"La vaccinazione è l'unica vera arma di protezione che abbiamo per evitare gravissime conseguenze dal contagio come il ricovero nei reparti intensivi e semintensivi". E' il concetto espresso, come riferisce all'Ansa, a margine del consiglio regionale di ieri dall'Assessore alla salute Filippo Saltamartini commentando i dati, rimasti invariati negli ultimi giorni, sul numero di ricoveri da covid 19 : "su 21 ricoverati in Terapia Intensiva 19 non erano vaccinati, gli altri 2 vaccinati erano pazienti affetti da comorbidità cioè altre patologie.
Nelle Marche - ha insistito l'assessore - è significativo il dato riferito dal Presidente Acquaroli dell'80% della popolazione vaccinata con almeno la prima dose e del 74% con entrambe. Ma c'è un altro dato: se consideriamo il numero di coloro che avendo contratto il covid hanno autonomamente sviluppato gli anticorpi, la percentuale di coloro in qualche misura "coperti" dagli effetti più gravi del virus si aggira attorno al 90% . Un fatto questo che non può che farci guardare con ottimismo al futuro - ha concluso Saltamartini.
La Regione Marche, intanto, anche "per evitare che alcuni focolai che si sono sviluppati nelle Rsa possano portare a conseguenze peggiori, ha avviato il percorso per la somministrazione della terza dose alle persone ospiti nelle Rsa e residenze protette". Come riferito dall'assessore regionale alla Sanità.
"Ho saputo - ha aggiunto Saltamartini - che il commissario ha inviato un atto per autorizzare tutte le altre regioni, noi abbiamo anticipato di un giorno.
Il giorno 24 settembre 2021 il gruppo intercomunale AIDO di Civitanova Marche - Montecosaro ha organizzato un incontro con il dottor Carmine Curcio che ha collaborato con il Cardiochirurgo Christian Barnard a Città del Capo.
Quest’incontro è stato presentato dal signor Aldo Caporaletti (promotore e organizzatore culturale) che già aveva collaborato con l’associazione il 9 giugno 2019 organizzando la partita di calcio fra la Nazionale Trapiantati e Vecchie Glorie Civitanovese Calcio.
All’incontro hanno portato il loro saluto il dottor Romano Mari Presidente Ordine Provinciale dei Medici di Macerata, il dottor Elio Giacomelli Presidente provinciale AIDO di Macerata ed il dottor Giulio Fofi presidente della Sezione AIDO Civitanova Marche-Montecosaro.
Il dottor Carmine Curcio, cardiochirurgo di Bari, lavorò dal 1975 al 1980 con il dottor Christian Barnard al Groote Schuur Hospital di Città del Capo in Sud Africa.
La sua lunga collaborazione gli ha permesso di conoscere a fondo il dottor Barnard, sia nell’ambito professionale che umano, e da questa sua conoscenza ha tratto lo spunto per scrivere il libro, che ha presentato e regalato agli intervenuti, dal titolo: “Christian Barnard , 50 anni dopo il primo trapianto, luci ed ombre”.
Dopo il suo primo trapianto, avvenuto il 3 dicembre 1967, il dottor Barnard divenne una star internazionale, ciò lo sorprese e stupì, ritenendo di aver solo raggiunto un semplice traguardo chirurgico.
Dalla prefazione del libro:
“Fu acclamato e conteso un po’ dappertutto ma non mancarono le critiche, talvolta anche dure, che riguardarono sia la sua vita privata, che la sua condotta professionale. In questo libro il dottor Curcio interviene su alcuni aspetti tuttora controversi dell’operato professionale del maestro e su alcune valutazioni che tendono ad alterare la verità storica sul suo conto.”
Il professor Curcio, nella sua semplicità dialettica e con l’ausilio di immagini, ha emozionato i presenti raccontando loro dell’uomo Barnard, della sua ricerca continua nello sperimentare, la volontà di non fermarsi davanti a nuove scoperte senza il timore di sbagliare, come sicuramente in quegli anni, molti luminari ben più esperti di lui, hanno avuto.
Il suo coraggio nel portare a termine il primo trapianto di cuore è stato travisato come un azzardo a fare un intervento rischioso e spettacolare solo per raggiungere fama e onori che non gli aspettavano.
Ma niente di tutto questo, per il relatore, può ritenersi vero in quanto l’aver lavorato a stretto contatto con il maestro Barnard gli permette di affermare che: “Barnard, nella sua fierezza, era persona dotata di umiltà, consapevolezza dei propri mezzi ma anche dei propri limiti.
Nel libro possiamo trovare ciò che può chiarire e confutare le numerose critiche sul suo operato.
Tutti gli intervenuti alla serata hanno confermato al presidente Fofi e al Consiglio direttivo la loro soddisfazione per la conferenza così interessante e per aver potuto conoscere la vita di un tale luminare, come il maestro Barnard.
Tutto il direttivo AIDO ha rivolto il suo grazie particolare al professor Carmine Curcio che ha reso tale evento così emozionante e ben riuscito.
“Seppur in una situazione di emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, che certamente non ha lasciato immune l’Ospedale di Civitanova impegnato da mesi in prima linea, vorrei segnalare la professionalità e la gentilezza di tutto il reparto di Otorinolaringoiatria. Atteggiamento di grande umanità che, insieme alla perizia dei sanitari, ha contribuito fortemente a farmi passare al meglio la degenza post-operatoria velocizzando i tempi di recupero”.
Il Signor Marino Montali, di Porto Potenza Picena, affida a una lettera aperta la sua gratitudine a tutto il personale dell’Unità di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Civile di Civitanova dopo oltre tre settimane di degenza ospedaliera dovuta ad una importante e delicata operazione.
“Spesso, purtroppo, leggiamo di casi di malasanità. Questa volta mi piacerebbe sottolineare una situazione positiva del nostro territorio, dove la professionalità coniugata alla gentilezza fa davvero la differenza per chi già si trova in una posizione di sofferenza, fisica e psicologica - racconta -. Rivolgo un sentito ringraziamento al Primario, e concittadino, Dott. Cesare Carlucci che va esteso a tutti gli altri medici, infermieri e operatori socio sanitari. A loro va tutta la mia più sincera gratitudine”.
