"È stata firmata l’intesa per la riapertura del mattatoio di Villa Potenza con un accordo raggiunto tra i gestori dell’impianto - il Cozoma - e l’imprenditore maceratese Ilario Marcolini per garantire la sostenibilità economica della struttura fino alla prossima asta giudiziale che si spera possa rivelarsi positivamente risolutiva”. Ad annunciarlo è il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli.
“Ho lavorato mesi per risolvere questo problema che ha un impatto importante sull’economia delle piccole aziende agricole del territorio - ha aggiunto Parcaroli -. Gli allevatori sarebbero stati costretti a macellare i propri capi di bestiame altrove con costi esorbitanti, tali da mettere a rischio la continuazione dell’attività. Ho coinvolto quindi l’imprenditore Ilario Marcolini, che ringrazio, che ha manifestato interesse e ha studiato la situazione presentando anche una lettera di intenti per dichiarare la disponibilità alla partecipazione alla prossima asta. Il primo passo c’è stato, guardiamo fiduciosi al futuro».
Ilaria Marcolini, imprenditore di rilievo nazionale, è titolare, con circa novecento capi iscritti al libro genealogico, del più grande allevamento al mondo della razza bovina marchigiana Igp vitellone bianco dell’Appennino centrale. “La settimana prossima, dunque, ripartirà l’attività di macellazione nella struttura di Villa Potenza e il funzionamento è garantito fino all’asta giudiziale. Poi entrerà in ballo il progetto di riqualificazione annunciato da Marcolini che ha comunque garantito - tra l’altro - anche il mantenimento dei livelli occupazionali e un piano economico sostenibile per la gioia delle casse pubbliche che negli anni hanno visto uscire milioni di euro per sostenere la struttura” ha concluso il sindaco Parcaroli.
La Regione Marche rilancia sulla valorizzazione dei borghi e stanzia altri sei milioni di euro a sostegno dell’accoglienza diffusa: il bando "Borgo accogliente" passa così da 24 a 30 milioni di euro, ampliando il numero dei Comuni finanziabili e dando una nuova spinta alla strategia regionale di rilancio delle aree interne.
Ad annunciarlo è stato il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, nel corso dell’evento "Marche Regione dei Borghi – Identità in rete e strategie di rilancio del territorio", in programma al Teatro Cortesi di Sirolo, luogo simbolo scelto non a caso per rappresentare una delle realtà più attrattive del turismo regionale.
"I borghi sono l’elemento che più rappresenta l'identità delle Marche - ha dichiarato Acquaroli - un patrimonio unico che unisce cultura, tradizione, artigianato, enogastronomia, paesaggio e benessere. È da qui che passa il futuro della nostra attrattività turistica, capace di coniugare bellezza, autenticità e sostenibilità".
Con l'integrazione annunciata oggi, la dotazione complessiva della strategia borghi raggiunge quota 110 milioni di euro, considerando anche gli 80 milioni già stanziati a favore delle imprese. Il nuovo finanziamento consentirà di scorrere la graduatoria del bando e finanziare ulteriori progetti presentati da Comuni che erano stati ammessi ma non ancora coperti da fondi, molti dei quali promossi in forma associata.
Finora il bando ha permesso di finanziare 26 progetti, coinvolgendo 66 Comuni, con interventi che spaziano dalla riqualificazione urbana alla creazione di strutture ricettive, dallo sviluppo dei servizi turistici alla mobilità sostenibile, passando per l’innovazione digitale e i cluster tematici. Le richieste pervenute sono state ben 146, a dimostrazione di un ampio fermento locale e di un forte interesse da parte dei territori.
L’obiettivo della Regione è quello di trasformare i borghi marchigiani in un circuito di turismo esperienziale, capace di attrarre viaggiatori italiani e stranieri alla ricerca di autenticità e qualità della vita.
I nuovi fondi saranno indirizzati non solo a migliorare l’accoglienza, ma anche a rafforzare la sostenibilità economica dei borghi, creando opportunità per le comunità locali e generando un indotto positivo per le attività produttive circostanti.
Proseguono i lavori per la realizzazione della nuova strada di collegamento tra via Ugo Bassi e via dei Mille, parte integrante del piano asfalti messo in campo dall’Amministrazione comunale di Civitanova. Un intervento strategico per migliorare la viabilità urbana e garantire una maggiore sicurezza e fluidità del traffico in una zona ad alta densità abitativa e di servizi pubblici. L’opera, affidata all’impresa Beani Annibale di Comunanza, ha un valore complessivo di 170 mila euro. Per consentire l’avvio del cantiere, è stato necessario procedere all’esproprio e all’acquisto, da parte del Comune, di alcune aree private.
Questa mattina si è svolto un sopralluogo sul cantiere da parte del sindaco Fabrizio Ciarapica e dell’assessore ai Lavori Pubblici Ermanno Carassai, che hanno voluto constatare l’andamento degli interventi insieme ai tecnici comunali e ai responsabili dell’impresa. “Questa strada – ha dichiarato il Sindaco – rappresenta un collegamento importante che migliorerà la viabilità di tutta la zona. Permetterà inoltre un accesso più diretto alle strutture pubbliche, evitando il transito su via Martiri di Belfiore. Abbiamo lavorato a lungo per sbloccare questa opera, acquisendo le aree necessarie e pianificando un intervento che rispetti i criteri di funzionalità, sicurezza e accessibilità. Ringrazio gli uffici e la ditta per l’impegno”.
L’intervento comprende la realizzazione del sottofondo, la posa del collettore per le acque chiare con collegamento a via dei Mille, gli allacci delle caditoie e la predisposizione delle linee per la pubblica illuminazione, la rete del gas metano e la rete idropotabile. Seguiranno la pavimentazione in asfalto, la posa della segnaletica orizzontale e verticale e la costruzione dei marciapiedi, progettati nel rispetto delle normative per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
“Siamo soddisfatti dell’avanzamento del cantiere – ha aggiunto l’assessore ai Lavori Pubblici Ermanno Carassai –. Si tratta di un intervento completo, che va ben oltre la semplice asfaltatura: è un’opera infrastrutturale che include rete dei sottoservizi, illuminazione, sicurezza idraulica e marciapiedi accessibili. Un esempio concreto di come stiamo investendo sulla riqualificazione della città". L’Amministrazione continuerà a monitorare l’andamento dei lavori e nel frattempo sta predisponendo altri progetti per riqualificare le strade cittadine.
Il sindaco Sandro Parcaroli torna a fare il punto sullo stato dell’arte delle infrastrutture a Macerata e lo fa con una nota dai toni decisi: “Alle parole preferiamo i fatti, e i fatti parlano chiaro”. Tra le novità annunciate, la pubblicazione della gara per la progettazione della nuova bretella che collegherà via Martiri delle Foibe a Villa Potenza. L’intervento prevede una strada di circa due chilometri, con un tratto in galleria e un viadotto fino alla rotatoria situata dopo il ponte di San Giovanni Paolo II.
