Varie

Civitanova, c'è carenza di loculi nei cimiteri: sì alle estumulazioni ad agosto e settembre

Civitanova, c'è carenza di loculi nei cimiteri: sì alle estumulazioni ad agosto e settembre

In deroga al vigente regolamento comunale di polizia mortuaria, nei cimiteri di Civitanova Marche sarà consentito effettuare esumazioni, estumulazioni e traslazioni anche nei mesi di agosto e settembre, valutando la possibilità di eventuali chiusure in base alle specifiche necessità.  Lo stabilisce la nuova ordinanza sindacale in applicazione del dispositivo regionale sulla base del principio generale della gerarchia delle fonti normative, poiché il regolamento comunale consente di poter effettuare le esumazioni ed estumulazioni ordinarie limitatamente nel periodo compreso tra il 1° ottobre ed il 30 aprile, e all'articolo 68 espressamente dispone il divieto nei mesi di maggio, giugno, luglio, agosto e settembre.  La deroga tiene conto della carenza di loculi per le sepolture nei cimiteri di Civitanova Alta e Civitanova Porto, per cui la sospensione del ciclo delle estumulazioni in estate potrebbe comportare un peggioramento della situazione.

06/08/2025 12:28
Civitanova, tre nuovi cantieri per il Piano Asfalti: interventi da 260 mila euro

Civitanova, tre nuovi cantieri per il Piano Asfalti: interventi da 260 mila euro

Avanza il Piano Asfalti. Dopo aver completato i lavori di asfaltatura su via del Casone (dopo il rifacimento della rete idrica) e via dei Mille, e aver approvato il progetto per via Boiardo, l’amministrazione comunale di Civitanova Marche ha programmato tre nuovi interventi. Il primo riguarda il quartiere San Marone, nella zona sud della città, e interesserà via Ungaretti, via Deledda e una porzione di via Quasimodo. I lavori prevedono il completo rifacimento dell’asfalto per un importo pari a 160 mila euro.  Il secondo intervento si concentrerà lungo la Strada della Chiusa n.1, nella zona industriale A, al confine con il comune di Montecosaro. Si tratta di un’arteria extraurbana ma strategica per la viabilità locale, in quanto quotidianamente percorsa da mezzi pesanti. Il tratto interessato è quello compreso tra via del Vallato e la Strada Provinciale per Montecosaro, e l’importo stanziato è di 50 mila euro.  Il terzo intervento sarà realizzato nel tratto di via Cristoforo Colombo, in prossimità del sottopasso Esso, lato est. I lavori, dal valore di 50 mila euro, saranno finalizzati al miglioramento delle condizioni funzionali e della sicurezza della pavimentazione lungo la strada che costeggia la linea ferroviaria.  "Con la consegna di via del Casone e via dei Mille, continuiamo a migliorare la viabilità cittadina - dichiara il sindaco Fabrizio Ciarapica -. Dopo l’approvazione di via Boiardo, ora investiamo su tre nuovi tratti strategici per la città. Si tratta di strade urbane ed extraurbane per garantire maggiore sicurezza, efficienza e decoro.  Insieme agli uffici - conclude il Sindaco - stiamo già predisponendo altri interventi di asfaltature"  

06/08/2025 11:40
Parco dei Monti Sibillini, cercasi volontari per la salvaguardia degli anfibi

Parco dei Monti Sibillini, cercasi volontari per la salvaguardia degli anfibi

Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini rinnova anche quest’anno il proprio impegno nella tutela della biodiversità, promuovendo un’attività di monitoraggio e conservazione degli anfibi e dei rettili protetti e in particolare della Vipera dell’Orsini. L’iniziativa offre la possibilità di partecipare come volontari a interventi sul campo per la salvaguardia di ambienti umidi e abbeveratoi montani, fondamentali per la riproduzione di numerose specie anfibie. Il turno di volontariato si svolgerà dal 1 al 6 settembre, con base logistica nell’area di Fiastra. Le attività – che includono una parte formativa – sono gratuite e coperte da assicurazione, mentre vitto e alloggio restano a carico dei partecipanti. Per aderire, è necessario compilare il modulo disponibile nella sezione “In primo piano” del sito www.sibillini.net e inviarlo all’indirizzo info@studionaturalisticohyla.it entro il 25 agosto.  Gli anfibi sono tra le specie più minacciate del pianeta, con un declino globale causato dalla perdita di habitat, dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici. Tuttavia, svolgono un ruolo cruciale per gli ecosistemi: regolano le popolazioni di insetti, fungono da indicatori biologici della qualità ambientale e costituiscono un anello essenziale della catena alimentare. Nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, è possibile incontrare specie di grande interesse come il Tritone crestato italiano, la Rana appenninica, il Geotritone italiano e la Salamandrina di Savi, un piccolo anfibio endemico del centro Italia, riconoscibile per la macchia scura che attraversa i suoi occhi e la parte ventrale arancio acceso. Molte di queste specie si riproducono in piccole zone umide temporanee, spesso coincidenti con abbeveratoi storici in pietra o raccolte d’acqua in alta quota. Il ripristino e la cura di questi ambienti rappresentano quindi un'azione concreta e urgente per assicurare la sopravvivenza degli anfibi nel loro habitat naturale. Partecipare al monitoraggio significa contribuire attivamente alla tutela della natura e al contempo vivere un’esperienza formativa e immersiva all’interno di uno dei territori più affascinanti dell’Appennino centrale. Un'opportunità unica per conoscere da vicino la fauna del Parco, collaborare con biologi e naturalisti esperti e acquisire competenze pratiche in ambito ambientale. L'attività, coordinata dallo Studio Naturalistico Hyla e particolarmente adatta agli studenti universitari di facoltà scientifico-ambientali, prevede la cura di abbeveratoi e piccole zone umide e sessioni di monitoraggio dei rettili e degli anfibi.

05/08/2025 15:10
Ripe San Ginesio, ricostruzione in crescita secondo il sindaco

Ripe San Ginesio, ricostruzione in crescita secondo il sindaco

“Ritengo che in questi anni il processo di  ricostruzione a seguito del sisma 2016 abbia rilevato una forte accelerazione, con un significativo progresso negli interventi pubblici e privati” sostiene il Sindaco di Ripe San Ginesio Paolo Teodori. “Il forte impulso che le strutture di Governo post sisma, il Commissario Straordinario alla Ricostruzione Senatore Castelli e la Regione Marche  hanno dato alla ricostruzione non si è limitato, infatti, al ripristino di edifici e infrastrutture, attualmente ancora in corso, ma è volto anche alla ripresa ed allo sviluppo delle comunità locali. I nostri territori, già in precedenza soggetti a spopolamento, hanno accusato un duro colpo con il sisma 2016.  Oggi appaiono come esempio di rigenerazione urbana, sociale e turistica grazie anche all’aumento delle risorse destinate al programma di rilancio economico e sociale definito nell’ambito del PNC  Sisma 2009-2016 e dell’Ordinanza di ricostruzione n.137 del 29/03/2023. Sostenere le Amministrazioni pubbliche, le imprese, le associazioni e tutti i soggetti che operano a livello locale significa mantenere viva un’area che, seppur dalle grandi risorse patrimoniali, paesaggistiche ed artigianali, sarebbe altrimenti destinata a impoverimento e abbandono. Il territorio locale ha bisogno di politiche finalizzate al potenziamento dei servizi, alla crescita sostenibile e alla valorizzazione culturale e turistica, in modo da garantire alle comunità che lo abitano una concreta opportunità di rinascita e futuro. Il percorso della ricostruzione è intrinsecamente impegnativo. Il mio invito è rivolto ad evitare strumentalizzazioni elettorali, che rischiano di turbare il clima di dialogo e vicinanza al territorio creato dal Governo”.

