Sono iniziati i lavori di manutenzione straordinaria presso due plessi scolastici di Civitanova, la scuola primaria Don Milani di via De Pinedo e la scuola dell’infanzia La Conchiglia di via Ciro Menotti, per risolvere problemi di infiltrazioni d’acqua ricorrenti a seguito di forti piogge.
Per quanto riguarda la Don Milani, l’intervento, approvato dalla Giunta comunale, ha un importo complessivo di 40.000 euro. Le lavorazioni prevedono la rimozione di una porzione del manto di copertura, la realizzazione di una guaina impermeabilizzante, il ripristino di porzioni di cornicione ammalorato e la tinteggiatura interna di stanze e aule. Verrà inoltre realizzata la linea vita su una porzione di copertura per garantire maggiore sicurezza.
Per la scuola dell’infanzia La Conchiglia, il progetto esecutivo approvato dalla Giunta comunale prevede un importo di 35.000 euro. A seguito della segnalazione della direzione scolastica dell’Istituto Comprensivo Via Ugo Bassi, l’Ufficio tecnico ha effettuato un sopralluogo, riscontrando la necessità di intervenire sulla copertura per eliminare le infiltrazioni. Gli interventi prevedono la fornitura e posa di nuova guarnizione, la realizzazione di una guaina impermeabilizzante con vernice protettiva, il ripristino di porzioni di solette esterne e interne con tinteggiatura finale e la realizzazione della linea vita.
Il dirigente del settore V-LL.PP. ha dato mandato al Servizio Patrimonio Edilizio, incaricando l’istruttore tecnico geometra Daniele Brecciaroli quale Responsabile Unico del Procedimento (RUP) per entrambi gli interventi.
Gli interventi, che garantiranno maggiore sicurezza e miglioreranno le condizioni delle strutture scolastiche, rientrano nelle iniziative dell’Amministrazione comunale per assicurare ambienti scolastici sicuri e funzionali per studenti e personale.
Il neo formato Comitato “NO alla discarica Cantagallo / Pollenza”, presieduto da Andrea Ciucci, segnala con forza l’incredulità e la preoccupazione dei cittadini per la possibile realizzazione di una nuova discarica provinciale in zona Cantagallo, individuata dall’ATA tra i siti più probabili di appoggio al Cosmari.
«I cittadini di Pollenza – afferma Ciucci – hanno sopportato, sopportano e continueranno a sopportare, loro malgrado, le esalazioni e i disagi prodotti dal Cosmari, formalmente nel territorio di Tolentino ma di fatto all’interno del Comune di Pollenza, da oltre 40 anni. Non possiamo accettare che il nostro territorio venga nuovamente sacrificato».
Il Comitato sostiene con determinazione che tutto il territorio di Pollenza debba essere escluso da qualsiasi destinazione futura relativa a impianti per i rifiuti urbani, sottolineando di aver già dato abbastanza.
Ciucci definisce «pazzia inconcepibile» l’idea di costruire una discarica in un’area storicamente sacra, teatro nel 1815 di una battaglia che molti storici considerano la prima per l’indipendenza italiana, combattuta a cavallo tra Pollenza e Tolentino, dove Murat radunò gli Italiani contro l’invasore straniero. «Quel territorio – spiega il presidente – è luogo sacro e inviolabile, sia per rispetto verso i migliaia di caduti, molti dei quali ancora sepolti, sia perché quel sacrificio ci ha garantito l’indipendenza e la libertà della nostra Nazione».
Ciucci ricorda inoltre come nelle Marche siano solo due i luoghi ufficialmente riconosciuti in cui si sono svolte battaglie decisive per l’indipendenza italiana: Castelfidardo e Pollenza/Tolentino. «Per questo – aggiunge – risulta ancora più incomprensibile e inaccettabile che Cantagallo sia stato preso in considerazione come sito possibile».
Il Comitato annuncia che si opporrà «con tutti i mezzi e a tutti i livelli», invitando cittadini e istituzioni a mobilitarsi contro «l’arroganza, la cecità e il disprezzo della nostra storia e delle nostre origini».
Infine, il presidente Ciucci rivolge un appello ai cittadini di Tolentino, sottolineando che la discarica sarebbe visibile davanti allo splendido Castello della Rancia e dalla superstrada adiacente, con un danno di immagine incalcolabile per questo gioiello architettonico e storico.
Sono arrivati a Recanati due eco-compattatori per la raccolta e l’avvio a riciclo di bottiglie in Pet a uso alimentare. Il Comune leopardiano, infatti, ha ricevuto in comodato d’uso dal Corepla (Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica) due macchine tipo Rvm in grado di ottimizzare il recupero del materiale plastico da avviare a riciclo, in collaborazione con Cosmari e ATA 3 Macerata.
Gli eco-compattatori sono ora posizionati in via Loreto e in via Aldo Moro, al fianco delle casette dell’acqua, costituendo così dei veri e propri punti ecologici sul territorio. Grazie alle nuove macchine, denominate ‘Demetra L1’, i cittadini potranno conferire in maniera diretta le bottiglie in Pet riciclabile, ottenendo in cambio forme di premialità.
L’Amministrazione comunale, attraverso l’assessore con delega alla raccolta differenziata Sabrina Bertini, sottolinea l’importanza di questa iniziativa, “che rientra nella campagna Anci-Corepla sostenuta da ATA 3, per migliorare la quantità e qualità della raccolta differenziata anche tramite l’introduzione di presidi accessibili dagli utenti”. I due eco-compattatori sono stati installati a seguito di specifica richiesta da parte del Comune, che nel gennaio scorso ha avanzato una apposita manifestazione d’interesse nell’ambito del progetto ‘RecoPet’ promosso da Corepla, che si prefigge di sostenere i Comuni nel processo di raccolta e avvio a riciclo dei rifiuti secondo le soglie target fissate per ciascuno, a tutto beneficio della comunità.
"Tanti i vantaggi per il Comune di Recanati e per i cittadini stessi: non solo l’Ente ha ricevuto i compattatori a titolo di comodato d’uso gratuito, ma saranno anche previste forme di premialità dedicate alla popolazione in base alla quantità di materiale conferito nei compattatori, per un concreto ritorno economico sul territorio in chiave di economia circolare. Ai cittadini basta scaricare l’app RecoPet sui principali app store, registrarsi e inserire le bottiglie all’interno del compattatore. Al termine dell’operazione, l’utente riceverà uno scontrino con un Qr code da scannerizzare, attraverso il quale è possibile caricare i punti accumulati sul proprio profilo nell’app. I premi previsti, cumulati nel saldo dell’applicazione, vanno da simpatici gadget fino a buoni sconto spendibili presso i supermercati del territorio, elencati nell’app".
