Domenica 14 settembre ci sarà la possibilità di visitare gratuitamente Pioraco e di ammirare le sue ricchezze culturali, naturalistiche, architettoniche e storiche, ma anche lo splendido Polo Museale.
L’appuntamento è fissato per le ore 15 presso il monumento ai caduti in Largo Leopardi a Pioraco, dove prenderà il via una visita gratuita che comprenderà la chiesa della Madonna della grotta e la chiesa di San Vittorino, il Chiostro francescano, il centro storico, il Museo della carta, della filigrana e dei fossili.
L’iniziativa rientra nel progetto “Libertà di movimento 2025” coordinato dall’Unione Sportiva Acli Marche Aps e realizzata in collaborazione con l’Associazione Musei di Pioraco e con il Comune di Pioraco.
Sarà così possibile ammirare quello che comunemente è stato ribattezzato il paese della carta, dell’acqua e del bacio, vista anche la presenza di una apposita passerella del bacio utile anche per farsi foto ricordo.
Per partecipare alla visita guidata gratuita di Pioraco occorre inviare un messaggio al numero 3939365509 indicando nome e cognome di chi sarà presente entro il 12 settembre.
Il Parco delle Saline, immerso tra i comuni di Penna San Giovanni, Gualdo e Sant’Angelo in Pontano, è un luogo dove natura, storia e benessere si incontrano. L’area, di circa quattro ettari, era il cuore di una rete di 40 chilometri di sentieri ciclopedonali nati nel 1997 da un’intuizione del sindaco Stefano Burocchi, che già allora comprese il valore di un turismo lento, fatto di cammini tra acqua e paesaggi incontaminati.
Oggi sono stati riaperti alcuni sentieri, che percorrono la storia di questo posto. A guidarci in questo viaggio è Massimo Cruciani, gestore del Parco Giardino Sentimento – Le Saline, che da 3 anni si prende cura di questo luogo.
“Questo parco è diviso in due zone,” ci spiega Massimo. “Quella alta, era un complesso termale. Quella bassa invece era un centro di estrazione del sale, attivo fin dai tempi dei romani. Qui il sale era una vera e propria ricchezza: nei primi del Novecento valeva quanto l’oro, era moneta di scambio, e da qui nasce il termine salario”.
In effetti, la parte alta del parco ospita lo Chalet delle Acque Minerali, punto di accoglienza storico dove si effettuavano visite mediche per accedere alle cure termali. Ancora oggi si puo vedere l'ingresso dellele vasche scavate nella roccia, scoperte dal dottor Gentilucci, ognuna con proprietà diverse, utili soprattutto per fegato e reni.
“L’acqua qui non si poteva imbottigliare” racconta Massimo. “Perde le sue proprietà. Per questo si consumava direttamente sul posto. Gentilucci aveva capito tutto, e noi oggi camminiamo proprio sulle sue tracce. Nei sotterranei ci sono quattro vasche storiche, con un vetro davanti e un tubo di troppo pieno: l’acqua esce ancora, limpida e salata”.
Poco distante si trovano i resti dei bagni termali, chiamati un tempo “Ritirata”, e le conchette da cui affiora acqua salata. Qui iniziava il percorso del sale.
“Si deviava il fiume salato, il Patanetta" continua Massimo, “si riempivano delle vasche e si stendeva un telo. Il sole faceva evaporare l’acqua, e rimaneva solo il sale. Poi veniva caricato sui muli e portato alla caserma della Guardia di Finanza, che controllava tutto per conto dello Stato”.
Quella caserma, oggi dismessa, aveva il compito di vigilare sull’estrazione e la vendita del sale, evitando furti e garantendo i monopoli di Stato. Rimase attiva fino al 1945.
C'è poi Pozzo Poderoso, da cui si estraeva un’acqua talmente salata che – come raccontano ancora gli anziani – non bolliva mai. “I vecchietti ci dicevano che ci voleva una pedicina de cerqua per farla bollire,” sorride Massimo. “Ovvero un ceppo enorme di quercia con tutte le radici. Era un’acqua salatissima”.
Nella zona boschiva, si trovavano tracce dei pozzi di sale e delle antiche vasche di estrazione, oppure delle zone utilizzate per bagni termali immersi nella natura.
Il percorso si conclude alla suggestiva cascata di San Nicola, alimentata dal torrente Cannavino, che attraversa le Fontanelle di San Nicola, luogo di ritiro spirituale del santo nato a Sant’Angelo in Pontano.
Visitare il Parco delle Saline significa immergersi in un racconto vivo, fatto di acqua, storia e memoria, dove ogni angolo conserva un pezzo d’identità del territorio e ogni passo è un invito a rallentare.
Lo sport, insieme. Una mattinata di festa e partecipazione ha segnato ieri l’inaugurazione ufficiale del nuovo campo da calcio in erba sintetica realizzato all’interno degli impianti sportivi di San Liberato a Montecassiano.
Il taglio del nastro è stato affidato alla vice sindaco Katia Acciarresi, che ha sottolineato l’importanza dell’investimento per la promozione dello sport e per la crescita delle giovani generazioni. Presente anche il sindaco Leonardo Catena, impegnato in questi giorni nella campagna elettorale che lo vede candidato consigliere. L’intervento a San Liberato si inserisce nel più ampio progetto di riqualificazione dell’area sportiva comunale e rappresenta un tassello fondamentale per garantire spazi moderni e funzionali a società e atleti del territorio. L’inaugurazione ha inoltre dato il via ufficiale al Weekend dello sport, un programma ricchi di eventi, esibizioni, premiazioni e attività aperte a tutta la cittadinanza.
La seconda parte dell'intervento sarà il rifacimento del manto del campo da tennis e la copertura con una tensostruttura. L'intervento complessivo costerà 950mila euro, di cui 500mila arrivati con un finanziamento ministeriale. L'amministrazione si è impegnata a realizzare una manutenzione straordinaria della pista d'atletica, così da completare tutti gli interventi legati all'impianto sportivo.
Un sentito ringraziamento va al Fotoclub di Montecassiano, che ha curato la documentazione fotografica della giornata, contribuendo a valorizzare i momenti salienti dell’evento. L’amministrazione comunale rinnova l’invito a partecipare alle iniziative in calendario, pensate per celebrare lo sport come strumento di inclusione, benessere e comunità.
Settembre è aria leggera, cielo terso, mare blu.E’ quiete dopo il fragore estivo, vuoto fecondo, pronto ad accogliere il nuovo.E’ pace in cui ritrovarsi.La natura rallenta il suo passo, il sole si perde piano all’orizzonte e l’aria punge sui corpi estivi ancora caldi.
Dopo il tempo sospeso dell’estate che ci ha sedotto di libertà, la mente torna all’ordine.Il ticchettio dell’orologio si fa nitido e presente.Settembre ci richiama ad un nuovo inizio, è l’ora del rientro alle nostre case.
