Referendum, Macerata registra l’affluenza più bassa delle Marche: solo il 30% al voto in provincia
Affluenza superiore alla media nazionale alle urne nelle Marche per i cinque referendum abrogativi, che proponevano modifiche in tema di lavoro e cittadinanza. Quorum, in ogni caso, non raggiunto per nessuno dei cinque quesiti. Alle ore 15 di lunedì 9 giugno, la percentuale dei votanti nella regione si è attestata al 32,70%, un dato che supera di oltre due punti la media nazionale (30,50%).
Tra le province marchigiane, i dati mostrano una partecipazione disomogenea. Le affluenze più alte si sono registrate nella provincia di Ancona, dove si è recato alle urne il 35,99% degli aventi diritto, e in quella di Pesaro Urbino con il 32,49%.
In provincia di Macerata, la percentuale si ferma al 30%, attestandosi come la più bassa dell'intero territorio regionale. Unico comune che oltrepassa il 40% di votanti è quello di Poggio San Vicino (43,75%), tra i comuni con più di 15mila abitanti i dati più alti di partecipazione al voto li registrano Tolentino (33,90%) e Macerata (33,26%). Civitanova Marche non raggiunge il 30% (29,38%). Supera di poco quota 30%, invece l’affluenza nelle province di Fermo (31,37%) e Ascoli Piceno (30,75%).
La tornata referendaria riguardava cinque quesiti abrogativi: quattro legati al mondo del lavoro - tra cui licenziamenti, contratti a termine e responsabilità solidale negli appalti - e uno sulla cittadinanza, relativo alla riduzione da 10 a 5 anni del tempo di residenza legale richiesto agli stranieri extracomunitari per ottenere la cittadinanza italiana.
Stando ai primi scrutini, i quattro quesiti riguardanti il mondo del lavoro hanno superato la soglia dell'85% di "Sì" tra i votanti, diverso invece il caso del quinto quesito - quello relativo alla cittadinanza - con il "Sì" che si ferma al 62% circa delle preferenze.
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