Da oggi (15 ottobre, n.d.r.) Recanati si arricchisce di una nuova struttura ricettiva a servizio del turismo locale e, soprattutto, dei giovani intenzionati a scoprire il territorio leopardiano e marchigiano. È stato infatti firmato questa mattina a Palazzo Comunale un protocollo d’intesa tra Comune di Recanati e Ente Chiesa San Filippo Neri Recanati per la creazione e la gestione in uso di un nuovo ostello presso i locali di Villa Colloredo Mels.
“Sarà una struttura dedicata prevalentemente all’accoglienza dei giovani e di tutti coloro che intendono esplorare il nostro territorio mediante forme di turismo non solo religioso, ma soprattutto lento, esperienziale, sostenibile – ha commentato il sindaco Emanuele Pepa -. La realizzazione di questo spazio ricettivo era fortemente voluta dalla nostra Amministrazione e abbiamo lavorato a lungo per poterlo consegnare alla città e a quanti vorranno fruirne come alloggio per la visita di Recanati, in un contesto che intende favorire anche il turismo legato ai Cammini Lauretani, ma non solo. Ringrazio l’Ente San Filippo Neri per la collaborazione e l’interesse dimostrato verso questa importante iniziativa”.
“Si tratta di un progetto a lungo atteso e che punta a valorizzare il patrimonio immobiliare comunale – ha detto l’assessore al patrimonio Sabrina Bertini -. La realizzazione e gestione dell’ostello, nella zona adiacente al Duomo di San Flaviano e afferente al complesso di Villa Colloredo, consentirà di rendere ancora più fruibile dal punto di vista ricettivo un’area dalla già forte vocazione culturale e religiosa”.
L’ostello sarà costituito presso i locali di Villa Colloredo Mels e si svilupperà sui due piani superiori dell’edificio che già ospita il Centro di Educazione Ambientale del WWF, destinati a struttura ricettiva ma attualmente inutilizzati. Grazie alla convenzione stipulata, l’Ente Chiesa San Filippo Neri potrà usufruire gratuitamente dei locali in forza di un corpus normativo che prevede la concessione in comodato d’uso gratuito degli edifici del patrimonio comunale per finalità socio-educative, di accoglienza e integrazione sociale. L’Ente si impegna a farsi carico delle spese di gestione e dei lavori necessari all’avvio dell’attività. La convenzione avrà una durata di sei anni, eventualmente prorogabili.
Un progetto, dunque, che guarda soprattutto ai giovani, al di là della fede religiosa e della provenienza, e a favorire categorie attratte dal territorio e da forme di turismo esperienziale, con l’occhio rivolto anche alla socializzazione e integrazione.
Macerata - La Polizia locale ha emesso una nuova ordinanza per regolamentare temporaneamente la circolazione stradale in via dei Velini, nel tratto compreso tra via Federico II e Borgo Compagnoni, a causa dei lavori di modifica e ampliamento della strada.
L’ordinanza riguarda le giornate del 16 e 17 ottobre, con fasce orarie dalle 8:30 alle 12:30 e dalle 14:00 alle 17:30. In questo periodo, il tratto di via dei Velini in salita, vicino al tornante, sarà chiuso al transito di tutti i veicoli e dei pedoni, ad eccezione dei residenti, dei mezzi impegnati nelle operazioni di carico e scarico della ditta incaricata dei lavori e dei veicoli di soccorso in emergenza.
L’intervento si rende necessario per agevolare le operazioni di movimentazione terra e garantire la sicurezza sia dei lavoratori che degli utenti della strada.
La Polizia locale invita automobilisti e cittadini a prestare attenzione alla segnaletica provvisoria e a seguire percorsi alternativi durante le fasce orarie indicate.
Civitanova - Sono stati completati nei giorni scorsi i lavori di asfaltatura di via Boiardo, nel quartiere di San Marone, dall’intersezione con via Verga fino a via Dante Alighieri. A darne notizia è l’assessore ai Lavori Pubblici, Ermanno Carassai, spiegando che l’intervento è stato realizzato dall’impresa Co.Ri. srl per un importo di 150 mila euro.
I lavori hanno previsto la fresatura dell’intera sede stradale, la risagomatura e la rasatura degli avvallamenti con conglomerato bituminoso tipo “binder chiuso” su una superficie complessiva di circa 3.280 m². Successivamente è stato realizzato lo strato di usura finale in conglomerato bituminoso tipo “tappetino”, con la messa in quota dei chiusini d’ispezione e il rifacimento della segnaletica orizzontale.
Il tratto riqualificato si estende per circa 409 metri, con una larghezza media tra 6,30 e 9,30 metri, quest’ultima presente in corrispondenza di un’aiuola spartitraffico. Particolare attenzione è stata rivolta alla sicurezza dei pedoni: all’altezza dell’attraversamento vicino al parco “Baden Powell” è stato realizzato un passaggio pedonale rialzato, pensato per garantire maggiore protezione agli utenti della zona.
«Dopo l’asfaltatura di via Verga, abbiamo proseguito con la riqualificazione di via Boiardo, che presentava numerose buche e avvallamenti dovuti anche agli interventi sui sotto-servizi realizzati negli anni – spiega l'assessore Carassai –. L’opera ridurrà gli interventi manutentivi eseguiti in amministrazione diretta e migliorerà la sicurezza della circolazione veicolare e pedonale».
I lavori sono stati effettuati senza interrompere la circolazione: il traffico è stato canalizzato su una corsia dedicata, con l’istituzione di senso unico di marcia nelle zone occupate dai macchinari, garantendo così la transitabilità durante tutta la durata degli interventi.
Cosmari informa che venerdì, 17 ottobre 2025, il personale aziendale potrebbe aderire allo sciopero nazionale indetto dalle Segreterie Nazionali FP Cgil, Fit Cisl, UItrasporti e Fiadel, che interesserà l’intera giornata.
La mobilitazione è stata proclamata per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dei Servizi Ambientali, scaduto il 31 dicembre 2024, e coinvolgerà tutti i turni di lavoro previsti per la giornata.
Nonostante lo sciopero, Cosmari assicurerà i servizi minimi essenziali. Tra questi rientrano la raccolta e il trasporto dei rifiuti presso scuole, mense pubbliche e private di enti assistenziali, ospedali e case di cura, la pulizia e lo spazzamento in mercati, aree di sosta attrezzate e zone di grande interesse turistico o museale, fino al 20% dei centri storici, il trasporto e il trattamento dei rifiuti derivanti da prestazioni indispensabili, e "la raccolta siringhe, la disinfestazione, la derattizzazione e la disinfezione in casi urgenti o su segnalazione delle autorità competenti".
Si avvisano i cittadini che, a causa dell’adesione allo sciopero, potrebbero verificarsi disagi nei servizi di raccolta differenziata porta a porta, nello spazzamento e lavaggio delle strade e nell’apertura dei centri di raccolta.
Cosmari si impegna a ripristinare la regolarità dei servizi nel più breve tempo possibile al "termine dello sciopero e si scusa per gli eventuali disagi che potrebbero verificarsi".
In occasione dell’Overtime Festival, la rassegna maceratese dedicata al racconto, al giornalismo e all’etica sportiva, il Picchio Podcast ha accolto un ospite d’eccezione: Serse Cosmi, uno degli allenatori più iconici e passionali del calcio italiano. A Macerata per portare in scena lo spettacolo “Solo Coppi Temo”, Cosmi si è raccontato a cuore aperto in un’intervista intensa e piena di aneddoti, tra calcio, vita e musica.