Sono anche in corso le procedure espropriative per la realizzazione della strada Mattei-La Pieve, un progetto che è destinato a cambiare la viabilità nella zona. Secondo quanto affermato dal sindaco Sandro Parcaroli, “i lavori inizieranno tra un paio di mesi”, grazie alla collaborazione con la società Quadrilatero.
Un progetto atteso da tempo e che, come sottolineato dal sindaco, arriva dopo un lungo periodo di attesa e incertezze, poiché “un certo sindaco del centrosinistra anni fa non volle far realizzare questa strada alla Quadrilatero, dicendo che l’avrebbero fatta da soli. Si è visto come è andata: il nulla”.Il sindaco ha poi rimarcato che, nonostante i progressi, non ci si è fermati. “In questi anni abbiamo reperito i finanziamenti e sono in corso lavori per oltre centocinquanta milioni di euro, somme mai viste prima”, ha aggiunto, mettendo in evidenza che questi fondi non sono “caduti dal cielo”, ma sono frutto di un lavoro concreto sui progetti, della partecipazione a bandi e del sostegno richiesto a Regione e Ministero.
Un altro passaggio importante è stato dedicato alla critica delle amministrazioni passate, con riferimento alle difficoltà legate alla realizzazione della Civitanova-Foligno, un’infrastruttura che oggi è considerata fondamentale per il territorio. “Ora partono le opere, la musica è cambiata rispetto ai tempi di quel centrosinistra che tentò perfino di opporsi all’azione dell’allora viceministro Mario Baldassarri con la sua legge Obiettivo che ha consentito alle Marche di dotarsi di quella infrastruttura che tutti ben conoscono, la Civitanova-Foligno.”
Parcaroli ha concluso la sua dichiarazione con una nota ottimistica, ma anche con la consapevolezza che il lavoro non finisce qui. “Macerata ha cambiato marcia e senso di marcia: non c’è più il centrosinistra del no, le opere ora si realizzano grazie alla filiera istituzionale formata da Comune, Provincia, Regione, Ministero. Insieme per fare, insieme per dare a Macerata quel dinamismo che merita. Non ci siamo fermati a osservare le opere, ma siamo già proiettati a ricercare nuove opportunità e investimenti per la città.”
Gli uffici comunali di Tolentino sono al lavoro per determinare le tariffe Tari per il 2025. L’assessore al bilancio e tributi, Diego Aloisi, ha spiegato: "L’aumento per il 2025, a cui tutti i comuni stanno facendo fronte, è dovuto principalmente ai costi Cosmari, all’incremento della spesa per energia elettrica, carburanti e soprattutto agli aumenti per i trasporti dei rifiuti in discarica fuori provincia, in attesa dell’ampliamento dell’impianto di Cingoli e dell’individuazione della nuova discarica a servizio della provincia".
Parallelamente, il Comune sta portando avanti le verifiche necessarie per il riaccertamento della Tari relativa agli anni passati, periodo in cui, a causa del sisma prima e della pandemia poi, erano state sospese per legge sia le attività di pagamento che quelle di controllo. Questo processo ha portato a un ricalcolo della tassa che, sommando gli aumenti pregressi, ha generato in alcuni casi cartelle di importi elevati.
"Certamente non è un lavoro facile, né piacevole - ha sottolineato Aloisi - specialmente in un periodo complesso e difficile da un punto di vista economico. Tuttavia, l'ente deve procedere al fine di evitare danno all’erario e garantire la corretta ripartizione della Tari, che è una tassa destinata esclusivamente a coprire i costi della raccolta e smaltimento rifiuti e non un'entrata di bilancio che lascia altre possibilità di spesa al Comune".
Per affrontare questa situazione, che interessa in particolare le imprese, il Comune sta lavorando a stretto contatto con i contribuenti per aggiornare i dati relativi alla tassa, come la metratura e la tipologia di attività, garantendo così un calcolo corretto secondo la normativa vigente. "Gli uffici e gli amministratori stanno garantendo la massima disponibilità all’ascolto del contribuente - ha precisato Aloisi - offrendo massima flessibilità, con rateizzazione e dilazione per gli importi eventualmente accertati".
Infine, l'assessore ha auspicato che il tema non venga strumentalizzato politicamente, ribadendo che "l'attività di accertamento è imposta dalla legge e non serve a fare cassa al Comune, ma ai paganti della Tari".
La consigliera comunale del gruppo misto di Macerata, Sabrina De Padova, replica all'articolo pubblicato dal consigliere e capogruppo della Lega Aldo Alessandrini, in cui vengono sollevate problematiche legate alla carenza di parcheggi e al traffico (leggi qui). Temi che De Padova aveva affrontato nel suo ordine del giorno presentato durante il consiglio comunale dello scorso 24 marzo.
"Sono rimasta veramente sorpresa nel leggere l’articolo del consigliere Alessandrini, in cui vengono sollevate alcune delle problematiche che avevo già evidenziato nel mio ordine del giorno", ha commentato De Padova. L'ordine del giorno, che mirava a risolvere la questione dei parcheggi e a migliorare la gestione dei cantieri, "è stato bocciato durante il consiglio - ricorda -, ma il consigliere Alessandrini ha recentemente sollevato gli stessi temi, chiedendo al sindaco Parcaroli di cercare l’equilibrio".
De Padova, pur riconoscendo che Alessandrini abbia sollevato questioni legittime, ha sottolineato come sarebbe stato più appropriato discutere questi temi direttamente durante la seduta consiliare, anziché scrivere un articolo dopo aver bocciato l’ordine del giorno: "Probabilmente, visto che ‘spesso cambia idea', ha pensato di affrontare adesso questo argomento, ma la mia proposta era già lì, discussa pubblicamente".
Il tema centrale dell'ordine del giorno di De Padova riguarda la mancanza di una programmazione adeguata dei lavori pubblici, che ha avuto come conseguenza una continua carenza di parcheggi e disagi per i cittadini. "Gli interventi sono stati autorizzati senza alcun criterio, senza pianificazione e senza il minimo rispetto per i cittadini, che si trovano a fronteggiare continui ingorghi, nonostante le lamentele e le proteste, anche da parte di chi gestisce attività commerciali", ha dichiarato De Padova, criticando l'approccio adottato dall'amministrazione comunale.
In particolare, De Padova aveva chiesto all’assessora Laviano di rimuovere i cartelli abusivi, di informare i cittadini in anticipo sull'apertura di nuovi cantieri e di riservare più posti auto per i residenti del centro storico. Tra le proposte, anche quella di offrire agevolazioni per gli abbonamenti ai parcheggi e garantire un dialogo costante tra il Comune e i cittadini. Inoltre, De Padova ha suggerito di riorganizzare i servizi degli uffici tecnici per migliorare la programmazione e coordinazione degli interventi, così da evitare che i cantieri siano realizzati in modo disorganizzato.
