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"Meta ideale per famiglie e bambini": a Civitanova sventola la bandiera verde

"Meta ideale per famiglie e bambini": a Civitanova sventola la bandiera verde

Sabato 12 luglio, Civitanova Marche ha ricevuto ufficialmente la 13esima Bandiera Verde, il prestigioso riconoscimento assegnato dai pediatri italiani alle località balneari più adatte alle famiglie e ai bambini. La cerimonia di consegna si è svolta a San Salvo Marina (CH), presso il Porto turistico Trabocco Diamante, dove l’assessore Barbara Capponi ha ritirato il vessillo per la città, simbolo di un impegno costante per la sicurezza e l’accoglienza delle famiglie. L’evento, presieduto dal professor Italo Farnetani, ha visto la partecipazione di pediatri, medici, amministratori e operatori del settore turistico provenienti da  tutta Italia, che hanno avuto l’opportunità di confrontarsi su temi di grande attualità come la sicurezza in mare, i benefici del sole per la salute dei più piccoli, e l’importanza di strutture balneari attrezzate per le esigenze delle famiglie.  “Domenica abbiamo festeggiato la 22esima Bandiera Blu e oggi arriva un altro vessillo, la Bandiera Verde -  dichiara il sindaco Fabrizio Ciarapica - Un riconoscimento che conferma Civitanova tra le mete balneari più apprezzate e sicure per chi sceglie una vacanza in famiglia e che valorizza la qualità del nostro litorale, la sicurezza dei servizi offerti e la capacità di accoglienza della nostra città, soprattutto per le famiglie e i più piccoli. Ringrazio gli operatori balneari e tutto il comparto turistico per questi importanti traguardi frutto di un grande lavoro di squadra”. "Aver conseguito nuovamente questo riconoscimento conferma la giusta direzione del lavoro attento sia verso le balneabilità e il turismo ma soprattutto verso l' infanzia e la prevenzione, vere protagoniste del focus scientifico e dei criteri di assegnazione - dichiara l’assessore Barbara Capponi -. È con soddisfazione che ho ascoltato molte relazioni improntate a informare e sensibilizzare su argomenti importanti, quali ad esempio la cardio protezione o la disostruzione pediatrica, su cui la nostra città sta già lavorando attivamente. Mi sono confrontata anche con i relatori per diverse attività che stiamo svolgendo e c'è stato un grande apprezzamento, e questo è il più bel riconoscimento. Portiamo alla città anche questi nuovi input e conoscenze, mantenendo e incrementando l'impegno di una città pensata con attenzione per piccoli e grandi”.  La Bandiera Verde viene assegnata alle località che rispondono a specifici criteri individuati dai pediatri: mare pulito e basso vicino alla riva, presenza di bagnini e servizi di salvataggio, aree giochi, spazi per passeggini e servizi dedicati ai più piccoli, oltre a strutture di ristorazione adatte alle famiglie.  

15/07/2025 09:58
Cucina con penisola: quando e perché sceglierla

Cucina con penisola: quando e perché sceglierla

Nella progettazione della cucina contemporanea, la ricerca di soluzioni che uniscano funzionalità, convivialità ed estetica ha portato alla ribalta configurazioni sempre più dinamiche e aperte. Tra queste, la cucina con penisola si è affermata come una delle opzioni più versatili, un elemento di grande fascino capace di trasformare l'ambiente. A differenza dell'isola, che è un blocco indipendente, la penisola è un'estensione del piano di lavoro collegata alla parete su un lato, che si protende nello spazio per creare una nuova area operativa e un punto di incontro. Le cucine moderne con penisola, in particolare, sono una delle soluzioni più apprezzate perché coniugano design, socialità e un'organizzazione ottimale dello spazio. Tuttavia, la sua installazione non è adatta a ogni ambiente e richiede un'attenta valutazione preliminare di alcuni fattori cruciali per garantire un risultato finale che sia al tempo stesso bello e pratico da vivere.   Calcolare lo spazio a disposizione Sebbene sia più flessibile di un'isola, una penisola necessita di dimensioni adeguate per non risultare d'intralcio. È fondamentale garantire uno spazio di passaggio comodo sui lati aperti, generalmente stimato in almeno 90-100 centimetri. Questa misura è essenziale per consentire un movimento agevole, per aprire comodamente le ante di basi ed elettrodomestici come lavastoviglie e forno, e per permettere a più persone di muoversi nell'area senza ostacolarsi. Una penisola è quindi la scelta ideale per cucine di medie dimensioni o per ambienti ampi dove un'isola risulterebbe eccessiva, mentre è sconsigliata in stanze molto strette e lunghe, dove finirebbe per soffocare lo spazio e rendere difficoltoso il passaggio.   Perfetta per gli open space Il ruolo principale della penisola, specialmente nel contesto dell'abitare moderno, è quello di definire gli spazi senza dividerli. È la soluzione perfetta per gli open space, dove agisce come un elegante diaframma visivo tra la zona operativa della cucina e l'area living o la sala da pranzo. In questo modo, delimita le funzioni mantenendo una sensazione di ampiezza e di continuità, favorendo l'interazione. Chi cucina non è più isolato, ma può dialogare con i familiari o intrattenere gli ospiti seduti comodamente dall'altro lato del bancone. La penisola diventa così il cuore conviviale della casa, un luogo dove fare colazione, aiutare i bambini con i compiti o sorseggiare un aperitivo in compagnia, trasformando la preparazione dei pasti in un momento di condivisione.   Decidere quale funzione attribuire alla penisola Questa scelta influenzerà il design e la progettazione. Può essere concepita come un semplice bancone snack, un prolungamento del piano di lavoro utile per le colazioni veloci, da corredare con degli sgabelli di design. In alternativa, può diventare una superficie di lavoro aggiuntiva, preziosa per la preparazione dei cibi. Nelle soluzioni più strutturate, può anche ospitare il piano cottura o il lavello, diventando il centro operativo della cucina. Questa opzione, tuttavia, richiede una pianificazione più complessa per gli allacciamenti di gas, elettricità e acqua. 

15/07/2025 07:00
Dal grano alle barbabietole: la festa di fine trebbiatura dei Fratelli Bianchini celebra una storia di successo (FOTO e VIDEO)

Dal grano alle barbabietole: la festa di fine trebbiatura dei Fratelli Bianchini celebra una storia di successo (FOTO e VIDEO)

Durante la tradizionale festa di fine trebbiatura, tenutasi presso la sede aziendale lungo la Strada Statale Regina, abbiamo avuto il piacere di incontrare Massimo Bianchini, uno dei tre fratelli fondatori della storica azienda agricola Fratelli Bianchini di Montelupone. Una serata di convivialità e orgoglio contadino, nata per celebrare un raccolto quasi eccezionale e per guardare con energia rinnovata alla prossima campagna delle barbabietole. “La trebbiatura è andata bene, quest'anno il raccolto è stato discreto, quasi ottimo, erano anni che non c'erano produzioni così buone”, ci racconta Massimo. “È stata un’occasione per stare insieme a collaboratori, amici, clienti. Domani si riparte con una nuova avventura: la raccolta delle bietole. Sarà dura, tanti ettari e poco tempo, ma ci proveremo come sempre”. La storia dell’azienda affonda le radici in un passato fatto di sacrificio e passione: la famiglia Bianchini nasce infatti come mezzadri, per poi diventare affittuari dei terreni della Fondazione Opere Laiche. È nel 1964 che Armando e Liduino Bianchini compiono il primo passo verso l’indipendenza, acquistando il primo terreno. Un anno dopo arriva il primo trattore e con esso i primi lavori conto terzi: semina di finocchi per terzi, un’attività pionieristica per l’epoca che anno dopo anno si amplia. Il 1978 segna un passaggio cruciale: Claudio, Mauro e Massimo – giovanissimi – entrano ufficialmente in azienda, affiancando i genitori con una forza lavoro inesauribile e una visione d’impresa già concreta. È l’anno della prima mietitrebbia, della crescita esponenziale del conto terzi e della specializzazione nei servizi agricoli. Claudio, a soli 15 anni, è già al volante della mietitrebbia insieme al cognato Gabriele. Mauro, appena tredicenne, si occupa della pressatura della paglia con una Welger 73, arrivando a produrre fino a 800 balle al giorno. Massimo, a 16 anni, si dedica con passione all’aratura con il Fiat 880. Nel tempo, l’attività si struttura in due realtà complementari: Bianchini Claudio Mauro e Massimo per i lavori conto terzi e la Società Agricola Fratelli Bianchini per la conduzione dei terreni. La crescita è costante e inarrestabile: oggi l’azienda gestisce direttamente 350 ettari di proprietà, 1200 ettari in affitto e 1000 ettari in conto terzi, con il supporto di 28 dipendenti. Nel 2010, consapevoli dei limiti logistici della storica sede in via Montemariano, i fratelli decidono di trasferirsi nella nuova sede, più moderna e funzionale, lungo la SS Regina, dotata anche di centro per lo stoccaggio cerealicolo. Non si vive però di sola agricoltura. Da veri imprenditori, i Bianchini decidono di diversificare: nasce così il marchio The King of Animals, con l’apertura del primo negozio dedicato ai prodotti per l’agricoltura e il giardinaggio. Seguono poi due ulteriori punti vendita: uno a Sambucheto, ampliato con una sezione fioreria e wedding design, e uno a Recanati. L’ultima apertura è il negozio Horse and Dog, specializzato in selleria e toelettatura. Nel 2025, l’impresa compie un ulteriore passo avanti con la nascita di Val Potenza, società specializzata nella commercializzazione all’ingrosso di ortaggi e verdure (tra cui pan di zucchero e radicchi), e con l'acquisizione – insieme ai soci Massimiliano Guzzini e Mauro Marinelli – dello chalet Attilio di Porto Recanati, con bar e ristorante annessi. A completare il mosaico imprenditoriale di quest’anno, l’acquisto dell’ex Consorzio Agrario di Sambucheto. “Ogni anno qualcosa nella nostra flotta rinnoviamo”, spiega Massimo. “Diamo priorità agli investimenti più urgenti. Quest’anno, ad esempio, abbiamo acquistato una nuova seminatrice di precisione”. Ma ciò che più conta, in questa realtà agricola dinamica e proiettata verso il futuro, è il legame con le radici. “Noi veniamo dall’agricoltura – ribadisce Massimo – siamo stati sempre nell’agricoltura. È nel nostro DNA. Ora lo facciamo a 360 gradi: dalla pianificazione alla raccolta, fino alla consegna nei centri di stoccaggio o agli zuccherifici”. Fiore all’occhiello dell’azienda è l’ingresso in campo della terza generazione: Emanuele, Katy, Tatiana e Lucia, che affiancano con passione i loro genitori e zii, proiettando la Fratelli Bianchini verso un futuro ancora tutto da scrivere. E la parola d’ordine resta la stessa da sempre: "Avanti a tutto".