Cosmi ha spiegato come la scelta di salire su un palco sia nata quasi per gioco, ma si sia presto trasformata in un bisogno profondo: “Da un anno a questa parte ho avuto la voglia di cimentarmi in qualcosa di diverso. Il teatro mi ha sempre appassionato, e con l’aiuto di Alessandro Ricci e del jazzista Giovanni Guidi è nato questo spettacolo". Il titolo “Solo Coppi Temo” nasce proprio da una scritta che il padre di Cosmi aveva lasciato sull’Ape di famiglia: “Mio padre era un fanatico di Coppi. Quando l’ho perso avevo solo 15 anni, e non ho mai avuto la possibilità di raccontargli ciò che è successo dopo. Il teatro è diventato il modo per farlo, per dirgli quello che non ho mai detto”.
Una storia familiare che diventa metafora di vita: “Quel motto, Solo Coppi temo, è rimasto un modo di vivere. Ho affrontato salite, discese, e tanta fatica. Ma vivere, come pedalare, resta bellissimo”.
Il racconto di Cosmi torna poi agli inizi, quando da insegnante di educazione fisica si ritrovò, quasi per caso, a fare l’allenatore della squadra del bar del paese: “Non potevo giocare perché ero tesserato, così mi fecero allenare gli amici. Non vincevamo mai, finché una volta vincemmo… e da lì è iniziato tutto.”
Una carriera che lo ha portato fino alla Serie A, ma che lui descrive più come una discesa che come una fatica: “Dai dilettanti ai professionisti mi sembrava tutto naturale. La vera salita è venuta dopo, quando devi restare ai vertici. All’inizio, invece, era solo entusiasmo”.
Nel 2000, dopo 5 promozioni in 10 anni con Pontevecchio e Arezzo, la grande occasione in Serie A con il Perugia. Impossibile non parlare del suo legame con il Grifo, la squadra della sua città e della sua vita: “Allenare il Perugia è stato come realizzare il sogno di un bambino. Da tifoso in curva a mister in panchina. Non potevo chiedere di più”.
Cosmi ricorda anche il suo rapporto con Luciano Gaucci, presidente vulcanico e visionario: “Di lui si è detto tanto, spesso senza conoscerlo davvero. Era un uomo generoso, di intuito incredibile. Con lui c’era un rapporto diretto, umano. Oggi nel calcio questo manca: i fondi, le società moderne, hanno tolto il contatto personale”.
Durante l’intervista, Cosmi rivendica con orgoglio quella che considera la sua vera abilità: “La mia più grande qualità è stata valorizzare talenti sconosciuti, farli crescere e far guadagnare tanti soldi ai presidenti. Ma questa è una cosa che non mi è mai stata riconosciuta fino in fondo”.
Tra i nomi che emergono, Marco Materazzi, Fabrizio Miccoli e Luis Muriel, tre esempi di talento e carattere cresciuti anche grazie alla sua guida: “Miccoli era il più forte che abbia mai visto. In allenamento faceva cose incredibili. Materazzi era ingestibile, ma se capiva che poteva fidarsi di te, ti avrebbe seguito ovunque”. Ma il ricordo più emozionante è legato al Lecce: “Retrocedemmo, ma con la curva che applaudiva. Quella scena vale quanto una vittoria. Gente straordinaria, cuore vero del Sud”.
Fuori dal campo, Serse Cosmi rivela un’altra delle sue passioni: la musica. “Mi piace la house, ma anche i cantautori: D’Andrea, Gaber, De Gregori. Non mi sento un DJ, piuttosto un selezionatore musicale. Ma se devo mettere un disco, lo metto con gusto”.
Tra parole, aneddoti e riflessioni, Serse Cosmi si conferma per ciò che è sempre stato: un uomo diretto, passionale, autentico.Al Picchio Podcast ha mostrato ancora una volta la parte più vera di sé — quella di chi non ha mai cercato di piacere, ma di essere sé stesso. Oggi, con “Solo Coppi Temo”, porta la sua storia dal campo al palcoscenico, con la stessa grinta e la stessa sincerità che lo hanno reso unico.
Perché la vita di Serse Cosmi è stata davvero come una tappa di montagna: partita tra i tornanti dei campi dilettantistici e arrivata, a forza di cuore e coraggio, sul traguardo della Serie A. Ha affrontato discese vertiginose e salite interminabili, ma non ha mai smesso di pedalare. E forse è proprio questo il segreto del suo viaggio.
Con l’autunno arrivano sfumature calde nei paesaggi, nei mercati e nei piatti. Zucche, carote, cachi, arance e patate dolci mettono allegria solo a guardarli, ma dietro a quel colore brillante si nasconde molto di più: un concentrato di sostanze benefiche che proteggono la vista, la pelle, l’intestino e il sistema immunitario.
Il colore arancio di molti alimenti vegetali è dovuto ai carotenoidi, una famiglia di pigmenti naturali con una spiccata attività antiossidante. Tra questi, il β-carotene è il più conosciuto: precursore della vitamina A (retinolo), viene trasformato dall’organismo solo quando necessario. La vitamina A è fondamentale per la salute della pelle e delle mucose, per la vista, per il corretto funzionamento del sistema immunitario e per la protezione delle barriere epiteliali, comprese quelle intestinali.
Proprio l’intestino, spesso trascurato in questo contesto, trae enormi benefici da un adeguato apporto di vitamina A. Studi recenti hanno dimostrato che il retinolo contribuisce a mantenere l’integrità della barriera intestinale, regolando la produzione di muco e la maturazione delle cellule epiteliali che rivestono la mucosa. In altre parole, aiuta a mantenere “chiuso” il confine tra l’interno dell’intestino e il resto dell’organismo, riducendo il passaggio di sostanze pro-infiammatorie e di batteri: un meccanismo chiave per la salute generale e la prevenzione delle infiammazioni croniche.
Ma i carotenoidi non agiscono da soli. In molti alimenti arancioni — come zucca e patata dolce — troviamo anche vitamina C, potassio e fibre, che contribuiscono a ridurre l’infiammazione e a sostenere le difese immunitarie. I cachi e le arance, oltre a essere ricchi di acqua e zuccheri naturali, apportano flavonoidi con un prezioso effetto antiossidante e vasoprotettivo. Le carote, invece, sono una fonte eccellente di β-carotene e di fibre prebiotiche, che nutrono i batteri benefici dell’intestino, migliorando la salute digestiva e, indirettamente, quella dell’intero organismo.
Il bello degli alimenti arancioni è che uniscono piacere e salute: sono versatili in cucina, adatti a preparazioni dolci e salate, e aggiungono colore e vitalità ai piatti. Una zucca al forno con rosmarino, una vellutata di carote e zenzero o una macedonia di cachi e arancia sono esempi semplici e gustosi di come portare in tavola benessere e stagionalità.
Vale la pena ricordare che l’assorbimento dei carotenoidi è liposolubile: migliora, cioè, in presenza di una piccola quantità di grassi. Basta un filo d’olio extravergine d’oliva o qualche seme oleoso per aumentarne la biodisponibilità e sfruttare al meglio la loro azione benefica.
Nel complesso, gli alimenti color arancio rappresentano una sintesi perfetta tra nutrizione e stagionalità. Aiutano il corpo ad affrontare il cambio di stagione, rafforzano il sistema immunitario, proteggono la pelle e favoriscono l’equilibrio intestinale. Il loro colore caldo è un invito gentile a nutrirsi con varietà e consapevolezza, ricordandoci che, proprio come la natura, anche la tavola segue un ritmo: e ogni stagione ci offre, con saggezza, ciò di cui abbiamo più bisogno.