"Una riorganizzazione degli uffici potrebbe migliorare notevolmente la gestione degli interventi, garantendo una maggiore efficienza", ha proseguito De Padova. La consigliera ha anche avanzato l'idea di sdoppiare gli uffici per ottimizzare il lavoro, proposta che è stata discussa da alcuni assessori, ma non ancora attuata.
Non avendo ricevuto una risposta adeguata da parte dell’assessore ai lavori pubblici Marchiori, De Padova ha presentato un’interrogazione scritta lo scorso 27 marzo, sperando di risolvere queste problematiche: "Si auspica - ha concluso - che, qualora un consigliere condivida le stesse opinioni di una consigliera del gruppo misto, possa anche ‘intervenire a suo favore’, anziché votare contro".
Definito in queste settimane l’intervento di messa in sicurezza della scarpata lungo la strada provinciale 34 "Corridoniana", in un tratto interessato da un dissesto che, nel maggio 2023, aveva compromesso la stabilità del terreno e reso necessaria l'evacuazione di alcune abitazioni adiacenti. L’evento, originato da un lento processo di degrado del terreno, era stato aggravato dalle intense precipitazioni meteoriche che avevano interessato il territorio.
Nell’immediatezza il comune di Corridonia aveva provveduto a mettere in sicurezza il luogo della frana. Ora, dopo un’attenta analisi tecnica svolta dai tecnici della Provincia di Macerata, è stato progettato un particolare intervento mirato a garantire la stabilità del versante e la sicurezza dell'area. I lavori prevedono la realizzazione di un’opera di sostegno in acciaio tirantata, sviluppata su due livelli di circa tre metri ciascuno, con l’obiettivo di contenere il terreno e di incrementare la pendenza della scarpata in modo controllato.
Sarà inoltre predisposto un sistema di regimentazione delle acque superficiali per evitare ulteriori fenomeni di erosione e dissesto. L’investimento complessivo per l’intervento ammonta a 180mila euro, e l’inizio dei lavori è programmato tra i mesi di maggio e giugno 2025, mentre il termine dell’intervento è previsto per fine settembre.
Un lavoro complesso svolto dagli uffici tecnici della Provincia, che ha avuto bisogno di un adeguato tempo di studio e progettazione, oltre al tempo necessario per il reperimento di fondi specifici.
L’amministrazione comunale, consapevole della rilevanza dell’opera per la sicurezza dei residenti e della viabilità, continuerà a seguire da vicino l’iter amministrativo e operativo, garantendo il massimo impegno affinché l’intervento venga realizzato nel minor tempo possibile.
Il commento del sindaco di Corridonia Giuliana Giampaoli: "Ringraziamo la Provincia per aver preso in carico l’intervento che riguarda una porzione della SP34 intensamente transitata e lungo la quale corre il passaggio pedonale, garantendo sia la copertura economica necessaria sia le risorse tecniche per la messa in sicurezza definitiva del tratto interessato alla frana del 2023".
"Passo dopo passo prende forma la nuova visione sulle infrastrutture della nostra regione". Lo scrive in un post social il presidente della regione Marche Francesco Acquaroli che annuncia: "È stata pubblicata oggi la gara per l'affidamento della progettazione della Macerata - Villa Potenza. Un investimento da 25 milioni finanziato con fondi regionali che consentirà di collegare Macerata da via Martiri delle Foibe a Villa Potenza con il completamento della bretella attuale".
"Questo intervento si inserisce in un più ampio piano di potenziamento della Valle del Potenza - aggiunge Acquaroli - che comprende anche il collegamento Villa Potenza-Sambucheto (30 milioni di euro), un nuovo svincolo autostradale in fondo alla ValPotenza ed altri investimenti". "Inoltre, è un importante tassello di collegamento tra la 77 Val di Chienti e la Val Potenza - conclude il governatore - insieme anche all'Intervalliva di Macerata. Un ulteriore e importante passo avanti per lo sviluppo della nostra regione".
Il recente aumento dei cantieri nel centro storico di Macerata, dovuto agli interventi di edilizia pubblica e privata, ha aggravato il problema della carenza di parcheggi per i residenti. La costituzione di un comitato di quartiere testimonia il crescente malcontento della cittadinanza, che lamenta la difficoltà nel trovare spazi di sosta adeguati, soprattutto dopo la riduzione di quelli riservati a loro.
Nel corso di un incontro tra i residenti e il comitato di quartiere, è emerso che le misure adottate finora dall’amministrazione comunale - come l’uso dei parcheggi Garibaldi e Sferisterio e degli stalli blu attorno alle mura - sono considerate insufficienti. I cittadini, in particolare quelli più anziani, segnalano la difficoltà di accesso al centro e le preoccupazioni per la sicurezza nelle ore notturne.
Una possibile soluzione è stata discussa in un confronto con i dirigenti del Comune e dell'Apm, prevedendo l'assegnazione di nuovi stalli gialli per i residenti (gialli) in Piazza delle Libertà e Piazza Vittorio Veneto, che si aggiungerebbero ai 15 già attivati in Corso Matteotti. Ulteriori spazi riservati ai residenti potrebbero essere ricavati lungo Viale Trieste, mantenendo però alcuni stalli blu per garantire la rotazione della sosta.
Il capogruppo della Lega Salvini Macerata, Aldo Alessandrini, ha sottolineato che il disagio dei residenti è tangibile: "È comprensibile e condivisibile la frustrazione di chi è costretto a compiere diversi giri alla ricerca di un posto, trovando gli stalli blu occupati e quelli riservati ai residenti sottratti dai cantieri. Per questo, l'auspicio è che il sindaco Sandro Parcaroli e la giunta comunale sappiano recepire le richieste emerse, cercando un equilibrio tra le esigenze dei cittadini, della ricostruzione, delle attività commerciali e degli uffici del centro storico".
Un ulteriore nodo critico riguarda il traffico pesante su Via Zorli, unica via di accesso per i palazzi sotto Via Pace e Via Pancalducci, a causa del cantiere di ricostruzione più grande del quartiere. Anche su questo punto i residenti chiedono interventi urgenti per alleggerire il carico di mezzi in transito.
"La vivibilità del centro storico è un valore innegabile e la presenza dei residenti è fondamentale non solo per la sicurezza della zona, ma anche per il sostegno delle attività economiche locali" ha aggiunto Alessandrini, ribadendo che la Lega continuerà a sostenere le istanze della cittadinanza affinché vengano trovate soluzioni concrete.
Il consigliere regionale del Partito Democratico ed ex sindaco di Macerata, Romano Carancini, interviene sulla questione dello stadio per il match decisivo che vedrà impegnate le capolista del campionato di Eccellenza Marche, Maceratese e K Sport Montecchio Gallo, domenica 6 aprile alle ore 16:00.
Carancini, in una nota, sottolinea la necessità di garantire la partecipazione di tutti i tifosi biancorossi: "I tifosi della Maceratese, tutti, non 300 come si sente dire, quelli che vogliono assistere al match decisivo di domenica prossima con il Montecchio, devono avere questa possibilità. Non sarebbero accettabili un'ulteriore mortificazione e l’umiliazione come quella avvenuta a Osimo due settimane orsono".