14/07/2025 19:36
Alla scoperta di Elcito, il "Tibet delle Marche": storie e segreti con Luca Maria Cristini

Alla scoperta di Elcito, il "Tibet delle Marche": storie e segreti con Luca Maria Cristini

È stata presentata con successo, nel suggestivo cortile del palazzo Ex Parteguelfa messo a disposizione dalla famiglia di Maria Cristina e Maria Teresa Cristini, la prima vera guida turistica di Elcito, il borgo settempedano conosciuto come il "Tibet delle Marche".  La pubblicazione, curata da Luca Maria Cristini ed edita da Claudio Ciabochi per la collana “Marche in tasca”, è stata fortemente voluta e finanziata dall'Unione Montana Potenza Esino Musone, organo di gestione della Riserva Naturale Regionale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito. Il presidente dell'ente comunitario, Denis Cingolani, ne firma la presentazione. L'evento, inserito nella rassegna "Incontri con l'Autore" dei Teatrti di Sanseverino, ha visto la partecipazione del sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, dell'Assessore comunale alla Cultura, Vanna Bianconi, e del Presidente del Consiglio comunale, Sandro Granata. A moderare e presentare l’incontro il direttore artistico dei Teatri di Sanseverino, Francesco Rapaccioni. La guida, una vera e propria monografia di 192 pagine, è articolata in cinque capitoli e rappresenta un'opera imperdibile per chiunque voglia approfondire la conoscenza di questi luoghi, saliti recentemente alla ribalta mediatica e meta di un numero crescente di visitatori. Lo scopo dichiarato dall'autore, Luca Maria Cristini – architetto e giornalista pubblicista con una profonda passione per l'area – è quello di focalizzare l'attenzione sul valore storico, naturalistico e antropologico che questi ambienti possiedono. Nel corso della presentazione, Luca Maria Cristini ha condiviso con il pubblico aneddoti e scoperte frutto delle sue approfondite ricerche. Partendo dal nome stesso di Elcito, che deriva da "Elce" (antico nome del leccio), l'autore ha svelato come il toponimo indichi la presenza passata e ancora parziale di questa pianta termofila, tipica della macchia mediterranea, che prosperava sul promontorio roccioso esposto a sud. Cristini ha sottolineato l'importanza della "cura" per i luoghi e per le persone, un filo conduttore che attraversa tutta la sua opera. Ha raccontato la singolare storia delle ragazze di Elcito che, a partire dagli anni '70, per volontà lungimirante dei genitori, furono mandate a studiare a San Severino Marche vivendo nel convitto delle suore. Questa esperienza ha cementato tra loro un'amicizia profonda e un legame indissolubile con il loro paese d'origine, contribuendo a mantenerlo vivo e curato anche quando le necessità lavorative le portarono altrove.  “La cosa più bella di Elcito - ha affermato l'autore - non è tanto il luogo in sé, che è meraviglioso, ma le persone di Elcito, e quel clima di amicizia, di concordia e di collaborazione che si vive avendo cura della cosa comune fra tutti”. “Le persone fanno i luoghi e i luoghi fanno le persone” – gli ha fatto eco Francesco Rapaccioni che ha presentato la serata. La guida ripercorre anche la storia dell'antica e potente Abbazia di Valfucina, di cui restano oggi solo poche testimonianze materiali, e del castello di Elcito, sorto a difesa del monastero. Ampio spazio è dedicato anche al pianoro di Canfaito, a quota 1.100 metri, con la sua mirabile faggeta, dove si trova il "Patriarca", il faggio più vecchio delle Marche e tra gli alberi più vecchi d’Italia. La pubblicazione descrive inoltre gli aspetti peculiari della Riserva Naturale Regionale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito, istituita per preservare la straordinaria biodiversità e legata anche alla salvaguardia di eventi storici come la Guerra di Liberazione. Tra le curiosità svelate dal volume, l'autore ha menzionato la “Fiera dei Garzoni” che si teneva a Elcito nel XIX secolo in occasione del patrono San Rocco, la scoperta di un cabreo del '700 che ha permesso di ricostruire l'antica viabilità e l'esistenza plurisecolare della Comunanza agraria di Elcito, e la posizione dell'antica torre del castello, demolita prima della fine dell'Ottocento. Cristini ha anche evidenziato le difficoltà della vita a Elcito fino a pochi decenni fa, con l'arrivo dell'acquedotto e dell'elettricità solo nel 1955 e l'apertura della strada carrozzabile negli anni '60. Ha condiviso aneddoti commoventi e divertenti, come quello della maestra di Cingoli che, nel 1951-52, arrivò a Elcito in camion per poi scoprire che il suo bagaglio e lei stessa sarebbero stati trasportati fino al paese dagli asini, o le vicende legate alla scuola rurale di Elcito, dove gli insegnanti vivevano disagi ma trovavano grande cordialità e accoglienza. La guida include anche un nuovo percorso a tappe, "Il Regno di Blu", realizzato dall'Unione Montana Alte Valli del Potenza ed Esino, che permette di scoprire le peculiarità del pianoro di Canfaito, e una sezione dedicata alle specie fungine rilevate nell'area dal “Gruppo micologico Federico II” di Jesi. Ulteriori curiosità riguardano la storia dell'erezione della Croce del Monte San Vicino e la funzione della vetta come "turning point" per il volo a vista degli aerei militari. La pubblicazione, sostenuta con lungimiranza dall'Unione Montana Potenza Esino Musone, si propone come un "vademecum" per i visitatori, invitandoli a comprendere non solo la bellezza naturalistica di Elcito, ma anche la sua profonda storia, le difficoltà superate dai suoi abitanti e il valore di una comunità che ha saputo mantenere un legame indissolubile con il proprio territorio.

14/07/2025 17:00
"Un uomo vero, un amico autentico": l'addio a Franco Moschini del direttore Guido Picchio

"Un uomo vero, un amico autentico": l'addio a Franco Moschini del direttore Guido Picchio

Anche la redazione di Picchio News si unisce al cordoglio per la scomparsa di Franco Moschini, figura storica dell’imprenditoria italiana, artefice del successo internazionale di Poltrona Frau. Un legame speciale univa Moschini al nostro direttore, Guido Picchio, che ha voluto condividere con commozione un ricordo personale che ben restituisce l’anima autentica di Franco Moschini. «L'ho conosciuto grazie ad Andrea Angeli nel 1997. Passammo per fare un saluto in azienda a Poltrona Frau. Lui sapeva di me e Andrea, delle nostre storie sui siti di guerra. Da quel giorno diventammo amici. A settembre del ’97 ci fu il terremoto. Realizzai un libro fotografico e volevo donare il ricavato per la ricostruzione di una chiesetta. Un giorno lo passai a trovare per un saluto e gli proposi la mia idea.Lui mi abbracciò e mi disse: “Non ti preoccupare Guido, come decidi di realizzare questa cosa io ci sarò”». Quella chiesetta era quella di Cesi. E grazie anche al sostegno concreto e discreto di Moschini, quel sogno per una comunità ferita si trasformò in realtà. Non solo: ne nacque una festa, sentita e partecipata, con tutte le persone che avevano reso possibile quel piccolo miracolo di rinascita. «Da lì diventammo grandi amici – continua Picchio –. Quando passavo, lasciava ogni impegno per dedicarmi qualche momento, accompagnato da un sorriso e un abbraccio. Ogni volta che realizzavo un libro fotografico, lui era tra i primi a cui lo donavo. Era una persona umana e vera. Questa mattina, quando ho appreso la notizia, non ho trattenuto la commozione. Ricordo anche quando nell'ottobre del 2013 mi consegnò il premio Golden Media Marche». «Ciao Franco! Dal direttore e da tutta la redazione di Picchio News». Alla famiglia Moschini, ai suoi cari, ai suoi collaboratori e a tutti coloro che lo hanno conosciuto e stimato, va il nostro pensiero affettuoso e riconoscente.