05/08/2025 13:10
"Non è mai troppo tardi per ricominciare": nove adulti diplomati alla serale raccontano la loro rinascita

"Non è mai troppo tardi per ricominciare": nove adulti diplomati alla serale raccontano la loro rinascita

In un tempo di corone di alloro e bottiglie di spumante stappate per festeggiare il traguardo del diploma, ci sono degli studenti particolarmente felici di aver superato l’esame di maturità: si tratta di nove allievi, di un’età compresa tra i 19 e i 43 anni, che hanno frequentato l’indirizzo Tecnico Economico - Sistemi informativi aziendali alla scuola serale. Da oltre un decennio l’IIS Bonifazi-Corridoni offre questa possibilità di formazione agli adulti, che dall’anno scolastico 2025-26 sarà ampliata con l’inserimento del professionale della Moda. L’esperienza di frequentare la scuola da “grandi”, è stata importante e gratificante per gli studenti che hanno fatto questa scelta coraggiosa, perché, come ha scritto una delle diplomate, Nunzia Pellegrino, “ci ha insegnato che non c’è un’età per ricominciare, c’è solo una scelta e noi quella scelta l’abbiamo fatta. Non è mai troppo tardi per rimettersi in gioco, nemmeno quando hai un lavoro, una famiglia e mille pensieri”.  Gli studenti hanno affrontato il percorso di studi con grande consapevolezza e forse con un maggiore entusiasmo rispetto ai ragazzi del diurno. “La scuola serale è stata una delle più grandi e bellissime esperienze che ho vissuto - ha sottolineato il neo diplomato Gabriele Bruno - perché i professori hanno creduto nelle mie capacità, quando io non l’ho mai fatto fino a quel momento e mi hanno dato una cosa che non ho mai ricevuto: il pensiero di essere qualcos’altro all’infuori di quello che ho sempre creduto”. Senza dimenticare i compagni di classe, “che nei momenti più bui e duri c’erano e mi hanno aiutato a continuare e ad essere una persona migliore”. Per Gabriele la scuola serale è “una storia che rivivrei all’infinito, perché senza non sarei cresciuto e diventato quello che sono adesso, e rimettersi a studiare è stata la parte minore, perché sapevo che era la cosa giusta da fare e con le persone giuste è stato possibile”.  Un’altra diplomata, Irene Fontana, ha raccontato che “durante questo periodo ho avuto l'opportunità di stringere nuove amicizie, che ancora oggi considero importanti, e di crescere sia a livello personale che scolastico. L’ambiente stimolante e accogliente della scuola mi ha permesso di imparare molte cose nuove, ampliando le mie conoscenze e rafforzando le mie competenze. È stato un anno significativo che ricorderò sempre con piacere”.

05/08/2025 12:40
Macerata, "CheMagazine!" festeggia i 20 anni con una collaborazione speciale

Macerata, "CheMagazine!" festeggia i 20 anni con una collaborazione speciale

"CheMagazine!" celebra un traguardo significativo: venti anni di edizioni. Dalla sua fondazione, la rivista culturale diretta da Carlo Scheggia si è distinta per la promozione del territorio marchigiano e dei suoi grandi eventi culturali, tra cui il Macerata Opera Festival a cui è dedicato ogni anno un numero speciale. In questi venti anni CheMagazine! ha collaborato con critici musicali e musicologi di rilievo nazionale ed ha intervistato registi e direttori d’orchestra internazionali: inoltre, è stata tra le prime riviste in Italia ad avere una distribuzione digitale autorizzata all’interno dei teatri nel periodo covid. Quest’anno, la pubblicazione si arricchisce di un'importante novità che segna un ponte tra culture e forme d'arte: la proficua collaborazione con l'Istituto Confucio di Macerata e con il direttore Giorgio Trentin. Questa partnership ha dato vita a un leitmotiv tematico unico per l’edizione 2025, la connessione nell’essenza di due arti come la calligrafia e la musica dal vivo.La calligrafa Lin Fengxuan ha realizzato in esclusiva per CheMagazine! dodici opere che sono state riprodotte all’interno della rivista, accompagnate da un testo da lei redatto in cui spiega la sua arte e l’origine degli stili calligrafi: un contenuto unico che raramente si può leggere in riviste generaliste. Oltre a questo dialogo affascinante che esplora le risonanze, i ritmi e l'espressività che uniscono il gesto grafico alla melodia, offrendo ai lettori una prospettiva inedita sulla bellezza e l'armonia tra queste discipline, il nuovo numero di CheMagazine! dedica ampio spazio al Macerata Opera Festival 2025, con approfondimenti sulle tre opere in cartellone – La vedova allegra, Rigoletto e Macbeth – e agli eventi del Festival maceratese. Tra questi, gli storici Aperitivi Culturali che la rivista segue fin dal loro inizio: proprio all’ideatrice e curatrice, l’avvocata cassazionista Stefania Cinzia Maroni, CheMagazine! ha chiesto un intervento con un autentico punto di vista sul diritto nelle opere in cartellone e ha intervistato il prof. Filippo Annunziata che sarà presente a Macerata l’8 agosto per parlare di Rigoletto: Di contratti illeciti e di maledizioni. Un altro contenuto originale è a firma di Maria Paola Scialdone, docente di Letteratura e cultura tedesca dell’Università degli Studi di Macerata, che riflette, per quanto riguarda La vedova allegra, sulla parziale traduzione dell’aggettivo ‘lustig’ del titolo originale (Die lustige Witwe) in 'allegro'. Per gli amanti della musica leggera c’è anche la sezione dedicata agli spettacoli dello Sferisterio Live +. Infine, forte del successo della precedente edizione, la rivista ha dedicato una nutrita sezione al turismo marchigiano, con cinque percorsi, uno per ogni provincia, che svelano un territorio segreto, tutto da scoprire. La rivista è disponibile online gratuitamente al seguente indirizzo: https://www.sfogliami.it/fl/317272/tvum8dnq62sztbg6vr3rt81nb7fn397.

04/08/2025 17:05
Civitanova, Scuola Sant’Agostino: sopralluogo del sindaco nel cantiere da 3,8 milioni di euro

Civitanova, Scuola Sant’Agostino: sopralluogo del sindaco nel cantiere da 3,8 milioni di euro

CIVITANOVA MARCHE – Proseguono i sopralluoghi del sindaco Fabrizio Ciarapica nei cantieri cittadini. L’ultimo in ordine di tempo ha riguardato l’edificio della Scuola Primaria Sant’Agostino a Civitanova Alta, dove sono in corso importanti interventi di riqualificazione e adeguamento sismico, realizzati grazie ai fondi post-sisma destinati ai Comuni fuori cratere. Il primo cittadino, accompagnato dall’assessore ai lavori pubblici Ermanno Carassai, da tecnici e dirigenti comunali, ha visitato il cantiere per verificare lo stato di avanzamento dei lavori. L’intervento, dal valore complessivo di 3,8 milioni di euro, interessa l’intero complesso scolastico, incluso il recupero della storica torre campanaria, e prevede il consolidamento strutturale dell’edificio, l’adeguamento sismico di solai e volte, la riqualificazione degli impianti (idrico, elettrico, antincendio), dei servizi igienici, dei pavimenti, rivestimenti e tinteggiature, oltre al consolidamento della volta della chiesa adiacente. Il termine dei lavori è previsto entro il 2026. «Si tratta di un altro importante passo avanti nel percorso di messa in sicurezza e valorizzazione del nostro patrimonio scolastico e storico - ha dichiarato Ciarapica -. Il cantiere della Sant’Agostino si affianca a numerosi altri interventi già avviati o completati in città, che stanno trasformando l’assetto urbanistico e funzionale di molte zone». Tra questi, il sindaco ha citato il progetto dell’Ex Liceo di Civitanova Alta (2,2 milioni di euro), la nuova mensa scolastica di via Guerrazzi (520 mila euro), il nuovo asilo nido nell’area ex Micheletti (2 milioni e 450 mila euro) e la viabilità di collegamento tra via Zavatti e via Nelson Mandela (900 mila euro), parte integrante della riqualificazione del Comparto Trieste, che da solo rappresenta un investimento complessivo di oltre 8,9 milioni di euro. Ciarapica ha inoltre ricordato gli interventi sugli impianti sportivi, tra cui la riqualificazione del PalaRisorgimento (410 mila euro) e i lavori per la tensostruttura di via Tacito, ormai in fase di completamento (120 mila euro), senza dimenticare il Varco sul Mare, anch’esso oggetto di un ampio progetto di valorizzazione urbana. «Ci sono altri cantieri aperti in città – ha concluso il sindaco – che visiterò nei prossimi giorni, per verificare personalmente lo stato di avanzamento. Il nostro obiettivo resta quello di offrire strutture sicure, moderne e funzionali, tutelando allo stesso tempo il valore storico e architettonico del nostro territorio».

