Meno carne, latte e pasta. Più legumi, verdura e formaggi. La dieta dei marchigiani è cambiata negli ultimi 10 anni ma cresce, purtroppo, la quantità di spreco alimentare calcolato in 621,9 grammi alla settimana (media del Centro Italia secondo l’ultimo report Waste Watcher 2025), in aumento dell’8,5% rispetto all’anno scorso.
Lo rende noto Coldiretti Marche alla vigilia della Giornata contro lo spreco, che ricorre il 5 febbraio. "Nel mondo, ogni secondo, l'equivalente di quasi 12mila pasti finisce nella spazzatura, con un impatto pesante dal punto di vista economico e della sostenibilità ambientale, oltre che da quello etico, considerato l'aumento delle persone affamate - spiegano da Coldiretti analizzando i dati Unep - mentre la Fao stima che il cibo perso e sprecato potrebbe sfamare ogni anno 1,26 miliardi di persone".
Insomma, lo spreco alimentare ha implicazioni etiche ed economiche che potrebbero essere superate grazie a comportamenti maggiormente responsabili. Nelle Marche la spesa mensile per l’acquisto di generi alimentari è stata calcolata in 547 euro. Si tratta della quota più alta del Centro Italia, sesto posto nazionale dietro a Campania, Sicilia, Friuli, Calabria e Molise.
Dal 2013, secondo Istat, i marchigiani mangiano meno salumi (-3%), carni bianche (-1,6%), bovine (-7,5%), suine (-3%). In calo anche il consumo di pane e pasta (-5%) e latte (quasi il 10%) mentre è aumentato quello di pesce (+5%), uova (+13,8%) e legumi (+9%). Tornando agli sprechi, la maggior parte di essi avvengono proprio tra le mura domestiche.
"La rete dei mercati contadini di Campagna Amica - spiegano da Coldiretti Marche - è impegnata da anni in un’opera di sensibilizzazione dei consumatori anche con incontri mirati con alunni e studenti nelle ore di educazione alimentare. L’acquisto diretto permette il contenimento degli sprechi perché accorciando la filiera, il consumatore può contare su cibi freschi, che si conservano di più, che non hanno percorso lunghe distanze e hanno inquinato meno".
"L’incontro con i produttori nei mercati o direttamente in azienda diventa anche un'occasione di educazione, socializzazione, cultura che permette di recuperare quella dimensione valoriale del cibo che rischiava di andare perduta. Rappresentano quindi un esempio concreto di come gli agricoltori e i consumatori, insieme, possano contribuire a diffondere stili di vita più sani e sostenibili", conclude nella nota Coldiretti.
Come consuetudine in questo primo mese dell'anno, l'Anagrafe comunale di Civitanova Marche ha aggiornato il conteggio delle persone residenti nel comune al 31 dicembre 2024, che sono in totale 42259.
L'Ufficio Servizi anagrafici e demografici dell’Ente elabora i dati sulla base delle schede individuali che si registrano allo sportello durante tutto l’anno; numeri che ora confluiranno all’Istat per il calcolo ufficiale derivante dall’aggiornamento del censimento. Il dato complessivo segna un lieve calo rispetto al 2023, quando il totale della popolazione era 42.367 al 31 dicembre 2023.
Nello specifico, sono 22142 (donne) e 20117 (uomini), 234 le culle occupate da 127 maschi e 107 femmine (166 nati nel comune, 67 in altro comune e 1 all’estero). Nel 2023 erano in totale 284 i fiocchi rosa ed azzurri. Nel 2024 sono decedute 452 persone, dieci in più del 2023.
Questa la composizione per fasce d’età - tra parentesi i dati 2020: da 0 a 19 anni: 7275 (7405). Da 20 a 34 anni: 6373 (6575). Da 35 a 54 anni: 12522 (12818). Da 55 a 74 anni: 11030 (10971). Da 75 e oltre: 5152 (4754).
Crescono le famiglie che sono 18.947 (lo scorso anno erano 18.776), con almeno uno straniero sono 2.339, con intestatario straniero 1.693, convivenze anagrafiche 12 (ex art.5 D.P.R. 223/1989), convivenze di fatto 48 (costituite ai sensi della legge n. 76/2016).
Scendono a 4.195 gli stranieri residenti (erano 4.263 nel 2023) di cui 1.791 uomini e 2.404 donne e aumentano le persone senza fissa dimora che sono 83, 59 uomini e 24 donne. Gli iscritti per immigrazione (Italia/estero) sono 1.334, mentre sono 1.224 i cancellati per emigrazione sia in Italia che all’estero. In 183 hanno acquisito la cittadinanza italiana (96 maschi e 87 femmine).
Per quanto riguarda le nazionalità, la comunità più numerosa è quella della Romania 656, seguita dalla Repubblica Popolare Cinese 583, Albania 235, Bangladesh 227, Marocco 148, Pakistan 464, Ucraina 356, Tunisia 159, Polonia 93, Federazione Russa 105, Filippine 87, Senegal 50, Brasile 73, Nigeria 41, Argentina 49, Afghanistan 44, Bulgaria 50.
I dati sono stati elaborati dall’addetta all’Ufficio elettorale Stefania Cesaretti, in collaborazione con la dirigente del settore Anagrafe e funzionario Servizio Risorse Umane, dottoressa Paola Recchi.
Da oggi è possibile prenotarsi per il prossimo incontro con la rassegna “Letture in Biblioteca”, che si svolgerà venerdì 7 febbraio, alle 17,30 alla Biblioteca Zavatti di viale Vittorio Veneto, a Civitanova Marche. Il libro proposto è: “π³'ππππππ πππππ πππππππππ π ππ 10 πππππππ πππππππ (4 π πππππ π 6 ππππππππ)” di Justyna Bednarek, indicato per bambini dai 7 ai 10 anni.
Per partecipare è necessario prenotare telefonando al numero: 0733 813837. Le letture si terranno ogni venerdì alle ore 17:30 dal 7 febbraio all’11 aprile 2025 e sono aperte ad un massimo di 20 partecipanti.
Il programma proseguirà con gli incontri di venerdì 21 febbraio “Una storia troppo corta” di D. Calì; venerdì 7 marzo “La grande fabbrica delle parole” di A. De Lestrade; venerdì 21 marzo “In mezzo a un milione di rane e farfalle” di C. De Gregorio; venerdì 4 aprile “Sono allergico ai draghi”! di S. Frasca.
Il programma delle letture per i bambini dai 3 ai 6 anni è il seguente: venerdì 14 febbraio “Perché ti voglio bene” di Tortolini; venerdì 28 febbraio “Il ladro di neve” di A. Hemming; venerdì 14 marzo “Decidi sempre tu!” di J. Mühle; venerdì 28 marzo: Peggy fa giardinaggio di T. Uzu; venerdì 11 aprile “L’uovo più bello” di H. Heine.