Si sono tenuti sabato 25 settembre (dalle 14 alle 19) all’aula multimediale di Treia gli ormai tradizionali corsi per l'utilizzo del defibrillatore effettuati dalla Croce Rossa di Macerata.
I corsi aperti a tutti (in primis personale scolastico, volontari protezione civile, allenatori e dirigenti società sportive, vigili urbani e dipendenti comunali), si sono svolti per il quarto anno consecutivo a Treia.
Prosegue, dunque, l’attenzione dell’amministrazione comunale di Treia alla tematica della sicurezza: nel 2015 con la consegna di 4 defibrillatori alle società sportive operanti a Treia, grazie a un bando della Regione Marche finalizzato a sostenere l’acquisto di defibrillatori utilizzati dalle società sportive per salvaguardare la salute dei cittadini che praticano attività sportiva non agonistica o amatoriale; il Comune di Treia ha completato, nel mese di aprile di quest’anno, il progetto di cardio protezione cittadina, mettendo a disposizione della comunità un defibrillatore semi automatico di nuova generazione, posizionato in un luogo significativo come piazza della Repubblica. La comunità Treiese sarà così pronta, nei prossimi mesi, ad adempiere a una legge di civiltà e buonsenso, attesa da anni, che dovrà essere accompagnata dalla formazione, in particolare all’interno degli istituti scolastici, per far acquisire agli studenti, fin da giovanissimi competenze che si porteranno dietro tutta la vita.
Infatti, dopo un iter parlamentare durato più di due anni, è stata approvata a fine luglio in via definitiva la legge “Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici.
Le legge punta alla progressiva diffusione e utilizzazione dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni (DAE) presso le sedi delle pubbliche amministrazioni, negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie e nei porti, a bordo dei mezzi di trasporto aerei, ferroviari, marittimi che facciano percorsi di più di due ore senza la possibilità di sosta, presso i gestori di pubblici servizi, nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università, favorendo ove possibile la loro collocazione in luoghi accessibili 24 ore su 24 anche al pubblico. La legge stanzia per questa diffusione 2 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2021.
“Un grande ringraziamento alla Croce Rossa di Macerata, alla Presidente Rosaria Del Balzo, al Delegato Area Salute del comitato di Macerata Matteo Baiocco, all’organizzatore dei corsi Omar Spazzini e a tutti gli istruttori così come anche ai nostri concittadini che hanno deciso di formarsi con successo e abilitarsi” così l’amministrazione comunale di Treia.
Il botta e risposta mediatico tra l'assessore all'Istruzione della regione Marche Giorgia Latini e la deputata marchigiana nelle fila del Pd Alessia Morani ha acceso il dibattito circa l'idoneità dei test salivari rapidi a rilasciare la certificazione verde, meglio nota come Green Pass. Questione non di poco conto, considerando che dal 15 ottobre sarà obbligatorio esibire la certificazione in questione in qualsiasi luogo di lavoro, pubblico o privato, con conseguente obbligo di controllo a pena di sanzioni da parte dal datore di lavoro.
Cerchiamo allora di fare chiarezza. La polemica politica nasce a fronte di una Circolare datata 24 settembre del Ministero della Salute che ha specificato la differenza tra test molecolari su matrice salivare e test antigenico su matrice salivare. Infatti mentre i primi sono idonei ai fini del rilascio del Green Pass, i secondi sono esclusi al momento dall'elenco comune europeo di test antingenici validi per ottenere la certificazione verde.
Volendo entrare più nel dettaglio, si potrebbe obiettare, cosa sono i test salivari? In generale la saliva viene considerata un' alternativa alle secrezioni nasali per ottenere una diagnosi da covid, pur tuttavia caratterizzandosi per un grado di attendibilità sicuramente minore. I test salivari sono mini tamponi con in fondo una spugnetta, gli stessi devono rimanere almeno un minuto in bocca e poi trasferire il campione così prelevato in una provetta. Il campione verrà poi analizzato naturalmente in laboratorio. Per far in modo che il risultato risulti attendibile occorre che sia prelevata una quantità sufficiente di saliva e che la spugnetta sottostante non si rovini in alcun modo. Inoltre il tempo per processare questi mini tamponi e quindi per ottenere un risultato risulta superiore rispetto ai molecolari tradizionali, richiedendo quindi un impegno più gravoso ai laboratori coinvolti.
Non a caso la stessa Circolare del Ministero chiarisce come "Il test molecolare su campione respiratorio nasofaringeo e orofaringeo (il tampone molecolare, ndr) resta, tuttora, il gold standard internazionale per la diagnosi di Covid 19 in termini di sensibilità e specificità". Non c'è dubbio quindi che il test salivare (molecolare) rimanga, in base alla stessa circolare, una meno affidabile alternativa destinata prevalentemente alla diagnosi della malattia nei soggetti fragili e nei bambini.
Tuttavia il suo utilizzo viene per così dire "consigliato" in alcune situazioni, come ad esempio nell'ambito del monitoraggio della circolazione del virus di Sars -Cov2 all' interno delle scuole ( screening scolastico) oppure nei confronti di operatori sanitari e socio sanitari in caso di screening programmati in ambito lavorativo, questo perchè occorre tener conto, come chiarisce la stessa Circolare: "della facilità della raccolta del campione (salivare) e dei vantaggi derivanti dalla minimizzazione dell'intervento di personale sanitario, tanto da poter realizzare la stessa campagna attraverso un auto prelievo a domicilio da parte dei genitori tutori o degli individui adulti seguendo un preventivo iter formativo per il conseguimento della necessaria confidenza con i dispositivi di raccolta".
Nelle Marche, regione apripista in Italia, la sperimentazione dei Test salivari nelle campagne di screening scolastico è cominciato da Acquaviva (AP).
Il Piano della nostra Regione sui test salivari riguarda la popolazione degli alunni asintomatici delle primarie (6-11 anni) e medie (12-14 anni). Prevede che ogni 15 giorni siano testati, nelle Marche, 1.388 studenti, di cui 852 delle elementari e 536 delle medie. Ancora nessun caso positivo è stato rilevato.
Oggi presso al sala consiliare del Comune di Civitanova Marche si è tenuta la quarta tappa del 2° congresso nazionale della federazione Italiana infermieri, FNOPI, dal titolo Ovunque per il bene di tutti: infermieristica di comunità per un sistema salute più giusto ed efficace.