14/07/2025 16:36
"Come Ginestre", cena di saluto estiva al Club Vela di Civitanova

"Come Ginestre", cena di saluto estiva al Club Vela di Civitanova

Si è svolta la scorsa settimana, presso il ristorante del Club Vela di Civitanova, la tradizionale cena dell’associazione Come Ginestre, centro di sostegno per donne operate di tumore al seno, organizzata per i saluti alle socie in vista dell’interruzione estiva delle attività. E’ stata l’occasione per incontrare tutti i professionisti con cui Come Ginestre collabora durante l’anno, a cominciare da quelli del reparto di oncologia dell'ospedale di Civitanova, dove alcune volontarie dell’associazione sono presenti due volte a settimana per portare conforto e vicinanza ai pazienti: il primario dott. Giovanni Benedetti, la nutrizionista dott.ssa Federica Gioia, la caposala Claudia Mengoni, persone che la presidente Amerina Orioli ha definito “splendide”. Un’attività molto seguita quest’anno è stata il corso di acquagym, tenuto nella piscina comunale di Civitanova, e per questo erano presenti Antonella Citarella, direttrice della struttura e Murjel Moreni, istruttrice, senza dimenticare l’apprezzatissimo corso di pilates svolto da Giosy Sampaolo presso Effort Spazio Danza. Il momento conviviale è stato condiviso anche con il dott. Daniele Casolino, psicologo e psiconcologo, che, negli ultimi mesi, ha sviluppato un corso appositamente per l’Associazione dal titolo “Aiutami a raccontare”, dove la scrittura creativa è stata strumento per la promozione del benessere e la crescita personale. Hanno completato il tavolo degli operatori medici la dott.ssa Katia Marilungo, psicologa amica dell’associazione e la psicologa ufficiale di Come Ginestre, dott.ssa Claudia Capucci, con cui sono stati organizzati incontri mensili dove sono stati trattati temi di grande interesse. Non ha fatto mancare la sua presenza neanche l’assessora ai Servizi Sociali Barbara Capponi, da sempre vicina all’associazione Come Ginestre e grande sostenitrice di tutte le iniziative pensate per le socie, ma non solo. L’appuntamento è stato dato a tutte per il mese di settembre, quando, dopo la chiusura di agosto, si riprenderà regolarmente l’attività, con apertura dello sportello per l’ascolto ed il sostegno, presso la Croce Verde, in via A.Moro, tutti i martedì e giovedì dalle 16.30 alle 18.30.

14/07/2025 16:20
Vent’anni dopo l’impresa: i campioni della Sportiva Monte San Martino si ritrovano

Vent’anni dopo l’impresa: i campioni della Sportiva Monte San Martino si ritrovano

A vent’anni da quel 18 giugno 2005 in cui scrissero una pagina indimenticabile della storia sportiva locale, i vincitori della Coppa Marche di Terza Categoria si sono ritrovati per celebrare la ricorrenza. Luogo dell’incontro: il Parco della Vittoria. Non poteva essere altrimenti. È lì che si sono ritrovati i “cavalieri che fecero l’impresa”, coloro che con cuore, orgoglio e spirito di squadra portarono il piccolo paese maceratese sul tetto della regione. L’occasione è stata la presentazione della nuova formazione della Sportiva Monte San Martino, che nella prossima stagione disputerà il campionato di Seconda Categoria. Davanti ai giocatori di oggi – alcuni dei quali figli di quegli stessi protagonisti – i campioni di allora hanno rievocato con emozione la storica cavalcata che culminò nella vittoria sul campo federale “Paolinelli” di Ancona. Quella squadra, quella stagione, furono il frutto di un allineamento di fattori che accade raramente nel calcio ma che porta sempre a risultati vincenti: un gruppo unito, una società solida, un’identità tattica costruita nel tempo, una mentalità affamata e umile. "Mai sono stato più sicuro di vincere come in quella finale", ha ricordato il capitano Leonardo Virgili nel suo toccante discorso. "Giocavamo per il riscatto dei piccoli paesi, per la nostra comunità, per la lunga storia della Sportiva. Eravamo tutti giocatori di carattere, gente che in campo non mollava mai. Quando nella finalissima ci siamo ritrovati in vantaggio, dopo lo splendido gol di Umberto Treggiari, detto 'il chirurgo' per i suoi colpi ad alta precisione, è scattato lo schema difensivo che chiamavamo ‘carabinieri’: non doveva passare nulla. Tutti abbiamo dato il massimo in quel torneo e ognuno, in quel giorno, fu perfetto". Presenti alla festa anche l’attuale Sindaco Matteo Pompei, allora difensore della squadra, e Guido Pompei, presidente di allora e di oggi, fondatore della Sportiva nel 1977. Con un po' di nostalgia ma estremamente felici, le vecchie glorie hanno ricordato i protagonisti di quella rosa: I portieri Simone Papiri e Massimo Giustini; i difensori Mauro Vittori, Alessandro Virgili, Claudio Polentini, Giuseppe Pompa, Luciano Barchetta, Leonardo Virgili, Matteo Pompei; i centrocampisti Fulvio Pompei, Luca Tassi, Daniele Diletti, Giulio Innamorati, Luca Virgili; gli attaccanti Umberto Treggiari, Piernicola Abbati, Alessandro Caringella, Piero Pieroni, Piero Barchetta; guidati da mister Severo Virgili, allenatore dal tocco paziente e dalla visione chiara. Un momento di grande commozione è stato il ricordo di Marco “Papittu” Virgili, tra i protagonisti di quell’annata, venuto a mancare prematuramente. “Era il più forte di quella squadra”, ha detto capitan Virgili. “E oggi non è incomprensibilmente qui a festeggiare, ma lo sentiamo in ogni gesto, in ogni racconto, in ogni nostro ricordo”. Quella Coppa fu la vittoria di una squadra e, insieme, di un intero paese. La vittoria di chi ha lottato negli anni difficili, di chi ha creduto nella Sportiva Monte San Martino anche quando tutto sembrava impossibile. La vittoria di una generazione cresciuta tra sogni, sacrifici e senso di appartenenza. La vittoria di chi non ha mai smesso di crederci. Fondata nel 1977, la Società Sportiva Monte San Martino è oggi una delle realtà calcistiche più longeve delle Marche, con numero di matricola FIGC 66176, tra i più bassi della regione. Un’identità forte e radicata che si avvicina con fierezza all’importante traguardo dei cinquant’anni di attività. Un anniversario che testimonia la tenacia, la passione e il legame autentico tra sport, territorio e comunità. E ancora oggi, vent’anni dopo quella straordinaria impresa, i bambini continuano a sognare di indossare la maglia biancoceleste, di calcare l’erba dello Stadio dedicato al fondatore Piergiorgio Stortini, di entrare in quella storia che si tramanda di padre in figlio. Perché la Coppa Marche 2005 non è solo un trofeo, ma una testimonianza. Di un’identità. Di una comunità. Di un’impresa che resterà per sempre.

14/07/2025 16:07
Bitcoin nel 2025: la maturità del re delle criptovalute in un nuovo contesto globale

Bitcoin nel 2025: la maturità del re delle criptovalute in un nuovo contesto globale

Dopo un avvio d’anno segnato da oscillazioni nervose e improvvisi slanci di entusiasmo, Bitcoin si affaccia alla seconda metà del 2025 in un ambiente radicalmente diverso, dove le logiche speculative lasciano sempre più spazio a una lettura strutturale del fenomeno. L’approvazione dei fondi indicizzati basati sull’asset digitale negli Stati Uniti ha rappresentato un punto di non ritorno: un tempo confinato alle nicchie della finanza alternativa, oggi Bitcoin è divenuto oggetto di interesse strategico anche per gli attori più istituzionali del sistema economico internazionale. Questo cambiamento ha trasformato la percezione dell’intero settore, spostandolo da scommessa ad asset class. Una fase di consolidamento sopra una soglia simbolica Dopo aver vissuto una corsa al rialzo nei primi mesi dell’anno, culminata in una fase di euforia che ha spinto il prezzo a superare precedenti livelli record, Bitcoin valore ha rallentato la propria corsa. Il mercato ha iniziato ad assestarsi su una soglia che, più che per la sua rilevanza numerica, ha valore simbolico e tecnico. Tale livello si è rivelato un punto di equilibrio tra il desiderio degli investitori di incassare i profitti della fase espansiva e l’interesse di nuovi acquirenti pronti a posizionarsi in vista di futuri rialzi. Ciò che fino a qualche anno fa sarebbe stato letto come segnale di indebolimento ora si interpreta come un passaggio fisiologico: un respiro profondo del mercato prima di una nuova direzione. Si percepisce chiaramente un cambio di passo. Le dinamiche cicliche dell’asset continuano a esercitare la loro influenza, ma la presenza crescente di fondi, banche e operatori regolamentati contribuisce a dare stabilità a un ecosistema che in passato era soggetto a scosse brutali e improvvise. Il quadro tecnico tra incertezze e opportunità tattiche Dal punto di vista tecnico, la situazione appare bilanciata tra forze contrapposte. Da un lato, chi scommette su una nuova fase rialzista osserva con attenzione i livelli superiori di resistenza, nella speranza di assistere a una rottura netta e decisa che possa innescare un’ulteriore accelerazione. Dall’altro lato, i ribassisti guardano alle soglie inferiori, dove si concentrano i volumi che in passato hanno funzionato da difesa, pronti a testare la tenuta del mercato. In mezzo a questi due scenari si apre una zona di incertezza fertile per chi opera sul breve termine, dove strategie basate su movimenti rapidi, rimbalzi e rotture temporanee trovano terreno ideale. Il sentimento complessivo rimane positivo, ma non si percepisce l’euforia che aveva caratterizzato fasi passate. L’atteggiamento degli operatori è più razionale, più ancorato alla lettura dei dati macro e meno influenzato dalla narrazione emozionale. Lo sguardo verso fine anno: oltre la dimensione speculativa Nel tentativo di immaginare come potrebbe evolvere il quadro nei prossimi mesi, le opinioni degli osservatori divergono, ma emerge un elemento condiviso: il Bitcoin non è più visto come un fenomeno isolato o come un esperimento di frontiera. È ormai osservato come barometro del sistema finanziario, capace di riflettere le tensioni e le aspettative che attraversano l’intera economia globale. Molto dipenderà dalla risposta del pubblico più ampio, in particolare da quei piccoli e medi investitori che in passato hanno alimentato le fasi più esplosive del mercato. Se dovessero tornare in massa, sostenuti magari da una narrativa di ripresa o da un’accelerazione macroeconomica favorevole, il quadro potrebbe mutare rapidamente. In ogni caso, è evidente che lo storytelling che accompagna Bitcoin si è evoluto: non più solo simbolo di rivoluzione digitale, ma indicatore della nuova finanza in divenire. Contesto tecnico favorevole a strategie di breve respiro L’attuale fase di mercato, fatta di movimenti più contenuti ma tecnicamente rilevanti, rappresenta un’opportunità per chi adotta un approccio tattico. L’attenuarsi della volatilità estrema non ha cancellato le occasioni, ma le ha rese più sottili e sofisticate, richiedendo competenze di lettura avanzata e una maggiore attenzione ai segnali derivanti dal contesto macro. Timeframe ristretti, come quelli giornalieri e orari, risultano particolarmente adatti a chi cerca di cogliere le micro-rotazioni del mercato, operando in modo chirurgico tra livelli di supporto e resistenza. L’accesso a strumenti finanziari regolamentati e la maggiore trasparenza delle piattaforme hanno creato un ecosistema più ordinato, dove anche chi opera con orizzonti temporali ristretti può muoversi con maggiore sicurezza, all’interno di un quadro normativo che, pur in continua evoluzione, offre protezioni impensabili fino a pochi anni fa. La nuova facilità di conversione tra Bitcoin e valute tradizionali Un tempo ostico e riservato a pochi tecnici, oggi il passaggio da Bitcoin a valuta fiat è divenuto una pratica quotidiana e fluida. Le piattaforme di scambio centralizzate consentono la vendita diretta dell’asset in cambio di euro, dollari o altre monete, con accredito su conto corrente o carte prepagate in tempi relativamente brevi. In parallelo, le app mobili che integrano funzioni di wallet e cambio istantaneo offrono soluzioni rapide e intuitive anche a chi non ha esperienza nel settore. Questa evoluzione si è resa possibile grazie all’adeguamento normativo e alla crescente sinergia tra infrastrutture crittografiche e sistema bancario. L’attenzione alle procedure di verifica dell’identità e alla tracciabilità delle operazioni, imposta dagli standard internazionali, ha reso l’ambiente più sicuro e accessibile, facilitando anche il rientro in valuta tradizionale per finalità quotidiane, risparmio o reinvestimento. Conclusione: una nuova era di maturità per un asset ormai centrale Non è più il protagonista solitario di una rivoluzione tecnologica, né il simbolo estremo di un’alternativa antisistema. È diventato, piuttosto, un punto di riferimento stabile all’interno di un panorama economico incerto e frammentato. Il suo comportamento riflette non solo le logiche interne del settore digitale, ma anche le tensioni e le aspettative che attraversano le banche centrali, gli investitori istituzionali e i mercati globali.  