Gli eco-compattatori Rvm ‘Demetra L1’ sono in grado di raccogliere e processare fino a 2500 bottiglie in PET e di riconoscere i materiali diversi da quest’ultimo per non comprometterne la filiera. In questi primi periodi di utilizzo è prevista l’assistenza da parte di personale incaricato, già presente sul posto, che aiuterà la cittadinanza ad orientarsi nel conferimento del materiale, da selezionare accuratamente affinché il riciclo possa effettivamente essere realizzato.
Conclusi i lavori di ricostruzione post-terremoto torna agibile l'ex orfanotrofio di via Salimbeni, nel cuore della città. Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, ha firmato l’atto di revoca dell'Ordinanza di inagibilità relativa all’immobile già sede degli uffici locali dell'ex Asur.
La revoca giunge a seguito della conclusione degli importanti lavori di riparazione del danno sismico che hanno interessato l'intero complesso a seguito delle violente scosse dell'ottobre 2016. Gli interventi hanno previsto un accurato rafforzamento localizzato della struttura, mirato a garantire la massima sicurezza sismica e la piena fruibilità futura dell'immobile.
Per la realizzazione di queste opere essenziali, l'Ufficio Speciale per la Ricostruzione della Regione Marche ha riconosciuto un contributo pubblico di 440 mila euro. Il provvedimento sindacale è stato adottato dopo che il tecnico incaricato dalla proprietà ha trasmesso al Comune la dichiarazione di fine lavori, attestando la corretta esecuzione degli interventi e il ripristino delle condizioni di sicurezza e agibilità.
L’immobile è ora formalmente agibile e pronto per la definizione di una nuova destinazione d'uso.
È stata fatta luce sul tragico ritrovamento di un gattino senza vita nei giorni scorsi al Parco Isola d’Istria, nel comune di Tolentino. La notizia, rapidamente diffusa sui social, aveva suscitato indignazione e persino una manifestazione pubblica contro la violenza sugli animali, ma gli accertamenti ufficiali hanno fornito un quadro diverso da quello inizialmente ipotizzato.
In un comunicato, il sindaco Mauro Sclavi ha fatto sapere che le autorità e le strutture competenti si sono immediatamente attivate per fare chiarezza sull’accaduto. Gli esami veterinari approfonditi, condotti dall’Istituto Zooprofilattico (referto n. 81839), hanno escluso qualsiasi forma di maltrattamento volontario o prolungato da parte dell’uomo.
Secondo il referto, le lesioni riscontrate sul gattino – due fori cutanei distanti 5 cm l’uno dall’altro – sono compatibili con un morso di animale, probabilmente un cane di taglia media. Non sono state osservate altre lesioni macroscopiche sugli organi e apparati interni. Un evento tragico, dunque, ma "causato da un attacco animale, e non dalla crudeltà umana".
Il sindaco Sclavi ha colto l’occasione per lanciare un monito sull’uso dei social media: la notizia, amplificata e arricchita di dettagli infondati, aveva generato panico e rabbia ingiustificati: "In situazioni che coinvolgono presunti reati contro gli animali - ha scritto - è necessario attendere i risultati delle perizie ufficiali e affidarsi al lavoro delle autorità competenti e dei medici veterinari".
Secondo Sclavi, la diffusione non verificata di notizie emotivamente cariche rischia di scatenare isteria collettiva, puntare il dito contro innocenti e provocare episodi di emulazione. "L’attenzione sulla tutela degli animali è cruciale, ma deve sempre basarsi sulla verità dei fatti", ha concluso il primo cittadino. Il caso, pur avendo avuto un esito tragico, evidenzia l’importanza di un approccio equilibrato e responsabile nella comunicazione e nella difesa del benessere animale.
Soddisfazione per la condanna in Appello, ma forte indignazione per le motivazioni del primo grado. È questa la posizione espressa dalle operatrici dei Centri Antiviolenza e delle Case-rifugio delle Marche dopo la decisione della Corte d’Appello di Ancona, che ha ribaltato la sentenza del Tribunale di Macerata condannando a tre anni di reclusione l’autore di una violenza sessuale ai danni di una ragazza all’epoca diciassettenne.
In un comunicato diffuso nelle scorse ore, le associazioni parlano di una "decisione che ristabilisce la verità dei fatti e restituisce dignità alla vittima", ma denunciano al tempo stesso le motivazioni della precedente assoluzione, definite "scandalose e sintomo di una cultura patriarcale ancora radicata".
Il riferimento è alle parole utilizzate dal Tribunale di Macerata nel giustificare l’assoluzione in primo grado, secondo cui la giovane "aveva già avuto rapporti" e dunque avrebbe potuto "immaginare i possibili sviluppi della situazione".
Per i Centri Antiviolenza marchigiani, simili affermazioni rappresentano "un manifesto della cultura dello stupro" e un esempio grave di "vittimizzazione secondaria istituzionale, in cui la libertà sessuale della donna finisce per essere messa sotto processo al posto dell’autore della violenza".
"Il fatto che un collegio giudicante, nel 2025, abbia potuto scrivere tali pregiudizi - si legge nella nota - dimostra quanto la mentalità patriarcale sia ancora radicata nella cultura giuridica del Paese".
Le operatrici ricordano che la Corte d’Appello di Ancona ha riaffermato i principi sanciti dalla Convenzione di Istanbul, che proibisce di utilizzare la condotta sessuale pregressa della vittima per metterne in dubbio l’attendibilità (articolo 54).
Tuttavia, sottolineano come non sia accettabile dover attendere l’Appello perché la giustizia riconosca il valore della parola delle donne: "Non possiamo affidarci solo ai gradi successivi di giudizio - scrivono -. La protezione e il rispetto devono essere garantiti fin dal primo momento".
Nel documento, le associazioni esprimono vicinanza alla giovane vittima, costretta a "rivivere il trauma della violenza" anche a causa di una "sentenza ingiusta", e lanciano un appello diretto al Ministero della Giustizia e al Consiglio Superiore della Magistratura.
