Partiranno questa sera i lavori di manutenzione dei giunti presenti sul vecchio ponte di Piediripa (quello già esistente) che si trova lungo la strada provinciale 34 Corridoniana, che collega i Comuni di Macerata e Corridonia. “Gli interventi, affidati all’impresa Edile Stradale dei Fratelli Pazzaglia di Valfornace, saranno effettuati di notte per creare minore disagio possibile alla circolazione – spiegano il presidente della Provincia, Sandro Parcaroli e il vicepresidente Luca Buldorini -.
Si tratta di una manutenzione non più rinviabile, in attesa che venga completata la costruzione del nuovo ponte, i cui lavori procedono in maniera spedita e in linea con il cronoprogramma previsto, che poi permetterà di poter intervenire sull’impalcato già esistente in modo più strutturale, dato che si tratta di un ponte piuttosto vetusto che ormai comincia a mostrare tutti i segni dell’età”. Per consentire l’avvio del cantiere che durerà quattro giorni (fino a giovedì 15 agosto 2025), sarà installato un semaforo, in funzione dalle 20 alle 6 del giorno successivo, che garantirà la circolazione con un senso unico alternato e con velocità massima in area di cantiere di 40 km/h.
La FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta ritiene la mobilità sostenibile elemento fondamentale per una moderna politica di sviluppo in grado di coniugare la crescita economica con la tutela della salute e dell'ambiente che crea un enorme miglioramento della qualità del turismo e una migliore qualità della vita dei cittadini.
Affrontare i temi legati ad un nuovo modello di mobilità significa parlare di lavoro, di progetti di piccole opere diffuse in ogni città ed ogni comune, che danno risposte in tempi brevi alle esigenze dei territori e dei cittadini, in una visione meno “auto-centrica”, che punti alla qualità del vivere delle persone.
Nuove imprenditorialità nascono nel mondo del trasporto collettivo, il settore turistico sta conoscendo una forte vitalità economica laddove ha avuto la capacità e la lungimiranza di investire sapientemente nel settore del cicloturismo.
Mobilità sostenibile significa non solo una migliore qualità ambientale, minor inquinamento, minor consumo di suolo, risparmio energetico ma significa anche e soprattutto salute, perché muoversi in bicicletta o a piedi per andare quotidianamente a scuola o al lavoro significa promuovere nei cittadini stili di vita sani, con benefici indiretti enormi, anche in termini economici, per il sistema sanitario.
Affrontare, infine, i temi della mobilità significa dare risposte concrete al tanto dibattuto tema della sicurezza sulle nostre strade: investimenti su questo versante non sono più procrastinabili perché stiamo pagando un tributo nell’ordine di migliaia di vite umane, spesso giovani, non più tollerabile, fatto di morti, feriti, invalidità, sofferenze personali, familiari e collettive.
Tutto ciò premesso, la FIAB chiede ai candidati alle elezioni regionali del 2025, ai partiti e alle forze politiche di tutti gli schieramenti, di assumere i seguenti impegni programmatici.
-Istituire e/o ricostruire l’UFFICIO MOBILITÀ CICLISTICA REGIONALE, che coordini le attività legate anche ad assessorati diversi in chiave di mobilità sostenibile (es. ambiente, trasporti, infrastrutture, sport, tempo libero, turismo, istruzione) e svolga il ruolo di impulso e verifica sulla programmazione regionale in materia, oltre a riprendere la corretta e costruttiva guida come regione chiave nella realizzazione della Ciclovia Adriatica
-Dare priorità al completamento della Ciclovia Adriatica, una delle dieci ciclovie nazionali (percorso BI6 di Bicitalia) candidata a divenire una delle direttrici più importanti della rete EuroVelo, portando a conclusione i tanti lavori già avviati, avviare i lavori delle infrastrutture e dei tratti appena finanziati e finanziare quelli mancanti in accordo con quanto già definito nel PFTE della Ciclovia Adriatica e nel Piano Infrastrutture Marche 2032.
-Insieme alla Ciclovia Adriatica promuovere il completamento delle ciclovie “a pettine” lungo le vallate per collegare in maniera sostenibile anche le aree interne, soprattutto collegando tra loro i tanti tratti realizzati a macchia di leopardo ovunque nel territorio marchigiano completando quelli in fase di realizzazione e avviando quelli mancanti.
-Oltre che ciclabili e ciclovie per il tempo libero e il turismo, settore questo in rapida ascesa che può essere un volano per uno sviluppo economico diffuso sul territorio marchigiano, prevedere interventi ad essi collegato funzionali per la mobilità ciclistica urbana, avviando la redazione e approvazione del Piano Regionale della Mobilità Ciclistica (PRMC).
-Prevedere all’interno di quest’ultimo strumento le necessarie risorse economiche di bilancio per dare concretezza alle progettualità previste sullo stesso Piano e sui già citati PFTE e PIM2032, stabilendo le priorità di intervento sugli itinerari regionali, assicurandone la necessaria manutenzione e cartellonistica regolamentata. Attivando i sistemi di gestione che consentano di creare le giuste politiche di promozione.
-Prevedere una forma di incentivazione, con gli opportuni sostegni economici, per i Comuni di medie dimensioni di dotarsi di strumenti pianificatori quali il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) o il Piano per la ciclabilità (BiciPlan), affinché le politiche amministrative per la mobilità vengano inquadrate in percorsi di ampio respiro e di lunga durata, condivisi con i cittadini, utili a incentivare e promuovere interventi per la sicurezza dei pedoni e ciclisti nonché di tutti gli utenti della mobilità stradale.
-Potenziare e ammodernare il trasporto pubblico per andare incontro anche alle esigenze di una nuova tipologia di utente con bici al seguito e favorire nel contempo l’intermodalità attraverso interventi come bicistazioni, bike-sharing, parcheggi bici adeguati e sicuri. Tutti interventi da attivare anche su un tavolo di collaborazione con FS e Trenitalia per migliorare le infrastrutture marchigiane e adeguare l’accesso ai treni per le biciclette nelle stazioni ferroviarie.
-Istituire un tavolo di confronto/collaborazione permanente con le FIAB locali e i Comuni Ciclabili FIAB, tramite questo coordinamento regionale FIAB che ha individuato al proprio interno, e potrà individuarne altri in futuro, specifici gruppi di lavoro sui temi sopra trattati, riuscendo così la Regione Marche ad avere un supporto da parte di esperti che localmente conoscono accuratamente le problematiche da affrontare.
Ventiquattro ore. È questo il tempo di vita di una Instagram Story. Coincidenza vuole che sia anche la durata media di molte amicizie nell’era dei social. Benvenuti nell’epoca delle relazioni usa e getta, dove bloccare qualcuno è più facile che dire “scusa”.