Carancini propone due opzioni per risolvere il problema della capienza, stante i circa mille supporters della 'Rata' attesi in terra di Montefeltro a fronte dei soli 300 biglietti messi a disposizione dalla società di casa: "Si giochi domenica a Pesaro, considerato che la Vis ha in programma il proprio match di Serie C con il Rimini sabato pomeriggio. Pesaro dista da Montecchio solo 15 km e dunque con un quarto d’ora i propri tifosi possono arrivare nel capoluogo". In alternativa, lo stadio di Fano potrebbe essere una valida soluzione: "I tifosi di casa possono raggiungerlo in meno di mezz'ora."
L’ex sindaco evidenzia l’incoerenza di chi sostiene che la partita debba giocarsi a Montecchio per garantire l'ordine pubblico: "Non può sostenersi la tesi contraddittoria che, in nome dell'ordine pubblico, a prevalere sia l'interesse dei padroni di casa a giocare sul proprio campo di gioco perché allora si deve accettare il rischio che a muoversi da Macerata siano 1.000 tifosi, gran parte dei quali resterebbero a tifare fuori dai cancelli dello stadio di Montecchio".
Carancini conclude il suo intervento chiedendo alla Prefettura di Pesaro di considerare non solo l’aspetto dell’ordine pubblico, ma anche il diritto dei tifosi a sostenere la propria squadra e a vivere il calcio come un momento di passione e condivisione: "Per questo chiedo che la Prefettura di Pesaro, nell'assumere la decisione, tenga in considerazione che accanto all'ordine pubblico ci sono i diritti delle persone e il sano tifo sportivo".
'Un marchigiano in Europa'. Firmato Matteo Ricci. Sull'istante a Macerata si è pensato, leggendo lo script del manifesto murale 6×3, ad un errore di stampa. La mente è volata infatti al leggendario viaggiatore Padre Matteo Ricci, maceratese e dunque marchigiano che ancor prima di Marco Polo ha raggiunto la Cina alcuni secoli fa. Altro che Bruxelles.
Inoltre perlopiù a piedi come 20 anni or sono il treiese Ulderico Lambertucci. E non in bicicletta su e giù per le Marche, come ha garantito l'europarlamentare Matteo Ricci di cui il citato maximanifesto. Non il grande gesuita. Equivoco chiarito!
In ogni modo ha preso il via 'La grande Corsa' che vedrà da qui a settembre Matteo Ricci (Pd ed alleati) e l'attuale governatore Francesco Acquaroli (FdI ed alleati) sfidarsi per il Governo regionale.
Mentre Acquaroli comincia ad apparire sui tg nazionali a nome di FdI - preconizzando, chissà quando, forse un futuro romano? - sono intanto iniziate le prime schermaglie. E al candidato del centrosinistra - "Se non lui, chi?" prefigurando Acquaroli un'evidente scarsita' di competitors nel campo avverso - Carlo Ciccioli, psichiatra e collega al Parlamento europeo ha 'somministrato' allo stesso Matteo Ricci un test.
Che potremmo definire 'Test Cincinnato'. Rivelando peraltro il dottor Ciccioli un pregiudiziale profilo dell'ex sindaco di Pesaro, lo ha definito a causa di una presunta altissima autostima: il Marchese del Grillo - sì, quello interpretato da Alberto Sordi sul grande schermo! "Perchè dunque non ti dimetti nel mentre accetti la candidatura a governatore delle Marche? Se lo fai ti accompagno al Protocollo" ha proposto suadente il Dottore (Sottile) a Ricci.
Nel political contesto, da Cincinnato ad oggi senza scandalo alcuno la risposta è: Impossibilia nemo tenetur. Lo diciamo in latino, non in napoletano: Qui nessuno è tenuto all'impossibile.
Un test che, Ricci silente, è stato rimandato non senza ironia al mittente dai Dem: "Pensate a voi stessi. Vi siete mai dimessi?!". Già, in effetti, chi ci pensa a lasciare 'sua sponte' un remunerato incarico pubblico in Italia e fuori? Poi lo stesso Ciccioli affiancato dal coordinatore regionale di FI, on. Francesco Battistoni, ha chiarito che di immunità in fondo si tratta. In riferimento futuro ed eventuale ad 'Affidopoli', inchiesta pesarese in fieri.
Aldilà tuttavia del provocatorio test Cincinnato sul travagliato tratto Bruxelles-Ancona ecco irrompere più concretamente la Modernità: un termovalorizzatore. Come l'Araba Fenice. Che ci sarà chiunque (in particolare la giunta regionale) lo dice, dove sarà nessun lo sa (chiaro: siamo in tempo pre-elettorale). Ricci ha detto che si opporrà.
Subito infilzato dal Centrodestra: "A Roma, pro Gualtieri hai detto sì". Non basta. Pure il Psi incalza: "Il termovalorizzatore non deve essere un tabu'" e al pari di Avs (pero' contrario al 'camino') fa distinguo sulla concertazione, non ampia, che ha condotto alla candidatura del competitor di Acquaroli.
Ricci, da parte sua, alle prime luci della indicazione regionale aveva commentato poeticamente affidandosi a Giacomo Leopardi: 'Primavera d'intorno brilla nell'aria/e per i campi esulta'. Non aveva previsto, Matteo, i capricci del meteo primaverile marchigiano. Di questo passo dovrà fare attenzione alle buche e, sul pave' del centrosud, alle possibili forature della bici, erede questa dello 'storico' furgoncino di un altro illustre Matteo (Renzi).
Fra tuoni e fulmini, polemiche e distinguo, avviata la punzonatura (rito di un ciclismo eroico che sa di foto in b/n, tubolari a tracolla) l'augurio per Acquaroli e Ricci, i nostri Coppi e Bartali è per un percorso netto.
Ne va, ne va, direbbe il manzoniano don Abbondio, della vita futura delle Marche, già patria del modello di sviluppo nazionale e in tempi recenti prima regione manifatturiera del Centro Italia. Bei tempi, già.
Un incontro con la cittadinanza per illustrare tutte le azioni portate avanti da dicembre a oggi contro l’accorpamento scolastico dell’Istituto comprensivo Simone De Magistris di Caldarola e l’Omnicomprensivo Frau-Leopardi di Sarnano.
L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Fabbroni, nei giorni scorsi ha risposto ai dubbi dei cittadini e alle preoccupazioni delle famiglie degli studenti che frequentano l’Istituto caldarolese, anche dei quattro Comuni vicini.
«Da quando la Regione, nel pieno delle festività natalizie, ci ha comunicato la decisione d’imperio dell’accorpamento - ha detto il primo cittadino -, ipotesi che non era mai stata valutata nei tavoli precedenti con gli enti preposti, ci siamo subito impegnati per valutare tutte le strade percorribili a evitare la riorganizzazione».
