"Gravi gli appelli al non voto, Meloni ha sbagliato. Voterò cinque sì". Così l'europarlamentare del Pd Matteo Ricci, candidato alla presidenza della regione Marche nel corso del programma radiofonico "Ping Pong", condotto da Annalisa Chirico, in onda su Rai Radio 1.
"È importante andare a votare, recarsi ai seggi ed esprimere il proprio voto - ha sottolineato Ricci - in un Paese con il 50% ormai di astensione è gravissimo che dalle istituzioni arrivino appelli al non voto. Io personalmente voterò cinque sì, ma - qualunque sia la propria posizione - ritengo sia importante recarsi alle urne".
"Ritengo che la Premier Meloni abbia sbagliato a dire che non ritirerà la scheda, - ha aggiunto l'europarlamentare - poiché rappresenta le istituzioni. Io da sindaco sono sempre andato a votare. Anche quando altri presidenti del Consiglio hanno invitato a non recarsi alle urne, io ho scelto di votare, - ha concluso Ricci - perché questo è il dovere di chi fa rappresenta le istituzioni".
È Luca Zaia il presidente di Regione più apprezzato d’Italia secondo l’ultimo sondaggio condotto da Swg e pubblicato in esclusiva dall’Ansa. Il governatore del Veneto svetta in cima alla classifica con un indice di gradimento del 70%, seguito da Massimiliano Fedriga (Friuli-Venezia Giulia) al 64% e dalla nuova presidente dell’Umbria Stefania Proietti (53%).
E Francesco Acquaroli? Il presidente della Regione Marche raggiunge un gradimento del 37%, con una lieve crescita di un punto percentuale rispetto al rilevamento precedente. Il dato, pur collocandolo nella parte centrale-bassa della graduatoria nazionale, conferma un andamento sostanzialmente stabile per il governatore marchigiano, esponente di Fratelli d’Italia, a pochi mesi dalla conclusione del suo primo mandato.
Tra i presidenti di Regione del centrodestra, Acquaroli si posiziona davanti ad Attilio Fontana (Lombardia), Marco Marsilio (Abruzzo) e Francesco Rocca (Lazio), che si attestano al 35% e 31%, mentre chiude la classifica Renato Schifani (Sicilia) con il 25%.
Il sondaggio restituisce una fotografia aggiornata del rapporto tra i cittadini e i propri amministratori regionali. Per il presidente Acquaroli, il leggero incremento di consenso rappresenta un segnale positivo in vista delle prossime elezioni regionali.
Il sindaco Fabrizio Ciarapica ha ricevuto, ieri sera, a Palazzo Sforza Luigi Barbiero, coordinatore del Dipartimento Interregionale della Lega Nazionale Dilettanti in occasione di una visita istituzionale a Civitanova Marche. Un incontro cordiale e costruttivo, durante il quale si è parlato dell’importanza del calcio dilettantistico nel promuovere inclusione, socialità e sani stili di vita.
“È per noi motivo di orgoglio ospitare il presidente Barbiero qui a Civitanova – ha dichiarato il sindaco Fabrizio Ciarapica –. Un incontro importante per la nostra città dove il calcio rappresenta una tradizione radicata, un valore condiviso che unisce generazioni e alimenta lo spirito di appartenenza. Ringrazio Barbiero per la visita con l’auspicio di rafforzare sempre più la collaborazione tra amministrazione e Lega Nazionale Dilettanti”.
La visita si è conclusa con un reciproco impegno a mantenere vivo il dialogo e a costruire insieme iniziative a sostegno delle locali realtà calcistiche e più in generale dello sport, punto di riferimento e luogo di condivisione per molti giovani.
In occasione del referendum su Lavoro e Cittadinanza, abbiamo deciso di dare un servizio di informazione in collaborazione col consiglio provinciale dell’ordine dei consulenti del lavoro.
Il presidente Riccardo Russo analizzerà i 5 quesiti referendari che troveremo nelle urne l’8 e il 9 giugno e attraverso una serie di video-interventi, illustrerà con chiarezza e sintesi i quesiti , offrendo spunti di riflessione e strumenti per un voto consapevole.
Nel video qui sotto, viene affrontato il tema del quesito n.3:
“Quesito 3 - Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi. Reintrodurre, quindi, l’obbligo della causale nei contratti a tempo determinato inferiori a 12 mesi, per arginare l’abuso della precarietà.
Volete voi che sia abrogato il d.lgs. 15 giugno 2015, n. 81, avente ad oggetto "Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell'art. 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183" limitatamente alle seguenti parti: Articolo 19, comma 1, limitatamente alle parole "non superiore a dodici mesi. Il contratto può avere una durata superiore, ma comunque", alle parole "in presenza di almeno una delle seguenti condizioni", alle parole "in assenza delle previsioni di cui alla lettera a), nei contratti collettivi applicati in azienda, e comunque entro il 31 dicembre 2025, per esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti;" e alle parole "b-bis)"; comma 1-bis, limitatamente alle parole "di durata superiore a dodici mesi" e alle parole "dalla data di superamento del termine di dodici mesi"; comma 4, limitatamente alle parole ", in caso di rinnovo," e alle parole "solo quando il termine complessivo eccede i dodici mesi"; Articolo 21, comma 01, limitatamente alle parole "liberamente nei primi dodici mesi e, successivamente,"?“
Ecco il video del terzo quesito:
È stata aperta questa mattina a Camerino la nuova sede dell’istituto comprensivo "Ugo Betti", una delle opere simbolo della ricostruzione nei territori colpiti dal sisma del 2016. Alla cerimonia erano presenti il presidente della regione Marche Francesco Acquaroli, il sindaco Roberto Lucarelli, il commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli, rappresentanti della Fondazione Andrea Bocelli e numerose altre autorità civili e militari.
L'evento ha visto la partecipazione di tanti alunni, insegnanti e famiglie, in un clima di forte emozione e partecipazione collettiva. La scuola, realizzata grazie a una sinergia tra enti locali, Regione, struttura commissariale e soggetti del Terzo Settore, rappresenta un tassello importante del più ampio piano di ripartenza delle zone interne marchigiane. La scuola, che sarà operativa da settembre 2025, ospiterà fino a 535 alunni e si estende su un'area di 9mila metri quadri lungo via Madonna delle Carceri.
Il nuovo edificio, realizzato dal Raggruppamento temporaneo di imprese guidato dal Consorzio edili veneti, ha richiesto una variante progettuale per superare criticità idrogeologiche e integrare funzionalmente l'accesso condiviso con l'adiacente istituto provinciale. L'investimento complessivo è di 15 milioni di euro.
"Restituire spazi educativi sicuri e moderni è una delle risposte più urgenti per ridare fiducia a queste comunità", ha dichiarato Acquaroli durante il suo intervento. Il presidente ha sottolineato come la ricostruzione dell’edificio scolastico sia il frutto di un "lavoro di squadra" che ha messo al centro l’urgenza dei bisogni locali, cercando di superare ostacoli e ritardi accumulati nel tempo.