IL GRANDE BLUFF DELLE CONNESSIONI
Mai così tanti contatti in rubrica, mai così pochi numeri da chiamare in caso di emergenza. I nostri smartphone traboccano di “amici”: WhatsApp, Instagram, TikTok, LinkedIn. Eppure quando serve davvero qualcuno, scopriamo che la maggior parte sono solo figurine sullo schermo.Il paradosso della generazione iperconnessa: 5000 amici su Facebook, 1000 follower su Instagram, zero persone disposte ad aiutarti per un trasloco. Qualcosa non quadra.
L’ARTE DEL BLOCCO PREVENTIVO
Una volta per litigare con un amico serviva coraggio. Guardarsi negli occhi, alzare la voce, sbattere una porta. Oggi basta un click e via: blocco su WhatsApp, unfollow su Instagram, rimozione completa e puff! Come se quella persona non fosse mai esistita.
Il bello (si fa per dire) è che spesso il “crimine” è ridicolo: ha messo like alla foto del tuo ex, non ha risposto entro tre ore, ha condiviso un post che non ti è piaciuto. Reati che una volta si risolvevano con una battuta, oggi si puniscono con la cancellazione totale.
E così il tasto “blocca” è diventato il nuovo “vaffa”. Più elegante, meno rumoroso, ma più definitivo.
LA SINDROME “ZERO DRAMMI”
“Non ho tempo per i drammi” è il nuovo mantra. Traduzione: non ho voglia di fare la fatica di capire perché una persona si comporta in un certo modo. È più comodo premere delete e passare al prossimo.
Questa filosofia da self-help da quattro soldi ci ha convinto che ogni momento di tensione sia “tossico”, che ogni disaccordo sia “energia negativa da eliminare”. Risultato? A forza di fare “pulizie energetiche”, ci ritroviamo con la casa vuota.
IL FAST FASHION DELLE RELAZIONI
Le amicizie social seguono le stesse logiche di Shein: consumo veloce, qualità scarsa, sostituzione immediata. Aggiungi, interagisci, ti annoi, rimuovi. Il ciclo di vita di un’amicizia 2.0 è più breve di quello di una tendenza su TikTok.
LA NOSTALGIA DEL LITIGIO VERO
C’era un tempo in cui litigare con un amico era normale. Ti arrabbiavi, non ti parlavi per una settimana, poi uno faceva il primo passo e tutto tornava come prima. O meglio di prima. Il conflitto rafforzava il legame invece di spezzarlo.
Oggi la prima incrinatura è spesso l’ultima. Non c’è tempo per elaborare, per capire, per perdonare. Il mondo pullula di nuove connessioni da fare, perché perdere tempo a riparare quelle danneggiate?
IL MITO DELL’AMICIZIA INSTAGRAMMABILE
I social ci mostrano solo amicizie perfette: cene sorridenti, weekend da sogno, solo commenti positivi. Così ci aspettiamo che anche le nostre siano sempre: senza conflitti, senza momenti morti, senza la noia della quotidianità.
Ma l’amicizia vera non è un contenuto curato. È fatta anche di silenzi imbarazzanti, opinioni diverse, periodi di lontananza. È umana, quindi imperfetta.
LA RICETTA PER L’ISOLAMENTO PERFETTO
Ingredienti per rimanere soli nell’era dell’iperconnessione:
- 1 kg di aspettative impossibili sugli altri
- Una manciata di tolleranza zero per i conflitti
- Dito pronto al tasto “blocca”
- Paura di investire emotivamente (quanto basta)
- L’illusione che esista sempre qualcuno “migliore”
Mescolate tutto con una buona dose di narcisismo digitale. Lasciate riposare in una bolla di autoreferenzialità. Servite freddo con contorno di solitudine.
L’EPIDEMIA DELL’USA E GETTA
Abbiamo trasformato le persone in contenuti usa e getta. Non intrattengono più? Next. Non rispondono abbastanza velocemente? Next. Hanno un’opinione diversa dalla nostra? Next.
Questa mentalità del “sempre meglio di” ci sta rendendo incapaci di apprezzare quello che abbiamo. Siamo sempre in cerca dell’amicizia perfetta, come fossimo su un’app di incontri.
LA CURA ANALOGICA
Forse è il momento di tornare a trattare le amicizie come facevano i nostri genitori. Con investimento a lungo termine, con la consapevolezza che le persone attraversano momenti diversi, con l’accettazione che non tutto deve essere perfetto sempre.
Prova questo esperimento: la prossima volta che un amico ti delude, invece di bloccarlo, chiamalo. Scoprirai che dietro ogni comportamento “strano” c’è spesso solo una persona che sta passando un brutto momento.
LA MORALE SOCIAL
In un mondo dove tutto scorre veloce come una Story, le amicizie vere sono quelle che resistono agli algoritmi. Non quelle perfette da postare, ma quelle autentiche da vivere. Non quelle senza conflitti, ma quelle che sanno attraversarli.
Le persone non sono contenuti. Non hanno bisogno di essere sempre interessanti, sempre disponibili, sempre positive. Hanno solo bisogno di essere umane.
E l’umanità, per definizione, non è mai perfetta. Ma è l’unica cosa che vale davvero la pena conservare.
Via libera libera dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata ai lavori di miglioramento sismico della chiesa di Santa Maria di Valfucina, situata in località Elcito nel territorio della Riserva naturale regionale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito.
Il progetto, autorizzato in risposta a una richiesta dell'Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche, mira a riparare i danni subiti dall'edificio a seguito degli eventi sismici del 2016 e seguenti, che lo avevano reso inagibile.
La chiesa, parte di un complesso abbaziale benedettino dell'XI secolo, era stata gravemente danneggiata già nel 1799. La struttura attuale risale ai primi anni dell'Ottocento. I lavori previsti dal progetto sono complessi e mirano sia al miglioramento sismico che al restauro e al ripristino. Tra gli interventi autorizzati ci sono il miglioramento sismico delle murature, dei solai e della copertura, il rifacimento della pavimentazione della chiesa e della cripta, il ripristino dell'accesso alla cripta con la realizzazione di una nuova scala esterna, il consolidamento e il restauro delle volte della cripta e di una colonna mancante. Previsti anche interventi di restauro e finitura, tra cui la pulitura delle superfici, il restauro del portone d'ingresso e la sostituzione degli infissi.
La Soprintendenza ha dettato precise prescrizioni per l'esecuzione dei lavori, in particolare per quanto riguarda la tutela storico-artistica e archeologica. In virtù della lunga storia dell'edificio e dei possibili ritrovamenti, tutte le operazioni di scavo saranno eseguite con la continua assistenza di archeologi e, per lo svuotamento dell'ossario, anche di un antropologo fisico.
Con questa autorizzazione, si compie un passo fondamentale per restituire alla comunità settempedana un luogo di grande valore storico, artistico e spirituale.