All' evento erano presenti il presidente nazionale FNOPI Barbara Mangiacavalli ed alcuni membri del comitato centrale, il Presidente Regionale Acquaroli, la presidente 4 commissione Sanità Elena Leonardi, la vice presidente 4 commissione sanità Simona Lupini, il garante regionale diritti della persona Giulianelli, per il comune di Civitanova il vice sindaco Troiani e per l"università Politecnica delle Marche la professoressa Erica Adrario. Presenti i presidenti degli Ordini delle professioni infermieristiche delle Province Marchigiane, i membri dell'associazione CIVES e tanti infermieri, dirigenti e rappresentanti dell' università.
Si è parlato quindi di infermieristica di comunità e prossimità e di come ci sia volontà politica di inserire questa figura all'interno del sistema salute e dare un servizio migliore ai cittadini anche in virtù del PNRR. La presidente Mangiacavalli ha invitato le forze politiche ad ogni livello di far partecipe in tutti i contesti dove di parli di salute e sanità i rappresentanti infermieristici in modo che le competenze della professione siano messe a disposizione per sostenere le scelte politiche in Sanità.
Il presidente Acquaroli ha confermato la volontà del governo regionale di percorrere una strada comune e di sfruttare le possibilità fornite dal PNRR per mettere in campo tutti i progetti utili ai cittadini. Sono stati poi premiati tre progetti di infermiere che si sono prodigate con il loro lavoro a sostenere le fragilità dimostrando come questa figura sia strategica e fondamentale specialmente oggi in questo momento storico difficile. Sono stati affrontati i temi delle fragilità degli anziani, dei malati oncologici e delle persone che vivono ai margini ed in tutti e tre il filo comune era la capacità di questa figura professionale di sostenere la fragilità in ogni momento.
Domani il congresso si sposterà a Teramo ma l'augurio è che incontri del genere si possano ripetere più spesso per un dialogo costruttivo tra istituzioni e professionisti per il raggiungimento del traguardo del miglioramento del sistema salute e del bene del cittadino.
La fase acuta della malattia da Covid 19, quando si risolve positivamente, si può associare ad una prolungata persistenza di sintomi invalidanti, che riducono fortemente le possibilità di un rapido recupero funzionale. Questo si verifica sia nei casi che non abbiano richiesto ricovero in ospedale che in quelli più gravi, trattati nei reparti COVID o in terapia intensiva.
I sintomi sono a carico dell’apparato muscolo-scheletrico (astenia, debolezza muscolare, facile faticabilità), dell’apparato respiratorio e bucco facciale (dispnea da sforzo, tosse persistente, prolungata desaturazione, disfonia, afonia, disfagia), dell’apparato cardiovascolare (cardiopalmo e dolore toracico, specialmente per sforzi minimi) e del sistema nervoso centrale (ansia e depressione, disturbi del sonno, disturbi cognitivi).
Il percorso riabilitativo è complesso, coinvolge fisiatri, fisioterapisti, logopedisti ed altri specialisti, ed è gestito da un’equipe multidisciplinare che definisce il Progetto Riabilitativo Individuale, di cui il medico fisiatra è il responsabile clinico: E’ importante far tornare gradualmente il paziente, ricoverato, alla respirazione spontanea, svezzarlo da ogni forma di supporto meccanico o dall’ossigeno, rieducarlo al movimento, a partire dalla stazione eretta al cammino, alimentarlo senza più il sondino naso gastrico, rieducarlo alla deglutizione e alla fonazione corretta e consentirgli di superare anche lo stato di ansia e prostrazione psicologica nel quale spesso si trova, migliorandone complessivamente la qualità della vita - ha dichiarato la dott.ssa Giovanna Diotallevi, dirigente Professioni Sanitarie Area della Riabilitazione e Logopedista presso L'Asur Marche.
"E’ pertanto necessario mettere in atto un articolato programma di esercizi che inizia durante la fase di ricovero - continua la dottoressa - l’equipe riabilitativa è presente già nelle fasi di ricovero in rianimazione fino alla lungodegenza, cure intermedie, residenzialità, per proseguire a livello domiciliare, ambulatoriale e/o in teleriabilitazione se necessario. Fondamentale è il supporto dei famigliari/caregiver, anche tramite videochiamate nelle fasi di ricovero, per coinvolgerli nel percorso di recupero; al rientro in famiglia, è prevista una formazione laddove sia necessario adattare gli ambienti di vita o supportare il paziente con strategie funzionali, nello svolgimento delle attività quotidiane".
La precocità dell’intervento riabilitativo è un elemento essenziale, gli studi pubblicati in riviste internazionali hanno documentato il beneficio delle attività riabilitative misurando la capacità respiratoria e funzionale dei pazienti con test specifici, mostrando come, per la maggior parte di questi pazienti, tutti gli indici siano migliorati già nel periodo di ricovero in fase acuta.
"Nell’ambito delle progettualità in Asur - ha spiegato la Diotallevi - sono stati prontamente attivati percorsi riabilitativi che hanno garantito nelle diverse fasi di cura del paziente Covid 19 positivo, la presenza dell’equipe riabilitativa, (medici fisiatri, fisioterapisti e logopedisti) che è stata attivata in tutte le strutture per acuti, nei reparti di intensiva, sub intensiva e degenza ordinaria, sia a supporto dell’igiene posturale che nella realizzazione di obiettivi specifici indicati dal medico Fisiatra di riferimento.
Nelle prime fasi della pandemia i professionisti hanno definito protocolli di cura sulla base dello studio delle linee guida internazionali, protocolli che sono stati aggiornati al proseguire della pandemia. Le dimissioni hanno richiesto la definizione di nuovi percorsi di cura a livello riabilitativo, con l’attivazione di posti letto di riabilitazione intensiva ed estensiva, presso strutture aziendali o del privato convenzionato, dedicati a pazienti ancora positivi con importanti esiti sia a livello respiratorio, che neurologico. In fase sub acuta e della residenzialità sono stati garantiti gli accessi dell’equipe per proseguire gli obiettivi in atto nelle fasi precedenti e garantire quella continuità delle cure che è peculiarità del mandato di Asur Marche.