Si sono susseguiti incontri con gli altri sindaci del territorio interessati dall’accorpamento e, grazie all’impegno del presidente dell’Unione Montana Giampiero Feliciotti, è stato possibile incontrare l’assessore regionale all’Istruzione Chiara Biondi. Grande sostegno è arrivato dal vicepresidente della Provincia, Luca Buldorini, che ha compreso le conseguenze dell’accorpamento dell’IC De Magistris con quello di un territorio molto distante, rendendosi disponibile a valutare nuove soluzioni per l’anno scolastico 2026-2027. Due, infatti, le principali strade su cui sta lavorando l’amministrazione comunale: il ricorso al Tar contro la delibera regionale per l’anno scolastico 2025-2026 e lo studio di un piano B con un eventuale accorpamento a un istituto più vicino a Caldarola e ai Cinque Comuni per l’anno scolastico 2026-2027.
«Per quanto riguarda il ricorso al Tar - ha spiegato Fabbroni - riteniamo che non ci sia stata una adeguata istruttoria per attuare l’accorpamento e che non siano state tenute in considerazione le peculiarità del Comune di Caldarola e degli altri Comuni su cui opera l’Istituto. Non troviamo una motivazione congrua che giustifichi questo accorpamento. Nel corso del tavolo interistituzionale del 13 dicembre scorso, questa ipotesi non era mai stata né discussa né accennata. In quella sede erano state valutate otto proposte di accorpamento, ma nessuna di queste includeva Caldarola. Poi, improvvisamente, il 23 dicembre è comparsa la delibera della giunta regionale che prevedeva l’accorpamento De Magistris-Frau Leopardi. Non comprendiamo cosa sia cambiato in dieci giorni e quale sia il motivo per cui nessuno degli enti e degli istituti coinvolti sia stato avvisato. Questo è il vizio per il quale ci sembra che ci sia stata a monte una istruttoria incompleta, senza essere stata discussa al tavolo interistituzionale. Vizi a cui si aggiungono disposizioni regionali e nazionali che richiedono particolare attenzione nel tutelare le sedi scolastiche montane. Chiaro che anche queste possono essere oggetto di ridimensionamenti, ma a seguito di una istruttoria adeguata e di maggiori attenzione, cautela e motivazione rafforzata che, in questo caso, sono venute meno».
Poi lo sguardo rivolto al futuro e l’apertura a trovare soluzioni condivise: «Dal colloquio con l’assessore regionale Chiara Biondi - ha detto Fabbroni - è emersa la disponibilità dell’assessore al confronto con i nostri territori per recepire le nostre necessità e, compatibilmente con la fattibilità tecnica, mettere in pratica le nostre proposte».
Nel corso dell’assemblea, il sindaco Fabbroni ha ringraziato il vicepresidente della Provincia di Macerata, Luca Buldorini, riconoscendolo come il primo rappresentante istituzionale ad aver colto il grido d’allarme proveniente dal territorio. Grazie al suo impegno, si è attivato un percorso di confronto con i Comuni coinvolti e si è avviata una riflessione condivisa in vista della futura programmazione scolastica. La Provincia di Macerata, pur non avendo avuto un ruolo nella fase iniziale del processo e non essendo stata formalmente coinvolta dai Comuni interessati, ha confermato la propria disponibilità a farsi carico delle esigenze del territorio, riaffermando il proprio ruolo istituzionale di cerniera tra le realtà locali e la Regione. L’ente provinciale, anche con il supporto del consigliere Pierfrancesco Castiglioni, ha inoltre ribadito la necessità di un percorso costruito in sinergia con le amministrazioni comunali, le dirigenze scolastiche e i rappresentanti di istituto, veri interpreti delle esigenze degli studenti e garanti del diritto all’istruzione nei territori montani.
«Nel frattempo - ha concluso il sindaco - è stato approvato in consiglio comunale (e così sta avvenendo nei Consigli degli altri quattro Comuni interessati) un documento in cui si dà mandato all’amministrazione di valutare insieme agli altri enti le linee di indirizzo per la programmazione della rete scolastica del Comune».
L'Amministrazione comunale di Tolentino, insieme al comandante della polizia locale Andrea Isidori e al responsabile dell'Ufficio Sisma Emanuele Tiberi, ha recentemente incontrato i commercianti del centro storico per discutere delle problematiche legate ai lavori in corso e alle modifiche alla viabilità.
La chiusura di via San Salvatore, prevista per tre mesi a partire dalla fine di marzo, ha rappresentato un tema centrale nell’incontro. La chiusura comporterà la necessità di aprire al traffico piazza della Libertà e piazza Mauruzi per garantire ai residenti l'accesso alle proprie abitazioni, comportando l’eliminazione temporanea della zona a traffico limitato (Ztl).
Stato dei cantieri e lavori in corso
L’Amministrazione ha anche illustrato lo stato dei cantieri attivi nel centro storico, tra cui i lavori in via Gioacchino Murat, dove è in corso la messa in sicurezza della scarpata naturale a valle delle mura di cinta. Questo intervento prevede l'installazione di pali in calcestruzzo armato per sorreggere il fronte di scavo, un passo necessario prima della demolizione dell'edificio pericolante.
La realizzazione di questa paratia ha portato alla chiusura temporanea della via Murat. Durante i lavori, sono stati rinvenuti dei serbatoi di gasolio interrati che hanno comportato un ulteriore slittamento delle operazioni di demolizione, che inizieranno ufficialmente il 15 maggio, salvo imprevisti.
Discussione sulle modifiche alla viabilità: criticità e proposte
Uno degli argomenti sollevati dai commercianti è stato il possibile cambiamento del senso di marcia in via Roma e corso Garibaldi. L'Amministrazione, pur mostrando apertura verso la possibilità di consentire il traffico da via Roma fino a piazza della Libertà, ha spiegato che una simile modifica non sarebbe semplice da attuare. "Attualmente si sta lavorando su un nuovo piano di traffico generale, in linea con il Piano Urbano di Mobilità Sostenibile (PUMS), che è in fase di sviluppo grazie a un finanziamento della Regione Marche", ha spiegato l'amministrazione comunale.
L’Amministrazione ha evidenziato come una possibile inversione del senso di marcia potrebbe causare un sovraccarico del traffico, in particolare lungo viale Battisti, già congestionato e particolarmente affollato nelle ore di punta. Tale modifica rischierebbe di congestionare ulteriormente l'area di piazzale Europa e rallentare il traffico, specialmente durante le manovre di ingresso da via della Pace e viale G. Benadduci. Inoltre, i lavori di ricostruzione in corso e futuri, tra cui quelli lungo corso Garibaldi e Via Roma, comportano un traffico pesante che aggraverebbe la situazione.
Proposta di viabilità alternativa: via delle Cartiere
L'Amministrazione, però, ha suggerito una possibile alternativa per migliorare la viabilità durante la chiusura di via Murat. "Si sta valutando la possibilità di invertire il senso di marcia in via delle Cartiere, rendendo più facile l'accesso al centro, soprattutto fino alla riapertura di via Murat".