Il nuovo istituto “Ugo Betti” non è solo un luogo dove riprendere l’attività scolastica, ma anche un simbolo di rinascita per una città che da anni convive con le conseguenze di una tragedia che ha modificato profondamente il tessuto urbano e sociale. "Prima si ricostruisce, prima si torna alla normalità", ha ribadito il governatore, evidenziando anche il ruolo cruciale degli investimenti infrastrutturali - come quelli sulla Pedemontana - per favorire una ripresa duratura.
Il commissario Guido Castelli ha ricordato i numeri della ricostruzione privata, che oggi viaggia a ritmo di oltre un miliardo di euro liquidati ogni anno, e ha parlato di un impegno costante per accompagnare la ripresa economica e sociale del cratere sismico.
La cerimonia ha rappresentato anche un momento di riconoscimento per le persone – progettisti, tecnici, amministratori, volontari – che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera. In particolare, è stato sottolineato il contributo della Fondazione Andrea Bocelli, che negli anni ha sostenuto diversi progetti di ricostruzione scolastica in aree colpite da eventi calamitosi.
La scuola “Ugo Betti”, rinnovata nelle strutture e nei servizi, si candida così a diventare un punto di riferimento per le nuove generazioni del territorio. Il suo completamento si inserisce in un quadro più ampio di interventi che puntano non solo alla ricostruzione materiale, ma anche alla ricostruzione di un senso di comunità e di futuro.
In un raro momento di unanimità politica e civile, il consiglio comunale di Tolentino ha approvato un ordine del giorno dal forte valore simbolico e umanitario, frutto della proposta avanzata da numerose associazioni del terzo settore cittadino. Un documento che chiede, con chiarezza e fermezza, la fine delle ostilità nella Striscia di Gaza e l’avvio di concreti colloqui di pace, affinché possa tornare a farsi strada il dialogo in una terra martoriata da decenni di conflitto.
Durante l’ultima seduta consiliare, il presidente del Consiglio comunale Alessandro Massi Gentiloni Silverj ha sottolineato l’importanza del gesto compiuto dalle istituzioni locali: "Il nostro è un impegno condiviso per la pace. Ringrazio tutte le associazioni promotrici per averci coinvolti in un'iniziativa che dimostra l’alto senso civico della nostra comunità. L'approvazione unanime di questo ordine del giorno testimonia la volontà comune di contribuire, anche a livello locale, alla costruzione di un mondo più giusto e pacifico".
A sottoscrivere la proposta sono state realtà da anni attive nel volontariato e nella promozione della solidarietà: Sermit, Avis, Avulss, Auser, Aido, Galt, Circolo Il Pettirosso – Legambiente, Cittadini dal Mondo, I Ponti del Diavolo, Prossimamente. Insieme hanno lanciato un appello deciso: cessate il fuoco immediato, rilascio degli ostaggi, rispetto del diritto internazionale umanitario e una conferenza di pace per garantire una convivenza giusta e duratura tra i popoli israeliano e palestinese.
Il documento parte da una ricostruzione lucida degli eventi scatenanti: dall'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023, al quale ha fatto seguito una brutale escalation militare da parte di Israele, che ha colpito indiscriminatamente la Striscia di Gaza. Il bilancio umano è tragico: oltre 60.000 vittime, il 70% delle quali donne e bambini, e un'intera popolazione civile allo stremo, priva di acqua, cibo, medicine e strutture sanitarie.
Ma il messaggio del documento va oltre la denuncia. Si chiede una presa di coscienza collettiva e il rifiuto radicale della guerra come strumento di risoluzione dei conflitti: "Condanniamo ogni forma di violenza e rappresaglia contro la popolazione civile, sia palestinese che israeliana. Non possiamo restare in silenzio di fronte a una catastrofe umanitaria che potrebbe degenerare in un conflitto globale. Serve coraggio, serve diplomazia, serve fratellanza".
Centrale è il richiamo all'articolo 11 della Costituzione italiana, che sancisce il ripudio della guerra. Un monito affinché le istituzioni italiane, europee e internazionali si attivino con urgenza per promuovere una conferenza di pace e per riaffermare la validità della formula "due popoli, due Stati", come strada imprescindibile per la stabilità dell’intera regione.
La voce di Tolentino si unisce così a quella di tante altre realtà civiche e istituzionali che, in Italia e nel mondo, chiedono un cambiamento di rotta. E risuona potente il messaggio conclusivo del documento, citando la giornalista Makbula Nassar: "Ascoltiamo le grida dei bambini affamati di Gaza. Solo con la pace potremo essere liberati da questa infinita oppressione. Riprendiamo per mano la pace".
In un tempo in cui le immagini del conflitto sembrano anestetizzare le coscienze, la scelta del comune di Tolentino rappresenta un esempio concreto di come anche le piccole comunità possano alzare la voce per la giustizia e la dignità umana.
Si alza il tono del confronto politico nella regione a pochi mesi dalle elezioni. Al centro del dibattito, ancora una volta, il tema della sanità. A infiammare le polemiche, le dichiarazioni rilasciate ieri da Matteo Ricci, europarlamentare del Partito Democratico e candidato alla presidenza della Regione Marche, che ha parlato di un presunto "clima intimidatorio" nei confronti dei medici marchigiani (qui le sue parole).
A replicare duramente è stata la senatrice Elena Leonardi, coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia, che non ha usato mezzi termini: "Le affermazioni di Ricci sono gravissime. Ci auguriamo siano supportate da fatti concreti, tali da essere oggetto di denuncia. In caso contrario, si tratterebbe solo dell'ennesimo stratagemma a favore di telecamere con l’obiettivo di screditare e avvelenare una campagna elettorale ancora agli inizi".
Leonardi ha poi ricordato che Ricci, in qualità di ex sindaco di Pesaro e attuale vice segretario del Pd, "dovrebbe avere ben presente il suo ruolo e la responsabilità che comporta. Non si crea allarme sulla salute pubblica e, soprattutto, non si specula su un tema così delicato".
La senatrice ha poi rivendicato il lavoro svolto dalla giunta Acquaroli negli ultimi cinque anni, sottolineando i risultati raggiunti in ambito sanitario: "Le Marche garantiscono i livelli essenziali di assistenza e i conti della sanità sono in ordine. Non abbiamo aumentato di un euro le tasse ai cittadini, e oggi si erogano più prestazioni rispetto al 2019. Per il terzo anno consecutivo l’ospedale Torrette di Ancona è stato riconosciuto come il migliore pubblico d’Italia".