Il 7 ed il 9 febbraio il Terminal Dondero di Fermo ospiterà i due appuntamenti che concluderanno il ciclo di incontri gratuiti sull'arte contemporanea organizzati da Karussell (ore 18) . Si parlerà di "Fluxus, Tropicalia e accadimenti. Robert Filliou, Allan Kaprow, Hélio Oiticica" (7 febbraio) e "Che succede negli anni ’90? David Hammons, Marjetica PotrΔ, Thomas Hirschhorn, Francys Alÿs" (9 febbraio).
I seminari sono organizzati nell’ambito del progetto "Eugenio Tibaldi. Shape. Cercando la forma", promosso dal comune di Fermo e vincitore del PAC2024 - Piano per l'Arte Contemporanea della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Gli incontri sono tenuti da Matilde Galletti, storica dell’arte e curatrice di Karussell, per introdurre la ricerca dell’artista Eugenio Tibaldi contestualizzandone il percorso all’interno della storia dell’arte contemporanea ed esaminare tematiche di arte contemporanea poco conosciute.
Il progetto dell’artista si lega strettamente alla città in quanto ideato, in un’ottica di valorizzazione del patrimonio territoriale, a partire dalla relazione tra la storia locale e la percezione che la comunità ha di esso. Da alcuni anni infatti l'associazione Karussell invita artisti conosciuti a livello nazionale e internazionale a scoprire e dialogare con il patrimonio storico e architettonico della città.
"Tutte le opere che esponiamo - spiega Matilde Galletti - sono originali e hanno la caratteristica di intrecciarsi con alcuni degli elementi del territorio. Questo perché, come associazione, abbiamo immaginato la ricerca artistica contemporanea come uno strumento per la scoperta e la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale. La ricerca degli artisti che coinvolgiamo inizia un anno prima della mostra: essi trascorrono diverso tempo nel territorio per cercare di creare opere che siano in forte connessione con quello stesso luogo che le ospiterà".
Il progetto "Eugenio Tibaldi. Shape. Cercando la forma" prevede la realizzazione di un’opera che sarà poi inserita all’interno della collezione di arte contemporanea del Comune di Fermo. Gli incontri si tengono al Terminal Dondero. Per informazioni: Musei di Fermo - tel. 0734 217140 - museidifermo@comune.fermo.it
IL CALENDARIO
24 gennaio ore 18
Voci fuori dai ranghi. Un salto al Cabaret Voltaire
26 gennaio ore 18
Situazionismo e Lettrismo. Vagabondi felici.
7 febbraio ore 18
Fluxus, Tropicalia e accadimenti. Robert Filliou, Allan Kaprow, Hélio Oiticica.
9 febbraio ore 18
Che succede negli anni ’90? David Hammons, Marjetica PotrΔ, Thomas Hirschhorn, Francys Alÿs.
A causa dei lavori di demolizione dell'ex Hotel 77, il comune di Tolentino ha disposto alcune modifiche alla viabilità per consentire l'occupazione del suolo pubblico con mezzi d'opera e garantire la sicurezza della circolazione.
Il comando di polizia locale ha emesso un'ordinanza per regolamentare il traffico nella zona interessata dai lavori. In particolare, in via Fratelli Cervi, nel tratto compreso tra l'intersezione con viale Bruno Buozzi e l'intersezione con via Filippo Turati, sarà in vigore il divieto di sosta con rimozione forzata per tutti i veicoli, a causa del restringimento della carreggiata. Il divieto sarà valido dalle ore 7:00 del 6 febbraio fino alle ore 20:00 del 14 febbraio, salvo eventuali proroghe in base allo stato di avanzamento dei lavori.
Per motivi di sicurezza e tutela della pubblica incolumità, verrà inoltre istituito il divieto di transito veicolare lungo lo stesso tratto di via Fratelli Cervi. Per garantire la circolazione, il senso di marcia in via Filippo Turati sarà temporaneamente invertito nel tratto tra via Carlo Forlanini e via F.lli Cervi. Sarà quindi consentita la circolazione in direzione via F.lli Cervi a partire da Via Carlo Forlanini.
L’ordinanza della Polizia locale sarà in vigore dal 10 al 14 febbraio con orario 0 – 24 e prevede:
Via Marche:
Divieto di sosta h 0-24 con rimozione coatta, nel tratto di strada interessato dai lavori; Istituzione a partire dall’intersezione con via Ancona della segnaletica di divieto di transito, eccetto mezzi d’opera, nel tratto di strada interessato dai lavori. Durante le fasi di demolizione il divieto di transito sarà anche riferito ai pedoni;
Direzione obbligatoria a destra verso via Ancona, eccetto i veicoli residenti fino al civico 52, per tutti i veicoli in uscita dalla medesima via;
Istituzione del senso unico alternato a vista, con precedenza per i veicoli in uscita da via Marche, dal civico 56 al civico 80;
Direzione consentita a sinistra, in uscita dall’area di parcheggio antistante al civico 84 per i soli residenti nel tratto compreso tra il civico 56 ed il civico 112;
Istituzione temporanea di segnaletica verticale di “Strada senza uscita” nel tratto compreso tra il civico 56 ed il civico 112;
Via Ancona (tratto compreso tra via Weiden e via Marche):
Divieto di transito, eccetto residenti, strada chiusa a mt. 100;
Direzione obbligatoria a destra verso via Weiden, per i veicoli provenienti dal sottopasso ferroviario
Nei giorni scorsi, si è celebrata, come ogni anno, la giornata della memoria legata alla tragedia di Auschwitz, tragedia che, come è noto, ha riguardato, oltre agli ebrei, comunisti e omosessuali, rom e dissidenti. Liliana Segre, senatrice a vita e a suo tempo vittima delle persecuzioni naziste, ha asserito che, di questo passo, in futuro il ricordo della Shoah sarà cancellato.
A mio giudizio, corriamo un rischio forse anche maggiore, se mai è possibile: quello dell’utilizzo della memoria in chiave ideologica per giustificare le contraddizioni del presente. Basti ricordare il fatto che la Russia, anche quest'anno, è stata vergognosamente esclusa dalle celebrazioni ufficiali della giornata della memoria: si tratta di un paradosso evidente, che oltretutto si pone come una offesa alla memoria stessa, considerato il fatto che furono proprio i carri armati sovietici a liberare Auschwitz il 27 gennaio del 1945.
Giornata della memoria corta, verrebbe da dire. La propaganda hollywoodiana sta già da tempo cancellando la memoria, riscrivendo e riplasmando orwellianamente la storia a proprio uso e consumo e, naturalmente, celebrando i soli americani come liberatori dell'Europa.
