazioni. Così la strada dello spettacolo, e del cinema in particolare, che in questo momento le sta strizzando l'occhio, potrebbe anche risultare una bella prospettiva per il suo futuro. Del resto, nelle Marche ha sbaragliato tutte le concorrenti, perché ha le carte in regola per emergere. E il carattere non le manca....
Raccontare alla cittadinanza e ai media un confronto, ormai iniziato nei primi giorni di ottobre, che ha condotto a una revisione del regolamento del Comune di Appignano in merito al gioco d'azzardo automatizzato. Un incontro durante il quale le parti coinvolte hanno scambiato riflessioni a volte contrapposte e a volte vicine, tutte comunque utili a comprendere il fenomeno sfaccettato e complesso dell'offerta del Gioco d'azzardo nel territorio, le sue problematiche e i possibili interventi.
Un discussione vivace caratterizzata in un primo momento da due posizioni: quella degli esercenti dei locali di Appignano insieme ai rappresentanti del settore azzardo nelle Marche, Paolo Gioacchinie Walter Scipioni; e quella dell'Amministrazione con il rappresentante del Dipartimento Dipendenze Patologiche Area Vasta 3 ASUR Marche Paolo Nanni.
Esercenti e rappresentanti hanno cercato di far capire il loro punto di vista durante il dibattito, elencando una serie di criticità riscontrate nel regolamento. Ad esempio, hanno spiegato che l'impatto delle slot, non è quello che si crede, non solo a livello locale ma anche nazionale, poiché il suo utile è in calo rispetto ad altri giochi d'azzardo. Per di più gli eventuali giocatori dipendenti andrebbero curati e, se non fosse il gioco il loro sfogo, sarebbe comunque un'altra dipendenza. Difficile dire, per di più, se un esercente, dopo le mille incombenze a cui deve badare durante il suo turno di lavoro, si ricordi di applicare le fasce orarie e, ancora più difficile, è stabilire se il giocatore accetti la restrizione imposta. Sarebbe più corretto, invece, effettuare una campagna di sensibilizzazione, piuttosto che tali misure, in quanto il regolamento è valido solo a Appignano, quindi, basterebbe spostarsi di pochi chilometri per continuare a giocare e si tornerebbe punto a capo.
Mentre l'Amministrazione e il referente del DDP, dal canto loro, hanno contrapposto a queste istanze argomenti di diverso stampo. Secondo loro le slot, nonostante il calo rispetto ad altri giochi, rappresentano ancora oltre il 50% del fatturato dell'azzardo complessivo, dal momento che hanno raccolto comunque più puntate rispetto all'anno precedente, e per via del suo gameplay veloce e compulsivo costituisce il gioco a cui si legano di più i giocatori problematici e dipendenti. E ancora, i giocatori possono effettivamente spostarsi e continuare a giocare, ma proprio per questo motivo l'azione dell'Amministrazione di Appignano e del DDP non finisce con il regolamento comunale ma continua per portare uguali regole nelle zone limitrofe. Riguardo l'efficacia di orari di spegnimento e distanze dai luoghi sensibili, questi sono punti cardine nella legge regionale, e si basano sull'assunto scientifico che è utile nella prevenzione ridurre l'esposizione ai fattori di rischio, poiché il record del 2016 è di 96 miliardi di euro giocati. Per cui gli orari di spegnimento vanno assunti non solo per obbligare alla pausa le persone che giocano, ma anche e soprattutto come messaggio d'avviso per quelle che non giocano, specie soggetti fragili e giovani, a cui deve arrivare un chiaro segnale da tutto il contesto sociale. Bisogna, anche, tenere conto che esiste una strategia complessiva del marketing dell'azzardo che vuole abituare la mente dei giovani al gioco compulsivo, ad esempio portando anche nelle scommesse gameplay con risposta immediata. L'obiettivo è quello di armonizzare il territorio a un'azione educativa più complessiva che già sta avvenendo così come suggerito, con azioni nella scuola e nelle associazioni che si stanno in questi anni moltiplicando.