Il Comune di San Severino Marche, tramite la Cuc centrale unica di committenza presso l'Unione Montana Potenza Esino Musone, ha concluso la procedura di gara per l'aggiudicazione dei lavori di manutenzione straordinaria e il rifacimento della pavimentazione della strada comunale di Colmone. L'intervento è stato aggiudicato all’impresa Co.Ri. Srl con sede a Loreto, in provincia di Ancona.
L’importo di aggiudicazione dell’opera è di poco superiore ai 245mila euro oltre Iva. La spesa sarà coperta in parte con il reimpiego dei proventi derivanti dalle violazioni al Codice della Strada e in parte con risorse finanziarie comunali disponibili nel bilancio 2025/2027. Il tratto interessato va dall'incrocio con la Strada Statale 502 di Cingoli fino all'incrocio con la strada vicinale di Borgianelle. La Comunale in questione collega la S.S. 502 di Cingoli con la S.S. 361 Septempedana e serve le località di Colmone, Borgianelle e Pitino.
"L'intervento permetterà di migliorare la sicurezza veicolare, eliminando i pericoli, soprattutto durante il periodo invernale, diminuire i costi di manutenzione futura, sostenere e facilitare l'accesso alle attività, tra cui strutture ricettive e di ristorazione, che interessano le tre località del Comune di San Severino Marche", si legge in una nota del Comune. "Il progetto esecutivo, che comprende il rifacimento della pavimentazione stradale con conglomerato bituminoso e la sistemazione della segnaletica, è stato redatto dai tecnici dell'Area Manutenzioni del Comune".
L'altro giorno scrollavo TikTok (sì, lo ammetto, ci passo più tempo di quanto dovrei) e mi sono imbattuta in una ragazza che con entusiasmo contagioso mi spiegava perché quella crema viso aveva "letteralmente cambiato la sua vita". Aveva 3000 follower, sembrava sincera, parlava come parlerebbe un'amica davanti a un caffè.
Per un attimo mi sono detta: "Okay, forse dovrei provarla anch'io". Poi mi sono fermata. Ma questa ragazza mi sta davvero consigliando qualcosa che ha provato, o è l'ennesimo spot mascherato da consiglio amichevole?
Benvenuti nell'era delle micro influencer, dove il confine tra amicizia digitale e pubblicità è diventato invisibile.
LA RIVOLUZIONE DELLE PICCOLE
Fino a qualche anno fa gli influencer erano quelli con milioni di follower, vite patinate, collaborazioni con grandi brand. Oggi il gioco è cambiato. Le vere regine dei social sono loro: le micro influencer. Quelle con 5.000, 10.000 follower. Quelle che sembrano "una di noi".
E funzionano proprio per questo. Quando Chiara Ferragni ti consiglia un prodotto sai che è pubblicità. Ma quando te lo consiglia Sara, quella che segui da due anni, che ha una vita normale, problemi normali come i tuoi... allora ti fidi.
Il marketing lo sa bene. Oggi le aziende investono più sulle micro che sulle mega star. Perché la fiducia vale più dei numeri.
L'AMICA CHE TI CONOSCE (O ALMENO COSÌ SEMBRA)
Navigando su TikTok, che personalmente considero più una piattaforma di intrattenimento che un vero social, trovo centinaia di queste ragazze che ti parlano come se vi conosceste da una vita. Ti raccontano la loro routine e casualmente menzionano l'integratore che le ha "cambiate". Ti mostrano il trucco perfetto e ti consigliano esattamente quali prodotti comprare. Ti fanno vedere come puliscono casa con quell'aspirapolvere "fantastico".
E lo fanno con tale naturalezza che ti dimentichi di chiederti: ma questa persona sta guadagnando da quello che mi sta dicendo?
Spesso la risposta è sì. Ma è un sì nascosto tra le righe, camuffato da testimonianza spontanea, mascherato da consiglio disinteressato.
QUANDO L'AUTENTICITÀ È UNA STRATEGIA
Ho passato anni a lavorare con i social, e una cosa l'ho capita: l'autenticità oggi è diventata una strategia di marketing. Sembra un paradosso, ma è così.
Le micro influencer più furbe hanno capito che il loro potere sta nel sembrare "normali". Nel parlare come parleresti tu a una tua amica.
E molte di loro sono sincere. Ci sono ragazze su TikTok che recensiscono prodotti comprati con i loro soldi, che danno consigli sinceri, senza accordi con le aziende. Le riconosci perché mostrano anche i prodotti che NON hanno funzionato, perché ammettono quando sbagliano. Ma poi ci sono le altre. Quelle che hanno trasformato la loro vita in uno shop, dove ogni oggetto inquadrato è lì per un motivo commerciale.
IL CASO DELL'INFLUENCER ONESTA
Su TikTok c'è @influenceronesta. Seguitela, è una ragazza che compra davvero i prodotti, li prova davvero, e li recensisce senza nessun legame con i brand. Il suo profilo è esploso proprio perché la gente è stanca della finzione.
E questo la dice lunga: abbiamo bisogno di qualcuno che si definisca "onesta" per distinguerla dalla massa? Come se l'onestà fosse diventata una caratteristica speciale invece che la base.
COME RICONOSCERLE
Chi è davvero sincero ti racconta anche i fallimenti. Non solo "questo prodotto è fantastico", ma anche "questo l'ho comprato e non mi è piaciuto". Chi ti vende tutto come perfetto probabilmente ti sta vendendo qualcosa. Chi è autentico non ha paura di mostrare imperfezioni. La casa in disordine, la giornata no. Chi ti mostra sempre tutto perfetto probabilmente ha una regia dietro.
LA MIA ESPERIENZA DIETRO LE QUINTE
Lavorando nel settore, ho visto come funzionano queste dinamiche dall'altra parte. Aziende che contattano ragazze con pochi follower offrendo prodotti gratuiti in cambio di "una recensione spontanea". Micro influencer che promuovono prodotti mai provati. Contratti che specificano esattamente cosa dire, mantenendo però un tono "naturale e autentico". E ho visto anche il contrario: ragazze che rifiutano collaborazioni perché il prodotto non rispecchia i loro valori, che testano davvero tutto prima di consigliarlo, che perdono soldi per mantenere credibilità.
La differenza? Nel lungo periodo, le seconde vincono sempre. Perché la fiducia, una volta persa, non torna più.
IL LATO POSITIVO
Non voglio dipingere tutto di nero. Ci sono micro influencer che fanno un lavoro straordinario. Ti aiutano a scoprire prodotti che non avresti mai trovato. Ti danno consigli preziosi basati sulla loro esperienza reale. Su TikTok ne seguo diverse che considero superaffidabili. Quelle che quando mi consigliano qualcosa so che l'hanno davvero provato, pagato coi loro soldi. E questo ha un valore enorme in un mare di pubblicità camuffate.
Il problema non sono le micro influencer in sé, ma la mancanza di trasparenza. Il vendere senza dire di stare vendendo.
LA RESPONSABILITÀ DI CHI SEGUE
C'è anche un altro lato. Noi che seguiamo queste persone abbiamo una responsabilità. Quella di non credere ciecamente a tutto. Di fare domande. Di cercare recensioni multiple. Di usare il nostro senso critico. È comodo pensare che quella ragazza su TikTok ci stia dando un consiglio disinteressato. Ma dobbiamo sempre chiederci: cosa ci guadagna lei? Non per cinismo, ma per protezione. Perché i nostri soldi sono nostri, e le nostre scelte devono essere nostre.
