Politica

Tolentino, Sandro Bisonni ci riprova: è candidato alle prossime elezioni regionali con "Alleanza Verdi e Sinistra"

Tolentino, Sandro Bisonni ci riprova: è candidato alle prossime elezioni regionali con "Alleanza Verdi e Sinistra"

Sandro Bisonni scende di nuovo in campo. L’ex consigliere regionale ha annunciato ufficialmente la sua candidatura alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale delle Marche nella lista Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), a sostegno del candidato presidente Matteo Ricci. Al centro della sua agenda politica: la tutela dei beni pubblici, la difesa dell’ambiente, i diritti dei lavoratori e un welfare realmente accessibile. "La Giunta Acquaroli sta trascinando servizi essenziali come sanità, acqua, istruzione e rifiuti verso la privatizzazione – ha dichiarato Bisonni – mentre è fondamentale che restino pubblici per garantire tariffe accessibili e qualità della vita". L’allarme lanciato da Bisonni riguarda anche il futuro ambientale del territorio. La provincia di Macerata, spiega, “è stata indicata come una delle più probabili sedi per un nuovo inceneritore, quindici volte più grande di quello precedente”. Un’ipotesi che il candidato AVS definisce "uno scempio ambientale da fermare con decisione". A spingere Bisonni a ricandidarsi è stata, dice, "la fiducia di tante persone" che vedono in lui "una figura competente e coerente. Metto a disposizione della comunità la mia esperienza da ex consigliere regionale e le mie conoscenze tecniche su temi ambientali, sociali e istituzionali". Il programma che Bisonni propone è articolato e mira a costruire un modello di sviluppo più equo e sostenibile. Al primo posto c’è la creazione di un sistema di welfare dignitoso, con particolare attenzione alle fasce deboli della popolazione e alle persone con bisogni speciali. Tra le priorità, anche l’uguaglianza di genere, da promuovere con più asili nido pubblici e politiche a favore della conciliazione tra lavoro e maternità. Forte è l’impegno per la tutela dell’ambiente, che Bisonni lega a doppio filo con la lotta al cambiamento climatico. "Speculazioni edilizie e industriali non possono prevalere. La produzione di energia deve essere pulita, ma valutando sempre gli impatti caso per caso". In questo senso, annuncia battaglie anche per la protezione della fauna, con proposte per abbattere i costi delle cure veterinarie. Altro punto chiave del programma è il rilancio delle politiche del lavoro, con un focus sulla lotta alla precarietà e la tutela dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Non manca infine la visione di una regione attenta alla valorizzazione del territorio, con la promozione di un turismo sostenibile e il sostegno alle attività sportive, in nome del trinomio "bellezza, salute e sport". Nel suo messaggio ai cittadini, Bisonni pone l’accento sull’importanza di ascolto e partecipazione attiva. "Sarò sempre disponibile a confrontarmi – promette – perché è fondamentale tornare a processi democratici veri e partecipati, in cui le scelte vengano condivise con la cittadinanza".

22/07/2025 10:30
Elezioni regionali Marche 2025: si vota il 28 e 29 settembre, scelta ufficiale della giunta Acquaroli

Elezioni regionali Marche 2025: si vota il 28 e 29 settembre, scelta ufficiale della giunta Acquaroli

Le elezioni regionali nelle Marche si terranno nei giorni 28 e 29 settembre 2025. La decisione è arrivata nel pomeriggio, al termine di una riunione della giunta regionale convocata ad hoc, durante la quale il presidente Francesco Acquaroli ha ufficializzato la data, ponendo fine a settimane di incertezza. In campo c’erano due opzioni: il weekend del 21-22 settembre oppure quello successivo, 28-29 settembre. Alla fine è prevalsa la seconda ipotesi. La scelta consente ora di avviare ufficialmente la macchina elettorale, con la pubblicazione del decreto e il conseguente via libera alla presentazione delle liste. La decisione arriva in un clima politico già acceso, con il confronto tra i principali schieramenti in pieno fermento e le forze politiche al lavoro per la definizione dei candidati e dei programmi. Le elezioni regionali del 2025 rappresentano un appuntamento cruciale per il futuro politico delle Marche, chiamate a scegliere la nuova giunta che guiderà la Regione nei prossimi cinque anni. Il voto si terrà in due giornate, come ormai consuetudine, con seggi aperti domenica e lunedì per agevolare l'affluenza. Le operazioni di voto si svolgeranno dalle ore 7 alle ore 23 nella giornata di domenica 28 settembre 2025 e dalle ore 7 alle ore 15 nella giornata di lunedì 29 settembre 2025. "La scelta di questa data è una scelta di buon senso - così ha affermato il presidente della Regione, Francesco Acquaroli - che consente infatti di rispettare sostanzialmente la scadenza naturale del mandato coniugando l’esigenza di evitare la concomitanza della presentazione delle liste nelle settimane centrali del mese di agosto e quella di agevolare l’avvio ordinato della nuova legislatura con una migliore programmazione delle attività amministrative ed un tempo congruo per l’approvazione del bilancio di previsione, senza il rischio di ricorrere all’esercizio provvisorio. L’auspicio è quello di un’ampia partecipazione al voto, vero esercizio della democrazia”. Non si sono fatte attendere le reazioni anche dal lato del centro-sinistra. "Ancora una volta hanno messo i presunti interessi di partito prima degli interessi della comunità. Non era necessario votare a settembre interferendo con la stagione turistica e l’avvio della scuola. Si poteva risparmiare ai marchigiani una campagna elettorale durante le ferie ma almeno abbiamo finalmente la certezza della data". Così Matteo Ricci, europarlamentare PD e candidato alla presidenza della Regione Marche, commenta la la decisione della Giunta regionale, che ha decretato nei giorni del 28 e 29 settembre la data del voto delle elezioni regionali marchigiane. "Come avevo già detto: ci potevano far votare anche a ferragosto, questa volta vinciamo noi! Sta crescendo la voglia di dare un cambio di Marche alla nostra regione: per una regione forte, conosciuta e che guarda la società con gli occhi dei più deboli", ha concluso Ricci. 

21/07/2025 19:13
Marco Rizzo ospite a Civitanova per filosofARTE: “Contro il pensiero unico"

Marco Rizzo ospite a Civitanova per filosofARTE: “Contro il pensiero unico"

"Uscire dalla “temperatura d’aria filtrata” delle parole d’ordine dominanti, per cercarne di nuove e rivendicare il diritto di non aderire al pensiero unico. È da questa premessa che parte il pensiero di Marco Rizzo, fondatore di Democrazia Sovrana ed europea, impegnato in una critica frontale all’ambientalismo ideologico, al wokismo, alla cultura della cancellazione e alla "falsa tolleranza". Venerdì 25 luglio, a partire dalle ore 20, Rizzo sarà ospite di filosofArte – Festival della libertà di pensiero, presso il Petè Chalet sul Lungomare Sud di Civitanova Marche. Ad accompagnarlo nel confronto saranno Gianluca Crocetti e il sindaco Fabrizio Ciarapica. Conosciuto per il suo stile diretto, provocatorio e spesso paradossale, Rizzo non manca mai di mettere in discussione i dogmi culturali e sociali dell’epoca contemporanea. Una visione che mira a "fare a pezzi", come lui stesso afferma, un universo “neo-totalitario e orwelliano” che considera sempre più ostile alla libertà di pensiero e alla libera espressione. L’incontro si inserisce in un calendario che unisce arte, filosofia e impegno civile, con l’obiettivo di alimentare un dibattito aperto, anche scomodo, ma necessario. Un’occasione per riflettere sulla libertà, non solo come concetto astratto, ma come pratica quotidiana di dissenso, critica e pensiero indipendente.