In una seconda fase il confronto ha raggiunto un terreno comune, con la volontà espressa dell'Amministrazione di non voler vessare il lavoro degli esercenti e quella espressa dagli esercenti di voler contribuire a promuovere un messaggio utile alla salute pubblica e soprattutto ai giovani. Un terreno di incontro favorito anche dal recente accordo nazionale Stato-Regioni sull'azzardo, che individua in 6 ore massime lo spegnimento degli apparecchi per il gioco. Un accordo che fissa nel mese di ottobre l'arrivo di un decreto attuativo e tale scadenza ha indotto alcuni esercenti e rappresentanti e chiedere una sospensione del regolamento fino ai primi di novembre. L'Amministrazione non ha ritenuto accettabile la sospensione, bensì si è impegnata a ridurre le fasce e la durata complessiva dello spegnimento, orientandola soprattutto nel pomeriggio/sera e accogliendo un eventuale accordo degli esercenti all'interno della seconda parte del giorno.
La modifica che infine è stata approvata è la seguente:
Orario di disattivazione delle Slot e VLT:
dalle ore 14.00 alle ore 18.00
dalle ore 20.00 alle ore 22.00
Rimangono invariati gli altri punti approvati nella precedente delibera di consiglio:
-FORME PREMIANTI a favore degli esercenti che decideranno di togliere tutte le apparecchiature e congegni per il gioco d'azzardo ed altro materiale di gioco:
azzeramento del tributo comunale TARI per 10 anni e donazione di "giochi sani" (biliardino o giochi da tavolo);
-individuazione di altri luoghi sensibili. In virtù della L.R. n.3/2017 le sale da gioco devono essere collocate ad una distanza non inferiore a mt.300 dai luoghi sensibili.
Si è tenuto domenica a Serrapetrona un convegno sull'Avioturismo di rete che fa seguito al progetto dell'Unione Montana dei Monti Azzurri di un idroscalo sul lago di Caccamo. Un'idea che si sta concretizzando ogni giorno di più e che entra ora in rete con le aviosuperfici di Lovere e Gallipoli: una vera e propria porta dell'Europa.
Sabato c'era stata invece la presentazione del progetto alla Camera di Commercio di Ascoli.
Al convegno erano presenti i sindaci di Serrapetrona e Caldarola, Silvia Pinzi e Luca Giuseppetti, e il presidente del consiglio comunale di Tolentino Fausto Pezzanesi.
I lavori sono stati introdotti da Giampiero Feliciotti, Presidente Unione Montana dei Monti Azzurri. A seguire hanno preso la parola Orazio Frigino, presidente dell'Aviazione Marittima Italiana; Margherita Bonanni, dirigente scolastico dell'Itis Montani di Fermo; Gianni Bonafini dell'idro/avio-superficie di Lovere; Nicola Macario, vicesindaco di Lovere, e Cesare Rossi, presidente del distretto turistico "Le colline dei Monti Azzurri".
Dal 18 al 21 aprile, le tre idro/avio superfici parteciperanno a una fiera in Germania e una delegazione di aerei di ogni lago, da Loreto porterà la Madonna in processione come protettrice dell'aviazione, con il consenso del sindaco di Loreto e del Vescovo che hanno approvato l'iniziativa.
Confermato come Presidente alle elezioni dell'Ordine dei Farmacisti di Macerata (da venerdì 20 a domenica 22 ottobre) il Dott. Luciano Diomedi che con quasi il 90% di preferenze personali è così al suo quarto mandato consecutivo. Un’inequivocabile attestazione di fiducia ai colleghi che hanno guidato l’Ordine nella passata consiliatura.
Sono stati eletti anche i membri del Consiglio direttivo e del Collegio dei revisori dei conti interno. Il gruppo si è arricchito di giovani Farmacisti (Dott. Marco Iommi, Dott. Ambrogio Marcelletti, Dott.ssa Claudia Salvucci) con il giusto mix di esperienza tra neofiti e farmacisti con già diversi anni di esperienza (Dott. Moreno Mariotti).