L'obiettivo di Washington oltretutto non è soltanto quello di estromettere la Russia dal ricordo della liberazione ma di impiegare il ricordo stesso della liberazione per giustificare la propria permanenza eterna sul territorio europeo in qualità di dominatori. Come a dire "noi americani vi abbiamo liberati e ora abbiamo il diritto di occupare in eterno con le nostre basi il vostro territorio".
Non sfugga poi che nei discorsi ufficiali tenuti in Italia nei giorni scorsi, come ad esempio in quello della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, non si è fatto cenno nemmeno per sbaglio al genocidio in atto a Gaza. Eppure a Gaza si sta verificando quello che non possiamo definire altrimenti se non genocidio, e ci scuserà la senatrice Segre, che in più occasioni si è peritata di precisare che il termine non può essere applicato in relazione a ciò che sta accadendo a Gaza.
Non saprei davvero trovare un sinonimo o un termine egualmente appropriato. Non dovrebbe la memoria storica anzitutto educarci a non ripetere le tragedie del passato e, se si ripetono, a condannarle e ad agire per fermarle il prima possibile? Era questa la funzione che giustamente assegnava alla memoria Theodor Adorno, il quale si avventurava a dire che, dopo Auschwitz, tutta la cultura è spazzatura: tesi esagerata, indubbiamente, che rimodulerei sostenendo che è spazzatura tutta la cultura che usa la memoria del passato per giustificare le atrocità del presente.
Aveva ragione Gramsci, allorché sosteneva che la storia insegna, ma non ha scolari, e proprio per questo siamo condannati a ripeterla con tutti i suoi supplizi e con tutte le sue atrocità. In occasione della recente celebrazione della giornata della memoria, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha spiegato solennemente, senza peraltro fare un solo cenno a quel che sta accadendo a Gaza, che il nazifascismo è una "tentazione che torna".
Abbiamo ancora una volta l'epifania del logoro ritornello dell'antifascismo in assenza di fascismo; ritornello funzionale alla tenuta dell'ordine neoliberale. L'abbiamo ripetuto più volte e lo sottolineiamo anche ora: l'antifascismo in presenza di fascismo, come fu quello di Gramsci, era doveroso ed eroico. Ma qual è la funzione dell'odierno antifascismo in assenza di fascismo, del tutto inaccostabile al nobile antifascismo di Gramsci?
A mio giudizio, l'antifascismo in assenza di fascismo figura oggi come una patetica fiction volta sostanzialmente a puntellare ideologicamente e a santificare la società della violenza economica dei mercati. Svolge una parte sostanzialmente apotropaica, dacché dirotta lo sguardo rispetto alla contraddizione principale del market system, lasciando intendere che la società così com'è sia in sé giusta e buona, da difendere rispetto al ritorno del fascismo, a sua volta identificato propagandisticamente con ogni anelito di trasformazione della società realmente data.
Inutile sottolineare che oggi la violenza subita da giovani e lavoratori non sia più quella del manganello fascista, per fortuna morto e sepolto da diversi decenni, ma quella del libero mercato concorrenziale e della competitività planetaria, che va riducendo ogni giorno le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari, esercitando su di esse una violenza inaudita.
L'unico senso che potrebbe avere oggi l'antifascismo sarebbe quello di determinarsi come anti-capitalismo, ma è esattamente quello che non avviene, dato che, in maniera contraria, l'antifascismo viene utilizzato come alibi per giustificare il capitalismo stesso nella sua forma finanziaria e precarizzante.
Proprio così, l'antifascismo in assenza di fascismo permette alla massima parte delle forze politiche di non dover essere anti-capitaliste in presenza di capitalismo e anzi di farsi paladine del capitalismo stesso, mutato ideologicamente in società democratica che deve essere difesa appunto dal ritorno del fascismo per fortuna completamente estinto.
Il paradosso oltretutto sta nel fatto che viene santificata come progressista e democratica la posizione di chi difende la società della asimmetria capitalistica, celebrata come non plus ultra della democrazia, e viene viceversa demonizzata come fascista la posizione di chiunque aspiri a superare il capitalismo (gli stessi Marx e Lenin, se tornassero in vita, sarebbero oggi additati come fascisti dall'ordine discorsivo dominante).
Il capitalismo, che un tempo si servì del fascismo, oggi non ne ha più alcun bisogno e può utilizzarne la memoria come clava ideologica per giustificare se stesso nella sua nuova fase deregolamentata e finanziaria, anarchica e postmoderna. Giusto ricordare il passato e le sue atrocità: ma la memoria deve anzitutto educare a non riprodurre e a non giustificare le atrocità che tornano a realizzarsi.
"Sogni d’oro e che Dio ti benedica". In una frase, l’intimità di un mondo familiare che inconsapevolmente si perpetua per generazioni. Ogni sera, da bambina, sotto le coperte attendevo impaziente quella promessa, sicura che non sarebbe mai stata disattesa.
In una manciata di secondi si consumava un gesto d’amore che racchiudeva in sé un senso di eterno. Nel buio silente, che precedeva il sonno, la luce soffusa che filtrava dal corridoio portava con sé la voce calda e rassicurante di mia madre che, affacciata sull’uscio della porta della camera, mi avvolgeva come un mantello magico per condurmi nel mondo dei sogni.
Un rituale che negli anni non ci ha mai lasciato, è stato sempre lì ogni giorno, assumendo forme diverse, accompagnando così la mia crescita. Un patto d’amore rinnovato ogni sera, lei non era una donna dai grandi abbracci, non li aveva mai ricevuti, così provava una sorta di pudore nel lasciarsi andare alle smancerie, ma in quelle poche parole mi svelava il suo universo intero.
Ogni volta era come se mi dicesse: "dormi serena e sogna ...sogna caldi soli e cieli azzurri, fiori gialli e romantici tramonti...lasciati andare al sonno con dolci pensieri, io sarò sempre al tuo fianco e ti proteggerò". E così è stato finché ha potuto, poi un giorno non ce l’ha fatta e quella sera c’è stato il silenzio.
Un silenzio assordante, nessuna parola, il vuoto, un buio freddo. Ho supplicato che quella porta si aprisse, che quella luce morbida arrivasse a me come miele per il cuore, ma non successe, in quel momento il mio mondo si spense.
Ora sono una mamma e non c’è sera in cui non mi avvicini a mia figlia per sussurrarle all’orecchio: "Sogni d’oro amore mio e che Dio ti benedica". Ogni volta in cui pronuncio questa frase, sento la voce di mia madre che me la ripete dolcemente e nel pronunciarla io mi riconosco mamma e ritorno ad essere figlia.
Sento la forza di un bene che prende intensità nel suo replicarsi e trasmettersi di generazione in generazione e comprendo che l’amore è un’energia che non conosce tempo e spazio. In questa nuova consapevolezza la sera, prima di abbandonarmi al sonno, lascio che la luce torni a riscaldarmi.