LA MORALE DELL'AMICA VIRTUALE
La prossima volta che una ragazza su TikTok ti consiglia quel prodotto "fantastico che ha cambiato la sua vita", fermati un attimo. Chiediti: guadagna qualcosa? Ha altri video dove critica prodotti o promuove sempre tutto? Mostra anche i fallimenti?
E poi decidi. Magari quel prodotto è davvero fantastico. Magari quella ragazza è davvero sincera. Ma la scelta deve essere tua, consapevole.
Perché la tua vera amica è quella che ti dice anche quando qualcosa non va. Non quella che ti vende tutto con il sorriso.
Con la posa dei primi 6 dei 19 sostegni previsti, la nuova cabinovia Frontignano-Cornaccione comincia a prendere forma a Frontignano di Ussita. L’operazione, realizzata venerdì scorso, ha visto la partecipazione di un elicottero Superpuma, impiegato sia per trasportare i pesanti sostegni — fino a 3.500 kg ciascuno — sia per rimuovere i rottami delle vecchie seggiovie e dello skilift in Val di Bove, portandoli via dalla montagna.
Il nuovo impianto sostituirà le obsolete seggiovie “Selvapiana” e “Cornaccione”, a servizio del Canalone, e la biposto “Ginepro”, utilizzata nel settore Saliere. Strutture ormai non più compatibili con criteri di sicurezza, economicità e sostenibilità.
L’operazione di montaggio è stata definita molto complessa, con un coordinamento di tecnici altamente qualificati, tra cui il responsabile del progetto Doppelmayr, Martin Zanluchi, e la collaborazione dell’azienda Heli Austria e di RopeEXPERT.
“Abbiamo montato i sostegni più critici nella zona più ripida, dove nessun mezzo tradizionale poteva accedere — ha spiegato Zanluchi —. I tecnici sono scesi sotto le linee a piedi per ridurre l’impatto ambientale e il rottame delle vecchie seggiovie è stato rimosso in sicurezza”.
La cabinovia sarà composta da 49 veicoli con cabine da 10 posti, su un dislivello di 558 metri e una lunghezza inclinata di 2.069 metri. Potrà trasportare fino a 1.200 persone l’ora, con possibilità di potenziamento a 1.800 persone/ora, e garantirà un tempo di percorrenza di 7 minuti e 35 secondi.L’impianto è progettato per essere fruibile tutto l’anno, anche da persone con disabilità, anziani, famiglie con bambini e ciclisti, promuovendo così la destagionalizzazione del turismo montano.
La sindaca di Ussita, Silvia Bernardini, ha definito la giornata “storica”:“Oggi vediamo finalmente prendere forma un progetto in cui crediamo fortemente, capace di riportare Ussita al centro della vita e dell’economia della montagna. È un’opera che potrà creare opportunità per i giovani e valorizzare le nostre montagne tutto l’anno”.
Il commissario straordinario sisma, Guido Castelli, ha sottolineato l’impatto sociale e paesaggistico dell’opera: “Questa cabinovia rappresenta un modello di turismo sostenibile per l’Appennino. Rimuoviamo vecchi impianti deturpanti, valorizziamo il territorio e creiamo opportunità economiche e occupazionali. Un passo concreto contro lo spopolamento delle aree interne”.
L’investimento complessivo previsto è di circa 17 milioni di euro, di cui 13,1 mln dal PNC complementare al PRNN, 3,7 mln da Ordinanza 109 Decreto USR e quasi 500 mila Euro dai fondi comunali.
La nuova cabinovia rappresenta un importante passo avanti nella valorizzazione turistica e sociale delle montagne di Ussita, un’opera all’avanguardia, sicura e inclusiva, pronta a cambiare il volto della località e a rendere le sue vette accessibili a tutti.
Un gruppo di militanti del Centro Sociale Autogestito Sisma ha occupato questa mattina gli uffici della Direzione dell’Azienda Sanitaria Territoriale (Ast) di Macerata. L’azione è stata organizzata in segno di protesta contro la decisione del direttore generale Alessandro Marini di non concedere l’utilizzo degli spazi delle strutture sanitarie per la mobilitazione degli operatori e delle operatrici del settore, svoltasi lo scorso 2 ottobre nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Luci sulla Palestina. 100 ospedali per Gaza”.
Durante l’occupazione, i militanti hanno distribuito un volantino dal titolo “Marini vergogna! Con i sanitari per Gaza, liberi di manifestare”, nel quale si contesta la scelta dell’Ast, definita “vergognosa e inaccettabile”.
Nel documento, il collettivo afferma che la decisione avrebbe impedito agli operatori di “esprimere solidarietà alla popolazione palestinese”, e che l’azione odierna è stata “un modo per ribadire il diritto alla manifestazione e al dissenso”.
L’iniziativa del 2 ottobre, organizzata in numerose città italiane, aveva coinvolto oltre 300 aziende sanitarie e migliaia di operatori e operatrici del settore in solidarietà con la popolazione di Gaza.
A Macerata, nonostante il diniego dell’Ast, un gruppo di manifestanti aveva comunque organizzato un corteo spontaneo lungo corso Cairoli, conclusosi nei pressi dello Sferisterio.
In tarda mattinata è arrivata la replica ufficiale della Direzione Generale dell’Ast di Macerata, che ha voluto chiarire le ragioni del diniego: “In riferimento ai flash mob per la situazione di Gaza organizzati in varie parti d’Italia – si legge nella nota – e all’autorizzazione non concessa dall’Azienda Sanitaria di Macerata, la Direzione, pur esprimendo totale solidarietà, intende sottolineare che l’autorizzazione per gli spazi pubblici è competenza della Questura".
"Per quanto riguarda invece gli spazi aziendali, i dinieghi sono sempre e solo motivati dalla necessità di tutelare i cittadini e la loro serenità, quando si recano nelle strutture per fruire dei servizi sanitari”.
L’Anas ha programmato un intervento di manutenzione sugli impianti tecnologici delle gallerie Muccia, Maddalena e Costafiore, lungo la strada statale 77Var “della Val di Chienti”, nel territorio di Serravalle di Chienti .
Per consentire lo svolgimento dei lavori in piena sicurezza, sarà necessaria la chiusura temporanea al traffico del tratto interessato, dalle ore 8:00 di venerdì 10 ottobre fino alle ore 11:00 di sabato 11 ottobre.
Durante l’intervento, la circolazione tra gli svincoli di Serravalle di Chienti e Muccia sarà deviata sulla viabilità locale (SR77), con apposita segnaletica e indicazioni sul posto per agevolare gli automobilisti.
"L’operazione rientra nel programma di manutenzione periodica degli impianti tecnologici delle gallerie stradali, volto a garantire la sicurezza e l’efficienza della circolazione lungo uno dei principali assi viari della regione", fa sapere il gruppo.
Anas, società del Gruppo FS Italiane, invita gli utenti alla massima prudenza alla guida e ricorda che è possibile monitorare in tempo reale l’andamento del traffico attraverso l’app gratuita “VAI” di Anas, disponibile su App Store e Play Store.
Picchio News apre un nuovo capitolo. Nasce "Picchio Podcast", un format che vuole andare "oltre la notizia", per raccontare storie, volti e idee del nostro territorio. Un luogo di parole e ascolto, dove le persone si raccontano e le esperienze diventano spunti per capire meglio il presente.