04/08/2025 11:30
“Dalle Colline alla Montagna”: si conclude con successo la seconda edizione del circuito cinofilo

“Dalle Colline alla Montagna”: si conclude con successo la seconda edizione del circuito cinofilo

CALDAROLA – Si è chiusa domenica 3 agosto, nella suggestiva cornice dell’Azienda Faunistico Venatoria Le Raje di Caldarola, la seconda edizione del circuito cinofilo “Dalle Colline alla Montagna”, un appuntamento sempre più apprezzato dagli appassionati di cinofilia e caccia con il cane da ferma e da cerca. Anche quest’anno, l’evento ha saputo coniugare passione, competizione e spirito di squadra, offrendo tre tappe cariche di emozioni, prove tecniche e momenti di condivisione. Il circuito si è articolato su tre gare, basate su un sistema di punteggio cumulativo, con raddoppio dei punti nella fase finale. Si è iniziato il 12 e 13 luglio presso il Quagliodromo Sangiustese di Monte San Giusto, per poi proseguire il 19 e 20 luglio al Quagliodromo Fosso Ronne di Corridonia e concludersi nella scenografica ambientazione montana di Caldarola, tra i prati e i boschi che hanno reso la tappa finale ancora più intensa e competitiva. Oltre 100 cani hanno preso parte alla competizione, confermando il crescente interesse per una manifestazione che si distingue per la varietà degli ambienti di gara, elemento fondamentale per valutare in modo completo le qualità naturali e l’addestramento dei cani. I giudici, con grande professionalità, hanno seguito ogni prova con attenzione, garantendo imparzialità e rigore tecnico. A Caldarola, l’ultima tappa è stata seguita con entusiasmo da partecipanti e pubblico. A giudicarla sono stati Paride Galassi e Matteo Bartolucci, che hanno contribuito a dare valore a un appuntamento arricchito dalla presenza di tre Memorial dedicati alla memoria di Primo Salvi, Antonio Filoni e Gianluca Seghetti. Per ciascuno di loro, sono stati istituiti trofei dedicati, assegnati ai migliori soggetti in gara, rendendo l’occasione ancora più sentita dal punto di vista umano ed emotivo. Il clima che ha accompagnato l’intero circuito è stato, ancora una volta, improntato alla convivialità e all’amicizia. Ogni tappa si è rivelata non solo un banco di prova per cani e conduttori, ma anche un momento di incontro e confronto tra appassionati provenienti da diverse zone del territorio. Il successo dell’edizione 2025 è stato il risultato della collaborazione sinergica tra organizzatori, giudici, sponsor, gestori dei campi gara e concorrenti, con i loro ausiliari, veri protagonisti delle giornate. La cerimonia di premiazione si è svolta presso il ristorante Tesoro di Caldarola, punto di riferimento per gli eventi cinofili del territorio. In quest’occasione, Matteo Salvi, Presidente di Federcaccia Caldarola, ha espresso profonda gratitudine nei confronti di tutti coloro che hanno reso possibile il circuito. Un ringraziamento speciale è stato rivolto a Ilio Mancini, per l’impegno organizzativo e la dedizione alla causa, e un pensiero commosso è andato ai cacciatori prematuramente scomparsi, in ricordo dei quali sono stati istituiti i Memorial. Anche Nazzareno Galassi, Presidente Provinciale Federcaccia Macerata, ha preso la parola per manifestare soddisfazione per l’andamento dell’attività cinofila locale, lodando l’impegno e la passione dimostrati da tutti i partecipanti. Tra i protagonisti assoluti di questa edizione, nella classifica generale del circuito, spiccano Brio, setter inglese di Federico Cerchiè tra i Cacciatori Inglesi, e Benny, kurzhaar di Coppari Alberto tra i Cacciatori Continentali. Nella categoria Garisti Continentali, a imporsi è stato Dayson, kurzhaar di Morbidoni Silvano, mentre tra i Garisti Inglesi ha primeggiato Zero di Vichi Remo. Bina, condotta da Mogliani Gianni, è stata la migliore tra i Garisti corretti al frullo, ed Egizia di Valleforte, springer spaniel di Staffolani Silena, ha dominato nella categoria Cani da Cerca. La tappa finale di Caldarola ha visto la vittoria di Regina, setter inglese di Pistolesi Stefano, tra i Cacciatori Inglesi, seguita da Brio di Cerchiè, Ziva di Tozzo e Bufalo di Patacchini. Tra i Garisti Continentali ha prevalso Quirico, breton di Donnari Paolo, mentre tra i Garisti Inglesi la palma è andata a Etho, setter di Bedetta Florindo. Ancora Bina si è distinta nella categoria Garisti corretti al frullo, mentre Egizia di Valleforte ha confermato il proprio valore anche in questa ultima tappa, davanti ad Atena di Festa e Drusilla di Staffolani. I premi speciali dei Memorial hanno visto Egizia di Valleforte ricevere il riconoscimento come miglior soggetto tra i Cani da Cerca per il Memorial Gianluca Seghetti, mentre Eros, setter inglese di Agliani Franco, è stato eletto miglior giovane cane da ferma per il Memorial dedicato a Primo Salvi e Antonio Filoni.   Con questa edizione, il circuito “Dalle Colline alla Montagna” si conferma una delle realtà più solide e partecipate del panorama cinofilo marchigiano, capace di crescere anno dopo anno e di unire sport, passione e memoria in un contesto naturalistico e umano di straordinaria ricchezza.

04/08/2025 11:20
Civitanova, Acquaroli e Ciarapica al porto: "Pronti a realizzare anche la barriera frangiflutti"

Civitanova, Acquaroli e Ciarapica al porto: "Pronti a realizzare anche la barriera frangiflutti"

Un porto più sicuro e protetto, all’altezza delle esigenze di pescatori, diportisti e operatori. È questo l’obiettivo del presidente della regione Marche, Francesco Acquaroli, che ieri mattina, insieme al sindaco Fabrizio Ciarapica, hanno incontrato Piergiorgio Balboni, presidente del Madiere al porto di Civitanova Marche.  Al centro dell’incontro, il progetto di messa in sicurezza del bacino portuale, un intervento molto atteso dalla comunità marittima locale, in una fase concreta e avanzata di progettazione. L’intervento prevede il prolungamento del molo est, ma, come spiegato dallo stesso Balboni, sono emerse alcune perplessità circa l’effettiva efficacia del solo prolungamento, senza la realizzazione di una barriera frangiflutti a protezione dello specchio d’acqua interno da ondazioni provenienti dai settori di nord ovest. Prolungamento che porrebbe in alcuni casi aumentare l’intensità delle onde all’interno del porto.  Su questo punto il presidente Acquaroli ha preso un impegno chiaro: "Siamo in fase di progettazione e qualora il tecnico incaricato ravvisasse l’esigenza di aggiungere anche una barriera frangiflutto, come richiesto da molti diportisti, sono disponibile a farla e a realizzarla entro tre anni. L’obiettivo è garantire una vera messa in sicurezza del porto, ascoltando le esigenze di chi il porto lo vive ogni giorno", ha dichiarato. Il sindaco Ciarapica ha espresso soddisfazione per la disponibilità della Regione ad ascoltare le necessità del porto civitanovese: "La presenza del presidente Acquaroli conferma l’attenzione concreta verso Civitanova. Il porto è una risorsa strategica per la città e per tutto il territorio: stiamo lavorando per un intervento strutturale che risolva in modo definitivo il problema delle mareggiate e metta in sicurezza i natanti, i pescherecci e le attività economiche legate al mare", ha commentato.