Delicata compagna di questo mese è la malinconia, custode silenziosa di frammenti d’estate che ci hanno sfiorato e cambiato.L’abitiamo fiduciosi, lasciandoci guidare verso ulteriori consapevolezze.
Nuove conoscenze ed esperienze ci hanno trasformato, rendendo il ritorno alla nostra vita non più comodo come prima.In questo spazio di mezzo, tra l’estate e l’autunno prendono forma progetti e propositi.
Ancora inebriati dagli ultimi guizzi estivi, settembre ci preannuncia la strada verso un tempo più maturo, ci invita ad una pulizia psichica e al raccolto di ciò che siamo diventati.L’estate ci ha fatto dono del distacco dalla quotidianità, che ora ci permette di osservare la realtà con più chiarezza: è il momento del bilancio che porta con sé selezione e scelta.
Settembre, come ogni ripartenza ci sollecita ad alleggerire il bagaglio: a lasciare andare un’illusione, un amore, un’attesa.Ci offre lo spazio per comprendere cosa è rimasto in sospeso e ciò che, invece, si è compiuto dentro di noi.
Se l’estate è il fuoco della forza, il tempo dei frutti maturati e raccolti, settembre annuncia una fragilità dell’anima che cerca in sé stessa risposte inedite.
E’ il punto di svolta tra il conosciuto e l’ignoto.Il ritorno a sé dopo la dispersione.E’ qui che nascono nuovi equilibri.E’ qui che settembre ci richiama alla verità.
Sabato 6 Settembre, presso il centro storico di Treia, si è tenuta l’inaugurazione della nuova sala biliardi all’interno del circolo cittadino. Un’iniziativa partita dai giovani e che ha il fine di rilanciare un importante luogo di aggregazione fondato nell’immediato secondo dopoguerra.
Molti appassionati avranno così la possibilità di praticare la disciplina del biliardo sportivo in un luogo moderno e funzionale. L’inaugurazione è stata l’occasione perfetta per invogliare i tanti curiosi accorsi ad avvicinarsi al mondo del biliardo sportivo. All’evento hanno preso parte i membri del direttivo al gran completo, soci del circolo, rappresentanti istituzionali del comune di Treia ed i dirigenti federali della F.I.S.B.B.
I lavori di rinnovo sono partiti nel mese maggio e in tutto l’arco del tempo, i soci hanno dato il loro prezioso contributo mettendosi a disposizione e cercando le risorse.
Il presidente Luca Giulianelli, insieme a Giorgio Cappelletti (membro del direttivo e giocatore), hanno voluto sottolineare l’importanza di questa giornata sperando che porti vitalità all’associazione e nuova linfa al centro storico. Molti i ringraziamenti agli sponsor che hanno voluto sostenere il nuovo percorso di questa importante realtà associativa del territorio.
Non è mancato il saluto del sindaco Franco Capponi accompagnato per l’occasione dal vicesindaco David Buschittari e dall’assessore al bilancio Roberto D’Ascanio.
Tra i presenti una figura di spicco nel mondo del biliardo sportivo: Simone Rinaldi (Circolo Diamanti Corridonia) appartenente alla Categoria Master dove gareggiano i sedici atleti più forti d’Italia.
La giornata si è conclusa con il saluto del Presidente Regionale F.I.S.B.B. Simone Cardelli che ha voluto ripercorrere la storia del circolo e ringraziare i giovani che si sono messi in gioco per rimettere in piedi una associazione storica ed aiutare la crescita del gioco delle boccette.
La F.I.S.B.B. ha tracciato un bilancio più che positivo per questa parte del 2025. Le Marche si contraddistinguono come regione virtuosa, con molte associazioni attive e giocatori di altissimo livello.
Nel corso dell’ultimo anno gli atleti marchigiani si sono contraddistinti per la vittoria di un Titolo Italiano Master, Campionato a Coppie di Prima Categoria e Campionato CSB a squadre disputato a Grottazzolina.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, "Chiedilo all'avvocato". In questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato tematiche riferibili ai rapporti tra ex coniugi con esplicito riferimento alla debenza o meno dell’assegno di mantenimento o divorzile alla ex in caso di una sua nuova relazione. Ecco la risposta dell’avv. Oberdan Pantana ad un lettore di Tolentino che chiede: “Se la ex moglie ha una nuova relazione tale circostanza fa venire meno la debenza dell’assegno divorzile?”
A tal proposito risulta utile portare il principio giuridico applicato dal Tribunale di Como con l’Ordinanza del 12.04.2018, con la quale è stato stabilito che, “Il marito non deve più corrispondere l’assegno di mantenimento alla moglie che ha intrapreso una nuova relazione sentimentale, anche se non convive con il nuovo partner ed è priva di attività lavorativa”. Così ha deciso il Presidente delegato del Tribunale di Como, in via provvisoria e urgente, a conclusione della primissima fase di un divorzio giudiziale – quando generalmente vengono confermate le condizioni della separazione – che ha sin da subito esonerato il marito dal dover corrispondere alla ex moglie, l’assegno stabilito in separazione.
La donna in questione, già madre di due figli maggiorenni con lei conviventi, aveva avuto il terzo figlio dal nuovo partner con il quale non aveva instaurato alcuna convivenza. Fino a poco tempo fa, al fine di essere esonerati dal pagamento dell’assegno, era necessario che il coniuge obbligato dimostrasse in giudizio la creazione da parte dell’ex coniuge di una nuova famiglia di fatto, stabile e duratura, e che questa convivenza incidesse “realmente e concretamente sulla situazione economica dell’ex coniuge risolvendosi in una fonte effettiva di reddito”.
Il Presidente del Tribunale di Como ha però ritenuto che le conseguenze economiche derivanti dalle scelte di vita della donna, nello specifico quella di intraprendere una nuova relazione sentimentale (seppur priva del requisito della convivenza) e quella di avere un figlio (scelta che aveva certamente inciso in termini di difficoltà di reperimento di una occupazione lavorativa), non potessero ricadere sul futuro dell’ex coniuge. Infatti, non è la mera coabitazione a provare la solidità del rapporto ma, al contrario, è l’esistenza effettiva di un nuovo legame, stabile e duraturo, a determinare la cessazione della corresponsione dell’assegno di mantenimento.
Nello stesso senso, con decreto pubblicato il 21.05.2018, si è pronunciato anche il Tribunale di Ancona, il quale – in una causa di modifica delle condizioni di divorzio e sulla base delle stesse motivazioni del Tribunale di Como –, ha ritenuto di dover revocare l’assegno stabilito in favore della ex moglie. In questo caso, a fondare la decisione del Tribunale sono state le numerose foto depositate dal marito (tratte dai social network), che dimostravano l’inequivocabile intensità del rapporto tra la ex moglie e il nuovo partner, i periodi di vacanza trascorsi insieme “a nulla rilevando le modalità di ripartizione tra essi delle spese di vacanza”, e la relazione investigativa dalla quale emergeva l’assiduità della frequentazione (seppur priva del requisito della convivenza).