21/07/2025 15:19
Elezioni regionali Marche: si candidano Francesco Caldaroni e Stefano Servili

Elezioni regionali Marche: si candidano Francesco Caldaroni e Stefano Servili

Due nuovi nomi si aggiungono ufficialmente alla corsa per le prossime elezioni regionali nelle Marche. Francesco Caldaroni, attuale assessore comunale a Civitanova Marche, ha annunciato la sua candidatura nella lista Civici Marche, che fa riferimento al consigliere regionale Giacomo Rossi. Caldaroni, noto per la sua attività di pescatore e per il ruolo di Presidente nazionale dell’associazione Marinerie d’Italia e d’Europa, porterà in campagna elettorale i temi legati al mondo della pesca e alle istanze delle comunità costiere. "Sono contento di poter dare il mio contributo alla coalizione di Francesco Acquaroli e farlo tramite il movimento Civici Marche, sempre attento alle dinamiche della gente e del territorio, nonché a quelle della pesca", ha dichiarato Caldaroni. Soddisfazione per la candidatura è stata espressa dal presidente di Civici Marche, il sindaco di Monte San Martino Matteo Pompei, e dal consigliere regionale Giacomo Rossi: "Siamo davvero contenti che una persona con esperienza amministrativa ed un lavoratore del mare possa portare la sua esperienza nella nostra lista. L’assessore Caldaroni rappresenta un valore aggiunto per la nostra squadra, sia per la sua rappresentanza del territorio civitanovese che per le istanze dei lavoratori marittimi". Dall’entroterra maceratese arriva invece la candidatura di Stefano Servili, che scende in campo con la lista Progetto Civico Avanti, a sostegno del candidato presidente Matteo Ricci. Servili ha motivato la sua decisione con un appello alla rappresentanza concreta della città di Tolentino e delle aree interne. "Ho scelto di candidarmi perché la nostra città ha bisogno di qualcuno che la rappresenti davvero, seriamente e con passione", ha spiegato. "Troppo spesso le decisioni vengono prese altrove, senza conoscere i nostri problemi o capirne le priorità. Tolentino e tutto l’entroterra hanno bisogno che due temi fondamentali vengano portati all’attenzione della politica regionale: salute e sanità pubblica, e valorizzazione e sostegno delle aree interne". Servili ha sottolineato la sua competenza professionale nel settore sanitario e l’impegno verso la rinascita post-sisma del territorio: "Credo che la scelta di sostenere Matteo Ricci sia la più opportuna e coerente. Le Marche e Tolentino meritano riscatto, risorse e una nuova progettualità. Io ci sono, con l’impegno e l’onestà che ho sempre dimostrato".

20/07/2025 10:30
Fontespina, l’allarme di Viviamo Civitanova: “Serve un confronto urgente sui parcheggi”

Fontespina, l’allarme di Viviamo Civitanova: “Serve un confronto urgente sui parcheggi”

Il settore turistico balneare di Civitanova Marche vive una stagione di disagio a causa della drastica riduzione dei parcheggi disponibili lungo il lungomare nord. L’amministrazione comunale ha infatti deciso, a metà luglio e nel pieno della stagione estiva, di non rinnovare la convenzione con un privato che garantiva circa 600 posti auto. È l'associazione Viviamo Civitanova a esprimere la propria preoccupazione: “La decisione di togliere così tanti posti auto nel cuore dell’estate ha effetti devastanti sia per i bagnanti che per le attività commerciali della zona,” spiegano i rappresentanti dell’associazione. “Il terreno che prima ospitava le auto ora è recintato e inaccessibile, e questo crea disagi enormi a chi vuole godersi il mare o lavora negli stabilimenti balneari”.  La situazione si aggiunge a un precedente taglio di 250 posti auto effettuato per permettere la costruzione di una pista ciclabile, “un’ulteriore riduzione che ha compromesso seriamente la disponibilità di aree di sosta,” continuano da Viviamo Civitanova. “La mancanza di parcheggi rappresenta un deterrente per i turisti, che faticano a trovare soluzioni di sosta, e rischia di danneggiare l’immagine di Civitanova Marche come meta turistica”.  L’associazione chiede “un confronto urgente con il Comune per valutare soluzioni immediate e garantire un’estate di successo per tutti, residenti, turisti e operatori commerciali”.  Il rischio, avvertono, è che questa emergenza "possa avere ripercussioni economiche a lungo termine e minare la fiducia nella destinazione turistica. Ora resta da vedere come l’amministrazione comunale affronterà la situazione per offrire un servizio adeguato e sostenibile".

19/07/2025 16:53
Macerata - "Tu chiamali se vuoi episodi, ma si è rischiato il bis di Pamela"

Macerata - "Tu chiamali se vuoi episodi, ma si è rischiato il bis di Pamela"

