Fratelli d'Italia si prende tutto in provincia di Macerata. Il partito della premier Meloni riesce ad ottenere una percentuale di voti che sfiora il 30% (29,13%), ma deve cedere il primato delle preferenze a Gianluca Pasqui. L’ex vicepresidente del Consiglio Regionale, candidato con Forza Italia, ha infatti sfondato quota 4.000 voti personali (4.043), risultando il più votato in provincia.
Alle sue spalle il sindaco di Montecassiano, Leonardo Catena, che ha corso sotto il simbolo del Partito Democratico, ottenendo ben 3.996 preferenze di cui 1.109 nel suo comune, dove ha portato il Pd al 37,33%. Battuto il compagno di partito e consigliere regionale uscente Romano Carancini, che si è fermato a 3.412 voti.
Terzo posto per la consigliera comunale di Tolentino, Silvia Luconi di Fratelli d’Italia, capace comunque di ottenere un risultato notevole con 3.953 voti (2.246 solo nel suo comune). A Tolentino FdI raggiunge uno storico 47,35%. Un traguardo considerevole che le consente di superare il consigliere regionale uscente Pierpaolo Borroni (3.834 preferenze). Flop invece per la vicesindaca di Macerata, Francesca D’Alessandro, che chiude al penultimo posto della sua lista con 2.311 preferenze.
Nella coalizione di centrodestra il partito che si rilancia in questa tornata elettorale è Forza Italia, capace di superare anche la Lega come seconda forza. Oltre al successo personale di Pasqui, il sindaco di Civitanova, Fabrizio Ciarapica, si ferma a 2.342 preferenze.
Nel "Carroccio" ad ottenere il maggior numero di preferenze è Renzo Marinelli, premiato con 2.847 voti. Da segnalare anche le 2.308 preferenze ottenute dall'assessore uscente Filippo Saltamartini, che nella tornata elettorale del 2020 fu il più votato della provincia e, rispetto ad allora, ha perso più di mille voti.
Tra le liste civiche della coalizione che appoggiava Acquaroli, risultato considerevole è quello del vice sindaco di San Severino Marche Jacopo Orlandani che ha corso sotto le insegne dei Civici Marche (lista che ottenuto meno del 3% a livello regionale, terzultima nella coalizione), ottenendo 1.571 preferenze di cui 1.274 soltanto a San Severino dove si è imposto nettamente come il candidato più votato. Sono, invece, 864 le preferenze totalizzate dall'ex senatore, Salvatore Piscitelli (I Marchigiani per Acquaroli).
Exploit, nella liste civiche Libertas Unione di Centro, per Luca Marconi che ha ottenuto 1.067 preferenze. Nel Movimento Cinque Stelle il più votato è Roberto Cherubini (902 preferenze). Tommaso Claudio Corvatta, ex sindaco di Civitanova Marche, è il più votato nella lista di Alleanza Verdi e Sinistra che sosteneva Matteo Ricci (845 preferenze). Buon riscontro elettorale, infine, per Massimiliano Sport Bianchini (787 voti, Progetto Civici Avanti con Ricci).
Arrivato nel comitato elettorale di Ancona da Potenza Picena dove aveva atteso lo spoglio, il presidente Francesco Acquaroli è stato accolto da una folla di giornalisti. Presenti, fra gli altri, il commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli, il sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti, la senatrice Elena Leonardi e il commissario di Lega Macerata Mauro Lucentini.
Il presidente si è seduto poi al tavolo allestito dal suo staff per la consueta conferenza stampa, affiancato dal capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami e dal capo della segreteria di Fratelli d’Italia Arianna Meloni.
Francesco Acquaroli ha dichiarato: "Ringrazio tutta la coalizione, tutti i candidati e tutta la nostra classe dirigente, unita e coesa intorno alla sfida di una terra. In questi 5 anni abbiamo iniziato ad affrontare le esigenze cercando di creare discontinuità col passato. Campagna elettorale bella, abbiamo avuto grandi soddisfazioni. Intorno alla coalizione dei 5 anni precedenti si è unita più di una forza civica, che ha dato un grande contributo. Ringrazio anche il Governo che in questi anni ha dato sempre il giusto ascolto alla nostra regione ed è stato al nostro fianco. Siamo determinati a dare continuità per il bene della nostra regione."
"Evidentemente il lavoro che abbiamo svolto è stato importante per la nostra comunità - ha proseguito -. Il ringraziamento va ai miei cari e ai marchigiani che ci sono stati a fianco per incoraggiarci ad andare avanti. Siamo determinati a far sì che la nostra regione torni tra le più sviluppate d’Italia e d’Europa. Abbiamo iniziato una riforma che sta ricostruendo la sanità regionale. Daremo risposte più significative nei prossimi anni."
Acquaroli ha inoltre commentato: "Ricci ha definito la mia una vittoria della Meloni? Sono orgoglioso della mia amicizia con la premier. Il lavoro che abbiamo fatto col governo è importante, ma c’è anche il lavoro di squadra sul territorio, e il lavoro di squadra vince sempre. La prima cosa da presidente sarà la riforma dell’emergenza, insieme ad un bando per i giovani per cercare di riportarli nelle Marche e creare congruità fra domanda e offerta di lavoro. Lavoreremo già da domani".
Sulla sanità: "Ipotesi di un tecnico per la sfida della sanità? La politica deve prendere nella politica i propri responsabili. Sull’assessorato alla sanità un politico può essere un trade union. Il tecnico può dare un supporto, ma non so quanto può dare un imprinting sul territorio per un sistema che per funzionare ha bisogno di assetti anche politici. Coprirsi dietro ai tecnici è sbagliato. La dedica? A chi ha creduto prima di tutti in me: il presidente Meloni."
Sul successo a Pesaro: "Ci eravamo accorti di una sensibilità nel lavoro svolto e di un interesse forte. Aldilà dei sondaggi avevamo raccolto tanto entusiasmo, che non poteva tradursi in un risultato elettorale differente". Sull’astensione: "Al 50% che non ha votato cosa dico? Dato che ci deve far riflettere, come nelle ultime elezioni a tutti i livelli. Dobbiamo continuare a creare credibilità. Aspettiamo di vedere i numeri finali, ma credo che una sostanziale tenuta per quello che abbiamo fatto c’è stata."