Coraggio, dedizione e visione: sono questi i pilastri su cui si fonda la storia della Pallottini Antincendi, autentica eccellenza civitanovese nel settore della sicurezza e prevenzione incendi da oltre 50 anni. Fondata nel 1973 da Quintilio Pallottini e Laura Gaetani, l’azienda è cresciuta anno dopo anno fino a diventare un punto di riferimento per affidabilità e competenza. Dopo la scomparsa del marito, Laura, donna imprenditrice determinata e lungimirante, ha raccolto il testimone con straordinaria forza, guidando l’impresa attraverso sfide e cambiamenti, sempre fedele ai valori che ne hanno sancito il successo.
Il sindaco Fabrizio Ciarapica, in visita presso la sede, ha voluto celebrare questa storia di impegno e passione consegnando a Laura una targa commemorativa a nome dell’Amministrazione comunale, come riconoscimento del valore umano, imprenditoriale e sociale che Pallottini Antincendi rappresenta per il territorio.
“Dietro ogni azienda di successo c’è lavoro, fatica, passione - ha detto il Sindaco - e qui c’è tutto questo, insieme all’orgoglio di una famiglia che ha saputo affrontare ogni sfida con coraggio e unità. Un’azienda che per oltre 50 anni ha garantito eccellenza e innovazione, mantenendo intatti i valori della famiglia, della professionalità e del legame con la città”.
Accanto a Laura oggi c’è l’amministratore delegato Emanuele Bongiorno, i figli, molti altri familiari e un team di professionisti altamente qualificati. “Molto è cambiato da quel lontano ’73, quando tutto veniva annotato a mano su fogli sparsi. Oggi l’azienda è totalmente digitalizzata, proiettata verso un futuro ancora più innovativo e con ambiziosi progetti di espansione – ha raccontato Laura, visibilmente commossa –. Il mio grazie va al Sindaco per questa visita, alla mia famiglia, ad Emanuele e a tutti i nostri dipendenti: siamo una grande e bella famiglia, e questo è il segreto della nostra forza”.
Nella corte dei commentatori e politici della provincia, e oltre, si respira un’aria densa, contaminata dal periglioso virus ‘Campagna Elettorale- 2025’, a causa del quale appena uno finisce di starnutire inevitabilmente un altro inizia. E così vassalli, valvassori, eleganti paggi, in preda agli effetti collaterali, scalpitano, battono compulsivamente sulle tastiere subendo quella tipica, incontenibile eccitazione mista a tremore influenzale.
A essere coinvolti dalla "Campagna Elettorale" pare siano anche la ‘favella’ e il lobo occipitale; il modo di interloquire o scrivere del ‘mal colpito’ fa supporre che sia realmente convinto di trovarsi sugli spalti di uno stadio o su un ring a dare pugni, o persino all’interno di un dibattito politico, in un perenne conflitto (lungi dall’essere d’interessi!).
Ma il più duraturo e il più insidioso sintomo di questo corporale flagello parrebbe un'incontrollata inclinazione a raccontare ardentemente, eventi e opere con dovizia di parzialità e approssimazione.
A tal riguardo, mentre infuria il roboante, rombante dibattito sulla Zes concessa alla Regione, sull’inizio dei lavori della Pedemontana Sud, c’è un documento nevralgico, perlopiù ignoto all’opinione pubblica (e talvolta anche a quella politica) che, potenzialmente, potrebbe riguardare una parte consistente dei Comuni colpiti dal sisma del 2016.
Una questione che getta una serie di interrogativi e perplessità rispetto alle dichiarazioni lanciate dai politici dei vari schieramenti e che si collega direttamente all'Obiettivo 4 del Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne (PSNAI) pubblicato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri nel Marzo 2025, dal titolo: "Accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile" (p. 45 del documento, di pubblica fruizione). Si riporta di seguito il paragrafo:
"Un numero non trascurabile di Aree interne si trova già con una struttura demografica compromessa (popolazione di piccole dimensioni, in forte declino, con accentuato squilibrio nel rapporto tra vecchie e nuove generazioni) oltre che con basse prospettive di sviluppo economico e deboli condizioni di attrattività. Queste Aree non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza ma non possono nemmeno essere abbandonate a sé stesse. Hanno bisogno di un piano mirato che le possa assistere in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento in modo da renderlo socialmente dignitoso per chi ancora vi abita".
Un piano strategico che, partendo dall’Obiettivo 1 in poi, dà quasi l’impressione di un accompagno graduale a fine vita. Soffermiamoci poi sull’Obiettivo 3, che è quello più auspicato per "tenere aperta la possibilità di miglioramenti futuri" nelle aree interne (p. 45). Per far sì che venga raggiunto, si implica una richiesta imperniata su un consistente e non trascurabile "Se".
Con il fine di un "rallentamento della diminuzione delle nascite", si "richiede comunque un aumento del numero medio di figli per donna (nello scenario mediano italiano passa dagli attuali 1,2 a quasi 1,4 nel 2050)".
Se questo obiettivo non dovesse essere raggiunto, la situazione demografica peggiorerebbe a tal punto da “compromettere del tutto una sostenibilità nel breve-medio periodo”. Dopodiché, ci sarebbe solo l’“Accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile”.
Oltre all’atto d’amore, fondamentale e auspicabile nella sua inconsumabile durevolezza, i dati Istat parlano di crisi della natalità che rende tutt’altro che scontato il raggiungimento del “Rallentamento della riduzione delle nascite” nel breve-medio periodo: la fecondità è scesa nel 2024 al minimo storico di 1,18 figli per donna.
Con i dati sott’occhio, si capisce ancor meglio la natura emergenziale della situazione e l’impossibilità di permettersi politiche di buon proposito ma non effettivamente strutturali, dettagliate e a lungo termine. Ancor meno ci si può permettere una propaganda incalzante con scommesse lanciate in prossimità delle Regionali a mo’ di carico sul tavolo della Briscola. Una puntualità che solleva dubbi sul ‘modus operandi’ tecnico e strategico.
Così, mentre si plaude fragorosamente nei cantieri stradali all’ottimismo come “profumo della vita", c’è il rischio che piombi sulla testa quello che gli ottimisti chiamano “porta fortuna”, anche se in questo caso il profumo lascia a desiderare.
Alla fine, permane un interrogativo: come evitare che il tanto auspicato ritorno nelle aree interne si riduca, nel migliore dei casi, a una villeggiatura in quelle che un tempo erano case di vita? O che eventi spot, per quanto con una loro dignità culturale, attirino folle di passaggio, destinate a svanire appena questi si concludono?
La flotta di Trenitalia nelle Marche si allarga. Questa mattina alla stazione di Ancona sono stati presentati cinque nuovi treni elettrici monopiano che circoleranno da Ancona verso Ascoli, Pesaro e Fabriano, attraversando tutte le località del territorio.
"Procediamo in modo spedito e abbiamo quasi ultimato il completo rinnovo della flotta a disposizione della Regione Marche. - afferma Gianpiero Strisciuglio, amministratore delegato e direttore generale di Trenitalia - Siamo arrivati a 22 convogli nuovi e nei prossimi mesi arriveremo a 25 con il rinnovo totale. Non è mai capitato a Trenitalia di presentare cinque treni nuovi, è un evento storico".