Dunque, costruire una nuova famiglia – nell’accezione moderna del termine – non è un obbligo, ma una decisione libera e consapevole che ha risvolti pratici e conseguenze giuridiche ben precise. Ecco quindi che, anche in queste pronunce, i Tribunali – nel solco tracciato dalla Corte di Cassazione nella discussa sentenza Grilli del maggio 2017 sull’assegno divorzile – continuano a valorizzare il principio della autoresponsabilità economica dei coniugi: "La formazione di una famiglia di fatto costituisce espressione di una scelta di vita esistenziale e consapevole, con assunzione del rischio della cessazione del rapporto, rescindendo ogni collegamento con il tenore e il modello di vita legati al coniugio".
Pertanto, in risposta al nostro lettore, risulta corretto affermare che: "La nuova relazione affettiva instaurata dall’ex coniuge fa venire meno l’obbligo di versare l’assegno divorzile mensile da parte dell’altro coniuge obbligato, purché la detta relazione sia connotata dai requisiti di stabilità e continuità” (Cass. Civ., Sez. VI, ordinanza n. 22604/20; depositata il 16 ottobre 2020)".
Ed ancora: "Se durante lo stato di separazione il coniuge avente diritto all’assegno di mantenimento instaura un rapporto di fatto con un nuovo partner, che si traduce in una stabile e continuativa convivenza o, in difetto di coabitazione, in un comune progetto di vita caratterizzato da assistenza morale e materiale, viene meno l’obbligo di assistenza materiale da parte del coniuge separato e quindi il diritto all’assegno" (Cass. Civ., Sez. I, Ordinanza del 12.12.2023, n. 34728).
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
L’arredo urbano è qualcosa che per molti versi diamo per scontato fino a quando non ci troviamo in uno spazio esterno di uso pubblico che appare disordinato, trasandato, con qualcosa che magari non si riesce a definire esattamente, ma si dimostra poco funzionale e sgradevole alla vista.
Rappresenta una componente che contribuisce attivamente a migliorare la qualità della vita nella quotidianità, ottimizzando gli spazi pubblici delle città e implementandone persino la sicurezza. L’arredo urbano interviene infatti su attività che ognuno di noi svolge giornalmente, basti pensare al semplice attraversare le strisce pedonali. Non si tratta soltanto di arredamento fine a se stesso, quanto piuttosto di decoro.
Oggi ci focalizziamo su un trend in forte ascesa in questo ambito, quello dell’arredo urbano su misura, analizzando in cosa consiste, cosa c'è dietro alla sua affermazione e quali sono i vantaggi più degni di nota.
Il concetto di arredo urbano in 5 punti essenziali
Prima di addentrarci nell'arredo urbano su misura, vediamo a livello generale cosa c'è dietro a questo concetto, focalizzandoci su 5 punti particolarmente importanti. Vediamoli uno per uno:
1. i progetti di arredo urbano si caratterizzano per l'integrazione sinergica di durabilità, funzionalità, ergonomia ed estetica. Devono perciò essere concepiti con materiali in grado di resistere tanto agli atti vandalici quanto agli agenti atmosferici esterni;
2. devono essere progettati oltre che per durare nel tempo anche nell’ottica di una manutenzione contenuta ai minimi termini;
3. è importante che siano in linea con le esigenze degli utenti e dunque attualizzati nel segno della digitalizzazione, ad esempio predisponendo postazioni per la ricarica dei dispositivi elettrici oppure soluzioni di mobilità smart quali le biciclette elettriche;
4. l'attenzione alla sostenibilità e alla sicurezza non sono un optional, ma qualcosa di imprescindibile. È importante predisporre soluzioni circolari, materie prime riciclabili e riciclate, sistemi modulari semplici da sostituire, segnaletica a norma e di chiara comprensione, articoli certificati;
5. è fondamentale rivolgersi a un'azienda in grado di seguire in ogni step dell'arredo urbano: dalla progettazione alla programmazione degli interventi di manutenzione e aggiornamento nel tempo.
A questo punto forse vi starete domandando quali sono gli elementi che rientrano nell'arredo urbano. Ce ne sono diversi: tra panchine, dissuasori (inclusi quelli di velocità), contenitori per rifiuti, fioriere, sistemi di illuminazione per gli ambienti pubblici, componenti di segnaletica stradale, parliamo di componenti atte a valorizzare l’identità dello spazio pubblico.
Arredo urbano: i vantaggi delle soluzioni su misura
Un arredo urbano su misura permette di implementare a 360° la fruibilità e l'estetica degli ambienti destinati a un utilizzo comune, tutto questo lavorando sull'identità locale degli spazi.
Non si tratta soltanto di individuare gli elementi che servono a livello tecnico ma di trovare un'estetica distintiva per ognuno di essi affinché possa comunicare l'essenza di quel preciso luogo e della città in cui è contestualizzato. Un aspetto che si rivela quanto mai valido anche in chiave economica, in un Paese come l'Italia dove il turismo rappresenta un ramo dell'economia che incide notevolmente sul PIL.
La personalizzazione è qualcosa di delicato e che va saputo però fare, dal momento che commettere errori, sia tecnici (e normativi dunque) che di comunicazione, è davvero dietro l'angolo. Occorre quindi rivolgersi a una realtà che coniughi un design contemporaneo a una profonda conoscenza e padronanza di ogni aspetto di matrice locale e nazionale.
Nelle notti del 9 e 10 settembre, a partire dalle ore 01:00, il territorio comunale di San Severino Marche sarà interessato da un intervento di disinfestazione volto a contrastare la proliferazione di zanzare, mosche e altri insetti molesti.
Le operazioni riguarderanno non solo il capoluogo ma anche le frazioni, con l’obiettivo di migliorare le condizioni igienico-sanitarie e la qualità della vita dei residenti. Per garantire un’informazione tempestiva, l’avvio dei trattamenti sarà preceduto dalla diffusione di un avviso tramite fonica nelle zone interessate.
Il Comune raccomanda ai cittadini alcune precauzioni durante e subito dopo le operazioni: "Tenere porte e finestre chiuse, ritirare la biancheria stesa, coprire panni e oggetti posti all’esterno, rimuovere o proteggere giocattoli e ciotole degli animali domestici ed evitare di lasciare alimenti scoperti".
Un tempestivo intervento da parte dei dipendenti della Farmacia Centrale Ferracuti ha permesso di salvare la vita a un cittadino 52enne residente a Matelica. L’uomo si era recato l’11 agosto presso la farmacia per sottoporsi a un esame Holter cardiaco, a causa di frequenti episodi di tachicardia e oppressione toracica.
Il giorno successivo, durante la riconsegna del dispositivo, il paziente ha segnalato nuovi episodi di dolore al petto verificatisi durante il monitoraggio. Grazie al collegamento con il centro di refertazione medEA, il referto cardiologico è arrivato in poche ore, evidenziando numerosi episodi compatibili con un’ischemia acuta.
