"Democrazia Sovrana e Popolare vuole essere il motore di una nuova alleanza sociale nelle Marche che torni a dare centralità alle comunità abbandonate ai lavoratori e alla piccola e media impresa". È quello che emerge, dalla seconda assemblea regionale del movimento di Marco Rizzo e Francesco Toscano. I leader nazionali di Dsp, sabato 30 novembre a Macerata all'Arena Sferisterio, Sala Cesanelli, hanno animato l' evento Ricostruire le Marche. L'alternativa sovranista è all'opera è il titolo di un appuntamento che mira a "coinvolgere le forze regionali che contrastano le ditte e i brand della politica affaristica diretta dall'esterno e guidata dagli speculatori sovranazionali per tornare alle esigenze collettive ed individuali: la pace, il lavoro, la casa, la sanità".
Tre i focus di questa "ristrutturazione regionale". L'esigenza di un'alleanza sociale dei lavoratori è stata approfondita da Claudio Rossetti (Segretario Territoriale FISI Marche), la "ricostruzione materiale di identità territoriali e sociali ed ecosistemi economici annichiliti dalla globalizzazione" ha animato l' interessante tavola rotonda "La ferita del sisma" a cura del documentarista Marco Costarelli, con professionisti, promotori turistici e lavoratori dell'area del cratere.
"Le Marche- hanno spiegato i leader di Dsp - devono essere ricostruite perché tradite da destre e sinistre che nei decenni hanno realizzato un programma politico di distruzione dell’esistente per inseguire i mercati e le grandi potenze continentali che li dominano trascurando di occuparsi degli effetti che la globalizzazione e la guerra globale, da loro accettate acriticamente, hanno sull’esistenza delle collettività e delle persone. Il primo punto del loro programma è il passaggio di ricchezza dall’economia reale alla finanza, da chi lavora a chi specula, dalle mani di chi la produce (lavoratori, piccola e media impresa, commercio, artigianato) ai marchi che prendono finanziamenti statali per chiudere gli stabilimenti e spostare la produzione-con il consenso della politica- nei cosiddetti paradisi fiscali. I lavoratori italiani, così, perdono la professione di una vita, i distretti produttivi soffrono con ricadute drammatiche per l’occupazione e le istanze della gente comune vengono solo usate come rumorosa e inutile grancassa mediatica buona per la passerella di leader sindacali ora mansueti, con Draghi al governo, ora aggressivi a comando per guadagnarsi il plauso di platee televisive amiche. Il partito unico per le armi e la globalizzazione selvaggia distrugge anche il diritto di cura. La sanità, infatti, affidata alle regioni, nelle Marche è passata dalla gestione di Centrosinistra che chiudeva ospedali pubblici, regalava finanziamenti per 350 milioni l’anno alla sanità privata e ci faceva perdere 70 milioni in mobilità passiva a una destra che ha cristallizzato quella stessa situazione cambiandole nome, da Asl ad Ast. C’è poi la distruzione delle società, delle identità culturali, delle comunità ferite. Un abbandono bipartisan da parte delle destre-sinistre liberiste e belliciste del Paese osservabile nelle zone del cratere, dove i cittadini sono ancora senza casa, le strutture in difficoltà e le aree interne si spopolano mentre aumenta il numero dei commissari, con i loro corposi staff. L' unica speranza è la restituzione di sovranità popolare. Il nostro progetto sarà della partita alle prossime elezioni regionali proprio per un cambiamento da costruire insieme."
Variazione di bilancio e operazioni di ricostruzione, il Pd: "L'amministrazione Tartabini svetola bandiera bianca"
Venerdì scorso, durante il Consiglio Comunale di Potenza Picena, è stata approvata una significativa variazione di bilancio che ha suscitato forti polemiche politiche. La modifica, che riguarda tre interventi di ricostruzione finanziati dai fondi post-sisma 2016, ha evidenziato le difficoltà dell’Amministrazione Tartabini nella gestione delle opere pubbliche e nella partecipazione ai bandi di finanziamento. I quattro progetti, che includevano il recupero dell’Ex-Avviamento professionale, del Palazzetto del Podestà, dell'Asilo Nido del Capoluogo e dell’Auditorium Scarfiotti, non saranno più gestiti direttamente dal Comune ma passeranno all’Ufficio Speciale per la Ricostruzione (USR) grazie a una convenzione con la Regione.
Secondo l’opposizione, questa variazione di bilancio rappresenta un’ammissione di fallimento da parte dell'Amministrazione. "È una vera e propria bandiera bianca", commenta il consigliere di minoranza del gruppo Idea Futura, Tommaso Gaballo, che da tempo aveva denunciato gli errori strategici e di programmazione compiuti dalla Giunta Tartabini. Il tema principale della critica riguarda la gestione dei fondi e la scelta di partecipare con ben nove progetti al Bando di Rigenerazione Urbana, nonostante il contributo complessivo previsto fosse solo di 5 milioni di euro. Una scelta che ha costretto il Comune a dover cofinanziare in modo sostanziale tutti gli interventi, mettendo a dura prova le risorse comunali.
"Questa decisione ha ingolfato gli uffici e il bilancio comunale", afferma il consigliere di minoranza. La situazione è esemplificata dall’esempio della variante per i lavori su piazza Matteotti, dove il cofinanziamento a carico del Comune è passato da 15.000 euro a 265.000 euro prima ancora che i lavori avessero inizio. Un aumento significativo che ha sollevato preoccupazioni sul rischio di indebitamento del Comune e sull’impossibilità di partecipare a futuri bandi per finanziare altre opere necessarie per la comunità.
In un Consiglio Comunale e in una Commissione Consiliare congiunta che ha trattato il progetto della nuova scuola media, la sindaca Tartabini ha ammesso apertamente le difficoltà causate dai cofinanziamenti richiesti per questi nove progetti. Tuttavia, la minoranza sottolinea che queste difficoltà derivano dalle scelte strategiche fatte dall’Amministrazione in fase di programmazione.
Tommaso Gaballo ha, infine, espresso soddisfazione per la certificazione degli errori passati da parte della Giunta. "Finalmente l'Amministrazione è stata costretta a tirare giù la maschera e a riconoscere ufficialmente le sue problematiche, dando ragione a ciò che noi di Idea Futura abbiamo sempre sostenuto", ha dichiarato Gaballo.
L'opposizione ora chiede un cambiamento nella gestione delle risorse e una maggiore attenzione nella pianificazione degli interventi pubblici, auspicando che le scelte future possano essere più razionali e sostenibili per il bilancio comunale e per il benessere della cittadinanza.
Via libera del consiglio comunale all’acquisizione dell’ex monastero di San Lorenzo a Belforte del Chienti. L’amministrazione, guidata dal sindaco Alessio Vita, è riuscita a raggiungere un accordo per l’acquisto dello storico immobile situato nel capoluogo del paese. La trattativa è stata conclusa con la suora che rappresenta il monastero e che è stata autorizzata alla vendita dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica.
L’edificio, dove le monache Clarisse hanno vissuto fino al 2018, ha sostituito quello antico del 1648, posto dietro il municipio e chiuso nel 1861. La struttura in questione venne costituita nel 1890 nel Palazzo Valentini, con stanze luminose che guardano la valle sottostante: un luogo dove tanti belfortesi custodiscono i ricordi legati alla fede e al catechismo e che grazie all’operazione portata avanti dal Comune resterà ora alla cittadinanza e alla future generazioni.
«L’impegno per l’acquisizione vuole infatti dimostrare come l’amministrazione sia consapevole del valore inestimabile dei beni storici e culturali del paese e la loro acquisizione pubblica rappresenta una ricchezza per tutta la cittadinanza, afferma il sindaco Vita in una nota. È per questo che quella di ieri resterà per i belfortesi una giornata storica, poiché in consiglio comunale è stato dato il via libera all’iter per l’acquisto dell’ex monastero di San Lorenzo».