Sulla giunta: "Sarà a sei assessori, in attesa della riforma. Alcuni assessori hanno un numero di deleghe faticose da gestire. Abbiamo le idee chiare ma prendiamoci qualche ora. Le valutazioni si fanno insieme, vogliamo coinvolgere tutta la squadra. Palestina? Abbiamo votato per la regione Marche, dobbiamo parlare del nostro territorio".
La segretaria di Fratelli d'Italia Arianna Meloni ha dichiarato: "Stiamo lavorando con la riforma del premierato. Dato di Fratelli d’Italia che si attesta primo partito, nonostante la dispersione delle liste civiche, ci riempie di orgoglio."
"Francesco Acquaroli vince le elezioni regionali nelle Marche confermandosi Presidente. Gli elettori hanno premiato una persona che in questi anni ha lavorato senza sosta per la sua regione e i suoi cittadini. Sono certa che continuerà nel suo impegno con la stessa passione e determinazione. Complimenti Francesco e buon lavoro".
Lo afferma sui social Giorgia Meloni, presidente del Consiglio e leader di Fratelli d'Italia nell'esprimere la propria soddisfazione per il risultato delle urne e per la riconferma di Francesco Acquaroli. Candidato verso il quale la premier si è spesa più volte in prima persona, l'ultima delle quali nel comizio di Ancona tenutosi lo scorso 17 settembre ad Ancona.
"Agli insulti e alle polemiche della sinistra, i marchigiani hanno dato una risposta chiara: grazie". Così il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini commenta sui social la vittoria di Francesco Acquaroli nelle Marche. "I cittadini premiano il buongoverno del centrodestra. Buon lavoro al rieletto Presidente Acquaroli. Forza Italia con un ottimo risultato sarà ancora protagonista nella Regione Marche. Grazie agli elettori che hanno creduto in noi. Grazie a tutti i nostri candidati e militanti per il loro lavoro, sono orgoglioso di tutti voi!". Lo afferma sui social Antonio Tajani, vicepremier e leader di Forza Italia.
"Ho appena chiamato il presidente Acquaroli per congratularmi per il risultato e fargli l'in bocca al lupo a nome dell'intera coalizione di centrosinistra. Sapevamo che era una battaglia complicatissima, io mi sono messo a disposizione di questo progetto pur sapendo che la strada era in salita, ho dato il 200% con grande generosità come sono abituato a fare. Abbiamo fatto una campagna straordinaria in ogni parte della regione". Sono le parole con cui Matteo Ricci, candidato alla presidenza della regione Marche per la coalizione di centrosinistra, certifica la sconfitta elettorale.
"Le forze in campo sapevamo fossero del tutto sbilanciate, per ogni manifesto nostro ce ne erano dieci degli altri, così come la maggior parte del potere nei comuni. È stata una lotta impari dal punto di vista delle risorse. Voglio ringraziare i militanti che mi sono stati al fianco in questa campagna: siete stati persone straordinarie - ha aggiunto Ricci -. C'è anche amarezza per ciò che mi è successo personalmente, ricevere un avviso di garanzia in campagna elettorale mi ha colpito profondamente. Nonostante sia completamente estraneo ai fatti e convinto, tra poco, di uscirne completamente. Ho rispetto per la Magistratura, meno per chi ha strumentalizzato questa vicenda. Non c'è dubbio che mi abbia ferito personalmente e anche politicamente".
"Bisogna sperare che i prossimi cinque anni della regione siano migliori dei precedenti. Spero davvero che il presidente Acquaroli possa fare meglio e portarci fuori dalle secche nelle quali ci troviamo. Non ho nessun rammarico, perché quando la tua gente ti chiama non ci si può tirare indietro. Credo che l'opposizione si dovrà organizzare al meglio e non disperdere l'alleanza del cambiamento che abbiamo messo in piede. Farò le mie valutazioni vista l'incompatibilità con il ruolo da europarlamentare. L'obiettivo è costruire un'alternativa per il Paese e, per farlo, non si esce dal tipo di coalizione che abbiamo costruito", ha concluso Matteo Ricci.
È iniziato lo scrutinio dei voti per eleggere il presidente e i 30 consiglieri della nuova legislatura della Regione Marche. Al voto erano chiamati 1.325.689 marchigiani, che hanno potuto esprimersi nei 1.572 seggi allestiti sul territorio, compresi quattordici seggi ospedalieri, distribuiti nei 227 Comuni della regione. Il governatore uscente va verso la riconferma con una percentuale di consenso che oscilla tra il 51 e il 52% delle preferenze.
Le Regionali 2025 vedono sei candidati governatori: tra questi, Francesco Acquaroli per il centrodestra e Matteo Ricci per il centrosinistra, sostenuti entrambi da più liste. Gli altri candidati alla carica di presidente della Regione Marche sono: Beatrice Marinelli, Claudio Bolletta, Lidia Mangani e Francesco Gerardi.
Dopo lo scrutinio delle complessive 1.572 sezioni i dati definitivi rilevati dall’Ufficio elettorale della Regione Marche assegnano le seguenti percentuali ai candidati presidenti:
- Francesco Acquaroli (centrodestra): 52,43%
- Matteo Ricci (centrosinistra): 44,44%
- Beatrice Marinelli (Evoluzione Della Rivoluzione): 0,98%
- Lidia Mangani (Partito Comunista Italiano): 0,78%
- Claudio Bolletta (Democrazia Sovrana e Popolare): 0,75%
- Francesco Gerardi (Forza del Popolo con Amore e Liberta): 0,61%
Per quanto riguarda i voti ricevuti dalle singole liste, Fratelli d'Italia si conferma con ampio margine il primo partito della regione con il 27,41% delle preferenze, seguito dal Partito Democratico con il 22,50% delle preferenze. Nella coalizione di centrodestra si segnala il sorpasso di Forza Italia (8,50%) sulla Lega (7,37%).