“Ringrazio i colleghi - afferma il Presidente Luciano Diomedi - che con il loro voto hanno continuato a dare fiducia a questo gruppo lievemente mutato dalla precedente carica, ma adatto alle nuove sfide che la professione ci propone” . Sarà un triennio 2018-2020 tra i più complessi, con un'evoluzione normativa (vedi investimenti di capitali esterni) che sta rivoluzionando sia la farmacia che la professione. “È fondamentale, dunque – ha specificato Diomedi - in funzione dei temi accennati e degli obiettivi dell’Ordine dei Farmacisti di Macerata capire cosa, come e dove la farmacia deve evolvere, alla luce del percorso di riorganizzazione delle cure primarie, per scongiurare il rischio di ritrovarsi ai margini del sistema sanitario. Nello stesso tempo non possiamo non ascoltare la voce di molti colleghi che in modo precario stanno svolgendo la professione. Tra i nostri iscritti (poco più di 700 colleghi) circa il 15% non ha ancora trovato stabilmente una collocazione professionale”.
A questo si aggiunge un fenomeno che seppur circoscritto penalizza la professionalità dei farmacisti e la salute dei cittadini, ovvero l'abusivismo professionale. “Non posso che condividere il disappunto e le preoccupazioni dei colleghi di fronte a episodi di abusivismo professionale: L'Ordine ha costantemente richiamato la necessità di non concedere mai spazio a nessuna forma di abuso della professione e su questo argomento saremo sempre più vigili in qualsiasi Luogo (pubblico o privato, farmacia territoriale, case di cure private) sostenendo sempre di più le autorità preposte al controllo".
Il consiglio direttivo dell'Ordine sarà cosi composto: Luciano Diomedi ricopre il ruolo di Presidente, Chiara Focone sarà il Vice Presidente, Maria Vittoria Cicconi Segretario, Laura Fazi Tesoriere; mentre i consiglieri sono Giovanna Ferracuti, Riccardo Andrenacci, Susanna Leonfanti, Ambrogio Marcelletti, Marco Iommi. Al collegio dei revisori dei conti Moreno Mariotti (Presidente), Claudia Salvucci, Paolo Spalletti. Supplente revisore dei conti: Marco Ferretti
Strategia nazionale sulle aree interne e nell'area Del Maceratese. Si è svolto a Pieve Torina lo scorso 12 ottobre un incontro sui beni culturali alla presenza degli assessori regionali Pieroni e Sciapichetti, dei sindaci del territorio guidati dal primo cittadino e presidente dell'Unione Montana, Alessandro Gentilucci, e l'Università di Camerino, rappresentata dal prorettore Andrea Spaterna.
“Si è parlato di riqualificazione e dinamiche della ripartenza – il commento del sindaco Gentilucci – ma in particolare è importante sottolineare che si è messa in piedi una progettualità con la quale intervenire per consentire al territorio di rinascere, un progetto di medio raggio che si sta sviluppando insieme all'Università di Camerino, capofila territoriale nel percorso di rinascita. Un incontro veramente importante e costruttivo, propedeutico a tutte le iniziative che saranno prese in futuro e che ha rinforzato fattivamente il solido asse Università – Unione Montana, quest'ultima come ente capofila delle aree interne, un sodalizio che sta producendo e produrrà risultati significativi per il nostro futuro”.
La strategia per le arre interne della Regione infatti dedica al Maceratese 8,5 milioni di euro, parte di queste risorse andranno a finanziare progetti sui beni culturali, coinvolgendo i comuni di Acquacanina, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Fiastra, Monte Cavallo, Muccia, Valfornace, Pieve Torina, Serravalle di Chienti, Ussita, Visso Cessapalombo, Gualdo, Monte San Martino, Penna San Giovanni, San Ginesio, Sant'Angelo in Pontano, Sarnano.