La connessione che attraversa le generazioni è un sottile filo rosso invisibile che si tramanda di padre in figlio attraverso i secoli, intessuto nei gesti, nelle parole, nei rituali quotidiani, in ogni piega di una vecchia tovaglia stirata esattamente in quel modo.
Un legame che contribuisce a delineare le dinamiche psicologiche che ci porteranno a ripercorrere gli stessi binari già tracciati moltissimo tempo prima di noi.
Siamo un tutt’uno con il passato e conoscere la storia di chi ci ha preceduto ci può far ritrovare un senso di completezza ed un’armonia che nasce dal riconoscere il nostro posto in una trama senza fine.
(Credit foto: Steve Allen / Shutterstock.com)
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, "Chiedilo all'avvocato". Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente la tematica riguardante i rapporti tra la coppia e nello specifico dell’utilizzo del telefonino. Ecco la risposta dell’avv. Oberdan Pantana, alla domanda posta da una lettrice di Recanati che chiede: "Appropriarsi del cellulare della propria compagna comporta un reato?".
Il caso di specie ci porta ad affrontare una condotta sempre più presente all’interno delle coppie soprattutto per gelosia o per altri residuali scopi. A tal proposito ci è utile riportare un caso giudiziario nel quale l’imputato aveva sottratto con prepotenza alla ex fidanzata il telefono cellulare, al fine di rivelare al padre della donna, la relazione sentimentale che questa aveva instaurato con un altro uomo.
La Corte di Cassazione ha ritenuto sussistente il dolo specifico richiesto quale elemento soggettivo del reato di rapina, in quanto il profitto richiesto può concretarsi in ogni utilità, anche solo morale, nonché in qualsiasi soddisfazione o godimento che l'agente si riprometta di ritrarre, anche non immediatamente, dalla propria azione, purché questa sia attuata impossessandosi con violenza o minaccia della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene.
Alla luce di ciò, ha statuito il seguente principio di diritto "nel diritto di rapina sussiste l'ingiustizia del profitto quando l'agente, impossessandosi della cosa altrui (nella specie un telefono cellulare), persegua esclusivamente un'utilità morale, consistente nel prendere cognizione dei messaggi che la persona offesa abbia ricevuto da un altro soggetto, trattandosi di finalità antigiuridica in quanto, violando il diritto alla riservatezza, incide sul bene primario dell'autodeterminazione della persona nella sfera delle relazioni umane" (Cass. pen., Sez. II, 10 marzo 2015, n. 11467; Cass. pen., Sez. II, 10 giugno 2016, n. 24297).
Pertanto, in risposta alla nostra lettrice risulta corretto affermare che "sottrarre di prepotenza lo smartphone della propria compagna per poter dare un'occhiata a rubrica telefonica e messaggi comporta la commissione del reato di rapina in quanto l’ingiusto profitto richiesto può consistere anche in un vantaggio di natura morale o sentimentale" (Cass. Pen, Sez. II, 10 dicembre 2021, n. 45557).
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
Hai mai pensato che un commento possa essere molto più di una semplice risposta? Nella giungla dei social, sapere come comunicare con classe e personalità può fare la differenza tra passare inosservati e costruire connessioni autentiche. Oggi su “Chic & Social” parliamo dell’arte di commentare, rispondere e interagire in modo elegante, ma mai freddo. Perché la vera connessione online inizia con un messaggio lasciato nel posto giusto.
Commentare è un’arte (se fatto bene)
Un commento non è solo una fila di parole: è un piccolo biglietto da visita. Ecco alcune regole per rendere ogni tua interazione interessante: - Vai oltre il “Bellissimo!”: un complimento generico è carino, ma non lascia il segno. Aggiungi un tocco personale, qualcosa che faccia capire che hai davvero apprezzato. Ad esempio, “Adoro il tuo stile, quei colori sono una scelta perfetta!” suonerà più autentico di un semplice “Wow!” o di quel maledetto pollicione! -Fatti notare per intelligenza, non per polemica: non c’è bisogno di alzare i toni per emergere. Un’opinione garbata e ben argomentata vale più di mille provocazioni. - Rispondi sempre: ignorare chi ti scrive è il modo più rapido per spegnere una conversazione. Anche se, un semplice “Grazie!” può fare la differenza.
Interagire con classe: piccoli gesti, grande impatto
Creare relazioni autentiche sui social non significa diventare amico di tutti, ma comunicare con rispetto e attenzione. Ecco come: - personalizza le risposte: quando possibile, usa il nome della persona a cui stai rispondendo. Un tocco personale rende tutto più caldo e umano. - Non avere paura di dire “Non lo so”: mostrare umiltà è una forma di forza. Se qualcuno ti fa una domanda a cui non sai rispondere, ammettilo con sincerità. - Racconta qualcosa di tuo: aggiungere una breve esperienza personale a una risposta o a un commento crea connessione. Le persone si ricordano di chi si racconta, anche in poche parole.
La differenza tra interagire e spammare
Un errore comune sui social è confondere la partecipazione autentica con lo spamming. Qualche esempio: - Commenti copia-incolla: non scrivere mai lo stesso messaggio a chiunque, è evidente e fastidioso. - Multi Tag inutili: evita di taggare decine di persone per farti notare, è controproducente. - Coinvolgi con garbo: se vuoi condividere un contenuto, spiegane il motivo. Ad esempio, “Ho pensato a te leggendo questo, mi ha fatto riflettere!” è molto più efficace di un semplice tag.
Il potere di una buona interazione
Un commento fatto bene o una risposta curata possono trasformarsi in una porta aperta per nuove connessioni e relazioni autentiche. Sui social, dove tutti parlano e pochi ascoltano davvero, distinguersi con stile e gentilezza è il modo migliore per lasciare il segno. Quindi prima di cliccare invio: rileggi sempre. E ora tocca a te: qual è il tuo segreto per commentare e interagire con classe? Condividilo nei commenti!
Non perderti il prossimo episodio di “Chic & Social”: parleremo di un argomento importantissimo e attualissimo, la protezione dei minori sui social media. Come garantire loro sicurezza senza limitarne la libertà? Scopriamolo insieme sabato prossimo.
Concluderà il suo lungo e prestigioso cammino nella polizia stradale il prossimo 1° febbraio l’ispettore Flavio Marconi che, dopo oltre 40 anni di servizio, si congeda dalla caserma “Pasquale Paola” di Macerata. Una carriera esemplare quella di Marconi, che ha segnato un punto di riferimento per i suoi colleghi e una risorsa fondamentale per la comunità, con un impegno che ha attraversato vari momenti cruciali e grandi eventi della provincia.