No, madama la marchesa: non va tutto bene. La sinistra sempre così puntuale a segnalare episodi di rassismo e fassismo (scritto rigorosamente con la doppia esse perché la zeta dà un’ idea di correttezza formale che non coglie la vis sentimental-polemico-nostalgica di queste espressioni) non si è accorta che la città vive ormai dal 31 gennaio 2018 una sorta di narcosi dell’ordine pubblico. È come colui il quale punta il dito, ma manca la luna. A Macerata c’è una sorta di conformismo – totalmente bipartisan – per cui deve necessariamente andare tutto bene: non ci sono grandi problemi, non c’è disagio, non c’è crimine, né tensione. È così? Ah saperlo! Di certo tutti provano a raccontarselo.  E chi osa sollevare un dubbio che non è di parte, ma è proposto a riflessione comune e dunque a patrimonio collettivo viene censurato. Non rassissmo e fassismo, ma conformismo e censura. Dopo l’orribile fine di Pamela, la follia di Traini, il molto che ha fatto il questore Antonio Pignataro, che ha pagato di persona il suo impegno subendo la freddezza e la distanza della città da sé medesimo, c’è stato una sorta di tacito accordo al queta non movere. Ci si è auspicati e si è lavorato affinché l’onda lunga del conformismo tutto ricoprisse: le colpe pregresse, le incapacità attuali. Il centrodestra oggi si mostra inconsapevole che gran parte delle ragioni della sua ascesa al potere stanno nella reazione che la città ebbe all’orrore di Innocent Oseghale; il centrosinistra probabilmente da quello shock non si è più compiutamente ripreso. Ma sia gli uni che gli altri hanno evitato, o forse sono stati incapaci di farla, una riflessione profonda sul come e perché si sia determinato quell’orrore. Le cause epidermiche sono evidenti: eccesso d’immigrazione e scarso controllo, squilibrio tra la dimensione della città e la presenza dell’alterità, consumo abnorme di droga, mancanza di spazi e di proposta di aggregazione, inclinazione alla misera speculazione abitativa favorendo il proliferare della prostituzione o del caporalato o della clandestinità, necessità di manodopera a basso costo e a zero diritti, progressivo decadimento degli anticorpi sociali verso la delinquenza a torto ritenuta minore. Ma le cause profonde? Si è in qualche modo lasciato che il tempo rimarginasse le ferite – ma il pus sotto è rimasto e c’è il rischio della cancrena sociale – che i ventiquattro pezzi del corpo di Pamela si ricomponessero in una sorta di liturgia dello sdegno, che le pallottole di Luca Traini piano piano perdessero forza. Tutti, nessuno escluso, hanno concorso a nascondere quella mefitica polvere sotto il tappeto. C’è un capitolo dell’inchiesta sull’orribile sorte di Pamela Mastropietro che è rimasto (volutamente?) non indagato. C’erano dei complici? E se sì chi sono e dove sono? E ancora: chi è fino in fondo Innocent Oseghale? Dove e perché ha imparato a sezionare un corpo umano con maggior perizia di un chirurgo? Come e dove ha trovato i soldi per pagarsi le spese processuali? E Oseghale era un cane sciolto o, come è giusto domandarsi e forse ritenere, era una pedina centrale nell’organizzazione della mafia nigeriana? Non può essere che gli organi di Pamela stessero in una valigia per essere venduti sul mercato abominevole dei pezzi di ricambio umani? Non se ne è parlato più; meglio non sapere? Pignataro è stato trasferito, anche in Procura c’è stato un avvicendamento, per non dire del via vai a palazzo del Governo. Ma è possibile che Macerata abbia vissuto una settimana di orrore e follia (Pamela e Traini) senza che null’altro vi fosse e senza che null’altro – a parte il cambio di giunta – accadesse? Questo interrogativo sorge oggi perché al ripetersi a cadenza mensile di risse tra immigrati, al dilagare di una microcriminalità (che tutto è tranne che micro) che inquieta soprattutto il centro storico, al verificarsi di episodi di violenza di genere di cui si cerca sempre di sfumare la portata e i contorni, all’evidentissimo spaccio di stupefacenti si risponde con il silenzio, con la minimizzazione, con una narrazione tranquillante – lontanissima peraltro dalla verità e dal peso dei fatti -  che è cambiata negli interpreti, ma non negli argomenti. Il Centrodestra dice oggi cose e utilizza argomenti che sono esattamente gli stessi che prima usava il Centrosinistra. Rivendica al suo attivo: più telecamere, più controlli, sciorina dati, ma siamo al dito: la luna è molto più lontana. La polemica è riesplosa per la rissa dei peruviani. Non è la prima. Si può fare un lunghissimo elenco. Ce n’è stata una a marzo ai giardini Diaz (chiusi senza sapere quando riapriranno e lì si annida ancora lo spaccio, anzi più comodamente di prima perché senza frequentazione dello spazio da parte dei cittadini chi bivacca nascosto tra il sottopasso e quel capolavoro estetico dell’incementata della terrazza dei popoli ha campo libero!) e sono volati i coltelli, il 6 aprile altre due bande di peruviani si sono affrontate tra via Tibaldi e via Spalato, il 15 novembre scorso 12 extracomunitari si sono sprangati in pieno centro, un anno fa marocchini e albanesi si sono affrontati con scene da guerriglia urbana in via Pallotta. Sono solo alcuni episodi che rivelano però che c’è una violenza nascosta tra bande rivali in città. Per controllare cosa: caporalato, spaccio, prostituzione, usura? È sciorinando le telecamere istallate che si affronta il problema? È dicendo, come si è sentito in questi giorni, che sono episodi marginali che si comprende il fenomeno? Perché non ci si pongono domande del tipo: ma la moria dei negozi non nasconde forse un giro di usura? Ma la mancanza di spazi e proposte di aggregazione giovanile non pone la popolazione studentesca alla mercè del consumo e dunque dello spaccio di droga? Ma il proliferare di attività edilizie non genera l’occasione di un caporalato e di uno sfruttamento di manodopera? Ma la caduta verticale di residenzialità in centro storico non agevola la penetrazione degli spazi identitari da parte della prostituzione? Ma l’abusivismo abitativo non chiama in involontaria complicità i cittadini che pur sapendo tacciono in una sorta di omertà dell’affitto in nero? Forse è a queste e ad altre domande che si dovrebbe dare risposta invece che limitarsi a dire che ci sono episodi isolati. Forse gli episodi sono isolati, ma i motivi che li determinano sono, purtroppo, consolidati. La strategia scelta però – e non diversamente da quello che ha fatto per anni il centrosinistra andando poi incontro allo sciagurato e terribile redde rationem di quel 31 gennaio 2018 – è ancora quella mirabilmente sceneggiata da Alessandro Manzoni nel capitolo diciannovesimo dei Promessi sposi. C’è molto di maceratese in quell’episodio. Il Conte Zio che si può immaginare in capigliatura canuta, incontra il padre provinciale dei Cappuccini che potrebbe ben esser stato un rappresentante del governo in città, per evitare che Fra Cristoforo, che è la maschera di chi indaga, vada troppo oltre nell’individuare responsabilità e carenze magari dei Bravi che potrebbero sedersi ovunque negli spazi e negli incarichi pubblici o affiliati al pubblico. E cosa consiglia il canuto conte zio? “Sopire, troncare, padre molto reverendo, troncare, sopire.” E’ accaduto? Può darsi. Su un episodio definito da chi lo “vissuto” una riedizione – mancata nel senso che non c’è scappata la morta – del caso Mastropietro è sicuro che sia calata la censura. Sta di fatto che al pronto soccorso dell’ospedale medici e infermieri sono continuamente minacciati nel silenzio più totale. Diversi sono stati gli episodi di violenza di genere in città di cui si è pochissimo parlato. Neppure il consiglio delle donne – dopo la cacciata di Sabrina De Padova che pure era consigliere di maggioranza – è stato chiamato ad occuparsene.  Eppure – limitandoci agli ultimi – il 2 aprile un giovane è stato arrestato per aver perseguitato la fidanzata minorenne, il 6 aprile una giovane è stata massacrata di botte in strada, il 12 maggio una ragazza è stata malmenata in casa dal fidanzato e allargando lo spettro alla provincia il 18 giugno a Civitanova 4 maghrebini sono finiti dentro per tentata violenza, il 14 giugno è stata ammazzata a coltellate a Tolentino dal marito Gentiana Hudhra. Ma c’è un episodio di cui chi sa è costretto a non parlare. Nella notte tra il 27 e il 28 giugno scorso, dunque meno di un mese fa, una ragazza al di sotto dei 30 anni tra corso Cavour, corso Garibaldi e piazza Puccinotti sarebbe stata aggredita e stuprata da almeno tre uomini di colore. L'avrebbero anche presa a morsi. È arrivata al pronto soccorso praticamente in coma. Lei cercava droga e stava per trovare la morte. Lo shock subito è stato così forte che la ragazza è stata affidata ai servizi psichiatrici. Si sa che si è cercato attraverso i morsi che la ragazza ha sul collo e sulle spalle di ricavare il profilo dell’arcata dentale di uno degli aggressori che –  a detta dei criminologi – è come fosse un’impronta digitale e si starebbe cercando di arrivare agli aggressori. Con questa ricerca si giustifica il segreto assoluto! Chi ha assistito la ragazza e conosce la dinamica dei fatti sostiene che si "è rischiata una seconda Pamela Mastropietro". Ma nessuno sa più nulla: né della ragazza, né delle indagini, né se si volesse fare di lei ciò che probabilmente Oseghale  voleva fare di Pamela Mastropietro. È una sorta di codice d’onore della mafia nigeriana non avere rapporti con donne bianche se non a un solo scopo: renderle schiave perché sul mercato della prostituzione le bianche rendono di più. Per adescarle si usa sempre la droga: successe con Pamela, è successo ancora. I morsi potrebbero indicare parte del rito di affiliazione di alcuni “culti” (così si chiamano le cosche nigeriane) che impongono di “mangiare” la vittima. Ora la domanda: perché di questo caso non si parla? Ha forse ragione Alessandra Mastropietro – la mamma della povera Pamela – a sostenere che i complici di Oseghale sono ancora a piede libero? E se è vero com’è vero che lo spaccio di droga a Macerata è in mano ai nigeriani, se è vero come parzialmente l’inchiesta sull’atroce fine di Pamela ha dimostrato che Macerata è un covo “silente” per la mafia nigeriana possiamo liquidare come episodici gli atti di violenza che quasi quotidianamente turbano la città? E’ giustificato o no che le madri delle ragazze che abitano in centro storico dopo l’aggressione a questa giovane di cui nulla si è voluto far sapere oggi vivano angosciate ogni volta che le figlie tardano? S’impone un’altra domanda: perché “troncare e sopire” su questo caso? Si ha paura che emergano delle verità scomode e dell’altrettante scomodo omissioni a vari livelli della cosa pubblica e dello Stato? Sarebbe forse il caso che invece di azzuffarsi in baruffe chiozzote nel cortile del consiglio comunale le forze politiche sia quelle di opposizione, ma ancor di più quelle che governano si domandassero se, passato l’orrore di Pamela, è tutto tornato come prima e peggio di prima alla anormalità? Siamo sicuri che le competenze in materia di sicurezza in città siano adeguate alla dirompenza e complessità dei problemi? È arrivato da pochi giorni il nuovo Prefetto. Si sa che la dottoressa Isabella Fioretto – fino a qualche giorno fa “inquilina” del palazzo del Governo – aveva o forse ha tuttora un rapporto di particolare amicizia con un’assessora della giunta municipale e per questa via una stretta confidenza con il Sindaco. Certamente la dottoressa Fioretto sarà stata avvertita del caso della ragazza stuprata e ne avrà riferito all’amministrazione cittadina, ma nel rispetto delle indagini nulla ha fatto trapelare. E forse per evitare di turbare l’armonia della città si è scelta la strada del silenzio. Tuttavia per come viene sussurrato questo caso ha tratti di straordinaria gravità e meriterebbe maggiore approfondimento. È sperabile che il nuovo prefetto il dottor Giovanni Signer – al quale va tributato uno speranzoso benvenuto -  voglia convocare un vertice sull’ordine pubblico in città e si adoperi anche per capire se in passato ci sono state, e quali e fatte da chi, omissioni. Perché saranno anche tutti episodi isolati, ma qualcosa suggerisce che di episodi isolati è lastricata la strada per l’inferno. E purtroppo Macerata lo ha già conosciuto. (Foto di repertorio) 