La solidarietà non si ferma ad un anno dal sisma. Sono state consegnate nei giorni scorsi, agli ultraottantenni che hanno perso la propria abitazione a causa del sisma in tutto il territorio comunale, oltre 50 stufette elettriche. L'iniziativa è stata organizzata dall’associazione di promozione sociale Bethel Italia, che è strutturata in Italia attraverso 60 filiali, dislocate in altrettante città in ben 12 Regioni, con la collaborazione di oltre 720 volontari e prende cura di circa 3000 famiglie italiane. Le loro attività sono le più disparate e spaziano da raccolte dirette di alimentari e di farmaci, aiuti a famiglie indigenti, raccolte pane e pizza con ritiro e consegna giornaliero di indumenti, giocattoli e coperte, frutta e verdura e tanto altro.
“Una grande emozione – ha detto il vicesindaco e assessore alle politiche sociali, Esperia Gregori – vedere i nostri nonnini ancora con tanta energia nonostante le difficoltà legate al sisma e all'aver perso la propria abitazione in un'età che li rende sicuramente una fascia da tutelare maggiormente. Sono molto contenta e grata dell'iniziativa dell'associazione Bethel, un segno di quanto gli italiani siano solidali anche a distanza di un anno dal terremoto e per questo ringrazio a nome di tutta l'amministrazione Daniele Lucchetta e tutti i volontari dell'associazione”.
Così i numerosi volontari di Bethel hanno rallegrato gli anziani di Castelraimondo con questo gesto significativo, che ha portato sicuramente un sollievo ulteriore a coloro che oggi ancora affrontano le conseguenze del sisma.
Una serata non basterà per raccontare l’anno più difficile per le montagne del Centro Italia: ad un giorno dall’anniversario delle scosse di ottobre del terremoto, l’emittente E’tv Marche (canale 12 del digitale terrestre) con la trasmissione “Sibilla, le voci della ricostruzione”, sarà in diretta il 25 ottobre, a partire dalle 21:30. Dallo studio centrale di Ancona sarà presente l’assessore regionale alla Protezione Civile Angelo Sciapichetti, il quale sarà collegato con quello allestito a Camerino, presso la sede Contram, che fin dalle prime ore del sisma è stata operativa durante un’emergenza senza precedenti. Hanno dato adesione diversi sindaci del “cratere” e le porte restano aperte alla cittadinanza. Per chi seguirà da casa, anche on line tramite il profilo Fb dell’emittente, ci sarà la possibilità di intervenire in diretta tramite sms e whatsapp al 3493918169 #sibillatv.
Quella di mercoledì sarà una puntata speciale del programma a cura della redazione giornalistica dell’emittente. Partito lo scorso 27 settembre, intende, almeno per un altro inverno e una nuova primavera, seguire passo passo il percorso verso la ricostruzione che interesserà le Marche, la regione più colpita tra le quattro provate dagli eventi sismici del 2016. Ogni settimana “Sibilla, le voci della ricostruzione” aggiorna sull’arrivo delle Sae, mette in luce le difficoltà, pone a confronto cittadini e istituzioni, evitando populismi ma cercando di stare “alle calcagna” della cronaca, tentando di fare la propria parte di quella “scorta mediatica per illuminare quelle realtà che rischiano di essere oscurate fino a che non riprende la vita sulle aree del sisma”, auspicata recentemente anche dal presidente della Fnsi Giulietti in un incontro a Foligno sulla futura ricostruzione.
Simpatia e quel tocco di marchigianità verace inconfondibile hanno caratterizzato la partecipazione di Milco Messi alla puntata odierna su RaiUno de "I soliti ignoti", condotto da Amadeus.
Il conduttore del programma live "Meglio le Marche", in onda su Rtm, ricopriva il ruolo del palombaro, lavoro che ha svolto per tantissimi anni in precedenza sia in dighe in porti italiani.
Entrato in scena per secondo, non è stato riconosciuto dal concorrente Gaetano di Bari che lo ha indicato come chi "cucina per i vip". Milco, ovviamente ha risposto di no, aggiungendo in coda "però me piace magnà...".
La puntata è stata seguitissima dai tanti amici e conoscenti di Milco Messi, non nuovo a partecipazioni televisive in passato, sempre su programmi di grande rilievo nazionale.