Chiedono che venga introdotta una formazione obbligatoria e specialistica per magistrati e operatori del diritto sulla violenza di genere, sugli stereotipi e sull’applicazione delle convenzioni internazionali. "Solo attraverso un profondo cambiamento culturale - concludono - potremo garantire che nessuna donna debba più sentirsi dire che, in fondo, doveva aspettarselo".
A firmare l’appello congiunto sono le principali realtà che gestiscono Centri Antiviolenza e Case Rifugio nelle Marche: l’Associazione Cante di Montevecchio Onlus di Fano, l’Associazione Donne e Giustizia e la Cooperativa Sociale Polo 9 di Ancona, la Cooperativa Sociale Labirinto di Pesaro, i Servizi Antiviolenza Il Faro di Macerata e la Cooperativa Sociale On The Road, attiva tra le province di Fermo e Ascoli Piceno.
La Chiesa marchigiana e l’intera comunità settempedana hanno reso l’ultimo omaggio al cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo emerito di Ancona-Osimo, spentosi lunedì scorso nella sua residenza presso il Santuario della Madonna dei Lumi a San Severino Marche, città natale dove si era ritirato dopo aver compiuto 80 anni. Nato il 14 ottobre 1939, il cardinale Menichelli ha scelto di concludere il suo percorso di vita spirituale nella terra che lo ha visto crescere.
Le esequie, celebrate in forma solenne, hanno visto la partecipazione di numerose autorità religiose e civili. A presiedere la cerimonia è stato monsignor Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata e presidente della Conferenza Episcopale marchigiana, affiancato dall’arcivescovo di Camerino – San Severino Marche e vescovo di Fabriano – Matelica, monsignor Francesco Massara, da incaricati e vescovi emeriti delle diocesi marchigiane, numerosi sacerdoti, diaconi, religiosi e confraternite.
Nell’omelia, monsignor Angelo Spina, arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo, ha ricordato il cardinale come pastore attento e vicino alla gente, sottolineando la sua luminosa testimonianza di fede e servizio. La sua vita, segnata da una precoce perdita dei genitori e dalla formazione nel seminario di San Severino Marche, è stata contraddistinta da una intensa attività pastorale nelle diocesi di Ancona-Osimo, Camerino-San Severino Marche e Chieti-Vasto. “È stato un pastore in mezzo alla gente, dall'odore delle pecore, collaboratore della gioia che nasce dall’incontro con il Creatore – ha affermato Spina –. Il suo spirito rimane un esempio per tutti noi”.
Particolarmente toccante è stato il ricordo dell’ultimo periodo di malattia del cardinale, affrontato con coraggio, fede e abbandono fiducioso alla volontà del Signore. Il cardinale, il cui motto episcopale era “Sub lumine matris” (Sotto la luce della madre), sarà tumulato per sua volontà nella cattedrale di San Ciriaco ad Ancona.
Alla cerimonia hanno partecipato autorità civili e militari, tra cui il sindaco di San Severino Marche Rosa Piermattei, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, rappresentanti delle istituzioni locali e regionali, della Protezione Civile, della Croce Rossa Italiana e dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Non sono mancati messaggi di cordoglio della Segreteria di Stato Vaticana e del Papa Leone XIV, che ha definito il cardinale “zelante pastore” e “generoso presbitero”.
Il sindaco Piermattei ha ricordato il cardinale Menichelli come “don Edoardo”, un figlio della terra che non ha mai dimenticato le proprie origini, un faro di fede e di vicinanza umana per la comunità locale. La cerimonia si è svolta con la semplicità che il cardinale stesso aveva voluto, testimoniando la sua profonda spiritualità e l’attaccamento alle radici.
Si è conclusa con esito positivo la riunione convocata dal sindaco Fabrizio Ciarapica presso il Comune di Civitanova per affrontare il tema della realizzazione del nuovo centro per l’autismo. All’incontro hanno partecipato la Giunta comunale, i capigruppo di maggioranza, i vertici del Paolo Ricci e una delegazione di genitori di ragazzi autistici.
Il confronto, costruttivo e partecipato, ha rafforzato la volontà dell’Amministrazione di portare avanti con determinazione la realizzazione del centro, restituendo una prospettiva concreta a un progetto atteso da anni da famiglie e operatori del settore.
“Oggi abbiamo compiuto un passo importante, frutto di dialogo e collaborazione tra le componenti della maggioranza – ha dichiarato il sindaco Fabrizio Ciarapica. – Vogliamo dare una risposta concreta a tante famiglie che attendono da tempo questo centro, un progetto fondamentale per Civitanova e per tutto il territorio. È un tema che mi sta particolarmente a cuore e sul quale vogliamo andare avanti spediti, per dare alla città una struttura moderna e funzionale, in grado di offrire risposte concrete alle necessità di chi ogni giorno vive la complessità dell’autismo. Desidero ringraziare Agostino Basile che, anni fa, quando era presidente del Paolo Ricci, avviò l’iter progettuale”.
Il percorso proseguirà ora con una riunione della maggioranza per calendarizzare l’inserimento del punto all’ordine del giorno in Consiglio comunale.
La Civitanovese Calcio S.S.D. a r.l. e il presidente Mauro Profili intervengono con una nota ufficiale dopo i fatti avvenuti domenica scorsa allo Stadio Polisportivo Comunale di Civitanova Marche, durante la gara casalinga contro la Sangiustese.
La società chiarisce che «non vi è stata alcuna rissa», ma piuttosto «un’aggressione fisica ai danni del presidente Profili da parte di un individuo ben noto», entrato abusivamente all’interno dell’area prossima al campo di gioco. L’episodio sarebbe avvenuto mentre il presidente tentava di rimuovere «uno striscione offensivo e non autorizzato» affisso sotto la gradinata.
Secondo la Civitanovese, le persone coinvolte «non possono essere definite tifosi né rappresentanti della città». Si tratterebbe – prosegue la nota – «di un piccolo gruppo che, già dallo scorso giugno, mette in atto condotte illegali per spingere la proprietà a cedere la società a soggetti che avrebbero fatto loro promesse indicibili».
Il presidente Profili fa sapere di aver avvisato preventivamente la Federazione e le autorità di pubblica sicurezza con una PEC, segnalando la necessità di impedire a tali individui di accedere alle partite della Civitanovese. Nonostante ciò, domenica alcuni di loro sarebbero riusciti a entrare allo stadio senza biglietto, e persino nella zona a ridosso del campo.