Di particolare rilevanza sono i progetti - conclude la dottoressa - attivati in ogni Area Vasta per la dimissione a domicilio, dimissione spesso condizionata da uno scenario pandemico in costante evoluzione che non sempre garantiva la possibilità di accesso alle cure ambulatoriali o domiciliari per il persistere delle positività al Covid di congiunti e caregiver, o per la fragilità degli stessi prima della possibilità della vaccinazione, in questi casi sono stati definiti progetti di tele riabilitazione che hanno garantito il proseguimento delle attività in essere, con una supervisione costante dei professionisti coinvolti sia per quanto riguarda la riabilitazione fisioterapica che logopedica, sino alla supervisione delle problematiche di deglutizione e di voce".
L’azienda attraverso una gara Consip ha proceduto in tempi brevi a dotare i professionisti di tablet con collegamento internet, ne sono stati distribuiti 150, forniti di piattaforme per videochiamate che garantissero la privacy dei dati.
Sono stati garantiti inoltre i servizi di riabilitazione ambulatoriale presso le varie strutture territoriali delle Aree Vaste, definendo progetti di adeguamento in base a quanto previsto dalla DGRM 523 del 05/05/2020, a tutela della salute dei professionisti e degli utenti”.
Il Consiglio di Stato ha rinviato al Tar l'appello delle parafarmacie contro il diniego della Regione Marche di autorizzare il settore a eseguire tamponi Covid-19.
Le principali rappresentanze delle parafarmacie marchigiane avevano avviato congiuntamente un’azione legale contro la Regione Marche che, dopo una prima delibera autorizzativa, aveva negato al settore l’autorizzazione di eseguire tamponi per Covid-19 nei propri presidi.
La sentenza del Consiglio di Stato non si è rivelata risolutiva ma ha preso in esame alcune questioni da riesaminare di fronte al Tar e, se necessario, anche davanti alla Corte di Giustizia Ue. «Ritenuto che l’interesse cautelare degli appellanti – si legge nella sentenza -, peraltro correlato alla lesione patrimoniale derivante dal mancato esercizio di una specifica attività, può trovare adeguata tutela attraverso la sollecita trattazione del merito dinanzi al Tar, tenuto conto della complessità delle questioni di principio rilevanti nella presente controversia, attinenti alla definizione degli ambiti entro cui può svolgersi l’attività delle parafarmacie, e della necessità di approfondimento, eventualmente anche attraverso la sottoposizione alla Corte di Giustizia Ue della questione interpretativa, prospettata dagli appellanti (…), il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (sezione terza), accoglie l’appello (ricorso numero: 7294/2021) e, per l’effetto, in riforma dell’ordinanza impugnata, accoglie l’istanza cautelare in primo grado ai soli fini della sollecita fissazione dell’udienza di merito dinanzi al Tar, ai sensi dell’art. 55, comma 10, cod. proc. amm.».
La reazione delle parafarmacie alla sentenza del Consiglio di Stato è stata positiva e ritenuta un passo importante verso il riconoscimento del ruolo del settore.
Lunedì 27 settembre prenderà il via una nuova iniziativa organizzato dal comitato regionale Marche dell’Unione Sportiva Acli.
Si tratta di una attività realizzata nell’ambito del progetto “LIDMO – Libertà di movimento” che rientra nelle attività del bando del progetto “Marche_active@net – Al tempo del sisma” realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia.
Si tratta di incontri con la dott.ssa Sabrina Monachesi (psicologa, psicoterapeuta, riabilitatrice neuropsicologica) che saranno messi disposizione gratuitamente ogni lunedì alle ore 15 (con visibilità anche in altri orari) sul gruppo facebook “Libertà di movimento”.
“LIDMO – Libertà di movimento” è un progetto realizzato nel territorio dell’Ambito sociale territoriale XVII dall’U.S. Acli Marche Aps, in collaborazione con A.S.D. Nordic Walking Green, A.S.D. Scacchi La Torre Smeducci, Avom Odv, Comune di Pioraco ed U.S. Acli provinciale di Macerata.
“Allenamente” ha come finalità quella di tenere attiva la propria mente e migliorare la propria prontezza, esercitando dunque la memoria e l’attenzione.
Il via all’iniziativa viene dato qualche giorno dopo la Giornata mondiale dell’Alzheimer che è stata celebrata lo scorso 21 settembre.
Un appropriato training cognitivo, ovvero tenere allenata la mente con un mix di esercizi mirati, può aiutare a conservare la memoria e a prevenire e ritardare gli effetti di malattie come l’Alzheimer.
Lo dimostrano vari studi, tra cui uno predisposto dai ricercatori dell’Irccs Inrca di Ancona.
L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa in costante aumento: si stima infatti che il numero di persone affette da demenza triplicherà nei prossimo 30 anni con un aumento enorme di costi assistenziali e sociali.
Tra le iniziative di prevenzione vengono raccomandate quelle relative a stimoli continui alla mente, tenendo in pratica allenata come se fosse un vero e proprio muscolo.
L’azione progettuale “Allenamente” rappresenta una vera e propria iniziativa di prevenzione per cercare di contrastare l’insorgere dell’Alzheimer.
Al progetto possono partecipare cittadini residenti nel territorio dei comuni di Castelraimondo, Esanatoglia, Fiuminata, Gagliole, Matelica Pioraco, San Severino Marche e Sefro.
Per partecipare occorre preiscriversi al numero 3442229927 (al quale si possono chiedere ulteriori informazioni) ed avere un profilo facebook attivo.
Il programma di tutte le attività del progetto “LIDMO – Libertà di movimento” sarà pubblicato sul sito www.usaclimarche.com o sulla pagina facebook Unione Sportiva Acli Marche.
Nelle Marche il 54,7% dei ragazzi tra i 12 e i 19 anni (60.279) ha completato il ciclo vaccinale anti-Covid mentre il 29% non si è sottoposto ancora neanche alla prima dose. Lo comunica l'Ufficio scolastico regionale sulla base dei dati forniti dall'Osservatorio epidemiologico Regione Marche e Istat.
Più alte le percentuali regionali dei vaccinati con ciclo completo nella fascia 16-19 anni (65,9% e cioè 36.093 ragazzi) rispetto a quella tra i 12 e i 15 anni (43,7%; 24.186). Quelli che non hanno avuto neanche la prima dose sono il 36,1% (19.967) nella fascia 12-15 e il 21,9% (12.006) di età compresa tra 16 e 19 anni; per un totale di ragazzi non vaccinati di 31.973 (29%).