Il team della farmacia, guidato dalla dottoressa Giovanna Ferracuti, si è immediatamente attivato, contattando il paziente e indirizzandolo con urgenza al pronto soccorso di Fabriano. Successivamente, l’uomo è stato trasferito al Policlinico Torrette di Ancona, dove è stata diagnosticata una grave occlusione coronarica (90%) e sottoposto a un intervento salvavita.
"A nome dell'amministrazione comunale e dell’intera cittadinanza, desidero ringraziare la Farmacia Centrale Ferracuti per la prontezza, la competenza e il grande senso di responsabilità dimostrati - ha dichiarato il sindaco di Matelica, Denis Cingolani -. Questo episodio evidenzia l'importanza della Farmacia dei Servizi e della telemedicina come strumenti essenziali per una sanità più vicina ai cittadini, in grado di fare la differenza anche nei casi più critici".
Come ogni anno a settembre riaprono le scuole e migliaia di studenti prenderanno i mezzi di trasporto pubblico per raggiungerle. Si riattivano quindi tutte le linee e i bus Contram Mobilità: un servizio fondamentale che anche quest'anno si prepara ad accompagnare studenti e lavoratori con l’efficienza di sempre.
Dal 4 settembre riaprono le rivendite temporanee, oltre a quelle storiche, per permettere ai nuovi abbonati di registrarsi come utenti Contram Mobilità e procedere all’acquisto.
Le sedi delle rivendite sono a Camerino, Castelraimondo, Cingoli, Corridonia, Fabriano, Macerata, Montegiorgio, Potenza Picena, Recanati, Treia, San Ginesio, sul sito di Contram si possono trovare gli orari di apertura. Gli utenti già tesserati potranno come di consueto fare i loro acquisti on line dal sito contrammobilita.it o attraverso l’App Contram Mobilità.
La Regione Marche conferma le tariffe degli scorsi anni, non si registrano quindi variazioni né aumenti .
Per agevolare l’utilizzo del trasporto pubblico, anche per l’annualità 2025/2026 è stato rinnovato il "premio fedeltà": l’abbonamento annuale scolastico al costo di 7 mesi e mezzo, sarà valido per 12 mesi e per viaggiare anche in estate quando finisce la scuola a giugno e in tutta la Regione.
"I giovani di Civitanova vengono troppo spesso identificati solo con la parola movida. Ma accanto alle serate ci sono i nostri interessi, le nostre passioni e le nostre ambizioni. Perché limitarci a questo? Perché non diventare protagonisti della nostra città?". Così Francesco Sebastiani, ideatore e promotore della proposta di un Tavolo delle Politiche Giovanili a Civitanova e coordinatore del collettivo di giovani "Unirà".
Il progetto prevede la creazione di un "tavolo apartitico, leggero e propositivo, che riunisca giovani, associazioni e realtà locali per dialogare con l’amministrazione comunale". Obiettivo: trasformare le idee in proposte concrete, creando uno spazio stabile di confronto e partecipazione.
"Il Tavolo sarà un luogo aperto e inclusivo, dove chi crede che i giovani possano dare un contributo serio alla vita cittadina potrà portare le proprie idee - spiega Sebastiani -. Dalle iniziative culturali alle opportunità formative, dalle politiche per il lavoro alla valorizzazione degli spazi giovanili, vogliamo essere parte attiva del futuro di Civitanova".
Il tema era stato sollevato durante il consiglio comunale di marzo, quando si è discusso dell’importanza di creare un canale diretto tra nuove generazioni e istituzioni. Da quel momento, Sebastiani insieme a tutto il Collettivo hanno lavorato alla stesura di una bozza progettuale, che verrà presentata ufficialmente nelle sedi istituzionali nelle prossime settimane.
"Mi piacerebbe lanciare un segnale chiaro: noi giovani vogliamo una voce tutta nostra a Civitanova. Per questo invito tutti i ragazzi e le associazioni a sostenere l’iniziativa compilando il modulo online", conclude Sebastiani.
Nel corso della campagna olearia 2024-2025, la produzione di olio nelle Marche ha fatto registrare un incremento straordinario: +198% rispetto all’annata precedente. La produzione regionale ha raggiunto quota 4.320 tonnellate, contro le 1.452 del 2023, ben al di sopra della media registrata tra il 2020 e il 2023 (3.005 tonnellate).
I dati emergono da una ricerca dell’Agenzia Logos per CIA – Agricoltori Italiani delle Marche, su elaborazioni ISMEA su base AGEA – Dichiarazioni dei frantoi. Complessivamente, nelle Marche sono stati coinvolti 155 frantoi, che hanno prodotto oltre 40,8 milioni di chili di olive, per una resa media dell’11% e una produzione totale superiore ai 4,3 milioni di chili di olio.
Nel dettaglio provinciale, ad Ancona i 35 frantoi hanno prodotto 966.636 chili di olio a fronte di oltre 10 milioni di chili di olive molite, con una resa del 10%. In provincia di Ascoli Piceno i frantoi sono stati 31, per una produzione di 850.347 chili di olio e una resa del 12%, la più alta della regione. A Fermo i 27 frantoi hanno raggiunto una produzione di 861.859 chili di olio con una resa dell’11%. A Macerata i frantoi coinvolti sono stati 45, con 1.127.466 chili di olio e una resa dell'11%. Infine, in provincia di Pesaro Urbino, i 17 frantoi hanno prodotto 514.093 chili di olio, con una resa del 10%.
Mauro Moreschini, direttore Cia Ascoli-Fermo-Macerata, ha detto: "Il comparto olivicolo marchigiano, in special modo del sud delle Marche, nell'anno 2024 ha ottenuto una buona produzione per quanto riguarda sia il prodotto che la qualità dell'olio. Il 2025 sarà più difficile, anche a causa di attacchi patogeni come quello della mosca. In realtà, per i produttori l’ostacolo principale è sempre il prezzo, anche a causa del prodotto estero che continua ad arrivare sui nostri mercati e dell'aumento dei costi di produzione delle materie prime, che comunque sono un problema non indifferente".
La campagna 2024-2025 si inserisce in un contesto nazionale complesso, caratterizzato da una "annata di scarica" che ha visto la produzione italiana scendere sotto le 250 mila tonnellate, pari a un calo del 24% rispetto al 2023. La dinamica produttiva ha mostrato un’Italia divisa in due: al Sud la produzione ha subito una forte contrazione, mentre al Centro-Nord si sono registrati incrementi significativi, con volumi più che raddoppiati rispetto a un 2023 particolarmente scarso.
Sul fronte dei prezzi, dopo due anni di rialzi record, l'autunno 2024 ha visto un crollo delle quotazioni internazionali. L’olio extravergine spagnolo è passato in pochi mesi da quasi 9 euro al chilo a 3,60 euro a giugno 2025, trascinando verso il basso anche il prodotto greco e tunisino. Diversa la situazione per l’extravergine italiano, che ha mantenuto una quotazione media sopra i 9 euro al chilo.