I treni, dal colore verde, raggiungono una velocità di 160 chilometri all'ora e consentono il trasporto di 530 persone con circa 300 posti a sedere. I consumi energetici, secondo quanto comunica Trenitalia, sono ridotti del 30% e i mezzi sono riciclabili fino al 95%. Con quelli presentati oggi diventano dieci i treni monopiano di ultima generazione a disposizione delle Marche.
"La Regione e Trenitalia hanno investito molto su questa flotta. - dichiara il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli - Un'opportunità importante. La tipologia dei treni è sostenibile, sono molto accoglienti, funzionali ed è importante far comprendere che oggi viaggiare sul regionale è comodo, accogliente e sostenibile. Resta importante potenziare il trasporto sostenibile e su ferro".
La consegna dei treni di oggi rientra nel programma di investimenti previsti dal contratto di servizio quindicennale firmato nel 2019 da Trenitalia e Regione e che prevede oltre 300 milioni investimenti, di cui 37 a carico della Regione.
Il Presidente della Provincia, Sandro Parcaroli, ha approvato il progetto esecutivo relativo agli interventi di restauro, miglioramento sismico e risanamento conservativo del Palazzo del Governo, a Macerata, che ospita la Prefettura e alcuni uffici della Questura. Adesso si dovrà procedere con l’apertura della gara per l’affidamento dei lavori, per complessivi 16.445.038 euro finanziati dall’Ufficio speciale per la Ricostruzione.
“Dopo il terremoto del 2016 il Palazzo ha manifestato problemi strutturali che hanno generato la chiusura di determinate aree dell’immobile, per cui risultano interamente inagibili il secondo piano, il terzo e il sottotetto – spiega Parcaroli –. Dopo una serie di incontri e sopralluoghi, in cui è stata coinvolta anche la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio perché il palazzo è un edificio storico vincolato, è stato approvato il progetto che si configura in prima istanza come un intervento di adeguamento a norma, con particolare riferimento agli aspetti impiantistici, al miglioramento strutturale sia in termini di resistenza statica che sismica e al restauro, nel rispetto delle caratteristiche storico - artistiche dell’edificio”.
Il progetto esecutivo redatto dal raggruppamento temporaneo di professionisti composto da Studio tecnico associato gruppo Marche, Ingegneri riuniti spa, geol. Lenzi Alessandra, Studio Due Esse di Sonia Stipa restauratore e Valentina Muzii Studio di Restauro, prevede l’incremento della sicurezza sismica del palazzo, oltre al ripristino degli elementi che presentano fragilità a livello statico (controsoffitti in canniccio). Gli interventi previsti riguarderanno il consolidamento delle murature (rinforzo delle architravi, consolidamento delle angolate, ecc), dei solai di piano (solette integrative, affiancamento di travi, rinforzo delle volte) e delle coperture, oltre alla rimozione delle superfetazioni (es. bagni e balconi) incoerenti o staticamente precarie e conseguente ripristino delle superfici di facciata. Dal punto di vista impiantistico, invece, è previsto l’incremento dell’efficienza energetica dell’intero edificio, parallelamente all’adeguamento delle componenti che lo caratterizzano, attraverso un’opportuna revisione dell’intero impianto.
“Gli interventi saranno suddivisi in diverse fasi che interesseranno prima la porzione dell’edificio dove attualmente è ospitata la Prefettura, i cui uffici saranno trasferiti nella vicina sede del Provveditorato, all’interno del quale sono terminati i lavori di restauro – continua Parcaroli -. Una volta che anche il palazzo della Prefettura sarà stato recuperato e gli uffici potranno tornare in piazza della Libertà, verrà avviato il cantiere per il recupero anche della parte del Palazzo del Governo dove si trova la Questura. Un ringraziamento importante va all’Ufficio Speciale per la Ricostruzione che, con l’ordinanza speciale 24, ha individuato e approvato come urgente e di particolare criticità il complesso unitario degli interventi di ricostruzione degli edifici della Provincia che si trovano nel complesso immobiliare di piazza della Libertà”.
Un incontro carico di significato si è svolto ieri mattina presso il Consiglio regionale delle Marche, dove il consigliere Renzo Marinelli ha accolto un gruppo di studenti internazionali ospiti del Campus Magnolie di Castelraimondo. Gli studenti, provenienti da diversi Paesi del mondo, sono in gran parte discendenti di emigrati marchigiani e rappresentano un legame profondo tra le Marche e le comunità marchigiane all’estero.
«Ieri mattina ho avuto il piacere di accogliere in Consiglio regionale un gruppo di studenti provenienti da diversi Paesi del mondo, attualmente ospiti del Campus Magnolie di Castelraimondo, una delle scuole di lingua italiana per stranieri più rinomate a livello nazionale e internazionale. Molti di questi ragazzi sono discendenti di emigrati marchigiani e rappresentano un ponte ideale tra le Marche e le comunità marchigiane nel mondo. Attraverso lo studio della lingua italiana e la conoscenza diretta del nostro territorio, rafforzano un legame profondo con le proprie origini e si fanno portavoce, nei loro Paesi, della nostra cultura e dei nostri valori. A ciascuno di loro è stato donato un volume del Consiglio regionale, simbolo di un’istituzione che si riconosce anche nei cittadini marchigiani all’estero e nei loro discendenti. È stato un momento intenso di dialogo, ascolto e condivisione, che conferma quanto sia importante promuovere occasioni di incontro come questa».
Il consigliere Marinelli ha poi voluto esprimere un particolare ringraziamento al fondatore del Campus: «Un sentito ringraziamento va al Campus Magnolie e al suo fondatore Pierpaolo Casoni per l’eccellente lavoro svolto in questi anni: una realtà educativa di assoluto valore, che offre agli studenti un percorso formativo unico, con esperienze sul campo in tutta Italia alla scoperta delle bellezze naturali, culturali e artistiche del nostro Paese. Iniziative come questa dimostrano quanto la cultura, la formazione e l’internazionalizzazione siano strumenti strategici per valorizzare le eccellenze delle Marche e tenere viva, anche a migliaia di chilometri di distanza, la memoria e l’identità della nostra terra».
Nelle Marche scattano due distinti divieti temporanei di balneazione, dovuti a motivazioni differenti ma accomunati dalla necessità di tutelare la salute pubblica.
Ad Ancona, il Comune ha disposto il divieto di fare il bagno nei tratti di mare di Ascensore Passetto e Pietralacroce, in seguito alle analisi effettuate dall’ARPAM (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche). I campionamenti hanno infatti rilevato un innalzamento della concentrazione della Ostreopsis Ovata, un'alga microscopica conosciuta anche come “alga tossica”.