Lunedì 23 ottobre 2017 verranno consegnati ufficialmente i nuovi kit con il materiale informativo e le vaschette che daranno la possibilità ai clienti di ristoranti, pizzerie, osterie, ecc. di portare a casa il cibo non consumato al ristorante, riducendo di fatto lo spreco alimentare.
Il progetto “Fatti gli avanzi tuoi” ha infatti l'obiettivo di creare una rete che veda coinvolte le realtà della ristorazione, dalle strutture ricettive agli agriturismi, nell'impegno alla diffusione di una nuova cultura sul valore del cibo anche attraverso azioni mirate al cambiamento dello stile di vita e che scoraggi lo spreco alimentare anche attraverso la distribuzione delle cosiddette “Doggy o family bag”.
Questa iniziativa incontra pienamente la finalità del progetto Wellfood Action, avviato dalla Camera di Commercio di Macerata nell'ambito dei finanziamenti Europei IPA-CBC Adriatico, volto a promuovere lo sviluppo del turismo sostenibile ed il miglioramento delle performance delle PMI del settore agro-alimentare.
La Camera di Commercio di Macerata e il Cosmari in stretta sinergia con CIAL e Novamont, con il patrocinio e la collaborazione di Symbola e Legambiente Marche promuovono un progetto congiunto denominato, appunto, “Fatti gli avanzi tuoi” nato con lo scopo di ridurre le quantità di alimenti gettati via e di stimolare un cambio di mentalità in ristoratori e clienti, favorendo l'utilizzo della cosiddetta “doggy o family bag” che consente di portare agevolmente a casa gli avanzi di cibo non consumati al ristorante o pizzeria.
Ad illustrare l'iniziativa ed a dare avvio alla consegna dei kit sono intervenuti l'Assessore all'Ambiente della Regione Marche Angelo Sciapichetti, il Presidente della Provincia di Macerata e dell'ARA n. 3 Macerata Antonio Pettinari, il Segretario della Camera di Commercio di Macerata Mario Guadagno, il Presidente del Cosmari srl Marco Graziano Ciurlanti, Fabio Renzi di Symbola, il responsabile Comunicazione di Business e Progetti Speciali Novamont Andrea Di Stefano, il Responsabile Relazioni Territoriali di CiAl Stefano Stellini Responsabile, il Direttore generale di Cosmari Giuseppe Giampaoli, Francesca Pulcini Presidente di Legambiente Marche.
Dopo una conferenza stampa tenutasi al Cosmari, i rappresentati degli enti promotori il progetto ei giornalisti, si sono trasferiti a Montecavallo, dove, al Ristorante “Il Nido dell'Aquila” è stata effettuata la prima simbolica consegna del kit di vaschette e del materiale informativo. Il Sindaco Pietro Cecoli ha presenziato la cerimonia che ha visto come protagonista il titolare dell'attività Renzo Budassi che dopo un lungo e forzato periodo di chiusura dovuto al sisma, ha recentemente riaperto il ristorante in una struttura di legno. Non a caso il Progetto “Fatti gli avanzi tuoi… Tieni il resto” prende avvio da uno dei Comuni colpiti dal terremoto dello scorso anno, volendo testimoniare anche solidarietà e vicinanza a tutto il territorio maceratese e a tutti coloro che ogni giorno lottano, tra mille difficoltà, sicuri che il futuro non crolla!
Successivamente si è tenuta una consegna simbolica a Villa Buonaccorsi a Potenza Picena con tutti i rappresentati dell'Associazione potentina dei ristoratori ARA che per primi hanno aderito al progetto.
Va sottolineato che Prevenzione e la riduzione dei rifiuti sono diventati l'asse centrale nonché obbiettivo prioritario delle politiche europee nazionali sulla Gestione Integrata dei Rifiuti. La sfida delle sfide che si sta prospettando riguarda sempre più la riduzione dello spreco alimentare, che, nel contesto dell'attuale crisi, assume il carattere di una questione sociale ancorché ambientale e culturale.