A incidere sono stati sia la scarsità di prodotto, dovuta all’annata di scarica e alle basse giacenze di inizio campagna, sia l’elemento qualità, che continua a rappresentare una discriminante fondamentale sul mercato. Il segmento del lampante, invece, ha seguito l’andamento flessivo registrato anche a livello internazionale.
Giacomo Senzacqua, titolare dell’omonima azienda agricola, descrive l’andamento produttivo degli ultimi anni: "La produzione è stata positiva fino al 2023. Non eccezionale, ma magari legata molto a una buona pratica, una buona gestione degli oliveti. Il 2024 ha visto invece una produzione eccezionale su tutto il territorio marchigiano, quindi anche nella nostra azienda. Determinate variabili si sono allineate per far sì che il raccolto fosse eccezionale sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo. Abbiamo avuto una buona fioritura nel 2024, seguita da un'ottima allegagione".
"Successivamente, nessun problema significativo da un punto di vista fitosanitario, nessun grande problema con la mosca e quindi siamo andati al raccolto in condizioni ottimali. Quest'anno abbiamo una situazione un po’ più a macchia di leopardo su tutto il territorio marchigiano, quindi mi aspetto sicuramente una minor produzione: la fioritura si è mostrata inizialmente buona, ma poi le temperature leggermente più basse rispetto alla media stagionale hanno fatto sì che la fioritura sia stata ritardata di qualche di qualche settimana", conclude Senzacqua.
Da martedì 2 settembre il Cus Macerata lancia il nuovo corso di difesa personale. Nella palestra della scuola IV Novembre, ogni martedì e giovedì con via alle 18:30 e conclusione alle 19:30, si terranno lezioni che verranno curate da Anderson Mendes.
Insegnante brasiliano ma da anni italiano d’adozione, Mendes è già noto nell’ambiente cussino essendo valido collaboratore del Maestro Laura Moretti nella sezione del judo. Ora il tecnico carioca sarà responsabile di un corso che testimonia ancora una volta l’attenzione del Cus verso le tematiche dell’attualità e i fenomeni che possono avere come destinatari di comportamenti purtroppo violenti proprio i giovani. Specie le ragazze.
Il corso non ha carattere agonistico ed il programma prevede lezioni che insegneranno le tecniche base di difesa personale per poi evolversi fino alle più efficaci tecniche di arti marziali. Saranno affrontati numerosi tipi di aggressioni e le relative difese, sia a mani nude che con armi o oggetti. Destinatari del corso sono adulte/i e ragazzi/e di età indicativamente maggiore a 16 anni.
Anderson Mendes si presenta: "Ho avuto una formazione molto ampia interessandomi di diverse discipline, ho iniziato con Shao lin kung fu, poi ho praticato il Karate Shotokan e le Mixed Martial Arts (che include le discipline del Kick boxing e del Brasilian Jiu Jitsu). Ho partecipato a diversi seminari, anche di altre arti marziali qui meno note, in giro per tutta l’Italia. Da diversi anni oramai pratico anche il Judo con la Maestra Laura Moretti. Questa formazione variegata mi permette quindi di affrontare a 360 gradi la materia della difesa personale, che insegno oramai da diverso tempo".
La decisione su come mettersi al volante di un'auto nuova rappresenta un momento cruciale per le finanze di un privato o di un'azienda. Se un tempo l'acquisto diretto, magari supportato da un prestito, era la via quasi obbligata, oggi il panorama della mobilità si è arricchito di alternative che rispondono a esigenze e filosofie differenti. Tra queste, le due formule più diffuse sono senza dubbio il finanziamento e il noleggio di auto a lungo termine. Entrambe permettono di accedere a un veicolo senza dover sborsare l'intera cifra in un'unica soluzione, ma lo fanno attraverso percorsi economici e concettuali profondamente diversi, che è fondamentale analizzare per compiere una scelta consapevole.
La filosofia del possesso: il finanziamento
Il finanziamento auto è la soluzione tradizionale per chi desidera diventare proprietario del veicolo. Attraverso questa modalità, un istituto di credito anticipa la somma necessaria all'acquisto e il cliente la restituisce attraverso rate mensili, comprensive di una quota capitale e di una quota di interessi, per un periodo di tempo prestabilito. Il vantaggio principale di questa formula risiede nel concetto stesso di proprietà: al termine del piano di rimborso, l'automobile appartiene a tutti gli effetti al guidatore, che può decidere di tenerla, venderla o permutarla.
Tuttavia, la proprietà comporta una serie di responsabilità e costi variabili. L'automobilista deve farsi carico direttamente di tutte le spese di gestione: bollo auto, assicurazione, manutenzione ordinaria e straordinaria, cambio pneumatici ed eventuali riparazioni impreviste. A questi costi si aggiunge il fattore più incisivo dal punto di vista economico: la svalutazione. Dal momento in cui esce dal concessionario, un'auto inizia a perdere valore, un onere che ricade interamente sulle spalle del proprietario al momento di una futura vendita.
La filosofia dell'uso: il noleggio a lungo termine
Il noleggio di auto a lungo termine si basa su un principio diametralmente opposto: non il possesso, ma l'utilizzo del bene. Con questa formula, si paga un canone mensile fisso per avere a disposizione un'auto nuova per un periodo contrattuale che varia solitamente dai 24 ai 60 mesi. La caratteristica distintiva del noleggio è la sua natura "tutto compreso". Il canone, infatti, include la quasi totalità dei costi di gestione: assicurazione completa (RCA, Kasko, furto e incendio), manutenzione ordinaria e straordinaria, e spesso anche il cambio gomme e l'assistenza stradale.
Questo approccio garantisce una certezza assoluta dei costi, mettendo l'utente al riparo da qualsiasi spesa imprevista e dalla svalutazione del veicolo, che rimane a carico della società di noleggio. Al termine del contratto, l'auto viene semplicemente restituita, senza l'incombenza di doverla rivendere. I principali vincoli di questa formula sono il limite chilometrico annuo, il cui superamento comporta costi aggiuntivi, e il fatto che l'auto non entrerà mai a far parte del patrimonio del cliente.
Due mondi a confronto
La scelta tra finanziamento e noleggio a lungo termine non ha una risposta univoca, poiché dipende interamente dalle esigenze, dalle abitudini di guida e dalla mentalità dell'automobilista. Chi desidera la proprietà del veicolo a ogni costo, magari percorre pochi chilometri all'anno e preferisce gestire in autonomia la propria auto, potrebbe trovare più affine la formula del finanziamento. Al contrario, chi cerca la massima prevedibilità dei costi, non vuole avere pensieri legati alla gestione burocratica e alla svalutazione, e ama cambiare auto frequentemente per guidare modelli sempre nuovi e tecnologicamente aggiornati, troverà nel noleggio a lungo termine una soluzione più aderente al proprio stile di vita. La decisione finale risiede in una valutazione personale di ciò che si cerca da un'automobile.