19/07/2025 11:00
Muccia, Comune commissariato in piena ricostruzione: "Ferita profonda per la nostra comunità"

Muccia, Comune commissariato in piena ricostruzione: "Ferita profonda per la nostra comunità"

"Quanto accaduto rappresenta una ferita istituzionale profonda per la nostra comunità. Con le dimissioni contestuali di sei consiglieri comunali, tra cui tre appartenenti alla maggioranza, il Comune di Muccia perde la propria governance in uno dei momenti più delicati della sua storia recente: quello della ricostruzione post-sisma".  A dichiararlo in una nota congiunta sono i membri dell'amministrazione comunale uscente: Mario Baroni (sindaco), Stefano Antonelli (vicesindaco), Raffaella Trojani (assessore), Samuele Cucculelli e Stefano Elisei (consiglieri comunali), in seguito alla notizia del commissariamento del Comune dopo le dimissioni dei consiglieri. "Avremmo espresso il dissenso in modo diverso - si legge nel comunicato - e ci saremmo assunti la responsabilità di affrontare i problemi con gli strumenti del confronto, prima di arrivare a una scelta così drastica come la sfiducia al sindaco e il conseguente commissariamento del Comune. Una mossa che non colpisce solo un uomo, ma paralizza l'intera macchina amministrativa, rallentando processi vitali per Muccia e danneggiando l'interesse collettivo". "Nel nostro Comune non servono guerre personali né logiche di contrapposizione. Serve dialogo, spirito di servizio e capacità di lavorare insieme. Siamo persone che amano profondamente questo paese e non possiamo che esprimere amarezza per l'epilogo di questa esperienza amministrativa". I membri dell'ex Giunta rivolgono anche un messaggio diretto ai consiglieri di maggioranza dimissionari: "Per quattro anni avete condiviso, sostenuto e votato ogni scelta dell'amministrazione. Oggi, voltare le spalle in questo modo solleva interrogativi legittimi. Dov'eravate quando si discutevano le scelte strategiche? Perché non avete mai manifestato dissenso nei luoghi deputati? La responsabilità amministrativa si esercita con continuità e coerenza, non con fughe improvvise".  Anche sul ruolo della minoranza, il comunicato è netto: "Nel corso del mandato, la loro partecipazione ai consigli comunali è stata molto limitata. Due consiglieri si sono dimessi entro l'inizio del 2022 senza mai presenziare alle sedute del 2021. La media delle presenze dei tre membri di minoranza rimasti si attesta al 47%. Di fatto, un'opposizione debole, senza proposte, che oggi però si assume la responsabilità politica di provocare il commissariamento del Comune". "Crediamo sia già tempo di guardare avanti. Chi ha a cuore davvero il futuro di Muccia - conclude la nota - non può accettare quanto è accaduto. Servirà ricostruire fiducia, coesione e progettualità. Muccia non merita uno stallo, merita un nuovo slancio".

17/07/2025 17:44
Luca Paolorossi entra nella Lega, all'annuncio c'è anche Vannacci: "Darò il mio contributo ad Acquaroli"

Luca Paolorossi entra nella Lega, all'annuncio c'è anche Vannacci: "Darò il mio contributo ad Acquaroli"

Nuovi ingressi per ridare slancio al partito in vista delle elezioni regionali È questo il clima che si è respirato presso la sede provinciale della Lega ad Ancona, dove si è svolta una conferenza stampa alla presenza di Roberto Vannacci, eurodeputato e vicesegretario federale del Carroccio. A fare gli onori di casa, la segretaria regionale della Lega Marche Giorgia Latini, affiancata dal vicesegretario regionale Mauro Lucentini e da numerosi dirigenti e amministratori locali. Il momento clou dell’incontro è stata l’adesione ufficiale del sindaco di Filottrano, Luca Paolorossi. "Un ingresso importante – ha dichiarato Latini – che arricchisce la nostra squadra. La Lega è una comunità fatta di persone concrete, che lavorano ogni giorno per dare risposte vere ai cittadini". Un messaggio ribadito anche da Lucentini, che ha colto l’occasione per sottolineare la coerenza del progetto politico del partito: "La Lega è radicata e seria. L’ingresso di Paolorossi dimostra che attraiamo chi crede davvero nell’impegno civico e nella buona amministrazione". Paolorossi ha ricordato il suo avvicinamento al progetto politico di Vannacci già nell'ottobre 2023: "Oggi trovo nella Lega un gruppo coeso, vicino alla gente. Voglio dare il mio contributo al presidente Francesco Acquaroli, che ha lavorato con serietà e visione per le Marche. Se lo merita lui, se lo merita la Lega". Tra i presenti anche Filippo Saltamartini, vicepresidente della Regione Marche, che ha evidenziato i risultati concreti dell’amministrazione regionale, in particolare in ambito sanitario: "Oggi le Marche sono ai vertici in Italia per qualità della sanità pubblica. Abbiamo più medici, tecnologie all’avanguardia e strutture riconosciute a livello nazionale. È il frutto di una politica concreta". Ad accogliere la platea - composta da militanti, simpatizzanti e una nutrita rappresentanza di amministratori locali - c'erano anche Elena Campagnolo (segretaria provinciale Lega Ancona), il consigliere regionale Luca Santarelli, l’assessore comunale di Ancona Antonella Andreoli, e il vicepresidente della Provincia di Macerata Luca Buldorini. Nel suo intervento, Roberto Vannacci ha rimarcato la forza e l’entusiasmo della base leghista marchigiana: "Qui si respira determinazione, voglia di futuro e senso di appartenenza. La Lega deve offrire sicurezza, benessere e italianità. Il centrosinistra, invece, ha tradito i territori con scelte dannose". Vannacci ha inoltre criticato duramente l’eurodeputato PD Matteo Ricci per aver votato "contro l’olio e gli ulivi delle Marche" in sede europea, "mentre noi proponiamo fondi per sostenere le nostre eccellenze, la sinistra vota contro - ha aggiunto -. Così vale per tanti temi che stanno a cuore ai cittadini. Noi vogliamo creare hub di gestione dell’immigrazione fuori dall’Unione Europea, la sinistra rema contro l’Italia. Che credibilità può avere una sinistra così per governare questa regione?".  Un passaggio infine sull’ambientalismo ideologico: "Le leggi che la sinistra propone sotto il pretesto della tutela ambientale finiscono solo per danneggiare le piccole imprese e le filiere locali. Così si penalizza chi lavora. Ma noi non ci fermiamo: andiamo avanti a testa bassa, con l’orgoglio e la forza di chi crede davvero nel futuro delle Marche. Io tornerò spesso in questa terra, che merita impegno, ascolto e concretezza".      

