Chiude lo sportello bancario a Visso: "Un colpo alla ricostruzione, ogni giorno perdiamo pezzi"
In un momento cruciale per la rinascita delle aree colpite dal sisma, quando i territori avrebbero bisogno di più servizi e non di meno, arriva una notizia che suona come un duro colpo: la banca Intesa Sanpaolo chiude lo sportello di Visso, uno dei simboli del terremoto che ha devastato il Centro Italia. A denunciare questa decisione è l’imprenditrice locale Loredana Remigi, che da anni lotta per restare e ricostruire nel proprio territorio. Ma le difficoltà si accumulano e l’ennesima chiusura sembra sancire un lento e inesorabile abbandono delle aree interne, svuotate non solo dalle persone, ma anche dai servizi essenziali che rendono possibile la vita quotidiana: banche, scuole, ambulatori.
Questa scelta appare in aperta contraddizione con le politiche di rilancio delle aree terremotate e con la retorica della “ricostruzione partecipata”. Come si può parlare di ripartenza se i territori vengono privati dei presidi fondamentali per la gestione delle attività economiche e familiari? Dove sono le istituzioni? Di fronte a questa chiusura, ci si domanda quale sia stata la reazione delle amministrazioni di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera. Si sono attivate per cercare soluzioni e tutelare cittadini e imprese? Hanno aperto un dialogo con l’istituto bancario o con altri enti per garantire un’alternativa? Il silenzio non è accettabile.
Chi governa un territorio ha la responsabilità di rappresentare e difendere la propria comunità, soprattutto in situazioni critiche come questa. Un territorio che lotta, ma perde pezzi Remigi, che ha già affrontato l’inagibilità del suo locale e del magazzino, si è scontrata con un altro ostacolo: la mancata assegnazione di uno spazio commerciale, nonostante avesse presentato regolarmente un progetto per il bando del Comune. L’amministrazione ha scelto di procedere con un sorteggio, affidando tutte le strutture a un solo imprenditore.
"Un sistema incomprensibile e inaccettabile – denuncia Remigi –. Ho presentato denuncia alla Procura della Repubblica e alla Guardia di Finanza, ma finora nessuno è intervenuto per correggere una palese irregolarità". Ora, una delle sue società è destinata a chiudere a giugno, mentre le altre rischiano di essere trasferite altrove. “Non si può restare in un territorio che non offre le condizioni minime per lavorare”. La chiusura della banca: una decisione assurda La comunicazione della chiusura dello sportello bancario di Visso è per Remigi e per molti altri un segnale gravissimo.
“Gestisce i conti legati al contributo del Decreto Sisma. In questa fase della ricostruzione, la sua chiusura è assurda. Ci stanno abbandonando nel silenzio generale”. Ma ciò che preoccupa di più è l’assenza totale di reazione da parte delle istituzioni: né i Comuni, né la Regione Marche, né il commissario straordinario alla Ricostruzione hanno preso posizione su questa vicenda. "Chi resta in queste terre ci mette cuore, tempo e sacrifici. Ma ogni giorno perdiamo pezzi: attività, scuole, banche, servizi. Come possiamo parlare di ricostruzione se il territorio viene lentamente svuotato di ogni presidio vitale?" Un grido d’allarme Loredana Remigi dà voce a un malessere diffuso, a una resistenza che rischia di spegnersi. E con lei, molti cittadini si chiedono: come si può sperare nella rinascita, se le istituzioni sono le prime a scomparire?
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