La società esprime «grande rammarico per una situazione assurda e illegale, segnata da atti di minacciosa violenza, mai tollerabili, tanto più in un contesto sportivo». L’episodio, si legge ancora, contribuisce a «un clima pesante, artatamente creato attorno alla dirigenza e ai giovani calciatori».
«Il presidente Profili – prosegue il comunicato – è pronto a farsi da parte non appena emergerà qualcuno degno e capace di guidare la società, ma non sotto la pressione illecita e continua che si sta vivendo. Chiediamo che chi ha i poteri e gli strumenti intervenga senza indugio, prima che accada l’irreparabile».
La Civitanovese ribadisce la propria fiducia nei veri tifosi e nella squadra, invitando tutti a mantenere la serenità e a isolare chi «macchia l’immagine della città e dello sport».
Nei giorni scorsi si è svolto un sopralluogo lungo la Strada Provinciale 120, al quale hanno partecipato rappresentanti della Polizia Locale, del Comando dei Carabinieri di Sarnano, insieme ai tecnici della Provincia e dell’Anas.
L’incontro è stato organizzato per verificare lo stato di avanzamento dei lavori relativi al completamento delle gallerie di collegamento che consentiranno di raggiungere la zona di Sassotetto.
Attualmente, l’impresa esecutrice sta procedendo con la realizzazione del solaio di copertura, un intervento complesso che richiede tempi tecnici precisi per l’esecuzione dei getti. Per tale motivo, la chiusura della strada al traffico sarà mantenuta fino al mese di dicembre.
Per garantire comunque un collegamento con l’area montana, è stato concordato con la Provincia di Macerata di mantenere aperta, pulita e in buone condizioni la Strada Provinciale 157, che rappresenta la principale viabilità alternativa.
Il percorso consente, passando per Contrada Terro-Carsoducci o tramite San Liberato, di raggiungere i Piani di Ragnolo e proseguire verso Maddalena e Sassotetto.
Durante il sopralluogo è stata inoltre posta attenzione alle criticità della viabilità nella frazione di Piobbico, dove il transito a velocità elevata di auto e moto rappresenta un rischio per i residenti.
A tal fine, saranno installati dissuasori di velocità per incrementare la sicurezza e migliorare la vivibilità della zona.
Il sopralluogo ha confermato la piena collaborazione tra enti, tecnici e autorità locali, con l’obiettivo comune di garantire una viabilità sicura ed efficiente per tutti gli utenti della strada e di tutelare il territorio montano, risorsa fondamentale per il turismo e per la comunità.
È stato firmato oggi il Protocollo d’Intesa istituzionale tra Comune di Visso, Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Agenzia del Demanio, Ufficio Speciale per la Ricostruzione Marche (USR) e Croce Rossa Italiana – Comitato di Visso, alla presenza del Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno Emanuele Prisco. L’accordo rappresenta un passo decisivo per la ricostruzione pubblica del borgo dell’Alto Maceratese, tra i più colpiti dal sisma del 2016, e per il potenziamento dei servizi essenziali.
Con la firma del protocollo vengono avviate due opere strategiche: la nuova Caserma del Distaccamento dei Vigili del Fuoco, finanziata con 5,5 milioni di euro dal Programma triennale 2024-2026 per le infrastrutture del Corpo Nazionale, e la nuova sede della Croce Rossa Italiana – Comitato di Visso, sostenuta da 1 milione di euro nell’ambito del Programma straordinario di rigenerazione urbana post-sisma tramite l’ordinanza 137 del commissario al sisma 2016, Guido Castelli.
Alla firma erano presenti, tra gli altri, il commissario straordinario alla Ricostruzione Guido Castelli, il sindaco di Visso Rosella Sensi, il Questore di Macerata Luigi Mangino, il direttore dell’USR Marche Marco Trovarelli, la presidente regionale della Croce Rossa Rosaria Del Balzo Ruiti, il presidente del Comitato di Visso David Celi, rappresentanti del Dipartimento dei Vigili del Fuoco e dell’Agenzia del Demanio, oltre alla senatrice Elena Leonardi e al vicario del prefetto di Macerata Giuseppe Di Martino.
Commentando la firma, il sindaco Rosella Sensi ha dichiarato: “Con questo protocollo, Visso compie un passo importante nel percorso di ricostruzione e resilienza. Non è solo un segnale di speranza per i cittadini, ma una certezza concreta: il riconoscimento di ciò che Visso era prima del terremoto e di ciò che tornerà a essere. L’impegno odierno vuole restituire e rafforzare un senso di sicurezza per chi vive, visita e ama il nostro borgo”.
Anche il Commissario Guido Castelli ha sottolineato l’importanza delle nuove strutture: “La nuova caserma e la sede della Croce Rossa non sono solo opere pubbliche, ma segni tangibili della presenza dello Stato e della collaborazione tra istituzioni. La ricostruzione diventa così anche ricostruzione di fiducia, con infrastrutture moderne e servizi che ridanno vita ai borghi dell’Appennino”.
Il sottosegretario Prisco ha aggiunto: “Si tratta di un investimento concreto sulla sicurezza dei cittadini e di un presidio stabile per un territorio che ha conosciuto il dolore del sisma ma anche la forza della rinascita. Ringrazio il Commissario, il Comune e tutti gli enti coinvolti per la sinergia istituzionale che ha reso possibile questo risultato”.
Le due strutture sorgeranno in località “Il Piano”, lungo via Roma, su aree contigue di proprietà comunale e privata. L’obiettivo è duplice: rafforzare i presidi pubblici di sicurezza e soccorso e contribuire alla rinascita urbana e sociale, favorendo la permanenza e il ritorno delle famiglie.
Il Comune di Visso curerà la variante urbanistica e la cessione dei terreni, concedendo inoltre in comodato gratuito l’immobile per la Croce Rossa. Il Dipartimento dei Vigili del Fuoco si occuperà dell’acquisizione delle aree private e affiderà all’Agenzia del Demanio la progettazione e i lavori, mentre l’USR assumerà il ruolo di soggetto attuatore per la sede CRI. L’obiettivo è completare l’intervento entro due anni dall’approvazione della variante.
Il documento prevede anche interventi sulla viabilità locale, tra cui la realizzazione di una rotatoria in prossimità di Largo Martiri delle Foibe, e istituisce un tavolo tecnico permanente per garantire coordinamento e monitoraggio costante delle opere.