14/07/2025 12:00
Sport e alimentazione: conversazione con la nutrizionista Elisa Pelati

Sport e alimentazione: conversazione con la nutrizionista Elisa Pelati

L’estate, la bella stagione, è il periodo in cui si fa più attività sportiva. Non solo professionisti dello sport, non solo dilettanti ed amatori, ma anche tanti uomini e tante donne di qualsiasi età approfittano per un’attività fisica più intensa e libera. L’alimentazione naturalmente rappresenta per tutti un elemento importante di cui tenere conto per rendere di più e divertirsi di più con lo sport. Non solo d’estate… L’attività fisica in generale e quella sportiva in particolare sono elementi essenziali per lo sviluppo e conservazione del nostro organismo, per la protezione della salute ed anche per arricchire la qualità della vita. Molte bambine e molti bambini, fin dalla tenerissima età, sono inviati alla pratica di uno sport, un interesse che spesso riesce a coinvolgerli per essere mantenuto anche in età adolescenziale, giovanile ed adulta. Spesso l’attività sportiva è anche un’attività agonistica inquadrata in club, squadre ed associazioni, altre volte è un’attività amatoriale. In ambedue le situazioni ormai la legge prevede delle indagini mediche per avvalorare l’idoneità all’attività. Nei centri di medicina dello sport più illuminati e con servizi adeguati è previsto anche un sussidio ulteriore di informazione e cultura per essere utile ad una migliore attività sportiva e con più sicurezza. Uno degli aspetti certamente più importanti per chi fa attività sportiva è quello nutrizionale. Ne parliamo con la Dott.ssa Elisa Pelati dietista e nutrizionista, consulente presso il servizio di medicina dello sport nel centro medico Associati Fisiomed di Macerata. Dott.ssa Pelati, esiste la dieta “perfetta” per lo sportivo?  “La dieta dello sportivo deve, per prima cosa, prendere in considerazione le caratteristiche fisiche individuali, rispondendo alle preferenze alimentari e ai bisogni dell’atleta, oltre che gli specifici programmi di allenamento e i vari impegni agonistici. Esistono strategie nutrizionali alle quali riferirsi, ben consolidate da un punto di vista scientifico, che però non bastano per evitare la nascita di nuovi suggerimenti e schemi nutrizionali, spesso fantasiosi, che vengono presentati come “innovativi” e “validi”, ma che, in realtà, minano la salute fisica e mentale degli atleti.  Non esistono alimenti “magici” o diete “miracolose” in grado di ottimizzare la prestazione sportiva: solamente delle giuste scelte nutrizionali, da portare avanti nel corso dell’intera carriera agonistica, possono aiutare l’atleta ad avere un organismo efficiente e pronto a rispondere al meglio alle varie sfide sportive”. Quali sono gli errori più comuni dei giovani atleti e quali sono le strategie che possono aiutarli a modificare la loro alimentazione? “Quello che mi sento di sottolineare è la gestione non ottimale della prima parte della giornata, con una colazione assente o scarsa e di spuntini a basso potere nutritivo; uno scarso consumo di verdura, legumi e frutta secca; eccessivo consumo di snack e bevande zuccherate e inadeguata idratazione. In questo contesto è fondamentale sottolineare il ruolo centrale dell’educazione alimentare, che, a mio avviso, dovrebbe essere sempre più presente all’interno delle società sportive e delle scuole. Valide abitudini alimentari contribuiscono ad ottimizzare non solo le prestazioni sportive e il recupero post gara e post allenamento ma anche la salute fisica e mentale, prevenendo le malattie croniche non trasmissibili che sono tipiche della nostra società”.   Gli integratori servono davvero ad uno sportivo?  “Una alimentazione varia, equilibrata e personalizzata soddisfa tutti i fabbisogni nutrizionali dell’organismo e non richiede l’uso di integratori. L’eventuale utilizzo di prodotti a fini energetici e di prodotti destinati alla reintegrazione delle perdite idrosaline, che deve essere comunque valutato con professionisti esperti, non può quindi andare a sostituire gli alimenti, che dovrebbero rappresentare sempre la prima scelta per una gestione ottimale della prestazione sportiva”.  Quali sono i consigli che si sente di dare agli sportivi che ci leggono?  “Per prima cosa, è fondamentale affidarsi a personale esperto, che sia in grado di comprendere i bisogni individuali e di supportare l’atleta con le più recenti evidenze scientifiche. Attenzione, soprattutto, ai consigli che si trovano nei social media e, in generale, su internet, perché spesso si tratta di falsi miti alimentari, che si possono rivelare molto pericolosi per la salute dell’atleta. Ricordo che i modelli alimentari riconosciuti a livello scientifico, se ben strutturati, come validi e sicuri, anche in ambito sportivo,  sono il modello mediterraneo, che si basa per la maggior parte su alimenti vegetali, il modello vegetariano e quello vegano.  L’alimentazione dovrebbe coprire il dispendio energetico giornaliero, prevedere il consumo di alimenti provenienti da tutte le categorie alimentari in base al modello alimentare seguito, con una ottimale distribuzione dei pasti durante la giornata, così da favorire adeguate riserve muscolari ed epatiche di glicogeno, prevenire l’ipoglicemia, “disagi” gastrointestinali e la giusta introduzione di carboidrati, proteine e grassi, nonché vitamine e sali minerali.  Oltre al cibo, l ’idratazione è fondamentale: fornire all’organismo giuste quantità di acqua, prima, durante e dopo l’attività, oltre a supportare la prestazione fisica e prevenire l’eccessiva perdita di liquidi, permette di ridurre stanchezza, carenza di concentrazione e di lucidità”.   

13/07/2025 13:05
Medico che chiede soldi per il rilascio di un certificato di astensione dal lavoro: quali le responsabilità?

Medico che chiede soldi per il rilascio di un certificato di astensione dal lavoro: quali le responsabilità?

Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente la tematica relativa al Servizio Sanitario Nazionale e nello specifico alla legittimità o meno di richiedere dei soldi da parte del medico ai propri pazienti per il rilascio di un certificato di esenzione dal lavoro. Ecco la risposta dell’avv. Oberdan Pantana alla domanda posta da una lettrice di Macerata che chiede: “E’ legittima la condotta del medico di chiedere dei soldi per il rilascio di un certificato di esenzione dal lavoro?” Il caso di specie ci offre l’occasione di far chiarezza su una questione estremamente attuale, sulla quale ha avuto modo di pronunciarsi la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19409/2025, che si va ad inserire nel solco giurisprudenziale volto a tutelare la legalità e la correttezza dell’azione amministrativa, anche nel settore sanitario, riaffermando il principio secondo cui le prestazioni rientranti nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) devono essere erogate gratuitamente e senza indebite sollecitazioni economiche. Nel caso di specie, un medico di medicina generale, convenzionato con il SSN, veniva rinviato a giudizio per aver richiesto ai propri assistiti somme di denaro (pari a 30 euro) in cambio del rilascio di certificazioni di astensione dal lavoro. Tali certificazioni, per legge, costituiscono prestazioni dovute nell’ambito del servizio pubblico e, pertanto, devono essere rilasciate gratuitamente. La vicenda arrivata in Cassazione, dove veniva risolta con la conferma della condanna del medico ai sensi dell’art. 322, comma 3, c.p., la cui norma punisce l’istigazione alla corruzione posta in essere da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio, tenendo conto dell’irrilevanza, ai fini della configurabilità del reato, del tono della richiesta o la modicità dell’importo richiesto, riguardo invece alla potenzialità dell’offerta a determinare una violazione dell’interesse pubblico tutelato dalla norma. La Corte ha altresì precisato che, per l’integrazione del reato, non è necessario che la condotta sia reiterata nel tempo: è sufficiente un singolo episodio se questo si pone in contrasto con i doveri d’ufficio e con i principi di imparzialità e correttezza che regolano l’azione del medico convenzionato con il SSN. Pertanto, in risposta alla domanda dalla nostra lettrice e in linea con la più autorevole e consolidata giurisprudenza di legittimità, si può affermare che: “La condotta del medico del SSN che richiede soldi ai propri pazienti in cambio del rilascio del certificato di astensione dal lavoro configura il delitto di istigazione alla corruzione in quanto la sua lesività risiede nella potenzialità dell’offerta indebita indipendentemente dall’effettiva percezione di un’utilità economica o dalla reazione del paziente”(Cassazione Penale, Sez. VI, 28.02.2025, n. 19409). Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.

13/07/2025 12:45
Il volto nascosto del traditore seriale: tra vuoti affettivi e paura dell’ intimità, un viaggio nella mente dell’infedele abituale

Il volto nascosto del traditore seriale: tra vuoti affettivi e paura dell’ intimità, un viaggio nella mente dell’infedele abituale

Approfondirò la figura dell’infedele, spostando l’attenzione dal giudizio morale, per concentrarmi soltanto su un’analisi delle dinamiche emotive ed identitarie che spingono una persona a tradire abitualmente il proprio partner. Non si tradisce soltanto per noia o per attrazione nei confronti di un’altra persona, la spinta può anche arrivare da un senso di incompletezza e vuoto psichico. In realtà non si cerca un altro ma si insegue un’ esperienza  che ci faccia sentire ancora vivi e amati. Se da un lato l‘amante può costituire quell’ alternativa che ci permette di uscire da una relazione ormai finita che altrimenti non avremmo il coraggio di troncare, dall’altra invece può anche succedere che si manchi di fedeltà senza alcun desiderio di porre fine alla propria storia. In questo caso si avverte un bisogno ancora più profondo e complesso, cioè quello di scappare da sé stessi. Si cerca di sfuggire dal disagio di non riuscire a stare totalmente in una relazione seria e totalizzante, perchè questa comporterebbe un ‘intimità troppo forte ed una profondità emotiva che farebbe paura, ingestibile con i propri mezzi. La persona vive un conflitto interno, dovuto a dinamiche di attaccamento infantile che lo portano a fuggire quando il legame diventa profondo e stabile. Si ha timore di attraversare fino in fondo un amore perchè  da bambini si è sperimentato un rifiuto o una freddezza che hanno portato a difendersi da eventuali esperienze simili che ci porterebbero ad un dolore troppo intenso da affrontare. In fondo il traditore è una persona fragile, che teme l’abbandono; avere altre storie gli permette, invece, di tenere alta la propria autostima alimentando una visione  grandiosa del proprio io. Quali potrebbero essere i motivi che portano, nonostante tutto, l’infedele  a professare amore nei confronti della/ del  propria/o compagna/o? Alla base del suo comportamento ci può essere un  affetto sincero condito con la paura della solitudine, un porto sicuro da cui tornare ogni volta, ma non supportato da una scelta totale e definitiva. L’infedele decide di non scegliere totalmente il suo partner, egli tiene accanto la persona senza mai donarsi pienamente. Ha  bisogno di credere di avere una routine rassicurante, cercando poi fuori attenzioni e forti emozioni quando desidera sentirsi vivo. La frattura interiore è un peso con cui prima o poi la persona dovrà fare i conti, perché nel tradire l’altro in realtà inganna se stesso. Chi tradisce più volte non ama realmente né il compagno, né se stesso, cerca sollievo al proprio vuoto, senza voler guardare le proprie fragilità e bisogni per lavorarci e superarli. Non costruisce ma distrugge. Si sente libero ma in realtà vive uno stato di disconnessione interiore: da un lato la necessità di sentirsi amato e dall’altro il terrore di sperimentare l’amore puro Si alimentano esigenze che poco hanno a che fare con un sentimento vero, si parlerà di dipendenza affettiva, di una narrazione irreale della relazione in cui ci si convince che sia la storia della vita, o di paura di essere lasciati mascherata da disinteresse. Meccanismi molto distanti dal concetto di un amore adulto che richiede, invece, presenza, verità e scelta reciproca.

13/07/2025 12:15
Castelraimondo, Crispiero protagonista del docufilm Rai dedicato a Nazareno Strampelli

Castelraimondo, Crispiero protagonista del docufilm Rai dedicato a Nazareno Strampelli

Crispiero diventa protagonista nel panorama nazionale grazie alle riprese di un docufilm finanziato dalla RAI, interamente dedicato alla figura di Nazareno Strampelli, tra i più importanti genetisti agrari del Novecento, nato proprio in questa frazione del Comune di Castelraimondo. Il progetto è diretto dal celebre regista Maurizio Zaccaro, vincitore di due David di Donatello e tra i nomi più apprezzati del cinema italiano per sensibilità narrativa e rigore storico. La produzione è affidata ad Ocean Production, guidata da Antonio Stefanucci, con una troupe altamente qualificata che ha lavorato con grande cura e rispetto per i luoghi coinvolti. La casa natale di Nazareno Strampelli è stata il fulcro delle riprese, diventando set naturale e simbolico di un racconto che parte proprio da questo borgo immerso nel verde dell’entroterra marchigiano. Qui è nata la sua passione per il mondo rurale, qui si sono gettate le basi di una rivoluzione agricola che avrebbe avuto un eco internazionale. Particolarmente suggestive le scene girate in un campo di grano nei pressi del paese, gentilmente concesso dalla famiglia Leoni, che ha collaborato attivamente alle riprese offrendo anche una ricostruzione di falciatura tradizionale come si faceva un tempo. Un gesto di grande generosità e attaccamento alla memoria storica del territorio. Il sindaco del Comune di Castelraimondo Patrizio Leonelli ha sottolineato l’importanza di Nazareno Strampelli: “Rappresenta una delle figure più luminose nate nel nostro territorio e veder riconosciuto il valore della sua opera in un progetto nazionale è motivo di grande soddisfazione per tutta la comunità. Questo docufilm rafforza il nostro impegno a tutelare e promuovere il patrimonio culturale e identitario di Crispiero”. Il consigliere regionale Renzo Marinelli ha aggiunto: “Nazareno Strampelli è una delle figure eccellenti del nostro territorio. È stato un grande genetista, originario di Crispiero, tra l’altro è stato anche riconosciuto come pioniere della ricerca ma anche dell’innovazione scientifica. Un personaggio che ha dedicato gran parte della sua vita proprio ad accrescere il sapere”. Non poteva mancare l’intervento di Elisabetta Torregiani, assessore alla Cultura del Comune di Castelraimondo: “Come amministrazione comunale crediamo profondamente nella valorizzazione della figura di Strampelli e del legame indissolubile con il suo paese natale. Accogliere una produzione così importante è per noi motivo di orgoglio e un’opportunità straordinaria per far conoscere Crispiero, la sua storia e le sue radici. Stiamo lavorando per restituire alla comunità e al pubblico nazionale il giusto riconoscimento a questo luogo e alla sua eredità scientifica e culturale”. Crispiero si conferma così luogo identitario della figura di Strampelli, punto di partenza di una storia che ha saputo unire ricerca scientifica, innovazione agricola e cultura del lavoro. Il docufilm pertanto restituirà al grande pubblico il valore profondo di questi luoghi e delle radici che hanno dato vita a un’eredità ancora oggi attuale.  

13/07/2025 11:40
"Rinascimento Marchigiano": a San Severino l’ultima tappa della mostra sulla rinascita post sisma

"Rinascimento Marchigiano": a San Severino l’ultima tappa della mostra sulla rinascita post sisma