Leonardi ha inoltre ricordato come il centrodestra abbia trovato, al momento dell’insediamento, "una sanità depauperata, smantellata dalla logica degli ospedali unici provinciali voluta dalla sinistra", e ha rilanciato: "Stiamo lavorando per invertire la rotta, riportando i servizi sanitari sui territori e costruendo ospedali pubblici attesi da decenni, come quelli di Pesaro, Macerata e San Benedetto".
Infine, un affondo diretto contro il Partito Democratico: "La sinistra, che negli ultimi anni ha governato a livello nazionale tagliando risorse al fondo sanitario, non può permettersi di dare lezioni. Ricci, in quanto vice segretario nazionale del Pd, dovrebbe assumersi la responsabilità delle scelte del suo partito".
La consigliera comunale del gruppo misto, Sabrina De Padova, esprime preoccupazioni riguardo alla gestione del bilancio del comune di Macerata, evidenziando discrepanze tra le previsioni e i dati effettivi emersi nel rendiconto 2024.
In una nota stampa, De Padova dichiara: "Il bilancio del Comune di Macerata ha avuto un percorso quantomeno turbolento. Si è partiti da una bozza che, secondo quanto emerso, sarebbe stata 'copiata' dal bilancio della Regione Lazio, per arrivare all'approvazione ufficiale del documento contabile il 13 gennaio 2025."
La consigliera ha sottolineato che già al momento dell'approvazione del bilancio, alcuni valori risultavano discutibili: "Stime raddoppiate e dati di cassa poco credibili". Il 27 gennaio scorso, De Padova ha formalizzato le sue perplessità con un’interrogazione scritta, focalizzandosi su tre aspetti critici: la cassa, le opere pubbliche e il Fondo Pluriennale Vincolato (FPV).
"Il saldo di cassa al 1° gennaio 2025, dichiarato nei documenti ufficiali in 4 milioni di euro, era in realtà di appena 1,9 milioni. Uno scarto di oltre 2 milioni, pari a una sovrastima del 110%, che non può essere considerato un semplice errore materiale," ha affermato De Padova. Riguardo alle opere pubbliche, la consigliera ha evidenziato: "Nel bilancio di previsione per il 2024 erano indicati oltre 107 milioni di euro. Una cifra che era evidentemente destinata a subire pesanti ed evidenti ridimensionamenti".
Il rendiconto ha poi confermato una cifra effettiva di 30 milioni e 348 mila euro, con una discrepanza di oltre 77 milioni. Sul Fondo Pluriennale Vincolato, De Padova ha espresso forti perplessità: "Non poteva risultare pari a zero, come indicato nel bilancio di previsione, poiché ciò avrebbe implicato l'assenza di rettifiche future, un’ipotesi evidentemente falsa e smentita dai fatti."
Infine, la consigliera ha sollevato una questione di trasparenza: "235 milioni di euro di rettifiche tra entrate e uscite nel rendiconto di maggio. Ma allora, ci si chiede: a cosa serve un bilancio di previsione se, a distanza di pochi mesi, viene stravolto da rettifiche di questa portata?". De Padova ha concluso sottolineando l'importanza di una pianificazione attenta e di un monitoraggio costante nella gestione finanziaria dell'ente locale.
MACERATA – “Tenere una persona sei giorni al pronto soccorso per mancanza di letti dimostra la difficoltà che sta vivendo la sanità marchigiana, nonostante il lavoro straordinario di medici, infermieri e operatori sanitari che stanno facendo di tutto e di più”. Così Matteo Ricci, europarlamentare del Partito Democratico e candidato alla presidenza della Regione Marche, intervenuto questa mattina davanti all’ospedale di Macerata per portare la propria solidarietà a Francesco Migliorelli.
Il caso di Migliorelli ha fatto discutere: rimasto per sei giorni su una barella in attesa di un ricovero, ha deciso di protestare pacificamente esponendo un cartello. Un gesto che ha portato alla sua identificazione da parte dei carabinieri, con tanto di minaccia di perquisizione. “Non vedere questi problemi non significa essere di destra o di sinistra – ha dichiarato Ricci – significa essere irresponsabili”.
L'esponente dem ha parlato di un clima preoccupante: “C’è un clima intimidatorio che non mi piace. Come si può identificare un paziente che protesta per un suo diritto? Francesco ha avuto il coraggio di denunciare una situazione inaccettabile, lo ha fatto con un cartello, e si è ritrovato identificato. Siamo davvero arrivati al punto che chi difende un diritto fondamentale come quello alla salute debba essere trattato così?”
Secondo Ricci, quanto accaduto è il riflesso di una crisi sistemica: “Le liste di attesa aumentano, la mobilità passiva cresce, un marchigiano su dieci rinuncia a curarsi perché non trova risposte nel pubblico e non può permettersi il privato. Il caso di Francesco è un campanello d’allarme, ma è solo uno dei tanti. Mi preoccupa – ha aggiunto – il fatto che molti medici e operatori sanitari vogliano parlarmi solo in privato, temono ritorsioni e non partecipano a incontri pubblici. Ma dove siamo? In una regione democratica tutti devono poter dire la loro senza paura di essere ricattati, spiati o identificati”.
“La cosa positiva – ha concluso Ricci – è che Francesco ora sta meglio e presto potrà tornare a casa. L’ho trovato sereno, e questo è l’importante. Lo vogliamo rivedere fuori da questo ospedale ancora più combattivo, perché è tempo di cambiare le Marche”.
In merito al caso, l’AST di Macerata ha diffuso una nota per chiarire il percorso clinico e gestionale del paziente. Secondo quanto riferito dall’Azienda sanitaria, il signor Francesco Migliorelli è giunto al Pronto Soccorso di Macerata il 28 aprile ed "è stato prontamente preso in carico dal personale medico e infermieristico per il trattamento iniziale, l'inquadramento clinico e la stabilizzazione della patologia riscontrata".
Il percorso, precisano dall’AST, "ha richiesto alcuni giorni, come previsto dai protocolli per le patologie non tempo-dipendenti, e si è svolto nei letti tecnici e nelle sale sosta del Pronto Soccorso, spazi appositamente dedicati a questo tipo di degenze temporanee. Una volta raggiunta la stabilità clinica, grazie alle terapie somministrate, il paziente è stato trasferito nel reparto più adeguato alla prosecuzione delle cure".
Durante il periodo di osservazione, il paziente si è fatto fotografare con un cartello contenente – secondo la nota – “frasi palesemente diffamatorie e non veritiere nei confronti dell’Ast di Macerata”. "In seguito a questo episodio, il Primario del Pronto Soccorso ha richiesto l’intervento della pubblica autorità per procedere all’identificazione formale del paziente, al fine di consentire all’Azienda di tutelare la propria immagine, se ritenuto necessario, nelle sedi più opportune".
L’AST precisa infine che "non vi è stata alcuna volontà di reprimere la libertà di espressione del paziente, che è stato gestito in condizioni di sicurezza e nel pieno rispetto delle norme a tutela della persona. La procedura adottata – conclude la nota – è la medesima che viene seguita nei Pronto Soccorso di tutta Italia per patologie non urgenti".