03/08/2025 11:20
Il Cremlino fa la lista dei russofobi: compare anche il nome di Mattarella

Il Cremlino fa la lista dei russofobi: compare anche il nome di Mattarella

Era ampiamente prevedibile che dovesse accadere, non c'è dubbio. È esplosa repentina e virulenta in Italia un'ondata di indignazione per il fatto che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato inserito dal Cremlino nella lista dei russofobi. Nella lista, a dire il vero, non compare soltanto lui, ma troviamo anche i nomi di altri esponenti della politica italiana. Personalmente non ho alcuna simpatia per le liste di proscrizione, di ogni ordine e grado: alla proscrizione preferisco la confutazione socratica. Anziché mettere la x su chi sostiene posizioni diverse dalle nostre ritengo più utile confutarlo socraticamente mediante la forza docile delle idee. In ogni caso, mi siano consentite soltanto due considerazioni telegrafiche e a volo d'angelo. La prima: che ipocrisia da parte dell'Italia! Se, come è stato fatto, si definisce la Russia di Putin l'analogo del terzo Reich di Hitler, perché stupirsi se la Russia risponde in maniera ugualmente ostile? Dovrebbe essere noto universalmente: a ogni gesto offensivo ne può corrispondere uno uguale e contrario. O forse si vuole ammettere che l'Italia può offendere a suo piacimento la Russia e che quest'ultima, per parte sua, non ha diritto di replicare alle offese ricevute? Sarebbe buona cosa essere consapevoli del peso delle parole che si usano per essere sempre pronti alle conseguenze che ne derivano, anziché agitarsi scompostamente quando l'insultato risponde alle offese ricevute. La seconda considerazione che intendo svolgere si riassume in una domanda: quelli che adesso, Giorgia Meloni in primis, tanto si indignano per le liste di proscrizione ai danni dei russofobi dov'erano quando, sulle prime pagine dei quotidiani nazionali italiani, comparivano le liste di proscrizione con i nomi dei fantomatici putiniani d'Italia? Forse quelle liste di proscrizione andavano bene ed erano degne di essere accettate, magari anche con entusiasmo? La verità è che l'apocrisia regna sovrana in Italia ed è anzi forse l'unica realtà oggi sovrana nel nostro Paese. Possiamo dirlo senza tema di smentita, una volta di più: la Russia continua a essere provocata in ogni modo dall'Europa, la quale poi si indigna se la Russia osa reagire alle provocazioni. Di più, la Russia viene provocata e poi accusata di essere belligerante rispetto all'Europa, nel culmine dell'ipocrisia e della tartuferia.

03/08/2025 10:20
L'amore maturo: come riconoscere una relazione sana

L'amore maturo: come riconoscere una relazione sana

Molte persone adulte, giunte alla fine di una relazione di coppia durata anni, si trovano ad interrogarsi se saranno ancora in grado di costruire un nuovo legame in cui credere ed investire le proprie energie. Con tanta vita alle spalle si sono attraversate esperienze intense: la convivenza, la crescita dei figli, la costruzione di una casa, simbolo di una sicurezza reale o, a volte, solo apparente. Poi ad un certo punto tutto cambia, si abbandona una routine condivisa per ritrovarsi soli a fare i conti con un'inedita versione di sé. Una versione al momento più fragile ma potenzialmente più consapevole. Ci si ricostruisce un pezzo alla volta: una nuova casa, nuove abitudini, nuove amicizie. Si cresce dentro una forma di solitudine, più silenziosa e profonda. Impariamo ad amarci in modo nuovo, a prenderci cura di noi stessi con la stessa attenzione che per anni abbiamo rivolto all’altro. Il conforto, il sostegno e l’ascolto che inconsciamente aspettavamo di ricevere dalla relazione ora sappiamo donarceli da soli. Le amicizie diventano allora più che mai un punto di riferimento importante.  Alimentiamo un fiuto infallibile nel riconoscere negli occhi degli altri le nostre stesse ferite che ci donano una senso di appartenenza. Poi succede che, poco a poco, dentro di noi comincia a farsi spazio una nuova sensazione, una fiducia inconscia che qualcosa di diverso potrebbe accadere, così timidamente ci chiediamo se mai potremmo essere pronti a vivere una relazione sana. Più o meno traumatizzati dalle possibili dinamiche tossiche che abbiamo già sperimentato all’interno della coppia, ci affacciamo a questa possibilità con molta cautela. Poi, come persone ormai consapevoli della propria forza e fragilità, decidiamo di rischiare. Ci mostriamo per ciò che siamo, senza più chiederci se siamo abbastanza o cercare conferma nell’altro. Sappiamo che potrebbe andar male, ma scegliamo comunque di aprirci,  perché comprendiamo che la crescita passa attraverso le nostre esperienze con gli altri. Viviamo una relazione sana quando ci sentiamo a casa, al sicuro, accettati, non giudicati o sminuiti. Non dobbiamo guadagnarci l’amore, viviamo nella naturalezza e nel flusso. L’altro ci calma, ci regala centratura e rafforza la nostra identità, aiutandoci a valorizzare i nostri talenti. C’è sostegno reciproco e comunicazione leale, non per attaccare ma per ascoltare con il cuore. Ci si può allontanare sapendo di ritrovarsi, vivere insieme senza perdersi nell’altro. Il valore di ognuno viene riconosciuto senza dimostrazioni continue. I giorni difficili vengono accolti e attraversati insieme, con coraggio, per un progetto comune che unisce e sostiene. Amare di nuovo in maniera libera ed adulta, dopo aver attraversato il dolore, è un atto di coraggio, frutto di un lungo cammino che ha visto cadute e ricostruzione.    

03/08/2025 10:07
Reato di identità digitale: cosa rischia chi crea un account falso

Reato di identità digitale: cosa rischia chi crea un account falso

Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall'avv. Oberdan Pantana, "Chiedilo all'avvocato". In questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato tematiche riferibili alla condotta di chi utilizza l’identità digitale di un altro soggetto, sostituendosi a questo per la generalità degli utenti in connessione, nel porre in essere le più disparate attività. Di seguito la risposta dell’avvocato Oberdan Pantana alla domanda posta da una lettrice di Civitanova Marche, che chiede: "a quali responsabilità si va incontro qualora venga creato un account con le generalità di una persona terza, per il compimento di acquisti online?" Il caso di specie ci offre la possibilità di fare chiarezza riguardo ad una tematica estremamente attuale sulla quale si è espressa la Corte di Cassazione con la sentenza n. 42572/2018, affermando la responsabilità penale del soggetto ai sensi dell’art. 494 c.p., la cui norma sancisce espressamente: "Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all’altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, è punito, se il fatto non costituisce altro delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino ad un anno". Difatti, la Suprema Corte adita ha statuito quanto segue: "Integra il reato di sostituzione di persona, ex art. 494 c.p. , la condotta di colui che crei ed utilizzi un account ed una casella di posta elettronica nonché proceda all’iscrizione su un sito e-commerce, servendosi dei dati anagrafici di un soggetto diverso ed inconsapevole, con il fine di far ricadere su quest'ultimo l'inadempimento delle obbligazioni conseguente all'avvenuto acquisto di beni mediante la partecipazione ad aste in rete o ad altri strumenti contrattuali. Tanto in quanto porre in essere una condotta con siffatta modalità è prova che l’agente abbia volontariamente sostituito, per la generalità degli utenti in connessione, alla propria identità quella di altri, a prescindere dalla propalazione all'esterno delle diverse generalità utilizzate" (Cass. Pen., Sez. V, n. 42572/2018, dep. il 27/09/2018). Pertanto, nell’analizzare le ripercussioni giuridiche che tali condotte possono avere, è necessario considerare che in una realtà come quella contemporanea, nella quale si fa un uso sempre maggiore dei sistemi telematici per il compimento di una varietà in crescendo di attività, le credenziali adoperate per l’utilizzo delle varie piattaforme, rappresentano il soggetto agente tanto da costituire un vero e proprio surrogato della persona fisica;  dunque, la tutela offerta dal legislatore, è intesa a garantire la pubblica fede ed evitare che l’utilizzo di raggiri e artifizi, nel contesto di una società in continua evoluzione, possano trarre in inganno quanti operano in tali settori. Alla luce di tali considerazioni, ed in risposta alla nostra lettrice, risulta corretto affermare che: "Chiunque in modo volontario e al fine specifico di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, utilizzi l’identità digitale di un soggetto terzo ignaro e inconsapevole, è punito ai sensi dell’art. 494 c.p. con la reclusione fino ad un anno" (Cass. Pen., Sez. V, n. 42572/2018).  Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.                         