La Città di San Severino Marche dal 12 luglio al 19 ottobre ospita l’ultima significativa tappa della mostra itinerante “Rinascimento marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma lungo i cammini della fede”. Dopo aver incantato il pubblico a Roma, Ascoli Piceno e Ancona, l’esposizione trova la sua degna conclusione nel Piano Nobile del Palazzo Comunale, nella suggestiva piazza Del Popolo, offrendo un percorso culturale e spirituale che restituisce al pubblico capolavori rinascimentali strappati alle macerie del sisma del 2016 e tornati a risplendere grazie a importanti interventi di restauro. L’iniziativa, promossa da Anci Marche e dal Pio Sodalizio dei Piceni con il sostegno della Regione Marche, del Ministero della Cultura e di numerosi enti locali, in collaborazione con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata e la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ancona e Pesaro e Urbino, con il contributo del Commissario straordinario alla Ricostruzione sisma 2016, del Comune di Ancona, del Comune di Ascoli Piceno e del Comune di San Severino Marche e con il patrocino della Fondazione Marche e Cultura, rappresenta un'occasione unica per ammirare opere di inestimabile valore artistico e simbolico. “La mostra rappresenta un simbolo tangibile della resilienza e della determinazione delle nostre comunità nel preservare e valorizzare il patrimonio artistico e culturale colpito dal sisma - sottolineato il sindaco della Città di San Severino Marche, Rosa Piermattei, che aggiunge - Le opere esposte, tra cui importanti capolavori, testimoniano non solo la ricchezza artistica delle Marche, ma anche l'impegno profuso nel loro restauro e nella loro restituzione alla collettività”. Curata da Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi, l'esposizione si inserisce in un dibattito più ampio sulla “restanza”, un concetto evocato dal senatore Guido Castelli, Commissario alla Ricostruzione Sisma 2016: “La restanza non è sinonimo di 'restare' - spiega Castelli, citando Vito Teti, che prosegue - Non si resta o si fugge: si resta e si fugge. Nella 'restanza' c’è un movimento e una radice, c’è un viaggio dentro e un viaggio fuori”. Le grandi tragedie, come il terremoto, “aiutano spesso a capire meglio le cose, sé stessi e ciò che ci appartiene (e a cui apparteniamo). In questo l’arte aiuta. L’arte è sempre un viaggio”. Il patrimonio artistico e culturale, gravemente ferito dal sisma del 2016, è una "prodigiosa sintesi" del territorio e delle sue comunità. “Non c’è nostalgia o compiacimento di qualcosa che è stato perduto e che si vorrebbe recuperare – invano – ma c’è la consapevolezza che in quello che si è perso si produce qualcosa di nuovo, per tutti” - aggiunge Castelli, rimarcando come la mostra sia “uno di quei 'ponti' che Papa Francesco reclamava nell’azione dell’uomo”. Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche, ha descritto la mostra come “molto più di un evento espositivo, ma l’occasione per scoprire attraverso le opere d’arte i meravigliosi territori del nostro entroterra, duramente colpito dal sisma del 2016. Questo progetto - prosegue Acquaroli - rappresenta un segno concreto e tangibile della volontà collettiva di recuperare, proteggere e soprattutto valorizzare il patrimonio culturale che è stato danneggiato. Ogni opera restaurata porta con sé non solo una bellezza artistica inestimabile, ma anche il racconto delle storie e delle tradizioni che legano indissolubilmente le comunità marchigiane ai loro luoghi d’origine, rafforzando il legame tra l'arte e i Cammini della Fede, itinerari spirituali che attraggono migliaia di visitatori”. Anche Marco Fioravanti, presidente di Anci Marche, nel catalogo che accompagna l’esposizione ha ribadito l'importanza di non disperdere l'enorme patrimonio artistico danneggiato dal sisma: “Grazie al grande impegno di Anci Marche e del Pio Sodalizio dei Piceni... non solo si sono recuperate tante opere che rappresentano la storia e la cultura della nostra comunità ma si sono realizzati eventi espositivi che hanno prodotto una significativa valorizzazione e promozione del territorio”. Come evidenziato dai curatori Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi, il sisma del 2016 ha causato “danni materiali ed immateriali, determinanti per la disgregazione dell’identità stessa di una vasta area”. La mostra nasce proprio per arginare questo effetto a lungo termine, selezionando opere che provengono dai luoghi colpiti dalle scosse e che si collocano lungo i cammini percorsi dai pellegrini. Tra i capolavori esposti, si possono ammirare il trittico di Valle Castellana di Carlo Crivelli, di cui è stata recuperata la preziosità degli smalti e la delicatezza dei dettagli, il Cristo sul sepolcro di Pietro Alamanno e il polittico di Funti di Nicola Filotesio detto “Cola dell’Amatrice”. Spiccano anche il San Rocco del palazzo comunale di Caldarola, oltre a dipinti seicenteschi di Giuseppe Puglia e Ludovico Trasi, e una monumentale pala d’altare del fiorentino Cesare Dandini. Il restauro, affidato a restauratori e tecnici marchigiani, ha permesso di “restituire continuità alle immagini, pur non nascondendo lo stato di degrado della pellicola pittorica”, e di ritrovare la ricchezza del patrimonio storico-artistico dell'entroterra marchigiano. La Soprintendenza ABAP per le province di AP-FM-MC e il Segretariato Regionale delle Marche hanno attivato depositi attrezzati e laboratori di restauro, dimostrando un impegno costante nella salvaguardia di questi beni. L’allontanamento delle opere d’arte dai paesi danneggiati dal sisma era stato accompagnato dalla comprensibile apprensione dei cittadini. “Era fondamentale, pertanto, far ritornare alla luce l’eredità di quella gente” - sottolineano i curatori. “È un dovere perché l’arte, in quanto rappresentazione estetica della bellezza, ha il potere di sollevare, di alleviare e di curare le ferite, materiali e spirituali, della natura umana. Ma al contempo è capace di dare un contributo fondamentale alla rinascita e alla crescita”. La mostra “Rinascimento marchigiano” a San Severino Marche non è solo un'esposizione di opere d'arte, ma un profondo messaggio di rinascita, un inno alla capacità di una comunità di risorgere dalle proprie ceneri, custodendone e valorizzandone la bellezza e l’identità. La mostra sarà visitabile presso la Galleria d'Arte Moderna "Filippo Bigioli" del Palazzo Municipale nei seguenti orari: martedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 15 alle 18, sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 e la domenica e festivi dalle 11 alle 19.

13/07/2025 11:20
Un’estate meno salata: consigli per difendersi dal sodio in eccesso

Un’estate meno salata: consigli per difendersi dal sodio in eccesso

Con l’arrivo dell’estate, le nostre abitudini alimentari cambiano: cerchiamo piatti freschi, veloci e pratici, spesso a base di formaggi, affettati o insalate già pronte. Se da un lato questi alimenti sembrano ideali per affrontare il caldo, dall’altro possono diventare una fonte nascosta – e spesso sottovalutata – di sale. Il sale è uno dei condimenti più conosciuti e utilizzati nelle cucine di tutto il mondo, ed è una sostanza fondamentale per l’organismo umano. È coinvolto nella regolazione dell’equilibrio idrico, nella trasmissione degli impulsi nervosi e nella contrazione muscolare, compresa quella del cuore. Tuttavia, come spesso accade in nutrizione, è la quantità a fare la differenza tra beneficio e rischio. Secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, non dovremmo superare i cinque grammi di sale al giorno, una quantità che corrisponde a circa un cucchiaino da tè. Eppure, nella realtà quotidiana, il consumo medio della popolazione italiana si aggira tra i nove e i dodici grammi, più del doppio del limite suggerito. Il paradosso è che solo una piccola parte del sale che assumiamo proviene dalla saliera: la maggioranza è già presente nei cibi industriali e trasformati che consumiamo ogni giorno. Pane, grissini, formaggi stagionati, salumi, snack confezionati (sia dolci che salati), salse pronte, piatti precotti possono contribuire in modo significativo all’introito di sodio, spesso a nostra insaputa. Le conseguenze di un’assunzione eccessiva di sale sono ben documentate dalla letteratura scientifica. Numerosi studi, hanno dimostrato che una riduzione del consumo di sale può portare a una significativa diminuzione della pressione arteriosa, sia in soggetti ipertesi che normotesi. Anche una modesta riduzione, nell’ordine di 4-5 grammi al giorno, può abbassare la pressione sistolica di diversi millimetri di mercurio, con benefici concreti in termini di prevenzione cardiovascolare. In alcuni casi, l’effetto può essere paragonabile a quello di un farmaco antipertensivo, ma senza effetti collaterali. L’eccessivo consumo di sale può favorire, oltre all’aumento della pressione arteriosa, anche fenomeni come la ritenzione idrica, la sensazione di gonfiore. Va poi considerato che, con il caldo, aumenta la sudorazione e con essa la perdita di sali minerali: ciò può indurre alcune persone a ricercare inconsciamente cibi più saporiti, accentuando ulteriormente l’apporto di sodio. Cosa possiamo fare, dunque, per ridurre l’eccesso di sale senza rinunciare al piacere del cibo? Innanzitutto, è utile abituarsi gradualmente a sapori meno salati, perché il palato si adatta facilmente. Chi è abituato a salare tutto rischia di non percepire il gusto naturale degli alimenti. Un primo passo è quello di ridurre il sale aggiunto in cottura o a crudo, utilizzando invece erbe aromatiche, spezie, succo di limone, aceto o scorza di agrumi, che possono esaltare il gusto senza aggiungere sodio. È fondamentale poi leggere attentamente le etichette degli alimenti confezionati, soprattutto per quelli che sembrano insospettabili: pane e i suoi sostituti, cereali da colazione, zuppe pronte, formaggi, salse da condimento e perfino dolci! Molti prodotti riportano il contenuto di sodio invece che di sale, ma il calcolo è semplice: per sapere quanti grammi di sale ci sono, basta moltiplicare i grammi di sodio per 2,5. Un altro accorgimento utile è quello di scegliere pane e prodotti da forno a ridotto contenuto di sale, ormai presenti in molti supermercati e forni artigianali. Anche limitare il consumo di salumi, formaggi stagionati e pesce conservato (come il tonno in lattina) a non più di una o due volte a settimana può fare la differenza. In alternativa, si possono preferire formaggi freschi e naturalmente meno salati, come la ricotta. Inoltre, privilegiare la cucina casalinga rispetto ai piatti pronti consente un maggiore controllo su ciò che si mangia, evitando condimenti eccessivi o nascosti. Infine, ricordiamoci che una dieta ricca di frutta e verdura, cereali integrali e legumi non solo aiuta a ridurre il sodio, ma apporta potassio, un minerale che bilancia gli effetti del sodio sull’organismo e protegge la pressione arteriosa. Anche l’idratazione gioca un ruolo chiave: bere a sufficienza, soprattutto nei mesi caldi, favorisce l’eliminazione del sodio in eccesso attraverso l’urina e aiuta a mantenere l’equilibrio idrosalino. Il messaggio, in conclusione, è semplice ma potente: il sale non va demonizzato, ma va usato con consapevolezza. In una società in cui i gusti forti e decisi sono esaltati dall’industria alimentare, imparare a ridurre il sale diventa un gesto di attenzione verso sé stessi, il proprio cuore e la propria salute. Anche in estate, con pochi accorgimenti e un pizzico di creatività in cucina, è possibile mantenere il piacere della tavola senza eccedere con il sodio. La salute, in fondo, comincia proprio da ciò che mettiamo nel piatto ogni giorno.