«È stata chiara da sempre la nostra volontà di rivitalizzare il capoluogo, trovare nuovi spazi e valorizzare gli edifici che per il paese e il territorio rappresentano un legame profondo con la cultura e le tradizioni - dice il primo cittadino -: questa operazione racchiude in sé tutti questi obiettivi». Da qui l’impegno dell’attuale amministrazione a concludere un investimento che, con un peso minore sulle casse comunali rispetto al reale valore dell’operazione, porterà a un importante arricchimento del patrimonio del Comune.
«Nonostante l’iniziale costo di acquisto dell’ex monastero fosse, infatti, di un milione e 100mila euro, nel 2023 si era arrivati a un accordo preliminare di 940mila euro che, grazie all’impegno dell’attuale amministrazione, ha raggiunto la cifra di 750mila euro, oltre le spese notarili - aggiunge Vita -. I fondi con cui verrà acquistato l’immobile arrivano per 282mila euro dal bando B2.2 del Pnrr; circa 70mila euro dal bilancio comunale e per i restanti 420mila euro verrà acceso un mutuo il cui via libera è arrivato ieri dall’assise consiliare».
Il Comune acquisirà dunque l’ex monastero sborsando circa 500mila euro: meno della metà del costo di acquisto iniziale richiesto per l’immobile la cui superficie è di circa 1.500 metri quadri. Un’operazione che ha avuto parere favorevole del Revisore dei conti e che, oltre ad arricchire il patrimonio pubblico del Comune, aprirà una nuova pagina per gli spazi del paese.
«Ora il lavoro, dopo l’acquisto, sarà rivolto allo sgombero dell’edificio - conclude il sindaco -. Per il futuro dell’immobile abbiamo già diverse idee, ma la vocazione principale riguarderà il settore sociale con particolare attenzione a giovani, anziani e persone fragili. Chiaramente, visto il finanziamento ottenuto dal bando B2.2 del Pnrr, una parte della struttura sarà destinata alla scuola di fotografia che nascerà proprio grazie al finanziamento europeo».
"La manovra di Assestamento del bilancio di previsione del triennio 2024/2026 è stata predisposta in un contesto macroeconomico particolare ed incerto, derivante dalla continua evoluzione del quadro geopolitico, dalla diminuzione delle previsioni di crescita per il 2024, dalle conseguenze a lungo termine della pandemia da COVID-19 e dal protrarsi del conflitto in Ucraina ed in Medioriente. Complessivamente con questa legge vengono apportate variazioni allo stato di previsione dell’entrata per 93.277.430,93 euro nel triennio". Queste le dichiarazioni del capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale, Simone Livi, al termine della seduta odierna del Consiglio regionale che ha approvato l’Assestamento di Bilancio di previsione.
"Da parte delle opposizioni, memori di quanto realizzato in oltre 25 anni dalla sinistra, ci si sofferma sui contributi diretti per autorizzazioni di spesa finalizzati a realizzare interventi o completamenti di interventi già realizzati che, altrimenti, diversi Comuni marchigiani non potrebbero finire - prosegue Livi -. Si indica il dito e non la luna. Perché, in realtà, molteplici sono le azioni in sede di Assestamento che mostrano la visione strategica che, in modo flessibile, intendiamo continuare a perseguire, spinti dalla necessità di mantenere gli equilibri di bilancio, non aumentando la pressione fiscale, gestendo in modo oculato le risorse che sono state destinate a perseguire gli obiettivi strategici e al sostegno della spesa di investimento per stimolare la ripresa economica".
"Per quel che riguarda la missione Norme per il riordino del trasporto pubblico regionale e locale oltre 8,5 milioni di euro; Sistema regionale di Protezione civile 1.343.553 euro; Istruzione e diritto allo studio, oltre 3,6 milioni di euro; Interventi regionali per favorire la vita indipendente delle persone con disabilità un milione di euro; Rimborso delle spese a supporto delle cure oncologiche 2 milioni di euro; Disposizioni concernenti l’assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche oltre 15milioni di euro. Ancora, fondi assegnati per la realizzazione del nuovo ospedale di Fermo (6 milioni); quasi 3 milioni di euro per finanziamenti dei corsi professioni universitari e la formazione dei medici; Sostegno alle imprese agricole per fronteggiare le conseguenze dell’alluvione del 2022, un milione di euro. Un Assestamento del bilancio di previsione del triennio 2024/2026 che non tralascia alcun settore e che persegue le nostre principali strategicità. Dal Pd, invece, il solito e consueto tifo contro le Marche, un atteggiamento che certamente non gli fa onore", conclude Livi.
"Bisogna mettere in campo una discontinuità, un cambio di passo concreto, non con le classi dirigenti che hanno abdicato al loro ruolo per farsi azionare automaticamente dai signori di Washinghton e Bruxelles, ma con i cittadini liberi che vogliono ricostruire la comunità marchigiana devastata con la mano destra e con la sinistra dagli effetti di una guerra che ha tolto sanità, diritti e produzione industriale per dare al mercato delle armi causando rincari e disoccupazione”.
Non usa mezzi termini la coordinatrice regionale di Democrazia Sovrana e Popolare, Marianella Fioravanti, nell’annunciare la seconda assemblea marchigiana del movimento di Marco Rizzo e Francesco Toscano. Entrambi i due leader nazionali saranno a Macerata - Arena Sferisterio, Sala Cesanelli, Piazza Nazario Sauro sabato 30 novembre dalle ore 16:30 -. Ricostruire le Marche. L'alternativa sovranista è all'opera è il titolo di un appuntamento che mira a "coinvolgere le forze regionali che contrastano le ditte e i brand della politica affaristica diretta dall'esterno e guidata dagli speculatori sovranazionali per tornare alle esigenze collettive ed individuali: la pace, il lavoro, la casa, la sanità".Tre i focus di questa "ristrutturazione regionale". L'esigenza di un'alleanza sociale dei lavoratori sarà approfondita da Claudio Rossetti (Segretario Territoriale FISI Marche), la "ricostruzione materiale di identità territoriali e sociali ed ecosistemi economici annichiliti dalla globalizzazione" verrà trattata nel corso dell'interessante tavola rotonda "La ferita del sisma" a cura del documentarista Marco Costarelli, con professionisti, promotori turistici e lavoratori dell'area del cratere.
A indagare i riflessi della situazione internazionale sulla nostra regione saranno Maurizio Castellani ( vice-coordinatore DSP Marche) e Luciano Bruni (responsabile Scuola e Cultura DSP). Marco Rizzo (coordinatore nazionale DSP) e Francesco Toscano (presidente DSP) illustreranno il futuro del sovranismo popolare nelle Marche e nel resto d'Italia.
Si discuterà anche di Regionali? “I governi nazionali e locali guidati dal partito unico delle armi per il gas Made in Usa (Meloni, Schlein e Conte, con “destre” e “sinistre” finte alleate ed annesse)-spiegano i due massimi dirigenti di Democrazia Sovrana e Popolare- stanno praticando un programma politico di distruzione dell’esistente per inseguire i mercati e le grandi potenze continentali che li dominano trascurando di occuparsi degli effetti che la globalizzazione e la guerra globale, da loro accettate acriticamente, hanno sull’esistenza delle collettività e delle persone”.
“Il primo punto del programma è il passaggio di ricchezza dall’economia reale alla finanza, da chi lavora a chi specula, dalle mani di chi la produce (lavoratori, piccola e media impresa, commercio, artigianato) ai marchi che prendono finanziamenti statali per chiudere gli stabilimenti e spostare la produzione-con il consenso della politica- nei cosiddetti paradisi fiscali. I lavoratori italiani, così, perdono la professione di una vita, i distretti produttivi soffrono con ricadute drammatiche per l’occupazione e le istanze della gente comune vengono solo usate come rumorosa e inutile grancassa mediatica buona per la passerella di leader sindacali ora mansueti, con Draghi al governo, ora aggressivi a comando per guadagnarsi il plauso di platee televisive amiche”.