Quanto alla prima dose vaccinale, nelle Marche tra i ragazzi compresi tra i 12 e i 15 anni la percentuale si attesta ora al 63,9%; il 78,1% tra gli studenti tra i 16 e i 19 anni (71% i vaccinati con prima dose).
A Macerata il primato negativo tra le province marchigiane per percentuale di studenti senza neanche la prima dose di vaccino anti-Covid (38%; il 43,1% ha avuto entrambe le dosi e il 61,1% la solo la prima); secondo peggior risultato per Pesaro Urbino con il 32,2% di ragazzi non vaccinati (51,8% completo; 67,8% prima dose). Seguono Fermo (28,3% di non vaccinati; 56,9% completo e 71,7% prima dose), Ascoli Piceno (27,7 non vaccinati, 60,5% completo e 72,8% prima dose), Ancona (21,3% non vaccinati, 61,4% completo e 78,8% prima dose.
"La Regione Marche intende potenziare il servizio di assistenza domiciliare per i casi di Covid19 evitando inutili ospedalizzazioni", è quanto dichiarato dall'assessore Regionale alla sanità Saltamartini a seguito del provvedimento approvato dalla giunta su proposta dell’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini che lo ha poi illustrato alla stampa insieme al presidente della Regione Francesco Acquaroli.
Si tratterà di un meccanismo che vedrà il coinvolgimento sinergico dei Medici di Medicina Generale, delle Usca ( unità di continuità assistenziale) e dei medici ospedalieri specialisti nelle diverse branche coinvolte ( neurologi, pediatri, cardiologi, pneumologi, oncologi).
Lo schema di trattamento vedrà quindi il coinvolgimento dei diversi attori, a partire dal medico di medicina generale che si occupa dell'anamnesi, l'Usca che interviene a domiclio e in base ai sintomi e alla fase della malattia sarà in grado di indirizzare il paziente allo specialista
In campo 84 medici specialisti provenienti dalle aziende ospedaliere e aree vaste marchigiane per le cure domiciliari ai malati Covid in tutta la regione.
“Le cure domiciliari sono innanzitutto una richiesta che ci viene rivolta dal territorio e da tutti coloro che vivono con apprensione l’avvicinarsi dell’autunno e dell’inverno - ha detto Acquaroli -. In questo modo potremo evitare l’ospedalizzazione ed essere comunque vicini ai cittadini contagiati nelle loro case. Consolidare il legame di cura tra struttura sanitaria e territorio, finalizzato ad una gestione clinica a domicilio sempre più tempestiva, appropriata ed efficace dei pazienti COVID costituisce, inoltre, una strategia molto importante per far sì che i nostri ospedali possano tornare ad occuparsi di tutte le altre patologie”.
“Mettiamo a disposizione tutte le risorse a nostra disposizione per combattere questa pandemia – ha proseguito Saltamartini -. È possibile ridurre la pressione sulle strutture ospedaliere e residenziali territoriali gestendo efficacemente a casa i pazienti con forme di malattia da lievi a moderate . Si è imposta, pertanto, la necessità di elaborare, sulla base della letteratura scientifica e dell’esperienza clinica maturate nel corso dell’epidemia, le indicazioni operative più aggiornate sulla gestione del paziente a domicilio anche in termini di teleconsulto e telemedicina, ferma restando la centralità del medico di famiglia o pediatra di libera scelta che, conoscendo le patologie pregresse, i fattori di rischio e il contesto socioambientale del paziente, può intervenire prescrivendo i farmaci più appropriati con un timing corretto".
A questo scopo l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, ha anche dato mandato agli enti del SSR di definire entro il 1° ottobre prossimo un protocollo di intesa per regolamentare le forme di collaborazione tra medici ospedalieri e medici delle cure primarie, come espressamente stabilito in sede di “ Cabina di Regia “ regionale per il contrasto all’emergenza COVID in data 6 settembre 2021.
Il protocollo definirà quindi le modalità e i criteri per fornire ai medici delle cure primarie che agiscono a domicilio dei pazienti Covid, il supporto dei medici specialisti di varie branche messi a disposizione dalle Aziende Sanitarie e/o Ospedaliere della Regione Marche. Le modalità organizzative per garantire questo supporto possono includere sia il teleconsulto anche in modalità di videoconsulenza sia, qualora ritenuto necessario, una consulenza.
Il teleconsulto è un’indicazione di diagnosi e/o di scelta di una terapia senza la presenza fisica del paziente. Si tratta di un’attività di consulenza a distanza fra medici che permette ad un medico di chiedere una “second opinion” ad uno o più medici specialisti, in ragione della loro specifica competenza, sulla base di informazioni mediche legate alla presa in carico del paziente. I soggetti abilitati ad attivare il teleconsulto e la visita di consulenza a domicilio sono i MMG, i PLS e i medici delle USCA.
Giovedì 23 settembre ha inizio il corso di primo soccorso presso la sede della Croce Verde di Morrovalle-Montecosaro e come lo scorso anno sono previste anche le modalità a distanza (tramite zoom) che permetterà a chiunque di seguire le lezioni da casa.
Il corso prevede 12 lezioni, a cadenza bisettimanale (lunedì e giovedì ore 21:30) e terminerà il 4 novembre con la consegna degli attestati di partecipazione.
Come da normativa, è previsto l’obbligo di green pass per tutti i partecipanti poiché le lezioni pratiche si svolgeranno in presenza e dovrà essere garantito lo standard di sicurezza richiesto.
Si inizierà con un’analisi delle piccole emergenze quotidiane, come comportarsi di fronte ad una perdita di sangue, come gestire una frattura, un’ustione o una distorsione.
Si proseguirà poi con delle lezioni sui principali sistemi dell’organismo (cardiocircolatorio, respiratorio, neurologico), come riconoscere le patologie più importanti e trattarle nel modo migliore.
Ci si occuperà successivamente dei parametri vitali (pressione arteriosa, saturazione, frequenza cardiaca), e verrà messo in pratica su manichini il massaggio cardiaco e la disostruzione da corpo estraneo.