Sabato 8 novembre, alle ore 11, nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie, il Comune di Bolognola conferirà la cittadinanza onoraria a Filippo Sorcinelli, artista e imprenditore marchigiano che da anni lega il proprio nome alla promozione della bellezza, della spiritualità e del territorio.
Fondatore dell’atelier LAVS – Laboratorio Atelier Vesti Sacre, celebre per aver realizzato i paramenti liturgici dei papi Benedetto XVI e Francesco, e oggi di Leone XIV, Sorcinelli è anche l’anima del marchio di profumi d’arte Filippo Sorcinelli, con boutique a Roma, Milano, Assisi e Mondolfo.
Il rapporto tra Sorcinelli e Bolognola nasce nel 2016, anno del terremoto che colpì il cuore delle Marche. Da quell’esperienza nacque EPICENTRO, una fragranza dedicata ai luoghi del sisma, ispirata proprio al piccolo borgo di montagna — il più alto della regione, immerso nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini.EPICENTRO non è solo un profumo, ma un’opera sensoriale che traduce il dolore in bellezza: il flacone poggia su una base che simula le vibrazioni del terremoto e il tappo riproduce un frammento autentico delle macerie del municipio di Bolognola, raccolto dallo stesso artista durante la sua prima visita.
Da allora, Sorcinelli è diventato una presenza costante nella vita del paese, impegnandosi a promuovere la rinascita del territorio e a far conoscere nel mondo la “Bononia”, la “terra delle cose buone”.
Negli anni, il legame con la comunità si è consolidato: su richiesta del sindaco Cristina Gentili, il maestro ha restaurato lo stendardo storico del Comune e ne ha realizzato uno nuovo, donandolo alla cittadinanza come simbolo di rinascita e continuità.
“Siamo orgogliosi di poter chiamare Filippo Sorcinelli nostro concittadino”, dichiara il sindaco Gentili. “Dal 2016 ci dimostra vicinanza, sensibilità e amore per la nostra comunità, aiutandoci a diffondere la bellezza e la forza del nostro territorio ancora impegnato nella ricostruzione post-sisma”.
Commosso il commento dell’artista: “Diventare cittadino onorario di Bolognola è un onore che mi riempie di gioia. Questa comunità mi ha ispirato fin dal primo istante. L’Arte, per me, è un modo per scuotere le coscienze e ricordare che anche dal dolore può nascere la bellezza. Porterò Bolognola sempre con me, come simbolo di resilienza e speranza”.
Chi è Filippo Sorcinelli
Nato e cresciuto nelle Marche, Filippo Sorcinelli è musicista, artista visivo e imprenditore. Dopo gli studi al Conservatorio “Rossini” di Pesaro e al Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma, è stato organista titolare in diverse cattedrali italiane.
Nel 2001 fonda LAVS, atelier di arte sacra a Santarcangelo di Romagna, diventato punto di riferimento internazionale per la progettazione e realizzazione di vesti e suppellettili liturgiche.
Nel 2013 dà vita al marchio di profumi Filippo Sorcinelli, che trasforma esperienze ed emozioni in fragranze d’arte. Oggi il brand è un punto di incontro tra arte, spiritualità e ricerca olfattiva contemporanea
Il Comando della Polizia Locale di Macerata ha disposto modifiche temporanee alla circolazione in via Resse, in corrispondenza del civico 6, per consentire i lavori di spostamento della rete gas da parte di Italgas Reti SpA, previsti il 23 e 24 ottobre.
L’ordinanza stabilisce che dalle ore 7:30 del 23 ottobre alle ore 17:30 del 24 ottobre via Resse sarà chiusa al transito, eccetto per i residenti fino al civico 6. Nel tratto interessato dai lavori, compreso il parcheggio adiacente al civico 6, sarà in vigore il divieto di sosta con rimozione coatta, fatta eccezione per i mezzi da cantiere. Sempre su via Resse sarà istituita l’inversione del senso unico di marcia, con direzione da via Mazenta verso via Rosati, obbligo di svolta a sinistra verso via Rosati e limite massimo di velocità di 30 km/h.
Sul tratto di via Mazenta compreso tra via Valadier e via Resse sarà attivo il senso unico alternato a vista, con segnaletica “dare precedenza” per i veicoli che si immettono su via Mazenta e via Valadier.
Il Comando della Polizia Locale invita automobilisti e cittadini a prestare attenzione alla segnaletica e a rispettare le modifiche temporanee per garantire la sicurezza dei lavoratori e il regolare flusso del traffico.
Ecosistema Urbano 2024, il report annuale di Legambiente con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, fotografa città italiane ancora in difficoltà nel raggiungere standard ambientali elevati. Nessun capoluogo centra la piena sostenibilità e il quadro complessivo resta in chiaroscuro. In testa spiccano realtà come Trento, Mantova e Bergamo, trainate da progressi in raccolta differenziata, gestione idrica e mobilità ciclabile. L’insieme degli indicatori (aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia) mostra miglioramenti puntuali, ma l’andamento generale richiede politiche più incisive e continuative.
Nelle Marche purtroppo la situazione non è particolarmente incoraggiante.
“I Comuni Capoluogo di Provincia delle Marche ormai da qualche anno raccontano una storia di stallo che negli ultimi tempi ha in realtà iniziato a trasformarsi in una lenta regressione generale nella classifica di ecosistema urbano – dichiara Marco Ciarulli, presidente Legambiente Marche – dai rifiuti, al trasporto pubblico fino alla gestione del verde in città. Migliorare le perfomance ambientali di una città è sinonimo di miglioramento della qualità della vita delle persone che la abitano e anche di un’economia con un’impronta più sostenibile”.
Lievi miglioramenti per le città di Ancona e Ascoli Piceno, che rispetto al 2024 guadagnano diverse posizioni nella classifica. Ancona guadagna due posizioni, passando dalla 33esima posizione del 2024 alla 31esima posizione nel 2025, con un punteggio di 62,20%. Ascoli Piceno è la città marchigiana che fa il miglior “balzo” tra i Comuni Capoluogo delle Marche passando dalla 50esima posizione del 2024, alla 35esima posizione in classifica del 2025, con un punteggio di 60,69%. Pesaro perde qualche posizione, così come Macerata, che per anni è stata nella top ten dei migliori Comuni Capoluogo delle Marche, ma che continua ad arretrare, scivolando dalla 23esima posizione del 2024 alla 54esima posizione del 2025.