La consigliera comunale del gruppo misto, Sabrina De Padova, ha espresso forti preoccupazioni riguardo alla gestione finanziaria del comune di Macerata, in seguito all'approvazione delle recenti variazioni di bilancio durante il consiglio comunale di lunedì scorso.
"I revisori dei conti hanno sollevato diverse criticità e invitato l’amministrazione comunale a prestare particolare attenzione nell’attuare le variazioni di bilancio. Nonostante ciò, il consiglio ha approvato le modifiche senza affrontare adeguatamente le problematiche evidenziate", ha dichiarato De Padova.
Uno dei punti più critici riguarda il rispetto dei cronoprogrammi. "Ho più volte sollecitato questa questione durante interrogazioni e ordini del giorno sulle opere pubbliche, ma non ho mai ricevuto risposte chiare. Senza una pianificazione precisa, i lavori subiscono ritardi continui, con un conseguente aumento dei costi".
La consigliera ha poi evidenziato come la pianificazione delle attività amministrative necessiti di maggiore stabilità. "Ridurre al minimo le variazioni di bilancio è possibile solo adottando cronoprogrammi concreti e precisi. Questo approccio eviterebbe continui aggiustamenti e permetterebbe una gestione finanziaria più responsabile".
Un altro elemento preoccupante è il monitoraggio della gestione finanziaria e di cassa, soprattutto in relazione al Fondo di Adeguamento Prezzi, che ammonta a 1.210.000 euro. "Questi fondi dovrebbero essere destinati a opere come la piscina e il centro fiere - ha aggiunto De Padova -, ma i progetti continuano a slittare, con costi che aumentano progressivamente. Ci troviamo di fronte a una gestione politica problematica dei cantieri, con difficoltà nel rispettare le scadenze e nel contenere le spese preventivate".
La consigliera ha poi puntato il dito contro la mancanza di trasparenza da parte dell’amministrazione. "Molte interrogazioni orali non ricevono risposta. Un caso emblematico riguarda una richiesta di informazioni del 20 febbraio 2025 rivolta a una dipendente dell’ufficio patrimonio e a due dirigenti: nonostante numerosi solleciti, nessuna risposta è mai pervenuta. Questo atteggiamento ostacola il lavoro dei consiglieri e mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni".
Secondo la consigliera, spesso le informazioni fornite non sono complete o arrivano con ritardi ingiustificati. "I dipendenti comunali riferiscono di dover attendere l’autorizzazione dei dirigenti prima di rispondere, un processo che rallenta ulteriormente la trasparenza e l’efficacia dell’amministrazione." Infine, De Padova ha sottolineato l’importanza dell’incontro dell’11 marzo scorso tra il Comune, la Provincia, l’Università e le autorità competenti per discutere di una pubblica amministrazione più efficiente e vicina ai cittadini: "È fondamentale che questo confronto non resti solo un esercizio teorico, ma porti a misure concrete per migliorare la gestione finanziaria e la trasparenza dell’ente locale. I cittadini meritano un’amministrazione responsabile, chiara e affidabile."
Le elezioni regionali nelle Marche potrebbero tenersi a settembre, anche se la data ufficiale non è ancora stata stabilita. A confermarlo è il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, che ha risposto alle domande dei giornalisti a margine della seduta del Consiglio dedicata alla Giornata Carlo Urbani, in memoria del microbiologo che scoprì la Sars e morì nel 2003.
"Una data per le elezioni? Non è stato ancora deciso, ma c'è una legge che non si può aggirare - ha dichiarato Acquaroli -. Orientativamente si può votare dal 5 settembre al 21 novembre, quindi siamo in quel lasso di tempo. Non abbiamo ancora deciso, penso che sarà il primo periodo possibile, compatibilmente con le ferie di Ferragosto". Infatti, le liste elettorali dovrebbero essere depositate circa un mese prima della data del voto.
Acquaroli ha inoltre ricordato che il suo predecessore, Luca Ceriscioli (Pd), pubblicò il decreto per le elezioni il 21 luglio del 2020, sottolineando che "gli uffici stanno già lavorando. Penso che tra un mese, un mese e mezzo verrà pubblicato il decreto. Però non è una priorità, dobbiamo scegliere".
La finestra temporale prevista dalla legge consente di fissare le elezioni tra il 5 settembre e il 21 novembre, ma tutto lascia intendere che si propenderà per la prima parte del periodo disponibile. La pubblicazione del decreto è dunque attesa tra circa trenta o quarantacinque giorni, delineando così con maggiore chiarezza lo scenario elettorale per le Marche.
Intanto, qualche giorno fa, Matteo Ricci, europarlamentare del Partito Democratico, ha ufficialmente dichiarato la sua disponibilità a candidarsi alla presidenza della Regione Marche, preparando così la sfida elettorale che lo vedrà contrapposto ad Acquaroli.
Un gruppo di sindaci civici e di centrosinistra ha lanciato un appello per salvare il Cosmari, il consorzio pubblico che gestisce la raccolta e il trattamento dei rifiuti nella provincia di Macerata. Il documento, sottoscritto da: Leonardo Catena, sindaco di Montecassiano, Franco Capponi, sindaco di Treia, Rolando Pecora sindaco di Montelupone, Lorella Cardinali, sindaco di Montecosaro, Giuseppe Fabbroni, sindaco di Caldarola, Andrea Gentili, sindaco di Monte San Giusto, Mauro Romoli, sindaco di Pollenza, Andrea Michelini, sindaco di Porto Recanati, Angela Barbieri, sindaco di Montefano, Mirko Mari, sindaco di Colmurano, denuncia una gestione fallimentare da parte dell’attuale CdA, eletto dalla maggioranza politica di destra, e propone soluzioni per garantire un futuro sostenibile all’ente.
Secondo i firmatari, le scelte recenti dell’attuale amministrazione “hanno messo in pericolo la stabilità finanziaria del Cosmari, lasciando intendere una possibile privatizzazione dell’azienda per far fronte a investimenti stimati in oltre 100 milioni di euro”. Tra i punti critici segnalati figurano la rinuncia alla realizzazione dell’impianto di recupero dei pannolini finanziato dal Pnrr, il blocco del biodigestore anaerobico e la mancata pianificazione per la gestione delle discariche”.
Il documento accusa l’attuale amministrazione del Cosmari “di aver interrotto una collaborazione storica tra le forze politiche del territorio, causando un blocco gestionale e decisionale”. I sindaci denunciano “l’assenza di una guida politica forte e una serie di scelte che vanno contro la programmazione regionale e il Piano d’Ambito, lo strumento che stabilisce le linee guida per la gestione dei rifiuti”.
Uno dei punti più contestati è la decisione di interrompere il progetto del biodigestore anaerobico, fondamentale per il trattamento della frazione organica e per la riduzione dei costi di smaltimento. La Provincia di Macerata ha dichiarato decaduta la richiesta di autorizzazione dell’impianto, ma il CdA del Cosmari non ha intrapreso alcuna azione legale per contrastare questa decisione, accettando passivamente l’archiviazione del progetto. “Questo ha comportato una perdita economica significativa e costringerà i comuni a inviare i rifiuti fuori provincia con costi elevati”, aggiungono.