E per inaugurarlo, un ospite speciale: Michele Spagnuolo, ideatore e presidente dell’Associazione culturale Pindaro, che proprio oggi inaugura la quindicesima edizione di Overtime Festival, la manifestazione nazionale dedicata al giornalismo e al racconto dell’etica sportiva. “È la quindicesima edizione, ma è sempre una prima volta – racconta Spagnuolo –. Ogni anno è una sfida diversa, uno stimolo nuovo".
Un traguardo importante, costruito quest'anno attorno a un tema dal valore universale: le scelte. E allora gli abbiamo chiesto come 15 anni fa ha scelto di dare vita ad Overtime Festival. “Tutto è nato quindici anni fa da una grandissima passione per il mondo dello sport, mia e di mio fratello. Insieme a un gruppo di studenti universitari di Perugia decidemmo di creare un’associazione per restare uniti anche dopo il percorso di studi. Volevamo parlare di sport e di racconto sportivo. L’abbiamo chiamata Pindaro, in onore del primo nella storia a scrivere di sport. All’inizio facevamo piccoli eventi in giro per l’Italia – mostre di fotografia, di cinema o di fumetto – sempre legati al mondo dello sport e della cultura. Poi, nel 2011, con un po’ di pazzia, decidemmo di riunire tutto in un unico contenitore. Lo dico sempre ridendo: eravamo in un pub di Pesaro e, alla terza pinta di birra, nacque Overtime”.
Da quella sera è iniziata un’avventura che non si è più fermata. In quindici anni, Overtime è cresciuto fino a diventare un punto di riferimento nazionale, portando a Macerata campioni, giornalisti, registi e appassionati da tutta Italia. “Negli anni è cambiato tanto il modo di raccontare lo sport – spiega Spagnuolo –. Oggi è tutto molto più veloce, anche la comunicazione in generale. Ma noi cerchiamo, con un taglio romantico – non nostalgico, romantico – di continuare a raccontare le storie belle, quelle fatte di valori ed etica sportiva. Se quindici anni fa siamo stati i primi a creare un festival solo sullo storytelling sportivo, oggi fortunatamente se ne parla molto di più. E anche se i media sono cambiati, credo che si possa ancora raccontare lo sport in maniera sana, bella e corretta”.
Tantissimi i ricordi, ma due in particolare restano indelebili. “Ci sono stati centinaia di ospiti, ognuno ha lasciato un segno. Però due momenti li porto nel cuore: la storia di Gianni Maddaloni, che a Scampia con la sua palestra porta avanti un concetto di sport popolare per togliere i ragazzi dalla strada; e poi l’appuntamento con don Ciotti, davanti al quale chiesi a mia moglie di sposarmi. Quello resterà per sempre indimenticabile.”
Nel tempo, è cambiato anche il modo di organizzare un festival. “Oggi è più difficile, vuoi perché Overtime è cresciuto molto, vuoi perché la burocrazia è sempre più stringente. C’è da firmare qualche modulo e qualche carta in più rispetto a quindici anni fa. Però abbiamo sempre mantenuto un punto fermo: tutti gli eventi sono gratuiti. È una scelta precisa, perché pensiamo che la cultura dello sport debba essere accessibile a tutti. E ci piace entrare nelle scuole, parlare ai giovani, cercare di trasmettere messaggi positivi”.
Dietro le quinte, una squadra che è una vera famiglia. “Scherzo sempre dicendo che io ci metto la barba, ma dietro c’è una squadra incredibile. Quest’anno siamo circa cinquanta persone, tutte volontarie. Ci sono i ragazzi più giovani, che portano entusiasmo, e il gruppo storico, quello con cui tutto è iniziato, che continua con la stessa passione di sempre”.
L’edizione di quest’anno sarà come sempre densa di appuntamenti: convegni, talk, interviste, proiezioni, mostre, degustazioni. “Anche quest’anno, come mi dicono sempre, non ci siamo regolati – scherza Spagnuolo –. Ci saranno eventi da mattina a sera per cinque giorni, per tutti i gusti. Alcuni più mainstream, altri di nicchia, dedicati a sport o temi particolari. È bello vedere come ogni anno si crei una comunità di persone diverse ma unite dallo stesso spirito”.
Un festival che ha fatto dell’etica sportiva la sua bandiera. “In alcuni sport parlare di etica è complicato, ma noi cerchiamo di tenerla viva. Penso che lo spirito di Overtime si veda nel momento del fine giornata: tutti insieme, ospiti e volontari, a cena, a ridere e parlare di sport davanti a un bicchiere di vino. È un po’ come il terzo tempo del rugby: è lì che ritroviamo la vera essenza dello sport”.
E dopo quindici anni di racconti e incontri, la curiosità resta intatta. “Io sono una persona molto curiosa, mi piace ascoltare per imparare. E ti garantisco che da ogni ospite, da ogni storia, c’è sempre qualcosa da portare a casa. Il problema è che in quei giorni corro talmente tanto che non riesco a godermi tutto fino in fondo… ma ogni volta resto stupito dalla bellezza delle persone che incontro”.
Alla fine, gli chiediamo chi gli piacerebbe avere un giorno sul palco di Overtime. “Un sogno? Roberto Baggio. Per ciò che rappresenta come sportivo e come uomo. Ma tra quelli che ho già conosciuto, Gianluca Vialli è uno che mi ha lasciato tanto. Un grande sportivo, ma soprattutto una grande persona”.
L’appuntamento con la quindicesima edizione di Overtime Festival è da oggi a Macerata: cinque giorni di incontri, emozioni e storie di sport.Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito, con il programma completo disponibile sul sito e sui canali social del festival.
Un intervento che guarda alla bellezza: è questa la cifra distintiva dei lavori in corso nella Chiesa dell’Immacolata di Macerata, promossi dalla Struttura Commissariale, dall’Ufficio Speciale Ricostruzione e dalla Diocesi di Macerata.
L’edificio, uno dei più significativi esempi di architettura neorinascimentale della seconda metà dell’Ottocento, custodisce un patrimonio decorativo di straordinario valore che il sisma del 2016/2017 ha messo a dura prova: soffitti a cassettoni, stucchi dorati, rosoni, mensole, fregi e pitture che raccontano una storia di arte, fede e cultura. Proprio su questi apparati si concentra l’intervento, che si distingue per la sua attenzione al restauro conservativo.
«Quello della Chiesa dell’Immacolata non è solo un cantiere, ma un gesto di cura verso un luogo che rappresenta un punto di riferimento per la comunità - spiega il commissario alla ricostruzione, Guido Castelli -. Un intervento che restituisce dignità e splendore a un’opera d’arte collettiva, nata dalla visione dell’architetto Giuseppe Rossi e arricchita nel tempo da artisti e artigiani. La Struttura commissariale, insieme alla Diocesi, all’Usr ed alla Regione, conferma così il proprio impegno non solo nella sicurezza, ma anche nella valorizzazione del patrimonio culturale delle Marche».
Il progetto, finanziato con 1,2 milioni di euro, prevede un restauro critico basato su principi di distinguibilità, reversibilità e minimo intervento. Le strutture lignee del cassettonato, realizzate con la tecnica dell’incannucciata e decorate con motivi classici e colori vivaci, saranno consolidate con sistemi di pendinatura diffusa, evitando interventi invasivi. Particolare attenzione è riservata al soffitto della navata centrale, dove campeggia la figura della Vergine in altorilievo, incorniciata da una sequenza di lacunari policromi.