Ci saranno poi lezioni dedicate alla donna in gravidanza, agli aspetti medico-legali e tanto altro.
Il focus del corso sarà sul momento della pratica, l’obiettivo degli organizzatori è che tutti i partecipanti concludano il percorso sapendo fare correttamente le manovre di soccorso, come il massaggio cardiaco in caso di arresto cardiocircolatorio o la disostruzione da corpo estraneo.
“Vogliamo trasmettere il messaggio che ognuno di noi può dare il suo contributo in caso di emergenza anche solo dopo aver seguito un corso di primo soccorso”, spiega la Croce Verde.
Per poter partecipare al corso di primo soccorso è necessario iscriversi compilando il modulo che trovare sulla nostra pagina Facebook “croce verde Morrovalle montecosaro” o per chi non avesse i social può richiedere il modulo inviando un’email a formazione@croceverdem-m.it
Altre informazioni possono essere richieste tramite email o telefonando al numero 0733865550
“Da oggi, lunedì 20 settembre, si somministra la dose addizionale della vaccinazione anti Covid-19 ad alcune categorie prioritarie di popolazione: soggetti sottoposti a trapianto di organo solido o con marcata compromissione della risposta immunitaria per cause legate alla patologia di base o a trattamenti farmacologici. Il richiamo può essere effettuato dopo almeno 28 giorni dall’ultima dose”. Lo annuncia la Regione Marche in una nota.
“Le persone che soffrono di queste patologie, specificate nella Circolare del Ministero delle Sanità del 14 settembre scorso, e che sono seguite dagli specialisti nelle strutture ospedaliere regionali, verranno direttamente chiamate da parte degli ospedali per effettuare la somministrazione. Per questa categoria di persone quindi non è necessario prenotare.
Come per le precedenti somministrazioni, se la persona è in difficoltà a raggiungere le sedi ospedaliere può contattare il proprio Medico di Medicina Generale che potrà programmare la vaccinazione a domicilio", spiega la Regione.
“Da domani 21 settembre, per i pazienti delle stesse categorie che non sono seguiti dagli Specialisti presso le strutture ospedaliere sarà possibile iscriversi, secondo le modalità già in atto, nel portale di Poste Italia. Le categorie specifiche per le quali è prevista la somministrazione e tutte le indicazioni per la prenotazione sono visibili nel sito della Regione Marche
La dose aggiuntiva di vaccino a completamento del ciclo vaccinale primario viene somministrata al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria. Al riguardo, le attuali evidenze sui vaccini anti Covid-19 in soggetti sottoposti a trapianto di organo solido o con marcata compromissione della risposta immunitaria e che abbiano già completato il ciclo vaccinale primario, mostrano un significativo beneficio, in termini di risposta immunitaria, a seguito della somministrazione di una dose aggiuntiva di vaccino”.
Visto il prolungarsi dei tempi sull’arrivo di linee guida chiare da parte delle istituzioni sanitarie regionali sugli importanti temi del futuro dell’ospedale di comunità “S. Lucia” e sulla ripresa dello sviluppo dei servizi socio-sanitari sul territorio, il Sindaco di Recanati Antonio Bravi, in accordo con Antonella Mariani, Consigliera con delega alla Sanità, ha sollecitato le risposte ai responsabili della sanità con un invito a partecipare ad un Consiglio Comunale sul tema.
In una lettera dove vengono esposti per punti le questioni urgenti ancora irrisolte, il Sindaco Bravi ha invitato l’Assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, la Direttrice generale dell’ASUR Marche Nadia Storti, la Direttrice generale Area Vasta 3 Daniela Corsi a partecipare al Consiglio Comunale del prossimo 7 ottobre.
“Dopo un periodo di emergenza e grandi difficoltà come quello in cui siamo piombati dal marzo dello scorso anno – scrive il Sindaco Bravi ai tre responsabili della sanità locale destinatari dell’invito - è il momento di riprendere il filo delle cose interrotte. Ci siamo astenuti durante tutto questo tempo dall’affrontare problematiche che via via sono insorte, comprendendo la fatica di governare una situazione del tutto inedita e già in precedenza di difficile gestione da parte delle aziende sanitarie e delle amministrazioni centrali preposte. Ora, però, alla ripresa dopo la pausa estiva in cui anche il virus ha concesso qualche tregua, grazie alla diversa situazione ambientale e soprattutto alle vaccinazioni anti covid, è tempo di rimettere in moto molti dei servi del tutto o parzialmente sospesi o andati avanti a singhiozzo o in forma molto ridotta".
"Dopo un sopralluogo con alcuni rappresentanti delle istituzioni a questo dedicate, ribadiamo la necessità di trovare soluzioni intermedie e avere chiare prospettive sui tempi e i modi nei quali si intende ripristinare il servizio diurno per le persone affette da Alzheimer, le cui famiglie non possono più attendere per il carico di fatiche che hanno sopportato da più di un anno a questa parte, consapevoli che le risposte offerte da questa amministrazione, con la proposta dell’Alzheimer Cafè e con l’esperienza di AttivaMente, sono state un palliativo al nulla che si era creato intorno a loro - aggiunge Bravi -. Abbiamo urgenza di sapere quando si intende riprendere a pieno regime il Servizio del Centro di Salute Mentale, che è andato avanti in modo ridotto, pur comprendendo le difficoltà della situazione".
"Abbiamo bisogno di capire come si può ripartire con il punto vaccinazione da sempre attivo localmente, evitando soprattutto alle famiglie con bambine e bambini doversi recare presso l’Ospedale di Civitanova, mantenendo altresì un punto vaccinale anti-Covid e alle vaccinazioni antinfluenzali che inizieranno tra poco. Abbiamo domande da rivolgere sul funzionamento del locale Ospedale di Comunità, che sembra aver cambiato modalità di funzione, sebbene in modo non del tutto dichiarato. Per queste e altre questioni aperte ci rivolgiamo ai vertici tecnici e politici, in attesa di chiare indicazioni e con la disponibilità all’ascolto e alla negoziazione” conclude il primo cittadino recanatese.