Si attesta al 2,59% la lista Civici Marche per Acquaroli presidente e al 4,25% la lista 'I Marchigiani per Acquaroli Presidente'. Nella coalizione di Matteo Ricci la seconda lista più votata è quella civica che porta il nome del candidato presidente con il 7,34% delle preferenze. Cinque Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra si fermano rispettivamente intorno al 5,08% e 4,15% delle preferenze.
La corsa per le regionali nelle Marche vede il presidente uscente Francesco Acquaroli (centrodestra) in netto vantaggio nelle prime proiezioni. Secondo la prima proiezione SWG per La7, basata su un campione del 6% delle sezioni scrutinate, Acquaroli raccoglie il 52% delle preferenze, contro il 45% dello sfidante Matteo Ricci (centrosinistra). Gli altri candidati si fermano complessivamente al 3%. Il margine di errore stimato è dell’1,80%.
Un quadro molto simile emerge dalla prima proiezione del Consorzio Opinio Italia per Rai, anch’essa su un campione del 6%. In questo caso Acquaroli è accreditato al 51%, Ricci al 45,6%, mentre Beatrice Marinelli della lista Evoluzione della Rivoluzione si attesta all'1,4%.
Entrambe le rilevazioni, pur con margini di incertezza, segnalano un vantaggio piuttosto solido del governatore uscente, sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e liste civiche. Ricci, candidato del Partito Democratico e appoggiato anche dal Movimento 5 Stelle, rimane attorno al 45%, mentre le altre forze politiche restano marginali.
Le prossime proiezioni, attese con una copertura campionaria più ampia, chiariranno se il divario tra i due principali candidati si consoliderà o se i dati reali ridimensioneranno la forbice.
Si sono concluse le operazioni di voto per eleggere il presidente e i consiglieri della dodicesima legislatura della Regione Marche. L’affluenza definitiva è stata del 50,01%, in calo di oltre 9 punti rispetto 59,74% registrato nel 2020.
L’affluenza definitiva nella circoscrizione di Ancona è stata del 50,41%, in calo di dieci punti rispetto al 60,50% registrato nel 2020. Ad Ascoli Piceno ha votato il 48,97% degli aventi diritto (contro il 57,70% di cinque anni fa), a Fermo il 51,22% (61,40% nel 2020), a Macerata il 47,02% (56,60% nel 2020, qui tutti i dati comune per comune), mentre a Pesaro e Urbino si è raggiunto il 52,38% (62,30% nel 2020).
Nei capoluoghi, invece, l’affluenza si è attestata al 51,16% ad Ancona, al 52,19% ad Ascoli Piceno, al 56,30% a Fermo, al 50,91% a Macerata e al 54,07% a Pesaro. Alle urne si sono recati 662.845 marchigiani.
È ora iniziato lo scrutinio delle schede per l’elezione dell’undicesimo presidente della Regione Marche e dei trenta consiglieri della dodicesima legislatura. Al voto erano chiamati 1.325.689 marchigiani, che hanno potuto esprimersi nei 1.572 seggi allestiti sul territorio, compresi quattordici seggi ospedalieri, distribuiti nei 227 Comuni della regione.
La sfida per la presidenza vede in campo sei candidati: l’uscente Francesco Acquaroli, sostenuto dalla coalizione di centrodestra, Claudio Bolletta per Democrazia Sovrana Popolare, Francesco Gerardi con Forza del Popolo, Lidia Mangani in rappresentanza del Partito Comunista Italiano, Beatrice Marinelli per la lista Evoluzione della Rivoluzione e Matteo Ricci, candidato della coalizione di centrosinistra.
Sono invece 526 i candidati che si contendono i trenta seggi da consigliere. La legge elettorale marchigiana prevede che la circoscrizione di Ancona elegga nove rappresentanti, quella di Pesaro sette, Macerata sei, Fermo quattro e Ascoli Piceno altri quattro.
La provincia di Macerata diventa quella con la più bassa partecipazione al voto nelle elezioni regionali 2025. L’affluenza complessiva si è fermata al 47,02%, quasi dieci punti in meno rispetto al 56,60% registrato cinque anni fa.
Il capoluogo registra un’affluenza del 50,91%, in calo rispetto al 2020 ma leggermente superiore alla media provinciale. Peggio fa Civitanova Marche, la città più popolosa della provincia, che si ferma al 48,79%, mostrando una flessione significativa. Recanati non va oltre il 45,05%, mentre Tolentino si attesta al 46,15%. San Severino Marche si ferma al 42,49%, segnando uno dei dati più bassi tra i principali centri.
Il quadro generale mette in evidenza una partecipazione molto contenuta in diversi comuni della provincia. Treia si ferma addirittura al 38,71%, e valori bassi si riscontrano anche a Cingoli (42,27%) e Montefano (40,29%). Alcuni piccoli centri, invece, mostrano un comportamento opposto: a Bolognola ha votato il 64,34%, a Pievetorina il 62,92%, e a Muccia il 61,33%.
Il dato complessivo conferma dunque la provincia di Macerata come fanalino di coda della regione per affluenza. Un segnale che testimonia una crescente difficoltà nel coinvolgere i cittadini alla partecipazione politica.