12/07/2025 17:22
Macerata, via Mattei: proroga ordinanza per i lavori al sottovia ferroviario

Macerata, via Mattei: proroga ordinanza per i lavori al sottovia ferroviario

È stata prorogata l’ordinanza emessa nei giorni scorsi dal Comando della Polizia Locale relativa alla regolamentazione temporanea della circolazione per consentire l’esecuzione dei lavori di manutenzione straordinaria al sottovia situato in via Mattei (linea ferroviaria Civitanova Marche – Albacina, km 29+430) della Rete Ferroviaria Italiana. Il provvedimento sarà in vigore nei giorni 14 e 15 luglio, nella fascia oraria compresa tra le 8 e le 18. In base allo stato di avanzamento dei lavori, la ditta incaricata provvederà alla chiusura alternata di una corsia per volta del tratto interessato. Nel dettaglio, nel tratto di via Mattei compreso tra via Roma e via Tucci, è prevista la chiusura della carreggiata in direzione via Tucci con divieto di transito, eccetto che per i residenti di via Mattei e contrada Fontescodella (dal civico 42 al 44) e per i veicoli della ditta incaricata dei lavori. La circolazione sarà consentita esclusivamente ai soggetti autorizzati per raggiungere le rispettive proprietà private. Sarà comunque in vigore un divieto di transito con sbarramento fisico nell’area interessata dal cantiere. In via Roma, sarà obbligatorio proseguire dritto, con la conseguente chiusura della corsia di canalizzazione per tutti i veicoli provenienti da Collevario con direzione Macerata. Sempre nel tratto di via Mattei tra via Roma e via Tucci, è prevista anche la chiusura della carreggiata in direzione via Roma, con divieto di transito eccetto per i veicoli della ditta incaricata dei lavori e per i proprietari dei terreni situati prima del sottovia. Anche in questo caso, sarà consentito l’accesso solo agli autorizzati per il raggiungimento delle proprietà private, con divieto di transito e sbarramento fisico nell’area di cantiere. Come percorso alternativo in caso di chiusura di via Mattei in direzione via Roma, si potrà utilizzare via Tucci, la galleria delle Fonti, contrada Fontezucca (esclusi gli autocarri) e via dei Velini, oppure via Tucci, galleria delle Fonti, via Martiri delle Foibe e via dei Velini.

11/07/2025 13:25
Civitanova, riqualificazione del Palas Risorgimento: lavori in corso per 410 mila euro

Civitanova, riqualificazione del Palas Risorgimento: lavori in corso per 410 mila euro

Procedono spediti i lavori di riqualificazione del Palazzetto del Quartiere Risorgimento.  Questa mattina il Sindaco Fabrizio Ciarapica, l’Assessore ai Lavori Pubblici Ermanno Carassai, il dirigente Marco Orioli e il RUP ing. Simone Salciccia hanno effettuato un sopralluogo per verificare l’andamento degli interventi. Il progetto, che punta al rinnovamento delle componenti impiantistiche obsolete e all’adeguamento funzionale dei locali, prevede un investimento complessivo di 410 mila euro. Si tratta di un intervento strategico, articolato in tre stralci funzionali, per restituire alla cittadinanza una struttura all’altezza degli standard attuali in materia di sicurezza, efficienza energetica e qualità degli spazi sportivi.  “Il nostro obiettivo è offrire spazi pubblici sempre più sicuri, accessibili e moderni –ha dichiarato il Sindaco Fabrizio Ciarapica. – Questo intervento, insieme a molti altri che abbiamo già approvato, a partire dall’ultima variazione di bilancio da 3 milioni di euro, rappresenta un investimento concreto nel futuro della città e dei nostri giovani. Strutture come questa sono fondamentali per promuovere lo sport, l’inclusione e la socialità”. Le opere in corso comprendono l’adeguamento e l’ammodernamento dell’impianto idrico antincendio con relativo ampliamento, il risanamento del bagno per persone con disabilità, l’adeguamento della centrale termica e dell’impianto di estrazione aria, oltre alla messa a norma delle uscite di emergenza con la sostituzione di alcuni infissi. Sono inoltre previsti l’adeguamento dell’impianto di allarme acustico, l’adeguamento e l’ampliamento dell’impianto di illuminazione di sicurezza, il ripristino della scala esterna in cemento armato e la sostituzione della pavimentazione sportiva in legno nella zona palestra, con una nuova superficie conforme alla normativa CONI e al Regolamento FIP (Federazione Italiana Pallacanestro). Ulteriori interventi includono la sostituzione del parapetto tra l’area spettatori e quella riservata all’attività sportiva, il revamping dell’illuminazione dell’area sportiva con l’installazione di nuovi proiettori a tecnologia LED e la realizzazione di un sistema di gestione e controllo dell’illuminazione stessa. Le opere sono eseguite dalla ditta CEM di Elisei Carlo & C. srl di Montelupone, mentre la sostituzione della pavimentazione sportiva è affidata alla Dalla Riva di Caerano di San Marco. La progettazione e la direzione lavori sono a cura della Ercoli Ingegneria STP Soc. Coop., con il RUP ing. Simone Salciccia.

10/07/2025 13:45
Macerata, tarlo asiatico individuato in zona Collevario

Macerata, tarlo asiatico individuato in zona Collevario

AMAP (Agenzia Marche Agricoltura Pesca) e Comune di Macerata contro gli effetti del tarlo asiatico del fusto (Anoplophora glabripennis Motschulsky) sul territorio. Riunione operativa in mattinata a Palazzo Conventati tra il sindaco Sandro Parcaroli e il presidente di AMAP Marco Rotoni e i tecnici competenti a seguito dell’individuazione dell’insetto infestante su alcune specie arboree in zona Collevario. Gli esemplari malati accertati sono per il momento 4 aceri di monte su 78 complessivi da sottoporre a taglio e cippatura (tra questi, esemplari di ippocastano, frassino, pioppo e olmo). Si tratta di piante individuate all’interno di un’area del raggio di 100 metri secondo quanto previsto dalla normativa europea come luogo soggetto a controllo specifico, al fine di scongiurare la presenza di ulteriori infestazioni. L’azione di AMAP si tradurrà ora nella nuova piantumazione con esemplari resistenti all’organismo nocivo, dopo aver provveduto, a partire dalla metà di luglio, al preventivo abbattimento e alla cippatura delle piante ormai compromesse.  Da sottolineare come abbia funzionato anche in questo caso la catena di pronto intervento prevista, grazie alla quale è stato già messo in moto il programma di interventi elencati. La segnalazione pervenuta da una cittadina maceratese all’Ufficio Ambiente della città è in tal senso l’ennesimo positivo riscontro pratico delle iniziative di divulgazione e formazione attuate da AMAP su impulso della Regione Marche.  I costi di abbattimento e cippatura del legname delle piante nelle aree interessate, sia pubbliche che private, saranno sostenuti dall’Agenzia, grazie ai fondi già messi a disposizione dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione. AMAP si farà inoltre carico anche della spesa necessaria per i nuovi impianti destinati all’interno delle aree pubbliche.  «Voglio sottolineare la sinergia tra AMAP e Comune per garantire gli interventi necessari nel più breve tempo possibile – ha detto il presidente dell’Agenzia Marco Rotoni –, il tarlo asiatico è sotto stretta osservazione da parte della Regione Marche e dei nostri esperti: a Macerata, come in altre zone del territorio, stiamo già provvedendo a debellare il problema per contenerlo all’interno dell’aree individuata. Non solo, forniremo al quartiere di Collevario un progetto di ripiantumazione botanica che ne garantisca la salvaguardia del suo polmone verde». «Ringrazio AMAP per le azioni già messe in moto e la collaborazione dimostrata – ha ribadito il sindaco Parcaroli –, un plauso soprattutto va alla cittadina che prontamente ha saputo riconoscere e segnalare il problema agli uffici preposti, evitando altri ulteriori danni al nostro patrimonio arboreo. È importante per questo garantire una corretta informazione per proseguire l’opera di prevenzione rispetto ai danni causati dal tarlo asiatico e, come avvenuto efficacemente in questo caso, l’avvio repentino delle azioni di contrasto per bloccarne l’espandersi». AMAP ricorda e ribadisce come l’insetto non comporti alcuna problematica diretta per gli esseri umani. Se non sottoposte al taglio, le piante scavate all’interno del proprio fusto (siamo in presenza di un parassita xilofago, che si nutre di legno) potrebbero però altresì cedere, creare danni alla viabilità, ai mezzi in circolazione o mettere a rischio l’incolumità delle persone che possano trovarsi nelle vicinanze. Nei prossimi giorni, a seguito degli esiti della sorveglianza fitosanitaria sul territorio, utili anche per rafforzare gli interventi di prevenzione, i tecnici di AMAP effettueranno la demarcazione e la delimitazione delle zone attaccate dal tarlo asiatico. Dal punto di vista formale, infatti, l'apertura di un nuovo focolaio da parte del Servizio Fitosanitario Regionale avviene dopo la conferma con analisi biomolecolari della specie a cura di un laboratorio accreditato a cui sono stati inviati campioni degli stadi vitali dell'insetto. Tra i compiti di AMAP c’è proprio quello di garantire la tempestività degli interventi, di aggiornare la cittadinanza e le Istituzioni, fornire assistenza e la verifica sui tagli effettuati attraverso informative specifiche su zone, modalità dei tagli e della cippatura, depositi, piantumazioni, oltre alla programmazione di appositi incontri pubblici. 