“Siamo in fase di verifica del progetto esecutivo e la Provincia si sta adoperando per l’avvio del cantiere nel più breve tempo possibile, tenuto conto di tutti gli adempimenti tecnici e burocratici necessari, sempre lavorando in sinergia con gli altri Enti coinvolti”.
Così il presidente Sandro Parcaroli al termine dell’incontro che si è svolto questa mattina in Provincia per fare il punto sui lavori di realizzazione del nuovo campus scolastico di Tolentino, una struttura suddivisa in tre distinti corpi di fabbrica, che potrà arrivare ad ospitare fino a mille alunni, ripartiti in 44 classi, il cui costo complessivo di 31 milioni di euro è stato finanziato dall’Ufficio Ricostruzione.
Presenti il Sindaco Mauro Sclavi, il presidente del Consiglio comunale Alessandro Massi, il consigliere delegato Fabio Montemarani, l’ingegnere Katiuscia Faraoni, il vicepreside Roberto Romagnoli, il professor Alberto Paoloni, due studenti del liceo scientifico, Valerio Vincenzetti e Teo Mattioli e, per la Provincia, il consigliere delegato Pierfrancesco Castiglioni, il dirigente Stefano Mogetta e i tecnici Giordano Pierucci e Jessica Polenta.
“Abbiamo fatto un incontro in Provincia già concordato lo scorso aprile e che sarà seguito da una nuova riunione a fine giugno. Ringrazio il Presidente Parcaroli perché, al di là di alcune sue problematiche personali, si è dimostrato sempre disponibile e presente – ha aggiunto il sindaco Sclavi -. L’incontro è servito per mettere tutti a conoscenza sullo stato dell’arte dei lavori".
"Oltre alla riunione del mese di giugno ci si è accordati sulla volontà di incontrare presso l’Istituto “Filelfo” gli studenti e gli insegnati con sindaco e presidente. Auspichiamo la presenza del commissario Castelli che stiamo coinvolgendo per dimostrare la volontà di avviare i lavori per la costruzione del nuovo campus. In questa occasione è bene precisare che i tempi più dilatati sono dovuti a meri adempimenti burocratici e alle loro tempistiche”. “Usciamo con una certezza – conclude il vicepreside Romagnoli –: che il campus si farà e i lavori partiranno in tempi brevi. Questa certezza ci rassicura perché avevamo sentito voci contrastanti e ora, invece, abbiamo ascoltato che la realizzazione del polo non è in discussione”.
Semaforo verde dall’Unione Montana Potenza Esino Musone per l'affidamento delle progettazioni relative ai lavori di riqualificazione e potenziamento del patrimonio museale del territorio. Gli interventi, in partenariato pubblico – privato, interesseranno sette musei, situati in altrettanti Comuni: Castelraimondo, Cingoli, Matelica, Pioraco, San Severino Marche, Sefro e Treia.
L'investimento complessivo, che include sia i lavori strutturali che gli allestimenti, ammonta a 3,5 milioni di euro e mira a rafforzare la rete museale locale, con l'obiettivo di avviare la gestione in rete entro il 1 gennaio 2027.
I fondi destinati agli interventi provengono dal "Fondo Complementare Aree Sisma Centro Italia 2009-2016, Macro Misura B, Sub Misura B2, Linea di Intervento B2.2 'Contributi destinati a soggetti pubblici per iniziative di Partenariato Speciale Pubblico Privato per la valorizzazione del patrimonio storico-culturale, ambientale e sociale del territorio del Programma Unitario di Intervento Interventi per le Aree del Terremoto del 2009 e 2016, del Piano Nazionale Complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza'. Progetto 'Radici' ”.
Di seguito il dettaglio degli interventi e gli affidamenti delle progettazioni: a Castelraimondo, il Museo Nazionale del Costume Folcloristico sarà oggetto di interventi di riqualificazione degli ambienti e di ampliamento degli spazi espositivi, con una quota di intervento di 200mila euro mentre a Cingoli, il Polo museale-Pinacoteca vedrà interventi di riqualificazione degli ambienti e di ampliamento degli spazi espositivi, con una quota di 300mila euro. La progettazione per i lavori a Castelraimondo e Cingoli è stata affidata allo Studio Tecnico Gruppo Marche con sede a Macerata.
A Matelica, il Museo Civico Archeologico sarà interessato da interventi di riqualificazione degli ambienti e di ampliamento degli spazi espositivi, per un importo di 300mila euro. La progettazione è stata affidata all’operatore economico GTRF Giovanni Tortelli e Roberto Frassoni architetti associati di Brescia.
A Pioraco, il Museo della Carta e della Filigrana beneficerà di interventi di riqualificazione degli ambienti e di ampliamento degli spazi espositivi, per una quota di 200mila euro mentre a Sefro, il Museo della civiltà contadina "Ferretti Florindo" vedrà interventi di riqualificazione degli ambienti e di ampliamento degli spazi espositivi, per un importo di 200mila euro. L'incarico di progettazione per le due strutture di Pioraco e Sefro è stato affidato allo Studio tecnico dell’ingegnere Erika Gatti con sede a Camerino.
A San Severino Marche, il Museo civico archeologico "Giuseppe Moretti" sarà oggetto di interventi di riqualificazione degli ambienti e di ampliamento degli spazi espositivi, con un investimento di 300mila euro.
Infine, a Treia, il Parco archeologico “Ex Velani” sarà protagonista di un recupero del casolare per la realizzazione di un polo culturale e la trasformazione delle aree acquisite e da acquisire per la realizzazione del futuro parco archeologico dell’antica città romana di Treia, con una quota di intervento significativa di 2 milioni di euro. La progettazione è stata affidata allo studio Giacomo Gajano Saffi Mauro Gastrechini Architetti Associati con sede in piazza Sant’Apollonia a Roma.
Questo importante progetto mira a rafforzare l'attrattiva culturale e turistica dei Comuni coinvolti, creando una rete museale integrata e promuovendo la valorizzazione del ricco patrimonio storico, artistico e archeologico dell'Appennino centrale.
Paolo Perini è stato eletto nuovo segretario provinciale di Noi Moderati di Macerata durante il primo congresso provinciale, presieduto dal vicecapogruppo alla Camera e responsabile nazionale Enti locali del partito, Pino Bicchielli.
Il congresso, svoltosi oggi, ha confermato il radicamento del partito come forza fondamentale del centrodestra nel territorio.
"Congratulazioni e buon lavoro a Perini, già all'opera per costruire una squadra forte per le elezioni regionali, dove Noi Moderati sarà presente con la propria lista e simbolo a sostegno del presidente uscente Francesco Acquaroli", ha detto Bicchielli.