Ecco l'affluenza registrata in ciascun comune della provincia di Macerata:
| APIRO | 40,30 % |
| APPIGNANO | 53,61 % |
| BELFORTE DEL CHIENTI | 52,68 % |
| BOLOGNOLA | 64,34 % |
| CALDAROLA | 52,47 % |
| CAMERINO | 57,03 % |
| CAMPOROTONDO DI FIASTRONE | 47,02 % |
| CASTELRAIMONDO | 47,53 % |
| CASTELSANTANGELO SUL NERA | 52,65 % |
| CESSAPALOMBO | 51,22 % |
| CINGOLI | 42,27 % |
| CIVITANOVA MARCHE | 48,79 % |
| COLMURANO | 44,02 % |
| CORRIDONIA | 44,59 % |
| ESANATOGLIA | 54,83 % |
| FIASTRA | 49,82 % |
| FIUMINATA | 50,24 % |
| GAGLIOLE | 34,40 % |
| GUALDO | 52,08 % |
| LORO PICENO | 43,76 % |
| MACERATA | 50,91 % |
| MATELICA | 46,08 % |
| MOGLIANO | 50,62 % |
| MONTECASSIANO | 50,71 % |
| MONTE CAVALLO | 63,95 % |
| MONTECOSARO | 47,45 % |
| MONTEFANO | 40,29 % |
| MONTELUPONE | 41,50 % |
| MONTE SAN GIUSTO | 44,58 % |
| MONTE SAN MARTINO | 57,85 % |
| MORROVALLE | 45,91 % |
| MUCCIA | 61,33 % |
| PENNA SAN GIOVANNI | 39,38 % |
| PETRIOLO | 44,74 % |
| PIEVE TORINA | 62,92 % |
| PIORACO | 42,43 % |
| POGGIO SAN VICINO | 50,00 % |
| POLLENZA | 48,69 % |
| PORTO RECANATI | 44,63 % |
| POTENZA PICENA | 47,95 % |
| RECANATI | 45,05 % |
| RIPE SAN GINESIO | 45,21 % |
| SAN GINESIO | 40,74 % |
| SAN SEVERINO MARCHE | 42,49 % |
| SANT'ANGELO IN PONTAΝΟ | 50,50 % |
| SARNANO | 53,13 % |
| SEFRO | 50,96 % |
| SERRAPETRONA | 48,45 % |
| SERRAVALLE DI CHIENTI | 44,31 % |
| TOLENTINO | 46,15 % |
| TREIA | 38,71 % |
| URBISAGLIA | 47,80 % |
| USSITA | 53,72 % |
| VALFORNACE | 52,39 % |
| VISSO | 56,70 % |
Le elezioni regionali nelle Marche si confermano una delle partite più combattute di questa tornata elettorale. Secondo gli exit poll diffusi dai principali istituti demoscopici, la sfida tra il presidente uscente Francesco Acquaroli (centrodestra) e il sindaco di Pesaro Matteo Ricci (centrosinistra) è serratissima, con margini di differenza ridotti e ampiamente entro il margine di errore.
I dati raccolti raccontano un equilibrio quasi perfetto: secondo Sky TG24 – YouTrend, Acquaroli è accreditato tra il 46% e il 50%, con Ricci nella stessa forbice e gli altri candidati tra il 3 e il 5%. Per La7 – SWG il centrodestra appare in leggero vantaggio, con Acquaroli al 48,5-52,5% e Ricci al 45,5-49,5%, mentre gli altri si fermano tra l’1 e il 3%. Il consorzio Opinio Italia per Rai News 24 registra invece Acquaroli al 48-52%, Ricci al 46-50% e la candidata del PCI Lidia Mangani tra lo 0 e il 2%.
Tutti gli istituti concordano su un dato: l’esito è incerto e la forbice tra i due principali contendenti è minima. Acquaroli, sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e liste civiche, cerca la riconferma dopo il successo del 2020. Ricci, invece, guida una coalizione di centrosinistra che comprende PD, Movimento 5 Stelle e altre liste progressiste.
Un altro elemento che emerge dai primi dati è la scarsa partecipazione: le stime parlano di un’affluenza poco sopra il 50%, in linea con il trend nazionale di calo della partecipazione al voto.
Nel quartier generale del centrodestra si respira prudenza ma anche un cauto ottimismo, vista la leggera prevalenza attribuita da alcuni istituti ad Acquaroli. Nel fronte opposto, Ricci ha parlato di “gara apertissima” e di “possibilità concrete di cambiamento per la regione”.
L'unica certezza, al momento, è che le Marche saranno una delle regioni decisive per comprendere l’orientamento politico del Paese e gli equilibri tra centrodestra e centrosinistra confermandosi "Ohio d'Italia".
AGGIORNAMENTO ORE 15:40
Secondo il secondo exit poll realizzato dal consorzio Opinio per la Rai, il presidente delle Marche ricandidato per il centrodestra, Francesco Acquaroli, si attesta in una forbice tra il 49% e il 53% dei consensi, mentre lo sfidante del centrosinistra Matteo Ricci tra il 45% e il 49%. Beatrice Marinelli tra lo 0 e il 2%.
Il critico d’arte e politico Vittorio Sgarbi si è recato alle urne nel Comune di San Severino Marche nel pomeriggio di domenica 28 settembre per esprimere il proprio voto in occasione delle elezioni regionali per il rinnovo del presidente della Giunta regionale e del Consiglio delle Marche.
Accompagnato dalla compagna Sabrina Colle e dall’avvocato Giampaolo Cicconi, Sgarbi ha votato presso la Sezione numero 9. Ad accoglierlo al suo arrivo in città è stata il sindaco, Rosa Piermattei.
Sui social Sgarbi ha scritto: "Più marchigiano di un marchigiano. Felice di aver ritrovato l’appassionata sindaca Rosa Piermattei".
In questa occasione di civico impegno, il professor Vittorio Sgarbi si è lasciato un po’ del suo prezioso tempo per ammirare la mostra "Rinascimento Marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma lungo i cammini della fede”. La visita, che ha catalizzato l'attenzione del pubblico e dei suoi tanti estimatori, si è svolta in un contesto di grande significato con una comunità, quella settempedana, che ha letteralmente accolto di nuovo tra le sue braccia il “professore”, già sindaco di San Severino Marche tra il 1992 e il 1993.