Le autorità sanitarie raccomandano di non consumare molluschi e ricci di mare pescati nelle due zone interessate, sottolineando che l’Ostreopsis Ovata è in grado di produrre effetti tossici per inalazione e per contatto, soprattutto attraverso l’aerosol marino. I sintomi, che possono includere irritazioni delle vie respiratorie, vertigini, tosse, congiuntivite, dermatiti e nausea, tendono a scomparire entro 24-36 ore.
A San Benedetto del Tronto, invece, lo stop ai bagni è stato imposto dal sindaco Antonio Spazzafumo dopo che le analisi dell’Arpam hanno rilevato una contaminazione da Escherichia Coli oltre i limiti consentiti dalla legge. I punti critici individuati sono alla foce del torrente Ragnola e nel tratto di mare davanti a piazza Salvo D’Acquisto, a Porto d’Ascoli.
Le piogge intense e le recenti bombe d’acqua che hanno colpito il Piceno nei giorni scorsi, con conseguenti allagamenti, sono con ogni probabilità alla base dell’innalzamento della carica batterica.
In entrambi i casi, le amministrazioni hanno provveduto a installare segnaletica temporanea per informare cittadini e turisti. I divieti resteranno in vigore fino a nuovo ordine, ovvero finché i parametri di sicurezza non rientreranno nei limiti previsti dalla normativa.
Un secolo di sole, mare e ospitalità: sabato 2 agosto, sulla spiaggia di Porto Recanati, si è celebrato il centenario dello stabilimento balneare Il Faro, un punto di riferimento per generazioni di turisti e cittadini. Un traguardo raro, che racconta non solo la storia di una famiglia, gli Scalabroni, ma anche l’evoluzione stessa del paese, passato da borgo di pescatori a rinomata meta turistica della Riviera marchigiana.
La festa, che ha visto la partecipazione di autorità civili, militari e religiose ha celebrato il centesimo anniversario ripercorrendo la storia dal lontano 1925 ad oggi. Dai suoi fondatori Filomena Giri e Vincenzo Scalabroni passando per la gestione degli anni ’50 e ’60 con i Fratelli Scalabroni, Vincenzo, Ida, Valentino e sua moglie Rosa Alessandrini, segnando l’inizio della vocazione turistica di Porto Recanati, presto ribattezzata "Il Salotto sul Mare".
Dopo una breve parentesi sotto un’altra gestione, nel 1993 la svolta decisiva: Beatrice Mignanelli e Mauro Scalabroni, con coraggio e grandi sacrifici, decisero di ricomprare Il Faro. È grazie a loro, e al supporto di alcune figure chiave, che lo stabilimento si è trasformato in un moderno balneare con 200 ombrelloni e tra i primi a introdurre il servizio di ristorazione a Porto Recanati.
Dal 2021 la torcia è passata alla quarta generazione, con la guida di Diego Scalabroni, affiancato dai genitori e dalla sorella Eleonora. Oggi Il Faro non è solo un’impresa, ma una vera comunità: dà lavoro a 25 persone e conta clienti affezionati che non rinunciano al loro posto al sole, anno dopo anno. Tra loro, dodici famiglie hanno conquistato l’“ombrellone d’oro”, simbolo di oltre cinquant’anni di fedeltà.Nonostante le sfide del settore – dalla direttiva Bolkestein all’erosione costiera – la famiglia Scalabroni guarda avanti, con un progetto di ristrutturazione pronto a prendere vita.
Il Faro ha ricevuto di recente l’encomio dell’Assemblea legislativa della Regione Marche, che ha riconosciuto il valore di una realtà che, da cento anni, contribuisce a scrivere la storia di Porto Recanati e delle Marche. Il Faro ringrazia tutti i partecipanti, in particolare il Sindaco Michelini e la Senatrice Leonardi che hanno dato lustro e valore ad una serata che rimarrà impressa nella storia del balneare.
Gualdo – Si è tenuta giovedì 31 luglio al Teatro Nuovo di Gualdo la presentazione de “Il Mistero de Rotschild”, il nuovo libro di Francesco Torresi dedicato al controverso “Giallo dei Sibillini”, una vicenda ancora avvolta da molte ombre e recentemente tornata d’attualità. A moderare l’incontro l’ex Questore di Macerata Giorgio Iacobone, con la partecipazione del giornalista Maurizio Verdenelli e l'assessore Monia Batassa.
Il libro, pubblicato nei mesi scorsi, affronta il celebre caso delle due donne scomparse nei primi anni ’80 e ritrovate anni dopo nei boschi dei Sibillini. Torresi, durante la presentazione, ha spiegato il senso e la genesi della sua opera: “Il libro ripercorre una vicenda che è ben conosciuta da tutti gli abitanti di Sarnano. Con questa pubblicazione ho colmato un vuoto: nessuno aveva mai raccontato la vicenda assumendo il punto di vista del paese e dei suoi abitanti”.
La riapertura delle indagini, avvenuta nel novembre scorso, ha spinto l’autore a portare a termine un lavoro che durava da anni: “Il caso è tornato alla ribalta con la riapertura dell’indagine lo scorso novembre e così ho deciso di completare il manoscritto, su cui ho lavorato un paio d’anni, e darlo alle stampe”.
L’opera è strutturata in due parti ben distinte ma collegate: “Nella prima parte racconto gli ultimi momenti delle due donne a Sarnano e i primi giorni di indagine. Nella seconda ho ricostruito l’attività investigativa fino al 1982, quando furono ritrovati i due cadaveri”.
Una figura centrale nella narrazione è quella del geometra Nazzareno Venanzi, una delle poche persone che ebbe contatti diretti con una delle vittime, all’epoca impegnata nella ristrutturazione di un casale: “Parte fondamentale del racconto si basa su quanto vissuto dal geometra Nazzareno Venanzi, tecnico scelto dalla signora inglese per la ristrutturazione del casale che aveva acquistato. Lui è stata la fonte più importante con i suoi ricordi e gli aneddoti che contornano i fatti accaduti”.
Si è conclusa ieri sera all’Arena Carlo Didimi, la 45esima edizione della Disfida del Bracciale di Treia. La finalissima, rinviata di un giorno a causa del maltempo, ha incoronato l’Onglavina, che si è imposta con un netto 6-2 al termine di una partita avvincente, seguita da un pubblico numeroso e appassionato.
Grande la soddisfazione da parte del Sindaco Franco Capponi, che ha commentato: «La Disfida del Bracciale non è solo una manifestazione sportiva, ma un’occasione per valorizzare la nostra identità e le nostre radici. L’esperimento di rinnovare l’Ente Disfida affidandolo a un gruppo di giovani, si è rivelato vincente e ha portato nuova energia e un grande successo di pubblico. La nuova formula, con la sfilata storica, la finalissima Juniores e la valorizzazione delle giovani leve, è stata molto apprezzata. Nonostante il rinvio a lunedì, la finale è stata seguitissima e uno spettacolo straordinario. Un successo anche la proposta d’intrattenimento col dj Angemi e una piazza della Repubblica gremita da un tutto esaurito».