03/08/2025 09:40
Cibi ultra processati e obesità: una relazione da conoscere per proteggere la salute

Cibi ultra processati e obesità: una relazione da conoscere per proteggere la salute

Negli anni, il cibo è diventato molto più di un semplice mezzo per nutrirci: è cultura, identità, piacere. Ma è anche, inevitabilmente, un attore protagonista nella nostra salute. Parlare di obesità oggi significa affrontare una condizione complessa, che coinvolge moltissimi fattori: genetici, ambientali, psicologici, sociali. In questo contesto, i cibi ultra processati sono emersi come uno degli elementi che possono contribuire allo sviluppo e al mantenimento dell’obesità, non tanto per un effetto diretto o automatico, quanto per l’interazione sottile e persistente che hanno con i nostri comportamenti alimentari, il metabolismo e l'equilibrio del nostro organismo. I cibi ultra processati non sono semplicemente "piatti pronti" o "snack confezionati": si tratta di prodotti industriali che spesso contengono ingredienti che difficilmente useremmo nella nostra cucina, come additivi, emulsionanti, aromi artificiali o dolcificanti intensi, e che vengono sottoposti a processi tecnologici che alterano profondamente la matrice originale degli alimenti. Questi alimenti sono pensati per essere iperappetibili, facili da consumare, spesso economici e pronti all’uso. Ed è proprio questa combinazione che, in modo silenzioso ma efficace, tende a modificarne il consumo, favorendo una maggiore densità calorica e una minore qualità nutrizionale della dieta complessiva. Chi vive con l’obesità sa quanto possa essere difficile, a volte, distinguere ciò che è utile da ciò che è colpevolizzante. È importante quindi sottolineare che non esistono cibi 'buoni' o 'cattivi' in senso assoluto. Ma alcune scelte alimentari possono proteggerci, aiutarci a sentire meglio il senso di fame e sazietà, sostenere il benessere intestinale, limitare l’infiammazione e favorire un rapporto più equilibrato con il cibo. I cibi ultra processati, se presenti in maniera regolare e abbondante nella dieta, sembrano invece contribuire ad alterare questi meccanismi di autoregolazione. Studi recenti suggeriscono che, anche a parità di calorie, una dieta ricca di questi prodotti può portare a un maggiore aumento di peso, probabilmente perché interferisce con i segnali cerebrali di sazietà, spingendo a mangiare di più e più velocemente. Queste dinamiche sono particolarmente delicate quando si parla di bambini. Durante l’infanzia, infatti, si formano abitudini alimentari che tendono a consolidarsi nel tempo, e il palato si abitua precocemente a gusti intensi, dolci o salati, tipici degli alimenti ultra processati. Un’esposizione precoce e frequente a questi prodotti è associata a un rischio aumentato di obesità infantile, oltre che a carenze nutrizionali. Più che demonizzare un biscotto o una merendina, il punto è riflettere su quanto spazio occupino questi alimenti nella dieta quotidiana dei più piccoli, e quanto invece sia importante garantire una base di alimenti freschi e poco trasformati, capaci di educare il gusto e fornire nutrienti essenziali per la crescita. Un altro aspetto cruciale riguarda il microbioma intestinale, cioè l’insieme di microrganismi che vivono nel nostro intestino e che svolgono funzioni fondamentali per la salute metabolica, immunitaria e persino mentale. I cibi ultra processati, soprattutto quelli ricchi di emulsionanti, dolcificanti artificiali e additivi, sembrano alterare in modo significativo la composizione e la diversità del microbioma. Questo squilibrio, chiamato disbiosi, può contribuire allo sviluppo di uno stato infiammatorio cronico di basso grado e a una maggiore predisposizione all’aumento di peso, oltre che ad alterazioni del metabolismo degli zuccheri e dei grassi. Tutto questo non significa che nella nostra alimentazione non ci sia spazio per la flessibilità o per il piacere. Il cibo ha anche una dimensione sociale ed emotiva che va rispettata. Ma prendere consapevolezza del ruolo degli alimenti ultra processati nella nostra dieta, senza colpevolizzazioni, può rappresentare un passo importante verso scelte più equilibrate. Ridurre il consumo di alimenti ultra processati non vuol dire seguire una dieta perfetta, ma costruire uno stile di vita più attento, più presente, più sano. Il cambiamento parte da lì.

02/08/2025 18:32
“Il colore nascosto nella natura” – L’arte tintoria di Giuditta Canuto tra pigmenti, storie e sostenibilità

“Il colore nascosto nella natura” – L’arte tintoria di Giuditta Canuto tra pigmenti, storie e sostenibilità