Ai lavori hanno partecipato anche il coordinatore regionale Tablino Campanelli, il capigruppo in Regione Marco Marinangeli e la responsabile nazionale del movimento femminile Alessandra Taglieri.
Prosegue con attenzione l’impegno dell’Amministrazione comunale di Tolentino per risolvere le criticità legate alle case popolari di via Proietti, attualmente inagibili a causa dei danni subiti dal sisma.
Nella giornata di venerdì 23 maggio, si è svolto un incontro operativo tra il sindaco Mauro Sclavi e i vertici dell’Erap, l’ente proprietario dello stabile. Presenti al tavolo anche il presidente dell’Erap Saturnino Di Ruscio, il responsabile della sezione di Macerata Paolo Sabbatini, e diversi tecnici e funzionari comunali, tra cui Katiuscia Faraoni, Emanuele Tiberi, Paolo Bini, Patrizia Meo e Iris Porfiri.
Durante la riunione, sono stati analizzati nel dettaglio i problemi strutturali e gestionali dell’edificio. È stato ribadito quanto già emerso in precedenti incontri: si procederà, entro la fine di maggio, allo sgombero, alla pulizia e alla chiusura degli appartamenti, così da impedire accessi abusivi e migliorare le condizioni di sicurezza.
Nel frattempo, l’Amministrazione ha rinnovato la richiesta di avviare l’iter per la demolizione e la successiva ricostruzione del complesso abitativo. Il progetto, già depositato, ha ricevuto il parere favorevole dell’Erap, che si è impegnata a concretizzare l’iniziativa nella seconda metà dell’anno.
Il nuovo intervento edilizio prevede anche la creazione di un’area a verde pubblico, come suggerito dal Comune nell’ottica di una riqualificazione urbanistica dell’intera zona. «La nostra priorità – ha sottolineato il sindaco Sclavi – è garantire la sicurezza e il decoro della città. La chiusura immediata degli appartamenti è un passaggio fondamentale, a cui seguirà la demolizione per porre fine a problemi annosi legati a incuria, vandalismo e occupazioni abusive. La decisione finale spetta all’Erap, ma c’è piena condivisione sull’obiettivo di dare un nuovo volto all’area».
Partecipazione, informazione e confronto. Sono state queste le parole chiave dell’incontro pubblico che si è svolto giovedì 22 maggio presso il Centro sociale “G. Cavalieri” di Montecosaro Scalo, promosso dal Laboratorio di Idee di Montecosaro per approfondire i cinque quesiti referendari dell’8 e 9 giugno.
A introdurre la serata è stato Reano Malaisi, esponente del Laboratorio ed ex sindaco della città, che ha sottolineato la necessità di una discussione seria e approfondita, anche sul tema migranti, vista la sfida demografica legata all’invecchiamento della popolazione.
Il cuore dell’incontro è stato l’intervento di Daniele Principi, segretario generale della CGIL provinciale, che ha illustrato nel dettaglio i contenuti dei cinque quesiti referendari, parlando di una “allucinazione collettiva” nella politica e nella società che ha portato a credere, dalla fine degli anni '90 in poi, che la maggiore flessibilità del lavoro avrebbe creato più occupazione stabile. “È ora di ripensare a questo punto e fare marcia indietro”, ha affermato.
Il primo quesito riguarda il contratto a tutele crescenti, introdotto con il Jobs Act, e punta ad abrogare la norma che, nelle aziende con più di 15 dipendenti, nega il diritto al reintegro per i licenziamenti illegittimi. Il secondo mira ad eliminare il tetto massimo di sei mensilità per il risarcimento in caso di licenziamento illegittimo nelle piccole imprese. Il terzo propone di reintrodurre l’obbligo della causale nei contratti a tempo determinato inferiori a 12 mesi, per arginare l’abuso della precarietà.
Il quarto quesito è legato al tema della sicurezza sul lavoro negli appalti, e chiede di estendere la responsabilità del committente anche ai rischi specifici delle attività svolte dalle imprese appaltatrici e subappaltatrici. Infine, il quinto quesito riguarda la cittadinanza: propone di dimezzare da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale richiesto a uno straniero extracomunitario per poter presentare la domanda. “Solo un contratto su dieci oggi è a tempo indeterminato”, ha sottolineato Principi, evidenziando la fragilità delle attuali condizioni occupazionali.
L’incontro si è concluso con un dibattito aperto tra i presenti, che hanno espresso le proprie posizioni sul significato e le conseguenze dei quesiti referendari, a testimonianza di un vivo interesse per una partecipazione consapevole alla consultazione di giugno.
Eppure si muove...oddio per occuparsi di cose maceratesi scomodare Galileo Galilei a cui è attribuita - forse erroneamente - questa esclamazione dopo esser stato costretto all’abiura da un potere stolto e cieco (volevano ciecare l’immenso pisano) è forse eccessivo. Eppure il giullare dopo anni di conclamata incapacità amministrativa che ha toccato il suo culmine nel pasticciaccio tragicomico della lottizzazione Simonetti si sente d’esclamare così: eppur si muove.
Si danno convegno sabato che viene nella sala della Confartigianato un gruppo di quattro consiglieri comunali (Barbara Antolini, Cristina Cingolani, Antonella Fornaro e Sandro Montaguti) e tre assessori (Silvano Iommi, Marco Caldarelli e un po’ in disparte Riccardo Sacchi che ci va più per incombenza: lui è l’organizzatore degli eventi anche se quelli che contano davvero come Il Marchigiano dell’anno la coppia di Palazzo glieli scippa perché il Lauro Rossi in quanto teatro è comunque della cultura) che dalle 17 e 30 nella sala della Confartigianato (al 21 di via Pesaro; Matteo Ricci candidato del Pd alle regionali da Pesaro viene) ragionano coordinati da Tiziana Tiberi di “Macerata che verrà, per un’idea di città” che dopo questa consiliatura devono essere andati a cercare tra gli oggetti smarriti.
La colonna sonora di questo evento potrebbe essere "La sera dei miracoli" di Lucio Dalla che ha qualcosa di profetico nel testo. Dice: “Si muove la città con le piazze e i giardini e la gente nei bar; galleggia e se ne va anche senza corrente camminerà”. Sempre Dalla prosegue “Ci sono anche i delinquenti, non bisogna aver paura ma stare un poco attenti". Sì, si muove la città.
È quel pezzo di Macerata che il recente rapporto Censis sul ceto medio, del tutto ignorato dai partiti del Centrodestra esclusivamente impegnati a guardarsi l’ombelico per tenere in piedi un simulacro di maggioranza, ha perfettamente descritto. È il ceto medio che non ce la fa più a risparmiare, che paga troppe tasse, che assiste alle proprie case che perdono di valore, che non vede riconosciuto il proprio merito e la propria competenza che oggi non si traduce più in benessere economico, che è costretto a dire ai figli: andate via perché qui non c’è futuro.