16/07/2025 18:30
Elezioni Marche, c'è una quarta candidata alla presidenza: il Partito Comunista presenta Lidia Mangani

Elezioni Marche, c'è una quarta candidata alla presidenza: il Partito Comunista presenta Lidia Mangani

Ad Ancona questa mattina il Partito Comunista Italiano ha ufficializzato la candidatura di Lidia Mangani alle prossime elezioni regionali nelle Marche, in programma per l’autunno. Con questa mossa, si aggiunge una quarta corsa per la presidenza della Regione, che vedrà confrontarsi il governatore uscente e candidato del centrodestra Francesco Acquaroli, il candidato del centrosinistra Matteo Ricci, e Claudio Bolletta, esponente di Democrazia Sovrana e Popolare. Lidia Mangani, 72 anni, ex consigliera comunale di Ancona, è ora in pensione dopo una lunga carriera come docente e dirigente scolastica. Nel corso della conferenza stampa di presentazione, la candidata ha scelto un tono deciso, criticando duramente i programmi dei due principali schieramenti politici. «Non è credibile promettere aumento degli asili nido, potenziamento della sanità pubblica, miglioramento dell’istruzione e creazione di lavoro per i giovani, se poi si votano a Bruxelles piani che prevedono tagli per 800 milioni di euro», ha dichiarato Mangani. Ha inoltre sottolineato la necessità di una lotta concreta agli sprechi e di un utilizzo trasparente e sociale delle risorse pubbliche. Anche Ruggero Giacomini, segretario regionale del Partito Comunista Italiano, ha preso la parola per attaccare le giunte che si sono susseguite negli ultimi anni, sia quella di centrodestra guidata da Acquaroli che quella del Partito Democratico. «Il Pd ha inferto duri colpi alla sanità pubblica marchigiana, chiudendo ospedali e favorendo l’ingresso dei privati nel settore sanitario. Acquaroli ha proseguito su questa strada, peggiorando la situazione», ha affermato Giacomini, ribadendo come non ci sia una reale alternativa tra i due principali schieramenti e sostenendo invece la necessità di una proposta seria e differente per la Regione. Con la candidatura di Mangani il quadro delle elezioni regionali marchigiane si arricchisce di una nuova voce, che si propone di rappresentare un’alternativa a destra e sinistra, puntando su un programma improntato a giustizia sociale, trasparenza e rilancio del sistema pubblico.

15/07/2025 18:28
Claudio Bolletta, candidato DSP (Rizzo): “14 ospedali chiusi, 15.000 imprese perse: basta la politica ufficiale”

Claudio Bolletta, candidato DSP (Rizzo): “14 ospedali chiusi, 15.000 imprese perse: basta la politica ufficiale”

Claudio Bolletta, candidato alla presidenza della Regione Marche per Democrazia Sovrana e Popolare con Marco Rizzo, ha illustrato la propria visione politica e sociale, ponendo l’accento su una proposta di “alleanza sociale” contrapposta alle attuali classi dirigenti regionali e nazionali. Di seguito le sue dichiarazioni: "Io provengo da una famiglia umile e operaia, sono stato un uomo d’azienda, sono abituato al lavoro. Oggi voglio mettere al servizio dei marchigiani, tutta la mia dedizione e la mia esperienza. Alcuni operatori dell’informazione ci chiamano outsiders, intendendo che siamo fuori dalla politica ufficiale. Per noi è un vanto, perché quella politica ufficiale sta distruggendo la società marchigiana. Quella politica ufficiale ha chiuso 14 ospedali, costringendo chi è malato a San Benedetto a spostarsi sino ad Ancona per curarsi. Quella politica ufficiale ha ridotto in pochi mesi, la capacità produttiva delle Marche con la chiusura di quasi 15.000 imprese, oltre il 10,1% Noi siamo dall’altra parte, dalla parte di quegli outsiders ignorati, da troppo tempo, dalla politica ufficiale: i cittadini. Chi sono? I disoccupati, i giovani precari, i liberi professionisti, la piccola e media impresa, gli agricoltori strozzati dalle aste al ribasso della grande distribuzione, i pazienti, fin troppo pazienti, in liste d’attesa. Noi non proponiamo un’alleanza politica, ma vogliamo affermare una solida alleanza sociale con tutti quei cittadini, quelle forze professionali, quelle partite iva, quei lavoratori, quei  che non hanno più diritto di cittadinanza perché negli ultimi anni, nelle società europee ed anche in quella marchigiana, il dibattito pubblico ufficiale li ha espulsi e ha bollato le loro legittime istanze come populiste solo perché volevano istruzione e non armi, ospedali e non liste d’attesa, scuola e saperi e non studenti digitali in attesa di diventare stagisti a vita, lavoro e non il deserto creato dai guerrafondai di ogni colore, radici, non sradicamento e perdita d’identità"

13/07/2025 15:00
TARI in aumento del 65%, il sindaco Catena attacca: “Cosmari allo sbando, a pagare saranno i cittadini”

TARI in aumento del 65%, il sindaco Catena attacca: “Cosmari allo sbando, a pagare saranno i cittadini”

Il bilancio del Cosmari è stato approvato, ma con pesanti conseguenze che rischiano di ricadere direttamente sui cittadini. A denunciarlo è il sindaco di Montecassiano Leonardo Catena, che punta il dito contro una gestione definita “inefficiente” e “costosa”, annunciando aumenti della TARI fino al 65% nei prossimi tre anni. “Una cifra enorme – commenta Catena – che graverà su famiglie, imprese e Comuni, già messi a dura prova da anni di difficoltà economiche. Non si tratta di un semplice ritocco: è una vera e propria stangata, che non porterà nemmeno a un miglioramento dei servizi”. Secondo il primo cittadino, solo nell’ultimo anno i costi di gestione del servizio rifiuti sarebbero cresciuti di quasi 3 milioni di euro. Un aumento imputabile, spiega, al mancato avvio degli impianti promessi, al ritardo nell’arrivo dei nuovi mezzi e all’assenza di una reale riorganizzazione interna. “Si è creato un buco economico che ora si cerca di coprire scaricandolo sui cittadini”, afferma. Montecassiano, insieme a Treia e Monte San Giusto, ha votato contro l’approvazione del bilancio. Diversi altri Comuni si sono invece astenuti, segnale – secondo Catena – di un crescente malessere e della necessità di un cambiamento radicale: “Non si può andare avanti così, abbiamo lanciato più volte appelli al confronto e alla condivisione delle scelte, ma la risposta è stata sempre la chiusura”. Tra i nodi ancora irrisolti, il sindaco segnala anche il fermo dell’ampliamento della discarica di Cingoli, bloccato dall’assenza di un accordo con il Comune e da una mancata concertazione con il territorio. E accusa: “Nel frattempo, sono andati persi 10 milioni di euro di fondi PNRR per la realizzazione di nuovi impianti sostenibili. Un’occasione sprecata, per colpa di scelte improvvisate o mai prese”. Infine, Catena critica duramente quello che viene definito “piano industriale” del Cosmari: “Di piano non ha nulla, mancano dati concreti. Sono parole vuote. Serve un cambio di rotta vero, non propaganda. La gestione dei rifiuti riguarda tutti, e non può essere un problema in più per chi già fatica ad arrivare a fine mese”.   Una posizione netta, quella del sindaco di Montecassiano, che chiede ora un’azione responsabile e condivisa, per evitare che inefficienze e ritardi ricadano ancora una volta sui cittadini.