“Dopo un sopralluogo con alcuni rappresentanti delle istituzioni a questo dedicate ribadiamo la necessità di trovare soluzioni intermedie e avere chiare prospettive sui tempi e i modi nei quali si intende ripristinare il servizio diurno per le persone affette da Alzheimer, le cui famiglie non possono più attendere per il carico di fatiche che hanno sopportato da più di un anno a questa parte, consapevoli che le risposte offerte da questa amministrazione, con la proposta dell’Alzheimer Cafè e con l’esperienza di Attivamente, sono state un palliativo al nulla che si era creato intorno a loro”.
Così l’amministrazione comunale di Recanati, in una nota, invita vertici della sanità provinciale e regionale a partecipare al Consiglio del 7 ottobre prossimo, per discutere di questioni ancora aperte e del futuro della sanità sul territorio. Dato il perdurare della pandemia l’amministrazione comunale aveva deciso sin qui di astenersi dal chiedere fronti su alcune questioni. Ora però è tempo di chiarimenti.
“Abbiamo urgenza di sapere quando si intende riprendere a pieno regime il servizio del Centro di salute mentale, che è andato avanti in modo ridotto, pur comprendendo le difficoltà della situazione, scrive la Giunta Bravi in una nota. Abbiamo bisogno di capire come si può ripartire con il punto di vaccinazione da sempre attivo localmente, evitando soprattutto alle famiglie con bambini e bambine di doversi recare all’ospedale di Civitanova, mantenendo altresì un punto vaccinale dedicato al covid e alle vaccinazioni antinfluenzali che riprenderanno a breve. Abbiamo domande da rivolgere sul funzionamento del locale ospedale di comunità, che sembra aver cambiato modalità di funzione, sebbene in modo non del tutto dichiarato. Per queste e altre questioni aperte ci rivolgiamo ai vertici tecnici e politici, in attesa di chiare indicazioni e con la disponibilità all’ascolto e alle negoziazioni”.
Il Comune di Cingoli è lieto di informare tutta la cittadinanza che lunedì 20 settembre dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30 un camper, appositamente allestito per la somministrazione di vaccini anticovid, farà tappa a Cingoli nella pista di pattinaggio adiacente il Viale Valentini.
Per accedere al servizio non è necessaria la prenotazione (farà fede l'ordine di arrivo): basta presentarsi muniti di tessera sanitaria e compilare gli appositi moduli che si potranno trovare sul posto. I minorenni, inoltre, dovranno essere accompagnati da un genitore o dovranno presentare una delega se accompagnati da un parente.
"Abbiamo già avuto un forte riscontro da parte dei cittadini nel centro vaccinale allestito qui a Cingoli – ha dichiarato, con soddisfazione, il Sindaco Michele Vittori – la cittadinanza ha risposto bene, dimostrando maturità e coscienza civica, questa è ovviamente un’ulteriore opportunità, che accogliamo e sosteniamo".
La sicurezza delle cure ha assunto un significato particolare nell’ambito dell’epidemia COVID-19 e si propone come valore di riferimento anche per il prossimo futuro.
Quest'anno il tema scelto dall'OMS è “l’assistenza materna e neonatale sicura", un’area dell’assistenza sanitaria che necessita ancora oggi, a livello globale, di una particolare attenzione in termini di sicurezza alla luce del significativo impatto sullo stato di salute fisico e psichico a cui potrebbero essere esposti donne e neonati quando ricevono cure non adeguate.
Tra le varie azioni che l’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce di effettuare il 17 settembre, vi è anche quella di illuminare di arancione gli Ospedali per richiamare l’attenzione dei cittadini e dell’opinione pubblica sull’importanza della sicurezza delle cure, pertanto i nostri ospedali brilleranno di arancione.
In occasione di questa giornata, oltre all’illuminazione, l’ASUR ha organizzato anche un webinar, condotto da diversi professionisti che lavorano nelle strutture sanitarie che sarà trasmesso anche in diretta facebook alla pagina ASUR Marche - Azienda Sanitaria Unica Regionale dalle ore 15,00 per favorirne la massima divulgazione.
Campagna vaccinale itinerante con unità mobile camper in arrivo a Camerino.
Giovedì 16 settembre (domani) il camper che l’Asur Marche ha organizzato per incentivare i cittadini a effettuare la vaccinazione sarà nella città ducale dalle ore 9 alle ore 18 nei pressi del Sottocorte Village, in via Ottaviani.
Al fine di snellire le attività del personale sanitario, i cittadini interessati sono invitati a presentarsi con i moduli compilati e sottoscritti che possono essere scaricati dal sito dell’Asur Marche: https://www.asur.marche.it/web/portal/modulistica1.
“Invitiamo tutti coloro che non si sono ancora vaccinati - ha detto il sindaco Sandro Sborgia - a recarsi al punto vaccinale mobile che sarà presente domani in città. È un atto d'amore verso se stessi e verso gli altri”.
Come già annunciato nel luglio scorso, sarà aperto entro la metà di ottobre prossimo lo sportello dedicato all’autismo, iniziativa congiunta voluta dall'ASP Paolo Ricci e dalla Amministrazione Comunale, gestito in collaborazione con l’associazione dei genitori “Omphalos” rappresentata da Kety Paglialunga.
Lo sportello sarà ubicato presso la sede dell'ente Paolo Ricci e gli uffici stanno lavorando agli ultimi passi per l'avvio del servizio.
Lo sportello darà informazioni di orientamento e di supporto alle famiglie sui vari aspetti che racchiudono il mondo dell’autismo, per meglio affrontare le difficoltà legate a situazioni quotidiane e specifiche, dalla logopedia alla neuropsicomotricità, dalla comunicazione alla socializzazione, dagli aspetti emozionali a quelli comportamentali. Lo sportello sarà altresì un luogo di confronto tra i genitori, l’Assessorato e la struttura dell’Asp per ottimizzare i servizi in funzione delle necessità e delle richieste”.
“L’apertura dello sportello per l’autismo – hanno dichiarato l’Assessore Barbara Capponi e Agostino Basile, Presidente dell’ASP Paolo Ricci – è un altro importante tassello nella prosecuzione delle iniziative concrete, a cui se ne aggiungeranno altre a breve termine, per rendere Civitanova Marche una città sempre più inclusiva. Lo sportello sarà un luogo di riferimento e di raccordo per le famiglie per avere supporto ed informazioni rispetto a tutti i servizi pubblici, anche organizzati dalle associazioni e privati, nell’ambito dell’autismo. Dunque un punto di coesione e rete sociale nello sguardo di Civitanova ‘Città con l’Infanzia’ che diviene sempre più reale e tangibile”.