“Macerata- prosegue Ciarulli- rappresenta un vero e proprio paradosso, da qualche anno per scelta politica la città ha smesso di rispondere alle indagini e ai questionari di ecosistema urbano, nonostante i numerosi solleciti, ed è un peccato perché il Comune da sempre vantava buone performance ambientali (soprattutto nella gestione dei rifiuti e del contenimento dello spreco idrico) e quindi oggi nella fotografia generale di ecosistema urbano, ne esce eccessivamente penalizzata”.
Il report Ecosistema Urbano nello stilare la sua classifica annuale prende in considerazione 19 indicatori suddivisi in 6 ambiti ambientali (aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia). Riguardo gli indicatori, passati da 20 a 19, Legambiente precisa che quest’anno non è stato preso in considerazione l’indice ‘vittime della strada’ perché ISTAT ha cambiato le modalità di raccolta ed elaborazione di quei dati che ora sono focalizzati principalmente verso le città metropolitane e i grandi agglomerati urbani, rendendo di fatto indisponibili dati uniformi e validati per tutti i capoluoghi.
La Giunta comunale di Civitanova Marche ha accolto favorevolmente la richiesta dell’Agenzia delle Entrate – Direzione Regionale per le Marche – di utilizzare in comodato gratuito i locali del primo piano dell’ex sede distaccata del Tribunale a Civitanova Alta, di proprietà del Comune. L’obiettivo è consentire il trasferimento dello sportello cittadino attualmente operativo in via Aldo Moro.
Il prossimo passo dell’Amministrazione sarà quello di valutare le effettive necessità di spazi e la disponibilità di locali da riservare per eventuali esigenze comunali, attuali o future. Seguirà la definizione di uno schema di convenzione con l’Agenzia delle Entrate per disciplinare impegni, competenze e durata d’uso dell’immobile, con un orizzonte temporale di medio-lungo periodo.
Parallelamente, i dirigenti dei Settori IV e V dovranno elaborare un Documento di Indirizzo alla Progettazione, necessario per la successiva redazione del progetto di adeguamento funzionale e ristrutturazione. L’intervento, che sarà sottoposto all’approvazione della Giunta, renderà i locali idonei alle attività dello sportello dell’Agenzia.
L’ex Tribunale è un complesso di ampia metratura articolato su tre piani fuori terra e un piano seminterrato. Utilizzato fino al 2013 come sede distaccata del Tribunale di Macerata, ha ospitato successivamente alcuni uffici comunali e associazioni locali, ma risulta in gran parte inutilizzato da anni.Il piano terra ospita oggi la Delegazione comunale e la Pro Loco di Civitanova Alta, mentre il piano seminterrato è destinato a spazi per eventi e a un ex archivio recentemente riqualificato per attività ricreative da affidare ad associazioni no profit. I piani primo e secondo, invece, risultano liberi, ad eccezione dell’ex alloggio del custode, attualmente utilizzato dall’Archeoclub.
“L’ex Tribunale ben si presta all’uso che ne intende fare l’Agenzia delle Entrate – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici Ermanno Carassai – anche se sono necessari lavori di ristrutturazione e adeguamento dovuti al prolungato inutilizzo. L’accordo su un orizzonte di lungo periodo permetterebbe di recuperare e valorizzare l’immobile, restituendolo alla fruizione della cittadinanza e mantenendo sul territorio comunale un servizio pubblico importante”.
L’assessore sottolinea anche il valore strategico dell’operazione per la città alta: “La presenza dello sportello dell’Agenzia delle Entrate a Civitanova Alta – aggiunge Carassai – consentirebbe di mantenere vivo il centro storico, generando ricadute positive sulle attività economiche e commerciali e favorendo l’apertura di nuove iniziative".
Lavoro con i social da anni e c'è una cosa che vedo ripetersi ogni giorno: persone che si sentono sbagliate, inadeguate, perdenti. Non perché la loro vita sia davvero un disastro, ma perché hanno scrollato troppo Instagram.
Benvenuti nella sindrome del confronto, il male oscuro dell'era digitale. E ottobre è il mese in cui colpisce di più.
IL MESE DEL CONFRONTO TOSSICO
Ottobre è il momento peggiore dell'anno per i social. L'estate è finita, le vacanze sono un ricordo, il Natale è lontano. È il mese grigio, quello della routine. E proprio in questo momento i social ti bombardano di vite perfette: viaggi esotici, successi professionali, case da sogno, corpi perfetti.
LA VERITÀ CHE NESSUNO TI DICE
Dopo anni nel settore, una cosa l'ho capita: i social sono un teatro. Ognuno recita la parte del vincente mentre nella vita reale siamo tutti un po' confusi, stanchi, imperfetti. Quella ragazza con 50mila follower che viaggia sempre? Magari è piena di debiti. Quel ragazzo che mostra la vita sociale perfetta? Magari si sente solo. Quella coppia che sembra perfetta? Magari litiga ogni giorno.
I numeri mentono. I like mentono. Nessuno posta quando piange, litiga, fallisce. E tu confronti la tua vita vera con le loro bugie patinate.
L'ALGORITMO COMPLICE
Molti non sanno che gli algoritmi sono programmati per mostrarti contenuti che generano emozioni forti. E sai quale emozione è fortissima? L'invidia.
Per questo ti compaiono sempre i post delle persone che stanno "meglio" di te. Perché quelli ti fanno fermare, guardare, scrollare di più. L'algoritmo non vuole che tu sia felice, vuole che tu resti incollato allo schermo. Instagram ti mostra la vita perfetta degli altri. TikTok ti bombarda di bellezza e successo. LinkedIn ti fa vedere solo promozioni e riconoscimenti. Ma è tutto costruito per tenerti lì, a confrontarti, a sentirti inadeguato.
LA NORMALITÀ NON È INSTAGRAMMABILE
Il vero problema è questo: la vita normale non fa contenuto. Le giornate tranquille non fanno engagement. La quotidianità non genera tanti like.
Così la gente pensa che la propria vita sia sbagliata perché è normale.
Ma la vita vera è fatta di giorni normali, piccole soddisfazioni, routine. La vita eccezionale h24 che vedi sui social semplicemente non esiste. E se esistesse sarebbe estenuante.
COME PROTEGGERSI
Da esperta, ecco cosa suggerisco a chi soffre di questa sindrome: riconosci il momento. Quando ti accorgi che stai confrontando, chiudi l'app. Il confronto è un buco nero, più ci stai più ti risucchia.