12/07/2025 18:55
A Macerata nasce la Compagnia Marca Libera: il team Vannacci per “raddrizzare il mondo al contrario” (VIDEO e FOTO)

A Macerata nasce la Compagnia Marca Libera: il team Vannacci per “raddrizzare il mondo al contrario” (VIDEO e FOTO)

Si è tenuta a Macerata la presentazione ufficiale della Compagnia Marca Libera, il Team Vannacci di Macerata e dintorni, parte integrante del movimento nazionale “Il Mondo al Contrario” ispirato al generale Roberto Vannacci. A promuovere l’iniziativa sono stati il sindaco di Filottrano Luca Paolorossi e il vicepresidente della Provincia di Macerata Luca Buldorini, che hanno voluto dare forma locale a una proposta politica e culturale sempre più presente nel dibattito nazionale. All’evento erano presenti anche il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, alcuni membri della sua giunta, l’onorevole Giorgia Latini e il segretario della Lega Macerata Aldo Alessandrini, a conferma del crescente interesse attorno al progetto. Il sindaco Paolorossi ha spiegato così le ragioni alla base dell’iniziativa: “Innanzitutto rimettere il mondo dal giusto verso, nel giusto verso e sul verso giusto. Io e Luca Buldorini abbiamo dato vita a questa realtà per portare avanti il credo del generale. Ormai Vannacci è già una leggenda. È difficile trovare una persona così preparata, che riesca a parlare all’anima degli italiani. È colto, determinato, ha carattere ed educazione. Con questa compagnia vogliamo attuare concretamente le sue idee anche qui, tra Macerata e Ancona. Stimo lui e i suoi pensieri. Cerchiamo di raddrizzare questo mondo”. Forte e diretto anche l’intervento di Luca Buldorini: “Vogliamo creare una struttura di supporto per chi è stufo del politicamente corretto, per chi è stato deluso dalla politica degli ultimi vent’anni. La mia generazione è cresciuta con promesse mai mantenute. Con Vannacci, con i suoi ideali, e con la guida di Matteo Salvini e della Lega possiamo offrire un’alternativa. Basta vergognarsi della nostra identità: torniamo orgogliosi di essere italiani, di dire che una famiglia è formata da un padre e una madre, dei nostri figli che ci chiamano mamma e papà. E torniamo fieri del nostro territorio, delle sue eccellenze e dei suoi valori”. A sottolineare il respiro nazionale dell'iniziativa, è intervenuto anche Giulio Curatella, del direttivo del movimento “Il mondo al contrario”: “Il nostro è un movimento culturale e associativo, non un partito. Vogliamo portare avanti le battaglie del generale: difesa dei confini, sovranità, identità, famiglia. La Compagnia Marca Libera sarà lo strumento con cui attuare questi principi sul territorio marchigiano”. Con la nascita della Compagnia Marca Libera, anche Macerata entra a far parte della rete nazionale dei team Vannacci. L’obiettivo dichiarato è tradurre in azione concreta le idee del generale, dando voce a chi oggi – secondo i promotori – "non si sente più rappresentato dalla politica tradizionale". Piccola nota a margine sul buffet finale, che non ha conquistato i palati dei presenti: “Il mangiar bene è un’altra cosa”, ha commentato qualcuno con un sorriso un po’ amaro.

12/07/2025 14:00
Tagli al trasporto urbano, Miliozzi attacca: "Scelte improvvisate, a pagarne il prezzo sono i cittadini"

Tagli al trasporto urbano, Miliozzi attacca: "Scelte improvvisate, a pagarne il prezzo sono i cittadini"

MACERATA – "È inaccettabile che una comunità solidale come Macerata debba assistere al progressivo smantellamento di un servizio essenziale come il trasporto pubblico urbano". Con queste parole il consigliere di opposizione David Miliozzi, esponente di Macerata Insieme, commenta duramente i recenti tagli alle linee urbane decisi da APM e approvati con delibera comunale nel mese di giugno (LEGGI QUI). Dal giorno 11 luglio e fino al 12 settembre, APM ha annunciato una pesante rimodulazione delle corse, che colpisce in particolare la Linea 2, quella che collega il rione Corneto al centro cittadino. Su 13 corse giornaliere, ne resteranno attive solo tre. Ma non si tratta di un caso isolato: riduzioni sono previste anche per le linee 5 e 6, con la soppressione di corse nel pomeriggio e all’ora di pranzo. "Da cittadino, prima che da consigliere comunale – scrive Miliozzi in un comunicato – dispiace constatare che questa scelta stia già creando gravi disagi ai cittadini, in particolare alle fasce più deboli". Un riferimento alle numerose segnalazioni già arrivate da residenti e associazioni, in particolare da Corneto, uno dei quartieri più colpiti dal provvedimento. Nel mirino del consigliere ci sono il sindaco e la giunta, accusati di aver imposto il taglio "con un ritardo enorme e senza alcuna possibilità di confronto", lasciando APM senza il tempo necessario per organizzare una soluzione condivisa e sostenibile. "Ancora una volta manca programmazione e condivisione – aggiunge – e tutto ricade sulle spalle dei cittadini". Miliozzi punta il dito anche contro le dinamiche interne alla maggioranza: "Da tempo denunciamo la totale assenza del sindaco e la sua incapacità di fare sintesi con la sua giunta. Ogni assessore si sveglia la mattina e impone la sua linea, in un clima di scontro continuo". Secondo il consigliere, queste scelte improvvisate rischiano di mettere a repentaglio il futuro della città: "Non solo per chi ha bisogno del trasporto pubblico, ma per tutti i maceratesi ostaggio di una politica senza visione".   Infine, l’appello: "Auspichiamo che l’amministrazione ci ripensi. Si può comprendere l’esigenza di razionalizzare, ma non così, da un giorno all’altro e senza confronto. Serve buon senso e rispetto per una comunità intera".

11/07/2025 18:04
Montefano, il Comune risponde alle proteste su via Fratte: “Colpa dei mancati fondi regionali”

Montefano, il Comune risponde alle proteste su via Fratte: “Colpa dei mancati fondi regionali”

Di fronte alle legittime proteste dei cittadini per le condizioni di via Fratte, l’Amministrazione comunale di Montefano ha diffuso una nota ufficiale per chiarire la posizione dell’ente e ricostruire l’iter seguito in questi anni nel tentativo di ottenere risorse per la sistemazione della strada. Di seguito il testo integrale: “La nostra Amministrazione è sempre stata in prima linea nella ricerca di soluzioni e risorse per la sistemazione di via Fratte, e condividiamo le proteste dei cittadini riguardo il cattivo stato di manutenzione della strada. Tuttavia al di là degli slogan c’è una storia più complessa che noi ancora una volta vogliamo ricordare. Via Fratte nasce come strada interprovinciale e, a nostro avviso, mantiene ancora oggi queste caratteristiche. Nonostante ciò, per risolvere il problema della manutenzione, fu deciso di declassarla e suddividerla tra i vari Comuni confinanti, senza però garantire loro le adeguate risorse economiche necessarie alla gestione e manutenzione. Dal 2019 anno del nostro insediamento, abbiamo partecipato a ben tre bandi regionali per ottenere finanziamenti: ogni volta ci siamo classificati in buona posizione, ma mai abbastanza per ottenere il contributo. A Giugno scorso abbiamo nuovamente presentato un progetto di 366.588,72 euro complessivi nell’ambito dello stesso bando, nella speranza che questa volta la Regione riconosca il valore strategico di Via Fratte. Non è una strada utile solo ai montefanesi: ogni giorno viene percorsa da cittadini e lavoratori diretti a Filottrano, Jesi, Osimo e Cingoli. Cogliamo l’occasione per sollevare una questione cruciale: perché la Regione Marche, invece di pubblicare ogni anno un nuovo bando, non fa semplicemente scorrere la graduatoria esistente? Questo eviterebbe ai Comuni di affrontare ogni volta nuove spese per adeguare i progetti e un dispendio di risorse per la preparazione della documentazione da inviare. Forse la risposta è da cercare nel principio della “filiera istituzionale” che tanto piace alla maggioranza che guida la Regione. Ma i montefanesi hanno forse meno diritto degli altri? La sistemazione completa dell’opera richiede un investimento di circa 700.000 euro. Grazie all'interessamento dell’allora Prefetto Ferdani e al supporto della Protezione Civile Regionale, siamo riusciti ad ottenere un primo finanziamento di 105.268,31 euro, a cui abbiamo aggiunto altri 29.863,14 euro di fondi comunali, consentendoci di completare i lavori su un primo tratto. Potremmo prendere la facile decisione di lasciarla aperta ai soli residenti. Ma chi ne pagherebbe le conseguenze? Ancora una volta, i nostri cittadini. Ci chiediamo se, con l’avvicinarsi delle elezioni regionali, questo trend possa finalmente cambiare. Chiediamo quindi ai cittadini di unirci nella protesta, perché un semplice cartello anonimo non verrà mai considerato da chi ha il potere in mano per risolver il problema: è solo con l’unione e la partecipazione consapevole che possiamo far sentire davvero la nostra voce”.