Le superfici decorate, che coprono quasi 600 metri quadrati, saranno restaurate con tecniche non invasive, rispettando le cromie originali e la matericità degli stucchi e dei legni. Il restauro prevede la mappatura completa degli elementi, la pulitura, il consolidamento e, dove necessario, la ricostruzione mimetica delle parti mancanti. Anche le tele delle cappelle laterali, danneggiate da efflorescenze saline, saranno rimosse, restaurate e ricollocate, mentre la statua lignea della Madonna, attualmente messa in sicurezza con una rete, sarà oggetto di un intervento dedicato.
Commenta Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata: «La chiesa dell’Immacolata di Macerata, posta a metà di Corso Cavour, costituisce con la sua bellissima facciata e con i suoi ricchi decori interni un punto di riferimento spirituale per la città. La devozione Mariana a Macerata si articola idealmente su tre punti che attraversano la città: l’Immacolata, in direzione di Roma; la Madonna della salute, in prossimità del centro storico; e la Mater Misericordiae, proiettata verso il Santuario di Loreto e il mare. La chiesa dell’Immacolata è, in questo asse Mariano immaginario che attraversa la città, il luogo di culto più recente e indica perciò la devozione della Macerata nuova, che timidamente cominciava a sorgere fuori delle mura e a proiettarsi lungo tutte le propaggini del colle. Oggi la nostra città non sarebbe pensabile senza questo scrigno di devozione e di arte. Per questo è urgente e importante l’impegno della Diocesi e della struttura commissariale per un suo recupero non solo celere, ma che ne evidenzi anche all’interno tutto il potenziale di bellezza».
Una scossa di terremoto di magnitudo 4.4 è stata registrata al largo della costa marchigiana, in provincia di Pesaro, secondo le rilevazioni dell’INGV. L’ipocentro è stato localizzato a circa 8 chilometri di profondità, con epicentro a 32 km a est di Fano, 37 km da Pesaro e 42 km a nord di Ancona.
Al momento non si segnalano danni a persone o a edifici. L’episodio sismico è avvenuto praticamente nella stessa zona dove, il 9 novembre 2022, furono registrate due forti scosse di magnitudo 5.5 e 5.2, che causarono danni significativi e sfollati tra Pesaro e Ancona.
Le autorità locali e i vigili del fuoco continuano a monitorare la situazione, mentre la popolazione viene invitata a mantenere la calma e a seguire le procedure di sicurezza in caso di ulteriori scosse.
Dopo la scossa di terremoto il sindaco di Fano, Luca Serfilippi, ha disposto alcune misure precauzionali per monitorare la situazione e garantire la sicurezza della popolazione.
L’evento sismico, avvertito anche in città più lontane come Ancona (42 km dall’epicentro), ha avuto profondità di 8 km, con coordinate geografiche 43.9782, 13.3723, secondo i dati della Sala Sismica INGV-Roma.
In via cautelativa, è stato aperto il Centro operativo comunale (COC) per coordinare eventuali interventi. Inoltre, l’Ufficio Tecnico del Comune ha avviato sopralluoghi preventivi in tutte le scuole della città, al fine di garantire la piena sicurezza degli edifici e rassicurare famiglie e personale scolastico.
A titolo precauzionale, in via Guido del Cassero è stata disposta la chiusura momentanea al traffico in attesa dei controlli, con deviazione lungo il percorso del Pincio, sotto l’Arco d’Augusto.
“La sicurezza dei cittadini, e in particolare dei nostri studenti, è la nostra priorità – ha dichiarato il sindaco Serfilippi. – Al momento non si registrano danni, ma abbiamo deciso di procedere con controlli mirati per garantire la massima serenità”.
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«Abbiamo rivoluzionato la nostra vita per poter fare questa missione solo per i palestinesi, assolutamente per loro». Sono le parole di Silvia Severini, 54 anni, impiegata pubblica di Ancona, rientrata in Italia dopo essere stata detenuta per tre giorni nel carcere israeliano di Ketziot. L’attivista era imbarcata con la Global Sumud Flotilla, la missione internazionale diretta verso Gaza, e ha parlato alla Tgr Marche raccontando la propria esperienza e rispondendo alle critiche, tra cui quelle della premier Giorgia Meloni, sui reali obiettivi dell’iniziativa.
Tra pochi giorni sarebbe terminata la sua aspettativa dal lavoro. Severini ha ricordato i momenti concitati seguiti all’abbordaggio delle imbarcazioni da parte delle forze israeliane: «All’inizio al porto eravamo tutti o seduti o in ginocchio. Con qualcuno ci hanno proprio giocato: gli dicevano di andare giù e poi tirarsi su, andare giù e tirarsi su e, se non eseguivano rapidamente i movimenti, venivano colpiti».
Durante la detenzione, Severini afferma di aver incrociato anche Greta Thunberg: «Era in una cella accanto a me – racconta – l’hanno avvolta nella bandiera israeliana e derisa. Chi era con lei ha detto che era abbastanza provata».
Un pensiero, al suo rientro, l’attivista lo dedica alle manifestazioni di solidarietà organizzate in Italia: «Devo ringraziare assolutamente le piazze che ci sono state qua in Italia, qui ad Ancona, perché credo che la nostra sicurezza, la nostra forza arrivasse da questo».
Dopo il suo ritorno, il Coordinamento Marche per la Palestina ha diffuso una nota di sostegno a Severini, denunciando «il silenzio delle istituzioni» locali e regionali. «Silvia ha agito in nome della solidarietà, della pace e della coscienza civile. La sua esperienza e testimonianza meritano ascolto, rispetto e visibilità», scrive il Coordinamento, che chiede «alle istituzioni regionali e locali di rompere il silenzio e di esprimersi con chiarezza: da che parte stanno?».
L’associazione ricorda che la 54enne anconetana ha partecipato alla Flotilla, «una missione di chiaro carattere umanitario e pacifista», con l’obiettivo di «rompere l’assedio imposto da Israele alla Striscia di Gaza, aprire un corridoio umanitario e denunciare il genocidio».
«Silvia – prosegue la nota – è stata detenuta per due giorni nelle carceri israeliane, sottoposta a vessazioni e violenze psicologiche. Dopo il suo rientro in Italia, nella tarda notte di sabato 4 ottobre, nessuna istituzione del territorio – né il sindaco di Ancona, né il prefetto, né tantomeno il presidente della Regione Marche – ha espresso pubblicamente solidarietà o vicinanza».
«Questo silenzio istituzionale è grave, e non può essere ignorato. - aggiunge - A prescindere dal colore politico delle amministrazioni locali o regionali, riteniamo che esista un dovere morale e istituzionale di riconoscere e sostenere chi ha messo a rischio la propria incolumità per difendere i diritti umani, la giustizia e la dignità dei popoli. Il silenzio delle istituzioni - prosegue - non è solo un vuoto di parole: è assenza di umanità, è complicità passiva di fronte a un genocidio". Il Coordinamento "marchigiani, associazioni, realtà sociali e collettivi a far sentire la propria voce e a costruire insieme una risposta collettiva all'indifferenza e all'ingiustizia. La solidarietà non si arresta. Il silenzio uccide».