Giuditta Canuto, originaria della Toscana ma da quindici anni nelle Marche, vive con la sua famiglia vicino a Montecarotto, dove coltivano e allevano qualche animale, da sempre si occupa di artigianato lavorando diversi materiali. Da circa tre anni è la titolare di Giud - Natural Colors, il suo progetto dedicato al colore naturale. Puoi raccontarci la storia di Giud - Natural Colors? Come è nata questa idea poi concretizzata? “Il progetto di Giud - Natural Colors è nato all’inizio proprio dai colori, ho studiato Istituto d’Arte sia in Toscana che a Macerata, ma utilizzando il legno come materia principale da trasformare. Per nove anni ho fatto la liutaia quindi mi occupavo di costruzioni e restauro di strumenti ad arco: violini, viole e violoncello. Lì utilizzavo il pigmento naturale, minerale o vegetale, per verniciare gli strumenti in maniera filologica. È nata così l’idea di voler imparare a creare questo pigmento, ho partecipato ad un corso e ho capito che la trasformazione della parte vegetale in qualcosa di visibile e stabile, un colore, che poi fa parte della nostra storia, era una cosa che mi appassionava tantissimo. Coltivando già un orto ho deciso di ampliare la coltivazione anche alle piante tintorie. Una volta avute queste piante fresche l’applicazione sul tessuto era ovvia, la domanda sorta è questa: perché non imparare a tingere? Lavorando ancora come liutaia, mi muovevo per imparare anche a tingere. Man mano ho lasciato questo lavoro per buttarmi nell’idea di creare qualcosa da zero, qualcosa che fosse mio. Devo dire che nel giro di quasi tre anni finalmente questo è un progetto che comprende la coltivazione, la tintura, e la creazione di pigmenti, dunque tutto quello che riguarda il mondo del colore naturale e della ricerca personale su questa tematica”.  I tuoi prodotti principali? E la “chicca”?  “La chicca dei miei prodotti paradossalmente sono dei calzini in filati biologici realizzati da un calzificio italiano molto piccolo, a conduzione familiare. Ho iniziato a stamparli con fiori, con parti di piante tintorie che coltivo, e questo è il mio prodotto di punta. Poi ne ho tantissimi di prodotti, più che altro ne faccio in tessuto antico, utilizzando i vecchi rotoloni in canapa o lino, tessuti a mano, li recupero, li tingo e li stampo per fare più che altro per accessori per la casa, piccolo abbigliamento e alcuni lavori su richiesta. Le mie creazioni sono quasi esclusivamente con vecchi e meravigliosi tessuti fatti a mano, i quali hanno una storia incredibile. Cerco di utilizzare materia prima che già esiste e di rimetterla nel mercato in maniera artigianale con materia prima vegetale che coltivo o raccolgo come nel caso delle foglie, o utilizzando scarti alimentari”. Il lavoro che ti ha dato più soddisfazione? “Non ce n’è assolutamente uno, ma ovviamente credo che sia abbastanza normale per chi lavora manualmente ma anche mentalmente, i lavori che ti danno più soddisfazione sono quelli più difficili, per me è una sfida proprio a livello chimico di trasformazione. Sono pertanto quelli che ti danno anche più pensiero ma alla fine funzionano e vengono bene. Alcune volte succede che il lavoro non riesce, con la tintura spesso il risultato lo vedi alla fine del lungo processo. Durante quindi bisogna fare molta attenzione, perché il rischio è quello che potresti aver buttato ore di lavoro. Quando accade ciò è molto frustrante. Altre volte invece il prodotto viene come lo immaginavi, se non meglio”. Organizzi anche dei workshop… “I workshop sono quelli che mi danno di più. Lavorando sempre da sola come artigiana, che è una cosa bellissima, ho poi bisogno del momento di condivisione e di riscontro. La parte dell’insegnamento che faccio sia a scuola con bambini che con adulti, è meraviglioso vedere lo stupore delle persone che non hanno mai avuto occasione di conoscere la storia del colore naturale. Eppure fino a 150 anni fa il colore era quello, però l’abbiamo completamente dimenticato, non c’è stato modo di avere un’educazione al colore naturale e visto che attraverso il mio lavoro di prima, utilizzando i pigmenti naturali nel restauro, quell’educazione mi è entrata e sento che è importante, mi piace portarla in giro e far parte di un movimento proprio di educazione al colore naturale. Faccio fare piccole esperienze per iniziare a mettere un piede nel colore naturale, ma anche dei workshop di una giornata intera, per chi vuole capire ed imparare l’intero processo e poi riprodurre le diverse tecniche, che sia la creazione di un pigmento, la tintura, l’estrazione del colore per tingere o la tecnica della stampa vegetale. Queste sono alcune modalità che offro ed anche esperienze più durature per poter dare ai ragazzi modo di assimilare pian piano le diverse sfaccettature del colore e come poterlo poi mettere in pratica. La risorsa si può trovare già dietro gli scarti alimentari e questo è incredibile, permette a chi vuole iniziare di non dovere come me coltivare le piante o acquistare una materia prima, ma reperire la risorsa in qualcosa che verrà buttata via”.  Puoi parlarci della collaborazione con Nerovisciola?  “Con Monica di Nerovisciola la collaborazione è iniziata un paio di anni fa, lei inizialmente aveva fatto un corso con me, lì ci siamo conosciute e dopodiché avendo dei tessuti in lino, parlando proprio di scarti (lei producendo vino di visciole e prodotti affini) aveva uno scarto di noccioli in grandi quantità, quindi ha pensato di fare dei cuscini con i noccioli che si scaldano a microonde perché appunto essi mantengono il calore, pertanto avendo bisogno di una fodera, ha pensato di realizzarla in maniera riciclata e naturale. Essendo estate avevo a disposizione molti fiori tintori nell’orto e abbiamo così cominciato a stamparli. Da qui è nata la collaborazione di questo prodotto finito che ha un impatto direi quasi zero ed è inoltre bellissimo”.  Un sogno nel cassetto? “Il mio sogno nel cassetto è quello di continuare ad evolvere questo lavoro, non so in che direzione, non lo voglio nemmeno immaginare dove mi può portare. Sicuramente proseguirò nell’ambito dell’artigianato e della sostenibilità del lavoro e della responsabilità ambientale, quello mi guiderà. Il mio sogno è anche quello di fare ricerca su questo, avere il tempo da dedicare alla scoperta di cose nuove e di tecniche antiche, e riuscire a mettere il tutto in pratica. Credo che la formazione e la ricerca siano la strada più adatta a me”. 

02/08/2025 16:39
“Chic & Social” – Tutti parlano di detox, ma nessuno si disconnette

“Chic & Social” – Tutti parlano di detox, ma nessuno si disconnette

“Quest’anno stacco tutto, giuro”. È il mantra dell’estate. Lo diciamo mentre mettiamo l’automatic reply alla mail, chiudiamo il portatile e… accendiamo Instagram! Perché diciamolo: nessuno si disconnette davvero. Il detox digitale è diventato come la dieta: ci pensi, la prometti, la rimandi… e poi ti consoli con un reel. Vogliamo staccare… ma anche no Ogni estate arriva il pensiero nobile: “Basta, mi godo il momento.” Poi succede questo: ● un tramonto bellissimo ● una cena in riva al mare ● un outfit che “merita” E boom: telefono in mano. Perché vivere qualcosa senza mostrarlo ci sembra quasi inutile. Ci fa più paura il silenzio o l’invisibilità? La verità? Il detox spaventa. Perché se non posti: nessuno ti vede, nessuno reagisce, nessuno ti cerca? Senza contenuto, sembri scomparire. Ma è davvero così… o siamo solo troppo abituati a cercare conferme in uno schermo? Il vero detox non è spegnere tutto. È scegliere cosa raccontare e cosa no. È prendersi il tempo di vivere, senza sentirsi in colpa se non si condivide tutto. Vuoi documentare la tua vacanza? Fallo. Ma fallo per te, concedendoti anche la libertà di tenere qualcosa solo per te. (Spoiler: nessuno ti toglierà il feed se salti un giorno di stories.) Quello che non devi scrivere con: “Ragazzi, mi prendo una pausa.” Ma che semplicemente fai. Perché il vero benessere digitale non si annuncia. Si pratica. E magari… si gode di più. E tu? Hai mai provato a staccare sul serio? Hai mai resistito alla tentazione di condividere qualcosa solo per il gusto di tenerlo per te? Nel prossimo episodio di Chic & Social parliamo di chi… non si ferma mai. “L’influencer in ferie non si ferma mai (e nemmeno noi)”. Tra post, reel e “buongiornissimo” anche a Ferragosto, perché ci sentiamo tutti in dovere di documentare tutto? Per chi lo facciamo davvero? Ne parliamo ad Agosto, sotto l’ombrellone (e con il telefono in mano, ovviamente).