Ebbene a questo ceto medio il Centrodestra istituzionale ha risposto con: facciamo il centro commerciale Simonetti. Dove va a spendere chi? Dove va a lavorare chi e con quali paghe? Si sono sentite nel consiglio comunale che ha sancito il primo naufragio di questa maggioranza affermazioni che fanno rabbrividire. Il capogruppo della fratellanza italiana ha rivendicato "la continuità amministrativa" per giustificare perché chi per anni aveva detto no a Simonetti oggi dice sì.
Che ci fosse questa continuità amministrativa ce n’eravamo accorti con annessi disagi: quasi tutti i cantieri aperti (e ovviamente mai chiusi se no come si fa a dare una continua pioggia di adeguamento prezzi senza mai irrogare una penale che sia una per ritardato adempimento) sono quelli progettati dalle giunte di Romano Carancini (peraltro essendo rimasto immutato il plenipotenziario dell’ufficio tecnico non ci si poteva aspettare altro).
Quel ceto medio di cui si sono dimenticati e che forse ha contribuito a mandare a casa dopo decenni il centrosinistra di fronte alla rivendicata continuità amministrativa riflette: piuttosto che la copia allora ci tenevamo l'originale. Non ci devono aver pensato i famosi capi-gruppo. La spiegazione del coordinatore della fratellanza italiana in verità è però misera foglia di fico dietro cui nascondere un’affermazione tanto ingenua quanto grave del sindaco.
In pieno consiglio comunale mentre si discuteva del progetto Simonetti - non costruiranno mai: devono avere il progetto approvato per rivenderlo e la differenza è sostanziale, un conto è avere un generico permesso a costruire derivante dal cambio di destinazione d’uso gentile concessione delle giunte di centrosinistra un conto è avere nero su bianco la firma a realizzare garantita dal centrodestra – il primo cittadino ha affermato (verificare a 1 ora e 14 minuti di registrazione): “Dieci, quindici anni fa – a me l’anni me passano – dovevo costruire a Piediripa perché l’azienda si era ingrandita e sono andato da Simonetti, c’era anche l’ingegnere capo della Provincia che è un amico e che ora non c’è più, e gli ho detto: dammi un pezzo di terra, tremila metri. Ma lui me li dava accanto al carrozzaio, ma io pur d’abbellire... E vidi quel progetto di otto torri che era brutto, ma ora ci presenta un nuovo centro commerciale…”.
Ora al di là della sintassi il nostro Sindaco non si rende conto di avere dichiarato che lui aveva un interesse specifico per la lottizzazione Simonetti. Il punto non è legalitario: è politico. A tacer d’altro rende palese l’ingenua sciatteria con cui viene amministrata la città. È la stessa sciatteria che nello stesso consiglio gli fa dire en passant: il sottopasso di via Roma lo apriremo entro l’estate, forse dopo l’estate. Il suo assessore ai lavori pubblici aveva promesso: cantiere chiuso ad aprile! È la stessa sciatteria che non consente il rispetto di alcuna scadenza, né di alcuna priorità del fu programma del Centrodestra.
Di fronte a questo scenario la città forse si muove perché non vede futuro di sviluppo. Il vostro giullare si diverte ogni tanto a spigolare. Il povero sindaco dovrebbe ridursi in ceppi perché del nuovo ospedale non si vede neppure l’idea eppure lui aveva promesso: se non si fa io m’incateno. I capigruppo della maggioranza dovrebbero riflettere: se si fosse votato a scadenza naturale non una delle opere messe nel programma del Centrodestra sarebbe stata compiuta alla scadenza del mandato! Ora si riparla di Rampa Zara, c’è da schiantar dal ridere, ma si riparla anche del cimitero, e c’è da sorvegliare. Forse il Sindaco non se n’è accorto, ma insistere sui loculi potrebbe essere la pietra tombale della sua maggioranza. Perché il ceto medio è stanco di promesse fatte a tutti e non rispettate e di vantaggi (alcuni anche miseri) riservati a pochi.
È stanca di non sapere perché a Valleverde non si è fatto il promesso incubatoio d’imprese, di vedere politiche culturali da cortile (di palazzo Buonaccorsi), di non vedere alcuna programmazione economica. Aveva promesso il Sindaco: a settembre nel risorto centro-fiere si fa la Raci. Ora al netto che nel nuovo centro fiere hanno realizzato porte da dove non passano i muletti per allestire gli stand, non si è mai visto animali che pesano oltre una tonnellata passeggiare sul gres porcellanato (questo sarebbe da indiscrezioni raccolte dal giullare la pavimentazione). Ma il pericolo non c’è: il centro fiere non è pronto, non ha i collaudi, la Raci non si farà.
È’ solo un esempio di come ci sia un pezzo di città che ha votato questa maggioranza che non ne può più. E si sentono già voci sulle candidature e si vedono formicolii di riposizionamenti. Sarà uno spettacolo! Come sapete il giullare guarda sempre tra i libri per cercare spiegazione. Ecco il sommo Dante venire in soccorso. Si parla di un marchigiano: Guido da Montefeltro che un po’- si parva licet- somiglia al nostro Sindaco.
Dice lui di se medesimo: “L’opere mie non furon leonine, ma di volpe. Li accorgimenti e le coperte vie io seppi tutte”. Ma arriva Loico, logico il diavolo che non ammette intrighi, che viene a prendersi l’anima di Guido e così replica: “Venir se ne dee giù tra’ miei meschini, perché diede ’l consiglio frodolente, dal quale in qua stato li sono a’ crini; ch'assolver non si può chi non si pente, né pentere e volere insieme puossi per la contradizion che nol consente.” Siamo nel girone dove vengono puniti i consiglieri di frode. Se volete saperne di più un posto nel salone dalla Confartigianato c’è.
Ridurre la Tari del 30% per le attività del centro storico coinvolte dai cantieri? Una strada impraticabile secondo l’amministrazione comunale, che chiarisce come la tassa sui rifiuti sia un’imposta che si autofinanzia: qualsiasi riduzione per una parte dell’utenza ricadrebbe inevitabilmente sulle altre.
La replica all’interrogazione presentata in consiglio comunale dal gruppo di opposizione Idea Futura arriva con toni decisi. L’amministrazione conferma comunque l’intenzione di sostenere le attività penalizzate dai disagi dovuti ai lavori in corso. Ma lo strumento scelto sarà diverso: non uno sconto diretto sulla bolletta, bensì un contributo economico mirato, proporzionato all’aggravio subito durante la durata dei cantieri.
«Abbiamo avviato da settimane una riflessione sul tema – fanno sapere dal Comune – per individuare una forma di ristoro più efficace, legata a una quantificazione oggettiva del danno». Secondo le stime dell’amministrazione, una riduzione del 30% della Tari comporterebbe per alcune attività un risparmio di appena 30 euro: troppo poco per rappresentare un reale sostegno. Di qui la scelta di lavorare su un contributo economico diretto.