Nel linguaggio comune utilizziamo i termini congruenza e coerenza come se fossero intercambiabili. In realtà, in ambito psicologico, si tratta di due concetti distinti, spesso complementari, che riguardano le dinamiche interne dell’essere umano.
La congruenza rappresenta l’ allineamento tra pensieri, emozioni, parole ed azioni. E’ l’espressione di un’ integrità, grazie alla quale la persona riesce a manifestare in modo autentico la propria essenza, vivendo in uno stato di armonia interiore. Essere congruenti comporta aver compiuto un lavoro di consapevolezza su ciò che si prova e si desidera, per poter esprimere sé stessi nella propria autenticità, evitando di inviare al mondo messaggi confusi o contraddittori. Significa essere in linea tra la propria esperienza interna e la sua espressione esterna. Quando ciò non accade, emerge una sorta di dissonanza, una sensazione di scollamento tra ciò che si è e ciò che si mostra.
Diverso è il concetto di coerenza, che appartiene maggiormente alla sfera logica. Si esprime in un contesto pubblico in cui una persona mostra pensieri e comportamenti uniformi in diverse situazioni nel corso del tempo. In questo senso, la coerenza crea l’immagine di una condotta stabile e prevedibile ed è spesso associata ad un riconoscimento sociale di affidabilità.
Tuttavia se ciò può apparire un valore positivo, col tempo potrebbe trasformarsi in una gabbia. Per mantenere una coerenza esteriore si rischia di sacrificare la propria congruenza interiore. Può, infatti, succedere di essere fedeli e coerenti con i propri ideali, senza però sentirsi in sintonia con le emozioni autentiche del momento.
Immaginiamo una persona che si sforza di rimanere paziente, perché in linea con un valore in cui crede, provando nel contempo frustrazione o rabbia, emozioni, queste, che non si concede di riconoscere. In tal modo, pur rimanendo coerente con il proprio ideale, vive un’incongruenza interna, un disallineamento tra il sentire la frustrazione e l’agire con pazienza.
Può anche accadere che in seguito ad un’ esperienza significativa, una persona possa evolvere, cambiare prospettiva, emozioni o convinzioni. Un mutamento giusto ed inevitabile che conduce ad una maggiore congruenza con il proprio sé attuale, ma che agli occhi degli altri può sembrare un segno di incoerenza. Ciò che è autentico per sé stessi può, non essere sempre comprensibile per chi ci osserva dall’esterno.
Per questo motivo, se da un lato la coerenza è una qualità fondamentale per costruire e mantenere un’ identità sociale, dall’altra essere congruenti è molto importante, perché significa coltivare una connessione autentica con sé stessi per poter coltivare relazioni più genuine.
Entrambe sono necessarie e richiedono equilibrio, perché un’ eccessiva congruenza può rendere difficile costruire un’immagine stabile nel tempo, mentre una coerenza troppo rigida rischia di ostacolare il cambiamento, imprigionandoci in convinzioni radicate e poco realistiche in un mondo in continua trasformazione.
Se la congruenza nutre la nostra essenza, la coerenza sostiene l’ identità sociale. Trovare un’armonia tra le due dimensioni significa restare fedeli alla propria storia, senza rinunciare all’autenticità. Il nostro benessere psicologico nasce proprio da questo equilibrio sottile: essere integri senza smettere di essere veri.
Sta largamente prendendo piede una nuova moda, che va diffondendosi direttamente dal Brasile: è la moda degli adulti che usano il ciuccio. Aveva ragione Lukács, allorché sosteneva che nel capitalismo la vita avvizzisce tra alienazione e stravaganza. La nuova moda testimonia in modo adamantino del regressus ad pueritiam del nostro tempo: la civiltà tecnocapitalistica è l’evo dell’infantilizzazione generale, in forza della quale tutti si diventa eterni bambini senza mai essere adulti e maturi.
Il fanciullo, come notava Aristotele, è colui il quale ha il logos solo in potenza, e che pertanto deve restare sotto la giurisdizione e la tutela degli adulti. Il "parco umano" al tempo del capitalismo globalizzato figura in effetti come un Kindergarten allargato, in cui i soggetti sono infanti a tempo determinato e vivono "come color che son sospesi". L
La società si riconfigura, così, nell’inedita forma di un immenso luna park, popolato da adulti infantilizzati sine die e da bambini dalla crescita negata, condannati a quella "depauperizzazione psicologica" che li porta a desiderare tutto, fuorché una società altrimenti strutturata. Con le parole del Nietzsche della seconda delle Considerazioni inattuali, l’abitatore della cosmopoli mercificata lavora alacremente "nella fabbrica delle utilità generali" allo scopo di "non diventare mai un uomo maturo".
Sotto il cielo, regna oggi un generale infantilismo intriso di avidità puerile: il bambino non sopporta autocontrollo ed educazione del limite, né accetta gratificazione ritardata o senso della legge e dell’interdizione. Ancora, non sopporta ordine razionale che disciplini il principio di piacere. Era nel vero Pasolini, allorché sosteneva che i "personaggi principali" del "penitenziario del consumismo" erano i giovani.
Il capriccio puerile del tempo dell’egocrazia nega alla radice l’idea stessa della mancanza come condicio humana: esige incondizionatamente di avere tutto a sua disposizione nell’immediato spazio dell’hic et nunc del godimento scevro di interdizioni e di differimenti. Tale è la condizione del puer eternus in balia della sindrome di Peter Pan.
La società del turbocapitalismo planetario mira, per questo, a una infantilizzazione integrale dell’uomo, secondo il principio di una vera e propria regressione psichica dominata dal principio del pathos. In virtù di questo regressus ad pueritiam, si impone il nuovo infantilismo consumistico neoedonista, in cui domina la pulsione all’acquisto immediato e al consumo senza interdizioni.
Anche in questa chiave si spiega l’adiaforizzazione generalizzata che la civiltà dei consumi genera su vasta scala: i suoi sudditi, i consumatori apolidi, sono pervasi dal senso di indifferenza e di apatia, nel trionfo iperbolico di quella figura che Simmel chiama blasé e che Benjamin appella flâneur. La meccanica dei desideri della civiltà dei consumi, in effetti, ci vuole tutti eternamente bambini e desideranti, votati al consumo di merci e all’incapacità di conoscere l’esperienza del limite.