Su questi temi Cosmari srl, già da diversi anni, promuove convegni, iniziative, corsi di formazioni e progetti che coinvolgono gli studenti maceratesi anche in collaborazione di importanti esperti come Andrea Segrè. Vale la pena ricordare che tutti i Comuni della provincia di Macerata, tra i primi mille europei, hanno sottoscritto la carta contro lo spreco alimentare di Last Minut Market dell'Università di Bologna.
Alcuni numeri per capire la dimensione del problema.
Dimezzare gli sprechi di cibo per il 2020 è una delle priorità da affrontare per l'Unione Europea; sulla base dei dati Eurostat risulta infatti che ogni cittadino dell'UE spreca in media 180 kg di cibo l'anno e gli italiani sono al quindicesimo posto della classifica sullo spreco alimentare con una media di 149 kg annuali/pro capite.
Il cibo perso o buttato via in Europa, secondo la FAO, potrebbe nutrire 200 milioni di persone e circa un terzo del cibo prodotto annualmente a livello mondiale, cioè 1,3 miliardi di tonnellate viene perso o sprecato lungo la filiera.
Solo la produzione giornaliera di pane si attesta sui 72.000 quintali all'anno e di questi 13.000 finiscono nelle pattumiere; questo vuol dire che ogni famiglia butta via in media il 28% del pane che acquista, ovvero 76 kg a persona ogni anno.
Dal momento che la provincia di Macerata ha ampiamente dimostrato la propria vocazione e attenzione alla preservazione dell'ambiente, tra l'altro ampiamente testimoniata dalle percentuali dei Comuni Ricicloni maceratesi che hanno portato la differenziata ad una percentuale media del 75% di materiali correttamente avviati a recupero, siamo convinti che la vocazione di questi territori sia matura e pronta per rispondere alle nuove sfide riguardanti i rifiuti, ovvero quelle legate alla prevenzione e nello specifico alla riduzione del rifiuto alimentare.
Come evidenziato in una indagine, emerge che tre italiani su quattro sono consapevoli che il cibo o il vino avanzati al ristorante rappresentino uno spreco che può essere evitato grazie alla possibilità di portare a casa quanto rimasto nel piatto o nella bottiglia ma il 41% degli intervistati si vergogna nel richiedere la doggy o family bag da portare con se a propria casa. In Italia l primo freno alla diffusione della sportina porta avanzi rimane, quindi, quello dell'imbarazzo: solo il 9% infatti dichiara di farsi dare “sempre” il cibo o il vino avanzati mentre il 77% ritiene che ci siano ancora ostacoli nel portare a casa gli avanzi.
Nonostante, infatti, al giorno d'oggi, alcuni ristoratori propongano la doggy o family bag, la percezione è che una buona parte degli esercenti siano restii a suggerirne l'uso ai clienti. Se l'offerta di portare a casa il cibo avanzato venisse dai ristoratori stessi probabilmente i clienti si sentirebbero meno in imbarazzo. Comunque, quasi il 70% dei clienti si dichiara molto o abbastanza convinto che il ricorso alla doggy o family bag prenderà piede anche in Italia e oltre il 60% degli italiani ritiene che un pratico contenitore (in alluminio o in bioplastica MATER-BI) o magari anche di design accurato potrebbe aiutare “molto” o “abbastanza” a superare l'imbarazzo dei clienti nel farsi vedere uscire dal ristorante con un contenitore per gli avanzi.
Ecco quindi che il progetto “Fatti gli avanzi tuoi”, forte di tutta l'esperienza nel settore ambientale del Cosmari, vuole trasformare un problema in opportunità e far partire una rivoluzione culturale.
Per questi motivi, tenendo sempre in debita considerazione la prevenzione e la riduzione dei rifiuti, con l'indispensabile partecipazione diretta degli operatori, riteniamo necessario avviare su tutto il territorio provinciale, iniziative e progetti che affrontino direttamente il problema dello spreco alimentare riducendolo il più possibile nei numeri e facendo crescere la consapevolezza culturale sul valore del cibo, consapevolezza che riteniamo essere il primo step per imboccare una rotta diversa da quella che sinora ci ha portato ad una profonda crisi ambientale e sociale e che riguarda in primis il cambiamento degli stili di vita.