Nel corso della sua carriera, l'Ispettore Marconi ha messo in campo capacità organizzative straordinarie, come nel caso delle celebri gare ciclistiche, tra cui il Giro d’Italia e la Tirreno-Adriatica, dove ha gestito l’ordine pubblico e coordinato il personale di polizia stradale per garantire la sicurezza degli atleti e del pubblico.
Un altro capitolo significativo della sua carriera è stato il servizio prestato durante le emergenze sismiche, come il terremoto che ha colpito le Marche e l’Umbria nel 1997, e successivamente nel 2016. In quelle tragiche circostanze, Marconi ha contribuito in prima linea, affrontando con coraggio e determinazione le difficoltà e le necessità delle persone colpite.
Oltre a queste attività straordinarie, l'Ispettore Marconi ha svolto regolarmente servizi di ordine pubblico, tra cui i controlli allo stadio, le operazioni di sicurezza durante il pellegrinaggio Macerata-Loreto, e le ronde per monitorare le stragi del sabato sera. L'ispettore ha fatto anche da scorta ai trattori durante le proteste dello scorso anno.
"Flavio è stato un vero faro per noi, affermano i suoi colleghi. Il suo carisma, la sua dedizione al servizio e la sua capacità di creare unione tra noi sono sempre state un punto di forza. Le sue iniziative extra lavorative hanno contribuito a creare un legame profondo tra noi tutti".
Se non hai mai chiesto a un assiduo frequentatore della palestra qual è il suo esercizio per le gambe preferito, provaci; siamo abbastanza convinti che sceglierebbe il Bulgarian Split Squat, ovvero quell'esercizio che in Italia è comunemente conosciuto come "squat bulgaro".
Come mai? Anche se c'è chi lo ama e chi lo odia, senza possibilità di vie di mezzo, si tratta comunque di una sequenza fondamentale pressoché in qualsiasi programma di allenamento, perché va dritto al punto.
Che tu voglia aumentare la forza muscolare, la massa magra o semplicemente definire e tonificare glutei e gambe, questo esercizio fa miracoli. Non a caso, è uno dei più faticosi e impegnativi che esistono! Sicuramente, se lo includi nella tua routine, abbinandoci una dieta bilanciata e includendo l'integrazione di prodotti come la somatropina, ottieni risultati garantiti e sostenibili nel lungo termine.
In questo articolo approfondiamo insieme l'argomento, capendo esattamente che cosa è lo squat bulgaro e sotto quali aspetti si distingue da quello classico.
Buona lettura!
L'ABC dello squat bulgaro
Questa efficacissima variante dello squat classico prevede che il peso sia caricato su una singola gamba, cioè su quella che viene comunemente definita "portante" o "di terra".
L'altra gamba, invece, è appoggiata o su una panca o su una qualsiasi superficie elevata a tua disposizione, a cui darai la schiena.
Il movimento ricorda per certi versi quello di un affondo classico. Sostanzialmente, il termine split incluso nel nome inglese di questo esercizio si riferisce alla posizione "in spaccata", perché la gamba portante anteriore scende in affondo mentre la gamba posteriore si appoggia su un supporto elevato, simulando per l'appunto il principio di una spaccata.
Chi è il suo inventore?
Questo esercizio deve il nome al suo ideatore, Angel Spassov.
Spassov era un allenatore della squadra nazionale bulgara di sollevamento pesi che, tempo fa, decise di includere questa tipologia di squat nella routine di preparazione atletica dei suoi culturisti al fine di migliorarne forza, stabilità e mobilità complessiva della parte inferiore del corpo.
La peculiarità di questo esercizio è che si tratta di una sequenza complessa che coinvolge anche il core, e non solo le gambe, mettendo alla prova al contempo equilibrio e coordinazione dei movimenti. Insomma, è proprio un esercizio a 360°!
Quali sono gli elementi che lo distinguono da uno squat classico?
La differenza principale tra uno squat classico e uno bulgaro è palese già a prima vista, dal momento che cambia il posizionamento degli arti sia inferiori che superiori.
Innanzitutto, in questa tipologia di squat i piedi non risultano sotto le spalle.
L'altra significativa differenza riguarda il carico, perché in questo caso non è distribuito in modo omogeneo su entrambe le gambe.
L'altra differenza riguarda l'attivazione muscolare: lo squat bulgaro coinvolge polpacci, core, glutei e muscoli posteriori della coscia perché richiede una maggiore flessione dell'anca, a differenza dello squat classico che comporta una maggiore flessione delle ginocchia e che, di conseguenza, attiva soprattutto i quadricipiti.
Conclusioni
Dunque, non evitarlo come la peste! Al contrario, cerca di inserirlo il più possibile nella tua routine di allenamento, quanto minimo nei leg day.
Nonostante sia estremamente faticoso e impegnativo (ma del resto: "No pain, no gain!"), questo esercizio rimane a oggi uno dei più efficaci in termini di attivazione muscolare multipla.
"Sono molto orgoglioso di essere qui oggi per dare avvio a un cantiere tanto atteso che darà una svolta alla viabilità non solo della zona di Piediripa e che ci permetterà di poter intervenire successivamente per la manutenzione del ponte già esistente". Così il presidente della Provincia, Sandro Parcaroli ha aperto questa mattina il cantiere per la realizzazione del nuovo ponte lungo la Sp 34 Corridoniana, che sarà costruito in affiancamento a quello esistente.
"Il nuovo ponte di Piediripa è un tassello molto importante che si inserisce in uno sviluppo complessivo del territorio, penso ad esempio alla Mattei – Pieve, con il nuovo svincolo di Campogiano, al nuovo sottopasso di via Roma, senza dimenticare però lo sviluppo anche della vallata del Potenza, a cui la Provincia sta lavorando", ha aggiunto Parcaroli.
Presenti anche il vicepresidente Luca Buldorini, il sindaco di Corridonia Giuliana Giampaoli, il dirigente dell’ufficio Viabilità della Provincia e responsabile unico del progetto Matteo Giaccaglia, con i tecnici dell'Ente che hanno lavorato al progetto, l’ingegner Marco Petrangeli della Integra srl e i rappresentanti della Rti che si è aggiudicata l’appalto, formata dalla Cagnini Costruzioni srl (ing. Francesca Gubbiotti e Fabio Cagnini) ed Europrogress Group srl. È stato, invece, il parroco di Piediripa, don Roberto D’Annibale, a benedire il cantiere.
"Come avevano annunciato, con l’inizio del 2025 la Provincia avrebbe dato avvio alla costruzione del nuovo ponte di Piediripa e oggi siamo qui a dare contezza di un’altra promessa mantenuta che testimonia un passo fondamentale per il miglioramento della viabilità nella zona - ha aggiunto Buldorini -. Investire in sicurezza stradale significa migliorare la qualità della vita di tutti e sono molto contento che ad aggiudicarsi l’appalto siano state due ditte solide e affidabili. Ringrazio il Ministero delle Infrastrutture per il finanziamento e il costante lavoro che stiamo portando avanti, il dirigente e tutti i tecnici della Provincia per l’importante lavoro svolto che, da oggi, potrà essere monitorato anche da tutti i cittadini".