Poiché il padre – come sottolineato ad esempio da Lacan – è la figura che educa il fanciullo alla legge e al senso della misura, non stupisce che la nostra civiltà voglia annientare ogni determinazione del padre e fare in modo che i bambini non crescano mai e mai apprendano il senso del limite e della legge. Chiamano lotta contro il patriarcato quella che semplicemente è la lotta contro la figura del padre, coerente con il dispositivo della civiltà dei consumi e della sua infantilizzazione allargata del parco umano. La nuova moda giunta dal Brasile appare dunque perfettamente consona al carattere della nostra civiltà occidentale, o meglio uccidentale. La situazione è tragica, ma non seria.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall'avv. Oberdan Pantana, "Chiedilo all'avvocato". Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato eventi che potrebbero accadere in occasione del ritorno dalle ferie estive e nello specifico la "responsabilità dovuta dalla perdita del bagaglio" in capo agli organizzatori della vacanza o comunque del vettore che ha effettuato il viaggio. Ecco la risposta dell’avv. Oberdan Pantana, alla domanda posta da una lettrice di Civitanova Marche che chiede: “In caso di viaggio con pacchetto turistico “tutto compreso” giunta a destinazione davanti al nastro trasportatore dell’aeroporto si concretizza il fatto della perdita del proprio bagaglio. Chi deve risarcire?”
Sapere come comportarsi in questi casi e conoscere la corretta procedura da seguire, aiuta a recuperare la calma dopo l'iniziale momento di sconcerto e rabbia e, magari, anche le valigie o comunque il risarcimento danni.
Innanzitutto, giova ricordare che in caso di smarrimento, distruzione, deterioramento o ritardo nella consegna dei bagagli, la tutela dei viaggiatori, per le compagnie aeree comunitarie e quelle registrate nei Paesi che vi aderiscono, è assicurata dalla Convenzione di Montreal del 1999, nonché dal Regolamento 889/2002/CE, che stabilisce all’art. 22 la responsabilità del vettore, prevedendo un risarcimento danni fino a 1.000 DSP (Diritti speciali di prelievo) per passeggero, pari a circa € 1.134,71; mentre, per le compagnie aeree che non aderiscono a tale convenzione, è previsto un risarcimento pari ad € 20,00 per Kg sino al raggiungimento del peso massimo ammesso al trasporto in stiva senza pagamenti aggiuntivi.
Sulla base della normativa, pertanto, i passaggi da seguire per ottenere un equo ristoro per il danno subito sono i seguenti: innanzitutto, recarsi all’ufficio oggetti smarriti (Lost and found) dell’aeroporto e compilare l’apposito modulo Pir (Property Irregularity Report), descrivendo la valigia ed il suo contenuto; poi, se trascorse le prime 24 ore, il bagaglio non è stato ancora rintracciato, alcune compagnie provvedono il rimborso di una somma per l’acquisto degli articoli di prima necessità, per le quali è quindi necessario conservare scontrini e ricevute. Qualora il bagaglio non venga restituito, il proprietario è tenuto ad inoltrare reclamo alla compagnia aerea entro 21 giorni dallo smarrimento; in caso, invece, di danneggiamento, la richiesta di rimborso deve essere inviata entro 7 giorni.
Per i bagagli contenenti oggetti di valore come gioielli, pc portatili, denaro contante, ecc., è sempre consigliabile dichiararne il contenuto al momento del check-in, chiedendo di poter usufruire della “Dichiarazione di valore”, che permette di elevare il limite di responsabilità del bagaglio registrato, oppure optare preventivamente per la stipula di una polizza assicurativa, che consente di avere indennizzi superiori a quelli offerti dalle compagnie in caso di furto o perdita.
Ad ogni modo, anche in risposta alla nostra lettrice, nel caso in cui tale vicenda non venga risolta in via stragiudiziale, sarà possibile ottenere giudizialmente il risarcimento di tutti i danni subiti, sia patrimoniali, sia non patrimoniali, quali anche il danno morale considerato come “danno da vacanza rovinata”. Difatti, è oramai consolidato l’orientamento della Corte di Cassazione, secondo il quale: "Il danno non patrimoniale da vacanza rovinata è un pregiudizio risarcibile, costituendo uno dei casi previsti dall’art. 2059 c.c., e spetta al giudice di merito valutare la domanda di risarcimento e prendere una decisione fondata sul bilanciamento del principio di tolleranza delle lesioni minime e della condizione concreta delle parti (Corte di Cassazione, Sez. III Civile, sentenza n. 17724/18, depositata il 06.07.2018)".
Inoltre, sempre nella medesima sentenza, la Suprema Corte individua quali soggetti obbligati a risarcire il proprietario del bagaglio perduto, oltre al vettore, anche il venditore od organizzatore del pacchetto turistico, in virtù dell’assunzione legale del rischio per i danni del viaggiatore, salvo la possibilità, da parte di quest’ultimi, di rivalersi nei confronti della compagnia aerea, e precisamente: "Il venditore o organizzatore di un pacchetto turistico, in virtù dell’assunzione legale del rischio per i danni che possa subire il viaggiatore, è responsabile del risarcimento patito per fatto illecito commesso da un terzo, salvo la possibilità di rivalersi nei confronti di quest’ultimo".
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
Un importante gesto di generosità e memoria va ad arricchire il patrimonio culturale della città di San Severino Marche. La famiglia del grande archeologo settempedano Giuseppe Moretti ha donato una copia della sua prestigiosa opera “Ara Pacis Augustae” al Comune. La pubblicazione è stata consegnata nelle mani del sindaco Rosa Piermattei dalla nipote, Adele Moretti, in una cerimonia ospitata a Palazzo Comunale.
L’incontro ha visto la partecipazione anche dell'assessore comunale alla Cultura, Vanna Bianconi, del direttore della Rete museale dell'Alta Valle del Potenza, Federica Galazzi, e della responsabile della biblioteca comunale, Antonella Pascarella.
Il volume, che rappresenta ancora oggi un testo di riferimento per gli studi sull’Ara Pacis, simboleggia il profondo legame tra l'archeologo e la sua città natale. Nato a San Severino Marche nel 1876, Giuseppe Moretti si distinse per la sua eccezionale dedizione e il suo metodo di lavoro rigoroso che lo portò a ricoprire ruoli di primo piano nel panorama archeologico italiano.
La sua carriera, iniziata al Ministero della Pubblica Istruzione, lo vide impegnato in missioni e scavi di grande rilievo, dalla riorganizzazione del Museo Nazionale Romano alle esplorazioni in Turchia. Tra i suoi successi più noti spiccano il riallestimento del Museo di Ancona, l'identificazione del "guerriero italico di Capestrano" e, soprattutto, la complessa e travagliata ricomposizione dell'Ara Pacis a Roma, un'impresa che portò a termine con grande professionalità nonostante le pressioni del regime fascista dell'epoca.
Il Museo Archeologico di San Severino Marche, a lui intitolato nel 1972, è la testimonianza più vivida di come la sua città abbia voluto onorare la memoria di un figlio illustre, la cui instancabile opera di ricerca e conservazione ha lasciato un'eredità inestimabile.
La donazione del volume "Ara Pacis Augustae" non è solo un omaggio a un'opera monumentale ma un gesto che rinnova il legame tra la famiglia Moretti e la comunità settempedana, rafforzando il valore storico e culturale del museo archeologico settempedano.