“Il partito unico per le armi e la globalizzazione selvaggia distrugge anche il diritto di cura, proseguono. La sanità, infatti, affidata alle regioni, nelle Marche è passata dalla gestione di Centrosinistra che chiudeva ospedali pubblici, regalava finanziamenti per 350 milioni l’anno alla sanità privata e ci faceva perdere 70 milioni in mobilità passiva a una destra che ha cristallizzato quella stessa situazione cambiandole nome, da Asl ad Ast. C’è poi la distruzione delle società, delle identità culturali, delle comunità ferite”.
“Un abbandono bipartisan da parte delle destre-sinistre liberiste e belliciste del Paese osservabile nelle zone del cratere, dove i cittadini sono ancora senza casa, le strutture in difficoltà e le aree interne si spopolano mentre aumenta il numero dei commissari, con i loro corposi staff. Stanno provando ad azzerare la straordinaria diversità culturale, umana dei nostri territori. Non glielo permetteremo", concludono.
La questione della nuova Casa di Riposo di Mogliano si è trasformata in un vero e proprio terreno di scontro politico, con decisioni che sembrano allontanare sempre più la possibilità di offrire alla comunità una struttura moderna e sicura.
Con una nota della minoranza arriva l'attacco dell'ex sindaco e attuale consigliera di minoranza Cecilia Cesetti: "Nonostante un progetto già approvato, finanziato e appaltato, l’attuale amministrazione Luchetti ha scelto di rimettere tutto in discussione, rischiando di compromettere un’opera essenziale per il futuro degli anziani e del territorio. Ecco i dettagli di una vicenda che potrebbe costare cara a Mogliano.
L’Amministrazione Zura, dopo il sisma del 2016, aveva accettato la donazione di un terreno da parte dei Padri Sacramentini con l’intento di delocalizzare la Casa di Riposo di Santa Colomba, gravemente danneggiata. La scelta era stata confermata dall’Amministrazione Cesetti per ragioni non solo di sicurezza sismica, ma anche di natura sociale e sanitaria, soprattutto dopo l’esperienza della pandemia.
La progettazione del nuovo edificio è stata portata avanti seguendo tutte le procedure previste, fino alla gara d’appalto indetta dalla SUA della provincia di Macerata, sulla base dell’ordinanza speciale n. 30 del Commissario Straordinario per la Ricostruzione. Il costo complessivo dell’opera, pari a 6,5 milioni di euro, è interamente coperto dai fondi della Struttura Commissariale. Il 24 maggio 2024, l’appalto è stato aggiudicato alla ditta Crucianelli Rest/Edile Srl di Tolentino. Molti di questi atti sono stati oggetto di ricorsi sia in sede amministrativa che civilistica da soggetti privati e da parte del movimento 313; alcuni membri di tale movimento sono ora in amministrazione
Con l’insediamento dell’amministrazione Luchetti il progetto ha subito una brusca battuta d’arresto. Dopo una sospensione iniziale di 30 giorni in autotutela, è stata revocata la procedura per l’avvio dei lavori. Atti che hanno un parere negativo di tutti i responsabili della struttura comunale (amministrativo, tecnico, contabile). La giustificazione ufficiale? La tutela del verde pubblico nella zona individuata per la nuova struttura, definita di interesse storico, culturale, sociale e ambientale. Tuttavia l’area in questione, chiusa al pubblico da oltre un decennio, era in precedenza usata prevalentemente come parcheggio.
Nondimeno l’attuale amministrazione sembra intenzionata a riportare la Casa di Riposo nel complesso di Santa Colomba, un edificio vincolato, situato vicino al cimitero e impossibile da adeguare completamente agli standard sismici e sanitari moderni. Questa decisione solleva dubbi e domande: il vero obiettivo è forse quello di privare Mogliano di una struttura nuova e sicura? I fatti sembrano suggerire di sì!
Nel frattempo l’amministrazione Luchetti ha commissionato una valutazione preliminare per il recupero del vecchio complesso di Santa Colomba, all’ing. Stefano Paciotti, stimato a 5,4 milioni di euro” da intendersi come stima preliminare parametrica scaturita da un confronto con interventi analoghi. La corretta e compiuta definizione dei costi di intervento dovrà essere redatta a seguito dei livelli di progettazione previsti dalla vigente normativa, tenendo conto di tutti gli aspetti peculiari dell’edificio, unitamente alle opportune indagini, prove, rilievi, accertamenti e approfondimenti necessari” (D:G: 115/2024). Questo importo, secondo le premesse della stessa perizia, aumenterà con l’elaborazione di un progetto definitivo. La scelta di ristrutturare un edificio vincolato e sismicamente vulnerabile appare dunque poco lungimirante per i fini che ha la giunta Luchetti.
Si precisa che la Giunta Cesetti aveva in mente progetti ben più ambiziosi legati al turismo religioso dei cammini francescani, tenendo presente che nel complesso di S. Colomba sono stati redatti parte dei “Fioretti di S. Francesco”. Inoltre si prevedevano altri utilizzi a carattere sociale e culturale capaci di convogliare a Mogliano turisti di qualità.
Una struttura nuova, costruita ex novo, garantirebbe standard di sicurezza antisismica e sanitaria superiori, mentre il recupero del vecchio complesso potrebbe tradursi in problemi futuri, sia per l’amministrazione comunale, sia per la Struttura Commissariale e sia per l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione (USR).
Il sindaco Luchetti ha rimesso la decisione al Commissario per la Ricostruzione, Guido Castelli.
Chi si assumerà la responsabilità se il complesso di Santa Colomba non dovesse resistere ad un eventuale futuro terremoto o non fosse adeguato alle norme sanitarie che la pandemia ci ha insegnato?
Inoltre, revocare il progetto già approvato comportera' altri costi: penali per la rescissione del contratto con la ditta appaltatrice, il pagamento del progetto esecutivo già realizzato e il rischio di un danno erariale.
Costruire una nuova casa di riposto è un'opportunità da non specare. Essa sarebbe situata in una posizione strategica, vicina al centro storico e a servizi fondamentali come un parco comunale, un supermercato, un bar e una chiesa. Questa localizzazione favorirebbe l’integrazione dei residenti ancora autonomi nella vita cittadina e permetterebbe ai cittadini di Mogliano di offrire supporto volontario agli anziani.
Dal punto di vista sanitario, poi, una struttura moderna risponderebbe alle norme di sicurezza introdotte dopo la pandemia, con percorsi separati per operatori e familiari, ascensori distinti e linee di ossigeno integrate. Inoltre, l’installazione di pannelli fotovoltaici garantirebbe sostenibilità ambientale e risparmio energetico; installazione impossibile su un immobile vincolato.
La scelta di ristrutturare un edificio obsoleto per motivazioni politiche rischia di compromettere il futuro di un servizio essenziale per la comunità. Il progetto della nuova Casa di Riposo, già approvato e finanziato, rappresenta un’occasione unica per Mogliano. Ogni ritardo aumenta il rischio di perdere i fondi della Protezione Civile, che attualmente coprono l’affitto della struttura temporanea alla Maestà. Se ciò dovesse accadere, i costi ricadrebbero sul bilancio comunale, lasciando Mogliano senza una Casa di Riposo adeguata.
La comunità ha bisogno di una struttura sicura e moderna, e il tempo per agire è sempre più ristretto. La domanda resta: l’amministrazione Luchetti sta davvero lavorando per il bene della comunità o sta perseguendo interessi di parte?".
Bollette dell’acqua, la Giunta approva fondo a sostegno delle famiglie in difficoltà. La Giunta comunale ha approvato un atto di indirizzo per l'istituzione di un fondo che andrà a sostenere le famiglie contro gli aumenti delle tariffe dell'acqua. Questo fondo sarà previsto nel prossimo bilancio comunale e rappresenterà un aiuto concreto per i cittadini, in un momento di crescente difficoltà economica.