Allestita nel piano nobile del Palazzo Comunale, nella splendida cornice di piazza Del Popolo, la mostra “Rinascimento Marchigiano” rappresenta un vero e proprio percorso culturale e spirituale. Non si tratta di una semplice esposizione, ma di una celebrazione della resilienza e della bellezza. I capolavori esposti, strappati alle macerie del sisma del 2016, sono tornati a risplendere grazie a importanti interventi di restauro, simboleggiando la capacità di rinascita di un intero territorio. L’iniziativa, promossa da Anci Marche e dal Pio Sodalizio dei Piceni, con il patrocinio del Comune di San Severion Marche e il sostegno della Regione, del Ministero della Cultura e di numerosi enti, è un esempio virtuoso di collaborazione che ha già richiamato tanti visitatori.
Ricevuto in Municipio dal sindaco Rosa Piermattei, il professor Sgarbi era accompagnato dalla sua compagna, Sabrina Colle, e dall'amico e avvocato di fiducia, il settempedano Giampaolo Cicconi. L'atmosfera è stata di grande cordialità, a testimonianza del forte legame che unisce il critico alla città di San Severino Marche.
Il tour all'interno della mostra è stato guidato da Paola Pistoni, guida turistica abilitata della Regione Marche. Sgarbi, con la sua inconfondibile passione, si è soffermato in particolare davanti a due opere emblematiche. La prima, di Pietro Alemanno, ha catturato la sua attenzione per la sua raffinatezza stilistica. La seconda, un capolavoro di Lorenzo d'Alessandro, la Madonna in trono col Bambino e sant’Anna, san Rocco e san Sebastiano, ha suscitato un profondo interesse per la sua provenienza: l'opera capolavoro del grande artista di San Severino Marche presente in mostra tra le opere più importi è stata recuperata dalla scomparsa chiesa di San Michele Arcangelo a Matelica.
Il tour di Sgarbi si è concluso con una tappa inattesa e suggestiva. Dopo aver ammirato i dipinti del Rinascimento marchigiano, il critico si è concesso alcuni istanti per tornare ad contemplare i bozzetti di Filippo Bigioli esposti nella Galleria d'Arte Moderna del Palazzo Comunale. Sebbene non facciano parte del percorso della mostra, questi 27 quadretti con scene tratte dalla Divina Commedia, miracolosamente recuperati dallo stesso critico, offrono ai visitatori l’opportunità di riflettere sul genio creativo che unisce arte e letteratura.
Si è conclusa la prima delle due giornate di votazione per eleggere i consiglieri e il presidente della dodicesima legislatura della Regione Marche. Alle ore 23.00 si è recato a votare il 37,71% degli aventi diritto, rispetto al 42,72 del 2020.
Hanno già espresso il loro voto 499.917 marchigiani. Le urne riapriranno domani, alle ore 7.00 per chiudersi definitivamente alle ore 15.00. Successivamente, inizierà lo spoglio delle schede regionali.
La prima giornata di voto ha fatto registrare un’affluenza del 37,72 nella circoscrizione di Ancona (rispetto al 42,96% del 2020). In quella di Ascoli Piceno la percentuale è stata di 36,26% (41,07% nel 2020), in quella di Fermo 38,37% (43,05% nel 2020), in quella di Macerata 35,82% (40,51% nel 2020), in quella di Pesaro e Urbino 40,07% (45,34% nel 2020). Queste le percentuali registrate alle 23.00 nei capoluoghi regionale e provinciali: Ancona 37,89%, Ascoli Piceno 38,74%, Fermo 43,06%, Macerata 39,81%, Pesaro 42,88%
Alle ore 19.00 il 30,24% degli aventi diritto ha espresso il proprio voto per il rinnovo dell’assemblea legislativa delle Marche e l’elezione del presidente della giunta regionale.
Si sono recati alle urne 400.679 marchigiani. Nella tornata elettorale del 2020, alla stessa ora aveva votato il 32,94% degli elettori. La circoscrizione di Ancona ha fatto registrare un’affluenza del 30,08%, rispetto al 33,76% di cinque anni fa.
Quella di Ascoli Piceno rileva un 29,09% contro il precedente 30,12%. La circoscrizione di Fermo un 30,64% (32,21% nel 2020), quella di Macerata il 28,28% a fronte del precedente 31,18%, mentre quella di Pesaro e Urbino 32,84% rispetto al 35,61% dello scorso quinquennio. Di seguito le affluenze dei capoluoghi regionale e provinciali: Ancona 30,73%, Ascoli Piceno 31,97%, Fermo 35,11%, Macerata 31,30% e Pesaro 36,16%.
Arrivano i primi dati sull'affluenza alle urne. Seggi aperti dalle 7 di questa mattina fino alle 15 di domani, lunedì 29 settembre, per eleggere i membri del Consiglio regionale.
In provincia di Macerata l'affluenza è stata del 10,15% degli aventi diritto (nel capoluogo l'affluenza è superiore e si attesta all'11,58%), il secondo dato più basso della Regione Marche dove l'affluenza media è del 10,59%.
Sempre secondo i dati diffusi dall'Ufficio Elettorale della Regione, sulla totalità delle 1.572 sezioni, la provincia dove l'afflusso alle urne è stato più alto è quella di Pesaro-Urbino (12,35%), davanti a Fermo (10,90%) e Ascoli Piceno (10,33%). Ancona è all'ultimo posto con il 9,60% degli aventi diritto al voto che si sono recati alle urne.
Alle Regionali del 2020, alla stessa ora, aveva votato il 13,43% degli elettori. Complessivamente hanno espresso la propria preferenza 140.390 marchigiani, a fronte dei 175.999 votanti registrati cinque anni fa. Ricordiamo come lo spoglio inizierà subito dopo la chiusura dei seggi (lunedì 29 settembre alle 15:00).
Domenica 28 e lunedì 29 settembre i cittadini delle Marche saranno chiamati alle urne per l’elezione del presidente della Giunta regionale e per il rinnovo del Consiglio regionale. Le urne saranno aperte domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15.
I candidati alla presidenza della Regione sono sei: il governatore uscente Francesco Acquaroli (FdI, centrodestra), l’europarlamentare del Pd ed ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci (centrosinistra), poi Claudio Bolletta (Democrazia Sovrana e Popolare), Lidia Mangani (Partito Comunista italiano), Beatrice Marinelli (Evoluzione della Rivoluzione) e Francesco Gerardi (Forza del Popolo).