Il progetto esecutivo, redatto all’interno dell’ufficio Viabilità della Provincia per la parte stradale e dalla società di ingegneria Integra srl per la parte strutturale, prevede la costruzione di un nuovo ponte accanto a quello esistente che presenterà una lunghezza complessiva di 180,45 metri, passando così dalle attuali due corsie alle future quattro corsie (due per ogni senso di marcia).
Prevista anche la realizzazione di una pista ciclopedonale sul lato destro del ponte (direzione Corridonia-Macerata), a due corsie, larga 2,50 metri che permetterà anche la discesa verso le sponde del fiume Chienti, sia dal lato Corridonia che dal lato Macerata. Il progetto prevede anche l’allargamento della strada esistente, verso nord, fino alla rotatoria di intersezione tra la Provinciale 34, la strada 485 e la Provinciale 63 nel comune di Macerata e, verso sud, fino alla rotatoria in prossimità del centro commerciale "CorridoMnia".
Da un punto di vista strutturale è stata scelta una soluzione mista, per cui l’impalcato sarà realizzato in acciaio e calcestruzzo, le fondazioni saranno su plinti in cemento armato, costruiti su pali di grande dimensione.
L’importo complessivo dei lavori ammonta a 9.782.983,82 euro, finanziati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e per il completamento degli interventi sono previsti 350 giorni. Nel tempo programmato per l’ultimazione dei lavori non è compreso il periodo di sospensione necessario per lo spostamento dei sottoservizi da parte degli enti gestori (calcolato in circa 85 giorni).
Il Comune di Sefro annuncia l'avvio di un importante intervento di ristrutturazione di un immobile di proprietà comunale, destinato ad uso residenziale. L'edificio, un complesso di tre piani situato nel centro storico del paese, tornerà a nuova vita grazie ad un finanziamento di 992.247 euro, erogato con Decreto del Vicecommissario USR del 20 gennaio 2025. L'intervento, che rientra nel piano di ricostruzione post sisma 2016, riguarda un progetto misto pubblico privato composto da due edifici e 3 unità abitative, ai sensi dell’art.12 del Testo Unico.
Questa iniziativa rappresenta un passo fondamentale nel percorso di rinascita intrapreso da Sefro dopo la drammatica sequenza sismica che ha colpito il Centro Italia tra il 2016 e il 2017. Il terremoto, con una magnitudo massima di 6.5, ha causato ingenti danni e provocato la perdita di vite umane in un'ampia area che comprende le regioni di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo. Anche Sefro, con la sua storia millenaria e le sue tradizioni, ha subito la forza distruttrice del sisma, vedendo crollare edifici storici e numerose abitazioni diventare inagibili.
"L'avvio di questo cantiere, che si aggiunge ai numerosi interventi di edilizia privata già avviati, testimonia la volontà di Sefro di non arrendersi e di ricostruire il proprio futuro", ha dichiarato l’assessore per la ricostruzione del Comune di Sefro, Carminelli Corrado. "Dietro a questo traguardo c'è il lavoro instancabile di tante persone che meritano un ringraziamento speciale. Voglio esprimere la mia gratitudine ai dipendenti comunali, che con dedizione e spirito di servizio hanno affrontato le sfide burocratiche e amministrative legate alla ricostruzione, ai professionisti che hanno messo a disposizione le loro competenze, e alle imprese che stanno contribuendo a ricostruire il nostro paese. Un ringraziamento particolare va all'architetto Eleonora Pandolfi, responsabile della ricostruzione privata del Comune di Sefro, per la sua competenza, passione e instancabile impegno nel seguire ogni singolo progetto."
L'assessore Carminelli ha poi ribadito l'importanza di puntare sulla qualità degli interventi di ricostruzione: "Non si tratta solo di ricostruire muri e tetti, ma di rigenerare il tessuto sociale ed economico della nostra comunità. Vogliamo creare un ambiente in cui le persone possano tornare a vivere serenamente, in cui i giovani trovino opportunità di lavoro e in cui Sefro torni ad essere un luogo accogliente e pieno di vita".
A seguito del sisma del 2016/2017, a Sefro sono stati dichiarati inagibili 277 edifici, di cui 86 abitazioni. Ad oggi, sono stati presentati 57 progetti per il ripristino di queste 86 abitazioni, 52 dei quali hanno ottenuto l'approvazione. I lavori sono stati completati in 42 edifici, consentendo ad altrettante famiglie di rientrare nelle proprie case.
"Sappiamo che la strada è ancora lunga", conclude l'assessore Carminelli, "ma non ci fermeremo. Continueremo a lavorare con impegno e determinazione per portare a termine tutti gli interventi, i progetti e i piani avviati per la rinascita di Sefro e di tutto il territorio. La ricostruzione è una sfida che affrontiamo con coraggio e con la consapevolezza che insieme possiamo restituire a Sefro il futuro che merita".
"Sui social siamo costantemente impegnati a costruire un'immagine idilliaca di noi, nascondendo le parti oscure. L'inautenticità delle narrazioni personali vale tanto per Chiara Ferragni quanto per la nostra amica del liceo". Lo spiega Lucrezia Ercoli a Porta a Porta analizzando la nuova narrazione di Chiara Ferragni, tra rinvio a giudizio per il Pandoro Gate e drama sentimentale.
La docente e filosofa è stata ospite ieri sera della trasmissione di Rai 1 condotta da Bruno Vespa insieme ad Annalisa Chirico, Candida Morvillo, Federico Mello e Riccardo Signoretti per offrire una lettura delle recenti vicende che hanno riguardato l’influencer ed imprenditrice digitale.
Due i filoni affrontati durante la trasmissione: da un lato la vicenda processuale e l’accusa di truffa aggravata, dall’altro quella umana e sentimentale dopo la scoperta di una relazione parallela dell’ex marito Fedez che durava da prima del matrimonio.
"Il Pandoro gate ha dato avvio ad un cambiamento di narrazione da parte degli influencer – la riflessione di Lucrezia Ercoli – c’è stata un’evoluzione che è un ritorno al passato. Gli influencer e in primis Chiara Ferragni avevano investito il proprio marketing di un’aura morale, legata ai temi della beneficenza e del sociale, sui temi civili e del linguaggio inclusivo. Dopo la deflagrazione del caso pandoro c’è un ritorno indietro al semplice racconto di lifestyle, di disimpegno, un racconto più frivolo, più schiacciato sul personale anziché sul sociale ed è una tendenza mondiale".