Quanto alla scadenza della prima rata della Tari, fissata per lo scorso 30 aprile, il Comune precisa che non era perentoria. Come riportato nella lettera inviata a cittadini e imprese, sarà possibile saldare l’importo senza alcuna maggiorazione entro il 30 settembre 2025. Inoltre, per chi ha una tassa superiore ai 1.000 euro, è stato ampliato il numero di rate disponibili, con l’obiettivo – spiegano – di «alleggerire il peso sui contribuenti».
Nella giornata di ieri, accompagnato dal presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, e dal sindaco di Potenza Picena, Noemi Tartabini, il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha visitato Villa Buonaccorsi a Potenza Picena, l’autentico complesso architettonico che è stato acquisito a patrimonio pubblico e si appresta ad un importante piano di riqualificazione e valorizzazione grazie ai finanziamenti del MIC e della Regione Marche.
"È stata l’occasione per mostrare al Ministro gli spazi della villa, dei giardini, la limonaia e il granaio e l’intero complesso architettonico – ha affermato il presidente Acquaroli – Abbiamo valutato insieme alla Sovrintendenza lo stato di attuazione del programma per il recupero e la valorizzazione di questo meraviglioso complesso architettonico, per il quale sono stati stanziati finora 10 milioni dal ministero e 4 dalla regione. Un primo finanziamento che permetterà l’avvio dei lavori per il recupero della villa, del giardino e degli edifici annessi. Già le prime opere, oggi in progettazione, partiranno entro l’anno in corso. Ringrazio il Ministro Giuli per la sensibilità e il sincero apprezzamento dimostrato. Senza l’attenzione e il contributo del Governo non avremmo mai potuto realizzare questi progetti e riqualificare Villa Buonaccorsi”.
«Con l’approvazione della proposta di legge sul Sistema Marche di Protezione Civile, la nostra Regione compie un passo avanti decisivo per garantire ai cittadini un sistema moderno, efficiente e capace di affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici e alle emergenze» – ha dichiarato Simone Livi, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, commentando l’approvazione della nuova normativa.
«La riforma, fortemente voluta dalla Giunta Acquaroli, nasce dalla consapevolezza che occorre superare la frammentazione esistente e costruire un vero sistema di protezione civile, integrato e sinergico tra tutti gli attori coinvolti – istituzioni, enti locali, volontariato, forze operative – con l’obiettivo primario di tutelare la pubblica incolumità, prevenire i rischi e migliorare la gestione delle emergenze. Questa legge abroga una normativa ormai superata, la legge regionale 32 del 2001, e recepisce in modo organico le innovazioni introdotte dal Codice nazionale della Protezione Civile del 2018, delineando un modello organizzativo aggiornato e vicino ai territori., spiega Livi»
«Il nuovo impianto riconosce formalmente il 'Sistema Marche' come articolazione del Servizio nazionale di Protezione Civile, basandolo sul coordinamento tra Regione, Sindaci, Prefetture, forze operative e cittadini. Si punta al potenziamento della prevenzione, sia strutturale che non strutturale, con una forte enfasi sulla formazione, sull’informazione e sulla cultura della protezione civile. Vengono introdotti strumenti di pianificazione aggiornati, a partire dal nuovo Piano Regionale e dai piani provinciali e comunali, per garantire una risposta tempestiva e coordinata. È stata inoltre istituita un’Unità di crisi regionale composta da esperti altamente qualificati, che opererà in sinergia con il Comitato Operativo Regionale per affrontare le emergenze più complesse.»
«La legge valorizza anche il volontariato, con la creazione di un Elenco regionale e risorse dedicate per rafforzarne la capacità di intervento. È previsto infine un Fondo Regionale di Protezione Civile, con una dotazione strutturata di oltre 19 milioni di euro fino al 2027, per garantire la piena attuazione degli interventi previsti.»
«La nostra Regione ha vissuto in prima linea eventi drammatici – dal sisma del 2016 all’alluvione del 2022, fino al maltempo del 2023 – e ha imparato sulla propria pelle quanto sia fondamentale avere un sistema pronto, coordinato e radicato sul territorio. Con questa riforma, le Marche diventano un modello nazionale di sicurezza, prevenzione e resilienza.»
Giovedì 22 maggio, alle ore 21, il Centro sociale “G. Cavalieri” di Montecosaro Scalo ospiterà un incontro pubblico dedicato all’approfondimento dei cinque quesiti referendari in programma per le giornate dell’8 e 9 giugno.
L’iniziativa è promossa dal Laboratorio di Idee di Montecosaro con l’obiettivo di offrire alla cittadinanza uno spazio di confronto e informazione sui contenuti del referendum, contribuendo a una partecipazione consapevole al voto.
Interverranno Reano Malaisi, esponente del Laboratorio di Idee ed ex sindaco di Montecosaro, e Daniele Principi. Dopo gli interventi introduttivi, è previsto un ampio dibattito aperto al pubblico, per stimolare riflessioni e porre domande sui temi centrali dei cinque quesiti referendari.
L’incontro è aperto a tutti i cittadini interessati a comprendere meglio le implicazioni del voto e a confrontarsi in un contesto civile e partecipato.
Martedì 13 maggio, con una conferenza stampa presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, è stato presentato l’Intergruppo Parlamentare sulla Fibrosi Cistica, nato dall’impegno e dalla collaborazione con la Lega Italiana Fibrosi Cistica (LIFC). Alla conferenza indetta su iniziativa dell’On. Ilenia Malavasi, hanno partecipato Antonio Guarini (Presidente della Lega Italiana Fibrosi Cistica ODV), i pazienti marchigiani Giulia Elisa Massetti (Responsabile Area pazienti LIFC) di Recanati e Alessandro Gattafoni (atleta e testimonial sportivo LIFC) di Civitanova Marche. In sala anche l’ex Ministro Mariapia Garavaglia, l’On. Rosaria Tassinari e l’On. Simona Loizzo. In collegamento da remoto il consulente scientifico della Lega Italiana Fibrosi Cistica ODV Donatello Salvatore e il VicePresidente della SIFC Società Italiana per lo studio della Fibrosi Cistica Vincenzo Carnovale.
L'obiettivo di questo Intergruppo, di cui saranno co-Presidenti l’On. Ilenia Malavasi ed il Sen. Ignazio Zullo, sarà garantire la piena rappresentanza e tutela degli interessi giuridici, economici, di integrazione sociale delle persone affette da fibrosi cistica e delle loro famiglie, migliorando la conoscenza della malattia in ogni ambito e coinvolgendo attivamente le varie parti coinvolte nel processo informativo, decisionale e nelle politiche che li riguardano. Durante la conferenza sono stati approfonditi gli obiettivi che guideranno l’intergruppo, come ad esempio l’accesso equo e tempestivo a terapie innovative, il potenziamento di centri di cura specializzati, la realizzazione di percorsi formativi per il personale, il riconoscimento di agevolazioni fiscali in favore dei pazienti.