Sono 18 le liste presentate, con un totale di 526 candidati in corsa per i 30 seggi del Consiglio regionale. Gli elettori marchigiani aventi diritto al voto sono circa 1 milione e 300 mila (1.263.236 per la precisione).
Come si vota
L’elettore può:
Votare solo per il candidato presidente, tracciando un segno sul nome. In questo caso il voto si intende espresso anche a favore della lista collegata al candidato.
Votare per il candidato presidente e per una lista collegata, tracciando un segno sul simbolo della lista prescelta.
Votare solo per una lista, in tal caso il voto si intende valido anche a favore del candidato presidente collegato alla lista.
Non è ammesso il voto disgiunto. Voti espressi per una lista provinciale e un candidato presidente non collegato saranno considerati nulli.
Per quanto riguarda le preferenze dei consiglieri regionali, l’elettore può indicare uno o due nomi della lista scelta, scrivendo cognome o nome e cognome in caso di omonimia. Se si esprimono due preferenze, queste devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza.
Il voto per le liste provinciali permette di esprimere fino a due preferenze e segue le stesse regole di genere. Se si vota solo per la lista provinciale, il voto è valido anche per il candidato presidente collegato.
La ripartizione dei seggi per provincia è la seguente:
Ancona: 7 seggi
Pesaro-Urbino: 7 seggi
Macerata: 6 seggi
Ascoli Piceno: 4 seggi
Fermo: 4 seggi
Oggi è silenzio elettorale e per la prima volta da mesi i nostri social respirano. Niente simboli di partito, niente video motivazionali su quanto sono belle le Marche, niente santini sorridenti che ci promettono il paradiso in terra. Solo 3 giorni di pace digitale prima che lunedì sera torni il solito teatrino di vincitori esultanti e sconfitti che già pianificano la rivincita.
IL RESPIRO DIGITALE CHE NON SAPEVAMO DI VOLERE
Per quasi tutta l’estate i nostri feed sono stati invasi dalla più grande operazione di marketing territoriale della storia: "Le Marche sono bellissime" ripetuto in salsa elettorale da tutti i candidati.
Partecipazione alle sagre estive (tutti alle stesse), passeggiate nei borghi medievali (rigorosamente gli stessi), dichiarazioni d'amore per la regione che sembravano spot pubblicitari dell'ente del turismo.
E oggi? Silenzio. Benedetto silenzio.
I nostri social sono tornati a essere quello che dovrebbero sempre essere: uno spazio per le persone normali che raccontano la loro vita normale. Senza promesse elettorali, senza slogan, senza l'ansia da campagna elettorale.
L'ARTE PERDUTA DEL NON DIRE NULLA
Il silenzio elettorale sui social è un esperimento sociologico involontario. Costringe i candidati a non poter comunicare proprio quando vorrebbero farlo di più: nel momento clou, quando l'attenzione è massima. E così oggi scopriamo che i social possono funzionare benissimo anche senza la politica che invade ogni spazio. Che le persone hanno altre cose da raccontare oltre ai programmi elettorali. Che esistono contenuti più interessanti dei comizi digitali. È come quando togli il volume alla TV durante una pubblicità particolarmente fastidiosa e ti accorgi che il silenzio è molto più rilassante del messaggio.
IL PARADOSSO DELLA COMUNICAZIONE FORZATA
Per mesi abbiamo visto candidati trasformarsi in influencer improvvisati: stories h24, dirette motivazionali, reel con musichette, persino TikTok (con risultati spesso imbarazzanti). Tutto per "stare vicini alla gente". Il paradosso? Più cercavano di sembrare spontanei, più sembravano forzati. Più volevano apparire autentici, più risultavano artefatti. Oggi che non possono parlare, paradossalmente, ci sembrano più umani. Perché il silenzio è l'unica cosa che non si può fingere.
LA RICETTA DEL WEEKEND SENZA PROPAGANDA
Come sopravvivere a 3 giorni di social senza promesse elettorali:
- Riscopri il piacere dei contenuti senza messaggi nascosti
- Goditi le foto dei tramonti fatte per bellezza, non per voti
- Apprezza i post sulla domenica in famiglia senza retropensieri
- Leggi opinioni che non nascondono candidature future
- Respira l'aria di social finalmente spontanei
- Preparati mentalmente al ritorno del circo da martedì
Servire tiepido con una buona dose di serenità ritrovata. Effetto rilassante garantito.
IL RITORNO ALLA REALTÀ (TEMPORANEO)
Oggi sui social delle Marche si parla di gite in famiglia, di pranzi della domenica, di partite di calcio. Cose normali, dette da persone normali, senza sottotesti politici. È come quando finisce una festa molto rumorosa e improvvisamente senti di nuovo il suono degli uccelli che cantano. Ti accorgi che c'erano sempre, solo che non li sentivi più. I social "normali" c'erano sempre, nascosti sotto la valanga elettorale. Oggi riemergono per 3 giorni prima di essere di nuovo sommersi dal post-voto.
L'ATTESA DI MARTEDÌ
Perché martedì, inevitabilmente, tornerà tutto come prima. Anzi, peggio. Avremo i vincitori che ringraziano (e si prendono già il merito di tutto), i perdenti che promettono battaglia (e si candidano già per la prossima), i commentatori che spiegano perché avevano ragione loro.
I social torneranno a essere un campo di battaglia, le Marche torneranno a essere il "territorio più bello del mondo" (a seconda di chi vince), e noi torneremo a sognare il prossimo silenzio elettorale. Ma intanto, godiamoci questi tre giorni. Sono un regalo involontario della democrazia.
LA MORALE DEL SILENZIO
Il silenzio elettorale ci sta insegnando una cosa importante: a volte il miglior messaggio è non mandare nessun messaggio. A volte la comunicazione più efficace è smettere di comunicare.
In un mondo che urla costantemente per attirare attenzione, chi sa tacere al momento giusto ha un potere incredibile. Il potere di far sentire la propria assenza più della propria presenza.