Il sindaco Rosa Piermattei a nome dell’intera Amministrazione comunale e della Città di San Severino Marche, ricevendo la pubblicazione ha voluto esprimere la propria profonda gratitudine alla signora Adele Moretti e alla sua famiglia per questa preziosa testimonianza che andrà ad arricchire il patrimonio del Museo Archeologico.
L’ufficio Anagrafe del comune di San Severino Marche ricorda ai cittadini in possesso di una Carta d'Identità in formato cartaceo che, per effetto del Regolamento Europeo n. 1157/2019, a partire dal 3 agosto 2026 le stesse cesseranno di essere valide per l'espatrio, indipendentemente dalla data di scadenza riportata nel retro del documento.
Lo stesso ufficio è a disposizione fin da ora per il rilascio della nuova Carta d’Identità Elettronica (CIE), l'unico documento che garantirà la piena validità per l'espatrio dopo la data del 3 agosto 2026. Si consiglia vivamente ai cittadini di non attendere l'ultimo momento per avviare la procedura di rinnovo.
La Cie è un documento moderno e sicuro che sostituisce la versione cartacea e può essere richiesta anche prima della naturale scadenza, come previsto dalla normativa. Per il rilascio del documento è necessario fissare un appuntamento con l'ufficio Anagrafe.
È richiesta la presenza fisica dell'interessato, anche se minorenne, e l'esibizione di una fototessera recente (massimo 6 mesi), la precedente carta d'identità o la denuncia in caso di furto o smarrimento, la tessera sanitaria, l'attestazione di versamento di 22 euro. In caso di primo rilascio, se non si possiede un altro documento d'identità, è necessario presentarsi accompagnati da due testimoni.
Per coloro che sono maggiorenni la carta d'identità, sempre ai sensi del Regolamento UE 1157/2019, ha una validità massima di 10 anni. Essa scade dopo 9 anni dalla data della richiesta, più i giorni intercorrenti fra la richiesta e la data di nascita del titolare della carta. Pertanto è consigliabile richiederla appena trascorso il compleanno.
Scade dopo 9 anni dalla data della richiesta, più i giorni intercorrenti fra la richiesta e la data di nascita del titolare della carta. Per i minori, se si desidera che la Carta sia valida per l’espatrio, è indispensabile la firma di entrambi i genitori o, in caso di assenza, il loro assenso scritto.
La fimosi è una condizione che interessa molti uomini, caratterizzata dall’impossibilità o dalla difficoltà a retrarre il prepuzio sul glande. Nonostante i diversi trattamenti disponibili, può capitare che il problema si ripresenti nel tempo: si parla in questo caso di fimosi recidiva. Comprendere le cause della ricomparsa e le opzioni a disposizione è fondamentale per affrontare il disturbo in maniera efficace, riducendo disagi e possibili complicazioni.
Perché la fimosi può tornare dopo il trattamento?
Molti uomini si sottopongono a terapie farmacologiche, esercizi manuali o, nei casi più severi, ad interventi chirurgici come la circoncisione. Tuttavia, in alcuni casi la fimosi può ripresentarsi. Le ragioni possono essere diverse:
- Insufficiente elasticità cutanea: alcuni tessuti tendono a cicatrizzare in modo rigido, favorendo la ricomparsa della stenosi.
- Infiammazioni o infezioni ricorrenti: balaniti o balanopostiti possono peggiorare la condizione.
- Mancanza di continuità nel trattamento conservativo: gli esercizi o le terapie locali necessitano costanza, altrimenti i risultati possono regredire.
- Errori post-operatori: dopo la circoncisione, ad esempio, se non si seguono scrupolosamente le indicazioni mediche, possono insorgere complicazioni che riattivano il problema.
Quali rischi comporta la fimosi recidiva?
Una fimosi che ritorna non è soltanto un fastidio quotidiano: può avere ripercussioni sulla salute e sulla qualità della vita. Tra i rischi più comuni troviamo:
- Difficoltà durante i rapporti sessuali, con conseguente dolore o impossibilità di avere rapporti completi.
- Problemi di igiene intima, con aumento del rischio di infezioni.
- Dolore durante la minzione.
- Impatto psicologico, con riduzione dell’autostima e ansia da prestazione.
Come affrontare la fimosi recidiva
Il primo passo è consultare uno specialista urologo, che valuterà la gravità del caso e consiglierà la strategia più adatta. Oltre agli approcci chirurgici, oggi sempre più uomini cercano alternative meno invasive che permettano di recuperare l’elasticità del prepuzio senza ricorrere a bisturi o a soluzioni definitive e drastiche.
Un’opzione che si sta diffondendo è l’uso di dispositivi specifici che favoriscono un allungamento graduale ed indolore della pelle prepuziale. Tra questi, una soluzione innovativa è rappresentata da Phimostop, un dispositivo medico che permette un trattamento progressivo della fimosi, riducendo al minimo il rischio di recidiva e migliorando il comfort durante la terapia.
Phimostop: una valida alternativa
Phimostop si basa su un principio semplice ma efficace: un set di anelli di silicone medicale che, inseriti in maniera graduale, aiutano il prepuzio a dilatarsi nel tempo, senza dolore e senza dover interrompere le normali attività quotidiane. Questo approccio consente:
- di evitare la chirurgia nei casi non gravi;
- di trattare la fimosi in modo discreto e progressivo;
- di ridurre il rischio che la problematica si ripresenti nel tempo;
- di preservare la sensibilità del glande, cosa che invece può ridursi dopo la circoncisione.
Per chi teme che la fimosi possa ricomparire anche dopo un primo trattamento, si tratta dunque di una risorsa concreta e alla portata.
→ Scopri di più sulle soluzioni meno invasive alla fimosi e come contrastare il rischio di recidiva.
L’importanza della prevenzione e del follow-up
Contrastare la fimosi recidiva non significa soltanto intervenire una volta che il problema si ripresenta, ma anche adottare buone pratiche per ridurre i rischi. Tra queste troviamo:
- Igiene intima quotidiana, accurata ma non aggressiva.
- Controlli regolari dall’urologo, soprattutto se si hanno già avuti episodi di fimosi in passato.
- Attenzione alle infiammazioni: trattare tempestivamente infezioni o irritazioni locali.
- Costanza nelle terapie conservative, per garantire risultati duraturi.
Conclusioni
La fimosi recidiva può essere un problema frustrante, ma non è senza soluzioni. Se la chirurgia rappresenta la via più drastica, oggi esistono alternative innovative che consentono di affrontare il disturbo con maggiore serenità, riducendo il rischio di recidiva e migliorando la qualità della vita. Tra queste, Phimostop si pone come un valido supporto per chi desidera un trattamento sicuro, progressivo e non invasivo.
Per informazioni mediche aggiornate e approfondite sul tema della fimosi, si può consultare il portale dell’Istituto Superiore di Sanità.