"Con l'aumento delle tariffe, per il quale, in sede di assemblea Ato abbiamo votato contro - ha dichiarato il sindaco Fabrizio Ciarapica - vogliamo proteggere i nostri cittadini più vulnerabili, fornendo un aiuto concreto a chi si trova in difficoltà economica. Pertanto destiniamo parte degli utili che saranno distribuiti dall'azienda Atac al Comune, per coprire, almeno in parte, i rincari dei costi delle utenze idriche che graveranno sulle famiglie".
Il fondo sarà destinato in particolare ai nuclei a basso reddito e alle persone in condizioni di particolare svantaggio economico, ma ulteriori dettagli sulla gestione saranno resi noti successivamente, dopo l'approvazione del bilancio comunale.
"Lavoreremo affinché ogni euro di questo fondo possa avere un impatto reale e tangibile sulla vita dei nostri concittadini - ha aggiunto il sindaco - .Il nostro obiettivo è mettere in atto politiche che siano inclusive e che rispondano alle necessità delle famiglie".
In merito alla proposta di un’ora di sosta gratuita durante il periodo natalizio, interviene il sindaco Fabrizio Ciarapica: “Ringrazio la commissione commercio e l'associazione Viviamo Civitanova per aver acceso un dibattito costruttivo sul tema parcheggi a sostegno del commercio. Un argomento che questa amministrazione ha affrontato con serietà nel tempo, implementando una serie di interventi a favore dei nostri commercianti. Ricordo il potenziamento del sistema di videosorveglianza, la costante lotta contro il commercio abusivo, iniziative per migliorare la pulizia ed il decoro, il servizio interforze attivo nel centro, i tanti eventi di qualità che abbiamo organizzato per attrarre turisti e ancor più il grande lavoro che stiamo portando avanti per questo Natale, con lo spettacolo delle luminarie e un cartellone ricco di iniziative.
Ho dunque apprezzato la proposta dell'ora gratuita durante il periodo di Natale e sicuramente la porterò all'attenzione della prossima giunta alla presenza di tutti gli assessori perchè si tratta di un provvedimento che riguarda più competenze e quindi più deleghe: non solo l'assessore al Commercio, ma anche l'assessore alla Mobilità Sostenibile con deleghe ai parcheggi e l'assessore al Bilancio e alle Partecipate.
Pur considerando, quindi, la proposta un buon punto di partenza per poter agire su un tema delicato come quello dei parcheggi, dopo un confronto con i tecnici, mi permetto di sollevare alcune criticità. In primis la gestione di una singola ora gratuita, prevista in concomitanza con l'apertura dei negozi, va condivisa con la Civitas, l'azienda che per convenzione gestisce i parcheggi per capire se ci sono i tempi necessari per poter apporre tutte le modifiche tecniche, mi riferisco all'adeguamento dell'app e dei parcometri. Secondo aspetto è quello economico: stando a quanto riferito dai tecnici c'è la necessità di quantificare e quindi prevedere la somma necessaria per coprire il minor incasso ed evitare di incappare in problemi con la Corte dei conti per danno erariale. Terzo aspetto è la condivisione della proposta perché se da un lato l'associazione Viviamo Civitanova è d'accordo, l'altra, l'associazione Centriamo ha espresso riserve sull'ora gratuita, ritenendola non sufficiente per rispondere alle esigenze del commercio.
Un'amministrazione, dunque, deve tenere conto di tutti questi aspetti e giungere ad una soluzione condivisa e rispetto ad un'ora gratuita, possiamo fare molto di più: la proposta è quella di rendere gratuito il parcheggio ex area Anconetani (150 posti auto) non per un'ora, ma per tutta la giornata durante il periodo natalizio, dal 1 dicembre al 6 gennaio. Questo provvedimento avrebbe un impatto molto maggiore rispetto all’ora gratuita, e rappresenterebbe un incentivo concreto non solo per facilitare lo shopping, ma anche tutte le altre attività”.
Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha rilasciato alcune dichiarazioni a margine del Consiglio regionale, riflettendo sui risultati delle recenti elezioni amministrative in Umbria e Emilia Romagna e sulle prospettive future per la sua regione. Il governatore ha osservato le differenze nei risultati elettorali tra le Marche e le altre regioni, evidenziando un’inversione di tendenza nelle Marche, dove molte città governate dal centrosinistra sono passate al centrodestra o a forze civiche vicine a quest'area politica.
Acquaroli ha messo in risalto il cambiamento nelle amministrazioni di alcune città umbre, come Terni, Spoleto e Perugia, dove il centrosinistra ha perso terreno, mentre in Emilia Romagna, secondo il presidente, il risultato è stato in linea con la tradizione storica della regione, che ha confermato la sua inclinazione verso il centrosinistra.
Per quanto riguarda l'Umbria, Acquaroli ha sottolineato come il voto abbia rappresentato una "discontinuità" rispetto al passato, indicando che i cittadini hanno espresso malcontento con l'amministrazione precedente, chiedendo un cambiamento. Un cambiamento che, a suo avviso, deve essere letto non solo come una conseguenza di dinamiche politiche, ma anche come un segnale chiaro di come la politica locale risponda alle istanze dei cittadini.
Un aspetto che preoccupa Acquaroli è la bassa partecipazione al voto, una tendenza che definisce "preoccupante". Il presidente ha sottolineato che, pur non mettendo in discussione la legittimità dei vincitori, è necessario affrontare il tema della partecipazione popolare, fondamentale per il buon funzionamento della democrazia. Secondo Acquaroli, "non si può continuare a ignorare un fenomeno che sta progressivamente allontanando i cittadini dal processo elettorale".
Acquaroli ha poi spostato l'attenzione sul lavoro svolto dalla sua amministrazione nelle Marche, esprimendo soddisfazione per i risultati raggiunti, soprattutto in ambito infrastrutturale e sanitario. Ha citato le importanti riforme messe in atto, tra cui la legge sul Governo del Territorio e le riforme delle aziende sanitarie, che, secondo il presidente, hanno contribuito a un miglioramento dell'efficienza del sistema sanitario regionale. In particolare, ha fatto riferimento alla riduzione delle liste d'attesa, evidenziando che, rispetto al periodo pre-pandemia, si stanno ottenendo risultati significativi.
Acquaroli ha anche sottolineato l'importanza degli investimenti fatti in infrastrutture e nella programmazione europea per il periodo 2021-2027, con la Regione che si distingue come una delle prime a livello nazionale per i pagamenti su fondi Fse+ e Fesr. "Stiamo vedendo i frutti di un lavoro intenso che va nella direzione di rendere le Marche sempre più competitive", ha dichiarato.
Il presidente ha concluso il suo intervento sottolineando che ogni regione ha dinamiche e specificità proprie che vanno considerate quando si analizzano i risultati elettorali. "Non possiamo leggere i risultati delle Marche senza tener conto del nostro contesto territoriale e delle vicende che ci riguardano", ha affermato, ribadendo che pur in un contesto nazionale e internazionale che può influenzare la politica locale, le Marche devono essere comprese in relazione alle proprie peculiarità.
L'aumento delle indennità per i sindaci, previsto dalla legge di bilancio 2022 firmata dall'allora premier Mario Draghi, è entrato pienamente in vigore a gennaio 2024. Questa riforma lega il compenso dei primi cittadini al trattamento economico dei governatori regionali, con importi che variano in base alla popolazione amministrata, fino ad un importo massimo di 13.800 euro lordi al mese. Nelle Marche, dove non ci sono Città metropolitane, il limite si ferma all'80% per il sindaco del capoluogo regionale. Pertanto Daniele Silvetti di Ancona, con un'indennità di circa 11.040 euro lordi al mese, è il sindaco "più pagato" della regione.