E oggi, per la prima volta da mesi, i social delle Marche stanno parlando davvero. Proprio perché finalmente tacciono. Ci risentiamo martedì, quando il circo riprenderà. Ma intanto, godiamoci il weekend lento.
È stata lunga, ma mai intensa. La campagna elettorale per le regionali delle Marche si chiude come si è aperta: con una promessa di confronto mai mantenuta, un elenco di frasi fatte, e lo sguardo costantemente rivolto altrove.
Si è parlato di tutto, tranne che delle Marche. O, meglio, se ne è parlato come si parlerebbe di uno sfondo, non di un luogo reale abitato da problemi veri.
La sanità, ancora una volta, è stato l’unico campo di battaglia riconoscibile. Acquaroli ha alzato lo scudo dei cantieri, delle strutture costruite o “cantierizzate”, e della farmacia dei servizi—un termine tecnico trasformato in bandiera. Ricci ha risposto con l’accusa, parlando di disfunzioni e liste d’attesa infinite. Ma lo scontro si è fermato lì: più un botta e risposta da dépliant che un dibattito sulle soluzioni.
Sul piano del lavoro e dei giovani, Ricci ha promesso somme fuori scala: premi a chi resta, bonus a chi torna, soldi alle coppiette che scelgono le aree interne. Un’idea di politica come incentivo a tempo determinato, dove l’unico piano è sperare che qualcuno si commuova. Acquaroli, invece, ha lasciato che a parlare fossero i "Bodyguard" del governo, sempre presenti, anche prima che la campagna iniziasse. La ZES è stato il colpo di scena calato dall’alto da Meloni, un atto di forza più che una strategia, ovviamente a fini elettorali.
Il confronto diretto? Quasi inesistente. Due dibattiti ci sono stati, ma nessuno lo ha saputo. È sembrato che entrambi avessero paura di scoprirsi in campo aperto. Ognuno ha parlato alla propria bolla, ripetendo gli stessi slogan davanti agli stessi volti. Hanno aizzato le proprie curve da stadio con frasi buone per i social ma completamente scollegate dalla realtà.
E poi la giungla delle liste: molte nate all’ultimo per inseguire il voto civico, salvo poi mostrarsi per quello che sono—prolungamenti delle stesse logiche di sempre.
Le alternative? Esistono, forse. Ma presentarsi alle elezioni da perfetti sconosciuti e poi lamentarsi di essere ignorati è un film già visto. Riprendendo una frase decotestualizzata di Ricci sul palco di Macerata: “Se non ti comunichi, non esisti”. Una verità che vale per tutti, non solo per gli altri. E quindi non ce ne vogliano i vari Bolletta, Gerardi, Mangani e Marinelli, ma nessuno li ha presi in considerazione.
Quindi, che sia "Un cambio di Marche" o "Più Marche", resta una campagna elettorale priva di idee, senza slanci, senza visione. Solo parole in cerca di consenso. E silenzi, tanti silenzi, su ciò che davvero conta.
Si è svolta al ristorante La Cipolla d’Oro di Potenza Picena la festa di chiusura della campagna elettorale di Angelica Sabbatini, candidata alle elezioni regionali nella lista della Lega. Numerosi amici, rappresentanti di aziende, associazioni e cittadini della provincia di Macerata hanno partecipato all’evento per mostrare sostegno e vicinanza alla candidata.
Al fianco di Sabbatini anche il presidente della Regione Francesco Acquaroli, che nel corso della serata ha tracciato un bilancio del lavoro svolto: “Le Marche hanno cambiato rotta – ha dichiarato – la sanità torna vicino ai territori, l’economia cresce con la Zes, da ultimi nella programmazione dei fondi europei siamo diventati tra i primi. Sono stati avviati oltre 1.300 cantieri, l’aeroporto è tornato centrale, il turismo registra milioni di presenze in più e i ristori per le calamità arrivano in tempi rapidi. La filiera istituzionale funziona: oggi basta dialogare, non serve più battere i pugni”.
Un percorso che Sabbatini intende proseguire, con attenzione alle esigenze del territorio: “C’è una cosa che mi accomuna al presidente Acquaroli: le radici. Sono il valore aggiunto del centrodestra. Il contatto con le persone è fondamentale: conoscere il territorio significa tornare sempre nella giusta direzione. Io porterò in Regione le istanze della nostra comunità, delle persone perbene che non chiedono favori ma meritano risposte e serietà”.
Durante la serata sono intervenuti anche Luca Buldorini e Rosalba Ulbadi, che hanno sottolineato l’importanza della candidatura di Sabbatini. Buldorini ha richiamato le priorità della provincia di Macerata, dal nuovo casello autostradale alla messa in sicurezza della Strada Regina, dalla difesa della costa con le scogliere di Porto Recanati alla sfida della Val Potenza. Ulbadi ha evidenziato come la Lega sia riuscita a creare fiducia e condividere progetti concreti.
Sabbatini ha concluso la serata ribadendo le proprie battaglie principali: infrastrutture, turismo, bilancio e sociale. “Le cose vanno fatte con criterio e serietà – ha affermato –. Vi conosco, so di non essere sola: io sto con voi. Andrò in Regione per parlare di voi e per fare in modo che le cose vadano come devono andare. Il presidente Acquaroli ha già fatto molto, ma insieme possiamo fare ancora di più”.
La festa si è chiusa in clima di convivialità, con il taglio della torta per celebrare anche il compleanno del presidente Acquaroli, suggellando l’unità della squadra e la fiducia nel futuro.
"Filottrano torna sotto i riflettori dopo più di vent’anni, con la visita di Matteo Salvini, segretario della Lega e Ministro delle Infrastrutture". A dirlo è il sindaco Luca Paolorossi nel presentare il dialogo con il vicepremier. Dialogo con al centro le esigenze della città e lo sviluppo del territorio, con particolare attenzione alle infrastrutture e alla viabilità. Salvini ha colto l’occasione per visitare anche una delle realtà industriali locali.