Un altro nodo critico riguarda “la mancata realizzazione dell’impianto per il recupero dei prodotti assorbenti per la persona (PAP), nonostante fosse stato finanziato dal Pnrr con 10 milioni di euro”. I sindaci sostengono che questa scelta “sia stata presa con troppa leggerezza e che altri impianti simili in Italia stiano comunque procedendo con la realizzazione, dimostrando che il progetto sarebbe potuto essere portato avanti con il giusto impegno”.
La situazione delle discariche è un’altra emergenza. Con la chiusura della discarica di Cingoli, i rifiuti vengono trasportati fuori provincia, causando un aumento della Tari per i cittadini. I sindaci denunciano “il ritardo nell’individuazione di un nuovo sito e la mancata espansione della discarica di Cingoli, che avrebbe potuto garantire autonomia per almeno altri cinque anni”.
I firmatari del documento chiedono "un cambio di rotta immediato per evitare il collasso del Cosmari e il rischio di una futura privatizzazione".Tra le proposte avanzate: "il ritorno a una gestione unitaria dell’ente, coinvolgendo tutte le forze politiche e i comuni soci. Il riesame delle decisioni sull’impianto di biodigestione e sulla discarica, con azioni legali per recuperare i progetti accantonati. Un piano finanziario chiaro e sostenibile, che garantisca investimenti senza cedere alle pressioni privatistiche. Una maggiore trasparenza nella gestione, con il coinvolgimento dei comuni nelle scelte strategiche".
Il documento si chiude con un appello ai cittadini e agli amministratori affinché “si prendano decisioni urgenti per salvaguardare un bene pubblico essenziale per il territorio maceratese”.
"Il sindaco Fabrizio Ciarapica ha più volte sottolineato l'importanza di dare il benvenuto alle nuove attività che aprono a Civitanova, come segno di coraggio e di fiducia nel futuro economico della città. In particolare, una sua dichiarazione risuona forte: 'Aprire un'attività oggi significa mettersi in gioco, avere coraggio e credere nelle potenzialità di Civitanova"'. Un’affermazione che racchiude una grande verità, un incoraggiamento per coloro che decidono di investire in un territorio che ha fatto della tradizione commerciale e della moda il suo punto di forza. Tuttavia, dietro a queste parole c’è una grande responsabilità politica e amministrativa". Questo il commento dell'asscociazione ViviAmo Civitanova, dopo le nuove aperture di attività commerciali nel centro cittadino.
“Occorre preoccuparsi soprattutto del sostentamento del tessuto economico esistente e cercare di invertire questa tendenza negativa,” continua l’associazione Se da un lato l'entusiasmo per le nuove aperture è palpabile, dall’altro la realtà delle chiusure di vecchie attività resta una preoccupazione crescente per il futuro del commercio locale".
L'associazione non nasconde la sua preoccupazione per il futuro delle attività civitanovesi, un futuro che dipende anche dalle politiche di supporto messe in campo dall’amministrazione. “Siamo felici delle nuove aperture, ma rimaniamo in attesa di politiche concrete a sostegno di chi crede e investe in questa città”. continua Gironacci, evidenziando che le parole di incoraggiamento non sono sufficienti senza misure che possano realmente aiutare a sostenere le attività sul mercato.
Il quadro nazionale e regionale del commercio non è dei più rassicuranti. Secondo Confcommercio, tra il 2012 e il 2024, in Italia hanno chiuso ben 118.000 negozi al dettaglio, con un calo del 21,4%, mentre sono sparite 23.000 attività di commercio ambulante, con una diminuzione del 24,4%. La stessa Confcommercio ha lanciato l’allarme sulla cosiddetta “desertificazione commerciale” che, secondo loro, potrebbe trasformarsi in un vero e proprio declino delle città.
A Civitanova, purtroppo, i dati non sono migliori. “Nel 2024, ogni giorno hanno chiuso 169 attività contro le 139 del 2020”, commenta l’associazione ViviAmo Civitanova, sottolineando come questo dato sia preoccupante per la città. L'analisi dei dati a livello provinciale evidenzia un trend altrettanto negativo: tra gennaio e dicembre del 2024, la provincia di Macerata ha registrato 61.634 chiusure di attività, contro solo 23.188 nuove aperture. Un risultato peggiore rispetto agli ultimi dieci anni, con una media di 49 chiusure al mese, pari a una riduzione del 22% delle imprese del commercio dal 2018 ad oggi.
Le cause di questa “desertificazione commerciale” sono molteplici e vanno ben oltre la crisi economica: l’invecchiamento della popolazione, la difficoltà di accesso al credito, la concorrenza dei grandi gruppi e dell’e-commerce, e la continua evoluzione del mercato. A queste sfide si aggiungono politiche di liberalizzazione e globalizzazione che hanno reso ancora più difficile per le piccole imprese sopravvivere.
L'associazione non manca di sottolineare come, oltre agli aspetti economici, la desertificazione commerciale abbia un impatto sociale significativo: “Le chiusure delle attività del nostro Borgo Marinaro stanno spegnendo la luce sulla bellezza e sulla vivacità di Civitanova. In un centro storico sempre più vuoto, anche il modo di socializzare e scambiare beni e servizi si fa più difficile”, afferma Gironacci.
L’analisi delle chiusure e delle aperture deve andare oltre la mera conta dei negozi che aprono. “Si aprono attività sulla scia dell’appello di Civitanova, ‘capofila per il commercio nelle Marche’, ma non è detto che queste attività sopravvivano nel lungo periodo. Non basta dire che la situazione è in controtendenza, bisogna chiedersi come sostenerle”, avverte l’associazione ViviAmo Civitanova, chiedendo a gran voce un impegno maggiore da parte delle forze politiche e del sindaco per sostenere le nuove sfide commerciali.
In questo momento di difficoltà, è fondamentale che si crei una sinergia tra le istituzioni, le imprese e le associazioni locali, per invertire una tendenza che minaccia non solo il commercio, ma anche la qualità della vita nella nostra città. “Ringraziamo chi ha scelto Civitanova come città su cui investire, ma non possiamo restare a guardare, sperando che il futuro sia più roseo. Bisogna impegnarsi a fondo per creare le condizioni affinché queste attività possano sopravvivere e crescere”.
Il 21 marzo scorso si è tenuto ad Appignano un incontro pubblico promosso dall’Anpi in collaborazione con l’associazione ecologista “Salviamo il Futuro” di Potenza Picena, durante il quale l’ingegnere Sandro Bisonni ha illustrato i contenuti del Piano Regionale dei Rifiuti delle Marche.