Rispetto invece alla questione sentimentale Ercoli sottolinea più che l’aspetto legato al gossip che sta inondando i media come quanto accaduto a Ferragni rappresenti "lo specchio distorto delle nostre vite" dove i social rappresentano il luogo dell'inautenticità patinata in cui nascondere la vera natura delle nostre relazioni.
Si è svolta questa mattina, ai giardini Diaz di Macerata, la cerimonia di commemorazione, promossa dall'amministrazione comunale, in occasione del settimo anniversario dalla morte di Pamela Mastropietro, la 18enne uccisa il 30 gennaio del 2018. La cerimonia si è aperta con la piantumazione di una camelia bianca vicino alla targa posizionata quattro anni fa in ricordo di Pamela Mastropietro.
Dopo il momento di preghiera del vescovo di Macerata, Monsignor Nazzareno Marconi, alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, il sindaco Sandro Parcaroli ha voluto testimoniare "la vicinanza della città a Pamela Mastropietro e alla sua famiglia. Abbiamo deciso di posizionare ai giardini Diaz una camelia per dare un messaggio: davanti alla violenza di chi distrugge noi piantiamo nuova vita. Un ringraziamento alle istituzioni per la loro partecipazione che ci permette di esprimere, insieme e in maniera sentita, vicinanza alla famiglia di Pamela; che il suo ricordo possa generare speranza nel solco dei valori positivi della vita".
Dopo il saluto della presidente del Consiglio delle Donne di Macerata Lorella Benedetti, che ha ribadito l’impegno delle istituzioni affinché "questi fatti non accadano mai più" il vice sindaco e assessore alle Politiche Sociali e Pari Opportunità Francesca D’Alessandro ha sottolineato che i "giardini Diaz rappresentano un luogo simbolo di vita cittadina frequentato ogni giorno da tantissimi giovani e, oggi, il pensiero va a Pamela e a tutti i nostri ragazzi ricordando non solo la violenza di quanto avvenuto ma ribadendo il dovere delle istituzioni di attenzionare i nostri figli con serietà e impegno".
"Abbiamo una grande responsabilità perché i nostri ragazzi si sentono sempre più smarriti e fragili; a Macerata, l’azione di governo li mette al centro e voglio rivolgere un sentito ringraziamento alle forze dell’ordine per il lavoro che fanno quotidianamente. L’augurio è che questa commemorazione rappresenti un momento di speranza per la nostra comunità", ha concluso D'Alessandro. Al termine della cerimonia, in collegamento telefonico, ha portato la sua testimonianza anche Alessandra Verni, mamma di Pamela Mastropietro.
Dal mese di gennaio è in libreria "Marx a Wall Street", il nuovo libro di Diego Fusaro, in cui l’autore affronta criticamente le contraddizioni del capitalismo finanziario contemporaneo. Fusaro, riprendendo le analisi di Karl Marx, dimostra come il capitalismo finanziario non sia una degenerazione del sistema, ma la sua logica naturale. Non è il sistema finanziario ad aver corrotto il capitalismo, ma è il capitalismo stesso ad essere la "malattia" di cui il sistema finanziario rappresenta la fase più acuta.
"Il mio libro Marx a Wall Street si propone di prendere in esame criticamente le strutture e le contraddizioni del sistema del capitalismo finanziario, a partire dalle analisi del terzo libro, soprattutto del Capitale di Marx per mostrare come il capitalismo finanziario non sia soltanto una degenerazione del capitalismo ma ne sia la logica conseguenza. Non è il capitalismo ad essersi ammalato col sistema finanziario ma è il capitalismo stesso ad essere la malattia di cui il sistema finanziario è la fase più acuta. Nel libro, oltre a denunciare e mostrare il sistema su cui il capitalismo finanziario si regge, provo a individuare vie di emancipazione verso una società meno indegna di quella che stiamo vivendo", ci spiega il saggista e filosofo Diego Fusaro, nonché collaboratore della nostra redazione, con editoriali settimanali su tematiche di attualità.
Nel libro, Fusaro esplora la natura del capitalismo finanziario, analizzando come esso sia emerso e si sia consolidato dalla fine degli anni Ottanta, con l’avanzata della globalizzazione liberale. Non si limita a una critica, ma suggerisce anche possibilità di cambiamento, riflettendo su come costruire una società alternativa, più giusta. La sua proposta di utopia non è un sogno irrealizzabile, ma una realtà possibile, che deve orientare la resistenza politica e sociale contro il sistema dominante.
"Marx a Wall Street" si inserisce in un contesto segnato da forti polarizzazioni politiche e sociali e offre spunti per riflettere sulla direzione che il capitalismo globale sta prendendo, evidenziando la centralità delle strutture finanziarie nel plasmare il mondo contemporaneo. Fusaro, attraverso questo lavoro, non solo rilegge Marx, ma offre anche una guida per chi desidera comprendere e affrontare le contraddizioni del nostro tempo.
Un riconoscimento simbolico ma significativo è stato consegnato dal sindaco Fabrizio Ciarapica ai rappresentanti di due attività storiche di Civitanova Marche che, dopo decenni di servizio, hanno chiuso i battenti. La Pasticceria Saint Honoré e la Lavanderia AVE di Ketty Rinaldoni hanno ricevuto una targa per il loro contributo alla comunità cittadina, un gesto che Manola Gironacci, presidente dell'Associazione "ViviAmo Civitanova", ha definito "bellissimo".
"Ogni attività lascia un segno indelebile, ma quelle storiche scrivono una pagina di racconto per Civitanova - ha dichiarato Gironacci – e il sindaco ha giustamente riconosciuto alla pasticceria Saint Honoré il valore di punto di riferimento per tanti cittadini, che ne hanno accettato a malincuore la chiusura. Alla lavanderia AVE, con quasi 60 anni di attività, è stata riconosciuta la cura nel servizio e la capacità di adattarsi ai cambiamenti".
Se da un lato c’è il doveroso omaggio a chi ha rappresentato per anni un pilastro del commercio cittadino, dall’altro non si può ignorare il problema di fondo: le difficoltà economiche che portano alla chiusura delle attività. Il caso della lavanderia AVE è emblematico: Ketty Rinaldoni, non ancora in età pensionabile, ha dovuto prendere la sofferta decisione di interrompere l’attività fondata dai suoi genitori a causa delle difficoltà economiche e della mancanza di sostegni adeguati. "Dietro ogni chiusura c’è un dramma, una scelta sofferta, un’interruzione forzata di una storia di impegno e sacrificio", ha sottolineato Gironacci.
La situazione del commercio locale è preoccupante: ben 60 attività hanno chiuso i battenti a Civitanova negli ultimi tempi. "Bene ringraziare con targhe meritate chi ha dato tanto alla città, ma occorre non chiudere gli occhi di fronte ai problemi che sono alla base di queste chiusure - ha aggiunto Gironacci - È necessario portare alla ribalta le difficoltà che i vari settori merceologici stanno affrontando per cercare soluzioni concrete".