Portate a termine in questi giorni due importanti opere di riqualificazione paesaggistica nel Comune di Ussita. Le opere dell’appalto appena concluso hanno riguardato: la riqualificazione dell’area del nuovo laghetto azzurro sito in località Vallazza, un percorso di collegamento con il Parco Sensoriale, la realizzazione di una passerella pedonale sul fiume Ussita di collegamento tra il Parco Sensoriale e l’area parcheggi lungofiume;
un blocco di servizi nell’area verde in località Frontignano, Pian della Croce, per la riqualificazione e il rilancio dell’area verde, tramite la realizzazione di appositi servizi igienici posti a servizio degli utenti dell'area. Il piccolo edificio è stato realizzato all’interno della proprietà comunale dove sorge la Chiesa della Madonna del Pian della Croce.
Le opere realizzate sono state inserite nella misura A.3.1 - Rigenerazione Urbana, finanziata con i fondi complementari al Pnrr – Pnc (Piano Nazionale per gli investimenti complementari al PNRR) per un importo complessivo di 850.000 euro.
L’area del nuovo Laghetto Azzurro, fino agli anni ‘80, è stata interessata dalla presenza di un piccolo invaso artificiale che venne realizzato per scopi idroelettrici nella prima metà del secolo scorso. L’invaso artificiale venne realizzato insieme alle opere di presa e di rilascio dell’acqua, da e verso il Torrente Ussita, per la produzione di energia idroelettrica e a servizio delle centrali poste poco più a valle. L’area risultava in stato di abbandono da quasi quarant’anni, ovvero da quando l’invaso ha cessato di essere utilizzato, anche per motivi sportivi o fruitivi.
Il progetto ha consentito la riutilizzazione dell’invaso del lago esistente con il fine di minimizzare spostamenti, scavi e movimenti terra di un certo rilievo, garantendo anche il mantenimento della forma del laghetto azzurro, limitando a circa 1,5 metri la profondità delle acque. L’afflusso idrico avviene dal Torrente Ussita mediante il prelievo di una modesta quantità di acqua dal torrente per poi essere rilasciata a valle dell’area dove sorge il laghetto.
"Con quest’opera ci siamo posti l’obiettivo – ha detto la sindaca Silvia Bernardini - di recuperare questo luogo, ancora fortemente radicato nei ricordi e nella memoria storica della popolazione residente e dei turisti che da decenni visitano il centro di Ussita, collegandolo con il parco sensoriale esistente attraverso un percorso pedonale, e la realizzazione di un nuovo ponte pedonale, così da garantire il collegamento e l’accessibilità dal borgo di Fluminata, non lontano dalla piazza principale, evitando di fare un giro più lungo, fatto questo molto apprezzato. La restituzione dell'opera, inserita nei programmi elettorali degli ultimi 30 anni, è avvenuta questa volta volutamente senza celebrazioni e inaugurazioni, per lasciare spazio alla fruibilità spontanea, alla scoperta del posto agli ussitani e ai visitatori donando loro un effetto sorpresa. La rigenerazione di luoghi come questo, contribuisce a quella "riparazione" sociale di cui i nostri paesi hanno molto bisogno. Anche per questo ringrazio il commissario straordinario Guido Castelli”.
Il percorso che si è così venuto a creare riconnette alcuni dei borghi principali che compongono il Comune di Ussita e cioè Capovallazza, Vallazza e Fiuminata, diramandosi a partire dal laghetto, verso le aree boscate perimetrali nel versante sul quale si attestano le antiche vie sterrate che raggiungono il borgo di Castelfantellino e del cimitero monumentale, per raggiungere poi a valle un’area pianeggiante posta nelle immediate vicinanze del ponte carrabile posto all’intersezione dell’incrocio tra via Roma e la via che porta ai borghi di Tempori e Casali.
Dal punto di vista botanico sono state realizzate a valle del laghetto aree con accrescimento di specie autoctone tipiche degli ambienti lacustri che perfettamente si possono adattare all’ambiente vallivo montano.
“Questi interventi rappresentano un tassello significativo della strategia di ricostruzione e rigenerazione che stiamo portando avanti nei territori colpiti dal sisma- dichiara il commissario Straordinario Ricostruzione e Riparazione Sisma Guido Castelli che prosegue -La riqualificazione del laghetto azzurro e la realizzazione dei nuovi servizi a Frontignano non sono solo opere materiali: restituiscono identità, memoria e luoghi di socialità alle comunità e ai visitatori. L’investimento in spazi verdi, percorsi naturalistici e servizi contribuisce a rendere Ussita e l’intero comprensorio più accoglienti e vitali, rafforzando al tempo stesso la capacità attrattiva di queste aree montane.
Grazie alla sinergia con il Comune di Ussita e con la sindaca Bernardini, stiamo lavorando per restituire a questi territori nuove opportunità e nuove fonti di attrazione. La rigenerazione urbana che stiamo promuovendo con fonti di finanziamento specifiche passa proprio da interventi come questo, capaci di coniugare memoria, identità e futuro. È importante continuare a lavorare insieme, istituzioni e comunità locali, per trasformare i luoghi colpiti dal sisma in spazi di vita e di crescita condivisa".“Relativamente alla realizzazione di un punto servizi in località di Pian dell’Arco a Frontignano – ha concluso la sindaca Silvia Bernardini – è stato posizionato un blocco prefabbricato per servizio igienici anche per disabili all’interno della proprietà comunale dove sorge la Chiesa della Madonna del Pian della Croce, al fine di soddisfare le esigenze del flusso di persone che transitano per escursionismo o per il tempo libero, essendo l'area un importante punto di snodo sulle direttrici che da Frontignano scendono verso il fondovalle Ussitano e verso San Placido e poi Castelsantangelo Sul Nera”.
La mobilitazione per la Palestina non si ferma. Dopo i cortei dei giorni scorsi e il blocco simbolico al porto di Ancona, oggi dalle Marche sono partiti dieci pullman diretti a Roma per partecipare alla manifestazione nazionale a sostegno del popolo palestinese.
La trasferta è stata organizzata dalla rete dei Centri Sociali delle Marche e dall’Usb, con partenze da Ancona, Falconara, Jesi, Senigallia, Fano, Fabriano, Macerata, Civitanova e Porto San Giorgio. Dal capoluogo e dal resto della provincia maceratese è partita una nutrita delegazione di attivisti, studenti e semplici cittadini che hanno voluto unirsi alla protesta per chiedere la fine del conflitto e l’apertura di corridoi umanitari verso Gaza.
“Sono migliaia le persone dirette a Roma – ricordano i Centri Sociali delle Marche – e lungo il viaggio abbiamo ricevuto un’incredibile accoglienza: applausi nei bar durante le soste e incoraggiamenti spontanei nei luoghi di partenza”.
Secondo gli organizzatori, i pullman e i furgoni affittati non sono bastati per soddisfare tutte le richieste: molti manifestanti hanno raggiunto la Capitale in auto, in un flusso continuo di partecipanti partiti da ogni angolo della regione.
“Oggi a Roma partecipiamo in massa al corteo a sostegno della Global Sumud Flotilla – concludono i promotori – e per sostenere le nuove flotilla dirette verso Gaza, al fianco della resistenza palestinese e contro il colonialismo sionista”.
Una partecipazione corale che conferma l’attenzione e il coinvolgimento anche nel territorio maceratese, dove da settimane si moltiplicano iniziative, assemblee e presìdi in solidarietà con la popolazione civile palestinese.
La pelle parla di noi: arrossamenti, acne, secchezza o lucidità spesso raccontano qualcosa che va oltre la crema applicata la sera. Negli ultimi anni la ricerca ha messo in luce un dialogo continuo e bidirezionale tra intestino e pelle — il cosiddetto gut-skin axis — per cui ciò che accade nel nostro tratto gastrointestinale può influenzare l’infiammazione cutanea, la barriera epidermica e persino il microbioma locale della pelle.