Il progetto, come detto, intende proporre la costruzione di una rete che veda coinvolte le strutture della ristorazione - osterie, pizzerie, ristoranti, mense, enoteche, strutture ricettive, agriturismi, ecc... - nell'impegno di una nuova cultura più rispettosa del cibo e che scoraggi lo spreco alimentare attraverso una prima distribuzione gratuita delle cosiddette “Doggy o Family Bag”, esperienza che si sta già diffondendo con efficacia nei paesi che si sono messi al lavoro per rispondere al problema.
Infine, non meno importante, anche la questione legata al turismo di qualità che, come già ampiamente sperimentato con iniziative analoghe vede i turisti e villeggianti, specie stranieri, apprezzare particolarmente tutte quelle iniziative volte alla preservazione dell'ambiente, meglio ancora se strettamente connesse con le tipicità locali.
In questo contesto diventa fondamentale la co-titolarità del progetto insieme alle associazioni del territorio con l'obiettivo comune di accrescere la qualità della ristorazione e della accoglienza, praticamente a costo zero, proponendo nella fase di start up del progetto, la possibilità di portare a casa il cibo non consumato al ristorante, evitando lo spreco alimentare.
A tal proposito Cosmari, dopo un'attenta valutazione e diversi studi, ha optato per contenitori che garantiscano salubrità e la conservazione delle caratteristiche enogastronomiche dei cibi che dovranno poi essere consumati comodamente a casa, dopo il ristorante. I contenitori sono di due tipi: il primo è realizzato in alluminio e messo a disposizione da CiAL il Consorzio imballaggi Alluminio, un materiale riciclabile infinite volte e al 100% (nel sacchetto blu del multi materiale), tanto che la vaschetta, dopo più utilizzi, se correttamente separata in casa in raccolta differenziata, può rinascere e trasformarsi in tanti oggetti di uso comune, come una classica moka o una bicicletta. In più, la vaschetta in alluminio è l'imballaggio perfetto per salvare il cibo che avanza, per la sua resistenza, per la malleabilità e per la praticità che la contraddistingue. Oltre che, cosa da non sottovalutare, per la capacità di conservare e tenere i cibi alla loro temperatura ideale. L'altro contenitore è realizzato in MATER-BI, la bioplastica compostabile ottenuta da materie prime di origine vegetale di Novamont. Si tratta di una vaschetta con coperchio in grado di contenere dalle due alle quattro porzioni di cibo, smaltibile con la raccolta differenziata della frazione organica.
Tale scelta consente anche di educare i cittadini sulla minore produzione di rifiuti in quanto, al di là degli innegabili vantaggi dati dal design, generalmente creano rifiuti inutili con cartoni e vaschette il più delle volte “usa e getta”.
Infine non meno importante anche la questione legata al turismo di qualità che, come già ampiamente sperimentato con il progetto una “Festa 100% Buona” vede i turisti e villeggianti, specie stranieri, apprezzare particolarmente tutte quelle iniziative volte alla preservazione dell'ambiente, meglio ancora se strettamente connesse con le tipicità locali.
In questo contesto diventa fondamentale la co-titolarità del progetto con la Camera di Commercio di Macerata che tra i suoi obiettivi, enunciati e in corso di realizzazione nell'ambito del progetto europeo Well Food Action, al di là dei servizi erogati alle imprese, ha quello di accrescere la qualità della ristorazione e della accoglienza, come già fatto con il “Progetto Ospitalità”, in un'ottica di turismo ecosostenibile che potrebbe arricchirsi anche di questo nuovo servizio verso i clienti e cioè di offrire, praticamente a costo zero, nella fase di start up del progetto, la possibilità di portare a casa il cibo non consumato al ristorante, evitando lo spreco alimentare.