Ricorda la regola base. Stai vedendo solo quello che gli altri vogliono farti vedere. Quella foto perfetta ha dietro 50 tentativi. Quel sorriso nasconde magari una giornata pessima.
Fai pulizia. Smetti di seguire chi ti fa stare male. Non è cattiveria, è protezione. I tuoi social devono essere uno spazio che ti fa stare bene.
Sdogana la normalità. Posta anche tu il grigio, il normale, l'imperfetto. Più siamo a mostrare la vita vera, più rompiamo questa illusione collettiva.
LA LEZIONE DI OTTOBRE
Ottobre è il mese perfetto per questa riflessione. Dopo l'estate da postare, torna la normalità. E la normalità fa paura perché non è contenuto social.
Ma è nella normalità che si vive davvero. Nei momenti che non fotografi. Nelle risate che non filmi. Nelle soddisfazioni piccole che non generano like.
La prossima volta che ti senti inadeguato guardando i social, ricordati che stai guardando un film. E nei film tutti sono belli, felici, vincenti. Ma quando finisce il film, tutti tornano a essere umani. Con problemi, insicurezze e giornate grigie.
La differenza è che loro lo nascondono meglio. Tu stai solo vivendo la vita vera.
Ha preso il via oggi, 18 ottobre, con un cantiere aperto al pubblico presso il Museo Civico di Villa Colloredo Mels, il restauro estetico e conservativo di tre importanti documenti appartenenti alla collezione leopardiana e alla collezione storica del Comune di Recanati.
L’intervento, fortemente voluto dal Comune, è stato finanziato dall’Associazione ANCoS Aps di Macerata-Ascoli Piceno-Fermo e patrocinato da Confartigianato Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, per un costo complessivo di 1150 euro.
All’avvio dei lavori erano presenti il sindaco di Recanati, Emanuele Pepa, l’assessore alla Cultura, Ettore Pelati, il direttore di Sistema Museo Recanati, Luigi Petruzzellis, il direttore della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica delle Marche, Benedetto Luigi Compagnoni, il presidente di ANCoS Macerata, Claudio Chiacchiera e il segretario generale di Confartigianato Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, Giorgio Menichelli.
I documenti sottoposti a restauro sono una lettera autografa di Giacomo Leopardi del 1833 al padre Monaldo, dai toni eccezionalmente confidenziali, una mai pubblicata epistola di Pietro Giordani, intitolata “Al più caro degli amici”, indirizzata a Leopardi, e la cosiddetta “Bolla Aurea” del 1229, emessa dalla cancelleria imperiale di Federico II di Svevia e corredata da un prezioso sigillo in oro. Con questa bolla, Federico II confermava alla città di Recanati il possesso del porto – oggi Porto Recanati – garantendo l’esenzione dai dazi e favorendo lo sviluppo commerciale della zona.
«Questi tre documenti non sono solo patrimonio della comunità recanatese, ma dell’umanità intera», ha dichiarato il sindaco Pepa. «Vediamo un Leopardi diverso, che mostra il lato più affettuoso verso il padre e la forte amicizia con Pietro Giordani. La Bolla Aurea testimonia i confini storici del nostro territorio. Grazie ad ANCoS e Confartigianato per aver sostenuto il restauro».
L’assessore alla Cultura, Ettore Pelati, ha aggiunto: «Siamo orgogliosi di questa operazione conservativa, un’occasione per valorizzare le nostre radici e la storia di Recanati, riscoprendo la nostra identità attraverso diverse epoche».
I manoscritti, in stato di conservazione degradato a causa del tempo, vengono restaurati in loco. I visitatori del Museo hanno potuto assistere alle operazioni, condotte dagli esperti della ditta Relic di Recanati, interagendo con i restauratori e osservando dal vivo le delicate fasi della conservazione.
Il coordinamento dei lavori è affidato alla Orologio Soc. Coop., che gestisce i Musei Civici di Recanati.
Nel cuore di Macerata, in Corso Cairoli, due fratelli hanno deciso di dare un volto nuovo all’orologeria, unendo la tradizione di famiglia a un’idea tutta contemporanea di impresa. Giuseppe (30 anni) e Riccardo (23 anni) Privitera sono le menti dietro Privitera Orologi, un progetto che nasce da una lunga eredità artigianale ma guarda al futuro con occhi giovani, che brillano del riflesso di un Rolex. “Abbiamo ancora il negozio storico a Treia, dove nostro nonno faceva l’orologiaio,” raccontano. “Da lì abbiamo preso tutto: la passione, la precisione e il rispetto per un mestiere che richiede tempo e dedizione”.
Oggi il mondo dell’orologeria non è più fatto solo di botteghe e passaparola. La crescita passa attraverso internet e i social, strumenti che i fratelli hanno saputo trasformare in un canale di fiducia e credibilità. “Prima contava solo il passaparola, oggi tutto si muove online”, spiega Giuseppe. “Per questo puntiamo a costruire fiducia con trasparenza e recensioni: è come scegliere un ristorante, guardi le esperienze degli altri e decidi se fidarti”.
Il mercato è vasto e trasversale, con clienti che arrivano da tutta la regione e vendite online anche all'estero. “Vendiamo a tutti: operai, imprenditori, clienti all’estero. Gli orologi vanno dai 10 fino ai 30 mila euro, a volte di più. Il più costoso che abbiamo venduto è stato un Rolex Daytona da 35 mila euro”.
Il Rolex, simbolo di lusso, precisione e investimento, è per loro la misura perfetta tra tradizione e valore nel tempo. “Quel Daytona che un tempo costava 8 milioni di lire, circa 4 mila euro, oggi ne vale 18 mila”, aggiungono. “È la prova che un orologio non è solo un accessorio, ma un bene che cresce nel tempo”.
Dietro ogni vetrina digitale e ogni Rolex esposto, resta la sostanza di un mestiere antico: precisione, calma e mano ferma. “Ci vuole tranquillità, mano ferma, non bisogna essere agitati. E serve passione”, racconta Riccardo. “Non è un lavoro facile, ma se ce l’hai dentro diventa naturale”.
Il futuro dei fratelli Privitera è chiaro: ampliare la collezione, continuare a costruire fiducia con i clienti e rafforzare il loro ruolo come punto di riferimento nell'universo dell’orologeria. In un mondo che corre veloce, Privitera Orologi sceglie di restare al passo con il tempo, senza mai perdere il ritmo delle lancette e l’arte che hanno ereditato dal nonno.