11/07/2025 12:44
Ricci a San Ginesio: “La Rsa va sbloccata subito, è fondamentale per la Valle del Fiastra. Basta con gli annunci"

Ricci a San Ginesio: “La Rsa va sbloccata subito, è fondamentale per la Valle del Fiastra. Basta con gli annunci"

Le ferite lasciate dal sisma sono ancora evidenti a San Ginesio, un borgo dell'entroterra marchigiano che, a distanza di anni, aspetta ancora risposte concrete per la ricostruzione. Tra i tanti interventi rimasti incompleti, uno spicca per urgenza e valore sociale: la realizzazione della Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA), un’opera strategica non solo per il comune ma per tutta la Valle del Fiastra. Durante una tappa del suo tour “Per tutte le Marche”, il candidato del Partito Democratico alla presidenza della Regione, Matteo Ricci, ha visitato il sito della RSA mai avviata, denunciando pubblicamente lo stallo del progetto:“Dopo anni di annunci, rinvii e cambi di destinazione dei fondi, siamo ancora davanti a un cantiere fantasma. Questo ritardo è diventato un simbolo dell’abbandono delle aree interne e del fallimento nella tutela dei diritti fondamentali, come quello alla cura e alla salute”, ha dichiarato Ricci. Secondo l’europarlamentare, il problema va ben oltre gli aspetti tecnici o burocratici: “La mancanza della RSA non è solo un ritardo infrastrutturale, è la dimostrazione di un sistema sanitario regionale che ha smesso di garantire equità. Le famiglie a reddito medio-basso non riescono più ad accedere a cure adeguate per i propri anziani. Serve una svolta netta, un nuovo impegno per la sanità pubblica e per le persone”. A ricostruire i passaggi della vicenda è il consigliere regionale PD Romano Carancini, che sottolinea le contraddizioni e le inefficienze che hanno bloccato l’intervento. L’Ufficio Speciale per la Ricostruzione aveva inizialmente stanziato circa 6 milioni di euro attraverso due ordinanze tra il 2016 e il 2017. La progettazione definitiva è stata completata nel 2021, mentre il progetto esecutivo è stato pronto a febbraio 2023 con un aggiornamento dei costi a 7,4 milioni di euro. Tuttavia, nel maggio 2024, il commissario straordinario per la ricostruzione Guido Castelli ha destinato 4,7 milioni di quei fondi a un’altra struttura a Tolentino. “Nulla contro Tolentino, ma è incomprensibile che si sottraggano risorse a un’opera così urgente in un’area duramente colpita dal sisma”, ha dichiarato Carancini. La promessa del commissario di reintegrare i fondi entro dicembre 2024 è stata formalmente rispettata con l’indizione della gara in quel mese. Tuttavia, la commissione giudicatrice è stata nominata solo a maggio 2025, e ad oggi, 10 luglio 2025, l’opera è ancora bloccata. Intanto, la comunità continua ad aspettare. E con essa, centinaia di anziani e le loro famiglie, in un territorio che già soffre di carenze strutturali nell’assistenza sanitaria territoriale.

10/07/2025 18:30
Regionali Marche, Acquaroli: «Si voterà a fine settembre, il 21 o il 28»

Regionali Marche, Acquaroli: «Si voterà a fine settembre, il 21 o il 28»

Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha confermato oggi che le elezioni regionali si svolgeranno alla fine di settembre, con due date possibili: il 21 o il 28. L'annuncio è arrivato a margine dell’evento “Sguardi sulle Marche”, organizzato dalla Cisl Marche e in corso ad Ancona. «Come ho sempre detto dall’inizio dell’anno, le elezioni si terranno a fine settembre», ha ribadito Acquaroli, aggiungendo che il decreto di indizione sarà firmato nelle prossime settimane. Nel 2020, il precedente governatore Luca Ceriscioli firmò il decreto il 21 luglio. Acquaroli ha sottolineato che la scadenza coincide con la fine naturale del mandato e che la tempistica è funzionale: «Permetterà alla nuova giunta e all’assemblea di lavorare al Bilancio con tempi ragionevoli».

10/07/2025 10:45
Tolentino, l’ex assessore Gabrielli scrive al sindaco: “La città non è più sicura, ritirarsi non è debolezza"

Tolentino, l’ex assessore Gabrielli scrive al sindaco: “La città non è più sicura, ritirarsi non è debolezza"

“La città non è più sicura, è tempo di riflettere”,  Una lettera aperta, accorata ma senza sconti, quella inviata al sindaco di Tolentino da Giovanni Gabrielli, ex assessore alla sicurezza nelle giunte guidate da Giuseppe Pezzanesi, in quota Lega. Gabrielli ha deciso di rompere il riserbo e affidare alle parole una riflessione dura ma sentita sullo stato attuale della città. “Non posso più tacere”, scrive Gabrielli, riferendosi all'ultimo episodio avvenuto in città, denunciando un crescente senso di insicurezza in città: “Tanti giovani vivono oggi una Tolentino che non è più sicura. Un’estate torrida e affollata, notti sempre più difficili, episodi sempre più gravi”. Al centro delle critiche, la scelta dell’attuale amministrazione di smantellare l’assessorato alla sicurezza e interrompere una serie di progetti e iniziative avviate durante le precedenti giunte, tra cui il sistema di videosorveglianza con oltre 200 telecamere attive, il Controllo del Vicinato, i controlli estivi integrati e l’attività di sensibilizzazione nelle scuole. Gabrielli ricorda anche l’istituzione di una unità cinofila della Polizia Locale, all’epoca seconda nelle Marche solo a quella di Ascoli, e le convenzioni con altri comuni per lo scambio di buone pratiche: “Tutto questo è stato abbandonato”. Non manca un riferimento diretto a dichiarazioni passate del sindaco, che avrebbe definito “inutile” l’assessorato alla sicurezza. “Da te non me lo aspettavo – scrive l’ex assessore – e oggi, purtroppo, i fatti parlano chiaro: la città vi sta sfuggendo di mano”. Gabrielli esprime anche preoccupazione per il clima di confronto pubblico in città: “Si parla di pressioni sulla libertà di espressione, di atteggiamenti poco rispettosi verso chi critica. Voglio credere che siano solo voci, ma il dubbio resta”.   Il tono della lettera, pur critico, mantiene una forte componente personale che riconosce la dedizione e la storia personale del primo cittadino, ma conclude con un appello accorato: “Ritirarsi non è debolezza, è amore verso la comunità. Ti chiedo di riflettere”.