Il sindaco Paolorossi ha raccontato con entusiasmo l’incontro: «Era dal 2004 che un ministro del governo italiano non veniva a Filottrano, e allora fu Gianfranco Fini a varcare l’arco di Corso del Popolo. Oggi, dopo 21 anni, abbiamo accolto Matteo Salvini, che ha voluto conoscere personalmente il nostro paese e, in particolare, “il sindaco strano” per capire da vicino chi siamo e come amministriamo».
Il sindaco ha sottolineato come la visita sia stata un’occasione per mostrare chi è Filottrano, cosa fa e da dove viene, ma anche per porre questioni concrete: «Filottrano è la città di congiunzione tra la provincia di Ancona e quella di Macerata. Siamo a confine e abbiamo bisogno di una variante, di nuove vie di scorrimento che tengano lontano il traffico pesante dal centro storico e dalle frazioni». Salvini si è preso l’impegno di seguire le esigenze della città, e il sindaco ha assicurato che continuerà a sollecitare l’attenzione del ministro.
Durante la visita, il Ministro ha potuto conoscere da vicino una delle industrie locali, la manifattura Gelso Nero, dove è stato accolto dalla famiglia Santoni. Paolorossi ha espresso inoltre il proprio ringraziamento a tutto il team della Lega locale e alla giunta comunale, evidenziando "il lavoro quotidiano a sostegno della comunità".
Nella giornata di oggi, l’europarlamentare Silvia Sardone ha fatto visita alla città di Macerata, accolta dal vicepresidente della Provincia e candidato alle prossime elezioni regionali con la Lega, Luca Buldorini.
“La serenità dei cittadini viene prima di tutto – ha dichiarato Buldorini –. Oggi troppi genitori non hanno più la tranquillità di lasciare uscire i propri figli la sera, troppi anziani rinunciano alla socialità nei bar, nei mercati o nei parchi con i nipoti per paura di incontrare delinquenti abituali. È arrivato il momento di dire basta".Proprio in questo contesto, Buldorini ha illustrato uno dei punti centrali del proprio programma: la proposta di un CPR (Centro di Permanenza per i Rimpatri) nelle Marche, "uno strumento fondamentale per garantire l’immediato allontanamento di chi risulta irregolare sul nostro territorio e ha commesso reati", l'ha definito."Chi arriva clandestinamente e delinque non può pensare di restare impunito: niente libertà, ma una struttura da cui si esce solo con un aereo che ti riporta da dove sei venuto - ha sottolineato Buldorini -. È un segnale politico forte e concreto che dobbiamo ai cittadini marchigiani e a tutte le Forze dell’Ordine, che troppo spesso vedono vanificati i propri sforzi già dal giorno dopo, quando i criminali tornano a delinquere indisturbati”.A rafforzare il messaggio, l’intervento dell’europarlamentare Silvia Sardone, da anni impegnata in prima linea sul tema della sicurezza e dell’immigrazione: "Chi si macchia di crimini e non ha diritto di stare in Italia deve essere espulso – ha dichiarato Sardone –. Per questo sono importanti i centri per il rimpatrio sul territorio: danno risposte concrete ai cittadini e sostegno alle Forze dell’Ordine".
"Questo è l’impegno che prendo insieme alla Lega e a Silvia Sardone – ha concluso Buldorini –: se i marchigiani mi daranno fiducia e sarò eletto in Consiglio Regionale, dal primo minuto porterò avanti questa battaglia, senza compromessi e senza esitazioni".
“Destra e sinistra sono due facce della stessa medaglia. La Palestina? Noi filo-palestinesi da sempre, il PD solo da quando ha vinto Trump. Con Biden se ne fregavano del Medio Oriente e del genocidio in corso. Piegano le questioni etiche e umanitarie al tornaconto elettorale”. Così Marco Rizzo (in collegamento) interviene a Porto Sant’Elpidio per la chiusura della campagna elettorale di Democrazia Sovrana e Popolare, in occasione della presentazione dei candidati.
“La destra e il centrosinistra sono due facce della stessa medaglia, due venditori di fumo speculari che, mentre fingono di diversificare il loro messaggio con le rispettive propagande in diretta permanente, si comportano di fatto da esecutori territoriali di una pesante limitazione della sovranità popolare e di un’aggressiva espansione delle politiche economiche neoliberiste, anche di tipo autoritario -aggiunge Rizzo -. Politiche in ragione delle quali gli enti locali, sottoposti all’imposizione del pareggio di bilancio inserito in Costituzione con riforme bipartisan, hanno proceduto a privatizzare i settori economici pubblici e i servizi essenziali, come quello socio-sanitario, estremamente intaccato a danno soprattutto dei soggetti più deboli. I territori sono stati depredati in tutta Italia. Nelle Marche, gli amici di Ricci e Acquaroli hanno desertificato la sanità e appoggiano guerre e riarmo europeista contro il ceto medio e contro i lavoratori".
"Nelle Marche – continua Rizzo – il partito unico di Bruxelles, a cui sono iscritti Ricci e Acquaroli, ha dato il via allo smantellamento della sanità pubblica e al finanziamento di quella privata; alla chiusura di reparti e ospedali sul territorio; al fallimento della Banca delle Marche e alla crisi del comparto creditizio; alla chiusura di fabbriche e alla desertificazione industriale del territorio, con profitti milionari per i fondi di investimento predatori e disoccupazione per i lavoratori".
"La nostra ricetta è la sovranità. Sovranità è volere una patria e dei territori finalmente indipendenti dagli interessi dei monopolisti e dei mercanti d’armi. È la scelta di spendere per il welfare, per la scuola e per la sanità marchigiana, non per gli 800 miliardi del riarmo votato unitamente da PD e FDI”, ha concluso Rizzo, leader di Democrazia Sovrana e Popolare, impegnato per Bolletta Presidente e candidato nella circoscrizione di Pesaro. Nel corso della serata sono stati presentati i candidati del Fermano per DSP: Claudio Bolletta Presidente, Marianella Fioravanti (capolista) e Massimiliano Mora.