Grande partecipazione anche intorno alle taverne, che hanno accolto migliaia di visitatori e treiesi, offrendo i sapori della cucina tipica locale e contribuendo all’atmosfera di festa che ha animato il centro storico. A tracciare un bilancio positivo anche Raffaele Pierucci, presidente dell’Ente Disfida: «La rievocazione storica che precede la partita è un momento solenne, che restituisce a Treia il fascino del tempo passato. Figuranti, associazioni, volontari e lo staff di giovani che lavora da mesi sono il cuore pulsante di questa manifestazione. Grazie anche agli sponsor e all’importante contributo del Comune, che hanno reso possibile un’edizione ricca e partecipata».
Il premio Carlo Didimi allo sportivo dell’anno è andato a Giulia Ranzuglia, maratoneta, protagonista di un’impresa incredibile solo qualche settimana fa nella Death Valley in California (LEGGI QUI), dove ha percorso 217 chilometri entro 47 ore, arrivando a un percorso trail che porta alla cima del monte Whitney.
Il premio Ernesto Raponi al miglior giocatore seniores della Disfida è andato a Mattia Bruzzesi. Con la vittoria dell’Onglavina cala il sipario su un’edizione intensa e coinvolgente della Disfida del Bracciale, che si conferma come uno degli appuntamenti più identitari e sentiti del territorio, pronta a rinnovarsi ancora con lo stesso spirito di passione e appartenenza.
Si è svolto ieri sera l’incontro promosso dai residenti della Contrada Botonto e delle zone limitrofe, allarmati dalla possibile localizzazione di una nuova discarica nel territorio. Decine di cittadini, famiglie, agricoltori e operatori del settore turistico si sono ritrovati per condividere preoccupazioni, informazioni e proposte concrete.Durante l’assemblea, sono stati numerosi gli interventi che hanno evidenziato le gravi criticità legate a questa ipotesi. È emerso che la scelta di inserire Botonto tra le aree potenzialmente idonee sarebbe basata esclusivamente su valutazioni di tipo geologico condotte dall’Università Politecnica delle Marche.
Valutazioni che, però, ignorano del tutto altri fattori determinanti come: la scarsa viabilità della zona, con strade strette e difficili da percorrere per mezzi pesanti, incompatibili con un traffico legato a un impianto di smaltimento rifiuti; la presenza di numerose aziende agricole e biologiche, che verrebbero messe in grave difficoltà da una discarica a pochi passi dai loro campi; la realizzazione, ormai prossima, di una pista ciclabile che dovrebbe valorizzare proprio quell’area come luogo di fruizione lenta e sostenibile del territorio; la presenza del seminario internazionale Redemptoris Mater, da anni meta di gruppi turistici e spirituali provenienti da tutta Europa, che verrebbe irrimediabilmente danneggiata da un impianto del genere.
L’assemblea si è conclusa con la costituzione di un comitato civico che avrà il compito di seguire da vicino ogni fase del processo decisionale, raccogliere documentazione, promuovere la partecipazione dei cittadini e avviare un confronto pubblico con le istituzioni. Il comitato, aperto a tutti, si propone come voce unitaria e determinata del territorio, per affermare un principio semplice e condiviso: Botonto non è il posto per una discarica, ma per un futuro sostenibile.
Sta per Zona Economica Speciale e si traduce così: le Marche le nuove Isole Cayman d’Italia. Lo ha annunciato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ad Ancona prima e poi a Cessapalombo, scegliendo una simbolica duplice tappa marchigiana, passando in meno di tre ore dal Capoluogo all’entroterra maceratese per comunicare un provvedimento storico che coinvolge le Marche intere.
Per le imprese Zes significa molte cose: enormi benefici fiscali, crediti d’imposta per acquistare macchinari, riduzione dei dazi doganali d’importazione, meno tasse, riduzione del 50% dell’imposta sui redditi e sui profitti societari per le nuove imprese che investono qui, aiuti per Ricerca e Sviluppo, formazione dei dipendenti, incentivi all’occupazione, disponibilità di aree industriali a prezzi ridotti e sgravi sulla tassazione immobiliare.
Per ogni euro investito nelle Marche ci saranno più di due volte e mezzo di ritorni in benefici (il rapporto è 1:2,6): nuove attività, nuova occupazione, soprattutto giovanile, meno costi per le imprese, più competitività e più opportunità per sviluppare i loro processi di internazionalizzazione che generano l’aumento del PIL regionale.
Con la Zes le Marche, retrocesse dall’Unione Europea nel 2018 tra le regioni “in transizione”, quelle ad un passo dal sottosviluppo, hanno grandi prospettive di crescita e ritorneranno ad essere una delle locomotive d’Europa, orgoglio del Made in Italy nel mondo, uno dei territori a più elevato livello di benessere e qualità della vita.
Il PD s’aggrappa al sentimento che più di tutti prevale nelle ultime settimane: l’invidia di chi, come la tanto vituperata filiera istituzionale Ancona-Roma, le cose le annuncia e le fa, riparando ai disastri dei governi passati, guarda caso tutti a guida PD e dintorni.
Molti esponenti della sinistra, anche a livello nazionale, agitano un sentimento anti-Marche senza precedenti, additando l’annuncio del Presidente del Consiglio come fosse un escamotage elettorale pro-Acquaroli, dimenticandosi che la Presidente Meloni ha voluto inserire nella Zes anche l’Umbria, regione da qualche mese passata a guida PD.
Dalle parti di Ancona e Macerata, dalle zone del sisma a quelle dell’alluvione, molti si ricordano di Presidenti del Consiglio che venivano a farsi i selfie o le passeggiate, lesinando spiccioli e promesse vuote.
Il girone dantesco degli invidiosi sta esplodendo e si avvicina una riscrittura in chiave moderna della Divina Commedia con nuovi personaggi e nuove pene da scontare.
Giornata storica per le Marche, da segnare in rosso sul calendario, una di quelle destinate a cambiare il volto di questa regione.
Gioco, partita e incontro. Il PD al tappeto è già al lavoro per le regionali del 2030.
“Una grande impresa sportiva e una delle promozioni più belle del nostro territorio, uno splendido risultato per il quale ti siamo grati”. Con parole di stima e di gratitudine il Consiglio regionale ha premiato, nel corso di una cerimonia a Palazzo delle Marche, il ciclista Tonino Pieroni, protagonista di un viaggio sulle due ruote da Camerino a Capo Nord, che lo ha impegnato ventisei giorni per 4200 chilometri.
“I nostri territori – ha sottolineato il Consiglio regionale – hanno bisogno, oltre che di una ricostruzione materiale, di una ricostruzione sociale, economica, culturale, sportiva e in questa logica l’impresa di Tonino Pieroni si inserisce perfettamente. Questa medaglia è il simbolo di un ringraziamento da parte delle istituzioni regionali, nella speranza che questo successo non sia un punto di arrivo, ma di partenza per nuove sfide”.