10/07/2025 12:40
Civitanova in lutto per la scomparsa del dottor Giuseppe Paolucci

Civitanova in lutto per la scomparsa del dottor Giuseppe Paolucci

È venuto a mancare all’età di 78 anni Giuseppe Paolucci, ex chirurgo dell’ospedale di Civitanova, stroncato da un infarto improvviso mentre si trovava nella sua abitazione. Il malore lo ha colpito mentre era in giardino. Inutili i tentativi di soccorso. Figura molto conosciuta e stimata in città, Paolucci era apprezzato non solo per la sua lunga carriera medica, ma anche per il suo stile di vita sano e la passione per lo sport. Aveva seguito le orme del padre, storico medico condotto di Civitanova Alta, iniziando la propria attività a Recanati per poi proseguire come chirurgo all’ospedale di Civitanova, dove ha lavorato fino al pensionamento. La notizia della sua scomparsa si è rapidamente diffusa in città, suscitando profondo cordoglio tra colleghi, amici e cittadini. In tanti si sono stretti attorno alla moglie Daniela, alla figlia Claudia e alla nipotina Frida, a cui era profondamente legato. I funerali si terranno domani, venerdì, alle ore 15.45 nella chiesa di San Gabriele, con partenza dalla casa funeraria "Terra e Cielo". La Direzione Medica dell’Ospedale di Civitanova si stringe intorno alla famiglia in questo momento di dolore, insieme a tutti i colleghi che hanno condiviso insieme al Dottor Paolucci il cammino professionale.

10/07/2025 11:10
Fisiomed, Rhutten e l’Orchestra Insieme per gli altri uniscono le forze nel progetto "Musica, Sport, Inclusione"

Fisiomed, Rhutten e l’Orchestra Insieme per gli altri uniscono le forze nel progetto "Musica, Sport, Inclusione"

Un’iniziativa che mette al centro la persona e il suo benessere, partendo da tre pilastri fondamentali: musica, sport e inclusione. È stato presentato questa mattina, presso la sala presentazioni di Fisiomed, il nuovo progetto promosso in collaborazione con Rhutten e l’Orchestra di Fiati “Insieme per gli altri”. Lo slogan scelto è potente e diretto: “Musica, sport, inclusione: il farmaco migliore”. Alla conferenza stampa erano presenti Enrico Falistocco, amministratore di Fisiomed, Mario Marinelli, co-amministratore di Rhutten, Francesco Di Mauro, ideatore dell’orchestra, e il professor Giuseppe Luchetti, oncologo, che ha chiuso l’incontro con un apprezzatissimo intervento sul potere terapeutico della musica. Francesco Di Mauro ha raccontato l’evoluzione dell’Orchestra di Fiati “Insieme per gli altri” dal 2019 a oggi, evidenziando come il nuovo slogan racchiuda in sé la missione dell’ensemble: unire musica, sport e inclusione sociale per sostenere concretamente realtà del terzo settore. “La nostra media è di circa 50 eventi all’anno – ha spiegato – grazie al sostegno di tante associazioni e aziende che credono nella nostra visione. Voglio ringraziare il presidente Gianni Silvi, assente oggi per altri impegni, il vicepresidente Matteucci e tutti i musicisti, che con grande dedizione portano avanti un messaggio di solidarietà. Il nostro orgoglio più grande è aver creato qualcosa che lascia un segno sul territorio”.   Enrico Falistocco ha sottolineato l’impegno di Fisiomed nel promuovere una cultura del benessere che vada oltre la sola dimensione clinica: “Il nostro compito è fare diagnosi e curare, ma la salute dell’anima si coltiva anche altrove. Lo sport e la cultura sono strumenti fondamentali. Questo progetto è l’occasione per parlare di benessere in senso più ampio, quello che nasce dalla partecipazione, dalla musica e dall’inclusione”. Mario Marinelli ha raccontato come è nato lo slogan del progetto e ha ribadito l’importanza di sostenere chi opera per il bene collettivo: “Francesco mi ha proposto l’idea e ci siamo subito ritrovati. ‘Musica, sport e inclusione è il farmaco migliore’ non è solo uno slogan: lo afferma anche Silvio Garattini, grande scienziato che sottolinea il valore terapeutico di musica, teatro, socialità e movimento. I valori che ci accomunano sono la solidarietà e l’attenzione al sociale. Aiutare questi ragazzi non è solo facile: è doveroso”. A concludere la conferenza è stato il professor Giuseppe Luchetti, che ha portato una riflessione scientifica e umana sul legame tra musica e benessere mentale: “Spesso si parla di benessere attraverso lo sport, ma poco si riflette sul potere della musica. È importante, soprattutto per prevenire il decadimento cognitivo legato all’invecchiamento. Abbiamo di fronte a noi sempre più persone che, anche a 60 anni o poco più, iniziano a manifestare segni di Alzheimer, demenza senile o Parkinson. La musica, soprattutto quando viene praticata, sembra rallentare questo processo fisiologico. Per questo ho grande stima verso Fisiomed, che ha deciso di sostenere questo progetto, e verso l’Orchestra di Fiati ‘Insieme per gli altri’, una realtà preziosa per tutto il territorio e oltre. È un bellissimo approccio che porta bellezza, salute e comunità. E questa, oggi più che mai, è la cura migliore”. Un progetto che nasce dalla collaborazione tra mondi apparentemente diversi – medicina, industria e arte – ma che trovano un terreno comune nella promozione del benessere umano. Un messaggio chiaro e condiviso: la musica, lo sport e l’inclusione non sono solo passioni, ma vere e proprie terapie.

09/07/2025 18:10
Montefano: Al via "Ci Sto? Affare Fatica!", i giovani si rimboccano le maniche per il nostro paese!

Montefano: Al via "Ci Sto? Affare Fatica!", i giovani si rimboccano le maniche per il nostro paese!

Ha preso il via oggi a Montefano, per il secondo anno consecutivo, il progetto " Ci Sto? Affare Fatica! – Facciamo il bene comune". Siete pronti a vedere i nostri ragazzi e ragazze impegnarsi per rendere il nostro paese ancora più bello? Sarà un'estate all'insegna dell'azione e della collaborazione! Il progetto è iniziato ufficialmente questa mattina con la presenza del Vice Sindaco Mirco Monina e dell'Assessore Nicola Caporaletti , a testimonianza del forte supporto istituzionale all'iniziativa. Il Vice Sindaco Mirco Monina ha sottolineato l'importanza di iniziative come questa: "Mettono al centro i nostri giovani, offrendo loro l'opportunità di essere protagonisti attivi nella cura e nella valorizzazione del nostro paese, un vero investimento per il futuro di Montefano". A fargli eco, l'Assessore Nicola Caporaletti ha evidenziato come "Ci Sto? Affare Fatica! sia un esempio virtuoso di cittadinanza attiva, dove l'impegno dei ragazzi non solo migliora gli spazi comuni, ma rafforza anche il senso di appartenenza e la collaborazione all'interno della nostra comunità." Questo progetto speciale, nato grazie al sostegno della Regione Marche – Politiche Giovanili e della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale , e coordinato dal CSV Marche ETS , vuole coinvolgere i giovani nella cura del nostro territorio. Non si tratta solo di sistemare un muro o imbiancare una panchina, ma di riscoprire il valore del "fare insieme", di imparare un mestiere manuale e di sentire la soddisfazione di contribuire al bene di tutti. Un'esperienza che va oltre il semplice lavoro, un vero e proprio percorso di crescita personale. Ragazzi e ragazze montefanesi, dai 14 ai 21 anni , si daranno da fare in due punti strategici del nostro paese. La mattina, dal lunedì al venerdì, dalle 8:30 alle 12:30, saranno all'opera con entusiasmo. Alla Scuola Olimpia , in via delle Foibe, si occuperanno di dare una rinfrescata agli ambienti: immaginate sedie e banchi con nuovi tappini antiscivolo, finestre e veneziane pulite e tanti nuovi fiori a rallegrare le fioriere. Sarà un bel modo per preparare la scuola ad accogliere al meglio gli studenti a settembre! Non solo, si impegneranno anche nella carteggiatura dei banchi, un lavoro che richiede precisione e dedizione. Poi, al Bocciodromo/Campi da calcetto , in via Imbrecciata (su strada chiusa), si dedicheranno alla manutenzione di una parte della staccionata, un piccolo ma importante gesto per mantenere i nostri spazi sportivi sempre in ordine e accoglienti per tutti. Non saranno da soli in questa avventura! Ogni squadra sarà affiancata da tutor, giovani tra i 22 e i 35 anni che li guideranno e li motiveranno. E per le attività che richiedono un tocco più tecnico, ci saranno i nostri " maestri d'arte ", veri e propri handyman volontari, pronti a condividere le loro competenze e ad insegnare ai ragazzi i segreti del mestiere. Sarà un'opportunità unica per imparare sul campo! Sappiamo bene che la fatica va riconosciuta, e per questo, a ciascun partecipante sarà consegnato un "buono fatica" settimanale del valore di 75 euro. Per i tutor, il riconoscimento sarà di 150 euro a settimana. Questi buoni potranno essere spesi per abbigliamento, libri, materiale informatico o articoli per il tempo libero. Un piccolo grazie per un grande impegno!   Siamo davvero entusiasti di questa iniziativa e non vediamo l'ora di vedere i nostri giovani all'opera. " Ci Sto? Affare Fatica! " è un'occasione preziosa per la nostra comunità, un esempio concreto di come, unendo le forze, si possano raggiungere grandi risultati e costruire un futuro migliore per Montefano.

08/07/2025 16:55
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