Al progetto “Fatti gli Avanzi tuoi” stanno aderendo tutte le associazioni di categoria e sin dalla sua prima progettazione è stato condiviso da Symbola e Legambiente Marche che collaborano e patrocinano fattivamente alla sua realizzazione.
Con l'intento di promuovere e diffondere le buone pratiche dell'iniziativa le informazioni verranno divulgate anche attraverso su un sito appositamente dedicato, oltre che su una pagina Facebook e grazie ad una campagna di comunicazione.
Prevista dai meteoreologi, puntualissima la prima neve della stagione questa mattina ha fatto la sua comparsa sui Sibillini. Una prima "spolverata", accolta con piacere dagli osservatori esterni e con qualche malumore da chi rischia di dover trascorrere un altro inverno da terremotato in condizioni precarie.
Sempre diretto e concreto, il sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini ha espresso tutto il disagio di chi abita nelle zone di montagna, allegando a un suo post una foto delle zone innevate dalla coltre bianca che si è posata questa mattina.
"Questa è la situazione nelle nostre montagne. E nemmeno una casetta è stata consegnata.
Perché la procedura individuata per la loro realizzazione può essere definita solo come ridicola in una situazione di emergenza.
Perché creare un cratere con 140 comuni tutti uguali ha senso solo se lo scopo e farsi clientele, non gestire un'emergenza (per il terremoto del Friuli, da tutti indicato come quello meglio gestito, furono individuate tre fasce).
Perché chi ha fatto le istruttorie delle aree pur di non prendersi nemmeno un minima (infinitesimale) responsabilità ne ha bocciate alcune che poi sono state considerate idonee.
Perché chi ha fatto i bandi di gara per le aree li ha fatti come se fosse un procedimento ordinario.
Perché il consorzio Arcale ha dimostrato di non essere in grado di mantenere gli impegni assunti per contratto e nessuno sembra in grado di rimediare a ciò.
Perché viviamo nella repubblica delle banane e le persone comuni non contano mai niente".
Soltanto ieri, Pazzaglini aveva sottolineato l'anomalia del fatto che nelle aree Sae di domenica non si lavorasse... "Non mi aspettavo che si lavorasse di notte come indicato... Ma che nelle aree SAE si dovesse lavorare anche la domenica mi sembrava il minimo... A quanto pare però è più importante il lavoro di baristi, cuochi, bagnini, camerieri, commessi e tanti altri rispetto a quello di chi lavora per la protezione civile".
Dopo quasi un anno la farmacia comunale di San Ginesio riacquista la sua piena identità grazie a un nuovo grande prefabbricato, inaugurato ieri, che permetterà la ripresa di tanti servizi interrotti a causa del sisma. Il 30 ottobre 2016, infatti, la maggiore delle scosse di terremoto aveva reso inagibile la storica sede della farmacia in via Capocastello costringendo i titolari al trasferimento in un container nelle vicinanze del poliambulatorio dell’Asur.
Proprio per l’importanza primaria dell’attività, e per la necessità di ristabilire una normalità, era stato lo stesso Comune a chiedere aiuto alla Croce Rossa Italiana - Sisma. Pronta la risposta della Cri che ha messo a disposizione il modulo sanitario che sostituirà temporaneamente la farmacia. Grazie anche al contributo di Federfarma Macerata, tutta la comunità ginesina potrà di nuovo usufruire di servizi come il controllo del colesterolo, della glicemia, del flusso venoso, della mineralometria ossea compiuterizzata (moc), di consulenze nutrizionali e del test delle intolleranze alimentari.
Al taglio del nastro erano presenti, oltre ai rappresentanti del Comitato CRI di Sarnano, il vicesindaco Eraldo Riccucci, Gabriella Beccaceci, dell’Agenzia sanitaria regionale, e Susanna Balducci, funzionaria della Protezione civile della Regione Marche, che domenica prossima riceverà, sempre a San Ginesio, il premio Fornarina 2017, riconoscimento alla virtù femminile nel sociale conferito ogni anno dalla Confraternita del Sacro cuore di Gesù (i Sacconi) e il Centro Internazionale Studi Gentiliani.