In provincia di Macerata, il sindaco del capoluogo, Sandro Parcaroli, riceve un'indennità di 9.660 euro lordi al mese (circa 5.875 euro netti). Un aumento di oltre 5.000 euro rispetto al passato, che colloca Parcaroli tra i sindaci più retribuiti delle Marche, insieme ai suoi omologhi dei capoluoghi di provincia (Pesaro, Fermo, Ascoli Piceno e Urbino).
L'indennità è sensibilmente più bassa invece per i sindaci delle città con popolazione tra 30.000 e 50.000 abitanti. I primi cittadini come Fabrizio Ciarapica di Civitanova Marche, percepiscono un compenso lordo di 4.830 euro (circa 3.270 netti). È invece pari al 30% dell'indennità percepita dal presidente della regione Marche quella spettante ai sindaci dei comuni dai 10mila ai 30mila abitanti, ovvero a 4.140 euro lordi (circa 3.187 netti).
Scendendo ulteriormente, i primi cittadini di centri con meno di 3.000 abitanti, come quelli caratteristici dell'entroterra maceratese, si attestano su 2.208 euro lordi, equivalenti a circa 1.650 euro netti. Perciò tale è l’indennità che spetta a Pietro Cecoli, sindaco di Monte Cavallo, paese più piccolo delle Marche con 105 abitanti, Silvia Bernardini, sindaco di Ussita, Alfredo Riccioni, sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Sara Simoncini, sindaco di Poggio San Vicino e Cristina Gentili, sindaco di Bolognola.
Questi incrementi intendono premiare la crescente complessità amministrativa, che aumenta con le dimensioni del Comune. I sindaci delle piccole realtà si trovano comunque spesso a dover fronteggiare sfide altrettanto impegnative: lo spopolamento, la carenza di servizi essenziali e, per molti nel Maceratese, la ricostruzione post-sisma. Per loro, il ruolo istituzionale si traduce spesso in un impegno totalizzante che va ben oltre i meri numeri dell'indennità.
Un esempio emblematico è dato dai numerosi borghi della provincia sopra citati, dove il sindaco diventa un punto di riferimento per una comunità che fatica a trovare alternative amministrative. Non a caso, gli aumenti erano stati pensati anche per incentivare nuove candidature e scongiurare il rischio di mono-liste o assenza di aspiranti alla carica.
Se da un lato la riforma ha finalmente aggiornato compensi fermi dal 2000, dall'altro non affronta le problematiche strutturali che gravano sulla gestione dei piccoli Comuni. Nella provincia di Macerata, dove il panorama amministrativo è dominato da numerosi centri di piccole dimensioni, l'indennità, sebbene aumentata, potrebbe risultare comunque insufficiente per incentivare l'impegno civico e la partecipazione politica.
"Da diversi contribuenti giungono segnalazioni di accertamenti tributari del Comune di Ussita sull'Imu. Per tali attività il Comune si è avvalso di una società esterna senza che nelle lettere sia indicata la ragione sociale e/o la persona giuridica della ditta incaricata dell'elaborazione dati, ma soltanto un anonimo numero telefonico e sicuramente senza aver vagliato le notifiche prima del loro inoltro ai destinatari". A segnalarlo è il consigliere di minoranza Guido Rossi, capogruppo di 'Insieme per la ricostruzione e l futuro'.
"Sembrerebbe addirittura che le notifiche abbiano presentato palesi errori formali e sostanziali con conseguenti procedure di annullamento e che l'agenzia del Territorio abbia operato d'ufficio la revisione catastale delle unità immobiliari dopo gli interventi ricostruttivi, senza che ne sia stata data comunicazione ai proprietari che, di conseguenza, non hanno potuto salvaguardare i propri diritti attraverso l'istituto del ricorso così come previsto dalle norme tributarie", prosegue il consigliere Rossi in una nota.
Lo stesso Rossi ha presentato un'interrogazione alla sindaca Bernardini "per conoscere tutto il procedimento e i risultati dell'ennesima discutibile iniziativa verso i proprietari delle seconde case che sono gravate, ancora, con una aliquota IMU al 10,60. Un'aliquota che è in evidente contraddizione con la volontà auspicata di ripopolamento delle aree interne dell'Appennino colpite dal sisma".
"Il paese dovrebbe essere un gioiello e, invece, sconta errori di programmazione che ritardano tutte le fasi della ricostruzione con gravi responsabilità dei sostenitori del cosiddetto 'Progetto Ussita' - conclude Guido Rossi -. Un esempio significativo è la sede del Comune che avrebbe dovuto essere il simbolo della casa comunale ricostruita a dimostrazione di una ritrovata efficienza e funzionalità e invece si è preferito a oltre otto anni dal sisma, ancora albergare gli uffici comunali negli alloggi container".
Interessante e costruttivo incontro ieri alla pasticceria La Romana di Civitanova, tra il sindaco Fabrizio Ciarapica ed i giovani del Collettivo Unirà. L’iniziativa, dal titolo “Un Caffè con”, promossa dai ragazzi stessi, ha rappresentato un'importante opportunità per ascoltare le proposte e le aspirazioni delle nuove generazioni.
Intervistato da Paolo Canala e Francesco Sebastiani, il Sindaco ha avuto l’opportunità di raccontare se stesso, il percorso che lo ha portato ad essere il primo cittadino di Civitanova ed ascoltare idee e progetti dei giovani per la città.
“È fondamentale che i giovani abbiano voce nelle decisioni che riguardano il loro futuro - ha commentato il sindaco - Siamo qui per ascoltarli e lavorare insieme a loro per costruire una Civitanova che risponda alle loro esigenze e aspirazioni. Ringrazio il Collettivo Unira’ per l’invito e mi auguro che da questa chiacchierata possa nascere una collaborazione per affrontare le sfide del futuro.”
Tra l’idee proposte quella di lanciare un forum per i giovani all’interno del tavolo Interistituzionale già operativo e di cui lo stesso Collettivo fa parte. Poi è stata affrontata la questione parcheggi, stilato un bilancio di 7 anni di amministrazione e un elenco dei prossimi obbiettivi.
“È stato un incontro davvero interessante - ha detto Francesco Sebastiani, rappresentante del Collettivo - .Creare un canale diretto con le Istituzioni è davvero un’opportunità preziosa per noi giovani che ci permette di portare all’attenzione del Sindaco le nostre idee ed esigenze. Spiace però notare l’assenza di tutte le persone, alcune delle quali ricoprono anche cariche politiche, che hanno criticato l’evento senza nemmeno sapere quello di cui si stesse parlando. “Il caffè con” nasce con l’intento di portare novità e aggregazione, ed è un peccato assistere a questa speculazione politica, peraltro fatta in maniera sterile”.
Si è tenuto ieri pomeriggio, presso l'Asilo Ricci di Macerata, l'incontro pubblico organizzato dal Club della Rosa e dal Circolo ARCI di Macerata, dal titolo "L'Associazione Arena Sferisterio e la necessità di un progetto culturale e di spettacolo di lungo periodo”. L'iniziativa, promossa da Massimiliano Bianchini, presidente del Circolo ARCI, e Bruno Mandrelli, ex assessore alla Cultura, ha riunito esponenti della politica locale e rappresentanti della società civile, con l'obiettivo di discutere le prospettive future dell'Associazione Arena Sferisterio.
Mandrelli e Bianchini hanno voluto sottolineare tre aspetti critici. In primo luogo, hanno evidenziato un'anomalia nella composizione dell'associazione, attualmente formata da soli due soci: Comune di Macerata e Provincia. "Se uno dei due è impossibilitato a contribuire e a gestire gli eventi, c'è un evidente problema strutturale", ha dichiarato l'ex assessore.
Il secondo punto trattato riguarda l'incapacità dell'Associazione di attirare nuovi soci, pubblici e privati, per quello che era invece un obiettivo sancito dallo statuto oltre quarant'anni fa. "Non siamo riusciti a raggiungere questo scopo. Bisogna riflettere se ha ancora senso mantenere lo status quo," ha aggiunto.