Ma come funziona questa comunicazione? I meccanismi principali sono ormai abbastanza chiari: il microbiota intestinale produce metaboliti che modulano il sistema immunitario e l’infiammazione sistemica, mentre un intestino «permeabile» (il cosiddetto leaky gut) può lasciare passare molecole pro-infiammatorie che agiscono a distanza. Molti fattori possono alterare l’equilibrio microbico e favorire una condizione di disbiosi, con conseguenze visibili sulla pelle, che risponde con alterazioni della barriera, infiammazione e variazioni del microbioma cutaneo.
In questo delicato equilibrio la dieta gioca un ruolo centrale. Alimenti ricchi di fibre, frutta, verdura, cereali integrali e prodotti fermentati favoriscono la crescita dei cosiddetti batteri “buoni”, capaci di produrre molecole antinfiammatorie e nutrienti preziosi per la pelle, come gli acidi grassi a catena corta. Questi metaboliti non solo supportano la funzione immunitaria intestinale, ma contribuiscono anche a mantenere la pelle più resistente, elastica e luminosa. Al contrario, un’alimentazione eccessivamente ricca di zuccheri semplici, grassi saturi e cibi ultraprocessati può ridurre la diversità microbica, aumentando l’infiammazione sistemica e favorendo la comparsa o il peggioramento di disturbi cutanei. Piccoli accorgimenti quotidiani fanno la differenza: consumare regolarmente cibi fermentati come yogurt, kefir, miso o crauti può modulare positivamente il microbiota, così come l’apporto di prebiotici presenti naturalmente in legumi, cipolla, porri, aglio e avena, che nutrono i batteri benefici dell’intestino.
Non va poi dimenticato il ruolo dello stress, del sonno e dell’attività fisica, che influenzano indirettamente la pelle attraverso modifiche del microbiota e della risposta infiammatoria. Ne consegue che la salute cutanea è strettamente intrecciata con le scelte alimentari e lo stile di vita: adottare una dieta equilibrata, varia e ricca di fibre e alimenti fermentati non solo sostiene l’intestino, ma offre alla pelle una base solida per apparire più sana, luminosa e resiliente. È importante sottolineare che gli effetti della dieta e del microbiota possono variare da persona a persona; i risultati non sono immediati né uniformi, ma seguire principi alimentari corretti e uno stile di vita equilibrato rappresenta la strategia più efficace per sostenere la bellezza e la salute cutanea dall’interno, trasformando l’attenzione alla nutrizione in un vero alleato quotidiano per la pelle.
Nel giorno della festa di San Francesco, 4 ottobre, la città di Macerata ha accolto con grande partecipazione la statua della Madonna di Loreto, protagonista della Peregrinatio Mariae. La tradizionale processione, partita da Recanati lungo la Via Lauretana, ha visto l’arrivo del simulacro in Cattedrale accompagnato da oltre un centinaio di fedeli e dalle autorità civili e militari in piazza Vittorio Veneto.
Un lungo applauso ha salutato il trasporto e l’ingresso della statua in Cattedrale, dove si è svolta una breve processione guidata dal sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, dalla vice sindaco Francesca D’Alessandro e dall’assessore Paolo Renna.
«L’arrivo della Madonna pellegrina è un motivo di orgoglio per la città – ha affermato il sindaco Parcaroli – e sapere che a Roma la Peregrinatio Mariae sarà benedetta dal Papa rende merito a tutto il territorio attraversato». All’interno della Cattedrale, la recita del Santo Rosario ha preceduto la celebrazione eucaristica delle 11, a cui hanno partecipato anche il neo consigliere regionale e sindaco di Montecassiano, Leonardo Catena, e l’assessore Marco Caldarelli.
Verso Roma: venti tappe per la Peregrinatio Mariae
La statua della Madonna di Loreto percorrerà venti tappe fino a Roma, passando per Recanati, Macerata, Tolentino, Camerino, Colfiorito, Foligno, Montefalco, Spoleto, Terni, Narni, Otricoli, Magliano Sabina, Gallese, Civita Castellana, Castel Sant’Elia, Rignano Flaminio, Castelnuovo di Porto, Riano e Prima Porta, fino a raggiungere l’11 ottobre la Chiesa di San Salvatore in Lauro.
La Peregrinatio Mariae si concluderà domenica 12 ottobre con la Santa Messa presieduta dal Santo Padre in Piazza San Pietro, evento centrale del Giubileo della Spiritualità Mariana.
L’iniziativa è promossa dalla Regione Ecclesiastica Marche e organizzata dalla Fondazione Giustiniani Bandini, in collaborazione con il Tavolo di Concertazione per il Recupero e la Valorizzazione della Via Lauretana e tutte le diocesi lungo il percorso. La Peregrinatio Mariae è inoltre inserita tra le principali iniziative del Giubileo 2025 della Regione Marche, nell’ambito del progetto “Pellegrini di Speranza”, e rientra nel Calendario dei Grandi Eventi della Santa Sede.
“Denunciamo con forza l’ennesimo caso di abuso da parte di una società di recupero crediti”. È quanto afferma Federconsumatori Macerata, riferendosi a quanto accaduto nei mesi scorsi a una cittadina di 83 anni residente a San Severino.
“La donna, totalmente estranea ai fatti contestati, è stata ripetutamente molestata, minacciata e disturbata telefonicamente da una società che reclamava una somma di 540,89 euro, sostenendo di aver acquistato il credito da un operatore telefonico. Peccato che, a seguito delle opportune verifiche, il debito – peraltro prescritto – non riguardasse lei, bensì una sua omonima residente a Chieti”.
Federconsumatori denuncia la perseveranza degli operatori incaricati del recupero: “Nonostante i numerosi tentativi della cittadina di spiegare l’equivoco e dimostrare la propria totale estraneità – portando anche esempi concreti della confusione creata dall’omonimia – gli operatori hanno proseguito con insistenza le telefonate, senza fornire documentazione dettagliata né spiegazioni puntuali”.
Particolarmente grave, aggiunge l’associazione, è stato il comportamento di una presunta legale collegata alla società: “Ha inviato messaggi minacciosi tramite applicazioni di messaggistica, ventilando querele in seguito a una chiamata involontaria partita per errore”.
“Questi abusi configurano potenzialmente pratiche commerciali scorrette e aggressive. Chiediamo che venga fatta luce su comportamenti sempre più diffusi da parte di alcuni operatori del recupero crediti, che agiscono al limite – e oltre – della legalità, approfittando della scarsa conoscenza dei cittadini in materia di prescrizione e diritti del consumatore”.
L’associazione sottolinea che il caso non è isolato: “Sempre più spesso riceviamo segnalazioni da cittadini ai quali vengono richieste somme risalenti anche a oltre 10 anni fa, spesso prescritte e mai sufficientemente documentate. Una tendenza preoccupante che rischia di minare la serenità di famiglie e persone estranee ai debiti contestati”.
Federconsumatori ricorda infine l’azione intrapresa: “Abbiamo inviato formale contestazione e richiesta documentale alla società di recupero, avvertendo che in mancanza di riscontro il credito sarà considerato inesistente e l’attività di recupero illegittima. Invitiamo tutti coloro che ricevono richieste di pagamento dubbie a non cedere alla pressione e a rivolgersi ai nostri sportelli per assistenza”.
“Continueremo a vigilare e a denunciare ogni forma di abuso o pressione indebita ai danni dei consumatori”, conclude l’associazione.