“Questa Amministrazione – ha dichiarato il Sindaco Fabrizio Ciarapica - è costantemente vicina alle famiglie in cui è presente una disabilità. Le necessità delle famiglie con autismo ci hanno portato a progettare specifiche iniziative ed offerte di servizi tra cui trova posto questo importante sportello, dove i genitori potranno trovare uno spazio apposito per informazioni, confronto e sostegno”.
L' associazione ‘Omphalos’, che ha già partecipato ad altre iniziative della amministrazione, conferma con entusiasmo la sua volontà di collaborare e costruire insieme nuove realtà concrete.
"Le manifestazioni respiratorie acute sono la caratteristica più comune dell’infezione da SARS-Cov2, ma la malattia appare più complessa. Gli effetti dell’infezione possono andare ben oltre il sistema respiratorio scatenando quello che molti definiscono una “tempesta” o un “incendio virale” in vari organi ed apparati del nostro organismo. Approssimativamente il 5% dei pazienti con infezione da COVID-19 ed il 20% di quelli ospedalizzati sviluppano una malattia severa che conduce al ricovero in Terapia Intensiva".
A sottolinearlo è il dottor Giorgio Nespola Amadio, direttore dell'Unità Operativa Complessa Malattie infettive dell'ospedale di Fermo nel descrivere le complicanze dell'infezione da Covid-19. Il dottor Nespola Amadio, infatti, ce ne fornisce una elencazione completa, così come proponiamo qui sotto ai nostri lettori:
- polmonite, nel 75% dei pazienti ospedalizzati;
- ARDS, nel 15% dei casi: una grave patologia del sistema respiratorio che compromette la funzionalità di polmoni e alveoli, rendendoli incapaci di assimilare ossigeno con la respirazione ed effettuare i dovuti scambi con l’anidride carbonica, con necessità di supporto respiratorio in Terapia Intensiva;
- Fenomeni trombo-embolici: i pazienti COVID-19 con tali complicanze hanno un rischio di mortalità più elevato (1.93 volte maggiore) rispetto a quelli senza fenomeni tromboembolici;
- Danno cardiovascolare: Le complicanze cardiovascolari sono riportate nel 14.1% dei pazienti durante il ricovero con un tasso di mortalità del 9.6% e possono rappresentare la prima manifestazione dell’infezione come comparire al peggioramento della stessa. I pazienti con preesistenti malattie cardiovascolari o fattori di rischio hanno una incidenza più elevata di queste complicanze e di morte; queste includono: aritmie (18.4%), danno miocardico (10.3%), angina (10.2%), infarto del miocardio (3.5%), scompenso cardiaco auto (2%);
- Insufficienza renale acuta: 9% dei pazienti; tale complicanza è associata ad un più elevato tasso di mortalità nei pazienti ospedalizzati. Può verificarsi prima, durante e anche dopo il ricovero;
- Complicazioni neurologiche: manifestazioni neurologiche sono riportate dal 22% al 25% nei vari studi. Queste includono: malattie cerebro-vascolari acute, alterazioni dello stato di coscienza difficoltà di movimento, convulsioni, stato epilettico, dementia, sindrome parkinsoniana, sindrome ansiosa, depressiva, psicosi.
Tra le malattie cerebro-vascolare acuta la più comune è lo stroke ischemico (0.4-4.9%). I pazienti con malattia severa hanno un aumentato rischio di stroke ischemico rispetto a quelli con malattia non severa. Il tempo medio di insorgenza dello stroke è di 8 giorni dall’infezione, può presentarsi tardivamente nella malattia severa come precocemente nella malattia lieve o moderata. I pazienti possono presentare stroke nella fase di convalescenza dall’infezione, inclusi pazienti di età inferiore a 50 anni, asintomatici o paucisintomatici. L’encefalite è riportata in meno dell'1% dei pazienti, ma fino al 6.9% nei pazienti critici. Pazienti con pre-esistenti malattie neurologiche possono avere un aggravamento della sintomatologia come un quadro severo di Covid-19.
- Sindrome Post-terapia Intensiva (PICS): i pazienti trattati in terapia intensiva, alla dimissione dalla stessa, possono presentare una serie di sintomi come deterioramento fisico, deterioramento cognitivo e deterioramento psichiatrico: debolezza muscolare, alterazioni cognitive, insonnia, depressione, ansietà, delirio, encefalopatia. La debolezza muscolare affligge il 33% dei pazienti che sono sottoposti a ventilazione meccanica, 50 % dei pazienti con sepsi; alterazioni cognitive affliggono dal 30 all’80% dei pazienti.
- Long Covid (sindrome post-Covid): indica l’insieme dei disturbi e delle manifestazioni cliniche che persistono dopo l’infezione, rappresentando una specie di continuazione della malattia. La durata e la persistenza dei sintomi non sembra essere collegata all’intensità degli stessi durante la malattia: può succedere, infatti, che anche le persone che hanno avuto una forma lieve di Covid-19 sviluppino problemi a lungo termine. La letteratura scientifica attuale. Il Long Covid colpisce uomini e donne di ogni età, ma sono soprattutto le donne tra i 40 e 60 anni a soffrirne; oltre ad essere donna, anche l’età avanzata ed il sovrappeso
Quali sono i sintomi del Long Covid? Il sintomo sicuramente più frequente è la stanchezza, seguito dalla perdita del gusto e dell’olfatto. Un altro sintomo riportato molto frequentemente è la nebbia mentale, condizione caratterizzata da problemi di memoria e di concentrazione in aggiunta alla costante sensazione di stanchezza. Inoltre: iper-sudorazione, eritemi cutanei, perdita di capelli, debolezza delle unghie, dolori muscolari, problemi renali.
"Ad oggi, purtroppo, non esistono terapie specifiche per curare i disturbi legati al Long Covid - conclude il dottor Giorgio Nespola Amadio -. Come vediamo non vi è organo o apparato risparmiato. In assenza di terapie specifiche, l’unica possibilità è prevenire: vaccinazione, vaccinazione, vaccinazione. L’unica arma che attualmente abbiamo".