L’Associazione "ViviAmo Civitanova APS" auspica un confronto con le istituzioni e il tessuto imprenditoriale per promuovere azioni a sostegno del commercio locale. "Occorre sostenere le attività quando sono in vita, e non solo premiarle per il loro contributo una volta chiuse" ha concluso Gironacci, lanciando un appello affinché si adottino misure per evitare ulteriori chiusure e sostenere il commercio cittadino.
Un messaggio chiaro che va oltre la semplice celebrazione del passato e guarda al futuro con la speranza che Civitanova possa continuare ad essere una città viva, fatta di storie di impresa che resistono alle difficoltà e non solo di ricordi di attività scomparse.
La Prefettura ha reso noto il calendario delle postazioni degli autovelox che saranno installati lungo la superstrada nel mese di febbraio 2025. Sul sito internet dell'ente, nell'apposita sezione dedicata, è possibile consultare l'elenco delle postazioni attive giorno per giorno.
Un elenco che verrà aggiornato mensilmente. Nelle prime due domeniche di febbraio non sono previsti controlli, si tratta degli unici due giorni esenti da autovelox sulla SS77 della "Val di Chienti". Da sottolineare come il calendario faccia riferimento agli autovelox gestiti sia dalla polizia stradale di Macerata che dalle polizie locali dei singoli comuni.
IL CALENDARIO COMPLETO DI FEBBRAIO 2025
1 febbraio: Polstrada Macerata, Km 79+070 mare-monti, h. 08:00-14:00
2 febbraio: Polstrada Macerata, Km 79+070 mare-monti, h. 08:00-14:00
3 febbraio: Polstrada Macerata, Km 79+070 mare-monti, h. 08:00-14:00
4 febbraio: P.L. Montecosaro, Km 102+400 mare-monti, h. 08:00-13:00
5 febbraio: Polstrada Macerata, Km 79+070 mare-monti, h. 08:00-14:00; P.L. Camerino, Km 39+590 monti-mare, h. 08:00-13:00
6 febbraio: Polstrada Macerata, Km 79+070 mare-monti, h. 08:00-14:00
7 febbraio: P.L. Caldarola, Km 58+600 monti-mare, h. 08:00-13:00
8 febbraio: P.L. Tolentino, Km 77+270 monti-mare, h. 08:00-13:00; P.L. Camerino, Km 39+590 monti-mare, h. 13:00-19:00
10 febbraio: P.L. Montecosaro, Km 102+400 mare-monti, h. 08:00-13:00
11 febbraio: P.L. Tolentino, Km 77+270 monti-mare, h. 08:00-13:00
12 febbraio: Polstrada Macerata, Km 79+070 mare-monti, h. 08:00-14:00; Polstrada Macerata, Km 104+200 monti-mare, h. 08:00-14:00
13 febbraio: Polstrada Macerata, Km 79+070 mare-monti, h. 08:00-14:00; Polstrada Macerata, Km 104+200 monti-mare, h. 08:00-14:00
14 febbraio: P.L. Caldarola, Km 58+600 monti-mare, h. 13:00-19:00
15 febbraio: P.L. Tolentino, Km 77+270 monti-mare, h. 13:00-19:00; P.L. Caldarola, Km 58+600 monti-mare, h. 08:00-13:00
17 febbraio: Polstrada Macerata, Km 79+070 mare-monti, h. 08:00-14:00; P.L. Camerino, Km 39+590 monti-mare, h. 08:00-13:00
18 febbraio: P.L. Montecosaro, Km 102+400 mare-monti, h. 13:00-19:00
19 febbraio: Polstrada Macerata, Km 79+070 mare-monti, h. 08:00-14:00
20 febbraio: Polstrada Macerata, Km 79+070 mare-monti, h. 08:00-14:00; Polstrada Macerata, Km 104+200 monti-mare, h. 08:00-14:00
21 febbraio: P.L. Tolentino, Km 77+270 monti-mare, h. 08:00-14:00
22 febbraio: Polstrada Macerata, Km 79+070 mare-monti, h. 08:00-14:00; Polstrada Macerata, Km 104+200 monti-mare, h. 08:00-14:00
23 febbraio: Polstrada Macerata, Km 79+070 mare-monti, h. 08:00-14:00
24 febbraio: Polstrada Macerata, Km 79+070 mare-monti, h. 08:00-14:00; P.L. Camerino, Km 39+590 monti-mare, h. 08:00-13:00
25 febbraio: P.L. Tolentino, Km 77+270 monti-mare, h. 13:00-19:00; P.L. Montecosaro, Km 102+400 mare-monti, h. 08:00-13:00; P.L. Caldarola, Km 58+600 monti-mare, h. 08:00-13:00
26 febbraio: Polstrada Macerata, Km 79+070 mare-monti, h. 08:00-14:00; Polstrada Macerata, Km 104+200 monti-mare, h. 08:00-14:00
27 febbraio: Polstrada Macerata, Km 79+070 mare-monti, h. 08:00-14:00; P.L. Camerino, Km 39+590 monti-mare, h. 13:00-18:00
28 febbraio: P.L. Tolentino, Km 69+200 mare-monti, h. 08:00-13:00; P.L. Caldarola, Km 58+600 monti-mare, h. 08:00-13:00
Nei giorni scorsi sono stati avviati i lavori di potatura degli alberi nelle principali vie del centro urbano di Tolentino. L'intervento ha interessato inizialmente viale Bruno Buozzi, proseguendo poi in via Filzi, viale Foro Boario e nel primo tratto di via Roma fino al parcheggio di piazza Mazzini.
Le operazioni, condotte dalle ditte incaricate dal Comune, mirano a garantire maggiore sicurezza e a preservare la salute delle piante. Il sindaco Mauro Sclavi ha sottolineato l'importanza di questo intervento di manutenzione, specificando che si tratta di una "potatura di contenimento per limitare la crescita incontrollata di rami e foglie". "Questa pratica consente di rinforzare gli alberi più deboli e danneggiati, riducendo il rischio di caduta accidentale di rami o interi alberi in caso di maltempo o forte vento", ha aggiunto.
"Nei prossimi giorni, condizioni meteo permettendo, i lavori proseguiranno in via Flaminia e in altre aree della città - ha, inoltre, annunciato il primo cittadino -. La strategia adottata ha permesso di evitare la cosiddetta capitozzatura, una pratica dannosa che compromette la salute degli alberi".
Parallelamente, "le piante che non sono state sottoposte a potatura sono state individuate come compromesse dagli uffici preposti dell’Unione Montana e, pertanto, verranno abbattute per garantire la sicurezza pubblica", ha specificato Sclavi.