02/08/2025 15:12
Giubileo dei giovani: in migliaia ogni giorno   in visita al Seminario Redemptoris Mater di Macerata

Giubileo dei giovani: in migliaia ogni giorno in visita al Seminario Redemptoris Mater di Macerata

Sono migliaia i giovani che in questi giorni e la prossima settimana, di ritorno da Roma, si fermeranno al Seminario Redemptoris Mater di Macerata. Ragazzi e ragazze da ogni parte del mondo in procinto di recarsi nella Capitale per celebrare insieme le giornate del Giubileo a loro dedicate e ricevere le parole di speranza e la benedizione di papa Leone XIV. Prima di raggiungere Tor Vergata per la veglia di preghiera di stasera e la Messa con il Santo Padre di domenica mattina, le visite al Seminario hanno toccato punte di 2mila giovani al giorno, insieme ai catechisti e animatori. Emblematico, a ogni ora della giornata, il corteo dei pullman che ha attraversato le campagne maceratesi prima di fare il proprio ingresso lungo la via oggi intitolata a mons. Tarcisio Carboni. Un’accoglienza organizzata grazie a più postazioni di benvenuto e al servizio svolto dai seminaristi per ogni necessità di ristoro. «È una bellissima esperienza di accoglienza, incontrare i pellegrini è una grazia – ha detto il rettore del Seminario del Cammino Neocatecumenale don Davide Tisato –, sono tanti i gruppi passati a Macerata per arrivare a Roma al Giubileo e altri, fino all’8 agosto, faranno tappa qui di ritorno dopo l’incontro con il Papa. Per questo ringrazio il vice rettore don Emanuele Marconi per il grande impegno profuso e con lui tutti i seminaristi». Tra i tanti doni di speranza, dalla Terra Santa ne è giunto uno molto personale per don Davide: «Ho avuto la grazia di vivere due anni lì per la mia formazione da seminarista e grazie al Giubileo dei giovani ho potuto incontrare volti noti – ha raccontato –, è stata un’esperienza che mi ha dato molto e mi ha insegnato tanto. In questo tempo di drammatici conflitti, il Signore è capace ancora una volta di unire i popoli attraverso l'Anno Santo: è davvero il punto di incontro persino tra le nazioni in guerra». Brasile, Russia, Scandinavia, Uganda, Spagna, Stati Uniti, Polonia, Francia, El Salvador,  Israele, Ucraina, sono solo alcune delle nazionalità dei giovani arrivati al Seminario, con più turni necessari per il servizio del pranzo o della cena. A portare il loro saluto anche il vescovo di Macerata, mons. Nazzareno Marconi: «Queste giornate intense ma davvero toccanti fanno scorgere nei volti di chi abbiamo incontrato di passaggio al Seminario o di quanti hanno intrapreso il cammino a piedi verso Roma un forte richiamo della preghiera e desiderio di speranza – ha detto –, in particolare, l’esperienza del Cammino Neocatecumenale aiuta tanti giovani a incontrare il Signore nella Sua Parola è allo stesso tempo a fare esperienza della bellezza della comunità che cammina insieme nella fede della Chiesa». Particolarmente significativa la visita al Seminario Redemptoris Mater di circa 450 giovani ucraini nella serata del 31 luglio che, nonostante il lungo viaggio, hanno comunque voluto fermarsi a Macerata prima di proseguire il proprio percorso verso Roma. Don Michał Wiśniewski da undici anni svolge il suo servizio in Ucraina: «Sono giovani che provengono da ogni parte dell’Ucraina e fanno parte del Cammino Neocatecumenale – ha spiegato –, abbiamo fatto diverse tappe, tra cui Slovacchia, Ungheria e Croazia prima di essere qui». Un viaggio con comprensibili problematiche che ha visto molti di loro coetanei maschi rimanere a casa, non potendo lasciare l’Ucraina in quanto maggiorenni, viste le disposizioni dovute al conflitto: «Alcuni di loro hanno perso i genitori o i familiari a causa della guerra – ha proseguito don Wiśniewski –, si sente molto questo peso e loro stessi affrontano ogni giorno la dura sfida lanciata dall’odio. Noi adulti lo abbiamo sperimentato per primi, l’odio è la prima cosa che ci uccide, ci toglie la speranza e influisce in ogni nostra decisione: a loro annunciamo come Cristo sia l’unico che possa portare anche una pace interiore, con la quale possiamo affrontare ogni difficoltà. La guerra finirà ma senza l’aiuto di Gesù i suoi segni di dolore rimarranno per sempre su questi nostri giovani».

02/08/2025 14:25
Volontari di Protezione Civile di San Severino Marche in prima linea al Giubileo dei Giovani a Roma

Volontari di Protezione Civile di San Severino Marche in prima linea al Giubileo dei Giovani a Roma

Il Gruppo comunale di Protezione Civile della Città di San Severino Marche è impegnato in questi giorni in servizi di supporto ai partecipanti al Giubileo dei Giovani, in corso a Roma. Una squadra di volontari settempedani si è unita alla grande macchina organizzativa per offrire il proprio contributo, dimostrando ancora una volta lo spirito di servizio che caratterizza il volontariato marchigiano. In un evento che raduna centinaia di migliaia di giovani da ogni angolo del mondo, la Protezione Civile gioca un ruolo cruciale per garantire la sicurezza, l'assistenza e il corretto svolgimento delle manifestazioni. I volontari di San Severino Marche, preparati e formati per affrontare diverse tipologie di emergenza, sono stati assegnati a compiti di supporto logistico e operativo agli eventi principali previsti a Tor Vergata, dove è stato allestito un vero e proprio "villaggio" di accoglienza. La loro presenza si inserisce in un ampio dispositivo nazionale coordinato dal Dipartimento della Protezione Civile, che vede la mobilitazione di migliaia di volontari provenienti da diverse regioni d'Italia. Il loro impegno spazia dalla gestione dei flussi di persone, all'informazione ai pellegrini, alla distribuzione di generi di conforto, fino al supporto sanitario e alla gestione delle emergenze. “È per noi un onore e un privilegio poter partecipare a un evento di portata internazionale come il Giubileo dei Giovani – sottolinea Dino Marinelli, coordinatore del gruppo comunale dei volontari di Protezione Civile, che aggiunge - Questa esperienza non solo ci permette di mettere a disposizione le nostre competenze a favore di una causa così importante ma rappresenta anche un momento di crescita e confronto con altre realtà di volontariato. Il nostro Gruppo è da sempre in prima linea per la comunità, e questa missione a Roma è la conferma del nostro impegno e della nostra dedizione”. La partecipazione al Giubileo dei Giovani 2025 consolida la reputazione del Gruppo Comunale di Protezione Civile di San Severino Marche come una risorsa affidabile e preparata, pronta a intervenire non solo a livello locale ma anche in contesti di grande respiro nazionale e internazionale. Il loro servizio è un esempio concreto dei valori di solidarietà, altruismo e professionalità che animano il mondo del volontariato.

02/08/2025 14:10
La biblioteca Zavatti aderisce a "Rifugi", rete contro la violenza di genere.

La biblioteca Zavatti aderisce a "Rifugi", rete contro la violenza di genere.

La Biblioteca Comunale "Silvio Zavatti" ha aderito al progetto «i Rifugi», promosso da Settenove edizioni, casa editrice di Cagli (PU) che si contraddistingue per la sua attività di prevenzione della violenza di genere. «I Rifugi» sono un circuito di librerie che hanno aderito a un percorso di formazione sul tema della violenza di genere e sul suo contrasto attivo, in cui lavorano persone in grado di offrire informazioni utili e supporto competente alle donne in stato di temporanea difficoltà che frequentano la libreria. Il programma è stato finanziato, quest’anno, anche dalla Fondazione "Giulia Cecchettin". L’edizione 2024 si è svolta sotto l’Alto patrocinio del Parlamento Europeo e si è arricchita del prezioso contributo di D.i.Re Donne in rete contro la violenza e Differenza Donna. Per Civitanova aderire al circuito vuol dire diventare una biblioteca rifugio per le persone che la frequentano: le biblioteche, infatti, possono essere un fondamentale presidio culturale e sociale nel territorio, un aiuto concreto alla lotta contro la violenza e alla promozione di una cultura della libertà e dell’autodeterminazione. Due operatrici della Zavatti, Simona Carassai e Maria Laura Tirabassi, hanno frequentato un corso di formazione strutturato in tre incontri online sincroni della durata di 2 ore ciascuno, per avere una formazione di base sulle questioni legate a genere e violenza e informazioni specifiche per un primo supporto e orientamento alle persone in difficoltà. Il circuito "Rifugi" è composto da 134 librerie e biblioteche già presenti in tutta Italia con newsletter periodiche tematiche di aggiornamento, riconoscibili con un adesivo in vetrina. I primi due incontri, tenuti dalle formatrici di Settenove, hanno fornito una formazione di base per saper riconoscere e decostruire gli stereotipi di genere e i pregiudizi interiorizzati nella cultura e nella comunicazione, con contributi offerti anche da librerie e biblioteche già aderenti al circuito, attiviste, autrici e autori Settenove. Nel terzo incontro, con una formatrice di Percorso Donna AP, è stata data una formazione specifica su come riconoscere la violenza di genere e la violenza assistita, come funziona la rete antiviolenza territoriale e come accedervi, cosa fare come presidio territoriale e cosa evitare per offrire un aiuto concreto e un supporto orientativo alle donne in stato di temporanea difficoltà che dovessero frequentare la Biblioteca.