Nel corso della cerimonia è stato inoltre evidenziato come il risultato “sia stato il frutto di un lavoro di squadra”, con ringraziamenti rivolti al Comune di Camerino e al suo sindaco, Roberto Lucarelli, e alla Pro Loco, con la presidente Delfina Benedetti, che hanno patrocinato e sostenuto il progetto insieme all’Assemblea legislativa.
“Ho realizzato questo sogno – ha raccontato Pieroni, dipendente Cotram e donatore Avis – orgoglioso di poter rappresentare la mia regione in Europa. Ci sono stati giorni di difficoltà, non lo nego, ma ci hanno sempre aiutato la determinazione e la tenacia”.
Sono intervenuti il presidente del Cotram, Stefano Belardinelli, Rosa Piermattei, sindaco di San Severino Marche, comune di origine del team di accompagnatori dell’atleta, composto da Mario Moscatelli e Lorenzo Stura, e il diplomatico Salvador Miguel Porcaro, interlocutore per le tappe all’Ambasciata di Copenaghen e Stoccolma. Presenti alla cerimonia anche i familiari del ciclista camerte.
È stato ufficialmente avviato il primo intervento per la realizzazione della “Pedemontana Sud delle Marche”, un’infrastruttura viaria attesa da oltre cinquant’anni. I lavori, iniziati nel comune di Cessapalombo, lungo un tratto di 1,7 chilometri delle statali 502 e 78, per un costo complessivo di oltre 21 milioni di euro, rappresentano il primo passo verso l’ammodernamento dell’itinerario Belforte del Chienti – Mozzano, destinato a collegare in maniera più rapida e sicura le province dell’entroterra con il sud della regione.
Alla cerimonia di apertura del cantiere hanno partecipato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, arrivata in elicottero direttamente da Ancona, il commissario straordinario del Governo per la ricostruzione post-sisma 2016 Guido Castelli, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, l’amministratore delegato di Anas Claudio Andrea Gemme, il presidente di Anas Giuseppe Pecoraro, il soggetto attuatore del piano viabilità, Fulvio Maria Soccodato e il sindaco di Cessapalombo, Giuseppina Feliciotti.
Per Giorgia Meloni, si tratta di un momento destinato a segnare una svolta nel futuro della regione. “La giornata di oggi cambierà il destino di questo territorio – ha dichiarato –. La Pedemontana è fondamentale e tirerà fuori le Marche da un isolamento insensato, considerata la sua posizione geografica”. La premier ha poi sottolineato il valore economico e sociale dell’opera, evidenziando come “Il made in Italy non esisterebbe se non ci fosse la Regione Marche. Si tratta di consentire alle aziende che fanno prodotti straordinari di trasportare quei prodotti più facilmente e allo stesso tempo di dare a ogni marchigiano che abita in queste zone la pari opportunità di mobilità, di lavoro e di servizi”. Meloni ha inoltre annunciato un provvedimento molto atteso dai territori dell’Appennino: “Approveremo una norma che consente a tutta la Regione Marche e alle sue aziende di utilizzare la Zona Economica Speciale”. Una decisione che punta a rilanciare lo sviluppo e ad attrarre investimenti in aree spesso penalizzate da carenze infrastrutturali.
Nel corso della conferenza, il presidente della Regione, Francesco Acquaroli ha dichiarato: "Quando abbiamo iniziato a parlare di Pedemontana, pochi ci credevano. Eppure, grazie all’impegno congiunto del Governo e della Regione, oggi il cantiere è realtà”. Acquaroli ha poi aggiunto che la nuova infrastruttura rappresenta un investimento cruciale per il futuro del territorio: “È un investimento sulle persone che sono rimaste, sugli imprenditori, sui pastori, su chi ha scelto di non andarsene”.
Grande soddisfazione è stata espressa anche dal commissario straordinario Guido Castelli, che ha definito la giornata “storica”. Secondo Castelli, “la ricostruzione è anche infrastrutturale, e con l’avvio della Pedemontana Sud nel tratto di 1,7 km a Cessapalombo compiamo un passo decisivo”. Il commissario ha ricordato come tutto sia nato “anni fa in Cabina di Coordinamento, quando portammo avanti una battaglia per utilizzare i fondi del programma Next Appennino anche per le strade, riuscendo così ad avviare il programma RiViTA che da Fabriano all’Aquila, passando per Spoleto e Rieti, ricuce l’Appennino fino a riconnetterlo con le Marche”.
L’opera, ha proseguito Castelli, “cambierà la viabilità come già accaduto con il collegamento Foligno–Civitanova, consentendo tempi di percorrenza commercialmente competitivi tra Fabriano e Ascoli Piceno. Il nostro entroterra, vitale ma segnato dallo spopolamento, ha bisogno di essere interconnesso: investire in infrastrutture significa investire nelle persone e nelle comunità”.
A rappresentare le istanze del territorio, il sindaco di Cessapalombo Giuseppina Feliciotti che ha espresso l’importanza dell’opera per le comunità dell’entroterra maceratese: “L’avvio dei lavori per la Pedemontana Sud è un momento storico; un’infrastruttura attesa da oltre cinquant’anni, che per le nostre comunità ha sempre rappresentato un sogno e oggi diventa realtà”. Secondo Feliciotti, il completamento dell’infrastruttura rappresenta “una concreta possibilità di sviluppo per le piccole realtà locali, come Cessapalombo e i Comuni limitrofi”. Le piccole zone artigianali, ha aggiunto, “potranno finalmente crescere, attrarre nuovi investimenti e generare occupazione, contribuendo al benessere della nostra comunità. Noi sindaci, in progetti di tale portata, rivestiamo un ruolo fondamentale: non solo rappresentiamo, ma abbiamo anche il compito di spiegare la complessità di un progetto e illustrarne i benefici concreti”.
Tappa finale a Macerata per la giornata marchigiana dell’On. Matteo Salvini, Segretario Federale della Lega Salvini Premier, Ministro delle Infrastrutture e Vicepresidente del Consiglio dei Ministri. Il leader del Carroccio è arrivato in Piazza Mazzini intorno alle 19:30, accolto da una folta rappresentanza di dirigenti e amministratori locali, con un incontro pubblico presso il gazebo della Lega.
La visita rientra in un tour che ha toccato diverse città della regione, partito al mattino da Pesaro, per poi proseguire verso Fano e Senigallia, fino a concludersi proprio a Macerata, che Salvini ha definito “dulcis in fundo”, ricordando con soddisfazione l’invito ricevuto da tempo dal sindaco Sandro Parcaroli.
Attimi di apprensione si sono vissuti poco prima dell’arrivo del Ministro, quando la consigliera regionale Anna Menghi ha accusato un malore: è stato necessario l’intervento di un’ambulanza e il trasferimento al pronto soccorso, ma la situazione sembra essere sotto controllo.