08/07/2025 19:03
Governance Poll 2025, Livi (FdI): “I marchigiani premiano il buongoverno di Acquaroli”

Governance Poll 2025, Livi (FdI): “I marchigiani premiano il buongoverno di Acquaroli”

"I marchigiani premiano il buongoverno del centrodestra e, in particolare, del presidente Francesco Acquaroli”. Così Simone Livi, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale delle Marche, commenta con soddisfazione i risultati del Governance Poll 2025 pubblicato da Il Sole 24 Ore, che vede il governatore marchigiano tra i più apprezzati d’Italia. Con un indice di gradimento pari al 50,5%, Acquaroli non solo mantiene il consenso ottenuto alle elezioni regionali del 2020, ma lo migliora di 1,4 punti percentuali. Ancora più marcato l’aumento rispetto all’anno precedente: +7,5% rispetto al 2024. “Numeri chiari – sottolinea Livi – che certificano come le scelte di questa amministrazione regionale, dalla sanità alla ricostruzione, dallo sviluppo economico alla valorizzazione del territorio, siano state riconosciute e apprezzate dai cittadini”. Per il capogruppo di FdI, il dato politico che emerge dal sondaggio è inequivocabile: “Le Marche hanno voltato pagina nel 2020 e non hanno alcuna intenzione di tornare indietro. Il governo di Acquaroli si fonda su competenza, concretezza e ascolto, ben distante dai vecchi metodi e dalle vecchie facce della sinistra”.   Infine, un passaggio sul centrosinistra e sul candidato presidente Matteo Ricci: “Non possiamo che notare il nervosismo del loro candidato, che tra una polemica e l’altra continua a farsi notare più per le sue reazioni infastidite che per proposte serie. Del resto – conclude Livi – dopo il caso Affidopoli a Pesaro, capiamo che preferisca cambiare discorso”.

07/07/2025 20:11
Fioravanti (Ascoli) sindaco più amato d’Italia, Parcaroli in crescita. Acquaroli 12° tra i presidenti di Regione

Fioravanti (Ascoli) sindaco più amato d’Italia, Parcaroli in crescita. Acquaroli 12° tra i presidenti di Regione

Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno, è il primo cittadino più apprezzato d’Italia secondo il Governance Poll 2025, l’indagine annuale condotta dall’istituto demoscopico Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore. Con un consenso del 70%, Fioravanti – riconfermato lo scorso anno alla guida di una coalizione di centrodestra – conquista il vertice della classifica, scalzando dal primo posto Michele Guerra, sindaco di Parma (centrosinistra), che si ferma quest’anno al 65%, ma resta comunque in seconda posizione.  I sindaci marchigiani: gradimento alto, ma non mancano i segnali di flessione Tra i sindaci delle Marche, spicca anche Paolo Calcinaro, primo cittadino civico di Fermo, che con un consenso del 60% si colloca al quinto posto nazionale, a pari merito con Mattia Palazzi (Mantova), Mario Conte (Treviso) e Pierluigi Biondi (L’Aquila). Tuttavia, per Calcinaro si registra un netto calo rispetto all’anno precedente: -11,4%. Segue Sandro Parcaroli, sindaco di Macerata (centrodestra), che ottiene un gradimento del 55%, in crescita di 2,2 punti rispetto al 2024. Al 34° posto, troviamo anche Andrea Biancani, sindaco di Pesaro (centrosinistra), con lo stesso dato di Parcaroli (55%), ma in calo di 5,6 punti. Più in basso in classifica Daniele Silvetti, sindaco di Ancona (centrodestra), che si piazza al 69° posto con il 51,7% di gradimento, dato sostanzialmente stabile.  Gli altri sindaci in classifica Al terzo posto, ex aequo con il 61%, si trovano i sindaci di Bari (Vito Leccese) e Napoli (Gaetano Manfredi), entrambi espressione del centrosinistra. Numerosi i primi cittadini appaiati nella nona posizione con il 59%: tra questi Clemente Mastella (Benevento), Jamil Sadegholva (Rimini), Valeria Cittadini (Rovigo), Chiara Frontini (Viterbo), Alan Fabbri (Ferrara), Beppe Sala (Milano) e Massimo Mezzetti (Modena).  Tra i sindaci delle grandi città, Matteo Lepore (Bologna) ottiene il 58° posto con il 53,5%, Stefano Lo Russo (Torino) è 72° con il 50,5%, Sara Funaro (Firenze) è 34ª con il 55%, mentre Roberto Gualtieri (Roma) è 89° con il 47%, in lieve miglioramento rispetto allo scorso anno.  Governatori: Fedriga ancora al top. Acquaroli 12° con il 50,5% Tra i presidenti di Regione, svetta ancora Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia, centrodestra), che si conferma al primo posto con il 66,5%. Al secondo Luca Zaia (Veneto, centrodestra) con il 66%, mentre chiude il podio Alberto Cirio (Piemonte, 59%), anche lui centrodestra.  Il primo esponente del centrosinistra è Eugenio Giani (Toscana), al quarto posto con il 58%, seguito da un terzetto di presidenti meridionali: Roberto Occhiuto (Calabria), Renato Schifani (Sicilia) e Vincenzo De Luca (Campania). Completano la top ten Michele De Pascale (Emilia-Romagna), Stefania Proietti (Umbria) e Attilio Fontana (Lombardia). Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche (centrodestra), si posiziona dodicesimo con un gradimento del 50,5% (in crescita rispetto al 2024 quando era ventesimo)  «Il trend generale è in calo rispetto al consenso elettorale – ha spiegato Antonio Noto, direttore di Noto Sondaggi – e anche chi si colloca in cima alla classifica spesso registra flessioni. Il Governance Poll non misura l’intenzione di voto ma il gradimento sull’operato degli amministratori locali, indipendentemente dal colore politico».  Il Governance Poll 2025 ha analizzato 97 capoluoghi di provincia e tutte le Regioni con elezione diretta, escludendo i comuni andati al voto nel 2025 o con sindaci decaduti. Le interviste si sono svolte tra aprile e giugno 2025 su un campione rappresentativo di 600 elettori per comune e 1.000 per regione.

07/07/2025 12:28
Civitanova, visita istituzionale dell’onorevole Nevi: confronto con il sindaco Ciarapica

Civitanova, visita istituzionale dell’onorevole Nevi: confronto con il sindaco Ciarapica

Visita istituzionale dell’onorevole Raffaele Nevi, portavoce di Forza Italia, al Comune di Civitanova Marche. Ad accoglierlo il sindaco Fabrizio Ciarapica, con cui si è svolto un confronto proficuo su temi strategici per lo sviluppo del territorio e sul ruolo che gli enti locali possono svolgere nella definizione delle future scelte politiche e programmatiche. Nel corso dell’incontro non è mancata una riflessione sul futuro assetto istituzionale e amministrativo della Regione, in vista della prossima tornata elettorale, con particolare attenzione alla necessità di far emergere una rappresentanza forte, competente e profondamente radicata nel territorio.“Ringrazio l’onorevole Nevi per la sua visita e per l’attenzione che ha voluto riservare a una realtà come Civitanova – ha dichiarato il sindaco Ciarapica –. Una città che esprime dinamismo, crescita e potenzialità importanti per l’intero territorio marchigiano. Il confronto con i rappresentanti del Governo e del partito è sempre prezioso per costruire risposte concrete e una visione di lungo periodo. È significativo constatare come l’attenzione del Governo verso le istanze locali si stia traducendo in ascolto e disponibilità, a conferma del ruolo sempre più centrale che la nostra città è chiamata a svolgere”.    

05/07/2025 15:14
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