02/08/2025 11:00
AOUM: Malattie Infettive unite contro la farmaco-resistenza

AOUM: Malattie Infettive unite contro la farmaco-resistenza

La battaglia degli infettivologi contro le sepsi farmaco-resistenti per contrastare il rischio di un ritorno a una fase pre-antibiotica. La comunità scientifica sta cercando di contrastare il fenomeno, in forte aumento, e la lotta è quotidiana anche all'interno dell'Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche grazie al lavoro, silenzioso, delle due unità operative di Malattie Infettive.  Al loro vertice ci sono il dottor Marcello Tavio -  Direttore delle Malattie Infettive Emergenti e degli Immunodepressi e Direttore del Dipartimento Gastroenterologico e dei Trapianti -  e il professor Andrea Giacometti, Direttore della Clinica di Malattie Infettive Tropicali, Parassitologia, Epatiti Croniche: il nucleo di riferimento regionale. Un impegno quotidiano e costante che va al di là dei casi che periodicamente attraggono con particolare attenzione l'opinione pubblica, dalla Dengue al batterio 'Mangia carne', dal virus West Nile a quello della Chikungunya: “Le Malattie Infettive non entrano in gioco soltanto quando è necessario gestire delle emergenze, quando alcuni casi finiscono in televisione _ spiegano il dottor Tavio e il professor Giacometti _. Al di là di quanto accaduto negli anni scorsi con l'evento planetario della pandemia Covid e, appunto, delle emergenze temporanee, c'è una normalità da gestire. Quando le Malattie Infettive non sono sotto i riflettori è il momento in cui ci possiamo occupare di questa 'normalità' che oggi racconta la delicatezza della situazione in materia di antibiotico resistenza. La popolazione invecchia sempre di più e con essa crescono i germi resistenti a tutto. Se gli antibiotici smettono di funzionare siamo di fronte al rischio di tornare alla fase precedente alla loro scoperta; per risolvere un problema simile serve il lavoro di tutti, in particolare degli infettivologi. Ecco perché assumerne oggi rappresenta un investimento per il futuro della sanità pubblica che cura e salva persone affette proprio da patologie correlabili”. Riassumendo le parole dei direttori delle due unità operative di Malattie Infettive, possiamo definire il concetto come le 'attività che non fanno notizia': “Scoprire nuovi strumenti per combattere nuove infezioni è parte del lavoro, poi c'è la necessità di usare al meglio gli antibiotici per non essere costretti a negare le cure ai nostri pazienti. All'interno dei nostri reparti il 50% di loro segue delle terapie antibiotiche. Chi pensa che non esistano più casi di tubercolosi si sbaglia, ci sono ancora giovani che si ammalano di varie forme di Tbc, senza dimenticare le terapia contro l'Hiv e ciò che rimane degli effetti del Sars-Cov2. È vero _ concordano i Direttori delle Malattie Infettive dell'AOU delle Marche _, la sanità pubblica vive di normalità ed è soprattutto lì che fa la differenza”. Già dall'intitolazione, Azienda Ospedaliero Universitaria, emergono le due anime che compongono i presidi ospedalieri. Due anime che nel caso delle Malattie Infettive si fondono alla perfezione. A confermarlo sono proprio i due primari di AOUM: “Nel nostro settore clinico non esistono doppioni, la componente ospedaliera e quella universitaria hanno programmi integrati. La parte ospedaliera è più orientata verso patologie infettive per immunodepressi, quella clinica segue maggiormente epatiti e malattie tropicali, ma in linea generale la condivisione è totale. Entrambi accogliamo pazienti che arrivano dal Pronto Soccorso con necessità infettivologiche, oltre la didattica la formazione degli specializzandi viene portata avanti assieme. La rete formativa 'scolastica' rappresenta il futuro e gli infettivologi servono per vigilare sull'evoluzione clinica in corso”. Tornando per un attimo alla cronaca e agli allarmi legati alla diffusione di virus e batteri tropicali inoculati dagli insetti, il dottor Tavio e il professor Giacometti aggiornano la situazione dal punto di vista dell'osservatorio regionale rappresentato dalle due unità operative : “Stiamo monitorando la situazione come facciamo ogni giorno per quello che ci compete. Al momento possiamo dire che non sono segnalati casi legati a West Nile, Dengue o virus affini; qualora fosse necessario siamo pronti a intervenire se esiste un rischio concreto. La popolazione può stare tranquilla”.  

02/08/2025 10:00
Una spiaggia per tutti: al via il servizio inclusivo a Porto Recanati

Una spiaggia per tutti: al via il servizio inclusivo a Porto Recanati

Il Comune di Porto Recanati, in co-progettazione con l’Associazione Oltre i Limiti, ha dato il via a una spiaggia attrezzata per le persone con disabilità, ampliando i servizi già esistenti con nuove infrastrutture e soluzioni per garantire l'accessibilità e il benessere di tutti. Un progetto che non solo risponde a un bisogno urgente di inclusività, ma che, grazie alla sinergia tra le istituzioni e il volontariato, diventa un simbolo di speranza e libertà.      Il primo giorno di operatività sulla sabbia ha visto protagonista un gruppo di giovani provenienti dal centro diurno Santa Maria in Selva, che insieme ai loro educatori hanno potuto godere di un'esperienza unica. Un'iniziativa che ha emozionato tutti, dalla giunta comunale agli operatori, ma soprattutto i ragazzi e le ragazze che hanno avuto la possibilità di tuffarsi in mare con la stessa dignità e libertà di chiunque altro. Una libertà che, a volte, può sembrare un sogno, ma che oggi diventa realtà.     “Questo è solo l’inizio di un progetto che si evolverà, sia in termini di infrastrutture che di inclusione sociale. Siamo felici di accogliere il gruppo di ragazzi e operatori e di offrire loro uno spazio che rappresenta la concretizzazione di un diritto fondamentale: il diritto a vivere pienamente la propria esistenza, senza barriere fisiche e mentali,” ha dichiarato Sonia Alessandrini, assessora ai Servizi Sociali del Comune di Porto Recanati.     Nonostante la partenza sia limitata al solo mese di agosto, l'amministrazione ha già annunciato che, per il futuro, il servizio sarà attivo anche nei mesi di luglio e agosto, ampliando così le opportunità per tante altre persone. Una promessa che guarda all'inclusività e alla socializzazione, facendo sì che le vacanze al mare possano diventare una realtà per tutti. Per la prossima stagione (2026), inoltre, la spiaggia sarà ulteriormente implementata con un bagno attrezzato per disabili e spogliatoi, per offrire un'esperienza ancora più completa e confortevole.     “Ringraziamo sinceramente tutti coloro che hanno contribuito con il loro impegno e la loro energia a realizzare questo progetto. Questo sogno, nato per pochi, è diventato un sogno per tutti. E siamo solo all’inizio,” ha concluso il Sindaco Andrea Michelini.     Il servizio continuerà a essere attivo, con l’obiettivo di offrire un'esperienza indimenticabile, accessibile e, soprattutto, rispettosa dei diritti di ogni persona. Un passo importante verso una comunità più inclusiva, dove nessuno viene lasciato indietro.

01/08/2025 19:00
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