Nel suo intervento, Bisonni ha messo in evidenza come la proposta di realizzare un unico impianto di incenerimento del valore di 370 milioni di euro, cofinanziato da soggetti privati, rischi di compromettere la gestione dei rifiuti nella regione per i prossimi 30 anni. Ha sottolineato i potenziali effetti negativi, sia dal punto di vista ambientale che economico, di una tale strategia, che potrebbe disincentivare la raccolta differenziata e rallentare l’introduzione di soluzioni innovative e sostenibili per il trattamento dei rifiuti.
All'incontro hanno partecipato anche il sindaco di Appignano, Mariano Calamita, e Richard Dernowski, consigliere provinciale AVS. Il sindaco, dopo aver citato il recente rapporto di Legambiente, ha presentato la "piramide dell’economia circolare" e ha sottolineato i positivi risultati ottenuti dal suo Comune, che si trova al terzo posto nella graduatoria regionale per la raccolta differenziata. Ha evidenziato come le buone pratiche avviate nel suo territorio possano servire da esempio per altre realtà marchigiane.
Richard Dernowski ha evidenziato l’importanza dell’impegno politico nella tutela della salute pubblica, dell’economia locale e dei diritti dei cittadini. Nel suo discorso ha rimarcato che la partecipazione attiva di amministratori, associazioni e cittadini è fondamentale per orientare le scelte verso modelli di sviluppo più sostenibili e giusti per la comunità.
L’incontro si è concluso con un appello di Luigi Romagnoli, presidente dell’associazione “Salviamo il Futuro”, che ha invitato i presenti "a informarsi e a impegnarsi per una gestione dei rifiuti che rispetti il territorio, rafforzi le economie locali e migliori la qualità della vita nelle Marche".
Un ringraziamento speciale è stato rivolto all’ANPI per il suo impegno e a tutti i partecipanti per la loro presenza e attiva partecipazione.
Carreggiata ristretta in direzione mare, da Belforte del Chienti a Tolentino, limite di 70 Km/h in direzione monti, lungo lo stesso tratto, e manto stradale completamente deteriorato. La fotografia della superstrada Valdichienti è la stessa da mesi ormai, nonostante il cantiere per la sistemazione dell’asfalto non sia mai partito e gli automobilisti si trovano a percorrere ogni giorno l’arteria principale che collega l’entroterra alla costa con il rischio di incidenti sempre dietro l’angolo. Il restringimento di carreggiata e il limite di percorrenza sono infatti deterrenti nell’attesa che Anas intervenga per sistemare un tratto di strada ormai diventato impossibile da percorrere in entrambe le direzioni, ma dopo mesi di attesa ancora nulla.
Così, il sindaco di Belforte del Chienti, Alessio Vita, lancia un appello all’Anas per sollecitare un intervento immediato: «Mi sono confrontato in questi giorni con il referente dell’azienda - dice il primo cittadino -. Mi ha assicurato che il progetto per l’intervento è pronto, ma sono in attesa del finanziamento per poter dare il via ai lavori e probabilmente ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che partano».
Un tempo che preoccupa: «Con l’arrivo della bella stagione - evidenzia Vita - il traffico lungo la 77 è destinato ad aumentare, gravando dunque su una situazione già pericolosa per chi percorre la superstrada quotidianamente per recarsi al lavoro. Il rischio di incidenti è altissimo e non possiamo più attendere in questa situazione di stallo che non limita comunque il pericolo. Anzi».
È per questo che il primo cittadino di Belforte si appella anche agli enti sovracomunali affinché possano intercedere per sbloccare i finanziamenti necessari a dare il via all’opera: «Il cantiere deve partire il prima possibile - rimarca - poiché è già tardi, e in questo modo si finirà comunque per non avere la carreggiata completamente libera e sicura per l’inizio dell’estate. Ormai sappiano quali sono i disagi sulla Valdichienti nel periodo estivo ed è bene fare del tutto per evitarli o almeno ridurli al minimo». Infine la raccomandazione agli automobilisti: «Chiedo anche la massima attenzione a chi percorre la superstrada. Siamo tutti consapevoli della pericolosità di quel tratto in entrambe le direzioni - conclude - e proprio per questo mi raccomando di fare attenzione e a rispettare i limiti e le disposizioni imposte».
Matteo Ricci, europarlamentare del Partito Democratico, ha ufficialmente dichiarato la sua disponibilità a candidarsi alla presidenza della Regione Marche. Durante un evento a Osimo, Ricci ha sottolineato l'importanza di questo impegno per il futuro della sua terra, annunciando la volontà di sfidare l'attuale presidente Francesco Acquaroli, sostenuto da Fratelli d'Italia, nelle elezioni regionali previste per l'autunno.
"Quando tanti cittadini e il mio partito mi hanno chiesto di correre, l'idea era già nella mia testa", ha affermato Ricci, esprimendo un forte attaccamento alla sua regione. "Non ho resistito al grande amore per la nostra terra", ha aggiunto. La sua proposta è chiara: un cambiamento radicale per le Marche, lontano dalle "finte filiere" e dalla sottomissione agli ordini da Roma. Ricci ha dichiarato di voler costruire una "regione forte e orgogliosa" che non dipenda da nessuno, neppure da Roma, per ottenere fondi.
L'ex sindaco di Pesaro ha inoltre attaccato il governo regionale attuale, sottolineando che la "era del vassallaggio" sta per finire e che la regione deve diventare protagonista nel panorama nazionale ed europeo. Citando i governatori di Emilia Romagna e Veneto, Stefano Bonaccini e Luca Zaia, Ricci ha promesso di lavorare per gli interessi delle Marche, senza inchinarsi ai poteri centrali. "Non andremo con il cappello in mano a chiedere. Saremo integerrimi e pretendiamo risposte, con una cultura di governo", ha aggiunto con fermezza.
Ricci ha illustrato la sua visione per una regione più equilibrata e unificata, contrastando la tendenza al campanilismo. Il suo obiettivo è trasformare le Marche in una "regione europea" con un modello di "policentrismo governato", dove ogni territorio avrà pari dignità e opportunità. In questo progetto, la città di Pesaro, che sotto la sua guida è diventata un punto di riferimento nazionale, gioca un ruolo fondamentale.
La candidatura di Ricci, che sarà sostenuta dal centrosinistra, dovrà affrontare un lungo percorso di confronto con gli alleati. Tra gli interlocutori previsti ci sono il Movimento 5 Stelle, con cui Ricci si è detto pronto a trovare un "minimo comune denominatore programmatico", ma anche altre forze politiche del centrosinistra, come Alleanza Verdi e Sinistra, Italia Viva, Azione, +Europa e i Socialisti. Ricci ha dichiarato che la sua coalizione dovrà essere composta solo da chi vuole davvero cambiare le Marche.
Nel suo intervento, Ricci ha annunciato anche l’intenzione di portare avanti una "campagna dura", senza sottovalutare la forza dei suoi avversari. La sua visione per il futuro delle Marche include un approccio innovativo e partecipativo, che coinvolga tutte le categorie della società, dai comuni alle aziende, fino ai giovani. "La nostra campagna sarà un 'big bang' per la regione", ha concluso Ricci, citando l'entusiasmo per la sfida che lo attende.