" La fibrosi cistica non è solo la battaglia di migliaia di pazienti e delle loro famiglie, ma deve essere una priorità istituzionale". Afferma l'On. Ilenia Malavasi. "Questo intergruppo, infatti, vuole essere un punto di riferimento trasversale in Parlamento per promuovere la piena inclusione sociale dei pazienti e monitorare l’effettiva attuazione della Legge 548/1993, che è stata importantissima perché ha permesso di istituire dei centri di cura regionali che garantiscono l’assistenza e la presa in carico dei pazienti affetti da fibrosi cistica, ha garantito la gratuità di alcuni farmaci, ha agevolato le diagnosi precoci e le visite prenatali. La ricerca ha già raggiunto grandi traguardi ma è necessario continuare a investire in essa".
Per la Lega Italiana Fibrosi Cistica ODV si tratta di un importante supporto, determinante per generare azioni concrete che possano dare voce e rappresentanza, anche in parlamento, alle persone affette da fibrosi cistica, portando i loro diritti e le loro istanze in Parlamento. Dichiara il Presidente LIFC Antonio Guarini: “In circa quarant’anni la nostra realtà è passata da semplice associazione, composta da genitori desiderosi di sentirsi supportati di fronte alla malattia, a gruppo nazionale strutturato con alle spalle una rete di centri regionali di riferimento. Tutto questo è stato possibile anche grazie a figure come l’ex Ministro della Sanità Mariapia Garavaglia qui presente, che nel 1993 ha creato la Legge 548, fondamentale per la fibrosi cistica. La malattia però in questi anni è cambiata molto. Siamo passati da una patologia pediatrica a una malattia che coinvolge pazienti in età adulta, perché per fortuna l’età media di un paziente oggi si aggira intorno ai cinquant’anni: un traguardo eccezionale, che speriamo cresca ancora. Insieme a noi qui abbiamo due pazienti affetti dalla stessa patologia, ma con esperienze differenti. Alessandro può assumere il farmaco innovativo, mentre Giulia ha una mutazione per la quale non esiste ancora un trattamento disponibile. Questa è la vera battaglia che dobbiamo affrontare. Il 70% dei pazienti può usufruire dei nuovi farmaci, ma il restante 30% è ancora escluso. La nascita dell’Intergruppo Parlamentare sulla Fibrosi Cisticarappresenta un ulteriore importante passo verso il riconoscimento concreto dei diritti delle persone affette da questa patologia. È un segnale forte che arriva dalle Istituzioni e che conferma quanto la fibrosi cistica debba essere considerata una priorità sanitaria e sociale. Come Associazione, continueremo a lavorare con determinazione affinché le istanze dei pazienti e delle loro famiglie siano ascoltate e tradotte in azioni efficaci, orientate alla cura, alla ricerca e a una reale equità nell’accesso alle terapie”.
Come ha spiegato il VicePresidente della SIFC Società Italiana per lo studio della Fibrosi Cistica Vincenzo Carnovale, “negli ultimi decenni abbiamo assistito a un cambiamento radicale nella gestione della fibrosi cistica, che da malattia pediatrica è diventata una sfida anche per la medicina dell'adulto e geriatrica. Questo è stato possibile grazie ai centri regionali di riferimento e alla ricerca scientifica. L'invecchiamento della popolazione con fibrosi cistica comporta però nuove sfide ed è quindi essenziale adeguare le strutture e le equipe dei centri di cura per affrontare queste nuove esigenze”.
Concorda il consulente scientifico della Lega Italiana Fibrosi Cistica ODV Donatello Salvatore che aggiunge: “Serve un accesso uniforme alle cure su tutto il territorio. La fibrosi cistica è una sfida complessa, che richiede ricerca, informazione e sostenibilità, per migliorare la qualità della vita dei pazienti e dare speranza alle famiglie”.
Le testimonianze dei due pazienti marchigiani, presenti in sala, sono state fondamentali per entrare nel vivo di quella che è la patologia stessa, raccontata da chi la vive quotidianamente in maniera differente, con o senza l’ausilio dei farmaci. Le parole di Giulia Massetti, Responsabile Area pazienti LIFC: “Quando sono nata, nel 1994, dopo un calvario incredibile in cui non era ancora ben chiaro cosa avessi, alla fine mi è stata diagnosticata la fibrosi cistica. All’epoca l'aspettativa di vita media si aggirava intorno ai vent’anni. Per fortuna, nel tempo, qualcosa è cambiato e la cura della fibrosi cistica ha fatto passi da gigante. Grazie alla ricerca, buona parte dei pazienti oggi può accedere ai farmaci modulatori, che hanno nettamente cambiato e migliorato la qualità della vita. Purtroppo, non è così per tutti ed è per questo che oggi siamo qui: affinché nessuno venga lasciato indietro. Siamo fiduciosi e manteniamo viva la speranza e la consapevolezza di un impegno scientifico, istituzionale e associazionistico che possa aiutare a trovare una cura per tutti e a migliorare la qualità delle cure e della vita di tutti i pazienti".
Sottolinea Alessandro Gattafoni, atleta e testimonial sportivo LIFC: “Sono nato nel 1986, a Civitanova Marche, a pochi passi dal mare. Fin da ragazzino ho sempre sognato di scoprire cosa ci fosse al di là di quella linea che demarcava l’orizzonte e di poterlo fare attraverso le mie forze. Poi, crescendo, le cose sono cambiate. Sono diventato adolescente e attraverso una banale ricerca su internet ho scoperto che la mia malattia non solo era invalidante e impattante, ma lasciava un’aspettativa di vita ridotta. Perciò ho iniziato a vivere al meglio il tempo a mia disposizione. Ho fatto sport, ho praticato attività agonistica, perché avevo questa sorta di avversione verso la mia patologia. Poi, però, mi sono accaduti anche fatti piacevoli, come la scoperta di diventare padre. Da lì ho iniziato a reagire, a cambiare la mia prospettiva. Sapevo che probabilmente non sarei riuscito ad accompagnare mio figlio in tutto il suo percorso di crescita, ma sentivo il bisogno di trovare un insegnamento da tramandargli. Da qui la scelta di dimostrargli che con la volontà e la determinazione si possono affrontare innumerevoli sfide. Tutte le avventure che mi hanno visto protagonista in mare, supportato da LIFC, vogliono essere un messaggio di speranza per quelle famiglie che hanno ricevuto la diagnosi di una malattia importante. Io sono tra i pazienti che possono accedere al farmaco innovativo e anche per questo mi considero fortunato, ma se siamo qui oggi a batterci è per ricevere tutti i mezzi necessari per supportare i pazienti che, come Giulia, sono ancora orfani di cura”.