Infine, Mandrelli ha proposto una visione che estende l'attività dello Sferisterio oltre la stagione lirica, coinvolgendo anche altri generi di eventi (il jazz, il blues, i concerti rock), distribuiti lungo un arco temporale di 8-10 mesi. "Questo permetterebbe di attrarre sponsor non solo per la lirica, ma per un'offerta culturale più ampia, generando un indotto stabile per la città," ha spiegato, indicando come questa strategia potrebbe rilanciare la residenzialità, favorire la riapertura di attività commerciali e il recupero di quartieri urbani in declino.
La proposta di Mandrelli include anche una trasformazione dell'Associazione Arena Sferisterio in una Fondazione, struttura giuridica più adatta per raggiungere obiettivi di lungo termine e attrarre nuovi capitali. "Molti teatri italiani hanno fatto questo passaggio. È un tema su cui è importante aprirsi al dialogo," ha concluso.
Anche il consigliere d'opposizione Narciso Ricotta è intervenuto nel dibattito riprendendo l'idea di una trasformazione dell'associazione in fondazione. "Sia nel mio programma elettorale che in quello di Parcaroli era prevista questa trasformazione. Perché poi non si è fatto nulla e non se n'è addirittura mai discusso?". L'ex candidato sindaco ha voluto sottolineare come sia importante condividere questo percorso con tutte le forze politiche e trovare una soluzione condivisa per il futuro dello Sferisterio. "Le ultime tre stagioni sono state in perdita e abbiamo cambiato tre direttori. Ora, per fortuna, abbiamo a disposizione 400 mila euro per coprire le perdite, ma dobbiamo imparare a camminare con le nostre gambe. Questa discussione può essere l'inizio di un percorso che porti a una visione comune e durata," ha concluso Ricotta.
Il consigliere d'opposizione David Miliozzi ha espresso preoccupazione per la gestione dello Sferisterio negli ultimi anni, caratterizzata da frequenti cambi di direzione e da una perdita di identità culturale. "Dal 2020 abbiamo visto ben quattro cambi di direttori. Procedere a singhiozzo mette a rischio il patrimonio culturale della città," ha detto Miliozzi, sottolineando la mancanza di una chiara visione politica per il futuro dell'arena. "Non vedo una visione chiara da parte dell'attuale amministrazione, mentre le figure del nostro territorio come Messi e Orazi sono state valorizzate nel passato grazie a una politica attenta," ha dichiarato, auspicando un'inversione di tendenza che valorizza le competenze locali e favorisca il coinvolgimento del territorio.
L'iniziativa del Club della Rosa e del Circolo ARCI ha dunque gettato le basi per un dibattito che non potrà che proseguire nei prossimi mesi, con l'obiettivo di creare un progetto culturale di ampio respiro, capace di valorizzare appieno uno dei simboli più rappresentativi della città.
Petriolo: completati i lavori di rigenerazione urbana per 910.000 euro
La settimana scorsa si sono conclusi a Petriolo i tre importanti interventi di rigenerazione urbana, finanziati grazie al fondo complementare PNRR. I lavori, che hanno interessato il Parco delle Fonti, piazza Umberto I e l'estensione del percorso pedonale fino al cimitero civico, hanno avuto un importo complessivo di 910.000 euro. Si tratta di opere tanto attese, che hanno ridato vita a spazi urbani abbandonati e degradati, trasformandoli in aree più accoglienti e fruibili per i cittadini.
Le risorse messe a disposizione dal commissario straordinario per la ricostruzione post-sisma 2016 sono state utilizzate per una cifra di 275.000 euro per il Parco delle Fonti e piazza Umberto I, mentre i restanti 695.000 euro sono stati destinati alla realizzazione del marciapiede di via del Molino. Quest'ultima infrastruttura, oltre a integrarsi armoniosamente con l'ambiente circostante grazie a una progettazione che ha preservato il filare di cipressi lungo la strada, migliora notevolmente la sicurezza e la circolazione dei veicoli sulla provinciale 19, salvaguardando anche i pedoni.
"Il costo del marciapiede è di 695.000 euro, e non 910.000 come erroneamente dichiarato dal consigliere di minoranza Domenico Luciani in un recente post sui social", ha precisato il sindaco Matteo Santinelli. Il primo cittadino ha anche annunciato che nei prossimi giorni verrà completata l'asfaltatura della strada in prossimità della curva, con la compartecipazione del servizio viabilità della Provincia di Macerata.
Le opere pubbliche in corso a Petriolo sono molte e, sebbene diverse siano già state avviate, altre sono in fase di imminente inizio, con un valore complessivo di circa 20 milioni di euro. Un'importante cifra in relazione al numero di abitanti e all'estensione territoriale del comune. Santinelli ha anche evidenziato che i lavori al Santuario della Misericordia sono in fase avanzata, mentre sono stati conclusi i bandi per la progettazione del Palazzo De Nobili, con la partecipazione di diversi finanziamenti, tra cui quelli previsti dall'ordinanza speciale del commissario straordinario Guido Castelli.
In corso anche i lavori per il rifacimento dell'attraversamento di Fosso Rio, il restauro delle Fonti storiche di Petriolo e la riqualificazione della scuola dell'infanzia "Pietro e Sofia Savini". A breve riprenderanno i lavori per la scuola media Marco Martello e si avvieranno i miglioramenti alla strada Sant’Antonio.
Il sindaco non ha mancato di criticare l'atteggiamento della minoranza, accusata di “politica scorretta” e di alimentare polemiche senza proporre soluzioni concrete. Santinelli ha anche ripercorso la gestione del precedente mandato, sottolineando le difficoltà lasciate dall'amministrazione Luciani, che, secondo il primo cittadino, ha contribuito a un indebitamento del Comune con un mutuo di 800.000 euro e irregolarità nelle opere già avviate.
"Se il tempo impiegato dall'opposizione a scrivere sui social fosse stato dedicato alla realizzazione di opere, oggi Petriolo sarebbe una piccola Lugano", ha concluso Santinelli, difendendo il lavoro della sua amministrazione e ribadendo che Petriolo sta vivendo "una vera e propria rinascita, sostenuta da un programma di lavori ambizioso e ben strutturato".
L'assemblea dei soci della Società, Sarnano Terzo millennio, si è riunita in data 12 novembre per deliberare l'adozione di misure idonee alla dotazione di personale, al fine di garantire la continuità e l'efficienza delle attività svolte dall'ente. L'incontro ha avuto luogo in un clima di grande partecipazione, con una votazione quasi unanime a favore della decisione che ha visto solo poche astensioni da parte dei soci.
Il punto centrale della discussione ha riguardato le procedure di assunzione adottate negli anni passati, alcune delle quali erano state oggetto di rilievi formali. L'Assemblea, tuttavia, ha ribadito la propria determinazione a superare le polemiche emerse in passato e ad adottare fin da subito tutte le procedure necessarie a garantire la dotazione di personale, nel pieno rispetto delle normative vigenti.
Il sindaco di Sarnano, Fabio Fantegrossi, ha commentato l'esito della seduta sottolineando l'importanza di voltare pagina e di concentrarsi esclusivamente sugli interessi della Società e del territorio. «Il voto di oggi rappresenta un passo fondamentale per il futuro della nostra comunità – ha dichiarato Fantegrossi. – Abbiamo deciso di mettere da parte le polemiche per concentrarci sulla crescita e sullo sviluppo. La Società è fondamentale per l’economia del nostro territorio e per i Comuni limitrofi, e quindi è essenziale che possa contare sulle risorse umane adeguate per portare avanti la propria missione».
Il sindaco ha poi ribadito che la scelta dell'Assemblea mira a garantire la stabilità occupazionale e a dare fiducia alle persone e alle famiglie che da anni sono impegnate nella Società. «In un momento storico in cui molte aree interne del nostro Paese affrontano difficoltà economiche e occupazionali, questa decisione rappresenta un segnale concreto di fiducia, un’opportunità per la nostra comunità e per tutti coloro che lavorano con impegno e professionalità».