A fare gli onori di casa insieme al sindaco Sandro Parcaroli, c’erano il segretario regionale della Lega Marche Giorgia Latini, il segretario cittadino e capogruppo consiliare Aldo Alessandrini, il delegato provinciale Mauro Lucentini, il vicepresidente regionale Filippo Saltamartini e numerosi esponenti della Lega a livello comunale e regionale.
Salvini ha parlato con i giornalisti, tracciando un bilancio della giornata e affrontando alcuni temi politici chiave, tra cui le prossime elezioni regionali e il caso giudiziario che coinvolge Matteo Ricci, attuale candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Marche: “Ho passato l’intera giornata senza polemizzare sulle inchieste che riguardano Ricci e il PD. Non voglio vincere per le indagini ai danni degli altri, anzi gli auguro di dimostrare la sua innocenza: le accuse sono pesanti. Ma, a differenza della sinistra che ci condanna ancora prima dei processi, io credo nella presunzione d’innocenza. Noi vinciamo per ciò che abbiamo fatto, non per i problemi degli altri”.
Sui sondaggi e sulla performance del partito, il Ministro ha tagliato corto: “Tutti sbagliano qualcosa. A Macerata mi accontento di essere il primo partito. L’importante è vincere nelle Marche e confermare il buongoverno di Francesco Acquaroli. Ho visto liste aperte, con candidati nuovi. Anna Menghi qui ha fatto un lavoro eccezionale. Ma tutti i nostri candidati corrono per vincere: ciò che conta è il successo della coalizione”.
Parole di stima anche per il sindaco Sandro Parcaroli, che ha però definito affettuasamento 'invecchiato': “Parcaroli candidato per un nuovo mandato? Calma! Facciamogli finire questo mandato, che è già invecchiato di parecchio... È sicuramente uno dei sindaci con cui mi sento più spesso, un valore aggiunto per la città. Sono molto orgoglioso di lui”.
Salvini ha poi ricordato gli investimenti portati sul territorio dal Ministero delle Infrastrutture: “Oggi festeggiamo anche il contributo fisso di 400mila euro che permetterà di sostenere il festival allo Sferisterio. E poi ci sono i fondi per la Val Potenza: decine di milioni di euro per il rilancio infrastrutturale dell’area”.
Non sono mancate alcune contestazioni, isolate e non accese, che hanno richiesto comunque l’intervento dei carabinieri per l’identificazione di alcune persone.
L’incontro si è concluso con selfie di rito con i cittadini e un breve momento conviviale, prima che il Ministro si dirigesse allo Sferisterio per assistere alla rappresentazione del Macbeth.
"Eccomi qui, un po’ acciaccata e con un bel cerotto sul collo, ma sto bene". Inizia così il messaggio che Benedetta Rossi, amatissima food blogger marchigiana, ha condiviso con i suoi milioni di follower su Instagram, raccontando di aver affrontato un delicato intervento chirurgico alla tiroide.
Lunedì scorso, la 52enne originaria di Altidona si è sottoposta a un’operazione per la rimozione di un nodulo alla tiroide scoperto da qualche settimana. Un intervento riuscito senza complicazioni, come ha spiegato lei stessa, che ora è già a casa in fase di recupero.
"Vi racconto sempre tutto – scrive Benedetta nel suo post – anche se questa volta lo faccio con un po’ di ritardo, semplicemente perché non vi volevo far preoccupare". La sua sincerità e il tono rassicurante hanno subito fatto il giro dei social, raccogliendo migliaia di messaggi di affetto da parte dei fan.
Nel suo messaggio, Benedetta ha voluto anche esprimere la sua gratitudine: "Ci tengo a ringraziare il personale medico e ospedaliero per il loro straordinario lavoro e per la loro grande professionalità e umanità. Quello che ho fatto è un tipo di intervento un po’ delicato, che coinvolge in parte anche le corde vocali, quindi in questi giorni facevo fatica a parlare, ma adesso la voce sta tornando".
Ora, come ha spiegato, dovrà prendersi un po’ di tempo per riposare, tenere il cerotto e recuperare le energie, circondata dall'affetto della sua famiglia e delle tante persone che le vogliono bene. Infine, un messaggio importante che ha voluto condividere con la sua solita schiettezza: "Dopo questa esperienza, mi permetto di darvi un consiglio: cerchiamo sempre di trovare tempo per fare controlli regolari, è importantissimo".
A confronto con la politica per sollecitare impegni concreti sulle aree interne per il loro sviluppo economico e per incontrare i bisogni reali di chi vuole abitarci. È questa la base del dialogo instaurato con i candidati Presidente per la Regione Marche, Francesco Acquaroli e Matteo Ricci, in visita nei giorni scorsi alla Panatta, nell’ headquarters ad Apiro, nel cuore della provincia di Macerata. Concetti che Angela Tosti Panatta, Presidente dell’azienda marchigiana leader mondiale nel settore della progettazione e realizzazione di attrezzature per il bodybuilding e il fitness, ha a cuore e che applica da sempre nella sua visione di impresa. «Abbiamo dimostrato - commenta Angela Panatta – che, quando si investe nelle aree interne e in politiche di welfare forti e attente, non solo si mettono le basi per una crescita solida nel tempo ma si attirano talenti».
Ricci lo scorso 4 luglio e Acquaroli il 31 hanno visitato lo stabilimento che occupa oltre 220 dipendenti, «sui quali abbiamo investito con benefit e percorsi aziendali di crescita professionali e di soddisfazione personale – aggiunge Angela Tosti Panatta- Tutto questo perché crediamo che l’investimento in risorse umane sia fondamentale per garantire alti standard di qualità e sostenere la nostra espansione aziendale”. Ciò si traduce in livelli retributivi più alti della media nazionale, bonus bebè di 1.000 euro per nato, asilo nido gratuito, palestra aziendale gratuita e una mensa convenzionata dove si mangia con 3 euro, abitazioni ammobiliate in comodato gratuito, prestiti fino a 3 mila euro a tasso zero».
«Come la nostra, tante imprese fanno di tutto per mantenere presidi economici e sociali nelle aree interne più svantaggiate. Tuttavia, tutto questo non può essere lasciato esclusivamente all’iniziativa dei privati – ha sottolineato Angela Tosti Panatta ai due candidati – ma deve essere sostenuto da una politica regionale e nazionale che investa concretamente nelle infrastrutture. Penso alle strade, ma anche – e questo è fondamentale – a una rete elettrica stabile, senza continui sbalzi di tensione, che causano danni significativi ad aziende come la nostra. Questi sono valori che fanno parte del DNA della nostra impresa. Abbiamo intrapreso questo percorso imprenditoriale sei decenni fa, con l’obiettivo di portare il made in Italy – e in particolare il made in Marche – nel mondo.
Oggi la nostra azienda è un player globale nel settore. Chiediamo che anche la politica regionale dimostri fiducia nelle aree interne, sostenendo chi investe e chi ha scelto di viverci.»