Si è svolto giovedì scorso a piazza della Libertà a Macerata l’incontro organizzato dalla Sezione locale dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato (ANPS), dedicato alla cultura della prevenzione e alla promozione della cittadinanza attiva.
L’evento ha visto la partecipazione delle autorità locali: la vicesindaco Francesca D’Alessandro e l’assessora alla cultura Katiuscia Cassetta hanno sottolineato come l’esempio di impegno civile dell’ANPS possa essere esteso per creare una rete di legalità e solidarietà sempre più ampia.
Immigrazione e sovraffollamento carcerario
Sul tema dell’immigrazione, il magistrato di Sorveglianza di Ancona Filippo Scapellato, membro della Commissione per gli Affari Penitenziari del Consiglio Superiore della Magistratura, ha evidenziato come le statistiche mostrino una correlazione tra aumento dell’immigrazione e sovraffollamento carcerario, suggerendo come possibile rimedio l’espiazione della pena nello Stato d’origine del detenuto.
Particolarmente toccante è stata la testimonianza di Mustafà, ospite della Caritas, che ha raccontato il difficile viaggio dal Gambia a Lampedusa, attraversando Nigeria, Algeria e Tunisia e viaggiando su un barcone sovraffollato con altri 55 migranti.
Il tema del rispetto delle forze dell'ordine. è stato affrontato dal commissario capo Valter Angelici e dal professore di Diritto Penale Roberto Acquaroli. Angelici ha ricordato che polizia significa protezione e tutela dei diritti, non repressione, mentre Acquaroli ha sottolineato l’importanza di linee guida operative per garantire la sicurezza degli operatori, anche in contesti ad alto rischio.
Un ampio dibattito ha riguardato la prevenzione dei fenomeni di droga e violenza di genere, con interventi del medico del Pronto Soccorso Roberto Staffolani, dell’assessore alla famiglia Marco Caldarelli, del giornalista Maurizio Verdenelli, della prof.ssa Alessandra Fermani e di altre figure legate all’educazione e all’associazionismo.
Tra i punti chiave emersi: gli istituti del Codice Rosa e Codice Rosso non solo intervengono dopo gli episodi, ma hanno una funzione di educazione e prevenzione. La famiglia come nucleo di solidarietà e educazione responsabile. L’associazionismo sportivo, con esempi virtuosi come la Lube Academy, promuove integrazione e sviluppo dei giovani.
L’importanza di una informazione equilibrata, che dia spazio anche a notizie positive, per contrastare l’idea diffusa di una realtà dominata da pericoli. Il ruolo delle parole e dei messaggi culturali, sia nella musica sia nel linguaggio della criminalità, che possono influenzare comportamenti devianti.
L’incontro ha offerto così uno spazio di confronto multidisciplinare, sottolineando come la prevenzione passi attraverso l’educazione, la cultura, lo sport e il sostegno sociale, creando reti di protezione e partecipazione attiva per i giovani e la comunità.
La nuova puntata del Picchio Podcast ha ospitato Giuseppe Rivetti, presidente regionale del FAI Marche, per parlare del grande successo delle Giornate FAI d’Autunno a Macerata e non solo. “È stato un risultato straordinario, con oltre tremila visitatori a Palazzo Buonaccorsi – ha spiegato Rivetti – e tra loro molti provenivano da fuori regione, in particolare dall’Emilia-Romagna e dall’Umbria. È stato bellissimo vedere la soddisfazione dei visitatori e le file ordinate davanti al palazzo”.
Grande attenzione è stata rivolta anche ai giovani ciceroni dell’Istituto Garibaldi-Bramante-Pannaggi, che hanno vestito i panni di personaggi settecenteschi della famiglia Buonaccorsi: “Per loro è stata un’esperienza formativa e rimarrà nella loro memoria. Ogni volta che passeranno davanti al palazzo si ricorderanno di essere stati protagonisti, raccontando la storia della famiglia e rivivendo le atmosfere del Settecento”.
Rivetti ha sottolineato l’importanza di valorizzare le aree interne e i territori fragili della regione: “Per il FAI, una piccola chiesetta sperduta nelle campagne ha lo stesso valore di un grande palazzo. Questi luoghi custodiscono memorie identitarie e noi vogliamo tutelarli allo stesso modo. Le aree interne sono custodi di bellezza e valori di cui non possiamo fare a meno”.
Anche a livello regionale i dati sono stati molto positivi, con migliaia di visitatori a Cartiera Papale di Ascoli, Palazzo Alaleona di Montegiorgio e Villa Bonci di Loreto. “Abbiamo ricevuto anche lettere di congratulazioni, come quella del comandante della struttura dell’Aeronautica, per l’attività dei nostri giovani durante le visite guidate”.
Rivetti ha spiegato come vengono selezionati i luoghi aperti al pubblico: “Siamo sempre in ascolto del territorio. Non imponiamo mai la nostra visione, ma riceviamo suggerimenti da privati e amministrazioni pubbliche. Il FAI vuole essere al servizio della comunità, sostenendo la valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale regionale”.
Il 2025 è un anno speciale per il FAI, che festeggia i cinquant’anni dalla fondazione: “Il FAI appare oggi più giovane e contemporaneo. Temi come ambiente, risorse energetiche e valorizzazione dei beni culturali sono oggi al centro del dibattito nazionale, più che mai attuali”.
Secondo Rivetti, la missione del FAI comprende anche il dialogo tra le generazioni: “Ogni opera d’arte è un ponte tra passato e futuro. Valorizzare il patrimonio significa preservare ciò che i padri lasciano ai figli, e noi vogliamo continuare questo racconto”.
Per il futuro, il presidente regionale del FAI sottolinea la volontà di rimanere al servizio delle comunità: “Vogliamo continuare a supportare iniziative locali, ascoltare le esigenze del territorio e valorizzare i beni culturali insieme ai cittadini”.
Le Giornate FAI d’Autunno nelle Marche confermano come il patrimonio culturale della regione sia un bene vivo, capace di coinvolgere cittadini, giovani e visitatori da ogni parte d’Italia. Come sottolinea Giuseppe Rivetti, valorizzare questi luoghi significa preservare memorie identitarie, alimentare il dialogo tra le generazioni e rafforzare il senso di comunità: un patrimonio che non si guarda solo, ma si vive e si racconta, rendendo la cultura davvero accessibile a tutti.