L’Assemblea ha anche sottolineato il ruolo strategico della Società nel garantire servizi essenziali per la popolazione di Sarnano e dei Comuni limitrofi, elementi cruciali per il benessere e lo sviluppo del territorio. Il Comune di Sarnano, in qualità di socio di maggioranza, sta lavorando per favorire l’attuazione di un progetto di sviluppo che prevede, tra l’altro, l'assunzione di nuove risorse professionali, garantendo così l’adeguamento dell’organico alle necessità di una gestione sempre più efficiente.
«Questo è solo l'inizio di un percorso di crescita – ha concluso il primo cittadino Fantegrossi. – Continueremo a lavorare per rafforzare la nostra Società, con l’obiettivo di renderla ancora più efficace e al servizio dei cittadini, e con la consapevolezza che ogni passo fatto oggi contribuirà a un futuro migliore per tutti noi».
Concludendo, la riunione dell'Assemblea dei Soci non solo ha affrontato questioni cruciali per il funzionamento della Società, ma ha anche riaffermato la volontà di guardare al futuro con determinazione e unità, dando valore a tutte le professionalità che, nel corso degli anni, hanno contribuito al successo dell’ente, e ponendo le basi per un ulteriore sviluppo economico e sociale della regione.
La recente notizia dell'installazione di un'antenna 5G nella frazione di Grottaccia ha riacceso i riflettori su una questione che, secondo Raffaele Consalvi, consigliere comunale di Per Cingoli, rischia di diventare una vera e propria emergenza per territorio. L’esponente del Pd non ha dubbi: quello che inizialmente potrebbe sembrare un singolo, banale progetto di infrastruttura, è in realtà la punta dell’iceberg di un problema più ampio e preoccupante, che coinvolge la salute e il benessere di tutti i cittadini.
"Parliamo di inquinamento ambientale – esordisce Consalvi – un 'mostro subdolo' che non si vede, ma che, nel tempo, mina la salute delle persone. Un fenomeno che fino a pochi anni fa Cingoli nemmeno si immaginava, ma che oggi sta diventando sempre più evidente".
Il consigliere de fa notare che nella zona di Grottaccia, dove è prevista l’installazione dell’antenna 5G, ci sono già altre fonti di inquinamento, come un elettrodotto ad alta tensione che passa a pochi centinaia di metri dalle abitazioni e dalle attività commerciali, e che emette onde elettromagnetiche. A pochi chilometri di distanza, poi, c’è la discarica provinciale, il cui ampliamento è già previsto dai progetti del Cosmari. "Siamo di fronte a un'accumulazione di fattori di rischio che, nel lungo periodo, potrebbero avere un impatto negativo sulla salute di chi vive in queste zone", sottolinea Consalvi.
Ma non è tutto. Consalvi allarga la sua analisi a questioni altrettanto rilevanti per la comunità. "Il piano di ampliamento della discarica prevede altri cinque o sei anni di attività, ma la vera preoccupazione arriva da ciò che potrebbe succedere dopo. La Regione Marche sta pensando di bandire le discariche e sostituirle con impianti di incenerimento. E il sito più probabile per un inceneritore potrebbe essere proprio quello di Botontano, che servirebbe l’intera regione", afferma i, mettendo in evidenza i possibili rischi legati a questa prospettiva.
Aggiungendo un altro capitolo alla lista delle criticità, l'esponente del Pd menziona anche le problematiche derivanti dall'allevamento intensivo nella zona di Rangole, che da tempo sta sollevando proteste tra i residenti e gli operatori economici locali. "Le difficoltà sono evidenti – prosegue Consalvi – e continuano a crescere, con una situazione che non sembra destinata a migliorare senza un intervento concreto da parte delle istituzioni".
Infine, c’è la questione del lago, una risorsa fondamentale per l’irrigazione e per l'approvvigionamento idropotabile. "Da anni il lago è soggetto alla proliferazione di un'alga rossa che rilascia tossine Inoltre, quest'estate abbiamo assistito a un episodio di contaminazione da pesticidi, che, pur non compromettendo i parametri di potabilità, ha comunque influito sulla qualità dell’acqua. Questo è un altro campanello d’allarme", spiega Consalvi, che non nasconde la sua preoccupazione.
Di fronte a questo scenario, Consalvi chiede un cambio di passo. "Cingoli ha bisogno di un'amministrazione che riconosca la gravità di questi problemi e che non si limiti a minimizzare o a nascondere sotto il tappeto le difficoltà. È il momento di unire le forze e affrontare queste sfide con coraggio e trasparenza, per la salute e la sicurezza dei cittadini", conclude il consigliere comunale.
Si terrà venerdì 15 novembre alle ore 17 alla Romana l’incontro dal titolo "Un caffè con il sindaco", organizzata dal Collettivo Unirà, un gruppo di giovani dai 18 ai 21 anni. L’iniziativa rappresenta un'importante occasione di confronto tra i giovani e le istituzioni, su tematiche di attualità che riguardano direttamente le nuove generazioni.
"Ringrazio il Collettivo Unira’ per questo invito - ha detto il sindaco - . Parteciperò molto volentieri perché ritengo fondamentale ascoltare le voci dei giovani e confrontarmi con loro su argomenti che li toccano direttamente. La loro energia e le loro idee sono fondamentali per affrontare le sfide che ci attendono”.
Il sindaco invita “tutti i ragazzi e le ragazze della nostra comunità a partecipare attivamente , per dare voce alle proprie idee e contribuire alla crescita della nostra città. Credo fermamente che il futuro di Civitanova dipenda dalla partecipazione attiva dei giovani”.
L'incontro inizierà con un'intervista, seguita da un momento dedicato al pubblico, dove i partecipanti potranno contribuire promuovendo un dibattito costruttivo. "Siamo contenti che il sindaco abbia accettato il nostro invito - dichiara Francesco Sebastiani, rappresentante del Collettivo -. Il fatto che le Istituzioni appoggino iniziative come queste è un segnale che non siamo soli nel raggiungimento del nostro obiettivo: mettere al centro i giovani e renderli partecipi della vita cittadina. È un'occasione unica perché da la possibilità di confrontarsi con il Sindaco su tematiche attuali e sensibili. Invito tutti i cittadini a partecipare”.
Scienze Infermieristiche restano a Macerata: la soddisfazione di Giordano Ripa per la risoluzione del rischio trasferimento. Il consigliere comunale, e coordinatore della neo lista civica "Futuro per Macerata", esprime il suo compiacimento per la positiva risoluzione della vicenda legata al corso di laurea in Scienze Infermieristiche, che continuerà a rimanere a Macerata. La notizia giunge dopo mesi di incertezze e timori per un possibile trasferimento della sede del corso dai locali di Villa Cozza, in seguito alla scadenza della convenzione con l'Ircr.
"Dopo mesi di silenzio e preoccupazioni, le dirigenze dell'Azienda Sanitaria Territoriale (Ast) e dell'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Ircr) hanno finalmente trovato un accordo. È stato infatti stipulato un contratto di locazione passiva per gli spazi dove il corso è stato ospitato finora", commenta Ripa, soddisfatto del risultato.
Il rischio di trasferimento era nato a seguito della scadenza, nel 2019, della convenzione con l'Ircr, che aveva regolato l'uso degli spazi per il corso di laurea in Infermieristica. La necessità di un corrispettivo economico o di ulteriori posti letto in convenzione da parte dell'Ircr aveva fatto temere una possibile interruzione della storica presenza del corso a Macerata. Nel frattempo, il contratto di comodato d'uso, che aveva prorogato la disponibilità degli spazi fino alla fine del 2023, stava per scadere, mettendo a rischio la continuità dell'offerta formativa.
Come consigliere comunale con delega alla Sanità, Ripa aveva sollecitato la risoluzione della questione fin dall'inizio della consiliatura, avviando numerosi confronti con il sindaco Parcaroli e con i referenti regionali. In particolare, nell'autunno del 2023, il consigliere aveva presentato una mozione all'amministrazione comunale, chiedendo un intervento urgente per evitare il trasferimento e preservare il corso, che da 50 anni rappresenta un punto di riferimento per la formazione degli infermieri.
"L'intervento è stato fondamentale per scongiurare un danno tanto funzionale quanto di immagine per la città di Macerata - prosegue Ripa -. Il nostro corso di laurea, che forma professionisti sanitari da mezzo secolo, si trova in una posizione strategica: i locali sono facilmente raggiungibili dai molti studenti che arrivano come pendolari, senza gravare sulle loro tasche. Inoltre, la vicinanza con l'ospedale di Macerata, che offre eccellenze nella formazione pratica, rappresenta un valore aggiunto significativo". "La formazione infermieristica a Macerata continuerà a essere un pilastro fondamentale per la nostra comunità e per l'intero sistema sanitario regionale", conclude.
Il movimento “Noi Moderati” ha da poco annunciato l’espansione del suo gruppo parlamentare, tanto alla Camera quanto al Senato, con un nuovo nome che ne definisce meglio la natura politica: “Centro Popolare”. Questo passo rappresenta un rafforzamento e una precisa scelta di campo, che ha tra i punti di riferimento la città di Macerata, dove il partito ha stabilito la propria sede in via Roma, in attesa della sua apertura ufficiale. Un momento cruciale per la politica locale, che guarda con interesse alle prossime elezioni, sia quelle comunali che quelle regionali, previste per la fine del 2025.
In un clima di incertezze politiche e prospettiche, le voci che circolano parlano di una possibile "Election Day" che potrebbe riunire le elezioni comunali e quelle regionali in una data unica. Ma, come sottolinea il segretario provinciale di Noi Moderati, Paolo Perini, non c'è ancora chiarezza sul futuro di queste elezioni: "C’è nebbia in val Padana", come si dice in gergo.
Tuttavia, è importante sottolineare la posizione chiara e ben definita del movimento, che si colloca con fermezza al “centro”. Questo posizionamento vuole essere la base di una nuova alleanza politica che si prefigura ampia e inclusiva, capace di rispondere alle reali necessità della città di Macerata. “Noi Moderati” legge con interesse le recenti “movimentazioni” all’interno del Consiglio Comunale, dove diversi gruppi di consiglieri hanno dichiarato la propria autonomia. Un segnale, a loro dire, non di divisione, ma di “riflessione” e di “approfondimento” sulla città.
Il partito, infatti, non si preoccupa del protagonismo, ma della necessità di un dialogo serio e costruttivo, che parta dalle esigenze concrete dei cittadini. "Il confronto tra le forze politiche è essenziale", affermano il segretario cittadino di Noi Moderati, Luigi Carelli, e il suo vice Guido Garufi, "ma è altrettanto fondamentale partire dalla base, dalle necessità reali di quella che un tempo chiamavamo 'la gente', che ormai è lontana dalle urne e spesso diserta il voto".
In questo contesto, “Noi Moderati” rilanciano la necessità di un ritorno alla politica autentica, senza cadere nelle trappole dei gruppi di pressione o delle tentazioni di cementificazione urbana. "L’amministrazione attuale, sebbene abbia fatto ciò che poteva con i fondi del Pnrr e quelli per il terremoto, non sembra avere una direzione chiara", commentano. "La visione di “Noi Moderati” punta a dare un nuovo slancio alla città, a riavvicinare i cittadini alla politica e a ridare loro una speranza di futuro".
“Un ritorno al realismo, alla concretezza e al dialogo” è l’obiettivo, in un momento storico in cui la politica appare frammentata e incapace di rispondere alle vere esigenze della comunità. "La sfida per Macerata, come per l’intera regione, è quella di riscoprire l’identità di una comunità che, purtroppo, spesso si sente emarginata e disillusa".Mac
Si è concluso ieri, 10 novembre 2024, il primo congresso nazionale di Base Popolare, un movimento politico che si propone di essere un punto di riferimento innovativo nel panorama italiano, impegnandosi a superare le logiche di contrapposizione ideologica e partigiana, puntando invece a una politica che metta al centro la realtà e i valori fondamentali della persona. Con un messaggio chiaro e forte, il congresso ha sancito l’avvio di un "laboratorio politico" aperto al dialogo e al contributo di idee da parte di tutti, in un impegno che pone la concretezza come valore primario, lontano dalle sterili contrapposizioni ideologiche.
Nel documento finale, i partecipanti hanno sottolineato l'urgenza di un riformismo profondo e capace di rinnovare il legame tra cittadini e istituzioni, oggi messo a dura prova da una crisi che ha indebolito la fiducia nei meccanismi democratici. Un riformismo che si ispira ai principi fondanti della solidarietà, della sussidiarietà e della giustizia sociale, mirando a risolvere le difficoltà che il Paese e l'Europa stanno vivendo. In questo contesto, Base Popolare propone soluzioni concrete per affrontare la crisi economica, sociale e politica, proponendo un modello alternativo a quello della politica centrata sugli slogan vuoti e sulla divisione.
Al centro dell’impegno politico del movimento c'è la difesa dei valori che storicamente contraddistinguono il popolarismo italiano ed europeo. La centralità della persona, il diritto alla vita, la libertà, la giustizia e la dignità umana sono i principi che guidano l'azione politica di Base Popolare. Questi valori, pur saldamente radicati nella tradizione del popolarismo, sono intesi come motori di cambiamento per rispondere alle sfide di un'Europa che necessita di un rilancio, con particolare attenzione alla valorizzazione della cultura del lavoro e della libertà di impresa come strumenti per il benessere delle persone.
A riprova del rilievo del progetto, il congresso ha visto la partecipazione di numerosi leader politici, confermando la centralità di Base Popolare nel dibattito pubblico. Tra i presenti, spiccano figure di spicco come Guido Castelli, Carlo Ciccioli, Carloni, e il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, che hanno condiviso la visione del movimento. Non sono mancati anche rappresentanti del centrosinistra, con la presenza della segretaria del PD, Bomprezzi, e il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, a testimonianza di un confronto costruttivo e inclusivo che attraversa i tradizionali schieramenti politici. Erano inoltre presenti il presidente della Camera di Commercio di Ancona, Gino Sabatini, e il direttore di Confcommercio, Massimiliano Polacco, mostrando l’apertura del movimento anche al mondo delle imprese e dell’economia.
Un particolare riconoscimento va alla figura di Mauro Giustozzi, che all'interno della Direzione Regionale di Base Popolare delle Marche è stato confermato come vice coordinatore vicario. Giustozzi, già un pilastro del movimento, ha visto riconosciuto il suo ruolo di leadership e di collegamento tra le diverse anime territoriali e politiche del progetto. La sua presenza nella Direzione, insieme ad altre figure emergenti, è segno della volontà del movimento di radicarsi nel territorio marchigiano con una struttura solida e di rappresentanza. Con il suo impegno, Base Popolare punta a costruire una politica che risponda alle esigenze reali delle persone, in una regione che ha bisogno di concretezza e visione.
Nel corso della giornata, Raimondo Orsetti è stato eletto per acclamazione Coordinatore Regionale di Base Popolare, dando un segnale di continuità e stabilità, ma anche di apertura al cambiamento. Il congresso, quindi, ha tracciato una rotta chiara per il movimento, che si propone di essere un luogo di confronto tra le storie e le tradizioni del Popolarismo cattolico, del Riformismo e del Liberalismo democratico, lontano dalla retorica populista.
In conclusione, Base Popolare si sta preparando a essere "laboratorio politico", dove la pluralità delle voci e delle esperienze sarà messa al servizio di un progetto di rinnovamento politico che intende rispondere alle sfide sociali ed economiche del Paese, creando uno spazio dove la politica possa tornare ad essere una risposta concreta ai bisogni delle persone.